Dal Messaggero veneto online del 15/06/14
Esposto di Sel in tribunale sulle semine Ogm
E il comitato per la biodiversità chiede la distruzione dei campi
PORDENONE. Il caso Ogm torna in tribunale a Pordenone. Ma non per un processo. Domattina i deputati di Sinistra Ecologia Libertà, Serena Pellegrino (componente commissione Ambiente) e Franco Bordo (componente commissione Agricoltura), consegneranno alle 9.15, negli uffici giudiziari del tribunale cittadino, un esposto sulla vicenda della coltivazione di mais geneticamente modificato che ha riguardato, in modo importante, anche terreni della nostra provincia.
Giorgio Fidenato, l’agricoltore che da anni conduce una battaglia per veder riconosciuto il diritto alla semina di mais geneticamente modificato, ha infatti seminato circa 3 mila metri quadri di Mon 810 anche a Vivaro (così come fatto in passato). Una parte di quel mais – il corpo forestale dello Stato e della Regione ha provveduto ai campionamenti delle piante per verificare che si tratti effettivamente di mais biotech – è stato già devastato dai disobbedienti.
Intanto il comitato per la Biodiversità chiede alla Regione di provvedere urgentemente alla distruzione delle colture Ogm seminate da Fidenato.
«Non sono necessari grandi capacità osservative – rilancia il comitato – per accorgersi dello stato in cui versano le nostre campagne, dove troviamo mais, soia, colza, frumento, coltivati usando biocidi di ogni genere per garantire una produttività che oramai la terra non è più in grado di dare a seguito di atroci pratiche agronomiche produttivistiche e non rispettose dei cicli vitali. Non possiamo non far presente che questo sistema è la principale causa d’inquinamento diffuso e d’impoverimento microbiologico della terra e delle falde acquifere»
dal Piccolo del 13/06/14
SECONDO STOP ALLA SEMINA DI MAIS OGM IN REGIONE
TRIESTE Nuova “sconfitta” per gli agricoltori pro Ogm del Friuli Venezia Giulia. Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar del Lazio di bloccare le semine biotech in corso nei campi di Vivaro, in provincia di Pordenone, rigettando la richiesta di sospensiva avanzata dagli esponenti dell’associazione Futuragra e rinviando la definitiva decisione nel merito al 4 dicembre, quando di fatto sarà già in vigore la normativa europea che lascia la libertà di non coltivare Ogm ai singoli Stati membri. Ad annunciarlo ieri è stata la Coldiretti, che ha commentato positivamente la scelta del Consiglio di Stato di sostenere la linea del Tar del Lazio. Linea, appunto, che aveva portato alla bocciatura del ricorso presentato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais biotech Mon810 modificato geneticamente. «A questo punto – conclude la Coldiretti – le amministrazioni coinvolte non hanno più nessun alibi per intervenire nella repressione delle coltivazioni illegali per evitare l’aggravarsi delle contaminazioni ambientali in atto». Positivo anche il commento di Ermete Realacci, presidente della commissione Agricoltura della Camera. «Dal Consiglio di Stato arrivano nuone notizie per l’agricoltura italiana e per la sua vocazione all’eccellenza – afferma -. Il Tar del Lazio si era già espresso in aprile aprile bocciando il pretestuoso ricorso di Fidenato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais Ogm MON810 in Italia. Oggi si scrive dunque una bella pagina a tutela della nostra agricoltura e del made in Italy di qualità. Al di là di motivazioni di ordine ambientale e sanitario, infatti, la scelta Ogm è completamente sbagliata per l’Italia».