Dal Piccolo
2014-05-13
MAROCCHINO MORTO AL CIE DI GRADISCA ESPOSTO IN PROCURA
TRIESTE «Abbiamo già presentato un esposto sulle circostanze che, dopo otto mesi di agonia, hanno portato alla tragica morte di Abdelmagim El Kodra, il marocchino di 34 anni precipitato dal tetto del Cie di Gradisca durante la protesta andata in scena lo scorso agosto. Un atto doveroso, perché è inammissibile che non sia fatta piena luce su quell’episodio. E a breve ne proporremo anche un altro, per chiedere risposte sul comportamento tenuto dalle autorità sanitarie nei giorni successivi al decesso dell’immigrato». Genny Fabrizio dell’associazione Tenda per la Pace e i diritti non usa giri di parole e, nella conferenza stampa alle porte del Tribunale di Gorizia convocata ieri mattina, spiega subito come l’intenzione del proprio sodalizio, così come quello degli altri firmatari dell’esposto sulla morte El Kodra,sia quello di accertare la verità dei fatti. Sia di quelli verificatisi in quella tremenda serata della scorsa estate, sia di quelli avvenuti nei giorni scorsi. La Fabrizio infatti sottolinea: «Il decesso di El Kodra è avvenuto lo scorso 30 aprile, e i cugini presenti qui in Italia sono stati avvisati solo sette giorni dopo della scomparsa del proprio parente. Perché?». «Nessuno ci ha avvisato per giorni dopo la morte di Abdelmagim – conferma il cugino di El Kodra, Abdsslam -. Vogliamo capire perché, e cosa sia successo». L’esposto già presentato, comunque, riguarda i fatti dello scorso agosto: tra i firmatari dell’iniziativa anche i parlamentari di Sel Costantino, Frattoianni e Pellegrino, e i candidati europarlamentari Casarini e Furfero (Lista Tsipras) e Alotto (Verdi), oltre a numerose associazioni che da tempo si battono per la chiusura definitiva dei Cie. «L’esposto presentato alla Procura di Gorizia – ha aggiunto la Fabrizio – vede allegate le immagini e le testimonianze relative al lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine all’interno del Cie: fatto di cui la Questura non ha mai parlato. Ma nel sopralluogo fatto assieme all’onorevole Pellegrino la mattina del 9 agosto, abbiamo ritrovato i bossoli di quei lacrimogeni. Il giorno 10 agosto abbiamo sentito nuovamente urla da parte dei migranti, che per sfuggire ai lacrimogeni stessi e poter respirare sono saliti sui tetti: tra loro c’erano anche persone che soffrivano d’asma. Due migranti hanno tentato di scappare, e tra di loro c’era Abdelmagim, che è caduto a terra ferendosi gravemente alla testa». (m.f.) di Corrado Barbacini
qui il comunicato della Tenda per la pace e i diritti