da Il Piccolo del 21 gennaio 2014
Pagina 1 – Gorizia-Monfalcone
IL PROCESSO
Amianto-bis: unificati i filoni dell’inchiesta
Avvio a rilento del processo amianto-bis, i cui filoni di inchiesta sono stati unificati. Ammessi come parti civili Comune, Aea e la Fiom-Cgil.
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Amianto-bis, unificati 2 filoni d’inchiesta
Avvio con il rallentatore del processo amianto-bis. Il giudice monocratico Nicola Russo, dinanzi a un’aula semivuota, ha ammesso le tre parti civili istituzionali (Associazione esposti amianto, Comune di Monfalcone e Fiom-Cgil), respingendo la richiesta delle difese che sostenevano la loro non ammissibilità. Costituitisi anche una ventina di familiari di lavoratori deceduti. Il giudice, dopo aver riunito in un unico fascicolo processuale due filoni dell’inchiesta, si è riservato nella prossima udienza del 28 aprile di decidere sulla citazione della Fincantieri come parte civile avanzata dalle parti civili. In quella data si procederà all’ammissione della prove e all’esame eventuali istanze istruttorie che saranno presentate dalle parti. La decisione di fissare di qui a tre mesi la nuova udienza è stata motivata anche dal fatto che si attende la deposizione della motivazione della sentenza del maxi-processo, che dovrebbe avvenire, dopo la richiesta di proroga, entro il 15 aprile. Indubbiamente le motivazioni del primo processo potrebbero fare da linea-guida anche in questo secondo procedimento sebbene si affrontino casi di decesso diversi da quelli che sono stati esaminati nel maxi processo: infatti tra i 72 decessi, 41 sono dovuti a carcinoma polmonare correlato all’asbestosi. Secondo la Procura – in aula sarà rappresentata dal pm Valentina Bossi,dopo il trasferimento di Leghissa alla Procura di Caltanissetta – il tumore polmonare sarebbe stato provocato proprio dalla presenza della fibra killer. Sarà comunque il dibattimento processuale, nel quale avranno un ruolo importante le consulenze medico-legali, ad accertare le vere cause dei decessi. Per alcuni di questi sarebbero già maturati i tempi della prescrizione, che potranno comunque essere accertati nel prosieguo del processo. In questo procedimenti imputati di omicidio colposo sono 16 dirigenti dell’Italcantieri: Giorgio Tupini, Vittorio Fanfani, Antonio Zappi, Enrico Bocchini, Manlio Lippi, Aldo La Gioia, Saverio Di Macco, Italo Massenti, Cesare Casini, Glauco Noulan, Roberto Picci, Peppino Maffioli, Roberto Schivi, Livio Minozzi, Mario Abbona e Gianni Poggi; con loro anche tre titolari di ditte esterne che lavoravano all’interno del cantiere di Panzano. Si imputa loro di non aver adottato le necessarie misure di sicurezza per eliminare o ridurre l’esposizione all’amianto dei lavoratori e senza assicurarsi dell’effettivo impiego di mezzi per la protezione individuale quali adeguate mascherine. Corposa anche questa volta la documentazione prodotta dalla Procura: 12 faldoni contenenti 1593 fogli, consulenze mediche, verbali di perquisizioni e sequestri. Centinaia i testimoni che saranno citati complessivamente dalle diverse parti. Il periodo preso in esame dalla Procura, attivatasi anche su denunce-querele dei familiari di lavoratori morti, va dagli anni Settanta agli Ottanta fino a quando nel cantiere di Panzano veniva usato l’amianto per la costruzione delle navi. Altri due filoni dell’inchiesta sulle morti di amianto a Monfalcone entro l’anno arriveranno la vaglio del giudice delle udienze preliminari mentre continuano a giungere alla procura della Repubblica esposti-denunce su presunti decessi causati dall’esposizione all’amianto.