MV DOMENICA, 22 NOVEMBRE 2009
Pagina 3 – Udine |
Il Coordinamento: siamo presenti in almeno dieci aziende. I Confederali respingono le accuse: ora non si può fare di più |
Crisi, lo strappo dei “ribelli”: il sindacato non è al nostro fianco |
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di GIACOMINA PELLIZZARI «Il sindacato non è al fianco dei lavoratori». Dura la critica degli operai colpiti dalla crisi, quelli che hanno dato vita a una protesta parallela al presidio di Cgil, Cisl e Uil e confluita nel Coordinamento lavoratori contro la crisi. Un gruppo che unisce una trentina di operai Safilo alla quale si sono uniti i colleghi di una decina di aziende. «Nella vertenza Safilo – ha spiegato Laura Corrado cassintegrata Safilo di Precenicco – il sindacato ha organizzato le decisioni aziendale». Ma i confederali replicano: «Sul fronte Safilo non si poteva fare di più». |
Lo strappo è stato motivato, ieri, nella Loggia del Lionello, dove il Coordinamento, nel corso di una conferenza stampa, ha presentato l’incontro pubblico al quale, sabato 5 dicembre, alle 9.30, al dopolavoro ferroviario di Monfalcone, parteciperanno anche i rappresentanti degli analoghi coordinamenti di Modena, Treviso e Milano. In quel contesto, Andrea Comino (Safilo), Alessandro Perrone (Eaton di Monfalcone) e Edgar Banja (Danieli) hanno sollecitato le istituzioni a bloccare i licenziamenti, a garantire un reddito adeguato ai lavoratori in difficoltà, a sospendere mutui, affitti e tariffe per i cassintegrati, a creare un tavolo anticrisi regionale permanente e a pretendere la restituzione dei contributi pubblici assegnati alle aziende che delocalizzano le produzioni. Ieri, però, anche se Comino ha cercato di gettare acqua sul fuoco assicurando che la «posizione del Coordinamento non è di contrapposizione al sindacato visto che entrambi puntano al raggiungimento degli stessi traguardi», Corrado la portavoce dei lavoratori Safilo di Precenicco ha colto la palla al balzo e senza mezzi termini ha criticato, anche duramente, la gestione sindacale della vertenza Safilo. «I sindacati – ha affermato – hanno fatto in modo che gli operai non avessero voce in capitolo. E così gli operai sono rimasti a casa senza una prospettiva di lavoro. A quel punto i sindacati hanno fatto il teatrino del presidio per poi disinteressarsi delle preoccupazioni dei lavoratori». E a chi cercava di far notare che «gli ammortizzatori sono una conquista sindacale» i cassintegrati hanno replicato: «È un nostro diritto che ogni mese paghiamo in busta paga». Un concetto questo ripreso pure nel documento che recita: «L’ottenimento degli ammortizzatori sociali non va visto come il raggiungimento del traguardo, ma come il vero inizio della vertenza che deve puntare al mantenimento di tutti i posti di lavoro attivi». Ma il segretario provinciale della Cisl, Roberto Muradore, fa spallucce e rigetta: «La situazione è seria e io come tutti i colleghi confederali non abbiamo tempo da perdere seguendo le stupidaggini». Gli fa eco Roberto Di Lenardo della Cgil: «Eravamo tanto lontani dai lavoratori che quando li abbiamo invitati a Roma alla manifestazione contro la crisi sono venuti in due. I lavoratori dimenticano che l’azienda poteva aprire la mobilità e che abbiamo portato a casa i 100 euro in più al mese, i lavori socialmente utili e i corsi di formazione». |