CIE DI GRADISCA: la regione si esprime sul CIE

Ovviamente staremo a vedere se le buone intenzioni rimarranno sulla carta o meno. C’è da ribadire che la regione avrebbe da subito gli strumenti normativi per chiudere – almeno temporaneamente – il lager per motivi sanitari ma che non lo fa per non andare allo scontro vero con il Ministero.
Da parte nostra ribadiamo che i CIE non possono essere riformati ma solo smantellati una volta e per sempre!

info-action reporter

 

 

Da Il Piccolo del 2 ottobre 2013

La Regione approva la chiusura del Cie

di Gianpaolo Sarti TRIESTE Il rispetto per i diritti umani degli ospiti e la chiusura «immediata» del Cie di Gradisca qualora non si riuscisse a migliorare le condizioni di vita degli stranieri, diventano un preciso impegno politico della giunta Serracchiani. E dalla presidente è già partita una lettera indirizzata al ministero dell’Interno con la richiesta di rivedere la legge Bossi-Fini sul reato di immigrazione clandestina. Ieri, tra polemiche (e urla), l’aula ha approvato la mozione del centrosinistra che assegna una serie di compiti all’esecutivo, chiamato ad agire nei confronti della Prefettura di Gorizia, dell’Ufficio Immigrazione della Questura e di chi gestisce la struttura. Sarà inoltre sotto la stretta responsabilità della Regione verificare l’osservanza della «costituzionalità delle norme e dei regolamenti imposti al Centro», teatro di numerose rivolte scoppiate per mano degli immigrati. La norma sottoscritta da Pd, Sel e Cittadini, che vede come primo firmatario Franco Codega, è a tutti gli effetti una svolta sulla vicenda: d’ora in avanti dovrà essere garantita la possibilità di accesso libero alla comunicazione con l’esterno – stampa compresa – al supporto legale, alla tutela della salute attraverso il Sistema Sanitario Regionale. Agli stessi consiglieri non potrà più essere impedito l’ingresso «in qualunque momento e a qualsiasi ora» al fine di verificare le condizioni. La giunta, inoltre, dovrà darsi da fare con il ministero degli Interni per garantire un «adeguato sostegno» al Comune di Gradisca che si trova nelle condizioni di rispondere a un problema considerato dal centrosinistra «umanitario, di interesse internazionale». E con il governo dovrà adoperarsi «per abrogare le norme non rispettose dei Diritti umani», oltre che sollecitare la riforma della normativa che regola il sistema delle espulsioni e dei trattenimenti, incluso il reato di immigrazione clandestina. In aula si è scatenata la bagarre. Gli interventi che via via si sono susseguiti dal fronte del centrosinistra – prima Codega (Pd), poi Pustetto e Lauri di Sel, poi ancora Cremaschi e Shaurli per i democratici – vengono interpretati dall’opposizione di centrodestra come un tentativo di «creare un fossato tra chi ha il cuore e l’anima per gli immigrati e chi invece li tratta come bestie», per usare le parole del capogruppo Pdl Colautti che, evidentemente, si è sentito sotto attacco. Anche perché l’ordine del giorno presentato dal centrodestra (Lega inclusa, ma curiosamente assente durante il dibattito), poi bocciato, diceva cose non troppo dissimili da quelle della mozione. «Conosciamo il dramma dello scafismo, dell’accoglienza e dell’inserimento», rilevava Colautti. Dell’odg dell’opposizione non sono andati giù i toni, lì dove – stando alle dichiarazioni dei proponenti Ziberna e Novelli (Pdl) – si ricordava che «le degradate condizioni delle strutture sono ascrivibili anche al comportamento dei trattenuti che fomentano le ribellioni, protetti da una certa parte politica». L’aula si è presto surriscaldata durante l’intervento di Pustetto (Sel) interrotto De Anna (Fi): «Vai ad abitare tu al Cie con la famiglia che è il tuo ambiente naturale», ha urlato. Ecco allora i tentativi di Lauri, ancora da Sel, di far capire che gli ospiti sono persone «che fuggono da una guerra o cercano condizioni di vita migliori». O di Codega che metteva in luce, come pure i grillini, le condizioni in cui i “trattenuti” sono costretti a vivere, i lunghi tempi di permanenza, la precarietà delle condizioni igienico-sanitarie, la mancanza di attività e la somministrazione di psicofarmaci. Rispondeva di nuovo il Pdl, sempre con Ziberna e Novelli, rimarcando l’apprezzamento per il lavoro delle forze dell’ordine, oltre che la necessità “di garantire i diritti inviolabili delle persone, sostenere il Comune di Gradisca e assegnare i costi sanitari al Sistema nazionale” non regionale, pretendendo inoltre che tutti i Paesi dell’Ue si facciano carico degli oneri della lotta all’immigrazione clandestina. Approvati, in chiusura, gli emendamenti M5S sulla formazione del personale, la diffusione di materiale di svago e il recupero del campo di calcio della struttura.

 

Dal Messaggero Veneto

Pd: o al Cie le condizioni migliorano o lo chiuderemo

TRIESTE Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato una mozione sul Cie di Gradisca d’Isonzo presentata dalle forze di maggioranza. La mozione impegna la giunta a una serie di iniziative nei confronti della Prefettura di Gorizia, dell’ufficio immigrazione della Questura e dei gestori del Cie. Prima del voto, che ha approvato la mozione a maggioranza, la presidente della Regione Debora Serracchiani aveva manifestato all’Aula il favore alla mozione, ma non all’ordine del giorno del centrodestra non condividendone le premesse. Il Consiglio ha accolto tre emendamenti del M5S che integrano la mozione prevedendo la fornitura di libri e altro materiale di lettura ai trattenuti, un’adeguata formazione al personale esterno addetto ai servizi e il recupero del campo di calcio interno del Centro, per fornire un’attività di svago. La mozione così emendata è stata approvata a maggioranza dal Consiglio che, sempre a maggioranza, ha respinto l’ordine del giorno. Il consigliere del Pd Franco Codega, primo firmatario della mozione, ha sostenuto «la completa mancanza di tutela dei diritti all’interno del Cie per i trattenuti». «O quel centro cambia – ha fatto eco il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli –, oppure questa Regione lo chiude». La consigliera Silvana Cremaschi (Pd) ritiene sprecati i soldi spesi per un Centro che non garantisce nessuno, nè i trattenuti, nè le forze dell’ordine, nè i cittadini. «Il Cie di Gradisca d’Isonzo è da molti riconosciuto come il peggiore fra quelli presenti in Italia – ha sottolineato Giulio Lauri, capogruppo di Sel in Consiglio –. I Cie vanno chiusi, tutti, ma se c’è uno da cui bisogna cominciare, così come ha chiesto anche la presidente Serracchiani, è quello di Gradisca».