CIE DI GRADISCA: nuove fughe!!!!

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Di seguito prima gli aggiornamenti della Tenda per la Pace e i diritti e di seguito la rassegna stampa.

22/09  Dal CIE: “Verso le 3 del mattino 3 persone sono riuscite a scappare , ma una di loro è rimasta ferita in modo grave. Più tardi c’è stato un altro tentativo di fuga, bloccato dalla polizia. Ci sono poi stati violenti scontri con la polizia, ci sono due feriti: uno con 3 punti di sutura al viso e l’altro con contusioni al braccio e al ginocchio”

21/09 Da questa notte sono riprese le agitazioni all’interno del CIE di Gradisca d’Isonzo, le persone sono tornate sul tetto, la “causa scatenante” sembra essere stata ancora una volta la convalida ad una persona che chiede volontariamente il rimpatrio e gli viene “promesso” di settimana in settimana di esser mandato via. Durante la notte sono state tolte, da parte dei trattenuti, la maggior parte delle reti che chiudono dall’alto le gabbie. La polizia in tenuta antisommossa era sul tetto.

ore 14.30 un operatore della RAI è davanti al CIE vede del fumo, ma non sappiamo ancora l’origine (se incendio o gas lacrimogeni) all’operatore viene impedito di filmare ed è stato identificato. Le persone sono ancora sul tetto.

 

Dal Piccolo

23/09/13

Sedie contro gli agenti, tre evasi al Cie

di Luigi Murciano GRADISCA Il Cie di Gradisca è un colabrodo. Dopo un’evasione avvenuta nella giornata di sabato, altri tre immigrati sono riusciti a far perdere le proprie tracce nella notte successiva. All’interno della struttura isontina sono state, ancora una volte, ore turbolente. Una vera e propria rivolta all’ex caserma Polonio con gli ospiti che si sono alternati nell’occupazione del tetto della struttura, spaccando anche le ringhiere. E alla fine tre clandestini ce l’hanno fatta a scappare, un’evasione in pieno stile western: con delle corde improvvisate, infatti, hanno preso al lazo la ringhiera esterna e con un perfetto passaggio alla marinara sono riusciti a transitare dall’altra parte e darsi alla macchia dopo un salto nel vuoto di 4 metri. Il tutto mentre il contingente dei più facinorosi faceva arretrare dalle loro postazioni militari e poliziotti con lanci di sedie, bottiglie riempite di sassi trovati nel cantiere che, ironia della sorte, dovrebbe ripristinare la sicurezza nelle sezioni danneggiate. Il tutto è durato fino all’alba e la tensione non è scemata neppure nella giornata di ieri. «Nulla cambierà finché non saranno riparate le reti che impediscono la salita sui tetti e le uscite in massa degli ospiti. Il centro è in mano loro» protestano forze dell’ordine e operatori. I dipendenti della Connecting People, l’ente gestore del Cie, fra l’altro non ricevono lo stipendio da tre mesi. La causa dei disordini è stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli immigrati, che successivamente alla notifica del provvedimento si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. L’uomo, che aveva richiesto il rimpatrio volontario, dovrebbe ora essere rilasciato nella giornata di martedì. Così perlomeno gli sarebbe stato assicurato. Di certo in appoggio all’immigrato, che si è anche procurato un taglio piuttosto serio ad un braccio, è scaturita la notte scorsa anche la protesta dei compagni. Un gruppo di ospiti aveva divelto gran parte delle reti che avvolgono le cosiddette vasche di contenimento esterne alle camerate, e fra queste anche la rete che inibiva l’accesso al tetto del Cie, già teatro delle proteste di agosto. La polizia ha raggiunto i tetti, ma non vi sono stati scontri né uso di lacrimogeni per ripristinare le condizioni di sicurezza. Le nuove proteste degli immigrati arrivano a poche ore dalla risposta all’interpellanza della deputata Serena Pellegrino (Sel) al governo Letta sulle condizioni di vita all’interno della struttura. «Il Cie di Gradisca d’Isonzo e tutti i Cie d’Italia vanno completamente ripensati: attraverso un percorso parlamentare è necessario riconsiderare le modalità di funzionamento, i servizi necessari, i criteri per gli appalti» la risposta da parte del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, all’iniziativa della Pellegrino. Situazione del Cie isontino che, pochi giorni fa, il presidente della Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani, il senatore Luigi Manconi, aveva definito «illegale». «Ho ribadito nel mio intervento – spiega la deputata di Sel – che la permanenza a 18 mesi del trattenimento pone il nostro Paese al di fuori del consesso giuridico internazionale. La fuga dal Cie, è bene ricordarlo, per il nostro ordinamento non costituisce reato. Siamo pronti alla discussione in aula per rivedere le norme che regolano i Cie e l’intero impianto della legge Bossi-Fini. Non è un problema di risorse, per i Cie italiani sono già previsti interventi per 55 milioni di euro. Si tratterebbe solo di utilizzarli al meglio».

 

22/09/13

Nuove tensioni all’ex Polonio Gli ospiti tornano sul tetto

TRIESTE Torna a salire la tensione all’interno del Cie di Gradisca. La scorsa notte un gruppo di immigrati ha occupato nuovamente il tetto della struttura isontina, già teatro nelle scorse settimane di accese proteste e indicenti. Ad accendere la miccia questa volta, ha riferito la parlamentare di Sel Serena Pellegrino, sarebbe stata la comunicazione di un rinvio di un giorno dell’uscita dalla struttura per uno degli ospiti che, dopo aver ricevuto l’infelice notizia, si sarebbe fatto prendere dal nervosismo. E proprio per manifestare solidarietà al diretto interessato, un gruppetto di stranieri ha inscenato la protesta sul tetto, poi rientrata nel corso delle ore successive. Le difficili condizioni di vita all’interno dell’ex Polonio saranno al centro del dibattito intitolato “Cie, se lo conosci lo chiudi. Nuove politiche per l’accoglienza e l’immigrazione”, organizzato oggi alle 18 ad Aiello del Friuli nell’ambito della “Festa giusta” promossa dagli esponenti Sel del Friuli Venezia Giulia.