NO OGM: rassegna stampa sull’iniziativa del 1 settembre

Come sempre i giornalisti brillano per professionalità e danno visibilità solamente a una delle componenti della manifestazione.

 

Messaggero Veneto del 02/09/13

 

“No Ogm”, tensione e piantine distrutte

Hanno invaso il campo seminato a mais Ogm di Giorgio Fidenato e distrutto diverse pannocchie, nonché il cartello indicante la proprietà privata, incuranti di possibili denunce e della massiccia presenza di forze dell’ordine (una sessantina di agenti). Avevano garantito, almeno a inizio mattinata, che non ci sarebbero state azioni di danneggiamento della coltivazione, ma così non è stato. E quello di ieri mattina a Vivaro ha tutta l’aria di non rimanere un episodio isolato. Gli ambientalisti contrari al biotech, che hanno preso parte alla manifestazione anti-Ogm, minacciano di mettere in campo azioni più pesanti. Intendono trebbiare con le gambe la coltivazione di Fidenato, come già fatto il 9 agosto 2010. In prima linea Luca Tornatore, dei centri sociali del Nordest. «Nessuna azione violenta, anzi. La nostra è resistenza. Quella di Fidenato è una violenza con gravi ripercussioni» è il commento di Tornatore, che, assieme ad altri ambientalisti, si è dichiarato pronto a «trebbiare, a breve, con le gambe il campo di Vivaro. Non escludiamo questa possibilità – ha detto -. La distruzione, comunque, dovrebbe già essere messa in atto sulla base del decreto interministriale di luglio, che vieta le coltivazioni Ogm». Tornatore ha rimarcato di non avere alcun timore per i provvedimenti che verranno assunti dopo l’atto di ieri. Ci sono gli estremi per una denuncia, ma questo è secondario per gli ambientalisti contrari al biotech. Oltre al danno alla coltivazione, infatti, è stata violata la proprietà privata. Il campo di Fidenato è circondato da una catena e in più punti sono presenti cartelli indicati il divieto d’accesso. I manifestanti hanno abbattuto i cartelli e si sono fatti spazio tra le pannocchie, distruggendone una parte. «Ci denuncino pure per quanto fatto – ha dichiarato Tornatore -: non abbiamo alcun timore e combatteremo anche questa battaglia nei tribunali. E’ necessario fare spazio alla vita dentro questo campi: quanto abbiamo messo in atto stamattina (ieri per chi legge, ndr) era il minimo che potessimo fare. Un atto simbolico per fare capire che sono le pratiche di massa a creare la legittimità. E’ necessario formare una coalizione sociale non soltanto contro gli Ogm, ma contro il sistema dell’agricoltura che va rivisto». In realtà, stando a quanto dichiarato dai manifestanti in apertura di mattinata, non doveva esserci alcuna invasione del campo di Fidenato. Tantomeno una distruzione. Era previsto solamente il deposito di alcune zolle di terra «non contaminate da semi alieni», come loro stessi hanno definito gli Ogm, accanto alla coltivazione. «Abbiamo deciso di non danneggiare una proprietà privata, ma di limitarci a un gesto simbolico di decontaminazione» aveva dichiarato intorno alle 10.30 Oscar Missero, coordinatore di Tutela biodiversità. Poi, però, la situazione, dopo le 11, è degenerata. Nel corso della mattinata, vari rappresentati dei gruppi contrari al biotech hanno espresso il proprio parere sulla questione. «Chi si schiera a favore degli Ogm compie un atto grave – ha dichiarato Graziano Ganzit, ex presidente di Pro bio -. Fidenato deve ricordarsi che quell’appezzamento che coltiva non è suo, ma è un pezzo di terra friulano. Dobbiamo puntare alla sovranità alimentare, altrimenti siamo finiti». Dopo pranzo, una discussione accesa tra tre agricoltori di Buttrio, favorevoli al biotech, e i manifestanti ha richiesto l’intervento della Digos e delle altre forze dell’ordine presenti. Nessuna violenza, soltanto uno scontro verbale che si è poi concluso con l’allontanamento degli agricoltori. Giulia Sacchi

 

Fidenato: «Sono fanatici Questa volta li denuncio»

«Sono cialtroni violenti e irrispettosi del lavoro degli altri: li denuncerò. E questa volta l’esposto sarà ancora più pesante, perché oltre al danno alla coltivazione c’è anche la violazione della proprietà privata. Questi fanatici meriterebbero una condanna immediata. Loro, comunque, procedano pure con la violenza, noi invece con la giustizia». Sono le parole di Giorgio Fidenato dopo avere appreso al telefono, in quanto si trova in Sicilia, che ieri mattina il suo campo è stato preso di mira dai manifestanti anti-Ogm, che hanno distrutto diverse pannocchie e pure il cartello indicante la proprietà privata e quindi il divieto di accesso. «Imporre le proprie idee con la violenza è un fatto grave: questa non è una battaglia di civiltà e di responsabilità. Tutt’altro». Non ha dubbi Fidenato sul fatto che la violenza non debba esserci. Mai. L’agricoltore respinge al mittente, ossia a Luca Tornatore, esponente dei centri sociali del Nordest, le accuse di essere lui un violento. «Quale violenza avrei commesso? – è l’interrogativo posto da Fidenato –. Le mie piante sono naturali. Questi ambientalisti sono convinti di avere la verità in tasca e che quanti la pensano come me non capiscano nulla. Proseguano pure con altre iniziative violente, tanto poi dovranno rispondere di quanto compiuto». Diversi manifestanti, che ieri hanno distrutto una piccola porzione di coltivazione a Vivaro, si erano già resi protagonisti di un episodio analogo il 9 agosto 2010, sempre ai danni di un campo di Fidenato, ed erano stati denunciati. Il processo si terrà il 14 gennaio 2014. «E’ passato sin troppo tempo – ha dichiarato Fidenato -. Questi meriterebbero una condanna immediata. Oggi ne sono ancora più convinto». La posizione dell’agricoltore è sostenuta anche dal collega di Vivaro Silvano Dalla Libera, anche lui proprietario di coltivazioni seminate a mais Ogm. «La mano del giudice, questa volta, dovrà essere ancora più pesante – ha detto -. Sono stati già condannati per quanto compiuto negli anni passati. Non abbiamo affatto intenzione di pagare un servizio di vigilanza privato per la sorveglianza dei campi, nonostante le minacce di distruzione degli ambientalisti. Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine. Se decideranno di trebbiare con le gambe le coltivazioni, pagheranno le conseguenze». Dalla Libera, ieri mattina, non si è recato al campo di Fidenato, vicino al quale si è tenuta la manifestazione anti-Ogm: ha preferito stare a casa, per «evitare provocazioni, discussioni accese e scontri inutili. Sono convinto, comunque – ha aggiunto -, che la strada migliore sia quella di un dialogo costruttivo, che si basa su dati e non su ideologie». Giulia Sacchi

 

 

«Noi violenti? Ci sono confini invalicabili»

E’ un botta e risposta a distanza quello tra Giorgio Fidenato e Luca Tornatore dell’associazione Ya Basta, un dialogo tra Vivaro e la Sicilia, dove Fidenato sta trascorrendo le vacanze. Una distanza paragonabile a quella delle idee tra i due sul fronte ogm. Tornatore ha accusato Fidenato di essere un violento, l’agricoltore friulano ha rispedito al mittente le accuse. E quest’ultimo ribadisce: «chi si lamenta del fatto che oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo invaso una proprietà, ricordiamo che esistono confini biologici che vanno difesi e rivendicati e che non sono a disposizione di chi li oltrepassa con prepotenza e arroganza senza nemmeno chiedere permesso». Tornatore, esponente dei centri sociali del Nordest, punta il dito sull’agricoltore friulano. «Il campo di Fidenato, seminato con mais mon810 – sostiene – non è l’unico. Zitto zitto, Dalla Libera, e chissà quanti altri, ha seminato altri quattro campi in aprile». Insomma, la semina di quest’anno «non è più un atto corsaro individuale» come quello dell’agosto 2010, ma serve a «sfruttare sino al midollo una sentenza tecnicamente sbagliata della corte Europea per forzare le contraddizioni di una malfatta normativa italiana». Secondo Tornatore, «Fidenato e Dalla Libera si sono costituiti volontariamente come cavalli di Troia per la Monsanto», ovvero la multinazionale di biotecnologie agrarie che produce la varietà di mais ogm seminato nel campo di Fidenato. «A livello europeo – sostiene Tornatore – il tentativo è di creare una legittimità forzata all’inserimento delle colture ogm in barba a ogni volontà locale o nazionale: cibo e ogm sono un vero e proprio terreno di scontro imposto dall’alto. La semina di mais ogm non è una scelta privata ma l’imposizione di un modello di coltura, e cultura, della terra». Basti pensare che «il 60 per cento delle sementi è di proprietà di sei multinazionali, quattro delle quali controllano l’80 per cento della produzione di pesticidi». «Chi controlla il cibo controlla l’umanità – dichiara ancora Tornatore – e chi controlla e impone le sementi e le tecniche agricole controlla il cibo». Per fermare questo meccanismo, «bisogna costruire una coalizione sociale larga, per esprimere una reazione e una resistenza di comunità, costruire e praticare un “diritto dei beni comuni” che vada oltre l’evento in sé»

 

 

Stasera a Rauscedo un vertice per organizzare la mobilitazione

«Bisogna creare una coalizione sociale non soltanto contro gli Ogm, ma contro il sistema agricolo. E’ necessaria una rete di persone, che comprende esponenti di centri sociali, cittadini, agricoltori, associazioni, cooperative, sindaci, assessori, per creare un movimento d’opinione allargato contro il biotech. Da qui la necessità di organizzare una manifestazione a Vivaro e un’assemblea a Rauscedo». Così Luca Tornatore invita tutti gli interessati a partecipare all’incontro di stasera, alle 20, alla fattoria sociale agriturismo “Tina” a Rauscedo, nel comune di San Giorgio della Richinvelda. Obiettivo dell’incontro è «decidere come mobilitarsi in modo condiviso». Secondo gli attivisti «la semina di mais Ogm a Vivaro non è una scelta privata di un agricoltore, puramente tecnica e solo apparentemente locale ma l’imposizione di un intero modello di coltura e cultura della terra e del cibo. Essa coinvolge chi abita e coltiva il territorio circostante e, facendone un vero e proprio laboratorio nazionale, inevitabilmente coinvolge tutti». Alla manifestazione di ieri, al di là dei manifestanti, hanno partecipato ben pochi cittadini di Vivaro. Segno, forse, che la questione non suscita troppo interesse. O forse i vivarini sono stufi che il loro comune, peraltro tranquillo, stia diventando teatro di sempre più frequenti incontri-scontri sul caso. Diversi, invece, i rappresentati di amministrazioni del Maniaghese, come Monterale. (g.s.)

 

L’associazione Coscioni “adotta” il terreno

L’associazione Luca Coscioni, che combatte per la libertà di ricerca scientifica, “adotterà” il campo di Vivaro coltivato a mais Ogm da Silvano Dalla Libera. L’obiettivo è condurre indagini che possano fornire dati utili al mondo scientifico e politico. «L’auspicio è che anche altre associazioni decidano di condurre ricerche sulla mia coltivazione – ha dichiarato Dalla Libera –. I risultati ottenuti verranno poi divulgati a livello nazionale e serviranno anche ai politici per assumere decisioni che sinora non hanno mai preso. Quello che a noi interessa sono gli aspetti ambientali e sanitari». Questa settimana, alcuni studiosi delle Università di Milano e Napoli, si recheranno sul campo di Dalla Libera per effettuare alcuni prelievi. «Lo stato italiano non è stato in grado di fornire dati certi: io e Giorgio Fidenato ci siamo sostituiti allo Stato e renderemo pubblici i risultati della ricerca» ha dichiarato l’agricoltore, ricordando «quanto siano inutili le battaglie a suon di decreti. Il confronto con la politica deve basarsi su certezze, non chiacchiere».

 

Messaggero Veneto del 30/08/13

E domenica manifestazione “blindata”

Sarà una manifestazione blindata quella in programma domenica a Vivaro, promossa dalle associazioni ambientaliste del Friuli Venezia Giulia per dire no agli Ogm. A Vivaro è prevista la partecipazione anche di anarchici e disobbedienti provenienti da varie parti del Nordest. L’ultima volta che i disobbedienti hanno manifestato a Vivaro contro le colture transgeniche, le pannocchie di Mon 810 sono state“trebbiate” coi piedi (era il 9 agosto 2010). Vicenda che ha portato anche all’apertura di un procedimento penale per l’invasione della proprietà privata. Gli organizzatori del presidio di domenica – un coordinamento che riunisce anche singoli esponenti politici, perlopiù appartenenti al Movimento 5 stelle – assicurano però che non ci saranno blitz. «Saremo presenti per portare avanti le nostre idee – conferma Luca Tornatore, referente del movimento dei disobbedienti in regione – Sarà solo un presidio. Il problema a questo punto non sono più i cambi di Giorgio Fidenato».

 

Messaggero on line 1 serttembre


Attimi di tensione alla manifestazione anti-Ogm 

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Senza grossi poblemi però la protesta a Vivaro. C’erano anche esponenti dei centri sociali giunti da diverse regioni. Distrutti alcune pannocchie e il cartello “proprietà privata” del campo di Fidenato

 
 

 

 

 

    VIVARO. Un centinaio di manifestanti ha preso parte stamani alla manifestazione “No Ogm, terra e libertà” a Vivaro contro le coltivazioni di mais transgenico. Tra loro anche esponenti dei centri sociali giunti da diverse regioni.

    Si sono susseguiti gli interventi sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine (una sessantina gli agenti inviati sul posto). Luca Tornatore, dei centri sociali del nordest, ha dichiarato: «Non é escluso che trebbieremo con le gambe il campo anche quest’anno. Non oggi, però». Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, ha replicato: «Facciano pure. Il giudice li ha già condannati due anni fa e questa volta la pena sarà più pesante. Non pagheremo una vigilanza provata per la sorveglianza dei campi. Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine».

    Poi alcuni attimi di tensione, quando i manifestanti sono entrati nel campo dell’imprenditore pordenonese Giorgio Fidenato distruggendo alcune pannocchie e abbattendo il cartello “proprietà privata” sul terreno agricolo, seminandolo simbolicamente di “zolle non contaminate”. «Bisogna fare spazio alla vita dentro questo campo» ha dichiarato Tornatore, prima di uscire dal terreno agricolo.

    L’iniziativa si è svolta vicino ai campi seminati a mais Ogm dall’associazione che fa riferimento a Fidenato, sulla cui azione si erano pronunciati i giudici italiani ed europei in senso, rispettivamente, più restrittivo e più permissivo.

    Domani sera a Rauscedo di San Giorgio della Richinvelda è previsto un secondo appuntamento alla fattoria agriturismo Tina. A promuoverlo una rete di persone che comprende agricoltori, associazioni, sindaci e assessori. Nell’occasione si cercherà di creare un movimento d’opinione allargato contro le coltivazioni di Ogm.