CIE = LAGER Foto e articoli sul presidio di Sabato 17

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Gradisca d’Isonzo 17 agosto 2013 (superate le 1700 visite a questa pagina)

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Messaggero Veneto 18 agosto 2013 Pagina 9 – Regione
 
Gli immigrati occupano il tetto del Cie
 
«Mangeremo e dormiremo qui. Dentro condizioni insopportabili». Ieri quasi 200 persone hanno manifestato all’esterno
 
Belci (Cgil): la Regione istituisca una commissione speciale di controllo
mv 18 agosto 2013 cie
 
«Da tempo la Cgil Fvg chiede la chiusura del Cie – a dirlo è il segretario Franco Belci –. Non si governano i problemi dell’immigrazione creando un regime simile a quello carcerario che somma e confonde la condizione delle persone e le accomuna in un’inaccettabile privazione di diritti fondamentali. Da questo punto di vista non si comprende perché la risposta a richieste elementari (riconsegna dei cellulari, distribuzione dei pasti in sala mensa, disponibilità di spazi per il tempo libero) sia giunta soltanto dopo che la protesta è esplosa. Ciò dimostra come una gestione attenta solo ai problemi dell’ordine pubblico non sia più sufficiente. Chiediamo perciò che, in attesa della chiusura del Centro da richiedere al ministro dell’Interno, sia istituita dal consiglio regionale una sede istituzionale per il monitoraggio e il controllo delle condizioni di vita degli ospiti partecipata dai soggetti territoriali interessati, una rappresentanza del sindacato di Polizia, e una dei soggetti che tutelano i diritti dei migranti».

 

GRADISCA «Noi non scendiamo: qua dentro si vive malissimo, siamo stufi». Alla fine, la vera manifestazione di protesta l’hanno inscenata gli immigrati del Cie di Gradisca. All’interno della ex caserma Polonio hanno protestato loro: sono saliti sui tetti poco dopo le 17, e lì sono rimasti. Fuori dalle mura del centro, in mezzo la strada nonostante il divieto della Questura, poco meno di duecento manifestanti, richiamati anche dal Veneto dai rappresentanti della rete di associazioni che in Fvg si batte da ormai tre lustri per la chiusura di quello che era Centro di permanenza temporanea (Cpt) e che ora è diventato Centro di identificazione ed espulsione. I clandestini, che hanno riottenuto nei giorni scorsi il diritto ad avere un cellulare, si sono accordati con chi stava fuori. E, in perfetta sincronia, hanno dato vita alla loro protesta: hanno divelto una delle vetrate di protezione appena risistemate dopo i tafferugli di inizio settimana e sono saliti sui tetti, in trentadue. A battere le mani e gridare «Libertà!», scandendo il loro malcontento. «Dobbiamo inghiottire lamette e tagliarci per farci portare in ospedale, le condizioni qui sono pessime: le lenzuola non sono cambiate, i pasti fanno pena», ha urlato uno degli ospiti del Cie, che poco prima aveva lanciato verso i manifestanti proprio un piatto di plastica con all’interno parte del rancio. «Ci lanciano lacrimogeni, non possiamo più vivere così: diciotto mesi qua dentro sono troppi, e c’è chi ci rimane anche di più. E allora noi non scendiamo». E sui tetti gli immigrati sono rimasti tutta la notte. La protesta per il resto si è svolta in maniera pacifica. Attorno le 18, un gruppo di manifestanti ha preso vernice e pennelli per vergare direttamente sul muro di protezione esterno della struttura il proprio disappunto: «Libertà, freedom, libertè, Hurria», hanno scritto in rosso, aggiungendo “Chiudere il Cie”. «Questa struttura va chiusa – hanno urlato al megafono – e la Prefettura ha responsabilità per quanto sta accadendo: gli immigrati vengono imbottiti di psicofarmaci, trattati come animali», hanno aggiunto. Alla manifestazione hanno partecipato anche il vicepresidente della giunta provinciale, Mara Cernic, e gli assessori Portelli e Cecot, che in mattinata avevano visitato a Cattinara l’immigrato caduto dal tetto lunedì mattina e ricoverato ancora in condizioni disperate. I consiglieri regionali Ilaria Dal Zovo (M5S) e Giulio Lauri (Sel), hanno chiesto inutilmente di poter visitare la struttura: la Prefettura ha richiesto una delega alla presidente Debora Serracchiani, che si è subito attivata. Nei prossimi giorni una delegazione dell’Assemblea regionale potrà accedere al Cie. Christian Seu

 

 Il Piccolo del 18 agosto

«Abolite il lager». Doppia protesta al Cie

 

L’aveva già detto più volte in passato: «Strutture come il Cie di Gradisca non possono esistere». E ora, la Cgil regionale, torna a far sentire la propria voce, chiamando in causa anche il Consiglio regionale. «Non si governano i problemi dell’immigrazione creando un regime simile a quello carcerario che somma e confonde la condizione delle persone e le accomuna in un’inaccettabile privazione di diritti fondamentali – afferma il segretario regionale Franco Belci -. Da questo punto di vista non si comprende perché la risposta a richieste elementari (riconsegna dei cellulari, distribuzione dei pasti in sala mensa, disponibilità di spazi per il tempo libero) sia giunta soltanto dopo che la protesta è esplosa. Ciò dimostra come una gestione attenta solo ai problemi dell’ordine pubblico non sia più sufficiente. Chiediamo perciò che, in attesa della chiusura del centro che va richiesta al ministro dell’Interno, venga istituita dal Consiglio regionale, con gli strumenti che riterrà di usare, una sede istituzionale per il monitoraggio e il controllo delle condizioni di vita degli ospiti che comprenda esponenti dei soggetti territoriali interessati, una rappresentanza del sindacato di Polizia, e una dei soggetti che tutelano i diritti dei migranti». di Luigi Murciano wGRADISCA Gli immigrati salgono nuovamente sul tetto a urlare la frustrazione per i 18 mesi di “trattenimento”. E a ballare con i manifestanti. La giornata più lunga del Cie, quella del temuto presidio dei movimenti che da tempo ne chiedono la chiusura, si svolge in modo assolutamente pacifico. Sono circa duecento i partecipanti all’iniziativa organizzata dalla galassia di associazioni antirazziste provenienti da tutta la regione e dal vicino Veneto. A guardarli a vista una quarantina fra agenti e carabinieri in assetto antisommossa. Ma, fortunatamente, non ci sono attriti. Eppure il “d-day” inizia all’insegna della tensione: dapprima il diniego di Questura e Prefettura a rivedere le restrizioni di spazi e orari imposte alla manifestazione (ma alla fine viene tollerata l’occupazione per tre ore dell’ex statale 305) e poi, poco prima delle 17, la notizia di presunti pestaggi ai danni degli ospiti proveniente dall’interno (i cellulari sono stati riconsegnati l’altroieri). Ancora, dieci minuti dopo, il colpo di scena: una trentina di stranieri, spaccando una vetrata in plexiglass, riescono nuovamente a salire sul tetto dell’ex caserma Polonio, già teatro delle proteste dei giorni scorsi e del tentativo di evasione del marocchino di 35 anni, tuttora ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Cattinara. Partono le urla e gli applausi. Il guard-rail del piazzale antistante il Cie diventa un lungo tamburo che i manifestanti percuotono con tutto ciò che capita a tiro: “Li-ber-tà, Li-ber-tà” gridano duettando con i migranti che ballano a ritmo col soundsystem. Si intravede qualche politico: i consiglieri regionali Dal Zovo (5 Stelle) e Lauri (Sel), gli assessori provinciali Cernic, Cecot e Portelli, il consigliere Zanella, l’ex assessore regionale Antonaz (Rc), il pasionario anti Cie Metz. Ma in piazza ci sono soprattutto associazioni e movimenti: Tenda per la Pace, LasciateCientrare, gli spazi sociali del Nordest, gli anarchici del Fai, il Centro Balducci di Zugliano… L’obiettivo comune è l’abolizione della Bossi-Fini e la chiusura di «una struttura totalizzante, più simile a un lager che a un carcere. Se hanno chiuso Modena e Bologna, a maggior ragione devono cancellare questo schifo». I manifestanti fanno domande sulle restrizioni imposte agli ospiti «che non sono liberi di circolare, di leggere un libro, di mangiare alla mensa o giocare a pallone», sull’utilizzo di lacrimogeni per sedare le sommosse e sulla presunta somministrazione «allegra» di psicofarmaci. Come previsto, chiamano in causa il Prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu, ritenendola responsabile del clima di tensione venutosi a creare. Ne viene richiesta la rimozione. Non manca la telefonata in diretta a un ospite della struttura: «Pensavo che l’Italia fosse uno stato democratico. Qua ci trattano come scimmie, grazie per quello che fate. Vogliamo sapere qualcosa del nostro compagno ferito». Ma il marocchino – quello che gli esponenti della Provincia e della Tenda per la Pace hanno cercato di vedere – rimane in prognosi riservata. «Forse non si risveglierà» rivela Mara Cernic. Nessuno sembra in grado di trovare i familiari del nordafricano che era stato tradotto al Cie da Bergamo. Nel frattempo compaiono striscioni, pennelli e vasi di vernice a vergare slogan sull’ex statale e lungo il cosiddetto “muro della vergogna”. Attorno alle 18 parte una trattativa per consentire ad una delegazione capeggiata dai consiglieri regionali di entrare all’interno dell’ex Polonio, ma il Prefetto non cede. A quel punto i manifestanti iniziano un dialogo con le forze di polizia affinchè garantiscano pubblicamente che non ci saranno ritorsioni nei confronti dei migranti saliti sui tetti. Un funzionario assicura: «Nessuna azione fisica per farli scendere né tantomeno ritorsioni». Ma la messa in sicurezza del centro dovrà passare attraverso delle perquisizioni. Il clima comunque pare distendersi, anche se gli ospiti sino a tarda ora hanno intenzione di scendere: «Non vogliamo rivedere il cielo a scacchi».  

 Rassegna stampa il Piccolo online 17 agosto

Nuova protesta al Cie di Gradisca, immigrati saliti sui tetti 

In contemporanea con la manifestazione organizzata dalle associazioni e movimenti pacifisti si registra una rivolta all’interno del centro gradiscano, protagonista una ventina di clandestini

 

E’ tornato rovente il clima al Cie di Gradisca. La manifestazione delle associazioni pacifiste che chiedono la chiusura del Centri immigrati è stata preceduta da una sommossa all’interno del Cie con un gruppo di immigrati, una ventina, è salita sui tetti per protestare contro le condizioni all’interno della struttura.

Ore 17.10. Un centinaio i manifestanti all’esterno del Cie che solidarizzano con gli immigrati e che sono tenuti sotto controllo da una trentina di poliziotti e carabinieri. Alzano cartelli con la scritta “Chiudiamo tutti i lager di stato”. Tra le bandiere sventolano quelle di Rifondazione comunista, Sel e Movimento 5 Stelle.

Ore 17.15. Le forze dell’ordine si frappongono tra i manifestanti all’esterno del Cie e il muro di cinta della struttura. Gli immigrati sul tetto gridano e gesticolano.

Ore 17.30. Collegamento telefonico tra i manifestanti e un immigrato trattenuto all’interno del Cie che ha detto: “Non siamo animali, qua è peggio di un carcere. Non sappiamo nulla delle condizioni del nostro amico ricoverato in ospedale. Grazie a tutti voi per essere qui”.

Ore 17.50. I manifestanti hanno occupato la strada regionale 305. La polizia controlla a distanza i contestatori.

Ore 18.05 I consiglieri regionali Ilaria Dal Zovo (M5S) e Giulio Lauri (Sel) hanno chiesto di poter entrare all’interno del Cie, ma la prefettura li ha invitatati a contattare la presidente della Regione Debora Serracchiani o un parlamentare. Sono in corso trattative. Alla manifestazione sono presenti anche gli assessori provinciali Mara Cernic, Ilaria Cecot e Federico Portelli e il consigliere provinciale Alessandro Zanella. I manifestanti hanno scritto sui muri del Cie con vernice rossa “Libertà/Freedom/Libertè”.

Ore 19.35 La manifestazione delle associazioni pacifiste è terminata senza incidenti, ma i trattenuti non intendono scendere dai tetti. C’è stata una trattativa tra il consigliereregionale Lauri e le forze dell’ordine affinché non ci siano ritorsioni nei confronti degli immigrati saliti sui tetti. La strada regionale 305 è stata riaperta al traffico.

Ore 20.20: i clandestini rimangono arrampicati sulla sommita della copertura del Cie e continuano a scandire slogan e a sventolare striscioni di protesta.

Ore 22: sul tetto della struttura gradiscana si è ridotto il numero di immigrati: ora ne rimangono abbarbicati non più di una decina (all’inizio erano oltre trenta). Gli irriducibili sembrano intenzionati a trascorrere sopra i coppi l’intera nottata. La situazione è comunque tranquilla e sotto controllo.

 

 

Sabato 17 agosto

PRESIDIO

per la chiusura immediata

del Lager di Gradisca d’Isonzo

ore 17.00

davanti al CIE

in via Udine  evento FB

sul tetto del cie

 

 

 

Rassegna stampa da il Piccolo

 

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Presidio al Cie di Gradisca per chiedere il trasferimento del prefetto

Domani pomeriggio, alle 17, si svolgerà un presidio dinanzi al Cie di Gradisca organizzato dalla rete delle associazioni che da tempo si battono contro la chiusura del centro per chiedere il trasferimento del prefetto Maria Augusta Marrosu ritenuta responsabile del pesante clima instauratosi

venerdì 16 agosto 2013
 
 

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Nuovi “sbarchi” di migranti a Gradisca

GRADISCA. Due trasferimenti a settimana, per un totale di 100 persone ogni tre, quattro giorni. Potrebbe essere questa, secondo fonti della Polizia d Stato, la frequenza con cui gli immigrati sbarcati sulle coste di Lampedusa saranno trasferiti al Centro di prima accoglienza istituito da pochi

giovedì 15 agosto 2013
 
 

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Cie di Gradisca, trattenuto ingoia una lametta

Un immigrato trattenuto nel Cie di Gradisca d’Isonzo ha ingoiato ieri sera in segno di protesta una lametta da barba ed è stato trasportato all’ospedale di Gorizia. Resta in gravi condizioni il marocchino di 34 anni che si era procurato gravi ferite dopo essersi lanciato dal tetto contro una

 

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Rischia di morire uno degli immigrati caduto dal tetto del Cie

Rischia di morire l’immigrato feritosi mentre cercava di fuggire dal Cie di Gradisca. Si tratta di un immigrato di 35 anni, marocchino, le cui condizioni sono giudicate gravissime dai sanitari dell’ospedale di Cattinara dove il giovane è ricoverato in terapia intensiva. L’uomo verso le 3 era

martedì 13 agosto 2013
 
 

 

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Scontri al Cie di Gradisca, la polizia spara lacrimogeni

Chiusura del Ramadan turbolenta l’altra notte al Cie di Gradisca d’Isonzo. Gli agenti della polizia, in assetto antisommossa, hanno dovuto sparare alcuni lacrimogeni e usare i manganelli per avere ragione di un gruppo di immigrati che, al termine del Ramadan, non aveva alcuna intenzione di

domenica 11 agosto 2013

 

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Ancora tensioni al Cie di Gradisca, immigrati sul tetto per protesta

Seconda giornata di tensioni al Cie di Gradisca. Dopo gli scontri con la polizia avvenuti al termine della cerimonia di conclusione del Ramadan, alcuni ospiti ha nno deciso di proseguire la protesta salendo sul tetto del centro di identificazione ed esplusione, portando con sè anche materassi e

sabato 10 agosto 2013

 

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Serracchiani: il Cie va chiuso

GRADISCA. Dopo i gas lacrimogeni, le proteste sul tetto. Non si allentano le tensioni al Cie di Gradisca, teatro da giorni di scontri tra forze dell’ordine e ospiti. Ospiti che appunto, dopo le scintille con gli agenti di polizia scoppiate in occasione della chiusura del Ramadan, hanno scelto di

sabato 10 agosto 2013

 

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Saltano dal tetto del Cie di Gradisca per fuggire, due immigrati feriti

Ancora momenti di tensione al Cie di Gradisca d’Isonzo dove due immigrati sono precipitati dal tetto nel tentativo di fuggire. Uno è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Cattinara, il secondo ha riportato ferite meno gravi ed è stato accolto all’ospedale