Dal Piccolo del 13/07/13
Mais ogm vietato in Italia
ROMA Il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo ha firmato, con i ministri della Salute Beatrice Lorenzin, e dell’Ambiente Andrea Orlando, il decreto interministeriale che vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato Mon810 sul territorio italiano. «Con il decreto vietiamo la sola coltivazione del mais Mon810 in Italia, colmando un vuoto normativo dovuto alle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea. È un provvedimento che tutela la nostra specificità, che salvaguardia l’Italia dall’omologazione». Questo il commento del ministro delle Politiche Agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo. Il divieto è in vigore per un periodo di massimo 18 mesi. Il provvedimento sarà immediatamente notificato alla Commissione europea e agli altri 27 Stati membri dell’Unione europea. Il divieto di coltivazione del mais Mon810 è motivato «dalla preoccupazione sollevata da uno studio del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, consolidata da un recentissimo approfondimento tecnico scientifico dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ne evidenzia l’impatto negativo sulla biodiversità, non escludendo rischi su organismi acquatici». «La nostra agricoltura – prosegue De Girolamo – si basa sulla biodiversità, sulla qualità e su queste dobbiamo continuare a puntare». Il provvedimento giunge a conclusione della procedura di emergenza attivata dal governo nell’aprile 2013, ed è giuridicamente sostenuto anche dal precedente provvedimento di divieto di coltivazione di ogm, adottato dal governo francese. Reazioni positive dalle associazioni ambientaliste ma soprattutto dagli agricoltori (Coldiretti e Cia) che vedono i primi risultati concreti dopo le loro battaglie con gli ogm.
12/07/13
Si riaccende la “guerra” degli Ogm
TRIESTE Giorgio Fidenato, l’agricolture “ribelle” di Vivaro noto per le sue battaglie pro Ogm, torna a far parlare di sè. Lo fa sferrando un attacco ad alzo zero contro la neo governatrice: «La presidente della Regione Debora Serracchiani, ex deputato europeo, si riempie la bocca di europeismo, ma alla prima occasione dà dimostrazione del contrario». Uno sfogo registrato a margine di un evento organizzato ieri proprio a Vivaro da Futuragra per promuovere l’utilizzo del mais geneticanente modificato. «È una vergogna – ha proseguito Fidenato, presidente di Agricoltori Federati – che quando la Ue ha dato parere favorevole alla coltivazione di mais transgenico, la presidente abbia fatto di tutto per metterci i bastoni tra le ruote». «Siamo all’oscurantismo del Medioevo – ha rincarato la dose Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra -, poichè Regione e governo italiano non rispettano la normativa e le sentenze dell’Unione Europea e non permettono alla ricerca italiana di restare al passo con quella internazionale». «Siamo in una situazione paradossale – ha aggiunto Campagnolo – nella quale siamo costretti a importare Ogm in quanto non siamo autonomi nel quantitativo necessario di mais da utilizzare in zootecnia, ma non abbiamo l’autorizzazione a utilizzare gli stessi semi disponibili all’estero e che generano un prodotto che, una volta giunto nel nostro Paese, è perfettamente legale». Alla giornata di informazione e sensibilizzazione sull’utilizzo degli Ogm promossa a Vivaro hanno partecipato anche alcuni docenti di Università italiane, che hanno denunciato la mancanza assoluta di ricerca, non solo per gli Ogm, ma per l’agricoltura in generale. L’avvocato Francesco Longo, esperto e docente di diritto ambientale, ha infine spiegato perchè le norme dell’Ue sulla possibilità di utilizzo degli Ogm debbano essere rispettate dagli Stati membri: diversamente, si creerebbe una concorrenza sleale tra le diverse nazioni, favorendone alcune rispetto ad altre. «Si tratta di semi – ha spiegato – che sono stati sottoposti a severi controlli da parte di soggetti istituzionali pubblici».
Dal Messaggero Veneto del 13/07/13
Stop del governo agli Ogm Fidenato: «Daremo battaglia»
di Elena Del Giudice PORDENONE Mais Ogm, divieto assoluto di coltivazione in Italia. Lo stop è legge con il decreto firmato ieri dal ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo con i ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’Ambiente, Andrea Orlando e motivato dalla preoccupazione sollevata da uno studio del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura e da un approfondimento tecnico scientifico dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ne evidenzia l’impatto negativo sulla biodiversità, non escludendo rischi su organismi acquatici. Il divieto resterà in vigore per 18 mesi e verrà immediatamente notificato alla Commissione europea e a tutti i Paesi della Ue. «Decreto strumentale che non avrà vita facile» dichiara Giorgio Fidenato, l’imprenditore di Vivaro che ha già seminato, pochi mesi fa, proprio il mais “incriminato” forte della sentenza della Corte di giustizia europea alla quale si era appellato dopo la distruzione di un primo raccolto avvenuta lo scorso anno. «Il decreto – spiega De Girolamo – colma un vuoto normativo dovuto alle recenti sentenze della Corte europea. È un provvedimento che tutela la nostra specificità e che salvaguardia l’Italia dall’omologazione». «Se vogliono renderci la vita difficile – è la posizione di Fidenato – sappiano che anche noi faremo altrettanto. Temo siano però anche poco informati circa le decisioni assunte dalla Ue e dalla Corte di giustizia. C’è già una sentenza riguardante la Francia la quale, invocando la clausola di salvaguardia aveva cercato di impedire la semina di mais Ogm, aveva adottato un provvedimento d’urgenza. Bene, la risposta della Corte è stata che i provvedimenti d’urgenza vanno assunti in presenza di un pericolo imminente, la qual cosa nel caso del Mon810 non c’è. La Corte – prosegue Fidenato – ha quindi affidato al proprio organo tecnico, l’Efsa, il compito di eseguire un’indagine sui rilievi francesi la cui risposta è prevista entro la fine di settembre. E di fronte a tutto ciò, cosa fa l’Italia? Vara un decreto per istituisce un divieto di semina per 18 mesi? Scusate se sorrido. Ce la vedremo nei tribunali italiani che ritengo saranno più attenti alle norme europee». E che accadrà al mais già in maturazione a Vivaro? «Non ne ho idea. Il provvedimento non può essere retroattivoma mi dicono – avanza l’imprenditore – che conterrebbe anche un ordine di distruzione del raccolto, nel qual caso ci opporremo». Alla luce del decreto, l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio chiede ora il «sequestro dei campi coltivati a Ogm in Friuli Venezia Giulia» e che «siano vietate ulteriori semine illegali». La Coldiretti, da un lato plaude al provvedimento del Governo, ricordando che si tratta di una decisione che ha il sostegno di 8 italiani su 10, e dall’altro sollecita «l’intervento della Forestale – dichiara il presidente della Federazione del Fvg, Dario Ermacora – per la distruzione delle piante Ogm. La difesa della distintività italiana deve essere una priorità della politica perché da essa dipende l’esistenza stessa del made in Italy che è il nostro petrolio, il nostro futuro, la nostra leva per tornare a crescere nell’alimentare». «Finalmente ci si risveglia dal lungo letargo con la firma auspicata sul decreto – dichiarano le associazioni Aiab, Isde, Legambiente, Slowfood -, strumento, a lungo richiesto per fare chiarezza e porre fine al lungo e incompiuto iter chiamato a sbarrare la strada alla coltivazione di Ogm in Italia». «Meglio tardi che mai» è la chiosa di Greenpeace
12/07/13
Nasce il Comitato anti Ogm: vanno distrutti
Nasce il coordinamento a tutela della biodiversità in Friuli Venezia Giulia per fare «applicare la legge regionale e per la distruzione immediata di ogni coltura ogm presente illegalmente sul territorio friulano». Lo spunto era nato da due esponenti di Legambiente, Oscar Missero e Paolo Giacomello di Montereale Valcellina, e, dopo due incontri con movimenti, esponenti vicini al centro-sinistra che vi hanno aderito a titolo personale e mondo ambientalista, è stato fondato il coordinamento, una voce in più nel panorama no ogm. Accusa la giunta regionale di «agire in maniera pericolosamente contraddittoria», per volere modificare la legge regionale, inserendo clausole per la coesistenza tra ogm e free. Secondo il coordinamento, però, la sentenza della Corte di giustizia Ue riguarda solo i provvedimenti nazionali emanati dai precedenti governi, quindi la legge regionale «va mantenuta e va distrutta la coltura mais ogm seminata illegalmente a Vivaro». Anche il Movimento 5 Stelle scende in campo contro gli ogm in Friuli, dove si sono «appena seminati seimila metri di terreno con Mon810». Sul fronte opposto, Futuragra, contesta il tavolo verde convocato per oggi dal vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello.