Messaggero veneto del 22/06/13
Fidenato dal prefetto La semina di Ogm arriva alle Camere
di Elena Del Giudice «Dal prefetto si sono recati tutti, lunedì ci andrò anch’io». Ovviamente per dire cose diverse, innanzitutto «che c’è una sentenza e va rispettata – dichiara Giorgio Fidenato, l’imprenditore agricolo che, forte del pronunciamento della Corte europea, ha seminato mais Ogm nei propri terreni – e che ogni provvedimento che anche questa Regione volesse assumere, sarebbe illegittimo perché contrario alla normativa Europea». L’iniziativa di Fidenato, ovvero l’incontro con il prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante, segue quella della Coldiretti che aveva una diversa finalità, l’associazione di categoria sollecita infatti l’emanazione di norme nazionali o regionali di salvaguardia, tali da impedire la contaminazione, da parte degli organismi geneticamente modificati, di una vasta porzione di terreni agricoli. «Ho ascoltato tante sciocchezze – rincara Fidenato -, credo sia opportuno informare correttamente il prefetto, e quindi il governo». Secondo Futuragra, l’associazione che da tempo si occupa di Ogm, «la piaga delle aflatossine la si affronta con il mais Ogm perché essendo resistente all’attacco della piralide e della diabrotica, che genera queste micotossine tossiche, non determinerebbe questo problema». Dalle aflatossine sarebbe stato contaminato del latte messo nel circuito di vendita anzichè essere distrutto, come emerso dall’inchiesta dei Nas sul Cospalat che ha portato a diversi arresti in regione. In difesa degli Ogm si schiera Umberto Tirelli del Cro di Aviano, che ricorda come il mais geneticamente modificato risolverebbe il problema delle muffe e delle tossine, e invita a considerare «che già oggi la soia con cui vengono alimentati, ad esempio, mucche e maiali, è Ogm. Quindi già oggi mangiamo Ogm attraverso salami e bistecche. Utilizzare semi Ogm consentirebbe inoltre di ridurre i consumi di acqua per l’irrigazione e, soprattutto, i pesticidi e le altre sostanze destinate o a proteggere o a far crescere le piante, e quindi anche la quantità di atrazina presente nell’acqua». Infine, su richiesta della federazione provinciale di Pordenone di Sel, i parlamentari Franco Bordo (commissione agricoltura), Erasmo Palazzotto, e il capogruppo di Sel Gennaro Migliore hanno presentato un’interrogazione parlamentare sulla semina da parte di Giorgio Fideato di Ogm nel territorio pordenonese richiamando il governo italiano ad allinearsi con le normative europee a tutela «della salute umana, dell’ambiente e del modello socio economico e sociale del settore agroalimentare».
Dal Piccolo del 22/06/13
Mobilitazione della Coldiretti contro la semina di mais ogm
GORIZIA Davanti a quello che è accaduto qualche giorno fa con la semina di varietà di mais Ogm è necessaria una mobilitazione trasversale che coinvolga non soltanto il mondo della produzione, ma la politica e la società civile – è questo quanto ha affermato il Presidente di Coldiretti Gorizia Antonio Bressan in occasione degli incontri che assieme al Direttore di Coldiretti Gorizia Bozzatto ha avuto con il Viceprefetto di Gorizia, il Questore Piovesana, il Presidente della Provincia di Gorizia Gherghetta e l’assessore provinciale all’agricoltura Mara Cernic. Nel corso degli incontro i due rappresentanti di Coldiretti hanno consegnato un documento di Coldiretti sul tema degli organismi geneticamente modificati. Oramai ha ripreso Bressan questa della semina degli Ogm e del loro impiego è una storia che si ripete da dieci anni, stiamo pagando i ritardi della politica che non decide. La stessa semina di mais ogm effettuata qualche giorno fa a Vivaro poteva essere evitata se i Ministeri competenti di Agricoltura, Sanità e Ambiente avessero adottato il Decreto si salvaguardia che avrebbe impedito la semina. Decreto che va assolutamente assunto con grande rapidita, prima della fioritura del mais pena la contaminazione delle colture tradizionali. Il nostro sistema agricolo non ha bisogno di Ogm, gli elementi di forza che rendono ad oggi l’agroalimentare l’unico settore che tiene o addirittura che cresce in termini di fatturato è la biodiversità, la ricerca da parte del consumatore di prodotti unici del territorio, l’ogm sappiamo cancella la biodiversità, è assurdo che si che voglia abbandonare un modello economico vincente come quello del agroalimentare made in Italy, copiato da tutto il mondo. A sostegno delle tesi anti ogm anche oltre il 75% della popolazione italiana, è questo quanto emerge da diverse indagini svolte in questi giorni sul tema. Il cittadino – ha ripreso Bressan – cerca nel cibo salubrità e sicurezza alimentare, cosa che gli ogm non sono in grado di garantire. Con il Presidente Gherghetta e l’assessore Cernic si è anche parlato del progetto carso 2014 che vedra’ anno prossimo il territorio della provincia di Gorizia, ospitare le celebrazioni per i 100 anni dall’ inizio della grande guerra. E’ paradossale hanno sottolineato Bressan e Gherghetta pensare di ospitare turisti in un territorio cosi ricco di prodotti agroalimentari a rischio di una contaminazione Ogm. Nel contempo hanno comunicato Bozzatto e Bressan Coldiretti assumerà tutte le iniziative a livello nazionale e locale per scongiurare l’impiego di sementi Ogm
Dal Messaggero Veneto del 21/06/13
Api e bandiere contro gli Ogm
Hanno scritto “No Ogm” con tanti semi sparsi per terra. Lì vicino hanno appoggiato in bella mostra un’arnia, il contenitore delle api, come simbolo della biodiversità da tutelare. E poi hanno sventolato le loro bandiere. Una quarantina di persone, in rappresentanza di 15 associazioni, si è presentata ieri mattina davanti al palazzo della Regione di via Sabbadini per protestare contro la semina di piante geneticamente modificate. I pericoli «Sono altissime le probabilità e quindi i pericoli della contaminazione accidentale», hanno denunciato schierandosi sul cortile interno del palazzo regionale. Luogo simbolo di quel potere che, secondo i manifestanti, non ha fatto nulla per bloccare la semina Ogm fatta a Vivaro e Mereto di Tomba dall’agricoltore “eretico” Giorgio Fidenato. «Non si capisce che si sta mettendo a rischio la biodiversità», ha denunciato Cristina Micheloni, dell’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), diffondendo le statistiche pubblicate da un’università canadese secondo cui il numero delle api si sia ridotto fino al 90 per cento nei campi coltivati con colza geneticamente modificata. Non solo api «Non solo per la tutela della biodiversità e delle specificità del territorio, la Coldiretti si è schierata contro gli Ogm anche per ragioni economiche», ha sottolineato Rosanna Clocchiatti, la presidente udinese dell’associazione che rappresenta il 66 per cento degli agricoltori in tutto il Friuli Venezia Giulia. Per la tipicità delle produzioni nostrane e contro le multinazionali che producono i semi transgenici si sono schierati anche Roberto Pizzutti del Wwf, i rappresentanti di Slow Food e di Aprobio ed Emilio Gottardo. Quest’ultimo, bandiera di Legambiente sulle spalle, ha annunciato per la prossima settimana, mercoledì 26 alle 18 (probabilmente a Palazzo Marpurgo), un incontro pubblico sui rischi dell’Ogm. E la politica? Presenti alla manifestazione anche rappresentanti locali del MoVimento 5 Stelle e il capogruppo del Pd, Cristiano Sharuli, che ha ribadito la posizione contraria agli Ogm della giunta: «Ci battiamo contro la massificazione della produzione». Una posizione che sembra unire gran parte degli schieramenti politici, come dimostra la legge regionale dell’8 aprile 2011 in materia. Ma, in attesa della sentenza di probabile assoluzione per Fidenato prevista per l’8 luglio, questa norma non può essere applicata perché in conflitto con le direttive e la sentenza della Corte di giustizia europea che ha dato il via libera alla semina del mais “Mon 810”, quello incriminato e piantato più volte in Friuli. Davide Lessi
di Elena Del Giudice Ogm: Coldiretti dal prefetto, e Greenpeace raccoglie, sul web, oltre 13 mila adesioni in poche ore in calce alla richiesta, rivolta al ministro, di fermare la contaminazione. «Se pensiamo di globalizzare anche l’agricoltura, allora è bene si sappia che farà il destino di tutti gli altri settori», cannibalizzata, annientata, distrutta. Impedire che questo avvenga è uno degli imperativi della Coldiretti che ribadisce il proprio “no” agli Ogm in agricoltura. Il presidente di Coldiretti Pordenone, Cesare Bertoia, con il nuovo direttore, Claudio Bressanutti, hanno incontrato ieri il prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante, per parlare di Ogm, iniziativa duplicata nelle altre province e concomitante con la manifestazione nazionale di Roma. Coldiretti si mobilita per chiedere «una soluzione normativa al vuoto legislativo che si è venuto a creare e che consente, ad un solo agricoltore, di seminare mais geneticamente modificato che il restante 99% degli imprenditori non vuole». Coldiretti sollecita da tempo l’emanazione delle cosiddette “norme di coesistenza”, ovvero un quadro di regole che, rispettando la direttiva europea, consenta a chi vuole di seminare Ogm, e a chi non vuole la libertà di dedicarsi ai prodotti di qualità, senza correre il rischio di venire “contaminato” dagli organismi geneticamente modificati. Norme che non ci sono e che la sentenza della Corte europea ha rilevato autorizzando un agricoltore a seminare mais Ogm. «Abbiamo chiesto al prefetto – hanno proseguito Bertoia e Bressanutti – di rappresentare al governo questa necessità e quindi l’approvazione rapida della norma». La stessa richiesta Coldiretti l’ha rivolta alla Regione, all’assessore Bolzonello, perchè il Fvg si doti del regolamento sulla coesistenza, unico strumento che consenta alla produzione agricola di questo territorio di puntare sulla qualità, elemento distintivo che spinge anche l’export regionale. Di «scelta illegittima» parla invece Futuragra che rimarca come «per oltre 10 anni la politica italiana non ha voluto affrontare il tema degli Ogm in agricoltura e adesso cerca di metterci una pezza invocando una clausola di salvaguardia illegittima. La legge dà ragione agli agricoltori che vogliono seminare e non si può più impedirglielo». «Abbiamo depositato la proposta di risoluzione sugli Ogm redatta dall’on. Susanna Cenni e da me sottoscritta – dichiara il deputato del Pd, Giorgio Zanin -, per chiedere al governo l’applicazione della clausola di salvaguardia». Un appello arriva dall’europarlamentare Andrea Zanoni che esorta l’esecutivo a individuare soluzioni atte ad «contrastare le conseguenze della sentenza della Ue ed evitare che fatti simili possano verificarsi anche in altre regioni italiane».i Elena Del Giudice Ogm: Coldiretti dal prefetto, e Greenpeace raccoglie, sul web, oltre 13 mila adesioni in poche ore in calce alla richiesta, rivolta al ministro, di fermare la contaminazione. «Se pensiamo di globalizzare anche l’agricoltura, allora è bene si sappia che farà il destino di tutti gli altri settori», cannibalizzata, annientata, distrutta. Impedire che questo avvenga è uno degli imperativi della Coldiretti che ribadisce il proprio “no” agli Ogm in agricoltura. Il presidente di Coldiretti Pordenone, Cesare Bertoia, con il nuovo direttore, Claudio Bressanutti, hanno incontrato ieri il prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante, per parlare di Ogm, iniziativa duplicata nelle altre province e concomitante con la manifestazione nazionale di Roma. Coldiretti si mobilita per chiedere «una soluzione normativa al vuoto legislativo che si è venuto a creare e che consente, ad un solo agricoltore, di seminare mais geneticamente modificato che il restante 99% degli imprenditori non vuole». Coldiretti sollecita da tempo l’emanazione delle cosiddette “norme di coesistenza”, ovvero un quadro di regole che, rispettando la direttiva europea, consenta a chi vuole di seminare Ogm, e a chi non vuole la libertà di dedicarsi ai prodotti di qualità, senza correre il rischio di venire “contaminato” dagli organismi geneticamente modificati. Norme che non ci sono e che la sentenza della Corte europea ha rilevato autorizzando un agricoltore a seminare mais Ogm. «Abbiamo chiesto al prefetto – hanno proseguito Bertoia e Bressanutti – di rappresentare al governo questa necessità e quindi l’approvazione rapida della norma». La stessa richiesta Coldiretti l’ha rivolta alla Regione, all’assessore Bolzonello, perchè il Fvg si doti del regolamento sulla coesistenza, unico strumento che consenta alla produzione agricola di questo territorio di puntare sulla qualità, elemento distintivo che spinge anche l’export regionale. Di «scelta illegittima» parla invece Futuragra che rimarca come «per oltre 10 anni la politica italiana non ha voluto affrontare il tema degli Ogm in agricoltura e adesso cerca di metterci una pezza invocando una clausola di salvaguardia illegittima. La legge dà ragione agli agricoltori che vogliono seminare e non si può più impedirglielo». «Abbiamo depositato la proposta di risoluzione sugli Ogm redatta dall’on. Susanna Cenni e da me sottoscritta – dichiara il deputato del Pd, Giorgio Zanin -, per chiedere al governo l’applicazione della clausola di salvaguardia». Un appello arriva dall’europarlamentare Andrea Zanoni che esorta l’esecutivo a individuare soluzioni atte ad «contrastare le conseguenze della sentenza della Ue ed evitare che fatti simili possano verificarsi anche in altre regioni italiane».
Dal Messaggero 20/06/13
Ambientalisti e Coldiretti: sit-in e protesta anti Ogm
Gli schieramenti “No Ogm” hanno serrato i ranghi. E, a meno di una settimana dalla semine show di Giorgio Fidenato nei campi di Vivaro e Mereto di Tomba, ambientalisti e associazioni di categoria si sono organizzati. La battaglia contro le piante geneticamente modificate continua. Sia sul fronte nazionale che su quello locale. Oggi a Roma, alle 14.30, una delegazione della Coldiretti Fvg, guidata dal presidente Dario Ermacora, parteciperà alla manifestazione organizzata dalla task force anti-Ogm davanti alla Camera dei deputati per denunciare l’immobilismo delle istituzioni. Ma già in mattinata a Udine, la presidente della maggiore associazione di rappresentanza degli agricoltori, Rosanna Clocchiatti, e il direttore della federazione Angelo Corsetti saranno impegnati in un doppio incontro: alle 9.30, con il prefetto Ivo Salemme e poi, alle 12, con il presidente della Provincia Pietro Fontanini. Non solo la Coldiretti, anche le truppe degli ambientalisti intendono dare il loro contributo. E si sono date appuntamento sempre oggi alle 11 davanti al palazzo della Regione, in via Sabbadini. «La manifestazione chiederà l’applicazione della clausola di salvaguardia, per vietare la messa a coltura di piante geneticamente modificate», spiega Elia Mioni di Legambiente. La clausola, prevista da una direttiva europea e approvata lo scorso maggio dal Senato, prevede la possibilità per uno Stato membro di proibire la coltivazione di colture transgeniche sul proprio territorio in caso di rischi per l’ambiente o la salute. Oltre a Legambiente, in piazza ci saranno anche l’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), il Wwf e Slow Food. Un manifestazione che, nelle intenzioni degli ambientalisti, «serve a denunciare il rischio di nuove semine Ogm non autorizzate che mettono a repentaglio tutto il modello agricolo regionale». «C’è la possibilità che le semine di Vivaro e Merano si ripetano in tutto il Friuli senza nessun intervento dell’autorità», spiega Cristina Micheloni, dell’Aiab. Più duro l’ambientalista del Wwf Roberto Pizzutti che, oltre all’applicazione del divieto, chiede «la distruzione delle colture seminate». Max Plett, segretario regionale di Slow Food – l’associazione fondata nel 1986 da Carlo Petrini – cita invece una recente ricerca: «Se quasi sette italiani su dieci considerano gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali, dobbiamo batterci perché sia rafforzata la tutela del territorio da forme di inquinamento genetico». Il segretario aggiunge: «C’è da assicurare la competitività delle nostre produzioni tradizionali e di qualità». La manifestazione, un “sit-in creativo” cui sono invitati i simpatizzanti e i soci, intende sollecitare l’intervento delle autorità. «Per farle passare dal dire al fare», concludono gli organizzatori. Del resto, il quadro normativo è tutt’altro che chiaro. Da una parte, l’agricoltore “eretico” Giorgio Fidenato fa valere il dissequestro dei terreni deciso dal tribunale di Pordenone per i fatti dell’aprile 2010, una sentenza che fa presagire l’assoluzione per le semine di tre anni fa. Dall’altra gli ambientalisti e la Coldiretti vogliono far leva sulla clausola di salvaguardia e chiedono un quadro di riferimento legislativo certo. La battaglia continua. Davide Lessi
19/06/13
Mais Ogm anche a Mereto ma top secret
MERETO DI TOMBA Anche Mereto di Tomba alla ribalta per la semina di mais Ogm in un terreno coltivato dall’ormai noto imprenditore agricolo Giorgio Fidenato che alcuni giorni fa aveva compiuto la stessa operazione a Vivaro. Ma in paese nessuno è in grado di indicare la “proprietà” che è stata oggetto della semina. La notizia ha avuto un certo effetto, ma nessuno, tra i cittadini del capoluogo e amministratori, era a conoscenza del fatto appreso lunedì dalla stampa. Ce la riferisce lo stesso Fidenato, originario di Tomba, che attualmente vive e lavora appunto a Vivaro, in provincia di Pordenone. «Domenica mattina, alle 9, ho seminato il mais Ogm in un terreno di 1.000 metri quadrati di mia proprietà nella frazione di Tomba. In seguito, mi sono incontrato con alcuni amici di vecchia data e ho distribuito loro le sementi rimaste perché possano provare a piantarle nei loro orti». Ma il terreno è davvero di sua proprietà? «Sì», dice in “diretta” dal suo trattore. Dalla visura catastale non risulta, però, alcuna proprietà a Tomba a nome dell’imprenditore. Piccola pausa di riflessione: «Lo sapevo che andavano a pescare anche questa; giustamente il terreno è di proprietà di mia moglie, io ho con lei un regolare contratto di affitto». Così il piccolo “giallo” della proprietà è chiarito. Rimane l’atto della semina del mais Ogm – la cui coltivazione è stata autorizzata da una sentenza della Corte di giustizia europea – che a Tomba è avvenuta in totale sordina senza che nessuno abbia assistito al gesto, come era invece avvenuto in modo eclatante nei giorni scorsi a Vivaro. «Del fatto darò comunicazione alla Regione e chiederò che venga mantenuto il massimo riserbo sull’ubicazione del terreno per questioni di ordine pubblico, preferisco che lo stesso sia a disposizione delle sole autorità», afferma Fidenato che come un fiume in piena ribadisce: «La battaglia non è finita, anzi è appena iniziata contro le lobby e l’“imperialismo verde”. Io non faccio del male a nessuno, rispetto le scelte di tutti. Il biotech ha qualità maggiori del biologico. C’è una fetta di mercato che è disposta ad accettare questa mia scelta. Avrei dovuto pagare 40 mila euro per l’illegalità delle mie semine, ora chiederò i danni allo Stato per questi 12 anni di battaglie. Danni che dovrebbero pagare di tasca propria i politici che hanno preso decisioni in contrasto con la direttiva europea». Ma il consiglio comunale ha adottato già nel 2007 un atto, tuttora valido, proposto dalla Coldiretti in cui si sostiene la valorizzazione dei prodotti di origine naturale e locale, per cui è chiaro l’orientamento di Mereto verso le colture tradizionali anziché transgeniche. Maristella Cescutti
19/06/13
Lauri: possiamo fermare le semine Ogm di Fidenato
UDINE La Regione può fermare Fidenato: ha violato il principio di coesistenza. Lo sostiene il capogruppo di Sinistra ecologia libertà Giulio Lauri. «Viste le ripetute provocazioni e la semina di due campi in due giorni, dobbiamo evitare che Fidenato faccia altri danni e non possiamo solo continuare ad aspettare il decreto del governo Letta che abbiamo chiesto dopo la sentenza della Corte di giustizia europea: le semine di Fidenato violano infatti il “principio di coesistenza” tra le colture perchè non è evitata la commistione fra le sementi transegiche e quelle convenzionali e biologiche così come prevede la Legge 279/2004, lo strumento per fermarlo c’è». Lauri, che è anche vicepresidente della IV Commissione, ha espresso il proprio punto di vista all’assessore Bolzonello. «Le regole sulla coesistenza sono di competenza della Regione, e il Friuli Venezia Giulia non le ha ancora scritte. Sul nostro territorio il rischio di contaminazione delle altre filiere è quindi concreto, e la sentenza della Corte di Giustizia nulla cambia su questo aspetto: per questo stiamo insistendo con l’assessore per usare tutti gli strumenti in nostro possesso per fermare Fidenato: il problema è il danno irreversibile che egli può arrecare all’ambiente. E la libertà che lui invoca non c’entra nulla perchè la sua libertà finisce dove comincia quella degli agricoltori che non vogliono contaminati i propri campi, e dei cittadini che vogliono essere certi di quello che mangiano. Insieme a parte consistente del mondo agricolo della regione chiediamo il rispetto di un principio scientifico universalmente riconosciuto, quello di precauzione. La Regione può agire ed è bene che lo faccia subito».