Un 25 aprile lungo un’intera giornata quello del Coordinamento Antifascista Pordenonese. Un bilancio più che positivo grazie alla fatica delle decine di compagni e compagne che ne hanno consentito l’organizzazione e lo svolgimento culminato nel concerto finale con la maratona di 5 gruppi musicali al motto “Ama la musica, odia il fascismo”, accompagnando ben oltre 200 persone sotto il sole pomeridiano fino alla brezza della sera.
Tutto è cominciato la mattina, alle 9.30. Almeno una sessantina di persone hanno partecipato all’ALLERTA ANTIFA” indetto dal Coordinamento, contribuendo a tappare la bocca al vice-presidente della Provincia E. Grizzo. Il solito discorso fatto di retorica ipocrita iniziale che al momento del passaggio sulla “pacificazione” ha fatto scattare una corale Bella Ciao oscurando la parte conclusiva, durata sorprendentemente pochissimo e lasciando la canzone nel bel mezzo della sua durata.
La cosa ci ha lasciati sorpresi e col senno di poi non può che essere letta come il tentativo da parte del leghista di sbarazzarsi quanto prima dell’ingrato compito istituzionale sapendo cosa gli spettava…incommentabile.
Come ci ha lasciato perplessi il fatto che la commemorazione, quasi fosse “registrata”, non abbia atteso quei pochi minuti affinchè il coro finisse la canzone e ha mandato invece allo sbaraglio il relatore successivo che s’è occupato (o almeno avrebbe dovuto) della parte “storica” della resistenza. Della serie “the show must go on” e così la prima parte dell’intervento ha subito la stessa sorte del predecessore a cui era indirizzata la protesta. Ennesima conferma che il buon senso evidentemente non abita fra questi inconsistenti riti istituzionali.
Alle 10.30 una parte del coordinamento seguirà il corteo ufficiale per poi staccarsene e continuare, senza autorizzazione, fino all’ex caserma Martelli, dove s’è tenuto il secondo appuntamento della giornata.
Appuntamento nel ricordo dei 10 partigiani fucilati dai nazifascisti in Via Montereale, che si svolge da diversi anni ma che quest’anno ha ritrovato un percorso unitario fra tutte le realtà antifasciste e antirazziste della città.
La mattinata s’è dunque svolta secondo il programma, con numerosi interventi liberi, anarchici, studenti, Giovani Comunisti, Associazione Immigrati e USB, fino al breve corteo che ha depositato 2 corone prima al monumento dell’ANPI in ricordo dei partigiani e poi verso il muro dove ancora sono visibili le crivellate del piombo fascista. Si è poi concluso verso la mezza con sound-system e un nutrito buffet a base dei prodotti messi a disposizione dai GAP (Gruppi di Acquisto Popolare) di Pordenone.
Parte degli organizzatori si sono poi diretti nell’area della Polisportiva dello storico quartiere popolare di Villanova dove è stato predisposto il palco, l’impianto voci e la cucina e dove s’è svolta la parte finale del programma.
Vanno sottolineati due aspetti importanti: questo percorso, nato appena un mese e mezzo fa, ha saputo portare a termine due iniziative assolutamente riuscite: prima la conferenza della Kersevan sulle mistificazioni che da anni imperversano sulla questione del “confine orientale” e che ha veduto una presenza di oltre 150 persone e questa giornata del 25 aprile con centinaia di presenza nell’arco di un’intera giornata; tutto questo è stato possibile in modo completamente autogestito e autofinanziato dimostrando come non solo sia possibile affrancarsi dai finanziamenti e partner “interessati (che siano istituzionali o privati) ma soprattutto che r-esiste a Pordenone un nucleo di genuino attivismo che sa e può muoversi in totale autonomia sia critica sia d’azione. Il primo obiettivo, quello di cominciare un percorso unitario e aggregativo, è stato raggiunto e non resta che consolidarlo e soprattutto allargarlo.
Il secondo obiettivo, stoppare l’avanzata delle nuove destre come Casa Pound e Forza Nuova in città, è certamente ancora tutto in divenire. Spetta a noi portare con determinazione, intelligenza e creatività i contenuti dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’autogestione fra i giovani, gli studenti e i lavoratori.
NO PASARAN!
An Arres
Dal Messaggero Veneto del 26/04
25 aprile, gli anarchici contestano Grizzo
di Enri Lisetto Qualche “invettiva” («Vai in pensione»), un paio di fischi, un volantinaggio, il canto di “Bella ciao” durante il suo discorso. Il “Coordinamento antifascista pordenonese” ha messo in atto una limitata contestazione nei confronti del vicepresidente della Provincia Eligio Grizzo, mentre pronunciava il discorso sulla Liberazione, davanti al monumento ai Caduti, in piazza Ellero dei Mille. Una cinquantina, i manifestanti sotto le bandiere della “Resistenza antifascista”, del collettivo Vittorio Arrigoni, con lo striscione “Se loro globalizzano il dominio, noi globalizziamo la resistenza”; in piazza anche numerosi sostenitori di Cgil e Sel con relative bandiere, le associazioni combattentistiche e d’arma, gli scout e un centinaio di cittadini. A mancare, invece, sono stati i tricolori: ben pochi in città, solo un paio nella piazza del Monumento, ma non sono mancate le maxibandiere che ogni anno Alvaro Piccinin espone nella facciata di Mdl. Rimossa un’auto in divieto di sosta in viale Trieste, la cerimonia è cominciata con l’alzabandiera, l’esecuzione dell’inno nazionale e della Canzone del Piave da parte della Filarmonica cittadina davanti allo schieramento dei reparti dell’Esercito e delle forze dell’ordine. A rendere omaggio ai Caduti, il prefetto Pierfrancesco Galante, il sindaco del capoluogo Claudio Pedrotti ed Eligio Grizzo, vicepresidente della Provincia. L’orazione ufficiale è stata tenuta dal presidente dell’Anpi Giuseppe Mariuz, in una «grande piazza che si ritrova nei valori dell’antifascismo» e a difesa di 25 aprile, primo maggio e 2 giugno «che avevano tentato di abolire»; ha citato la crisi economica «che aumenta le disuguaglianze sociali» e quella morale «con pratiche di gestione politica a volte mortificanti, che disorientano i cittadini onesti». Il presidente della Provincia Alessandro Ciriani, in passato nel mirino dei contestatori, ha disertato la cerimonia. Nemmeno il suo vice è stato risparmiato quando ha parlato di federalismo. Poi ha aggiunto: «Peccato che la società oggi sia incapace di esprimere statisti». Sulla crisi: «Mancano lavoro, ricchezza sociale e culturale». Il “Bella ciao” ha coperto il suo intervento, ma lui non ha fatto una piega: ha proseguito e concluso l’intervento. Quella del 25 aprile è stata anche la “prima”. Per l’ex sindaco Sergio Bolzonello, vicepresidente della Regione in pectore, il più “ambito” per congratulazioni e abbracci; per la neosindaco di Zoppola Francesca Papais (già ribattezzata la “Serracchiani di Pordenone”), ancora per il neodeputato Giorgio Zanin e per i neoconsiglieri regionali Renzo Liva e Chiara Da Giau. Ma in piazza c’erano anche Maurizio Salvador e Piero Colussi e una decina di sindaci, tra i quali quelli di Pasiano, Roveredo e Vajont. Pressoché assenti, invece, gli esponenti di centro-destra. Il corteo si è quindi spostato ai cippi dedicati a Franco Martelli e ai deportati nei campi di sterminio nazisti e davanti alla lapide di Terzo Drusin. Il coordinamento antifascista, invece, ha proseguito la marcia verso l’ex caserma Martelli per ricordare dieci partigiani fucilati. EnriLisetto