da Il Piccolo MARTEDÌ, 12 FEBBRAIO 2013 Pagina 27 – Gorizia-Monfalcone
In 10 anni oltre 1300 i malati di mesotelioma
Secondo una ricerca di Bianchi (Lega tumori) sono stati colpiti il 3,4% degli assunti tra il ’50 e il ’60
Il 3,4% di chi è entrato poco più che adolescente nel cantiere navale di Monfalcone tra il 1950 e il 1960 si è ammalato e morto di mesotelioma alla pleura, forma tumorale legata in modo inequivocabile all’esposizione all’amianto. I dati, frutto di una paziente ricerca d’archivio, sono stati resi noti dal professor Claudio Bianchi, presidente della Lega tumori della provincia di Gorizia che ne è l’autore, nel corso di un confronto promosso domenica pomeriggio da Sel e al quale ha preso parte l’ex deputata e capolista per il Senato in regione Grazia Francescato e la capolista per la Camera Serena Pellegrino. L’esito dell’indagine ha inoltre confermato, come sottolineato da Bianchi, come uno dei fattori imprescindibili di rischio sia quello della quantità di esposizione, anche sotto il profilo temporale. «Il 3,4% degli assunti, in totale 1.300 nel decennio, tra il ’50 e il ’60 con un età tra i i 14 e i 19 anni si è ammalato – ha spiegato il professor Bianchi -, contro il 2% degli assunti con un’età tra i 20 e i 29 anni e l’1,6% di quelli con un’età tra i 30 e i 39 anni». L’esito dello studio ha ribadito, però, anche come non tutti gli esposti alle stesse dosi di amianto e per lo stesso periodo abbiano sviluppato il mesotelioma. «E’ significativo il caso di una donna assunta nel 1942 come saldatrice elettrica e rimasta in cantiere fino al 1961 che ha avuto il mesotelioma a 90 anni», ha detto Bianchi, sottolineando come la ricerca dovrebbe indagare quali siano i meccanismi della resistenza allo scatenarsi della malattia per cercare di potenziarli. «L’organismo può reagire – ha aggiunto – e anche la suscettibilità è presumibile possa avere base genetica. In una quarantina di casi emersi tra consanguinei l’incidenza del mesotelioma sale al 12%». Nel corso dell’incontro l’ex sindacalista del cantiere navale ed esposto Luigino Francovig ha quindi non a caso rilanciato la proposta, forte, di creare una Fondazione che utilizzi i fondi eventualmente versati dalle aziende dove si è utilizzato l’amianto per la ricerca medica e sostenere gli esposti e le loro famiglie. «In ogni caso secondo me ci sono le condizioni – ha aggiunto Francovig – per chiedere per il nostro territorio il riconoscimento di disastro ambientale». Il consigliere comunale di Sel Giovanni Iacono ha da parte sua confermato la proposta della creazione, in ambito comunale, di un gruppo di lavoro sulla bonifica e lo smaltimento dell’amianto ancora esistente in città, oltre che il pieno sostegno all’attività del Tribunale di Gorizia sulle cause per accertare le responsabilità delle centinaia di morti d’amianto verificatesi nel territorio.
Amianto, “vedove” in pullman all’udienza
La città di Monfalcone sarà presente, assieme alle istituzioni, nel tribunale di Gorizia alla lettura della prima sentenza del processo penale che vede imputati i vertici di Fincantieri per la morte di 89 operai. «Verranno organizzate delle corriere per agevolare le persone con difficoltà di spostamento», hanno annunciato Enrico Bullian e Chiara Paternoster, rispettivamente esperto di sicurezza e responsabile legale dell’associazione “Famigliari e esposti amianto”. L’annuncio è stato dato durante l’incontro, organizzato dall’associazione per il Teatro di Monfalcone, con l’attrice Laura Curino, autrice e protagonista dell’intenso, documentato e poetico spettacolo “Malapolvere”, racconto della tragedia amianto a Casale Monferrato sede della multinazionale Eternit, andato in scena al comunale.«La sentenza attesa in aprile, ha ricordato Chiara Paternoster, non sarà il consumarsi di un gesto di vendetta, ma un atto di ripristino di giustizia e legalità». Il picco della malattia sarà nel 2015-20 e rimane comunque gravissima la questione dello smaltimento. «Ogni anno, ha aggiunto Enrico Bullian, in Italia vengono smaltite 380mila tonnellate di amianto della presunta presenza di 32milioni di tonnellate stimate dal ministero della Salute. Serviranno 85 anni per la totale bonifica». Nel suo lavoro Laura Curino ha spiegato come la battaglia vittoriosa della gente di Casale contro la fabbrica sia stata possibile grazie alla coesione fra popolazione e istituzioni. «Questo spettacolo – ha aggiunto – informa e racconta, spiegando che non è naturale pagare con la vita il lavoro in fabbrica. I casalesi si sono uniti con determinazione pacata per ribellarsi al destino di vittime del benessere consumistico». Di ricatto morale ha parlato Chiara Paternoster. «Non accettiamo che venga detto che se la Fincantieri o l’Ilva di Taranto falliscono è colpa degli operai». Quattro località della provincia di Gorizia sono in cima alla graduatoria dei comuni italiani con il più alto tasso di incidenza di mesotelioma asbesto-correlato. Fra i primi dieci luoghi avvelenati dalla polvere di amianto vi sono Monfalcone, San Canzian d’Isonzo, Ronchi dei Legionari e Staranzano oltre a Trieste. Il dato è stato pubblicato nell’ultimo Quaderno del ministero della Salute. Nei 4 comini dell’Isontino vi è un’incidenza dal 18 al 23 percento di malati di tumore a un tasso grezzo di popolazione su100mila abitanti. Monfalcone e Casale, due città dai destini simili, dove la fabbrica per anni ha dato benessere al costo della vita.