Report. Distribuiti quasi un migliaio di volantini con la partecipazione di circa una trentina di attivist* molto ben organizzat*.
Razzismo ad Udine.
Sabato 12 gennaio a Udine è il turno dell’ MSI-fiamma tricolore che, di fronte ad una società sempre più multietnica, vorrebbe agitare ideologie e soluzioni di “purezza razziale”. Udite! Udite! E’ arrivato il “Sal(a)mè Ungherese”. Ci chiediamo: ma non è già abbastanza contento il neofascista Stefano Salmè, del grado d’inciviltà che ufficialmente viene riconosciuto all’Italia? Perché mai importare anche schifezze dall’estero come la “soluzione ungherese” sul problema dell’immigrazione? Eppure la verità è chiara e ufficiale: ad esempio proprio in questi giorni la UE ha condannato e multato l’Italia per la condizione carceraria inumana in cui sono rinchiusi oltre 65.000 detenuti.
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La questura ha vietato il presidio antifascista.
I fascisti dell’ MSI-fiamma tricolore hanno revocato il loro presidio in Piazza della Repubblica (rimane la conferenza sul “salame ungherese” all’Hotel Cristallo)
Noi comunque manteniamo l’appuntamento per il nostro volantinaggio in Borgo Stazione
per sabato 12 gennaio inizio ore 14.30
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Messaggero Veneto 13 gennaio 2013
Messaggero Veneto DOMENICA, 13 GENNAIO 2013 Pagina 17 – Cronache
E il Centro sociale distribuisce volantini ironici
Nessuna manifestazione di protesta. Questa volta gli esponenti del Centro sociale autogestito (Csa) hanno scelto l’ironia per manifestare la loro contrarietà al convegno della Fiamma Tricolore organizzato all’hotel Cristallo. In Borgo stazione (nella foto) sono state distribuite decine di volantini con su scritto: «La Fiamma, di fronte a una società sempre più multietnica, vorrebbe agitare ideologie e soluzioni di “purezza razziale”. Udite! Udite! È arrivato il “Sal(a)mè Ungherese”. Ci chiediamo: ma non è già abbastanza contento il neofascista Stefano Salmè, del grado d’inciviltà che ufficialmente viene riconosciuto all’Italia? Perché mai importare anche schifezze dall’estero come la “soluzione ungherese” al problema dell’immigrazione?». Il tutto corredato da una foto altrettanto ironica.
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MV DOMENICA, 13 GENNAIO 2013
Pagina 16 – Cronache
Convegno blindato della Fiamma tanta polizia, nessuna protesta
Dopo le polemiche niente manifestazione in Borgo stazione, c’è stata solo una conferenza al Cristallo Salmé: «Udine e il Friuli invasi da stranieri. Le spese condominiali sono una tassa sull’immigrazione»
di Cristian Rigo «Essere accusati di essere razzisti, xenofobi e antisemiti è assurdo. Se c’è qualcuno che si deve vergognare è chi strumentalmente ci ha attaccato. La verità è che siamo gli unici a dire le cose come stanno e a parlare del problema legato all’immigrazione. Sono temi scomodi, ma domani sarà troppo tardi, questi problemi devono essere affrontati oggi altrimenti in poco tempo Udine e l’intero Friuli saranno come Borgo stazione dove uno straniero come il vicesegretario del Pd Hosam Aziz invita noi italiani ad andare via». Non ha risparmiato nessuno Stefano Salmé. In un hotel Cristallo “blindato” con una cinquantina tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani schierati tra viale Europa Unita e viale Leopardi per evitare il rischio di scontri che poi non ci sono stati (anche perché il presidio previsto inizialmente è stato annullato), il segretario della Fiamma Tricolore ha risposto per le rime a chi, a suo dire, aveva «insultato la Fiamma e i suoi esponenti». Prima della lista l’europarlamentare del Pd, Debora Serracchiani. «In tanti anni che è al parlamento europeo, il nostro ospite Bela Kovàcs (deputato magiaro del partito Jobbik) mi ha detto di non averla mai incontrata – ha attaccato -. Direi che è significativo. E vogliamo dare a lei che non è nata qui e non conosce Udine e il Friuli, il compito di guidare la Regione? Meglio stendere un velo pietoso sulla sua candidatura. È talmente democratica che non voleva nemmeno farci parlare». Poi è arrivato il turno di Aziz. «Uno straniero che dice a noi italiani di andare via, ma vi rendete conto?». E giù applausi dei circa 150 esponenti della Fiamma Tricolore, alcuni vestiti come dei veri e propri camerata. Poi ancora: «La comunità musulmana cresce, fanno molti più figli degli italiani perché ricevono aiuti di ogni genere. Dicono che non è vero ma uno studio della fondazione Moressa – ha proseguito Salmé – ha evidenziato come i 6 milioni di stranieri presenti in Italia tra regolari e irregolari producano un gettito di 3-4 miliardi mentre ogni anno gli stanziamenti con soldi pubblici per gli stranieri oscilla tra i 28 e i 40 miliardi di euro. Altro che favole. Li paghiamo con le nostre tasse. Per colpa di questa cultura buonista tra un po’ Udine e il Friuli saranno come Borgo stazione». Per Salmé la soluzione è una sola: «Tolleranza zero come prevedeva il metodo Gentilini. Prima di tutto – ha sottolineato – serve un posto di polizia in Borgo stazione. Perché qui la criminalità è più alta. Altrimenti perché tutti gli italiani se ne vogliono andare anche svendendo i loro immobili? Un appartamento che valeva 100 oggi vale 60. Perché? Serve un controllo delle residenze. Non è possibile che ci siano appartamenti con 10-15 clandestini all’intero. E nessuno paga le spese condominiali. Qui ormai sono diventate una tassa sull’immigrazione e nessuno dice nulla. Gli stranieri non pagano e nessuno dice nulla. Se lo fa un italiano invece… Eppoi – ha aggiunto – basta ai negozi etnici. In via Mercatovecchio non vogliamo il kebab». Altri applausi. Ma prima di cedere la parola al segretario dell’Alleanza europea dei movimenti nazionali, Valerio Cignetti e al parlamentare europeo magiaro, Bela Kovàcs, il candidato sindaco e presidente della Regione, Salmé ha precisato che «l’immigrazione europea è una ricchezza perché si tratta di persone con una cultura comune, il problema riguarda quella extraeuropea che ha l’unico fine di colonizzare le nostre terre costruendo moschee». Nel suo intervento Kovàcs ha evidenziato il «rischio di andare verso una islamizzazione di Udine» e se l’è presa con i musulmani che «stanno prendendo in giro Dio e la famiglia mentre noi europei paghiamo per gli extracomuntiari e gli omosessuali, loro costruiscono moschee e templi, ma cosa direbbero se in Arabia si costruisse una chiesa? Si sono inventati la crisi e intanto ci portano via la terra e i soldi per farci pagare le perdite delle banche. Ci stanno rubando tutto, siamo in guerra, ma nessuno lo ammette».
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MV DOMENICA, 13 GENNAIO 2013 Pagina 16 – Cronache
DON BRIANTI
Il prete del Carmine all’attacco «Solo posizioni false e razziste»
«Dichiarazioni false, demagogiche e razziste». Non lascia spazio a fraintendimenti don Giancarlo Brianti, parroco della chiesa del Carmine di via Aquileia, commentando la “soluzione ungherese” proposta dalla Fiamma tricolore. «È bene – dice – mettere i puntini sulle “i” contro le dichiarazioni di estrema destra che gettano il cattivo seme del sospetto, dell’inimicizia e dell’esclusione in una comunità coesa». Negli anni don Brianti ha puntato proprio sull’accoglienza delle persone, non importa se italiane, europee o straniere: ha semplicemente adottato i principi scritti nel Vangelo. «Noi del Carmine, che in oratorio tutti i sabati abbiamo tanti bambini stranieri e italiani, non ci sentiamo per nulla invasi. Anzi, siamo arricchiti. E non pensiamo di favorire la formazione nel quartiere di futuri clandestini ma di futuri concittadini». In Borgo stazione è nato un “melting pot” al passo con i tempi, con una presenza di stranieri al 26,8% e oltre 60 etnie arrivate da tutto il mondo. I più numerosi sono i cittadini di origine ghanese, seguiti da romeni e albanesi, ma cresce la rappresentanza di bengalesi, indiani e filippini. E non mancano i nuovi udinesi giunti da Australia e Canada. È chiaro che la parrocchia ha scelto la strada dell’inclusione, dell’accoglienza. «L’incontro con l’altro è segnato dall’apertura, dal riconoscimento, dal dialogo, dall’ospitalità. Che è l’unica strada che ci rende persone umane capaci di costruire una città conviviale – continua don Brianti –. E come i magi, stranieri di altri tempi, sono venuti portando doni, così anche gli stranieri di oggi, possono portarci certi valori autentici e importanti che forse noi abbiamo dimenticato» Ma don Giancarlo si è pure inventato una festa per celebrare le differenze. È la festa dei colori che ogni settembre richiama in via Aquileia centinaia di persone. Insomma, un laboratorio dell’accoglienza. «Il nostro obiettivo era quello di coinvolgere tutte le persone che affluiscono nella realtà parrocchiale – spiega don Brianti –. Accogliamo diverse confessioni e nessuno chiederà mai “in cosa credi”, perché è superfluo». Un crogiuolo di culture aperto a tutti che don Brianti ha pensato di riunire nella festa della parrocchia. «C’è bisogno di un momento per stare assieme e conoscersi – dice – perché altrimenti restiamo chiusi nel nostro piccolo guscio». Michela Zanutto
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MV DOMENICA, 13 GENNAIO 2013 Pagina 17 – Cronache
Toneatto (La Destra) prende le distanze: non ci uniremo mai
Il segretario: «Per noi la democrazia è fondamento di libertà Kovàcs e Serracchiani vogliono decidere chi può parlare»
Durante il convegno della Fiamma Tricolore è stato anche ringraziato pubblicamente perché – ha detto Stefano Salmé – «La Destra è l’unico movimento con il quale si può dire le cose come stanno mettendo da parte il “politicamente corretto” per affrontare i problemi veri. Altri ci danno ragione in privato, ma poi in pubblico non si presentano, loro invece sono qui e voglio ringraziarli». Peccato che poi, appena uscito, dalla sala dell’hotel Cristallo l’avvocato Valerio Toneatto, segretario de “La Destra” abbia preso le distanze in maniera netta dai concetti espressi dalla Fiamma e dal deputato magiaro Kovàcs. «Ascoltandoli ho capito perché La Destra non si potrà mai fondere con Fiamma Tricolore – spiega -. Per noi la democrazia è un valore fondamentale e imprescindibile per la tutela di quella libertà che deve consentire a tutti di poter esprimere la propria opinione nel rispetto della legge. Kovàcs e il segretario del Pd Serracchiani invece vogliono decidere loro chi può parlare. Il primo se l’è presa con zingari e islamici, la seconda con gli esponenti della Fiamma accusandoli di essere razzisti mentre è stata lei a tenere un comportamento fascista». Per La Destra il problema immigrazione andrebbe risolto in tutt’altra maniera. «Riteniamo corretto che gli italiani debbano essere più tutelati – sottolinea – ed è vero che devono essere gli stranieri ad adattarsi ai nostri costumi. Ma da qui a dire buttiamo fuori gli stranieri ce ne passa. Per noi un volantino con su scritto “Se non passa la Net a fare pulizia provvederà Fiamma Tricolore” è inaccettabile. Gli italiani però devono venire prima». (c.r.)
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il testo integrale del nostro volantino
Un calcio al razzismo, al fascismo e allo Stato
Razzismo in Italia
Prendiamo spunto da un recente fatto di cronaca.
La vicenda del calciatore del Milan, Boateng, soggetto a cori razzisti in una recente partita amichevole Milan-Pro Patria, ha mostrato nuovamente che gli stadi sono il luogo dove razzisti, leghisti e fascisti vari, fanno proselitismo e palestra per i loro seguaci. Questa volta, è stato beccato sul fatto un assessore leghista, tale Riccardo Grittini del comune di Corbetta che guidava la banda che intonava i cori razzisti.
Esiste certamente un razzismo, per così dire “diffuso”, ma non è una cosa enorme, sennonché poi arrivano i razzisti di professione che cercano di ingigantire e cavalcare le situazioni a loro favore, per le loro speculazioni politiche o economiche.
Il problema dello sfruttamento bestiale degli immigrati riemerge prepotentemente con la denuncia ufficiale che in Italia (e non solo a Rosarno o al Sud in genere, ma anche a Bolzano o in Toscana ed Emilia-Romagna) ci sono 700 mila schiavi nell’agricoltura.
Razzismo ad Udine
Sabato 12 gennaio a Udine, invece, è il turno dell’ MSI-fiamma tricolore che, di fronte ad una società sempre più multietnica, vorrebbe agitare ideologie e soluzioni di “purezza razziale”. Udite! Udite! E’ arrivato il “Sal(a)mè Ungherese”. Ci chiediamo: ma non è già abbastanza contento il neofascista Stefano Salmè, del grado d’inciviltà che ufficialmente viene riconosciuto all’Italia? Perché mai importare anche schifezze dall’estero come la “soluzione ungherese” sul problema dell’immigrazione?
Eppure la verità è chiara e ufficiale: ad esempio proprio in questi giorni la UE ha condannato e multato l’Italia per la condizione carceraria inumana in cui sono rinchiusi oltre 65.000 detenuti.
Razzismo di Stato
STRASBURGO – L’Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di 3 metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha quindi condannato il nostro Paese per trattamento inumano e degradante di 7 carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. La Corte ha inoltre condannato l’Italia a pagare ai sette detenuti un ammontare totale di 100 mila euro per danni morali e ha dato al nostro Paese un anno di tempo per rimediare alla situazione carceraria.
Napolitano: “Mortificante conferma”. “La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo rappresenta un nuovo grave richiamo” per l’Italia ed è “una mortificante conferma della incapacità del nostro Stato a garantire i diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione di pena”, è stato il commento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Tratto da Repubblica 8 gennaio 2013
Carceri e CIE: i lager della democrazia
E bravo Giorgio Napolitano, che riconosce la verità quando non può farne a meno, ma noi non ci dimentichiamo che è stato proprio lui, quando era Ministro dell’Interno, nel governo di centrosinistra, a istituire i CPT (ora CIE), con la famigerata Legge Turco-Napolitano n. 40 del 1998. Così come non dimentichiamo che proprio in questa Regione abbiamo uno di questi luoghi di segregazione cioè il CIE di Gradisca di Isonzo, dove viene praticata quella cosa assolutamente criminale che è la “detenzione amministrativa”.
Iniziative future
Pordenone Sabato 26 gennaio 2013 Dalle 17.30 alle 21.00 si svolgerà un’iniziativa contro il carcere. Ricordiamo che in Friuli Venezia Giulia ci sono 5 carceri (Gorizia, Pordenone, Trieste, Tolmezzo, Udine) con la possibilità di ospitare 548 detenuti ma attualmente sono circa 900 con un indice di sovraffollamento del 164%.
E’ in preparazione un presidio a Gradisca d’Isonzo contro il CIE (Centro Identificazione ed Espulsione) per sabato 2 o sabato 9 marzo 2013.
Coordinamento Antifascista ed Antirazzista Friulano
Fip Udine via Scalo Nuovo 09 gennaio 2013
il volantino in formato jpg
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