Dal Piccolo
MARTEDÌ, 27 NOVEMBRE 2012
Rigassificatore, da Roma i preavvisi di esproprio
Il ministero ha pubblicato l’avvio della procedura per le aree demaniali di Zaule ma anche per altre 311 lungo cui passerà, da Padriciano, l’elettrodotto interrato
La concessione dell’Aia, presentato un esposto alla Procura
IL PROGETTO»L’ITER
Un esposto in relazione alla concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale per il rigassificatore a Gas Natural è stato presentato ieri mattina alla Procura della repubblica dall’avvocato Peter Mocnik. «Nel caso in cui i fatti di cui il sottoscritto è giunto a conoscenza fossero veri – sostiene Mocnik nell’esposto – sarebbero fatti molto gravi in cui si potrebbero rilevare a carico dei funzionari regionali le ipotesi di reato di cui all’articolo 323 (abuso d’ufficio) e 479-480 (falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale)». Mocnik che rappresenta anche Greenaction transnational, il comune di Capodistria e la Repubblica di Slovenia nei ricorsi contro il rigassificatore al Tar, si riferisce alla Conferenza dei servizi in cui i dirigenti regionali Pierpaolo Gubertini e Pietro Giust hanno decretato il via libera all’unanimità nonostante l’opposizione di Comune e Provincia. (s.m.)
di Silvio Maranzana Il rigassificatore avanza a passi da gigante. Ieri il ministero dello Sviluppo economico (Mise), che fa capo a Corrado Passera, ha pubblicato l’avvio della procedura di esproprio non solo delle aree di Zaule, suddivise in 113 particelle catastali all’interno del Demanio portuale dove sarà collocato il terminal di rigassificazione, ma anche di altre 311 aree, in gran parte di cittadini e ditte private come l’Italcementi, ma anche della stessa Autorità portuale, dell’Ezit, del Comune, della Regione, che si trovano sul tracciato dove sarà realizzato il futuro elettrodotto interrato tra Padriciano e Zaule che dovrà portare l’energia all’impianto. Nell’avviso emesso dalla “Direzione generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche” si rileva che il 7 novembre il Mise ha comunicato l’avvio del procedimento autorizzativo del progetto del terminal di rigassificazione e lo ha definito opera urgente volta a consentire l’accesso in Italia di una nuova fonte di gas. All’Autorizzazione unica che deve essere data a Gas Natural dal Ministero d’intesa con la Regione, il governo sarebbe voluto arrivare già domani, data in cui è stata convocata a Roma la Conferenza dei servizi; ma, come riferisce l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni, a seguito della pressione da parte delle amministrazioni triestine che hanno detto di aver bisogno di un ulteriore passaggio nei Consigli comunale e provinciale, l’ok definitivo è stato posticipato di 60 giorni. Arriverà a gennaio dunque con i governi Monti e Tondo ancora in sella. E del resto il ministro Passera lo aveva dichiarato al Piccolo già a luglio: «Bisogna puntare a incominciare i lavori al più presto.» Hanno invece un mese di tempo i cittadini che intendono contrapporre all’Avviso osservazioni che vanno corredate da memorie scritte e documenti e presentate all’autorità espropriante, cioé al Mise. L’”Avviso di avvio del procedimento di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, all’asservimento e all’occupazione temporanea e di dichiarazione di pubblica utilità del terminale di rigassificazione e delle relative opere di interconnessione elettrica” (questa la denominazione tecnica dell’atto), è stato affisso all’Albo pretorio del Comune, pubblicato sul sito informatico della Regione e curiosamente, su indicazione di Gas Natural – a quanto riferisce ancora Laureni – sui quotidiani Messaggero Veneto e La Stampa, che non sono giornali del territorio. Sono riportati gli elenchi dei privati e delle ditte con nome e cognome, ragione sociale, riferimenti catastali e tavolari delle aree da espropriare e/o asservare, e/o occupare temporaneamente, tutte ubicate all’interno del territorio del comune di Trieste. «Nessuno probabilmente a Trieste sa ancora se si tratti esclusivamente di terreni e mi auguro sia effettivamente così – afferma Laureni – o se sul tracciato c’è anche qualche fabbricato. Resta pacifico che, se mai il progetto sarà realizzato, l’elettrodotto sarà interrato, per cui le aree saranno espropriate temporaneamente per essere, dopo i lavori, restituite ai proprietari». Gli atti del progetto del rigassificatore e dell’elettrodotto, con relazioni tecniche e elaborati grafici potranno essere visionati nei prossimi venti giorni al servizio Ambiente ed energia del Comune, passo Costanzi 2, stanza 535, il lunedì e il mercoledì dalle 14.30 alle 15.30 e il martedì, il giovedì e il venerdì dalle 12 alle 13. Le opere del terminal vero e proprio saranno invece realizzate a Zaule su terreni oggi tutti di competenza esclusiva dell’Autorità portuale
IN PIAZZA UNITà
Domani la protesta contro la Regione
Una manifestazione di protesta per dire ancora “no” al rigassificatore a Zaule è stata indetta per domani dalle 16.30 sotto il municipio in concomitanza con una seduta del Consiglio comunale sulla crisi occupazionale triestina con la prevista audizione del governatore Renzo Tondo. Il Comitato per la salvaguardia del golfo di Trieste invita a parteciparvi i cittadini, i partiti e le associazioni. Hanno garantito la propria presenza i Verdi, «per salutare – sottolinea Rossano Bibalo – l’autore della vergognosa Aia che gli uffici regionali hanno voluto garantire a Gas Natural». Ma anche una seconda iniziativa di protesta è annunciata da “cittadini in rete” e dai frequentatori del Multicultura center di via Valdirivo 30 che sabato alle 17 si raduneranno in piazza Unità per manifestare dinanzi al palazzo della Regione e a quello della Prefettura. E i consiglieri regionali della Sinistra Arcobaleno Igor Kocijancic e Stefano Pustetto informano di aver richiesto la convocazione della Quarta commissione del Consiglio regionale per un’audizione dei dirigenti competenti per il rilascio dell’Aia. Secondo Kocijancic e Pustetto il ministero ha sostanzialmente dato il via libera anche all’elettrodotto Redipuglia-Trieste, «opera almeno altrettanto controversa quanto il rigassificatore». E «in prima fila contro questo disegno perverso», sostiene di essere anche l’Idv tramite Mario Marin, perché «la Regione, il presidente Tondo e questo Stato sconquassato non hanno a cuore la salute e la sicurezza dei triestini.» Infine un altolà al Mise arriva anche dal segretario provinciale della Lega Nord Pierpaolo Roberti: «Il governo rispetti la volontà degli enti locali» perché l’imposizione del rigassificatore sarebbe «un colpo di mano inaccettabile.» (s.m.)
Dal Piccolo online
Rigassificatore Gas Natural a Zaule Partiti gli avvisi di pre-esprorio
Decisa accelerazione dell’iter per realizzazione dell’impianto. Il ministero dello Sviluppo economico lo classifica “opera urgente”
Non bastava il contestato via libera al progetto, dato dai tecnici della Regione nonostante la netta contrarierà degli enti locali. Ora l’iter del rigassificatore di Zaule “targato” Gas Natural subisce un’altra, decisa accelerazione. Il ministero dello Sviluppo economico, che definisce l’impianto “opera urgente e necessaria”, ha pubblicato l’avviso di avvio dei procedimenti di vincolo preordinati agli espropri per la realizzazione del terminal gnl.
Roma, insomma, è sempre più decisa ad accorciare i tempi. Singolari, però, le modalità scelte per dare concreta attuazione a questo disegno. Gli avvisi di pre-esproprio, infatti, sono stati pubblicati oggi sulle pagine de La Stampa e del Messaggero Veneto (oltre che su sul sito della Regione Fvg e all’albo pretorio del Comune di Trieste). Due quotidiani, cioè, che non raggiungono in maniera capillare la popolazione triestina. La comunicazione, insomma, rischia di non raggiungere tutti i cittadini coinvolti e interessati.
L’avviso del Ministero dello Sviluppo economico, che è l’autorità espropriante, riguarda anche la dichiarazione di pubblica utilità del terminale di rigassificazione e delle relative opere di interconnessione elettrica. Il 7 novembre scorso – si legge nell’avviso – il ministero ha comunicato l’avvio del procedimento autorizzativo a tutte le amministrazioni competenti e ha qualificato il terminale «opera urgente volta a consentire l’accesso all’Italia di una nuova fonte di gas, anche ai fini e per gli effetti della relativa procedura espropriativa».
È stata convocata la conferenza dei servizi. Le eventuali osservazioni del pubblico sul progetto dovranno essere inoltrate al ministero entro 30 giorni.
Dal piccolo del 24/11/12
Rigassificatore, Comune in guerra
di Silvio Maranzana «Si è trattato di una forzatura molto grave fatta con lo scopo di togliere alla giunta regionale l’obbligo di esprimersi sul rigassificatore a pochi mesi dalle elezioni.» Il giorno dopo il “colpo di mano” con l’Autorizzazione integrale ambientale considerata data all’unanimità dai tenici della Regione nonostante due pareri su tre e cioé quelli di Comune e Provincia fossero esplicitamente negativi, il sindaco Roberto Cosolini è ancora più imbufalito. «È un vulnus pesante sulla pelle delle istituzioni locali – continua Cosolini – oltretutto inferto, a quanto mi è stato riferito, da un dirigente che non era nemmeno il responsabile del procedimento. Ciò non ha fatto che aumentare il malessere, lo sconcerto e anche l’opposizione della città nei confronti di un progetto di cui si è sempre continuato a sapere troppo poco. Eppure la Regione non si è mai sognata di fare spinte e forzature di questo tipo quando si trattava invece di progetti realmente utili per Trieste. Quindi al di là del ricorso al Tar già fatto in appoggio al Comune di Muggia e della lettera che le istituzioni locali hanno inviato al Presidento Monti, stiamo per intraprendere nuove azioni per manifestare appieno l’umore della città». E già ieri pomeriggio l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni ha avuto un dettagliato confronto con i responsabili dell’Ufficio legale del Comune che stanno valutando ora le azioni praticabili in opposizione a quella che è stato definito un golpe. «Non solo l’esito stravolto della Conferenza dei servizi, ma la sua stessa conduzione è sotto la lente dei nostri legali e nel giro di qualche giorno prenderemo iniziative», ha affermato Laureni. È possibile che venga impugnata dinanzi al Tar anche la concessione dell’Aia, mentre il ricorso con cui il Comune di Trieste si è affiancato a quello di Muggia riguarda in particolare l’attraversamento di aree di pregio da parte dell’elettrodotto che da Padriciano dovrebbe collegare l’impianto di Zaule. Suona quasi beffarda invece la nota con cui ieri Gas Natural, la società catalana che dovrebbe realizzare l’impianto, ha dato notizia della conclusione del procedimento di Autorizzazione integrata ambientale. «La Conferenza dei servizi coordinata dalla Regione Friuli Venezia Giulia – si legge – in assenza di argomentazioni pertinenti negative rispetto alle condizioni che devono garantire la conformità e il rispetto dei requisiti previsti in un’istruttoria di questo tipo, si è conclusa con esito positivo». E il presidente di Gas Natural rigassificazione Italia, Javier Hernandez Sinde ha dichiarato: «Il progetto ha superato un’ulteriore tappa fondamentale, la Conferenza dei servizi che non è un luogo dove esprimere opinioni di convenienza ma la sede in cui, sulla base di pareri congrui e pertinenti, si assumono decisioni responsabili su dati di fatto di natura tecnica, circoscritti ad aspetti definiti per legge.» Per Gas Natural si è trattato dunque «dopo l’approvazione del Rapporto di sicurezza, di un altro riscontro positivo a conferma della bontà del progetto.»
E ora si chiedano le dimissioni della giunta regionale
di PAOLO RUMIZ E adesso che la maggioranza civica – non politica – di questa provincia gabbata chieda le dimissioni della giunta regionale. La giunta che, con il “Sì” al rigassificatore, ha consentito a un organo tecnico di calpestare con stupefacente disinvoltura il “No” democratico espresso dagli enti locali, dell’autorità portuale, dalla gente che ci ha scritto su questo giornale, e persino dai vicini di casa, con cui condividiamo questo pezzo di Adriatico. Lo dico, per ora a titolo personale, perché ritengo che mai parere di ente locale sia stato più fondato espresso e più soffertamente costruito con la mobilitazione delle realtà scientifiche – note in tutto il mondo – di questa frontiera. Ne consegue che quel “Sì”, espresso dalla conferenza dei servizi, significa non solo che non contiamo niente in questa regione, ma anche che siamo dei perfetti imbecilli, abbiamo le traveggole quando esprimiamo scientificamente le nostre ragioni. I motivi del mio “No” li ho espressi più volte in articoli che non hanno mai visto alcuna obiezione da parte di Gas Natural, e già questo dovrebbe far pensare. Ora mi limito a suggerire che se il rigassificatore è davvero così innocuo e vantaggioso, noi lo regaliamo volentieri a Portonogaro o ne suggeriamo l’ubicazione davanti alle spiagge di Lignano. E mi chiedo quale sarebbe stato il parere della commissione se il colosso energetico fosse stato ipotizzato in Friuli. Questo atto spacca la regione, segna una frattura insanabile tra chi comanda e chi non conta niente. Mi rifiuto di fare ipotesi su cosa abbia convinto i funzionari seduti a discutere all’ombra di un colosso dell’energia. Ma so con certezza che questo pronunciamento toglie la castagne dal fuoco a tanti. Alla giunta, che si lava le mani come Pilato; a una sinistra ipocrita, ipersensibile ai poteri forti, che per motivi elettorali non si è mai esposta; e soprattutto le toglie al partito trasversale dei tremebondi che, davanti al gas, dicono “tengo famiglia”. Concludo dicendo che, quando eravamo il gioiello di un impero, mai Vienna avrebbe consentito a ciò cui oggi Roma e la Regione acconsentono con un atto notarile e antidemocratico: una macchina energetica che dimezzerebbe il nostro mare, inibirebbe il traffico portuale, renderebbe semi-sterile il golfo, diverrebbe un pericolo mortale nella stagione del terrorismo, e con i rischi che comporta dimezzerebbe il valore degli immobili da Sant’Andrea a Punta Sottile e oltre. Lo dico, ripeto, a titolo personale. Non è mia abitudine fare appelli. Ora penso sia venuto il tempo. Tempo che la gente su questo pezzo di Adriatico si faccia sentire. Tempo che gli utenti del mare, pescatori, marinai, velisti, operatori del turismo e infinite altre categorie prendano atto di cosa significa questa imposizione non solo a livello ecologico, portuale e della sicurezza, ma anche a livello politico. Politico, ripeto: non partitico. E sappiano distinguere tra chi ha taciuto e chi ha avuto il coraggio della verità.
«Un golpe dopo il no di Comune e Provincia»
Dopo che l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per il rigassificatore di Zaule è passata alla Conferenza dei servizi non sono mancate le reazioni molto polemiche della politica triestina. «Ieri c’è stato un vero e proprio golpe politico – afferma il candidato Presidente di Un’Altra Regione e consigliere comunale, Franco Bandelli – vista la contrarietà di Comune e Provincia al progetto del rigassificatore. Con questo ennesimo scempio politico, targato Tondo e Savino, Trieste rischia di avere il rigassificatore, imposto dall’alto e non voluto dall’intero territorio. La Regione, di fatto, calpesta Trieste e i suoi cittadini, ignorando il parere di inequivocabile contrarietà espresso dalle sue istituzioni; lo fa in maniera pilatesca, cercando di nascondere le proprie responsabilità politiche dietro le decisioni degli uffici regionali. L’appello di Un’Altra Regione è rivolto a tutte le forze politiche, ai movimenti e alle associazioni a promuovere la mobilitazione di tutta Trieste per una grande manifestazione, senza colore politico, per dire ancora una volta no al rigassificatore di Zaule. «Semplicemente scandaloso» definiscono il sì al rigassificatore Giovanni Maria Coloni, capogruppo Pd, e Mario Ravalico, presidente Commissione urbanistica/ambiente, in Consiglio comunale. «Con un’audace interpretazione, più da prestigiatore che da burocrate, – sottolineano i due esponenti del Pd – si è trasformato in parere positivo un circostanziato pronunciamento negativo espresso all’unanimità dal Consiglio comunale di Trieste; al massimo, gli uffici regionali avrebbero potuto, per assurdo, considerare il parere comunale come “non reso”, ma non era sufficiente: per togliere il disturbo di decidere alla giunta regionale servivano i pareri positivi e, voilà, così è stato!» «Il Pd di Trieste – aggiungono -, si è sempre dichiarato contrario al rigassificatore di Zaule proposto da GasNatural perché dai relativi elaborati progettuali si evidenziano lacune gravi in riferimento alla mancanza di garanzie per la sicurezza della vita umana, per la tutela dell’ambiente marino nonché per le forti interferenze con l’attività portuale». «L’Aia al rigassificatore mi ricorda quella alla Ferriera. – sottolinea Maurizio Ferrara, capogruppo della Lega Nord in Consiglio -. Ma di fronte a questa schifezza tutti gli assessori regionali contrari al rigassificatore dovrebbero dimettersi dalla Giunta. Non solo, i parlamentari triestini del Pd e del Pdl che sostengono il Governo nazionale, farebbero bene, se realmente contrari, a inviare una nota al presidente Monti per informarlo che, in caso di ok al rigassificatore faranno mancare il sostegno al Governo stesso».