Dal Piccolo del 16/11/12
13/11/12
Ospite del Cie tenta il suicidio per fuggire
GRADISCA Nuovo tentativo di suicidio al Cie. Con annessa fuga.. Protagonista dell’episodio un, 31enne tunisino. L’uomo nei giorni era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale di Gorizia dopo avere ingerito un’enorme quantitativo di farmaci. Successivamente al ricovero, dove è stato sottoposto al trattamento della lavanda gastrica, l’uomo è riuscito a darsi alla macchia. Ma la sua fuga è durata meno di 48 ore. È stato intercettato domenica e tradotto nuovamente al Cie. Come noto quella di ottenere il ricovero ospedaliero è una delle soluzioni più utilizzate per tentare in qualche modo di ritrovare la libertà. Pur essendo sottoposti a regime di detenzione amministrativa, infatti, gli “ospiti” non sono piantonati all’ospedale e così per loro è molto più semplice sfuggire ai controlli. Quella del tunisino comunque pare una vicenda piuttosto particolare. L’uomo è approdato al Cie dopo avere già affrontato il trattenimento nei centri di espulsione di Trapani e Torino. Avrebbe tentato l’insano gesto dopo l’ennesima udienza di proroga al suo trattenimento, durante la quale era stato rigettato un certificato – rilasciato dallo stesso personale sanitario del Cie – che attestava i disturbi mentali dell’uomo e le sue gravi crisi depressive. A denunciare il fatto è il legale del tunisino, coniugato (attualmente separato) con una cittadina italiana residente a Forlì dalla quale ha avuto una figlia, anch’essa cittadina italiana. «Quello che non mi spiego – riflette il legale – è anzitutto cosa ci faccia al Cie una persona alla quale è stata diagnosticata una patologia seria. Secondo, va fatta chiarezza sulle modalità di somministrazione dei farmaci». (l.m.)