CARA/ Pugni a un iraniano, poliziotto a processo

da Il Piccolo del 9 ottobre 2012 Pagina 23 – Gorizia-Monfalcone

Pugni a un iraniano, poliziotto a processo

I fatti sono avvenuti al Cara, centro che ospita i richiedenti asilo politico. Prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio

Un poliziotto in servizio al Cara, il centro di assistenza ai richiedenti asilo politico, che si trova a Gradisca d’Isonzo nell’ex caserma Polonio, è stato rinviato a giudizio per percosse e violenza privata nei confronti di un giovane iraniano ospite del centro. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Paola Santangelo, che ha accolto solo parzialmente le richieste avanzate dalla Procura della Repubblica. L’agente di Ps, infatti, è stato prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio. Il processo è stato fissato per il prossimo 13 giugno dinanzi al giudice monocratico del tribunale goriziano. La vicenda, che ha portato all’apertura di un’indagine da parte della magistratura sfociata con la richiesta di rinvio a giudizio, risale al maggio dello scorso anno ed è avvenuta durante i controlli che puntualmente vengono eseguiti dagli agenti in servizio nel momento che gli ospiti fanno ritorno al centro. Come è noto i richiedenti asilo politico, al contrario di chi si trova nel vicino Cie, può uscire nell’arco della giornata e rientrare alla sera entro le 20. Nel caso specifico l’iraniano era stato invitato a passare attraverso il metal detector per un controllo che non avesse con sè materiale atto a offendere. In particolare i controlli vengono effettuati per evitare la detenzione di coltelli come era già accaduto nel passato. Un modo preventivo per evitare che in caso di litigi tra gli ospiti non spunti qualche pericolosa lama. Quella sera tra l’iraniano e il poliziotto addetto al controllo c’era stato uno scambio vivace di battute. Sono volate parole grosse; poi, secondo il capo di accusa, l’iraniano sarebbe stato trascinato con forza in una stanza e colpito con dei pugni dal poliziotto che lo avrebbe anche insultato. Il difensore dell’agente, l’avvocato Massimo Bruno, minimizza su quanto accaduto. «Va detto che l’accusa più grave, quella dell’abuso d’ufficio, è caduta – sottolinea il legale -; sui fatti incriminati ci sono poi versioni contrastanti, il mio cliente nega di aver usato violenza e sono convinto che sarà fatta piena luce durante il processo». L’iraniano, che da tempo ha lasciato il centro di Gradisca, si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Paolo Marchiori che ha pure citato il ministero dell’Interno quale responsabile civile. Il giudice delle udienze preliminare ha accolto tale richiesta. Non si è invece costituita parte civile, come sembrava in un primo momento, un’associazione di studi giuridici sull’immigrazione. Il Cara è stato aperto a Gradisca d’Isonzo nel 2008, due anni dopo il Cie, ed ha una capacità ricettiva di 138 posti. Attualmente gli ospiti si aggirano intorno alle 110 unità di varie nazionalità, anche se prevalgono gli africani. Mediamente solamente il 10 per cento ottiene il permesso di asilo politico.