Dal Messaggero Veneto del 31/05/12
Silp: il Cie è una polveriera, va chiuso o ridimensionato
GRADISCA Il Cie inizia a tornare a regime e puntualmente torna al centro delle cronache, fra fughe (già tre dopo i nuovi arrivi) e atti di autolesionismo, come quello dei sei immigrati che hanno ingoiato dei bulloni, finendo al pronto soccorso di Gorizia. Addio tranquillità per la cittadina della fortezza, che si stava abituando a un certo clima e, soprattutto, super-lavoro per le forze dell’ordine. Il clima si fa pesante e la segreteria provinciale del Silp, il sindacato dei lavoratori di Polizia per la Cgil, denuncia in una nota tutto il proprio malcontento, chiedendo una chiusura del Cie oppure un ridimensionamento, nonostante i recenti lavori di ristrutturazione. «Il Cie non può essere considerato l’unica risposta al fenomeno immigrazione che interessa ormai in modo sempre più massiccio la nostra penisola. All’indomani degli ennesimi scontri tra forze dell’ordine e clandestini presso il Cie di Gradisca – si legge nel testo firmato dal segretario, Patrik Sione – il Silp chiede pubblicamente ai rappresentanti delle istituzioni e della politica di chiudere il centro fino a data da destinarsi o l’eventuale ridimensionamento dello stesso, visto e considerato che la struttura gradiscana, inserita “a forza” dal governo in carica nel 2006, ha subito notevoli danni alle strutture e ad oggi non si intravvedono miglioramenti sotto il profilo della sicurezza per gli operatori di polizia e i militari ivi in servizio». Il sindacato, inoltre, coglie la palla al balzo per ribadire tutta la propria contrarietà in merito alla mancata redazione, a sei anni dall’istituzione di quello che inizialmente si chiamava Cpt, di un documento di valutazione del rischio (Dvr) per il personale che effettua servizio presso la struttura governativa. Si tratta di uno degli obblighi non delegabili del datore di lavoro ed è fondamentale per garantire la sicurezza degli operatori che effettuano il servizio di vigilanza nella struttura di via Udine. Non finisce qui, perché nel proprio intervento il Silp sottolinea «l’inopportunità attuale di accorpamento dei servizi essenziali attuata dal questore Piovesana da quest’anno, rivolto essenzialmente a garantire la copertura del territorio da parte degli equipaggi della squadra Volanti, ormai ridotti al minimo storico» e chiede pubblicamente, nel caso in cui non si dovesse arrivare alla chiusura o al ridimensionamento del Cie «un rinforzo per la Questura di Gorizia di almeno cinquanta unità», ricordando come la pianta organica risalga ormai al lontano 1989. Giuseppe Pisano
Dal Piccolo del 30/05/12
La rivolta dei bulloni, sette feriti al Cie di Gradisca
Gli immigrati li hanno ingoiati per farsi ricoverare e tentare la fuga. Un’evasione riuscita. Tre ore di scontro con la polizia
di Luigi Murciano
GRADISCA. Sette immigrati ricoverati all’ospedale per episodi autolesionismo. Tre evasioni riuscite anche se in due casi i protagonisti sono stati riacciuffati. Ingenti danni al sistema anti-fuga appena ripristinato. E uno stato di massima allerta 24 su 24. È il bilancio dell’ultima rivolta al Cie di Gradisca. La struttura isontina di espulsione per stranieri non ha fatto neanche in tempo a vedere nuovamente incrementata la sua capienza che già è ripiombata nel caos.
Polveriera Polonio
La miccia che ha innescato nuove tensioni sono i recenti trasferimenti all’ex Polonio di immigrati provenienti da altre strutture italiane, stracolme, e in particolare da Trapani. Le presenze sono aumentate da 24 a 104, complice l’avvenuto restauro della “zona blu”, l’ala più capiente rimasta inagibile per oltre un anno. I nuovi arrivati, in massima parte maghrebini, si sono dimostrati subito inclini alla rivolta. E un contingente di altri 19 nordafricani è atteso per le prossime ore.
Il precedente
Una prima avvisaglia si è avuta nel weekend quando diversi ospiti si erano arrampicati sul tetto delle camerate. Divisisi in sei gruppetti nel tentativo di spezzettare il contingente di forze dell’ordine deputato alla sorveglianza esterna, gli immigrati hanno tentato la fuga. Quattro hanno utilizzato una camionetta dell’esercito come trampolino per scavalcare l’alto muro di cinta e dileguarsi nella campagna. Due sono stati intercettati dopo poche ore.
L’autolesionismo e la rivolta
Meglio è andata a un compagno che, ingeriti alcuni bulloni reperiti nel cantiere esterno, ha ottenuto il ricovero all’ospedale di Gorizia. Dà lì sarebbe fuggito nella notte. Già l’altroieri gli immigrati avevano preparato un altro tentativo di evasione, ma la pioggia li aveva scoraggiati. Ieri, attorno alle 13, ci hanno riprovato in 15. Arrampicatisi sul tetto hanno fatto bersaglio gli agenti di insulti e bulloni. Oppure hanno ingoiati questi ultimi per cercare il ricovero ospedaliero. La situazione è ritornata alla normalità solo dopo tre ore ma per una dozzina di nordafricani si è reso necessario il trasferimento in ospedale, dove sono piantonati: si temono nuovi tentativi di fuga. Nessun ferito fra le forze dell’ordine. Ma un primo bilancio parla di danni «ingenti» alla struttura, dal tetto al sistema anti-fuga appena ripristinato.
I sindacati di polizia
Giovanni Sammito, del direttivo nazionale Siulp, è convinto sia appena l’inizio: «Questa è la struttura più grande e pericolosa d’Italia ma il contingente di forze dell’ordine impiegato è ridicolo. Senza contare che il territorio rimane sguarnito. Ieri tutte le volanti della provincia sono state impegnate al Cie, più gli agenti distolti per i piantonamenti in ospedale». Sammito chiede pertanto «un protocollo nazionale che dia uniformità di regole ai Cie: sicurezza, gestione, servizi agli ospiti. Non è possibile che a Trapani non vi siano restrizioni sull’ora d’aria, le sigarette o i telefonini mentre qui vigono disposizioni molto più rigide». Una miscela micidiale anche per il fatto che il tempo di permanenza degli “ospiti” è salito a 6 mesi. «Se questa è la situazione ora che la capienza è dimezzata, figuriamoci quando il Cie tornerà a regime con 248 posti – commenta Angelo Obit, segretario provinciale Sap – . Agli agenti servono sistemi efficaci per la sicurezza di tutti. E nel rispetto delle leggi».
Dal Messaggero Veneto del 30/05/12
Cie, sei immigrati ingoiano bulloni Evasi a quota tre
GRADISCA Il Cie, complici i nuovi arrivi, è una polveriera pronta a esplodere da un momento all’altro. I trattenuti sono 101. Alla lista dei fuggitivi (due marocchini sono riusciti a evadere sabato pomeriggio durante una sommossa) si aggiunge, infatti, un terzo immigrato che è scappato dall’ospedale di Gorizia, dove era stato ricoverato per accertamenti perché si era fatto male cadendo dal tetto. Altri sei immigrati sono arrivati ieri al pronto soccorso del capoluogo isontino: avevano ingoiato bulloni e altro materiale raccolto nel cantiere in corso per la ristrutturazione della zona verde. Alcuni hanno sputato i bulloni, altri sono riusciti a inghiottirli. Potrebbe trattarsi di un espediente per tentare la fuga dal nosocomio. Le scorte al seguito sono state rinforzate: ieri sette poliziotti hanno dovuto stazionare all’ospedale di Gorizia per arginare eventuali evasioni. Anche ieri, ancora disordini all’ex caserma Polonio: i trattenuti nel centro stanno ripetutamente danneggiando i cavi del sistema d’allarme. La situazione preoccupa i sindacati di polizia. «Resta l’amarezza – dichiara il segretario provinciale del Sap Angelo Obit – di una struttura riempita per meno della metà (la capienza a pieno regime è di 248 immigrati, ndr) e già in difficoltà. Ai poliziotti servono soluzioni definitive e non palliativi. Non dico che si debba usare il filo spinato, ma adottare sistemi più efficaci, a garanzia di tutti e del rispetto delle leggi. Sono necessari interventi concreti e non chiacchere». (i.p.)