Cose losche intorno al lager di Gradisca chi l’avrebbe mai detto!!!
Dal Messaggero Veneto del 22 febbraio 2012
Cie, si indaga su gestione e forniture
Inchiesta della Procura: blitz di Digos e Gdf nella Prefettura di Gorizia per acquisire fatture e documenti sull’appalto
GORIZIA. Lunedì, l’accesso degli agenti della Digos e degli uomini della Guardia di finanza di Gorizia negli uffici della Prefettura del capoluogo isontino, per l’acquisizione di una consistente mole di documenti, relativi all’ultima gara d’appalto per la gestione del Cie e del Cara di Gradisca d’Isonzo.
Oggi, al Tribunale amministrativo regionale di Trieste, la prima udienza per la trattazione di merito del ricorso proposto, lo scorso agosto, dal consorzio “Connecting people” di Trapani, gestore “uscente” dei due Centri, contro la Prefettura goriziana, per l’annullamento del decreto che, il 24 giugno, aveva aggiudicato l’appalto al raggruppamento temporaneo d’impresa guidato dalla francese Gepsa.
Impugnazione cui era seguita la sospensione del passaggio di consegne al gruppo vincitore e che aveva permesso alla cooperativa siciliana di mantenere la guida delle due strutture. Due fronti giudiziari, quello penale e quello amministrativo, per un unico oggetto d’indagine: il Centro di identificazione ed espulsione e il collegato Centro di accoglienza per richiedenti asilo di via Udine.
Era stata la Procura della Repubblica di Gorizia, qualche mese fa, ad aprire un fascicolo, per far luce, in particolare, sulla regolarità delle fatturazioni delle varie forniture. L’attenzione degli investigatori, coordinati dai sostituti procuratori Luigi Leghissa e Valentina Bossi, si era subito indirizzata verso la “Connecting people”. L’ipotesi di reato alla quale i magistrati stanno lavorando è la frode in pubbliche forniture.
Ma i filoni d’indagine, a quanto appreso, sarebbero molti di più. Compresa l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato, a sua volta riconducibile a una presunta incongruenza tra il numero degli ospiti di volta in volta presenti nei due Centri e le fatture presentate al ministero. Al momento, l’unica persona iscritta sul registro degli indagati risulta essere il legale rappresentante della cooperativa, peraltro già sottoposta a perquisizione. Il sospetto, a quanto è dato sapere, è che non sia stata rispettata la convenzione, che prevede l’assegnazione da parte del Viminale di una quota forfettaria per ciascun ospite. L’ipotesi, insomma, è che le forniture – a cominciare dalla mensa – non siano state conformi, rispetto alle liste degli immigrati realmente accolti al Cie e al Cara.
Da qui, la necessità di acquisire quanta più documentazione possibile non soltanto sull’ultima gara d’appalto, ma anche sulle fatture presentate al ministero. Per farlo, la Procura ha istituito un apposito pool di investigatori, formato da agenti della Digos e militari delle Fiamme gialle. Sono stati loro, lunedì mattina, a fare visita alla Prefettura di Gorizia. Ossia, all’organo di governo locale che ha gestito la gara d’appalto e che, in quanto emanazione del Viminale, ha curato i vari pagamenti. Di più, al momento, gli inquirenti non dicono. L’impressione, però, è che si sia soltanto all’inizio di un’inchiesta molto più ampia.
Da Il Piccolo del 22 febbraio 2012 — pagina 39