REGIONE/ Allarme centrali nucleari. Il FVG dice di si poi dice di no a livello locale e pensa a Krsko. Cosa c’è dietro?

News.  Attenzione, attenzione, si è saputo che c’è stata una visita dei francesi a Fossalon di Grado, il sito in cui era prevista la centrale nucleare oltre trent’anni fa.

Evidentemente si intende fare quello che abbiamo sempre denunciato cioè trasformare il Friuli in un Polo Energetico e per esempio è in questo programma che trova giustificazione anche il mega elettrodotto Ronchi-Udine Ovest. Gli Industriali hanno in testa l’affare dell’energia perché pensano che è lì che si fanno i soldi (tanto poi il nucleare si paga con le finanze pubbliche). La questione è molto, molto losca e va capita fino in fondo.

nucleare

Le Regioni italiane dicono no al piano nucleare del governo. Soltanto tre, il Friuli Venezia Giulia, assieme a Veneto e Lombardia, si smarcano: vota sì e rilancia la collaborazione con la Slovenia per la centrale di Krsko (foto), ma coinvolgendo pure la Croazia.

Il Piccolo  28 gennaio La partita nucleare di Regione e AcegasAps

AcegasAps, Pillon, nucleare

La Conferenza delle Regioni ha dato parere negativo al decreto legislativo del Governo che elenca i criteri per l’individuazione dei siti dove potrebbero sorgere centrali nucleari. Intanto, AcegasAps non nasconde il suo interesse per il business del nucleare.

Le Regioni italiane dicono no al piano nucleare del governo. Soltanto tre, il Friuli Venezia Giulia, assieme a Veneto e Lombardia, si smarcano: vota sì e rilancia la collaborazione con la Slovenia per la centrale di Krsko (foto), ma coinvolgendo pure la Croazia. Succede tutto in poche ore ieri a Roma alla Conferenza delle Regioni. Cosa ne pensi

 

MV GIOVEDÌ, 28 GENNAIO 2010

Pagina 2 – Attualità

Nucleare, dal Fvg sì al programma «Puntare al raddoppio di Krsko»

L’ENERGIA

La nostra Regione favorevole ai piani assieme a Veneto e Lombardia L’assessore Savino: scelta coerente, ora intese con Slovenia e Croazia

TRIESTE. Le Regioni italiane dicono no al piano nucleare del governo. Ma il Friuli Venezia Giulia, assieme a Veneto e Lombardia, si smarca: vota sì e rilancia la collaborazione con la Slovenia, ma coinvolgendo pure la Croazia. Succede tutto in poche ore: ieri a Roma la Conferenza delle Regioni ha dato parere negativo, a maggioranza, al piano di costruzione di nuove centrali nucleari.
«Siamo contro il nucleare – ha detto il presidente della Basilicata, Vito De Filippo – è una scelta non positiva che non ha esiti immediati e che impatta negativamente sulle scelte energetiche e siamo contrari alle procedure utilizzate, che non tengono conto delle prerogative delle regioni». Le Regioni sono convinte che la legge sul nucleare sia incostituzionale, e infatti 11 su 20 hanno presentato ricorso, alla Corte costituzionale che deciderà il prossimo 22 giugno».
La scelta del Friuli Venezia Giulia, ha spiegato l’assessore regionale all’Energia Sandra Savino (Pdl), «è aderente al programma politico dell’esecutivo nazionale e di quello regionale. Ritenevamo opportuno – ha aggiunto – che il documento affrontasse il piano energetico nazionale in modo complessivo, e non solo l’aspetto del nucleare». Ricordando i progetti per gli impianti di rigassificazione presentati da Gas Natural ed E.On per l’area di Trieste, l’assessore ha poi allontanato l’ipotesi – alimentata da alcune indiscrezioni non confermate – che una delle centrali nucleari venga realizzata in regione: «Il nostro territorio è piccolo – ha detto – e non possiamo pensare di caricarlo di mille impianti».
Capitolo a parte merita la questione Krsko. Secondo Savino, è giunta l’ora di coinvolgere anche la Croazia per arrivare a un accordo sulla partecipazione italiana al raddoppio della centrale slovena. L’assessore ha rilanciato l’ipotesi di collaborare con la Slovenia al raddoppio della centrale di Krsko, che si trova a 100 chilometri dal confine italiano. «Su un tavolo tecnico strutturato positivamente – ha detto Savino – con la Slovenia e anche con la Croazia si può trovare la via mediana». Negli scorsi mesi il presidente della Regione, Renzo Tondo, aveva ribadito l’interesse al progetto, invitando l’Enel a valutare l’investimento.
«Su un tavolo tecnico strutturato positivamente – ha detto ancora Savino – con la Slovenia e anche con la Croazia si può trovare la via mediana».
La centrale di Krsko, inaugurata nel 1983, è controllata dalla società pubblica di Lubiana Elektro Slovenija e dalla società di Zagabria Hrvatska Elektroprivreda, e i due paesi si dividono l’energia prodotta.
Infine, sempre con riferimento al vertice romano, va rilevato che anche l’Anci ha da ridire e ieri il presidente Chiamparino ha minacciato azioni clamorose se il governo non salderà i debiti già accumulati con i Comuni sede delle vecchie centrali. A sera la replica del sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia: «Il no delle Regioni non è vincolante e il governo intende andare avanti».
Beniamino Pagliaro