Da Il messaggero veneto del 14/09/11
Il Codacons si allea con gli immigrati
GRADISCA Ingresso ai Cie blindato e riecco che sala la protesta. A far sentire il proprio dissenso, stavolta, è il Codacons del Friuli Venezia Giulia, che da un paio di mesi ha avviato un’azione per entrare nei Centri d’identificazione ed espulsione dello Stivale per verificare le condizioni degli stranieri e spiegare i loro diritti, salvo ottenere una serie di dinieghi. Il Codacons regionale ha inoltrato a tutti i Cie italiani una comunicazione, indirizzata anche alle relative Prefetture e al Ministero dell’interno, in cui si sollecita la possibilità di trascorrere un periodo in uno dei centri, e verificare così se il trattamento riservato agli ospiti sia appropriato e se vengono fornite adeguate informazioni sui propri diritti. «Dalle notizie emerse dalla stampa locale e nazionale – spiega in una nota il presidente regionale del Codacons Fvg Vitto Claut – risulta sempre più evidente l’emergenza immigrazione e l’insufficienza delle strutture esistenti. Oltre che di locali idonei c’è anche carenza di informazione: cosa sanno gli stranieri della loro permanenza in Italia e di cosa hanno diritto?». Ecco, quindi, che l’avvocato Claut, avvalendosi anche della conoscenza di ben sei lingue, ha chiesto al Cie di Gradisca e agli altri Centri d’Italia di poter alloggiare con gli ospiti per un arco di tempo minimo di una settimana «per illustrare i loro diritti con riferimento sia al soggiorno nel nostro paese, sia al loro trattenimento nei Cie, al fine di poter effettuare opportune osservazioni e istanze alle autorità competenti». Sono trascorsi due mesi dalla domanda inoltrata e i riscontri del Codacons sono tutti negativi: gli enti interpellati fanno riferimento a circolari ministeriali che limitano l’ingresso solo a determinati soggetti e associazioni accreditate. Il Codacons, però, non demorde e rilancia: il presidente regionale Vitto Claut intende fare ricorso a Strasburgo, ritenendo illegittime le circolari. Dell’ingresso blindato ai Cie presenti sul territorio italiano si era parlato anche a fine luglio in occasione di “LasciateCIEntrare”, manifestazione promossa contro il divieto di ingresso nei centri immigrati ai rappresentanti della stampa e delle associazioni. Nell’occasione il permesso di visitare la struttura governativa fu concessa solo al deputato Carlo Monai, che al termine della visita denunciò «condizioni di vita peggiori di un carcere». (g.p.)