Messaggero Veneto MERCOLEDÌ, 17 AGOSTO 2011 Pagina 14 – Cronache
La denuncia del csa
«Campeggio di Italia ’90 abbandonato a se stesso»
Gli anarchici sono pronti a occupare l’ex Macello di via Sabbadini per realizzare la nuova sede del centro sociale. Ieri hanno fatto un blitz lasciando scritte inequivocabili
«Non saranno certo quattro bulloni a fermarci». Gli esponenti del Centro sociale autogestito (Csa) non si arrendono. E rilanciano la loro personalissima sfida alle istituzioni e alla politica, «colpevole di non dare risposte alle esigenze di spazio dell’universo giovanile e soprattutto di non gestire moltissimi immobili che versano in stato di abbandono sprecando così migliaia di euro». Ieri infatti quelli del Csa hanno fatto irruzione all’ex Macello di via Sabbadini lasciando delle scritte inequivocabili (vedi la foto accanto) sui pannelli sistemati dal Comune proprio per evitare ingressi abusivi. L’esempio più eclatante di edificio abbandonato, secondo il Csa, è però il campeggio di Italia ’90 realizzato al confine tra il Comune di Udine e quello di Pasian di Prato in occasione dei Mondiali di calcio e mai utilizzato. «Nel 2006 avevamo chiesto di affidarci il campeggio con l’obiettivo di recuperarlo e mantenerlo in buono stato per poter avere uno spazio autogestito – racconta il portavoce del movimento, Paolo De Toni – ma il Comune non ci ha concesso questa opportunità. Nei giorni scorsi siamo di nuovo stati a fare un sopralluogo e abbiamo riscontrato danni per migliaia di euro. Sono stati danneggiati i bagni, diverse vetrate e anche i tetti sono in condizioni pessime». E la colpa, per il Csa, è della politica. Il dialogo con l’amministrazione insomma si è interrotto. «Se il Comune ha qualcosa da dirci si faccia vivo – dice De Toni -. Noi siamo stanchi di aspettare e di certo i pannelli sistemati dal Comune davanti all’ingresso dell’ex macello non ci impediranno di portare avanti la nostra attività». Il Csa insomma vuole una nuova casa. «Per 22 anni abbiamo gestito uno spazio in via Volturno evitando che le ruspe abbattessero le palazzine che oggi tutti ammirano vicino alla nuova sede della Regione poi ci siamo trasferiti in via Scalo nuovo. Alle Ferrovie – continua De Toni – eravamo anche disposti a pagare i 500 euro di affitto che ci hanno chiesto come danno per l’occupazione di via Scalo Nuovo nel processo che ci ha visto tutti assolti, ma non c’è stato modo di trovare un accordo. E adesso quello stabile che noi avevamo ripulito e rimesso a nuovo sta cadendo a pezzi». Secondo il Csa quello di via Scalo nuovo è solo uno dei tanti edifici lasciati in stato di abbandono: dalla caserma Osoppo al campeggio di Italia ’90 fino allo stabile di proprietà della Provincia in viale Leonardo da Vinci senza dimenticare l’ex frigorifero, l’ex birreria Dormish e l’ex macello dove il centro sociale sembra deciso a trasferire la propria sede. (c.r.)
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E’ andato in onda anche un servizio di 1 minuto (dal minuto 17 al minuto 18) a telefriuli visibile ancora oggi. Pubblicato qui su facebook
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Da segnalare anche, dopo gli attacchi di Michele Negro, un altro tentativo di killeraggio demenziale sul sito del prc di Tavagnacco ben stigmatizzato da compagni di varie provenienze, su indymedia.
Post Scriptum1. L’articolo è probabilmente opera di pdn che ha fatto il giochino di pubblicarlo prima su indymedia e poi linkarlo sul sito del prc di Tavagnacco per non scoprirsi.
Post Scriptum2. Per “varie provenienze” si intendeva per esempio la solidarietà su indymedia da un attivista del Gramigna.