CIE DI GRADISCA: rassegna stampa del 26 e 24 luglio

Il piccolo

26/07/11

Presidio al Cie di Gradisca Monai: il mio cane vive meglio

 

di Luigi Marciano wGRADISCA Naviga a vista il Cie di Gradisca d’Isonzo. La struttura isontina ospita 59 migranti, un quarto della sua capienza potenziale, ma 7 in più rispetto a quella massima attuale, ridotta a 52 posti. Tornerà a regime, forse, entro dicembre, quando saranno completati i lavori di ristrutturazione. Dopo i gravi danneggiamenti di febbraio e marzo la struttura per migranti ospitata nell’ex caserma Polonio è a dir poco ridimensionata: l’unica ala pienamente agibile è la zona verde che ospita gli immigrati mentre la zona blu “offre” una sola camerata. In corso i lavori di ripristino della zona rossa. Non è l’unico problema. Non vi sono notizie precise sul cambio della guardia nella gestione fra il consorzio trapanese Connecting People e la cordata franco-italiana capeggiata dalla transalpina Gepsa. La gestione attuale, scaduta già in dicembre, viene prorogata di mese in mese. Nel frattempo gli operatori del centro lamentano continui ritardi nel pagamento degli stipendi e le forze dell’ordine denunciano da sempre carenze di organico e la necessità di dispositivi di sicurezza più moderni ed efficaci. Cosa sta succedendo, dunque, nel “supercarcere” per migranti costato 17 milioni? Hanno provato a capirlo anche politici e giornalisti che ieri mattina hanno aderito all’iniziativa nazionale “LasciateCientrare” promossa da Federazione nazionale stampa italiana, Assostampa, Ordine dei giornalisti e alcuni parlamentari. A Gradisca c’erano il deputato Carlo Monai (Idv), il segretario regionale di Assostampa Gianni Martellozzo, il consigliere regionale Antonaz (Prc) e quelli provinciali di Trieste Morena e Bergamini (Sel). Agli operatori dell’informazione l’accesso è stato negato e solo Monai ha dunque varcato, dopo aver atteso il nullaosta della Prefettura goriziana, la soglia del Cie. La sua visita è durata un’ora. Monai ha consegnato agli ospiti una lettera di associazioni che si occupano di offrire assistenza culturale, legale ed informativa ai migranti. «Le condizioni delle carceri, ma anche quelle del mio cane – ha affermato il deputato – sono certamente migliori del trattamento riservato a queste persone, molte delle quali non hanno commesso reati. Qui non esiste l’ora d’aria, al massimo pochi minuti in una gabbia esterna, si dorme praticamente senza materassi, i migranti non possono interagire con i propri legali e i contatti sono limitati esclusivamente ai familiari e ad una telefonata ogni due settimane»

 

Il Piccolo 24/06/11

Assostampa, manifestazione per il Cie di Gradisca

 

TRIESTE L’Assostampa Fvg aderisce e invita giornalisti e cittadini a partecipare alla manifestazione che si terrà domani alle 11 dinanzi al “Cie” (Centro di identificazione) di Gradisca, in provincia di Gorizia. “Cie” e “Cara” (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) sono da tempo off limits per l’informazione, luoghi interdetti alla società civile e in cui soltanto alcune organizzazioni umanitarie riescono ad entrare. Una circolare del ministro dell’Interno, la n.1305 emanata il 1 aprile 2011, ha reso ancora più inaccessibili tali luoghi, fino a data da destinarsi, in nome dell’emergenza nordafricana. Giornalisti, sindacati, esponenti di associazionismo antirazzista umanitario, presenti nel territorio in cui sono ubicati, sono considerati secondo questa circolare “un intralcio” all’operato degli enti gestori e per questo tenuti fuori. Nel comitato promotore ci sono fra gli altri Fnsi, Ordine nazionale dei giornalisti, Articolo 21, e i parlamentari Jean Leonard Touadi, Rosa Villecco Calipari, Savino Pezzotta , Livia Turco, Fabio Granata, Giuseppe Giulietti, Furio Colombo, Francesco Pardi. A Gradisca sono previsti gli interventi dei parlamentari Monai (IdV) e Strizzolo (Pd).

 

 

Messaggero Veneto del 26/07/11

Visita di Monai al Cie «Si vive meglio in carcere»

 

GRADISCA «Francamente vivono in condizioni migliori il mio cane e anche i carcerati». La battuta che il parlamentare Carlo Monai regala ai giornalisti al termine della sua visita al Cie è eloquente. Il deputato dell’Italia dei Valori ha fatto il suo ingresso nella struttura governativa di via Udine in occasione della manifestazione nazionale (coinvolti anche i centri per immigrati di Roma, Modena, Torino, Milano, Bari e Trapani) “LasciateCIEntrare”, promossa contro il divieto di ingresso nei centri immigrati ai rappresentanti della stampa e delle associazioni, da Federazione nazionale della stampa (Fnsi), Ordine dei giornalisti, Articolo 21, Asgi, Primo marzo, Open Society Foundation, European Alternatives e dai parlamentari Jean Leonard Touadi, Rosa Villecco Calipari, Savino Pezzotta, Livia Turco, Fabio Granata, Giuseppe Giulietti, Furio Colombo, Francesco Pardi. L’onorevole Monai ha fatto il suo ingresso al Cie alle 11.40, dopo un’attesa dell’ok da parte della Prefettura durata oltre mezz’ora. «Non mi aspettavo di trovare condizioni così disastrate – ha raccontato Monai ai giornalisti al termine della visita –. Gli immigrati che si trovano all’interno del Cie dormono per terra, senza neppure un materasso, in ambienti asfittici. La loro ora d’aria si riduce a dieci minuti di libertà per due volte al giorno in spazi di pochi metri quadrati, dove è consentito loro di fumare due sigarette al mattino e altrettante alla sera. Una sola stanza è stata ritenuta agibile dai Vigili del Fuoco dell’ala interessata negli ultimi scontri, ospita dieci persone». Il parlamentare ha illustrato la situazione attuale all’interno del Cie: 59 gli immigrati trattenuti nel centro, tutti arrivati nel corso del 2011, a fronte di una capienza di 52 persone. La maggioranza è di nazionalità tunisina, ma vi sono anche un uomo proveniente dal Bangladesh e uno proveniente dall’Iraq. «Si tratta di persone che non c’entrano nulla con le contestazioni – ha aggiunto Monai – e meriterebbero un minimo di decoro, a cominciare da materassi ignifughi su cui dormire». «Ritengo che servirebbe un’operazione trasparenza – ha concluso il parlamentare dell’Italia dei Valori – per far vedere a tutti i cittadini italiani come viene gestita l’emergenza immigrazione dal punto di vista amministrativo». Giuseppe Pisano