Il Piccolo del 01/04/11
Amianto, processo a rischio con la prescrizione breve
Possibile la prescrizione per alcuni dei 47 imputati accusati di lesioni colpose. L’Associazione degli esposti alla fibra killer: «Non vogliamo colpi di spugna»
di Christian Seu
GORIZIA. Il varo del disegno di legge sulla prescrizione breve, in esame alla Camera dei deputati martedì prossimo, rischia di avere ripercussioni sul maxiprocesso per le morti causate dall’esposizione all’amianto negli stabilimenti Fincantieri di Monfalcone, nel periodo compreso tra il 1965 e il 1985.
«Il rischio potrebbe effettivamente configurarsi, almeno per alcune posizioni», conferma con la cautela del caso il procuratore capo di Gorizia, Caterina Ajello, che ha avviato un’analisi per scoprire i risvolti che l’approvazione del ddl sul processo breve potrebbe avere sui procedimenti di cui si sta occupando il Tribunale del capoluogo isontino.
In particolare, l’attenzione è rivolta al processo sulle morti legate a patologie asbesto-correlate, per il quale sono imputate 47 persone: i primi rinvii a giudizio sono stati firmati dai pm goriziani nel marzo del 2006 e uno dei punti cardine della riforma prevede che la sentenza di primo grado per i reati con pene inferiori a dieci anni debba essere pronunciata entro tre anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, pena la prescrizione del reato.
A quel punto, le posizioni di alcuni degli imputati, accusati di lesioni colpose aggravate ai danni dei lavoratori Fincantieri, potrebbero essere prescritte. Le parti offese sono al momento 87, ma la magistratura goriziana indaga su altri 299 casi legati a malattie professionali contratte a causa dell’esposizione alla fibra-killer nei cantieri navali e non è escluso che nuovi rinvii a giudizio possano giungere a breve. Nel corso delle trenta udienze finora celebrate sono stati sentiti circa 200 testi: ne sfileranno davanti al giudice almeno altrettanti nei prossimi mesi.
L’auspicio della Procura è di arrivare al pronunciamento della sentenza entro la prossima primavera, intoppi procedurali e innovazioni legislative permettendo.
«C’era la magra consolazione di vedere finalmente marciare a ritmo spedito la macchina della giustizia: l’idea di un possibile colpo di spugna ci indigna profondamente»: a parlare, con la voce rotta dall’emozione, è Rita Nadalino Nardi, presidente dell’Associazione esposti amianto di Monfalcone.
«E’ uno schifo, non ci sono altri termini per descrivere quanto sta accadendo», spiega la referente del sodalizio, commentando i possibili risvolti che l’applicazione del ddl sulla prescrizione breve potrebbe avere sul maxi-processo amianto. «L’ergastolo vero lo vive chi ha perso i propri cari: stanno calpestando la nostra dignità, ma non assisteremo impassibili a questo sfacelo», conclude.
(01 aprile 2011)