Messaggero Veneto SABATO, 09 GENNAIO 2010 Pagina 2 – Udine
I ragazzi sfrattati da via Scalo Nuovo ribadiscono all’assessore di non voler mollare: creeremo un centro di sperimentazione «Franzil poteva presentarsi al pignarûl del Csa» |
L’assessore Kristian Franzil, accusato dai giovani del Centro sociale di averli trascurati, precisa che invece il Comune è al lavoro per trovare una soluzione alla loro richiesta di spazi, dopo lo sgombero dello stabile di via Scalo Nuovo. Ora, i ragazzi del Csa, nel dirsi contenti della presa di posizione di Franzil, intendono precisare che non intendono mollare sul loro impegno, facendo anzi del Csa un centro di sperimentazione.
«Le critiche rivolte a Franzil durante il pignarûl – scrivono i ragazzi del Csa – erano dovute al fatto che decine di telefonate da parte di chi mantiene i contatti con lui nei dieci giorni precedenti non avevano ottenuto risposta se non due sms, e che il primo contatto verbale si è avuto solo il 7 gennaio, il giorno dopo il Pignarul si sono appresi alcuni dei particolari riportati dalla stampa. Un passaggio al pignarul in via Scalo Nuovo l’assessore lo poteva anche fare, visto che la miglior cosa è parlarsi in modo diretto».
«Cogliamo l’occasione – si legge ancora – per ribadire che il Csa è molto preciso nelle sue espressioni e scelte politiche; se dice di occupare poi occupa; se dice di firmare un contratto di affitto poi lo firma; se dice che al Pignarul sono passate almeno 150 persone è perchè sono state effettivamente contate. Nonostante le competizioni oggi in atto a Udine siamo convinti di avere una base di massa senz’altro superiore alla media di quella avuta in 22 anni di attività. Il nucleo fondamentale è molto compatto e le nostre prospettive per il futuro sono decisamente innovative in quanto ri-partiamo da un diverso concetto di autogestione come espresso nello slogan “autogestione: desiderio del presente, necessità del futuro”. Quindi un progetto necessariamente trans-generazionale e che tiene conto delle svolte epocali già avvenute e che avverrano in questo decennio ed in questo secolo. Siamo di fronte alla concomitanza di due crisi irreversibili: quella economico-occupazionale e quella ecologico-climatica. Il Csa oggi intende ripartire non solo come luogo di socialità, ma soprattutto come un Centro di sperimentazione autogestionaria per i nuovi problemi che il futuro ci ha già messo sul tavolo
«Le critiche rivolte a Franzil durante il pignarûl – scrivono i ragazzi del Csa – erano dovute al fatto che decine di telefonate da parte di chi mantiene i contatti con lui nei dieci giorni precedenti non avevano ottenuto risposta se non due sms, e che il primo contatto verbale si è avuto solo il 7 gennaio, il giorno dopo il Pignarul si sono appresi alcuni dei particolari riportati dalla stampa. Un passaggio al pignarul in via Scalo Nuovo l’assessore lo poteva anche fare, visto che la miglior cosa è parlarsi in modo diretto».
«Cogliamo l’occasione – si legge ancora – per ribadire che il Csa è molto preciso nelle sue espressioni e scelte politiche; se dice di occupare poi occupa; se dice di firmare un contratto di affitto poi lo firma; se dice che al Pignarul sono passate almeno 150 persone è perchè sono state effettivamente contate. Nonostante le competizioni oggi in atto a Udine siamo convinti di avere una base di massa senz’altro superiore alla media di quella avuta in 22 anni di attività. Il nucleo fondamentale è molto compatto e le nostre prospettive per il futuro sono decisamente innovative in quanto ri-partiamo da un diverso concetto di autogestione come espresso nello slogan “autogestione: desiderio del presente, necessità del futuro”. Quindi un progetto necessariamente trans-generazionale e che tiene conto delle svolte epocali già avvenute e che avverrano in questo decennio ed in questo secolo. Siamo di fronte alla concomitanza di due crisi irreversibili: quella economico-occupazionale e quella ecologico-climatica. Il Csa oggi intende ripartire non solo come luogo di socialità, ma soprattutto come un Centro di sperimentazione autogestionaria per i nuovi problemi che il futuro ci ha già messo sul tavolo