CIE: due nuovi lager in regione?

 

Messaggero Veneto del 29/03/11

Clauzetto e Sgonico: le due tendopoli in Fvg

 

UDINE In Friuli Venezia Giulia saranno inviati circa mille degli extracomunitari – probabilmente tutti tunisini – che in questi giorni hanno “invaso” Lampedusa: 500 a Clauzetto di Pordenone e altrettanti a Sgonico. I numeri non sono stati ancora ufficializzati, ma è già polemica: la Lega Nord di Pordenone è pronta ad alzare le barricate per evitare «l’ingresso in regione dei clandestini» anche perchè, secondo indiscrezioni, a questi due siti se ne potrebbe aggiungere un altro: la caserma Monti di Pordenone. L’ufficializzazione dei siti era attesa per oggi, ma ieri sera il ministro Maroni ha anticipato il piano di evacuazione dell’isola siciliana, allo stremo e invasa da oltre cinquemila tunisini. Un’accelerazione dovuta alla situazione ormai fuori controllo. Il piano, su cui stanno lavorando i tecnici dell’unità di crisi del Viminale, sarà domani sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per svuotare Lampedusa, dunque, il ministero ha deciso che domani arriveranno nell’isola cinque navi passeggeri e la San Marco della Marina Militare, per un totale di diecimila posti. L’obiettivo è quello di portare via tutti i migranti, sperando che non ne arrivino altri. Per ospitare gli oltre cinquemila tunisini, il Viminale ha deciso di individuare una serie di aree dove allestire le tendopoli e utilizzare alcuni dei 13 siti messi a disposizione dalla Difesa che, nelle intenzioni del governo, avrebbero dovuto accogliere soltanto i profughi provenienti dalla Libia: tra caserme e aree dismesse ci sono, in Friuli Venezia Giulia, Clauzetto e Sgonico, quindi Trapani, Marsala e Torretta (Palermo) in Sicilia; Manduria (Taranto), Carapelle (Foggia) e San Pancrazio Salentino (Brindisi) in Puglia, Boceda (Massa Carrara) in Toscana, Monghidoro (Bologna) in Emilia Romagna, Cirè e Front (Torino) in Piemonte, Castano Primo (Milano) in Lombardia. Due campi sono di fatto già in funzione: la tendopoli di Manduria, dove ci sono circa 600 migranti e, oggi, arriveranno con nave Grimaldi altri 827, e quella nell’ex aeroporto di Chinisia a Trapani, dove si sta predisponendo l’accoglienza per 500 persone. Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha assicurato che a Manduria andranno al massimo 1.500 migranti» e che è «intenzione del governo – ha confermato Mantovano – far sì che il carico di questa situazione sia distribuito su tutto il territorio nazionale». Domani, subito dopo il Consiglio dei ministri è in programma l’incontro al Viminale con Regioni, Province e Comuni: sarà quella l’occasione per ribadire che per superare l’emergenza serve il contributo di tutti, nessuno escluso. Ma il Carroccio pordenonese è già sul piede di guerra: ieri sera si è tenuto il direttivo provinciale con al centro, appunto, l’emergenza profughi. Dalle informazioni giunte ai dirigenti del Carroccio, al sito di Clauzetto (il poligono militare dove sarebbe allestita una tendopoli) si aggiungerebbe quello della caserma Monti, nella zona della Comina a Pordenone. Una struttura militare non utilizzata, nell’elenco dei beni dismissibili, che sarebbe della partita. Il Carroccio è pronto ad alzare le barricate. La Prefettura, invece, ieri sera era completamente al buio, visto che non aveva ricevuto comunicazioni ufficiali dal ministero, né circa la tendopoli di Clauzetto, né sul possibile coinvolgimento della Monti.

 

Maroni: profughi africani nella caserma di Sgonico

 

Fino a 20 anni fa era la sede dei Lancieri di Novara. Ora è nella lista dei tredici centri di accoglienza indicati dal Ministero. Il sindaco Sardoc: Ma è di nostra proprietà ed è in uno stato di degrado

di Corrado Barbacini

 

La caserma di Borgo Grotta, nel Comune di Sgonico, è stata indicata dal ministro Roberto Maroni come uno dei tredici centri dove l’Italia potrebbe ospitare «immediatamente» i profughi della Libia. La struttura rientra nel cosiddetto piano dell’emergenza immigrati. Lì, dove fino a vent’anni fa, operavano i reparti dei Lancieri di Novara in un’area praticamente parallela al paese di Borgo Grotta, potrebbe insomma sorgere un Cie provvisorio. Cie è l’acronimo di Centro di identificazione ed espulsione. Insomma potrebbe trattarsi di una struttura simile a quella di Gradisca, in questo caso, ovviamente destinata in via esclusiva ai profughi della Libia. La notizia della caserma di Borgo Grotta è uscita ieri da ambienti romani vicini al ministro degli Interni. Ma fin da subito il sindaco di Sgonico, Mirco Sardoc, mette le mani avanti. Con malcelata ironia osserva: «Credo che si un po’ prematuro. Bisognerebbe creare le condizioni».

 

E poi lancia l’affondo: «Si dimenticano che la caserma è una proprietà del Comune di Sgonico. «In questi casi – puntualizza – bisognerebbe coinvolgere almeno il proprietario. Qualcuno mi dovrà spiegare perché non si coinvolgano per esempio le proprietà di altri comuni». E poi annuncia: «E’ un sito inquinato. Bisognerebbe bonificarlo dall’amianto. E le condizioni sono di degrado assoluto. Non c’è un sanitario nell’intera struttura e per vent’anni, prima che diventasse di proprietà del Comune, è stata meta di vandali». Alla fine propone: «Se si vorrà procedere con un esproprio…».

 

Come dire: se vogliono la caserma la paghino. Della eventuale riconversione se n’era parlato, seppur in via indiretta, due settimane fa quando il prefetto Alessandro Giacchetti aveva presieduto un incontro con la presidente della provincia Maria Teresa Bassa Poropat e il sindaco di Monfalcone Gianfranco Pizzolitto. Erano andato da lui come rappresentante dell’Upi e presidente dell’Anci. Racconta Poropat: «Avevamo rilevato che quello dei siti era un problema di rilevanza regionale che deve essere condiviso. Avevamo anche manifestato la preoccupazione dell’impatto provocato da una struttura del genere in un paese di 800 abitanti». Però il piano presentato dal ministro Maroni «non esenta alcuna regione dal prendersi in carico i profughi libici». Il criterio tutto quantitativo di distribuzione prevede mille stranieri ogni milione di abitanti. A dividersi l’onere in regione saranno, secondo la lista, l’ex poligono Ciarlec a Clauzetto e la caserma di Borgo Grotta.

 

E riguardo al reperimento dei siti, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, non le manda a dire. «Che vadano in Friuli. Hanno tante caserme abbandonate da utilizzare. I profughi dovrebbero essere tenuti in mezzo alla campagna, non vicino a un centro abitato. Per fortuna – chiosa – che la questione non riguarda una struttura in Comune di Trieste. Anche perché la caserma di Banne è inagibile da tutti i punti di vista». Ieri la notizia dell’indicazione della struttura di Borgo Grotta si è diffusa a macchia d’olio. Diversi abitanti si sono fermati vicino alla caserma che ha i cancelli sbarrati. «Donne e bambini che vengano pure. Noi aiutiamo chi ha bisogno. Ma gli uomini che hanno fatto la guerra, è meglio di no», dice una che ieri pomeriggio stava facendo una passeggiata con un’amica proprio lungo il sentiero che costeggia il muro di quello che potrebbe diventare il nuovo Cie. E aggiunge: «Chi vivrà vedrà».

 


da Il Piccolo

 

“Profughi africani a Sgonico? Assurdo”

 

Il centrodestra del Comune carsico si allinea al sindaco Sardoc. La Lega: “Dipiazza intervenga per bloccare il progetto”

 

di Claudio Ernè

Chiederemo la convocazione urgente del Consiglio comunale di Sgonico per discutere di ciò che sta accadendo. Voglio sperare che la scelta dell’ex caserma Dardi come sede di un Centro di identificazione per immigrati non sia vera. Può darsi che il nome sia finito casualmente nella lista approntata a Roma assieme a quello di tante altre caserme dismesse. Ma questa scelta è assolutamente improponibile, sia perché l’area è di proprietà del nostro Comune, sia perché per renderla agibile sono necessari più di un milione di euro».

Lo hanno affermato ieri due consiglieri comunali d’opposizione nella località carsica in cui risiedono complessivamente 2190 persone. Denis Zigante del Partito delle Libertà e Piero Geremia dell’Unione di Centro sembrano oggi più vicini alla posizione espressa su questo tema dal sindaco Mirko Sardoc che a quella del ministro degli Interni, il leghista Roberto Maroni e degli altri esponenti – specie udinesi – del Carroccio. «È assurdo che a Borgo Grotta venga insediato un Cie. Il nostro no è assoluto. Il futuro della caserma Dardi deve essere necessariamente diretto a favorire la comunità che vive in questo Comune».

Piero Geremia rincara la dose. «Mi sembra strano che si sia scelta proprio una località in provincia di Trieste che territorialmente è la più piccola della regione. Ma riesco anche a capirne il motivo: il presidente della Provincia di Udine, il leghista antitriestino Piero Fontanini che appartiene allo stesso partito del ministro che ha compiuto queste scellerate e pericolose scelte, pensa forse che in questo modo la sua popolarità possa crescere e per l’ennesima volta si scaglia contro Trieste a cui ha già imposto il candidato sindaco e il marchio “tipicamente friulano” per la Barcolana. La provincia di Udine ha più spazi disponibili e molti più siti adatti a risolvere il problema. C’è un sito a Gorizia; si sta scegliendo un sito a Pordenone e si sta tentando di farne uno in provincia di Trieste. E Udine?»

Maurizio Ferrara, consigliere comunale della Lega Nord a Trieste, cerca di parare il corpo. Ha chiesto ieri, attraverso una mozione, che il sindaco Roberto Dipiazza si impegni a intervenire con la Regione, «per esprimere il parere assolutamente contrario del Consiglio comunale di Trieste all’accoglimento dei profughi libici nel territorio provinciale». In sintesi Maurizio Ferrara ripropone il contenuto dello slogan del Carroccio: “Padroni a casa nostra”. È però necessario capire quali sono i limiti territoriali di quella che viene indicata come “casa nostra”. La cosiddetta Padania, l’intera regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Trieste, o il Comune di Sgonico o meglio la zona di Borgo Grotta Gigante e delle Girandole? Non si sa, anche se l’eventuale scelta rischia di togliere valore ai terreni e alle ville e villette che sono state o sono in costruzione in quel Comune.