da Repubblica.it
Lampedusa, “No alle tendopoli”
Trasferiti a Mineo 200 immigrati
Approdi no stop al porto dopo due giorni di maltempo. Critica la situazione sull’isola con quasi 3mila richiedenti asilo. I residenti occupano la riserva naturale: “turismo a rischio”. Oggi apre la struttura in provincia di Catania. Il sindaco: temo problema di ordine pubblico
di MASSIMO LORELLO e FRANCESCO VIVIANO
In 52 hanno raggiunto l’isola su un barcone di legno. E’ solo l’ultimo degli sbarchi ripresi a Lampedusa nelle ultime ore, dopo due giorni senza arrivi di immigrati a causa delle cattive condizioni del mare. La scorsa notte poco dopo l’una sono approdati 39 tunisini, tra i quali tre donne. Erano su un piccolo scafo che ha raggiunto la costa senza essere stato avvistato in precedenza. Prima un’altra imbarcazione aveva portato altri 38 extracomunitari.
Nelle ore successive la sala operativa della Capitaneria di porto di Palermo, che coordina le operazioni nel Canale di Sicilia, ha individuato altri 13 natanti in arrivo. E intanto sale la tensione sull’isola dove la situazione resta critica, con la presenza di oltre 2.800 persone, delle quali 2.600 nel centro di accoglienza che dispone di solo 800 posti, e le restanti 200 nella “Casa della fraternità” della parrocchia di San Gerlando.
“Il centro di accoglienza sembra un lager”
La protesta. Un gruppo di abitanti dell’isola ha occupato in tarda mattinata i locali dell’area marina protetta gestita da Legambiente, dove in giornata avrebbero dovuto essere trasferiti 200 tunisini. La decisione di occupare è stata assunta al termine di una riunione del Comitato giovanile, dell’associazione Askavusa e di albergatori e pescatori, che si oppongono al montaggio di due tendopoli da 500 posti l’una per alloggiare i migranti. “Non possiamo certo permettere – ha dichiarato il presidente di Federalberghi delle isola minori della Sicilia, Christian Del Bono – che lo sviluppo di queste isole venga improvvisamente arrestato”. In questa scelta del governo, i lampedusani vedono infatti l’intenzione di trasformare l’isola in un ghetto con ripercussioni negative non solo sulla stagione turistica ma sulla stessa vivibilità di Lampedusa che non dispone di risorse idriche e agricole sufficienti al suo fabbisogno. Oltre all’occupazione della riserva naturale, gli isolani minacciano altre forme di protesta nelle prossime ore, anche sui moli del porto dove avvengono gli sbarchi di immigrati.
Ieri a Lampedusa (video) sono arrivati i primi militari dell’esercito e il personale della Protezione civile incaricato di realizzare una tendopoli per gli immigrati. Nella stessa giornata si è tenuta una manifestazione con il tricolore a mezz’asta listato a lutto.
Primi arrivi a Mineo (Catania). In mattinata al Villaggio della solidarietà di Mineo, in provincia di Catania, sono arrivati i 200 immigrati richiedenti asilo, trasferiti su due pullman scortati da polizia e carabinieri. Nel Residence degli aranci, fino a qualche mese fa utilizzato dalle forze militari Usa di stanza alla base di Sigonella, troveranno posto complessivamente 2 mila persone provenienti dai Centri di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara) di Trapani, Crotone e Foggia.
Prima ancora dei pullman al Villaggio sono arrivati tre immigrati richiedenti asilo, giunti in auto dal Cara di Trapani. Uno di essi, Mahmud Osmay Abderrazak, somalo, di 33 anni, ha mostrato ai giornalisti il cartellino con il numero 1. Un altro gruppo, proveniente da Bari, è atteso per le 15.
Pignataro: “Così si crea una riserva indiana”
Le polemiche. Ad accogliere gli immigrati, il sindaco Giuseppe Castania, che si è detto preoccupato per una soluzione che metterebbe a rischio l’ordine pubblico. “Questo territorio difficilmente potrà dare risposte agli immigrati richiedenti asilo, – ha detto Castania – tranne che il governo non vari un programma strutturale che dia grandi opportunità qui di lavoro non solo a loro ma anche alle popolazioni locali”.
“I timori della popolazione riguardano una percentuale che il governo ha quantificato intorno al 30 per cento delle persone ospitate nei Cara, cioè almeno 600 persone, – ha continuato Castania – che non riesce a concludere il percorso per l’ottenimento dello status di rifugiato politico. Qualcuno viene colto in flagranza di reato e viene rimpatriato, altri fuggono e non si trovano più”.
Tutto dipende – ha concluso Castania – dal numero di migranti che saranno ospitati, da come saranno assistiti in questo villaggio: chi si sente trattato bene e intravede la possibilità di un processo di inclusione ed integrazione non ha motivo di delinquere”.
Apre il villaggio di Mineo
domani i primi richiedenti asilo
Duecento immigrati provenienti dai Cara verranno ospitati nel residence ex Nato. Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Catania. Ma gli amministratori locali sono contrari
Arriveranno domani al Villaggio della solidarietà di Mineo, in provincia di Catania, i primi 200 immigrati richiedenti asilo. Lo ha reso noto il presidente della Provincia etnea Giuseppe Castiglione. L’apertura della struttura era stata anticipata ieri dal prefetto Giuseppe Caruso, commissario governativo per l’emergenza immigrazione. Nel Residence degli aranci, fino a qualche mese fa utilizzato dalle forze militari Usa di stanza alla base di Sigonella, troveranno posto complessivamente 2 mila persone provenienti dai Centri di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara). Una iniziativa voluta fortemente dal Viminale, ma che è stata contrastata dal presidente della Regione Raffaele Lombardo e da alcuni amministratori locali.
“Assolveremo al nostro ruolo”, afferma il vicesindaco di Mineo Maurizio Siragusa, “che è quello di vigilare affinché non succeda nulla nel nostro territorio e ci auguriamo che tutto vada come il ministero ha previsto, dopo di che aspettiamo. Noi vorremmo che gli organi che stanno gestendo la cosa si mettessero in contatto con le autorità del territorio. Lo abbiamo sempre ribadito ma ci pare che da questo punto di vista non ci sentano. Comunque aspettiamo e siamo fiduciosi, magari ce lo faranno sapere domani”.
Contrario alla creazione del centro, il sindaco di Caltagirone Francesco Pignataro: “Ribadiamo la nostra contrarietà a questa iniziativa. Non è così che si costruisce l’integrazione, così si realizzano le condizioni di ‘riserva indiana’”. Pignataro aggiunge: “Dato che il governo ha deciso di andare avanti l’augurio è che sia data alle autorità locali la possibilità di accesso alla struttura per vigilare sulle condizioni in cui si troveranno gli immigrati e che sia data ai tanti piccoli operatori economici della zona la possibilità di essere presi in considerazione per le piccole opportunità che possono aprirsi nell’ambito della ospitalità da dare alle forze di polizia”.