NUCLEARE/ A questo punto resta solo il Friuli Venezia Giulia. Torviscosa potrebbe essere uno dei siti

Tondo non ha mica detto chiaramente di no al nucleare, anzi!! Ha solo detto che il FVG è sismico, ma questo non giova! Infatti basta dire che la bassa friulana è poco sismica e il gioco è fatto. D’altro canto attenersi al sì delle Regioni sarebbe come non fare il nucleare per cui anche questa posizione puzza di imbroglio tattico per aspettare che passi la buriana. Tondo dice che bisogna investire a Krsko, ma evidentemente è una boiata che solo un ignorante come lui può continuare a veicolare senza preoccuoarsi di fare la figura del pirla.  Il problema è che  di fatto Tondo ha lasciato volutamente la porta aperta al nucleare in Regione, infatti non ha detto e tuttora non dice, un no chiaro e formale. Così il Governo al momento buono dirà che la Regione FVG non ha detto di NO e quindi qui si può fare la centrale. Questo è il gioco!
Messaggero Veneto 16 marzo

L’idea di Tondo sul nucleare:
«Il Fvg punterà su Krsko»

nucleare, Ksko, Renzo Tondo

Il terremoto e lo tsunami in Giappone «rafforzano» l’idea della Regione Friuli Venezia Giulia di far partecipare l’Italia alla realizzazione del nuovo reattore della centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, a circa 100 chilometri da Trieste. Lo ha sottolineato ieri il presidente della giunta regionale, Renzo Tondo: «Credo che l’impegno della Regione per investire su Krsko debba essere rafforzato», ha detto.

16 marzo 2011

Nucleare, l’esecutivo in affanno
“Solo dove le Regioni dicono sì”

Nucleare, l'esecutivo in affanno "Solo dove le Regioni dicono sì"

 

Il sottosegretario Saglia assicura che le centrali non saranno costruite senza l’assenso delle amministrazioni regionali. Un modo per tranquillizzare i governatori, da Zaia a Lombardo, che si erano uniti al fronte del no. Ma ripete che sarebbe un errore bloccare il piano di ritorno all’atomo / Commenta

 

 

 

 

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Nucleare: Alemanno e Polverini fronte comune per il no

Sindaco,dopo giappone problema sicurezza; Governatrice, gia’ dato

15 marzo, 20:25

(ANSA) – ROMA, 15 MAR – Difficile tentennare davanti alle tragiche immagini che dal Giappone arrivano nelle tv di tutto il mondo. Gianni Alemanno e Renata Polverini rompono gli indugi e allontanano l’ipotesi nucleare dal Lazio. Il primo ragiona ”dopo il Giappone c’e’ una questione sicurezza”, la seconda e’ piu’ netta ”il Lazio ha gia’ dato, avevo gia’ espresso al Governo la mia contrarieta”’.(ANSA).
Repubblica

 

Alemanno: “Dopo l’apocalisse in Giappone
quale territorio vorrà centrali nucleari?”
Il sindaco: “Niente giudizi affrettati, ideologici o negativi per forza, però è necessario un esame molto serio”

Da Zaia a Lombardo, fronte unico
I governatori si ribellano all’atomo

Dopo l’incidente in Giappone anche nel Pdl avanza il fronte del no ai nuovi impianti. Anche chi spalleggiava le decisioni dell’esecutivo ora fa retromarcia


ROMA – Nucleare mai, tantomeno in casa nostra. Il fronte dei governatori anti centrali atomiche si è rinsaldato dopo la tragedia del Giappone. E anche chi sembrava spalleggiare la decisione del governo di riattaccare la spina al nucleare in Italia, ora fa retromarcia. Dalle Regioni è arrivato ieri un altro “no”. Un coro in cui spicca solo qualche voce isolata (Lombardia, Campania), ma con toni più bassi di qualche settimana fa. Il governo ha varato l’anno scorso un decreto che fissava i criteri di localizzazione delle centrali e dei depositi delle scorie, con l’obiettivo di far partire i lavori del primo impianto entro il 2013. Dove? C’è una lista di possibili siti, ma senza il via libera degli enti locali è difficile, forse impossibile (i primi ricorsi sono scattati subito), avviare qualsiasi progetto. Sul decreto c’è un parere negativo espresso da tutti tranne che da Lombardia, Piemonte, Campania e Veneto che però avevano legato il loro sì al nucleare a una serie di emendamenti. Ma ieri, anche nel fronte del possibilisti, sono emerse le prime crepe.

Il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia ha precisato: “Fino a quando ci sarò io è e sarà sempre no all’ipotesi di ospitare una centrale nucleare, il Veneto non ha le caratteristiche necessarie”. La Lombardia tiene il punto: “Siamo autosufficienti nella produzione di energia e di questo bisognerà tenere conto quando si penserà alle nuove localizzazioni – ha detto il governatore Roberto Formigoni – ma bisogna notare anche che le centrali del Giappone sono obsolete. Senza dimenticare che il Giappone è terra altissimamente sismica”. Secondo il governatore lombardo, in Italia, invece, “parliamo di centrali di nuovissima generazione e, inoltre siamo un Paese sismico, ma migliaia di volte meno del Giappone”. Eppure il rischio terremoti c’è anche in Italia e il governatore della Campania, Stefano Caldoro (Pdl) lo ricorda: “Proprio oggi (ieri, ndr) c’è stata una scossa del terzo grado nel beneventano – ha detto – ma c’è un gap energetico da colmare e non bisogna fare scelte ideologiche”. E se arrivasse una centrale in Campania? Secondo le indiscrezioni nella lista dei possibili siti c’è n’è anche uno sul Garigliano. “Le condizioni morfologiche della Campania non lo consentono – aggiunge Caldoro – decideranno gli esperti, ma non mi risulta che il governo pensi a una centrale da noi”. Una posizione simile era stata espressa (ma prima del Giappone) dal governatore del Piemonte, il leghista Cota: “Dire no al nucleare sarebbe ipocrita con le centrali francesi al confine, ma in Piemonte non ci sono le caratteristiche adatte per un nuovo impianto”.

Dagli altri un netto stop. “Continuiamo ad essere contrari al nucleare tanto più oggi, non è sicuro e non risolve i problemi energetici”, ha detto Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni. “Dobbiamo imparare dalla tragedia giapponese”, aggiunge il governatore della Puglia, Nichi Vendola. Tra i possibili siti per una centrale atomica c’è anche Montalto di Castro (forse proprio tra i primi a poter essere preso in considerazione), al confine tra Lazio e Toscana. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, è da sempre contrario. Ma è no anche dal Lazio: “Non c’è bisogno di nuove centrali”, dice Renata Polverini. Il presidente della Basilicata Vito De Filippo spiega le ragioni del no: “Il nucleare è come un’auto senza freni. I costi, anche per la gestione delle scorie, sono alti e ci sono rischi per la sicurezza”. Il siciliano Lombardo è esplicito: “Il governo eviti di farci fare manifestazioni contro lo sbarco del nucleare in Sicilia”. (16 marzo 2011)