Il Piccolo 9 marzo 2011
L’allarme è stato lanciato dall’ambientalista De Toni che accusa l’Ato di volere ridurre drasticamente la portata d’acqua dei pozzi artesiani
di Elena Placitelli
CERVIGNANO
A rischio i pozzi artesiani della
Bassa friulana. Si tratterebbe
di chiudere le fontane con una
saracinesca, lasciandone scorrere
solo un piccolo gettito
d’acqua. L’allarme arriva da
Paolo De Toni, portavoce del
Comitato difesa ambientale,
dopo che, il 21 febbraio scorso,
ha incontrato a Udine i vertici
dell’Ato per chiarire la vicenda
dei rimborsi. Finora la
notizia è trapelata solo in via
ufficiosa. Nessuna dichiarazione
formale,maquesto è quanto,
nel corso del vertice udinese,
il direttore dell’Ato, Massimo
Canali, avrebbe anticipato
verbalmente a De Toni: «Il direttore
– insorge il portavoce –
ha espresso la volontà dell’Ato
di strozzare quanto più possibile
i pozzi, per ridurre drasticamente
la loro portata, fino
ad azzerarla quasi completamente
». Si annuncia così una
nuova battaglia del popolo delle
fontane, che chiama in causa
tutti i soggetti coinvolti:
l’Ambito territoriale ottimale
(Ato), il Consorzio acquedotto
Friuli centrale (Cafc), l’Autorità
regionale per la vigilanza del
servizio idrico diretta da Lucio
Cinti, i consiglieri regionali Paride
Cargnelutti e Mauro Travanut,
oltre ai sindaci della
Bassa friulana, con particolare
riferimento ai candidati alle
amministrative di Porpetto,
Torviscosa, Ruda e Villa Vicentina,
che si muovono verso le
elezioni del 15 maggio. Come
soci del Consorzio acquedotto
Friuli centrale (Cafc), infatti, i
Comuni dovrebbero deliberare
in tal senso.
A dare adito alla presunta intenzione
dell’Ato, anche le parole
che il direttore del Cafc
Massimo Battiston pare abbia
espresso quando, sempre secondo
quanto riferito da De
Toni, avrebbe giudicato anacronistica
l’abitudine di utilizzare
le fontane.Einmezzoci si
è messo pure il Wwf, che nel
convegno sulle risorse idriche
sotterranee del Fvg, ha denunciato
lo spreco d’acqua di cui
sarebbero portatori i pozzi artesiani,
chiedendo agli enti locali
di applicare i regolatori di
portata. Secondo l’associazione
ambientalista, le fontane
della Bassa farebbero schizzare
i consumi medi giornalieri a
quasi 18mila litri, contro i 250
stimati per il fabbisogno quotidiano.
«Niente di più buffo – replica
De Toni -. Una cosa è il consumo,
altra cosa il rilascio continuo
di flusso tipico delle fontane.
Invitiamo dunque il presidente
regionale del Wwf Roberto
Pizzuti a informarsi meglio,
e siamo pronti a ribattere
il contrario». Insomma, prima
il rischio atrazina, poi la
“subsindenza”, che vedrebbe
il suolo abbassarsi progressivamente
man mano che si munge
dalla falda: secondo il popolo
delle fontane tutto andrebbe
letto come una «nuova spinta
all’acquedotizzazione», anche
perché «strozzare i pozzi
significa intasare di sabbia le
presa sotterranee».