Messaggero Veneto MARTEDÌ, 08 MARZO 2011 Pagina 2 – Attualità
Ennesima giornata ad alta tensione al Centro di identificazione ed espulsione. Già in mattinata i primi disordini, quando un gruppo ha forzato una cancellata
La Prefettura di Gorizia ha sequestrato i cellulari e imposto di non fumare per evitare incendi
A Gradisca sei immigrati protestano sul tetto del Cie
Arrestato per danneggiamenti uno dei manifestanti. La nuova rivolta scatenata dalle condizioni di vita
I DIVIETI
GORIZIA. Disordini, un arresto e un’intera giornata trascorsa per protesta sul tetto della struttura per 6 immigrati clandestini. Nuova giornata ad alta tensione, quella di ieri, al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca d’Isonzo, dove già in tarda mattinata si sono registrati i primi disordini, quando un gruppo di ospiti del Centro ha forzato una delle cancellate d’accesso al cortile esterno. Da lì sette di loro sono riusciti a salire sul tetto e a mettere fuori uso una delle telecamere del servizio interno.
Soltanto dopo alcune ore, uno dei sette immigrati ha abbandonato la protesta scendendo a terra, dove è stato immediatamente arrestato dalle forze dell’ordine con l’accusa di danneggiamento a struttura pubblica. Nessun segno di cedimento, invece, da parte degli altri sei immigrati, che hanno proseguito la loro protesta, costantemente monitorati dal servizio di vigilanza operante nel Cie, fino a tarda serata.
A scatenare l’ennesimo atto dimostrativo da parte degli ospiti della struttura sarebbero stati i recenti divieti disposti dalla prefettura di Gorizia (divieto di fumare nel Centro per immigrati e sequestro dei telefonini cellulari), oltre alle condizioni in cui gli stessi immigrati sono al momento trattenuti nella struttura isontina, con una settantina di loro da cinque giorni costretta a dormire a terra, sui materassi sistemati nei corridoi e nei locali normalmente adibiti a mensa e centralino. Una trentina di immigrati, invece, da domenica ha potuto nuovamente usufruire di un letto grazie al ripristino dell’agibilità di una delle stanze bruciate nel corso degli incendi delle scorse settimane. Al momento solo due (sulle 28 totali) le camere agibili, ma inevitabilmente sovraffollate visto che la loro capienza standard è di soli 8 posti.
Nonostante la nuova ondata di sbarchi sulle coste siciliane (a Lampedusa sono stati quasi 1.500 gli immigrati approdati nella sola giornata di ieri), intanto, nessuna comunicazione ufficiale dalla Prefettura di Gorizia in merito al trasferimento dei richiedenti asilo attualmente ospitati nel Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Gradisca d’Isonzo, soluzione annunciata nello scorso fine settimana dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che aveva indicato proprio nello svuotamento dei Cara italiani e nel trasferimento dei loro ospiti (circa 2 mila persone) nel villaggio di Mineo (Catania) l’operazione necessaria per far fronte a una nuova maxi-ondata di immigrati dai Paesi nordafricani.
Cara di Gradisca che, oltretutto, al momento risulta a pieno regime (tutti esauriti i 136 posti) dopo gli arrivi alla spicciolata registrati nelle ultime settimane.
Marco Ceci
Messaggero MARTEDÌ, 08 MARZO 2011 Pagina 2 – Attualità
In due mesi quasi 8 mila arrivi e i 31 centri sono ormai saturi
Il punto
ROMA. In poco più di due mesi sono sbarcati in Italia (la stragrande maggioranza a Lampedusa) quasi 8 mila migranti, praticamente quanti – ha notato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni – ne sono arrivati nell’intero 2010. E i centri per l’immigrazione del Viminale (31 strutture tra Centri di identificazione ed espulsione, Centri di accoglienza, Centri per richiedenti asilo e Centri di primo soccorso ed accoglienza) sono ormai al collasso. Nel 2008, comunque, uno degli anni con più sbarchi, gli arrivi furono ben 37 mila.
I Centri hanno una capienza complessiva di circa 8.500 posti; si intuisce così la fretta di Maroni di approntare quello che ha definito “Piano B”, nel caso di massicci arrivi dal Nordafrica. Finora il Viminale si è regolato così: i migranti appena sbarcati a Lampedusa vengono ospitati nel Centro di prima accoglienza dell’isola, che può contenere 800 persone, ma che è arrivato ad ospitarne anche il doppio. Viene quindi fatto un primo screening, con l’identificazione e l’eventuale presentazione della richiesta di protezione internazionale o asilo. Una scelta, quest’ultima, fatta da 2.100 tunisini. Con ponti aerei e navali, i migranti vengono poi smistati negli altri centri della penisola. Che, a questo punto, sono ormai strapieni. I Cara hanno complessivamente 3.300 posti. Una capienza analoga hanno i Centri di accoglienza e quelli di primo soccorso, mentre i Cie possono ospitare 1.800 persone. Finora le destinazioni principali dei voli da Lampedusa sono stati il Centro di Crotone, che funziona sia da Cie che da Cara e Cda e che ha una capienza di 1.300 posti e quello di Bari, che ha le stesse caratteristiche e uguale numero di posti. Entrambe le strutture sono al completo. Nei Cie vengono trattenuti i clandestini che non hanno chiesto protezione e che, secondo le indicazioni di Maroni, dovranno essere rimpatriati non appena in Tunisia la situazione si sarà stabilizzata.
Tra breve dovrebbe entrare in funzione il Villaggio della solidarietà di Mineo (Catania) – l’ex residence che ospitava gli americani di stanza nella base di Sigonella – in cui saranno trasferiti circa duemila ospiti dei Cara. Ma, il moltiplicarsi degli arrivi potrebbe rendere urgente la messa a punto del “Piano B”, cioè trovare strutture in tutta Italia, in grado di ospitare fino a 50 mila persone. Le prefetture hanno cominciato a individuare le disponibilità, ora Regioni ed enti locali dovranno scegliere le aree pronte ad essere adibite all’ospitalità. Con campi attrezzati e tendopoli se sarà necessario.
Il Piccolo 8 marzo 2011 Cronaca di Gorizia
A Gradisca i profughi del Maghreb
Il governo vuole svuotare il Cara per accogliere i richiedenti asilo.
Cie, ancora stranieri sui tetti
A Gradisca i profughi del Maghreb Il governo vuole svuotare il Cara per accogliere i richiedenti asilo. Cie, ancora stranieri sui tetti
di Luigi Murciano GRADISCA D’ISONZO Oggi ai limiti della capienza. Domani, forse, svuotato per fare fronte all’emergenza umanitaria che continua ad abbattersi come un’onda anomala sulle coste siciliane. È la situazione al Cara (Centro assistenza richiedenti asilo) di Gradisca d’Isonzo. Dopo i gravi fatti verificatisi nell’altra struttura isontina per migranti, il Cie – dove la tensione rimane molto alta con la protesta sui tetti inscenata nella tarda mattinata di ieri da decine di migranti e da sei “irriducibili” fino a sera inoltrata e un arresto per danneggiamento – ora anche il secondo centro gradiscano finisce sotto i riflettori. Anche al Cara dunque non sta più uno spillo. Ma presto i richiedenti asilo potrebbero essere trasferiti in Sicilia. Il piano d’emergenza varato dal Consiglio dei ministri prevede infatti che, in caso di necessità, nei (presto ex?) Cara vengano smistati solo i cittadini stranieri attualmente in fuga dalla Libia e dagli altri Paesi del Maghreb. Per fare loro posto, i richiedenti asilo già presenti nelle strutture per rifugiati di tutto il Paese sarebbero invece trasferiti nel Villaggio della solidarietà di Mineo (Catania) un maxi-Cara da 2mila posti. L’associazione Tenda per la Pace e i diritti, che monitora da vicino la questione, esprime «sconcerto» per la decisione, in vista del possibile esodo di migranti sulle coste siciliane. «Una deportazione di massa – la denuncia – in una località completamente isolata e attorno alla quale già si stanno costruendo sistemi di recinzione e videosorveglianza. Un ghetto militarizzato. Si sta letteralmente smantellando il sistema di asilo di questo Paese, favorendo interessi privati». Tenda per la Pace denuncia anche come il divieto di fumo disposto al Cie di Gradisca, dopo gli incendi delle ultime settimane, sia stato allargato anche al vicino Cara. Accendini e telefoni cellulari vengono requisiti. «Ciò significa costanti perquisizioni a soggetti che secondo la legislazione italiana e per le direttive europee non si trovano in stato detentivo». Al Cara inoltre per l’associazione si è inasprito il controllo dei cellulari muniti di fotocamera. Ai richiedenti asilo è lasciata la scelta fra il sequestro dell’apparecchio o il danneggiamento dell’obiettivo da parte delle autorità, «prove generali per trasformare in carcere anche i Cara». Ieri come detto una nuova protesta sui tetti del Cie, per protestare contro condizioni per gli stessi sindacati di polizia «inumane». I migranti dormono e mangiano a terra, negli spazi comuni. Venerdì la Commissione parlamentare sull’attuazione dell’Accordo di Schengen e i migranti, presieduta dall’on. Margherita Boniver, visiterà Cie e Cara di Gradisca con alcuni parlamentari regionali. Il giorno dopo dalle 15 davanti alla struttura isontina invece nuove manifestazioni anti-Cie del Coordinamento libertario degli anarchici friulani. Domani, infine, potrebbe essere aggiudicato in via provvisoria l’appalto da 15 milioni di euro sino al 2014 per la gestione dei due centri.