CSA Udine/ Rassegna stampa 7 gennaio/ Ma i giornalisti sanno contare?

Messaggero Veneto GIOVEDÌ, 07 GENNAIO 2010

Pagina 1 – Udine

Il pignarûl del Csa porta polemiche:

«Il Comune ci sta prendendo in giro»

Via Scalo Nuovo

Si sentono abbandonati dall’amministrazione comunale e ritengono che i mediatori politici stiano tergiversando. Oltre 50 giovani del Centro sociale autogestito di via Scalo Nuovo si sono radunati ieri sera, nello spazio davanti all’edificio ancora sotto sequestro, per accendere un pignarûl. Il leader storico del Csa, Paolo De Toni, ha affermato senza mezzi termini: «L’assessore comunale Kristian Franzil non ha l’interesse di battersi per la nostra causa, perché è interessato a sviluppare altri centri dedicati alla socialità come il circolo arci Casaupa, al Villaggio del sole». E ha aggiunto: «Non abbiamo più contatti con l’amministrazione dal 15 dicembre, prima del nostro corteo di protesta, e questo è un chiaro segnale del disinteresse nei nostri confronti. La mancanza di contatti ci preoccupa molto». Il principale problema da risolvere, infatti, è quello della sede. «Siamo pronti a sottoscrivere un regolare contratto d’affitto con il vertice di Rfi (la società delle Ferrovie dello Stato proprietaria dello stabile) – ha continuato De Toni – , ma è il sindaco Furio Honsell che ha ricevuto un mandato dalla Prefettura per portare a termine l’operazione. Riteniamo che ora l’amministrazione non abbia alcun interesse a far riaprire il centro sociale. Ci stanno prendendo in giro per l’ennesima volta». Intanto, i ragazzi si sono stretti attorno al fuoco attrezzati con potenti casse per diffondere la musica, oltre che cibo e bevande. Quest’anno il fuoco epifanico che hanno acceso ha un significato in più. La fiamma che ha continuato a bruciare fino a tarda sera è il simbolo della loro protesta. Non vogliono che 22 anni di storia vengano cancellati per sempre. E tantomeno che passino sotto silenzio. (r.s.)

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Il Gazzettino 07 gennaio

IN CITTÀ Falò alternativo del Centro sociale
«Franzil disertore»
Giovedì 7 Gennaio 2010, Si è acceso con un botto, davanti ai locali sequestrati di via Scalo Nuovo, il pignarûl virtuale contro sgomberi e repressione dei ragazzi del centro sociale.
«È un pignarûl dirompente – commenta lo storico referente, Paolo De Toni, confessando che l’effetto-scoppio era voluto -. Vogliamo tenere vive le rivendicazioni contro il clima di rappresaglia nei nostri confronti». E come hanno preso fuoco i grandi bidoni, riempiti di pannocchie e cassette della frutta, accatastati uno sopra l’altro, si è infiammato anche il fuoco delle polemiche. «Siamo perplessi – attacca De Toni, parlando a una cinquantina di manifestanti -. Il Comitato dell’ordine pubblico avrebbe affidato al sindaco l’incarico di farsi mediatore nella vicenda con le Ferrovie. E l’assessore Franzil dovrebbe essere il nostro referente, ma non abbiamo notizie da prima del 19 dicembre. Lo abbiamo invitato per il falò, però non si è fatto vedere e non crediamo pianga se non riapriremo».
L’allusione è chiaramente diretta a una “competizione” tra luoghi di socialità. «Abbiamo il timore – chiarisce – che neanche Rifondazione abbia interesse a riaprire il Csa, avendo il “suo” spazio a Cas’Aupa».
Ma se in via Scalo Nuovo non si è fatto vedere alcun esponente comunale, a Sant’Osvaldo, nel parco dell’ex Opp, è stato il sindaco, Furio Honsell, ad accendere il falò epifanico, il primo in città. «Comincio da qui – spiega – perché questo è uno dei parchi importanti di Udine, con l’auspicio che diventi sempre più un luogo di ritrovo per i cittadini. Il 2010? Sarà ancora segnato dalle preoccupazioni per la crisi». Soddisfatti gli organizzatori dell’evento, al quale hanno partecipato oltre duecento persone, capaci di strappare a sindaco e assessore Mariagrazia Santoro la promessa che, piano piano, anche il Comune contribuirà alla manutenzione del parco, un polmone verde che poche realtà possono vantare e che può ben diventare un luogo di aggregazione per gli udinesi.

Elena Viotto

 

Giovedì 7 Gennaio 2010, (e.v.) È la caserma Piave il futuro vero per il centro sociale. Ad esserne convinto è il portavoce storico del gruppo, Paolo De Toni. «La priorità è sanare la situazione di via Scalo Nuovo – spiega – ma abbiamo bisogno di spazi soprattutto per far circolare la musica dei circuiti alternativi. L’ex mensa della Piave sarebbe la soluzione ottimale».

 

 

foto del Gazzettino