VIVARO: BLITZ ANTI OGM + rassegna stampa

noogmbis-07Un gruppo di attivisti anarchici di Iniziativa Libertaria ha bloccato con del nastro per cantieri le due entrate della Villa Hotel di Basaldella di Vivaro dove erano riuniti Futuragra, Fidenato e i pro-ogm per fare il punto e decidere la nuova semina del mais contaminante.


 

Attrezzati con facsimili di maschere da gas hanno poi graffettato il nastro caratteristico di pericolo con decine di fogli simboleggianti la Monsanto col teschio, stessa cosa è stata fatta per l’entrata del parcheggio.

 


L’azione vuole segnalare come all’indomani della mobilitazione contro gli OGM di Fidenato & Co, la determinazione a contrastare altre possibile mortificazioni di questi territori troverà puntuale opposizione a chi nonostante l’evidente disastro ecologico globale continua a mettere il profitto sopra la vita e la libertà di mangiare e abitare in sintonia con l’ambiente.


Iniziativa Libertaria, 13/02/2011

 

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RASSEGNA STAMPA

Messaggero Veneto del 14/02/11

Il blitz anti-Ogm non ferma Fidenato

«La mia è una battaglia per la libertà: per questo ho deciso anche per quest’anno di seminare mais Ogm nei cinque ettari di campo che ho. E non farò alcuna domanda di autorizzazione, ma semplicemente una comunicazione al ministero, alla Procura e al prefetto, nel pieno rispetto della legalità europea». Queste le dichiarazioni di Giorgio Fidenato, segretario di Futuragra, nel corso dell’assemblea informativa di ieri a Basaldella di Vivaro. Che la giornata di ieri a Vivaro sarebbe stata movimentata lo si poteva intuire già all’arrivo nel luogo dell’assemblea promossa da Futuragra, l’associazione di agricoltori pro Ogm, ovvero villa Cigolotti a Basaldella. Una scritta sull’asfalto dava il “benvenuto” con un “No Ogm” a caratteri cubitali, identica a quella dipinta all’ingresso della frazione vivarese. In tarda mattinata, inoltre, un gruppo di attivisti anarchici di Iniziativa libertaria ha bloccato con nastro per cantieri le due entrate della villa, un’azione dimostrativa che aveva lo scopo di «contrastare altre possibile mortificazioni di questi territori», come dichiarato dai promotori. Una manifestazione che, seppur pacifica (a vigilare sul normale svolgimento dell’assemblea erano presenti due carabinieri), ha complicato l’ingresso di alcuni partecipanti, tra cui il sindaco Mauro Candido.

«Sono convinto che il principio ispiratore di questa associazione sia la democrazia – ha commentato – a differenza di quel che è successo qua fuori, dove c’è qualcuno che non vuole farci nemmeno entrare per dibattere su questioni quali economia, sviluppo, salute, legalità e ambiente». All’interno, comunque, i lavori sono proseguiti senza alcuno scossone. Gli ospiti hanno aggiornato e fatto chiarezza sul lavoro sin qui portato avanti dall’associazione. Hanno portato il loro contributo il presidente di Futuragra Duilio Campagnolo, il vice Silvano Dalla Libera (impegnato nei rapporti con l’Unione europea), il professor Roberto Defez, studioso dell’università di Napoli, l’avvocato Gabriele Pirocchio, che difende Futuragra nelle cause con lo Stato, la nutrizionista Maria Cristina Ferri, la studiosa Stefana Giacomello, presidente dell’Anbi, l’associazione nazionale delle biotecnologie, e Giorgio Fidenato.

Insieme con gli altri esponenti dell’associazione ha ricordato che manca poco alla nuova campagna di semina. «A noi piace il ruolo di Davide contro Golia – ha sottolineato –. Siamo dell’idea di andare avanti: abbiamo condotto tante battaglie, all’inizio ci deridevano e ci pigliavano a pesci in faccia, ma da un paio d’anni ci temono e ci contrastano. Ebbene, è proprio a questo punto che non possiamo mollare». Fidenato e Campagnolo non nascondono la possibilità che si compiano fughe in avanti, così come fatto dallo stesso Fidenato l’anno scorso con la semina nei campi di proprietà sua e della sua famiglia di piante di mais Mon 810, «la cui semina è stata autorizzata da una direttiva europea». «Io non ho fatto niente di illegale – ha ribadito –. E chi vuole un sacchetto di mais Ogm basta che mi chiami. Io ne ho per tutti».

Laura Venerus

 

Restano aperti il fronte europeo e quello giudiziario

L’associazione Futuragra è impegnata su vari fronti per raggiungere il proprio obiettivo, la valorizzazione e l’opportunità di poter seminare prodotti geneticamente modificati (il mais, ma anche la soia e in futuro pure altre varietà colturali). Uno di questi è l’Unione europea. Responsabile per l’associazione dei rapporti con l’Europa è Silvano Dalla Libera, vicepresidente del sodalizio. «La politica agricola si fa in Europa – ha spiegato –. Recentemente si è svolto a Bruxelles un incontro scientifico al quale Futuragra ha partecipato per portare alla politica le conoscenze scientifiche sull’argomento».

Oltre all’impegno europeo, Futuragra sta compiendo la sua battaglia anche nelle aule dei tribunali italiani, supportata dall’avvocato Gabriele Pirocchio. «La procedura italiana – ha spiegato – prevede che, dopo l’autorizzazione europea, il ministero possa riautorizzare l’uso di Ogm, sebbene il diritto spieghi che, se due norme, una europea e una dello Stato, contrastano tra loro, prevale quella europea. Quando nel 2006 Dalla Libera ha richiesto al ministero la coltivazione di Ogm, c’è stato il rifiuto in quanto le Regioni non hanno ancora redatto il piano di coesistenza, che disciplina la contemporanea presenza di coltivazioni Ogm e no in uno stesso territorio». A fronte della sentenza di un anno fa del Consiglio di Stato che dava ragione a Dalla Libera e Futuragra e sanciva il fatto che «la possibilità di coltivare varietà transgeniche è un diritto riconosciuto», c’è stato il decreto Zaia, in base al quale non si può coltivare Ogm se la Regione non dà il consenso.

«Ora siamo in attesa della sentenza del Tar del Lazio al quale abbiamo fatto ricorso contro il decreto Zaia – ha sottolineato in conclusione l’avvocato – e della richiesta di risarcimento danni». (l.v.)

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