Messaggero Veneto MERCOLEDÌ, 06 GENNAIO 2010
Csa, pignarûl per ricordare 22 anni di storia
Sarà acceso stasera, alle 19,
in via Scalo nuovo
davanti alla sede sequestrata
Stasera, alle 19, un pignarûl illuminerà lo spazio davanti al Centro sociale autogestito di via Scalo nuovo, ancora sotto sequestro.
Ad accenderlo saranno i ragazzi che dopo essere stati costretti allo “sfratto” forzato sono pronti a sottoscrivere un regolare contratto di affitto con il vertice della Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato proprietaria dello stabile. «Se questa soluzione non troverà risposta la responsabilità non sarà nostra» avverte il leader storico del Csa, Paolo De Toni, nel ricordare che il sindaco, Furio Honsell, ha ricevuto un mandato dalla prefettura per portare a termine l’operazione.
De Toni ricorda, infatti, che una cooperativa, a cui i giovani fanno capo, non appena avrà sottoscritto il contratto di affitto chiederà il dissequestro del bene. «La nostra preoccupazione – aggiunge – è che la Rfi dopo aver dimostrato un’apertura in tal senso non faccia marcia indietro».
Nel frattempo i giovani ricordano i 22 anni di storia del Centro aperto, in prima battuta, nel dicembre 1990 come centro autogestito di prima accoglienza per immigrati in una delle due palazzine dell’ex mercato ortofrutticolo. «Da quel luogo il centro fu sgomberato alle 4,45 del 20 dicembre 1991 per essere poi riaperto alcuni mesi dopo. Nella notte del 20 luglio 1993, però, il Centro subì un attentato con bottiglie incendiarie, al quale abbiamo risposto con una manifestazione antirazzista». Il centro di prima accoglienza proseguì la sua attività fino al giugno 2006. All’epoca iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo palazzo della Regione e i giovani furono costretti a trovare un’altra sede. «A parole – scrivono in una nota – Regione, Comune e Prefettura condivisero la necessità di dare una nuova sede al Csa, ma nei fatti si palleggiarono le responsabilità. Fu, infatti, il Centro sociale a risolvere il problema “trasferendosi” il 2 giugno nella palazzina di via Scalo Nuovo, di proprietà delle Ferrovie, abbandonata da anni. Sei camion di rifiuti furono portati in discarica per pulire il cortile e l’edificio». Il resto è storia recente che sarà illustrata anche stasera attorno al fuoco epifanico.