NO OGM: Fidenato torna alla carica

Dal Messaggero Veneto del 03/02/11 Mais Ogm, processo a giugno. Fidenato: «Seminerò ancora» Accolta la costituzione di sei parti civili. Il leader di Agricoltori federati: per coltivare basta una comunicazione di Enri Lisetto PORDENONE. Dopo l’udienza filtro, è entrato nel vivo ieri, davanti al giudice monocratico del tribunale di Pordenone Rodolfo Piccin, il processo a Giorgio Fidenato, l’a gricoltore ribelle accusato di avere seminato mais Ogm Mon 810 (in un campo di tre ettari a Fanna il 30 aprile scorso e in uno di Vivaro la stessa primavera) senza le autorizzazioni di legge. Sei le parti civili che si sono costituite; il procedimento è stato rinviato a giugno: «Ma io seminerò di nuovo, la legge è chiara». Il presidente di Agricoltori federati, assistito dall’avvocato Francesco Longo, si oppone al decreto penale di condanna firmato dal gip la scorsa estate, che ordina il pagamento di 30 mila euro di sanzione oltre alla distruzione delle pannocchie transgeniche. Il giudice ha ammesso, nonostante la contrarietà della difesa (carenza di legittimazione), tutte le richieste di costituzione di parte civile: la Regione con l’avvocato Mauro Cossina, la Provincia di Pordenone con Andrea De Col, la Coldiretti con Sergio Gerin, il Codacons nazionale con Vitto Claut, quello regionale con Alessandro Magaraci e Slow Food con l’avvocato Alessandro La Macchia. Ammessi anche tutti i mezzi di prova presentati dal pubblico ministero Vania Marinello tra cui testi, documenti e indagini scientifiche. La procura contesta la violazione del decreto legislativo 212/01, ovvero la messa a coltura di sementi di mais Mon 810 senza autorizzazione. La difesa ribatte che il seme è autorizzato dal “ Registro europeo dei mangimi ed alimenti geneticamente modificati” e pertanto, se la semina è consentita nell’Ue non occorre chiedere autorizzazione in Italia, che dell’istituzione comunitaria fa parte. Il giudice ha rinviato l’udienza al 29 giugno quando saranno sentiti i carabinieri che hanno effettuato l’indagine, gli agenti del Corpo forestale e il personale della Direzione regionale delle risorse agricole. La “battaglia” legale verterà non solo sulla presunta violazione della legge nazionale, ma anche sulla ipotetica contaminazione dei campi circostanti, sulla base delle risultanze del consulente della procura Serena Varotta dell’Università di Padova, che si è avvalsa dell’ausilio di Gianluca Governatori (secondo la qui relazione la contaminazione dei vicini appezzamenti sarebbe avvenuta). «Ma quale contaminazione – ribatte Fidenato –. Si tratta di un mescolamento. Le analisi si riferiscono a campioni con tracce ben al di sotto dei limiti di legge per l’etichettatura no Ogm, ovvero inferiore allo 0,9 per cento. E questo non significa che le contaminazioni arrivino dai miei campi: la purezza in natura non esiste, potrebbe essere un’autopresenza nei sacchi delle sementi». Il processo riprenderà a semina primaverile avvenuta: «Vado avanti, riseminerò e questa volta non farò più domande, ma comunicazioni. Lo Stato – ha concluso Fidenato – non ha diritto ad impedire, ostacolare o limitare le semine autorizzate dall’Ue, se non attivando la clausola di salvaguardia, se supportata da dati scientifici che dimostrino la pericolosità degli Ogm»