Messaggero Veneto del 14/12/10
Cie, nuova aggressione a un operatore
GRADISCA D’ISONZO. Non c’è pace al Cie di Gradisca. L’ultimo episodio si è verificato l’altro pomeriggio: alcuni immigrati hanno dato vita a una protesta nell’ambito della quale uno di essi ha appiccato un incendio, peraltro di modeste dimensioni. Nel trambusto uno degli operatori è stato minacciato da un immigrato con una lametta. Intanto la Prefettura ha chiesto al Ministero una proroga di due mesi per quanto riguarda l’iter del nuovo appalto di gestione della struttura. Quella verificatasi lo scorso pomeriggio costituisce la quarta aggressione subita nell’arco di venti giorni da un operatore nel Centro di identificazione ed espulsione gradiscano. Secondo quanto si è potuto apprendere, un immigrato ha intimidito l’operatore con una lametta rivolgendogli poi delle minacce verbali. L’episodio si inquadra nel più ampio scenario di tensione che spesso caratterizza la struttura e rende decisamente delicato il compito degli operatori che si trovano a dover fra fronte alle intemperanze, a volte imprevedibili, degli immigrati. Scenario nel quale sempre l’altro giorno è stata segnalata anche, come detto, la protesta di alcuni immigrati inscenata con il solito pretesto delle medicine e un tentativo di innescare un incendio, limitato poi a poche fiammelle appiccate a due fogli di carta. Per cercare di riportare la calma sono intervenuti almeno quattro operatori. A quanto pare, almeno, nessuno è rimasto ferito e l’operatore minacciato con la lametta ha preferito lasciar correre e non presentare denunciare per l’episodio. Nel frattempo si avvicina la scadenza dell’appalto per la gestione dei servizi della struttura, Cie e Centro di accoglienza per richiedenti asilo, affidato alla cooperativa Connecting people. Il contratto d’appalto è in scadenza a fine dicembre ma secondo quanto si è potuto apprendere l’iter per l’avvio della nuova gara non è ancora giunto a compimento. Pertanto la Prefettura di Gorizia – la notizia è stata confermata ieri – ha chiesto ufficialmente al Ministero una proroga di due mesi. A questo punto, dunque, la gestione dovrebbe continuare ad essere affidata a Connecting people almeno sino alla fine di febbraio. Quanto alla tempistica per l’avvio della nuova gara d’appalto, non è ancora stata resa nota. Da sottolineare, peraltro, che recentemente il Ministero ha già finanziato, per una somma che ammonta ad oltre un milione e mezzo di euro, un intervento finalizzato alla messa in sicurezza della struttura gradiscana, intervento che prevede un adeguamento della sezione superiore delle recinzioni, in modo da scoraggiare i tentativi di fuga degli immigrati. In questo caso il bando di gara per l’affidamento dell’appalto risulta già esserci. Intanto ieri il consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà Stefano Pustetto ha visitato il Centro. Con una punta di polemica, poiché il permesso è arrivato quasi un mese dopo la richiesta. «Il controllo democratico – ha detto Pustetto – deve poter essere esercitato in tempi brevi, non a distanza di settimane. Quella in cui ci troviamo è una situazione inquietante, perché accettare questa discrezionalità vuol dire rendersi corresponsabili di quanto accade tra quelle mura sigillate. In democrazia non è pensabile che esista un luogo di detenzione sottratto al controllo democratico delle istituzioni». Piero Tallandini