Dal Piccolo
13/11/10
Dalle telecamere di Annozero al Cie di Gradisca
GRADISCA Dalle telecamere di Annozero al Cie di Gradisca. È la storia di un immigrato di nazionalità indiana che ha preso parte al presidio con cui, a Brescia, veniva manifestata solidarietà ai 6 immigrati barricati dal 30 ottobre sul braccio meccanico del cantiere Metrobus, a 35 metri d’altezza, per protestare contro quella che definiscono “sanatoria-truffa” da parte del governo. L’uomo, connazionale di uno dei sei migranti, è stato fermato dagli agenti della Questura bresciana al termine dell’azione di sgombero del presidio, ripresa dalle telecamere della trasmissione di Michele Santoro. Trovato senza documenti, l’indiano è stato immediatamente tradotto nel Centro di Identificazione ed espulsione di Gradisca. Un’altra vicenda singolare che riguarda la struttura isontina è emersa invece nei giorni scorsi dal Tribunale di Udine: un immigrato irregolare ha evitato l’espulsione in quanto dichiaratosi omosessuale. L’uomo, un cittadino tunisino, è finito nella struttura isontina dopo avere impugnato attraverso il suo legale il decreto di espulsione. Nel suo Paese d’origine la sodomia è considerata un reato grave, punito con la reclusione sino a tre anni. Ecco perchè il 40enne tunisino lotta da anni per l’ottenimento dell’asilo politico come perseguitato per motivi religiosi.. L’immigrato è stato assolto dal Tribunale di Udine per il reato contestatogli, la violazione della Bossi-Fini, ma è stato ugualmente tradotto nel Cie di Gradisca finchè un secondo tribunale, quello di Trieste, non si sarà espresso sulla bocciatura della domanda di asilo avvenuta nel frattempo ad opera della Commissione territoriale per i rifugiati. Sentenza attesa per il 29 novembre. (l.m.)