LUNEDÌ, 01 NOVEMBRE 2010 Pagina 9 – Udine
Battistig: «Per noi è un luogo simbolo e continueremo a onorare la memoria di chi ha difeso l’italianità delle nostre terre»
Via Pracchiuso, danneggiate le corone per gli arditi
Denuncia di Utinum et patria e CasaPound: «Atto vandalico nella notte»
A poche ore dalla deposizione davanti alla lapide in via Pracchiuso, le corone d’alloro degli arditi sono state rimosse e in parte spezzate. Nella notte, infatti, ignoti hanno danneggiato le corone dopo averle staccate dalla lapide e scaraventate molto più avanti dal luogo dove i militanti di “Utinum et patria” e “CasaPound” le avevano depositate sabato sera. A riportarle davanti alla lapide è stata un’anziana che abita in zona. E sul muro è stata rinvenuta una scritta con un simbolo riconducibile agli anarchici che recita: «Viva gli arditi del popolo che nel 1922 si opposero al fascismo».
Immediata la condanna del presidente del circolo di “Utinum et patria”, Alessandro Battistig: «Anche se si sono comportati come i loro nonni partigiani, non riusciranno a fermarci perché per noi questo luogo è diventato un simbolo e qui continueremo a onorare la memoria di chi ha difeso l’italianità delle nostre terre». Nel riservarsi di valutare se denunciare o meno l’accaduto, Battistig aggiunge: «Alla vigilia di Ognissanti, sono loro che autodenunciano la mancanza di rispetto per i morti».
Analogo il tenore del portavoce di CasaPound, Nicola Di Bartolo, che senza mezzi termini «condanna il vile oltraggioso gesto perpetrato nell’oscurità da indegni signori ai danni delle corone apposte sulla targa in memoria degli arditi della battaglia di Udine». E ancora: «Queste persone, alle quali le parole libertà e democrazia sono certamente sconosciute, hanno infangato la storia del Friuli e mancato di rispetto a coloro che hanno donato la vita per il nostro popolo e per la nostra italianità». CasaPound, però, fa sapere di non voler «dare pubblicità a queste oscure figure il cui unico ideale è basato su un superato antifascismo, ma continuare a portare avanti una politica di costruzione e di confronto con tutte le persone delle quali traspare la limpidità morale».