RASSEGNA STAMPA/ Studenti Pordenone

SABATO, 09 OTTOBRE 2010 Messaggero Veneto Pagina 3 – Pordenone

pordenone9.10-2010

In piazza contro tagli e disservizi

Protesta degli studenti delle superiori: nel mirino la riforma Gelmini

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In via Poffabro prefabbricati «umidi e puzzolenti» per i liceali del Leo-Major Mattiussi senza mensa e trasporti adeguati, Isa Galvani con orari “impossibili”

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«Liceo Leopardi-Majorana uguale “favela” di via Poffabro». Voci contro dal popolo della scuola: «L’Istituto artistico Galvani subisce lezioni di 60 minuti in via Scalvons e via Interna, caso unico in Italia». E ancora: «Mancano mensa e trasporti per la ragioneria Mattiussi in via Rive Fontane». Duri e puri, ieri, gli studenti in sciopero a Pordenone. «No Gelmini day – No riforma”, hanno scandito e parcheggiato bandiere e slogan in piazzetta Calderari.
Dalle aule alla piazza: 15-20 per cento di assenze, nella media provvisoria, nelle superiori. Dopo il corteo partito alle 9 dal Concordia, 300 ragazzi e “friend” dell’università e delle cattedre hanno denunciato le scuole-disastro, sotto le finestre del sindaco Sergio Bolzonello. Una delegazione di Portogruaro ha siglato l’asse veneto-friulano della resistenza in aula: protesta bipartisan, con qualche docente in corteo.
«Insieme con i ragazzi per coerenza – ha dichiarato Maria Carmela Salvo, la precaria di Fanna che ha fatto lo sciopero della fame –. Con gli studenti andrò a Roma il 16 ottobre, nella manifestazione con gli operai della Fiom». Alleanze strette con i Giovani comunisti di Pordenone in testa, che dedicheranno alla scuola un affondo nel Deposito Giordani oggi, alle 17. «Ci siamo stancati di tagli, disservizi e sacrifici – ha riassunto Giulio Vianello, leader della contestazione –. La riforma Gelmini non va: c’è il disastro nelle nostre scuole. Le cose che non vanno: le sedi-baracca, le mense-fantasma, gli orari di lezione che non coincidono con quelli dei pullman per i pendolari». Per Benedetto, del classico, «fanno pagare a noi la crisi, quelli al governo – ha detto –. Ci fregano».
Protesta multietnica: presenze massicce di ragazzi che hanno radici nel mondo. Luigina Perosa, che ha cattedra nel Centro territoriale per adulti, ha abbracciato Mohamed fasciato dalla bandiera rossa. «Sono a Pordenone da 7 mesi – ha lasciato l’Algeria – e frequento l’Itg Pertini. Chiedo diritti, come i miei compagni».
Tra i diritti rivendicati: quelli della scuola asciutta e con la luce del sole al posto dei neon rumorosi. «Freddo, infiltrazioni d’acqua, bagni con le porte bucate, tre computer che funzionano per 25 studenti della nostra classe»: al microfono in piazza c’erano Chiara e Ariola della quarta classe del Leopardi-Majorana. Hanno traslocato il 13 settembre nell’ex sede dell’Ipsc Flora e non si danno pace. «La baracca puzza. Abbiamo scioperato 3 ore – hanno aggiunto i liceali di quarta alloggiati in via Colvera – per ottenere di aprire la finestra: ci mancava l’aria. Le tubature esalano odore di marcio».
Problemi di rancio, per i ragazzi del professionale trasferiti nella nuova sede di via Ferraris a Torre Nord. «Chiediamo mense». Richieste fotocopia dei compagni di Cordenons. «Mangiamo un panino all’aperto alle 13 e torniamo a casa dopo le 19: che scuola è?». Noemi e Mattia hanno aperto la due giorni di sciopero: oggi aule vuote, o quasi, nell’Isa Galvani.
Chiara Benotti