TAV: mentre le ferrovie sono a pezzi le lobby…

Da Il Piccolo del 12/09/10

Pecs, Trieste rilancia Porto e infrastrutture

 

PÈCS Una forte azione di stimolo all’utilizzo del Porto di Trieste e l’assicurazione di un forte impulso al mondo politico nazionale ed europeo per velocizzare la realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria e del tracciato del Corridoio V. Proprio per questo domani è prevista la firma di un protocollo tra la Transpadana e le associazioni imprenditoriali del Fvg. Alla convention del network delle Camere di Commercio del Centro-Europa, in corso di svolgimento a Pécs in Ungheria, la Camera di Commercio di Trieste, attraverso il suo componente di Giunta delegato alla Logistica e ai Trasporti, Maurizio Salce, ha spiegato i vantaggi economici nell’utilizzo dello scalo giuliano, davanti a una platea di rappresentati istituzionali e imprenditori dell’area centroeuropea. «In competizione con la presenza dei porti concorrenti, quali Capodistria e Fiume – evidenzia Salce – che anche a Pécs vengono a promuovere i propri servizi, l’Ente Camerale ha sostenuto e presentato i dati che possono far privilegiare Trieste quale scalo di riferimento. Non dobbiamo perdere occasioni come queste per attrarre investitori». I vertici camerali di Ungheria, Croazia, Romania, Austria, Serbia, Italia e di altri Paesi dell’Area danubiana si stanno confrontando in questi giorni su quali linee di sviluppo sostenere in maniera coordinata nelle singole realtà nazionali per portare a uno sviluppo economico armonico dell’area. Sempre ieri a Pécs in risposta alle richieste sulla situazione relativa al Corridoio V, Salce ha anticipato alla platea centroeuropea la firma (che è prevista per domani) del protocollo tra la Transpadana presieduta da Antonio Paoletti, e le associazioni imprenditoriali regionali, alla presenza degli europarlamentari del Friuli Venezia Giulia, che sollecita la politica nazionale e i rappresentanti nella Ue a definire la presentazione del progetto di fattibilità della tratta di Alta Velocità ferroviaria ricompresa tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. «Un atto politico molto forte – ha spiegato Salce – che vede tutte le imprese del Nord Est, attraverso le loro rappresentanze di categoria, chiedere la realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria e del tracciato del Corridoio V». Ovvero quel Corridoio V a cui l’economia centroeuropea anche a Pécs guarda con particolare favore quale insostituibile tassello per la crescita economica dell’area.

 

Dal Messaggero Veneto del 11/09/10

Ferrovie, un servizio in stato agonizzante

 

Dibattito «Sto pranzando non ho tempo…». E’ questa la frase che un nostro rappresentante si è sentito dire alcune settimane fa dal Direttore Regionale di Trenitalia, prima che gli attaccasse il telefono. Non vogliamo abusare di questo spazio per enfatizzare un’espressione, che si commenta da sé, pronunciata nel contesto di una semplice e cortese telefonata di servizio, volta unicamente a sensibilizzare il dirigente in ordine a una problematica segnalata da un Utente, nostro associato. Vogliamo invece porre all’attenzione pubblica il modo in cui è gestito un servizio, quello ferroviario, di importanza strategica per la nostra Regione, atteso il decadimento della qualità registrata negli ultimi mesi. Negli ultimi mesi il servizio ha raggiunto picchi di inefficienza mai visti prima, non tanto per colpa del personale Fs, ma soprattutto per la disorganizzazione del suo management, sempre più distante dalla gente, incapace di recepire i minimi suggerimenti degli utenti. Quest’estate in 21 giorni si sono contate 98 corse soppresse, 4 e mezza ogni giorno, senza risparmiare alcuna area della regione. Dal 1º gennaio a oggi, il Comitato ha inviato alla Regione oltre 30 segnalazioni di disservizi lungo la solo linea Udine-Tarvisio, senza mai ottenere risposta e questo la dice lunga sulla bontà e sull’efficienza del servizio e-mail dedicato agli utenti (info@regione.fvg.it)! Dati preoccupanti che denotano uno stato agonizzante del servizio, incapace ormai di attrarre nuovi utenti e sempre più destinato a perdere quote di mercato. Non dimentichiamo poi il problema non risolto della pulizia: la questione non è tuttavia una novità, lo stesso ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano, ha dichiarato: «Mi vergogno ogni volta che salgo su un treno». Lo stato di degrado della stazione di Udine, denunciato dal Comitato con un recente esposto all’Ass di Udine, fotografa perfettamente la situazione. Poi abbiamo appreso dalla stampa che entro la fine dell’anno inizieranno i lavori di restyling delle pensiline della stazione di Udine: una coincidenza o l’effetto dell’esposto? Forse la situazione della sicurezza e quella igienico-sanitaria non risultano così a norma… alla faccia dei “casi isolati”, come asserito dalla Direzione Regionale Trenitalia. Chissà però quando e soprattutto se inizieranno questi lavori, visto che del tanto pubblicizzato restyling dei mezzi, pari a circa 328.000 euro di investimenti, si deve ancora vedere i primi risultati concreti, nonostante le pompose dichiarazioni dell’assessore regionale competente. Senza poi contare che questo investimento dovrebbe derivare dalle penali che Trenitalia dovrebbe pagare alla Regione per inadempimento contrattuale inerente le condizioni di pulizia e igiene a bordo treno: troppo buonismo signori, così non funziona! E’ come se il vigile multasse un automobilista perché circola con un faro rotto e poi gli lasciasse il corrispettivo della multa per comprarsi il faro nuovo… I precedenti tuttavia non mancano e non invocano certo all’ottimismo. La situazione regionale non si discosta di tanto da quella delle altre regioni, dove l’esasperazione degli utenti è purtroppo sfociata anche in spiacevoli episodi. E poi ci sono le ritorsioni nei confronti di coloro che osano contestare “il sistema”, ovvero per il piacere di esibire la propria autorità a bordo treno. Alla fine però tutto rimane come prima: basti pensare alla questione del biglietto integrato Saf, vera e propria ingiustizia posta in essere ai danni degli utenti gemonesi, discriminati dall’applicazione di una maggiorazione tariffaria che non trova giustificazione normativa e che da oltre 10 anni attende una soluzione. Il decadimento del servizio è evidente, basti pensare al proliferare di Comitati a tutela degli utenti e alle pronunce della magistratura in favore dei pendolari. E Trenitalia e le istituzioni cosa fanno di fronte a questa emergenza? Lavorano, dicono loro, ma poi i risultati sono questi. Dinanzi al dramma quotidiano dei pendolari si pensa all’Alta Velocità e alle Grandi Opere, per poi leggere sui giornali che i finanziamenti europei per la progettazione e la realizzazione della Tav nelle tratte Venezia-Trieste e Trieste-Divaccia sono a rischio, a causa dei ritardi nella presentazione dei progetti. Forse è davvero attuale quella frase profferita da un nostro associato, vecchio ferroviere che negli anni ’70 istruiva i giovani controllori: «Dove finisce il buon senso inizia la ferrovia». E la Regione, concessionaria del servizio dal 2008, cosa sta facendo? Tanto, sembrerebbe leggendo i titoli apparsi sulla stampa. Concretamente, pochino… Interessante è la delibera 862 del 6 maggio scorso, con cui la Giunta ha stanziato 100.000 euro per avviare la libera circolazione delle forze dell’ordine, in divisa o dotati di tessera di riconoscimento, sia per le finalità di servizio sia per garantire la sicurezza dei trasportati. Premesso che riteniamo corretto che si permetta alle forze dell’ordine di viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi per esigenze di servizio, alcuni dubbi rimangono sull’opportunità di estendere tale agevolazione anche agli agenti non in servizio. La decisione sarebbe giustificata dall’esigenza di garantire «una maggiore sicurezza dei passeggeri e del personale in servizio sui treni regionali». Ci domandiamo quanti reati siano stati commessi nell’ultimo anno a bordo dei treni e soprattutto se il personale Polfer non sia di per sé sufficiente a garantire la sicurezza dei trasportati. Non solo, si spenderanno ulteriori 100.000 euro per una consulenza per «l’individuazione di azioni di miglioramento delle attività di monitoraggio e della correlata qualità dei servizi ferroviari…». Una delle tante consulenze nonostante la Corte dei Conti abbia invitato a ridurre ai minimi termini tali incarichi. Ci auguriamo che i 100.000 euro siano ben spesi e che non si tratti dell’ennesimo sondaggio telefonico, i cui risultati lasciano il tempo che trovano. Anche in questo caso si poteva fare qualcosa di più. L’ultima novità però è la sentenza del Tar regionale 394 del 9 giugno scorso che ha riammesso l’impresa spagnola Caf alla gara indetta dalla Regione per l’acquisto di otto nuovi elettrotreni da adibire al trasporto pubblico locale. Il Tribunale ha contestato alla Regione anche di aver definito un bando di gara non chiaro e pertanto suscettibile di interpretazioni diverse. La questione potrebbe ora avere conseguenze rilevanti in ordine alla tempistica prevista per il rinnovo del parco mezzi (entro il 2011): la sentenza del Tar potrebbe infatti rimettere tutto in discussione. Ricordiamo che per l’acquisto di questi nuovi mezzi è stata prevista una spesa di 107 milioni, sostenuta dallo Stato (3), da Trenitalia (30) e dalla Regione (74). I treni nuovi arriveranno, prima o poi, e così finalmente tutti, politici e dirigenti Fs potranno pontificare e far loro i risultati ottenuti. In questo scenario spiace rilevare l’imbarazzante silenzio delle istituzioni e del mondo politico in generale dinanzi alle richieste dell’utenza: basti pensare alle proposte formulate dai rappresentanti dei Pendolari quali la costituzione della Consulta del Trasporto Pubblico Locale o la richiesta di un bonus-sconto in favore degli utenti a parziale ristoro dei danni economici subiti a fronte dei disservizi, strumenti già adottati da altre Regioni più virtuose. A tal fine, pretendiamo che la Regione si attivi in maniera rigorosa nei confronti del gestore per far rispettare i termini del contratto di servizio. Da ultimo un richiamo forte alla classe dirigente, la quale deve recuperare sobrietà e soprattutto quello spirito funzionale per cui la politica deve essere intesa come l’arte del buon governo. Giorgio Picco presidente del Comitato pendolari Alto Friuli