STRASBURGO ”Cancellati”. Anche la giustizia europea striglia la Slovenia. La Corte europea per i diritti umani, nei giorni scorsi, ha pubblicato una sentenza – su denuncia di un gruppo di cittadini – nella quale invita Lubiana a provvedere quanto prima a rimediare all’ingiustizia commessa a danno di queste persone. I ”cancellati” sono vittime di una situazione di illegalità ormai da più di 15 anni – si rileva nella sentenza della Corte europea – ma lo stato non ha ancora rimediato, per cui sta violando la Convenzione europea sui diritti umani. La stessa Corte costituzionale slovena ha definito illegale questa situazione, hanno sottolineato ancora i giudici della Corte europea per i diritti umani, ma finora tutti i tentativi di porvi rimedio non hanno dato risultati soddisfacenti. Non lascia spazio ad alcun dubbio, la sentenza della Corte europea: Lubiana ha sbagliato e non ha ancora rimediato. I ”cancellati” sono le circa ventimila persone, native delle altre repubbliche ex jugoslave, che nel febbraio del 1992 sono state radiate dall’Anagrafe dei residenti in Slovenia perché fino a quel momento non avevano chiesto la cittadinanza slovena né regolato il proprio status come stranieri. La ”cancellazione”, per molti di essi, ha rappresentato l’inizio di un autentico calvario. Per effetto di un provvedimento amministrativo, infatti, non erano più residenti, ma clandestini, anche se vivevano in Slovenia da anni e fino a quel momento avevano tutte la carte in regola. Le conseguenze, per una parte dei ”cancellati” sono state pesantissime: hanno perso il diritto al lavoro, allo studio, all’assistenza sanitaria, alcuni hanno dovuto separarsi dalle famiglie. Quel provvedimento amministrativo è stato poi per ben due volte definito illegale dalla Corte costituzionale slovena, ma le forze del centrodestra sono sempre riuscite a bloccare i provvedimenti legislativi con cui si sarebbe dovuto riconoscere retroattivamente la residenza a queste persone. Lo hanno fatto accusando i ”cancellati”, o una parte di essi, di essere stati all’epoca contrari all’indipendenza della Slovenia o agitando lo spettro di indennizzi esorbitanti. Ora però è intervenuta anche la giustizia europea. La sentenza della Corte per i diritti umani per il ministro dell’interno Katarina Kresal non è una sorpresa. Proprio perché si era consapevoli dell’ingiustizia, ha rilevato la Kresal, il suo ministero ha affrontato con priorità la questione dei ”cancellati”. La nuova legge che regola finalmente lo status – anche retroattivamente – di questi cittadini delle altre repubbliche ex jugoslave entra in vigore il 24 luglio, e alla fine del mese sarà attivato anche un numero verde per facilitare l’accesso alle informazioni necessarie per chiedere di riottenere la residenza. Soddisfazione per la sentenza della Corte europea è stata espressa anche dagli stessi ”cancellati”, che continuano comunque la loro battaglia per ottenere giustizia. La decisione dei giudici di Strasburgo non segna infatti ancora la fine della vicenda e delle loro sofferenze.
Cancellati: Strasburgo striglia Lubiana: «Violati i diritti umani, dovete riparare»
Marzo 17th, 2017 | General, Uncategorized