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NOTAV: rassegna stampa del 2 febbraio

 

Martedi, 1 Febbraio 2011

La Tav fa infuriare comune e cittadini

Un secco “No Tav” da parte di tutti i cittadini presenti alla prima serata informativa riguardante il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria, tenutasi lunedì 24 gennaio a Quarto d’Altino.

All’incontro, organizzato dall’Amministrazione comunale, sono intervenuti l’ing. Alessandro Pattaro (esperto in pianificazione territoriale), il prof. Carlo Giacomini (Iuav Venezia), Davide Cester (Ferrovie a Nordest), Maurizio Billotta (Legambiente), il prof. Luca Lazzaro (Confederazione italiana Agricoltori Venezia). Era anche presente il Consiglio comunale al completo, che insieme alla cittadinanza ha seguito con attenzione gli interventi degli esperti.

Il progetto. Considerato che la documentazione è arrivata da poco tempo, è attualmente difficile farsi un’idea della portata complessiva dell’opera, che comunque si preannuncia devastante per il territorio di Quarto d’Altino. «Sono due i tracciati allo studio – ha detto Davide Cester di Ferrovie Nordest – il tracciato costiero basso e quello che affianca l’autostrada; ma quest’ultimo sembra meno plausibile, per la coincidenza di alcuni tratti con i lavori della terza corsia. Se da Venezia all’aeroporto Marco Polo la linea è prevista in tunnel, è da Quarto in poi che iniziano le criticità, proprio per il notevole impatto ambientale che si verificherà sul territorio: se consideriamo il tracciato costiero, dal Marco Polo a Portegrandi, passando per la zona est di Quarto (Via Colombera, via Claudia Augusta), si costruirà un’elevazione di circa 12 metri per far scorrere l’Alta Velocità».

L’impatto ambientale. Da secoli l’emergenza idraulica affligge la zona del Sile e nel corso del tempo i nostri antenati si sono dovuti scontrare con queste problematiche, affrontando via via la situazione con diversi escamotage: «Questo è un territorio molto fragile – ha commentato l’ing. Pattaro – fin dal 1600 è stato un “laboratorio di pianificazione idraulica” a cominciare dal taglio del Sile che è stata una catastrofe ambientale, dato che tutte le terre circostanti si sono impaludate. Tutte le aree sotto il livello del mare sono a rischio, ma qui nessuno si preoccupa di osservare l’ambiente dal punto di vista geologico».

Le finalità dell’opera. Un altro “neo” del progetto consiste nel fatto che non sono indicati gli obiettivi di traffico dell’opera: «Quando si progetta una simile infrastruttura, bisognerebbe indicare lo spostamento di uomini e merci previsto nel tempo, ma queste informazioni mancano negli innumerevoli file allegati alla documentazione – ha osservato il prof. Giacomini – per questo è difficile valutare se davvero quest’opera sia necessaria. Non siamo ancora stati in grado di esaminare l’analisi costi-benefici, ammesso che riusciamo a trovarla tra la miriade di documenti, che tra l’altro sono di difficile interpretazione. Bisogna però dire che non si è verificato un dialogo propositivo tra Regione e amministratori locali, ma il progetto è stato calato dall’alto senza alcuna analisi dei bisogni delle diverse realtà territoriali: pensate che si ipotizzano circa 140 treni merci al giorno tra diurni e notturni, mentre il trasporto passeggeri avrebbe a disposizione solo 26 treni al giorno (circa un treno all’ora!), alla faccia di chi protesta quotidianamente contro i tagli ai trasporti locali».

I costi. «Il Veneto spende solo lo 0,04% del bilancio per investimenti ferroviari sulle nostre tratte – ha affermato Maurizio Billotta di Legambiente – mentre quest’opera colossale costerà 4 miliardi e 200 milioni solo per il tratto Mestre-Ronchi. Eppure il trasporto su gomma continua ad essere privilegiato sia per questioni economiche che di flessibilità».

Le reazioni dei cittadini. Infuriati i numerosi cittadini presenti in sala: il sentimento prevalente è stata l’indignazione, espressa anche dal sindaco Loredano Marcassa, di non essere mai coinvolti nei progetti che stravolgono i centri abitati e che condizioneranno l’ambiente a medio e lungo termine.

Il consigliere Marco Simionato ha commentato: «Sono fortemente contrario sia al tracciato basso sia al tracciato alto, anzi propongo che si formino fin da subito dei Comitati No Tav, per opporsi con forza ad un progetto assurdo, di cui non vengono resi noti con precisione né i costi né i benefici. Sono previsti 10 viadotti, 12 deviazioni e sovrappassi su fiumi e canali, senza contare che l’opera passa sopra o nelle vicinanze di 7 aree archeologiche». Ci saranno 73.000 mq di cantiere tra via Colombera e via Claudia Augusta, con un attraversamento di circa 400 camion per il trasporto della ghiaia.

«Mi sento offeso dal fatto che non prendano mai in considerazione gli amministratori locali – ha concluso il sindaco Loredano Marcassa – siamo sempre gli ultimi a sapere il destino dei nostri paesi e città, soprattutto quando si tratta di opere di questa portata: la legge Obiettivo velocizza i tempi, al contrario un semplice cittadino deve affrontare una burocrazia spaventosa per fare l’ampliamento della sua casa o semplicemente per progettare una stanza in più. Questo non è ammissibile: dobbiamo finirla con i progetti calati dall’alto».

Il prossimo appuntamento è previsto per il 31 gennaio: un’altra serata per raccogliere le proposte e i suggerimenti dei cittadini in modo chiaro e costruttivo e procedere alla stesura delle osservazioni, che dovranno essere stilate entro 60 giorni dall’arrivo del progetto in Comune.

Beatrice Giai Gischia

http://www.gvonline.it/public/articolo.php?id=6356

 

Dal Piccolo del 02/02/11

Consultabile negli uffici comunali il piano dell Alta velocità ferroviaria

 

RONCHI Sono consultabili già da diversi giorni sia sul sito internet comunale (www.comuneronchi.it) sia all’Ufficio urbanistica gli elaborati relativi al progetto preliminare per l’Alta velocità/capacità. I termini ufficiali per la presentazione da parte dei cittadini di eventuali osservazioni e opposizioni scritte sul nuovo progetto della Tav, depositato il 22 dicembre 2010 da Italfer, è di 60 giorni.

«Nel corso dell’incontro tenutosi a Trieste, nella sede della Regione, al quale ho partecipato in rappresentanza dell’amministrazione comunale – sono le parole dell’assessore all’Urbanistica, Sara Bragato – sono state fornite dall’assessore Riccardo Riccardi ampie rassicurazioni circa la non perentorietà dei termini fissati per legge. In considerazione della complessità e della mole di documenti di cui è costituito il progetto, sembra che saranno prorogati i tempi entro cui gli enti locali potranno esprimersi sul progetto preliminare, in una prima fase con la segnalazione di eventuali interferenze non evidenziate dal progetto stesso e successivamente rispetto allo studio di impatto ambientale».

Il Comune di Ronchi ha già avviato l’analisi degli elaborati per la segnalazione delle interferenze non rilevate e si sta muovendo, anche unitamente agli altri Comuni del mandamento interessati dall’opera, per poter effettuare una presentazione pubblica del progetto preliminare. (l. p.)

 

Il Pd: «Masarà ha esercitato un suo diritto»

RONCHI Si torna a parlare della decisione di messa in aspettativa dal lavoro dell’assessore Enrico Masarà di Ronchi per completare il suo mandato elettorale in vista delle elezioni di maggio. E da Bruno Zamar, esponente del Pd ronchese, si sottolinea come egli abbia esercitato un suo diritto. «Da parte del Pdl e della Lega – sono le parole di Zamar – il tutto è stato trattato in modo alquanto spregiudicato e denigratorio, con il solo scopo di montare un caso e una polemica da gossip-magazine. Comunque il giudizio finale lo daranno gli elettori nel chiuso della cabina elettorale». Secondo Zamar sorprende che un partito così importante nel panorama politico, anche locale, scenda a livelli così bassi limitandosi a creare una pretestuosa polemica su dei fatti personali senza intervenire su altri aspetti della politica reale che interessano e pesano su tutti i cittadini.

«Ronchi, per la presenza di molte infrastrutture a servizio della comunità regionale e nazionale – continua – è penalizzata nel suo sviluppo economico ed urbanistico. Ad esempio la recente adozione del piano di rischio aeroportuale ha ridotto lo sviluppo urbanistico e le possibilità edificatorie di buona parte della cittadina in una fascia che va dall’ aeroporto al Carso. Come se non bastasse il nuovo progetto della Tav Venezia-Trieste ripropone drammaticamente altri pesanti vincoli al nostro martoriato territorio e questa volta sembrerebbe in modo definitivo». A giudizio dell’esponente del Pd ci saranno anni ed anni in cui i vincoli resteranno senza che si incominci alcun lavoro, poi eventualmente alcuni decenni di cantieri con centinaia di autocarri a spasso lungo il territorio. «Finito tutto questo una barriera di 7-8 metri – prosegue – separerà la nostra cittadina modificando così in maniera tecnologica il nostro paesaggio. Senza parlare poi delle case che verranno demolite. Fortunatamente fino ad ora nessuna delle maggiori forze politiche si è espressa o ha fatto delle proposte alternative, lasciando i cittadini nell’ incertezza totale. L’unica notizia che ha tenuto banco con accuse e difese è stata la polemica sull’assessore. Esaurimento da vuoto di idee? Spero proprio di no, anzi spero ancora che la politica si rimetta sui giusti binari e si interessi dei reali bisogni dei cittadini». (lu.pe.)

 

«Tav a non meno di 30 metri dalle case»

 

 

 

di LAURA BLASICH

 

SAN CANZIAN Sono sette le abitazioni che l’Alta velocità -Alta capacità ferroviaria abbatterà tra Pieris e Begliano. Considerando, però, la fascia di rispetto di 10 metri prevista dal progetto preliminare di Rfi. Una distanza che l’amministrazione comunale di San Canzian vuole si allarghi a 30 metri, così da evitare i pesanti impatti prevedibili per gli edifici più vicini alla linea, nonostante l’inserimento di barriere anti-rumore. Se l’osservazione del Comune fosse accolta, le case da demolire salirebbero a 30, di cui 20 in via Rebez a Pieris e le altre 10 distribuite lungo la linea fino al confine con Ronchi. Di questa scelta le famiglie interessate sono già state messe al corrente, nel corso di un incontro che il sindaco Silvia Caruso e gli assessori compententi hanno tenuto la scorsa settimana. Una riunione a porte chiuse, come tiene a sottolineare lo stesso sindaco, per consentire di entrare nel dettaglio del progetto, degli impatti e delle soluzioni individuate per ridurli.

«Il nostro è un approccio pragmatico – spiega il sindaco – che tiene fede all’impegno di ridurre al minimo i disagi per i cittadini e nello stesso tempo di garantire la tutela dei loro diritti». La segnalazione come “interferenza” dell’ampliamento della fascia di rispetto da 10 a 30 metri non è quindi un controsenso. «Riteniamo che c’è senz’altro un impatto pesante per chi vedrà demolita la propria abitazione e dovrà trasferirsi – afferma il sindaco -, ma sarà maggiore per chi si troverebbe a vivere nella zona tra i 10 e i 30 metri di distanza dalla nuova linea. A questo punto crediamo sia meglio avere più demolizioni con la certezza di compensazioni adeguate». Proprio sull’aspetto degli indennizzi si è concentrata l’attenzione della maggior parte delle famiglie presenti all’incontro, non contrarie, quindi, in partenza all’ampliamento della fascia di rispetto. «Si è comunque capito che il senso del faccia a faccia non era schierarsi pro o contro il progetto dell’Alta velocità – aggiunge il sindaco -, ma parlare appunto in concreto di impatti, soluzioni, tutele, delle esigenze dei cittadini di cui l’amministrazione si farà portavoce».

Per una discussione generale e “politica” sul passaggio dell’Av-Ac sarà invece convocato un Consiglio comunale aperto con tutta probabilità attorno alla metà del mese, prima della scadenza del 20 febbraio, fissata per la presentazione delle osservazioni al progetto, e dell’incontro pubblico di portata mandamentale che si sta tentando di organizzare a Monfalcone. L’ente locale ha comunque già individuato altre due “interferenze” da segnalare. La prima riguarda la fase di cantiere che impatterà sulla viabilità portante di Pieris e Begliano e su un asse fondamentale come la strada regionale 14. «Non è pensabile che se si dovesse chiuderla integralmente il traffico che la percorre verrà riversato nell’abitato di Begliano”, dichiara il sindaco Caruso. Il Comune chiederà quindi la creazione di collegamenti stradali alternativi. L’ultima osservazione riguarda invece la gestione del cantiere per la creazione del binario a valle (lato Pieris-Begliano) della linea ferroviaria storica. Stando al cronoprogramma dell’opera, il territorio di San Canzian sarà interessato dai lavori per quattro anni, dal 2017 al 2021.

 

Messaggero Veneto

Il Comitato di tutela ambientale: case di pregio a rischio con la Tav

 

PALMANOVA. Nuove preoccupazioni si affacciano sulla questione dei tracciati relativi delle opere di viabilità accessorie alla Tav. Il Comitato di tutela ambientale di Palmanova, tramite il portavoce Luigino Battistello, fa infatti sapere che, grazie all’opera di divulgazione delle informazioni attuata dal Comitato “No Tav” di Bagnaria Arsa, è riuscito a prendere visione dei contenuti del nuovo progetto preliminare della Tav nella Bassa Friulana.

«Per il nostro territorio – spiega il portavoce del Comitato locale – ci sono di nuovo cattive notizie: gli impatti prospettati da questo progetto sono veramente pesanti per il settore sud-ovest del nostro martoriato comune. È ricomparso un “cavalca-ferrovia” sulla strada regionale 252, la cosiddetta Napoleonica, il quale non è in asse con la statale stessa, ma crea una “variante” a forma di trapezio sul lato sud». Per il Comitato questa soluzione progettuale è quasi incomprensibile. Prosegue infatti Battistello: «Questo cavalcavia, che oltrepassa la ferrovia, ottiene il risultato di creare curve sulla strada, consumare territorio, svalutare case e terreni presenti nella zona, peggiorare la qualità della vita agli abitanti del posto». Il portavoce fa anche notare che sono molte le abitazioni, alcune anche di un certo pregio, presenti nelle adiacenze della ferrovia esistente, che rientrano nella fascia di vincolo urbanistico. Sono pertanto parecchi i cittadini interessati a capire ciò che questo comporta. Il Comitato di Tutela ambientale di Palmanova invita i cittadini a prendere visione degli elaborati progettuali «che – aggiunge Battistello – speriamo possano essere disponibili in Municipio. Va infatti ricordato che ogni cittadino può presentare osservazioni, che serviranno da riferimento per gli indispensabili interventi dell’amministrazione comunale, nei confronti dell’assessore regionale alle infrastrutture. La nostra speranza è quella di contribuire, anche come Comitato, alla correzione delle situazioni di sfregio ambientale». (m.d.m.)

 

Alta velocità, si contano le case da abbattere

 

San Canzian d’Isonzo SAN CANZIAN D’ISONZO. Se la fascia di rispetto prevista dal progetto preliminare di Rfi per l’Alta velocità-Alta capacità resterà a 10 metri, dovrebbero essere 7 le abitazioni che dovranno essere abbattute fra Pieris e Begliano; se invece Rfi accetterà di ampliare la fascia a 30 metri, come intende chiedere l’amministrazione comunale per evitare i pesanti impatti prevedibili per gli edifici più vicini alla linea, che non potrebbero essere ridotti con barriere anti-rumore, le case da abbattere sarebbero 30, di cui 20 in via Rebez a Pieris e altre 10 distribuite lungo la linea fino al confine con Ronchi.

Potrebbe sembrare un controsenso che in realtà, come spiega il sindaco Silvia Caruso vuolre ridurre al minimo di disagi per i cittadini e garantire la tutela dei loro diritti: maggiori demolizioni significherebbe poter avere compensazioni adeguate, anche per chi, altrimenti, si troverebbe a dover convivere con la vicina linea di Av/Ac.

La volontà degli amministratori sancanzianesi è già stata illustrata alle famiglie interessate, nel corso di un incontro con il sindaco e gli assessori competenti, che volutamente è stato organizzato a porte chiuse per consentire di entrare nel dettaglio del progetto, degli impatti e delle soluzioni individuate con la dovuta riservatezza.

«Certo non sarà facile per chi dovrà trasferirsi, ma perlomeno ci sarebbe maggiore tutela», spiega Caruso. L’attenzione delle famiglie, che in linea di massima non sono state contrarie all’idea, si è concentrata sul valore, certezza e peso degli indennizzi.

«Si è comunque capito che il senso del faccia a faccia non era schierarsi pro o contro il progetto dell’Alta velocità – aggiunge il sindaco –, ma parlare appunto in concreto di impatti, soluzioni, tutele, delle esigenze dei cittadini di cui l’amministrazione si farà portavoce».

Circa poi la discussione generale e politica sul passaggio dell’Av-Ac sarà invece convocato un consiglio comunale aperto, molto probabilmente verso la metà di febbraio, entro il 20, data ultima per la presentazione delle osservazioni al progetto. Un altro incontro, di portata mandamentale si dovrà tenere invece a Monfalcone. L’ente locale ha comunque già individuato altre due interferenze da segnalare. La prima riguarda la fase di cantiere che impatterà sulla viabilità portante di Pieris e Begliano e su un asse fondamentale come la strada regionale 14. «Non è pensabile che se si dovesse chiuderla integralmente il traffico che la percorre verrà riversato nell’abitato di Begliano», dichiara il sindaco, che prosegue spiegando che il Comune di San Canzian chiederà quindi la creazione di collegamenti stradali alternativi.

L’ultima osservazione riguarda invece la gestione del cantiere per la creazione del binario a valle (lato Pieris-Begliano) della linea ferroviaria storica. Stando al cronoprogramma dell’opera, il territorio di San Canzian sarà interessato dai lavori per quattro anni, dal 2017 al 2021. Un lasso di tempo “importante”, come lo definisce l’amministrazione locale, che per questo ritiene indispensabile una gestione ottimale delle fasi di cantiere.

Cristina Visintini

 

NOTAV: altri comuni contestano il progetto

Dal Messaggero Veneto del 04/02/11

 

Casali Franceschinis boccia il tracciato della Tav

MUZZANA. Casali Franceschinis come il Carso e Val di Susa. Dalla piccola frazione di Muzzana del Turgnano arriva unanime il “no” alla ferrovia ad alta velocità Venezia-Trieste, nel tratto che va da Portogruaro a Ronchi dei Legionari, che dovrebbe attraversare il territorio comunale per oltre 3 km. E affianco della gente si schiera l’amministrazione.

Una contrarietà che si è espressa mercoledì sera in uno degli incontri pubblici organizzati dai comitati No Tav della Bassa friulana dopo quelli svoltisi a Pocenia e a Teor anche loro comuni nei quali molteplici abitazioni vedranno sfrecciare la Tav a pochi km di distanza (a Teor anche vicino alla ditta Thermokey), durante il quale la comunità ha definito l’opera «inutile e pericolosa perché danneggerà irrimediabilmente il territorio e deteriorerà la nostra qualità di vita per la quale molti hanno deciso di venire qui a vivere».

In primo piano tra i problemi sollevati, la possibilità che i piloni incontrando in profondità la falda acquifera creino danni ingenti al terreno e alle abitazioni. L’opera che dovrebbe portare alla realizzazione della ferrovia, di un viadotto lungo 3.285 metri, con pilastri alti dai 6 ai 10 metri oltre alle barriere acustiche, porterà ad una cantierizzazione del paese per una decina d’anni dove i duecento abitanti della frazione dovranno convivere con polvere, traffico e rumore. Dai comitati è arrivata la proposta di richiedere alla Regione tutta la documentazione relativa allo Studio di impatto ambientale che comporterà la linea ad alta velocità, ancora non pervenuta ai Comuni, e di far decorrere dalla data di arrivo il tempo previsto per tutta le osservazioni necessarie.

I componenti dei Comitati hanno inoltre mostrato, estraendole dallo studio di impatto ambientale, le schede delle abitazioni interessate per ognuna delle quali è stata posta la foto della facciata, lo stato di conservazione degli infissi e la distanza che li separa dall’infrastruttura. La questione tornerà ad essere affrontata in un incontro organizzato dai Comitati No Tav che si terrà a Muzzana con molta probabilità la prossima settimana. (v.z.)

 

Alta velocità, la giunta contesterà il progetto

Fogliano FOGLIANO REDIPUGLIA. La giunta di Fogliano Redipuglia presenterà osservazioni sul progetto preliminare della tratta Ronchi – Trieste della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Il progetto individua nella cava di Ronchi – Redipuglia uno dei cinque siti da usare per conferire terre e rocce derivanti dai lavori di escavazione. “Il territorio comunale non è interessato dal percorso ferroviario e perciò il progetto preliminare non ci è stato inviato dalla Italferr per eventuali osservazioni”, spiega il sindaco Antonio Calligaris, evidenziando che solo negli ultimi giorni della scorsa settimana il Comune è venuto a conoscenza da altre istituzioni del possibile uso della cava. Calligaris ha quindi discusso la questione in giunta per attivare l’ufficio tecnico e formalizzare le osservazioni. Dei circa 6.800.000 metri cubi di materiale derivante dallo scavo delle gallerie lungo la Ronchi-Trieste, circa 2.900.000 saranno reimpiegati a uso della costruzione della linea ferroviaria, mentre 3.900.000 saranno usati per riqualifiche ambientali. Le cave che hanno i requisiti richiesti sono cinque: Sagrado, due a Trieste, Mariano e Ronchi-Redipuglia. “Va segnalato che la relazione non indica che tutti i 3.900.000 mc saranno stoccati a Redipuglia. Viene enumerata unicamente la singola capacità ricettiva teorica per ogni sito, che per quel che riguarda la nostra cava ammonta a 3.500.000 mc”. Le osservazioni fatte in giunta rispetto alla relazione indicano come fine dell’attività della cava il 7 dicembre 2012, mentre tale data corrisponde solo alla fine del terzo lotto di escavazione. “Inoltre la nostra cava è stata individuata come luogo da recuperare dal punto di vista ambientale con il materiale di scavo, mentre abbiamo già in atto un progetto di recupero ambientale collegato all’escavazione approvato dalla Regione. Se la nostra cava dovesse essere uno dei siti di stoccaggio, si andrebbero a rovesciare terra e rocce su un terreno che è già piantumato e recuperato da un punto di vista ambientale”. Un ulteriore problema sarà rappresentato dall’aumento del traffico per il passaggio dei camion. (c.v.)

NOTAV: ancora polemiche in veneto e non solo

Dal Piccolo

 

07/01/11

Del Bello alla Serracchiani: salviamo il Carso

La Tav si fermi a Ronchi, ai piedi del Carso, procedendo al potenziamento delle linee ferroviarie esistenti. Il consigliere comunale e provinciale del Pd, Fabio Del Bello, si associa alla proposta espressa dai consiglieri regionali Giorgio Brandolin e Franco Brussa, in occasione dell’assemblea indetta lo scorso gennaio dal sindaco di Doberdò del Lago. E la pone all’attenzione del segretario regionale del Pd, onorevole Debora Serracchiani, affinché venga assunta quale posizione del partito. Del Bello, infatti, ha inviato una lettera e ben 8 elaborati tecnici alla Serracchiani (coinvolgendo anche il segretario provinciale del Pd, Omar Greco, nonché i consiglieri Brandolin e Brussa), esponendo la critica al progetto preliminare della nuova linea Av-Ac Venezia-Trieste e la proposta alternativa, ai fini dell’espressione di una posizione unitaria del Pd a livello regionale.

Del Bello ricorda poi quanto dichiarato dall’assessore regionale Riccardo Riccardi, sulla «necessità di emarginare gli estremismi di chi dice che quest’opera non di deve fare»: «Siamo di fronte – osserva – all’ennesimo rovesciamento della realtà, tipico della stagione berlusconiana: in questo caso, chi difende l’ambiente da un’opera inutile e costosissima sarebbe estremista, chi invece vuole eseguire tale opera sarebbe un moderato e benpensante». Il consigliere ricorda inoltre quanto stabilì la Commissione nazionale di impatto ambientale alcuni anni fa: «La realizzazione di gallerie profonde nelle formazioni carsiche pone l’attenzione sulla tutela delle risorse idriche sotterranee e non fornisce garanzie sulla fattibilità dell’operazione e sui rischi, anche in fase di esercizio, nonchè sull’indeterminazione dell’onere economico derivante». Ripropone la decisione del Consiglio di Monfalcone che il 29 maggio 2008 approvò a larga maggioranza una mozione: «Il Consiglio si pronunciò affinché venissero prese in considerazione soluzioni alternative alla galleria carsica Trieste-Monfalcone, valutandone la progettazione con i portatori di interesse e le comunità interessate». E commenta: «La mia posizione prende le mosse e si sviluppa da quell’indirizzo consiliare, tuttora valido e pertanto ineccepibile sotto il profilo della correttezza e linearità istituzionale. Sono invece fuori linea coloro che oggi sposano acriticamente le proposte regionali». Del Bello conclude: «La società civile si sta mobilitando tramite l’istituendo Coordinamento di Zona per la difesa del Carso e del Timavo, con sede a Monfalcone, e presto anche in termini di mobilitazione popolare e di massa».

 

Wwf: no all invasione dei camion

di LUCA PERRINO

La prospettiva appare catastrofica. E a disegnarla, all’indomani della presentazione del progetto preliminare dell’Alta velocità ferroviaria, nel tratto tra Ronchi dei Legionari e Trieste, sono le associazioni ambientaliste e alcuni partiti politici da sempre contrari a questa opera. E’ quella legata allo smaltimento della terra e della roccia che verranno estratte dalla costruzione delle gallerie e del tracciato della stessa Tav, ma anche dell’enorme traffico che graviterebbe sul territorio proprio in virtù di questo massiccio intervento. Lo sottolinea il Wwf, che prospetta un cantiere della durata decennale, il quale avrebbe un impatto enorme sul territorio, ma lo mettono in luce anche Rifondazione comunista e il Comitato per la salvaguarda del territorio di Selz che invitano i cittadini a presentare le opportune osservazioni. Le cave che hanno i requisiti per lo smaltimento del materiale sono 5: una a Sagrado, due in territorio di Trieste, una a Mariano del Friuli e la cava da tutti conosciuta con il nome dell’ex proprietà “Tacchino” tra Ronchi e Fogliano Redipuglia. Nel dettaglio, dalla relazione intitolata “Gestione terre e rocce da scavo” si evince che dei circa 6,8 milioni di metri cubi totali di materiale derivante dallo scavo delle gallerie nella tratta Ronchi-Trieste, si stima che circa 2,9 milioni saranno reimpiegati nella stessa costruzione della linea ferroviaria, mentre 3,9 saranno utilizzati in siti esterni per riqualifiche ambientali. Preoccupano non poco anche i percorsi di collegamento individuati tra i cantieri e le aree di lavoro e i siti di conferimento delle terre da scavo, tra i quali si cita quello “lungo la bretella di collegamento tra la regionale 14 e lo svincolo autostradale di Redipuglia e verso i siti di riambientalizzazione a nord di Redipuglia. E’ immaginabile il traffico di mezzi pesanti che dovranno attraversare l’abitato di Redipuglia e il territorio Monfalconese per conferire ben 3,5 milioni di metri cubi di terre e rocce nella Cava di Monte Sei Busi. Secondo una valutazione, tale traffico viene previsto da un minimo di 30 a un massimo di 130 automezzi al giorno.

Una situazione che è stata presa in mano dalla giunta comunale di Fogliano Redipuglia. «Bisogna tuttavia segnalare – spiega il sindaco Antonio Calligaris – che la relazione non indica in alcun modo che il totale dei 3,9 milioni di metri cubi verrà interamente stoccato nella cava di Redipuglia mentre si limita a elencare i siti individuati senza menzionare le possibili suddivisioni degli stoccaggi e enumera unicamente la singola capacità ricettiva teorica per ogni sito, che per quel che riguarda la nostra cava ammonta a 3,5 milioni di metri cubi». Calligaris ricorda anche che la cava è stata individuata come luogo da recuperare dal punto di vista ambientale con il materiale di scavo, mentre la municipalità foglianina ha già in atto un progetto di recupero ambientale collegato all’escavazione che è stato approvato dalla Regione. «Le nostre prime considerazioni – continua il primo cittadino – si concentrano dunque su questa principale questione dato che il progetto visionato sembra aver completamente ignorato la realtà della cava di Redipuglia ed il suo ventennale piano ambientale di recupero. In merito infine all’aumento del traffico derivante dal possibile passaggio dei camion sul nostro territorio, è ovvio che esso costituisca un onere che Redipuglia non è certo in grado di supportare».

 

Tav, in Veneto è paralisi E mette a rischio anche il progetto fino a Trieste

 

di MARTINA MILIA

 

TRIESTE Una parte del Veneto, sindaci e presidente della Provincia di Venezia, si ribella e chiede quello che il Friuli Venezia Giulia ha già ottenuto: un tracciato della Tav che affianchi l’autostrada, una ferrovia ad alta capacità che sia il meno impattante possibile per il territorio.

Il destino della ferrovia ad alta capacità e quello dell’autostrada A 4 sono legati non solo nei desiderata degli amministratori. A dirlo è anche Italferr che, nel progetto preliminare della tratta tra l’aeroporto Marco Polo e Portogruaro prevede una fase comune nell’adeguamento delle interferenze e chiama in causa Autovie Venete per regolare «gli aspetti tecnici ed economici» relativi all’armonizzazione delle due opere. Nello specifico lo studio dice che «La committenza Rfi ha definito di prevedere – si legge nella relazione generale del preliminare -, nell’ambito dei progetti preliminari delle tratte ferroviarie Av/Ac Aeroporto Marco Polo – Portogruaro e Portogruaro Ronchi dei Legionari, nei tratti in affiancamento all’autostrada A 4, la realizzazione delle opere interferenti (cavalcavia, sottovia, svincoli, eccetera) integrata con gli interventi di ampliamento dell’autostrada A 4 oggetto del relativo progetto». Questo per limitare l’impatto degli interventi «sia in termini economici che di consumo del territorio». Da qui l’obiettivo «di poter definire – preliminarmente all’avvio delle successive fasi di sviluppo della progettazione e, quindi, alla realizzazione delle opere interferenti – un accordo con la società Autovie Venete al fine di regolare – prosegue la relazione – gli aspetti tecnici ed economici relativi all’esecuzione di tali interventi».

In quest’ottica capire quali saranno i tratti da realizzare in affiancamento diventa determinante. Ma in Veneto la decisione sembra in alto mare, arenata in un oceano di contrapposizioni. La Regione ha proposto il percorso cosiddetto basso, quello per cui da Mestre, la Tav raggiungerebbe l’aeroporto Marco Polo (dove è prevista l’unica fermata di questo tratto), passando per Quarto d’Altino e descrivendo un’ampia ansa verso destra per inoltrarsi nella campagna in direzione della costa e lambendo Caposile, Passarella e Stretti per poi passare tra San Stino e Lison e rientrare su Portogruaro. Il territorio – amministrazioni comunali e agricoltori – oppone resistenza e l’ha fatto portando anche i trattori in piazza sabato scorso.

Il percorso litoraneo risulterebbe più impattante in quanto a sottrazione di terreno (perché più lungo: 49,1 chilometri contro i 42,6 del percorso in affiancamento) e, in particolare, agricolo: il 97,8% della linea attraverserebbe infatti aree coltivate contro l’85,7% del percorso alto.

Il tracciato alto, invece, dall’aeroporto toccherebbe sempre i Comuni di Marcon e Quarto d’Altino, ma più a sud dell’ipotesi litoranea e passando per il territorio di Roncade, risalirebbe in affiancamento all’A4, per attraversare Meolo, Monastier, Fossalta di Piave, Noventa, San Donà Cessalto, San Stino e Annone, così da arrivare a Portogruaro. Rispetto a quello litoraneo sarebbe più impattante sulle aree vincolate a beni culturali e paessaggistici.

Se sul tracciato basso esiste un progetto dettagliato, su quello alto gli elementi a disposizione sono pochi. «Purtroppo noi non siamo nelle condizioni di fare la comparazione perché è vero che c’è un progetto preliminare ma è vero anche che l’alternativa su cui dovrebbe reggere la comparazione è molto scarna – dice la presidente della Provincia di Zaccariotto, che si è schierata contro la ferrovia costiera – quindi non siamo in grado dire qual è il tracciato migliore. Ci riserviamo quindi di presentare in consiglio provinciale una mozione per far conoscere la posizione della provincia su questo tracciato». Per quel che riguarda il tracciato basso “i fattori maggiormente incidenti sono la frattura inferta ad un territorio già delicato sotto il profilo della continuità ecologica; pressato da un punto di vista della tenuta idraulica; con un paesaggio facilmente compromesso dalla tipologia delle strutture proposte; con caratteristiche dei suoli già delicate, soggetti come sono ad un importante abbassamento anche di oltre 25 cm ogni 50 anni» analizza Zaccariotto. Da qui la richiesta di uno studio di impatto ambientale complessivo (il procedimento invece prevede una realizzazione per lotti funzionali).

Resta infine una questione di fondo sull’analisi dei due tracciati: la finalità dell’opera. La Tav in Veneto, così come in Friuli Venezia Giulia, sarà una ferrovia a servizio delle merci e del sistema portuale: è previsto, a regime, il passaggio di 138 treni al giorno per il trasporto merci e solo 26 per i passeggeri. Se questo è l’obiettivo, il tracciato basso risponde allo scopo?

06/02/11

Trattori in piazza per protestare contro la Tav

 

VENEZIA Trattori in piazza contro la Tav, la ferrovia ad alta velocità e alta capacità che collegherà Venezia e Trieste. Gli agricoltori ieri sono scesi in strada a San Donà di Piave (in provincia di Venezia) per manifestare contro la costruzione dell’infrastruttura, portandosi dietro una cinquantina di trattori.

Ad alzare la voce contro la Tav sono stati i contadini riuniti in tre cortei, due dei quali fatti proprio con i trattori. I manifestanti sono poi confluiti, al termine della manifestazione, in piazza Indipendenza, nel centro di San Donà di Piave.

La manifestazione, che si è svolta senza problemi, è stata organizzata con la volontà di riunire in piazza coloro che sono contrati all’opera. La Tav, hanno spiegato i manifestanti ieri, non è altro che «una nuova ferrovia con cui si va a infierire ancora una volta sul territorio».

A proporre la protesta sono state alcune organizzazioni ambientaliste e alcune associazioni di rappresentanza degli agricoltori.

I cortei hanno avuto ripercussioni sul traffico, creando rallentamenti e disagi per gli automobilisti.

 

Paviotti: «Nessuna casa a rischio demolizione»

CERVIGNANO «A Cervignano nessuna casa rischia la demolizione». Né tantomeno l’esproprio. Ieri il sindaco Pietro Paviotti è intervenuto per rassicurare i cittadini sulla nuova linea ferroviaria ad alta capacità e velocità, il cui progetto preliminare è stato presentato in Comune alla fine di dicembre. Il primo cittadino intende così rispondere alle notizie del Wwf regionale, che fanno riferimento alla presenza dei cosiddetti “ricettori”, cioè spiega Paviotti «tutte le abitazioni o le aree naturalistiche o edificabili entro una certa distanza dalla nuova linea ferroviaria, che a Cervignano verrà costruita sul tracciato esistente».

«I cittadini non devono preoccuparsi – riprende Paviotti – in quanto si tratta solo del rilevamento dello stato di fatto necessario a mettere in campo tutte le strategie atte a preservare le abitazioni da disturbi o effetti negativi che dovessero derivare dal passaggio dei treni». Secondo il parere del sindaco, dunque, i progettisti saranno obbligati a mettere in campo azioni di mitigazione adeguate sulle abitazioni che distano da 0 a 500 metri dalla Tav e sui ricettori sensibili che sono le scuole, gli ospedali e le case di riposo distanti da 0 a 250 metri. Nel caso di Cervignano le opere di mitigazione dovrebbero però solo interessare le abitazioni, che «in ogni caso – puntualizza – non sono a rischio di esproprio o di demolizione. E per essere più chiaro – continua – confermo che a Cervignano non sono previsti espropri di fabbricati o, ancor peggio, demolizioni».

Poi il sindaco ripercorre la storia della Tav. «Nel 2008 abbiamo firmato un protocollo di intesa che definiva il tracciato che, nel nostro caso, combacia con la linea esistente, già provvista dei 4 binari necessari per potenziare la capacità ferroviaria. Consci del fatto che la nostra linea ferroviaria attraversa l’abitato, abbiamo chiesto e ottenuto una serie di garanzie, che ho constatato non essere esplicitate nel progetto consegnato a fine 2010. Così ho inviato una lettera a Italferr, Regione e Provincia, ribadendo la necessità di rivedere la proposta progettuale, dando ai Comuni un tempo congruo e la possibilità di avvalersi di tecnici di loro fiducia come già avvenuto nel passato. L’assessore regionale Riccardo Riccardi si è impegnato in tal senso e dunque ritengo che tutto ciò che era stato definito e concordato troverà risposta adeguata nel progetto preliminare di Italferr, che a questo punto dovrà essere modificato. Confermo che sarà mio impegno informare i cittadini sull’andamento dei lavori e sugli approfondimenti che verranno attuati».

Tra le garanzie che Cervignano aveva ottenuto nel 2008, velocità dei treni non superiore ai 200 km orari, un tunnel trasparente nel viadotto contro l’inquinamento acustico, barriere antirumore trasparenti nell’impianto di stazione, interventi di mitigazione delle vibrazioni nei tratti urbani, un viadotto a Scodovacca per evitare di tagliare in due l’abitato, l’eliminazione del cavalcavia sulla statale 14 e la pista ciclabile e pedonale a fianco alla linea ferroviaria tra Scodovacca e via Chiozza.

Elena Placitelli

NOTAV: la serracchiani continua a sproloquiare

Da Il Piccolo del 08/01/11

Il Pd: «Il centrodestra veneto mette a repentaglio la Tav»

TRIESTE «La miopia del centrodestra del Veneto non dovrebbe mettere in discussione la realizzazione di un progetto europeo della massima importanza come è il Corridoio V, ma purtroppo questo è quanto sta accadendo». Lo denuncia l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani a fronte della proposta veneta di un tracciato litoraneo per la Tav. «Se verrà bocciato il progetto, saranno stati gettati i fondi europei e i tempi si allungheranno di anni perché per la prossima progettazione bisognerà reperire fondi italiani» avverte Serracchiani. L’eurodeputata ricorda anche che «il Pd del Veneto e quello del Friuli Venezia Giulia avevano messo in guardia dal rischio che avrebbe rappresentato mantenere un atteggiamento intransigente sul tracciato costiero della Tav. Ma il centrodestra ha preferito guardare il proprio ombelico invece di alzare lo sguardo verso l’Europa. Non si è avuto nemmeno quel minimo di prudenza che avrebbe suggerito di inserire l’affiancamento all’A4 tra le alternative di tracciato». Non manca un ultimo avvertimento: «Si deve prestare attenzione anche in Friuli Venezia Giulia dove il tracciato della Bassa deve esser ottimizzato tenendo conto delle esigenze di Cervignano e di San Giorgio di Nogaro».

Giovedì assemblea sulla Tav

L’Amministrazione comunale, per consentire ai cittadini interessati di prendere visione del progetto, organizza un incontro sul tema ”Osservazioni alla nuova linea AV/AC, l’amministrazione comunale incontra i cittadini” che si terrà nella sala espositiva di piazza Cavour giovedì alle 18.30. Contestualmente gli uffici tecnici hanno pubblicato sul sito del Comune (www.comune.monfalcone.go.it) due elaborati riassuntivi del progetto preliminare redatto da Italferr e un elaborato con l’inserimento del tracciato della linea AV/AC sulle planimetrie del vigente Piano Regolatore Generale Comunale. Si consiglia di seguire i collegamenti Territorio Pianificazione Territoriale Nuova Linea AV/AC – Tratta Ronchi dei Legionari-Ts – Inserimento Prgc. Nuova Linea AV/AC tratta Ronchi dei Legionari – Trieste. Italferr ha avviato per conto di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) le procedure di approvazione del progetto preliminare delle tratte ferroviarie AC/AV Portogruaro – Ronchi Sud e Ronchi Sud – Trieste del Corridoio plurimodale V provvedendo, tra l’altro, all’invio dei documenti progettuali ai Comuni interessati e alla Regione. L’opera rientra tra gli interventi strategici della ”legge obiettivo” e la procedura di approvazione prevede che il progetto preliminare sia approvato dal Cipe che decide a maggioranza, con il consenso, ai fini dell’intesa sulla localizzazione, dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate, che si pronunciano, sentiti i Comuni nel cui territorio si realizza l’opera. Il Comune dovrà esprimersi sulle interferenze entro il mese di febbraio mentre per lo Studio d’impatto ambientale si è in attesa da parte della Regione della relativa richiesta. Tutti i soggetti interessati possono presentare le osservazioni sul progetto di Studio di impatto ambientale entro il 20 febbraio. Le osservazioni vanno trasmesse al ministero dell’Ambiente – Direzione generale per le valutazioni ambientali, divisione II, via Cristoforo Colombo 44 – 00147 Roma; al ministero per i Beni e le Attività culturali – Direzione generale per il paesaggio, via San Michele 22 – 00153 Roma; alla Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna – Servizio Valutazione impatto ambientale, via Giulia 75/1 – 34126 Trieste.

 

Dal Messaggero Veneto del 08/01/11

«Mancano i documenti per fare le obiezioni»

PORPETTO. Non sono ancora disponibili nei Comuni i documenti del Sia, indispensabili per fare obiezioni al Progetto preliminare della Tav entro i 60 giorni previsti. Lo denunciano i Comitati No Tav della Bassa Friulana, sostenendo che i primi cittadini «rassicurano e tranquillizzano ma aspettano l’invio ufficiale da parte della Regione, con il solito palleggiamento di responsabilità. Si limitano solo – affermano – a qualche articolo sui quotidiani, pochissimi consigli comunali ne discutono, nessun incontro con i cittadini, salvo l’eccezione promossa dal sindaco di Muzzana a Casali Franceschinis. Effetto valium! Il sindaco di Cervignano rassicura che quello concordato troverà risposta adeguata nel Progetto di Italferr, che a questo punto dovrà essere modificato, sono le stesse recriminazioni fatte anche da altri amministratori. Considerato che c’era un accordo, perché il Progetto in prima stesura non ha tenuto conto delle richieste dei sindaci? Questo è un ulteriore esempio di come, nonostante il famoso Protocollo Sonego non abbia ricevuto l’approvazione della maggioranza dei consigli comunali, venga anche disatteso».

I Comitati evidenziano che nella documentazione del Sia «ci sono le foto delle abitazioni nella fascia di 250 metri interessate allo sforamento dei livelli acustici con il giudizio sullo stato di conservazione della casa. Tranquilli – ironizzano i Comitati -, non c’è da preoccuparsi non verranno abbattute ma il valore dell’immobile sarà condizionato? Effetto valium! Le uniche assemblee vengono fatte dai Comitati No Tav e dato la loro contrarietà a quest’opera, vengono definiti “estremisti” dall’assessore Riccardi. Inoltre, tra le posizioni degli amministratori, leggiamo che un ex assessore di Torviscosa precisa che il comune non è un “Comune No Tav”. Questo amministratore si è dimenticato dell’impegno dei Comitati No Tav contro il Cementificio».

Le prossime assemblee si terranno oggi a Villa Muciane a Muzzana, alle 20.30, e sabato 12 febbraio nella palestra di Scodavacca di Cervignano alle 16.30. Per maggiori informazioni si può visionare su youtube un video con il seguente link http://www.youtube.com/watch?v=MQ1kfBeLnFg e il sito www.notavfvg.altervista.org. (f.a.)

 

 

Serracchiani: a rischio i fondi europei

 

UDINE. «La miopia del centrodestra del Veneto non dovrebbe mettere in discussione la realizzazione di un progetto europeo della massima importanza come è il Corridoio V, ma purtroppo questo è quanto sta accadendo». Lo ha affermato l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani, commentando la proposta, da parte della regione Veneto, del tracciato «litoraneo» per la Tav. «È giusto si sappia – afferma Serracchiani in una nota – che se verrà bocciato il progetto saranno stati gettati i fondi europei destinati alla progettazione, e che i tempi si allungheranno di anni perchè per la prossima progettazione – aggiunge – bisognerà reperire fondi pubblici italiani». Serracchiani ricorda quindi che «il Pd del Veneto e quello del Friuli Venezia Giulia avevano messo in guardia per tempo del rischio che avrebbe rappresentato mantenere un atteggiamento intransigente sul tracciato costiero della Tav. Il centrodestra però ha preferito guardare il proprio ombelico invece di alzare lo sguardo verso l’Europa e, soprattutto, verso le aree commerciali da cui viene lo sviluppo. E il risultato è che l’alta velocità e l’alta capacità – sottolinea – si impantanano nelle paludi del litorale». L’esponente del Pd denuncia inoltre che «non si è avuto nemmeno quel minimo di prudenza che avrebbe suggerito di inserire l’affiancamento all’A4 tra le alternative di tracciato, anzi, è lecito supporre che si sia fatto tutto il possibile per escludere questa ipotesi». Precisa infine che «si deve prestare attenzione anche in Friuli Venezia Giulia, dove nella Bassa il tracciato deve esser ottimizzato. Perciò tutto quello che era stato compreso negli accordi fatti dalla Giunta Illy nel 2008 deve essere mantenuto perchè garantisce – conclude – la coesione territoriale e la sostenibilità ambientale».

NOTAV: rassegna stampa del 9 febbraio

Dal Piccolo

Tav: presentazioni a tappeto fra Comuni ed enti locali

 

TRIESTE Il percorso che licenzierà il progetto regionale della linea ferroviaria ad alta capacità è stato definito. Ieri, l’assessore regionale alla Viabilità e Trasporti, Riccardo Riccardi, ha incontrato i sindaci interessati dal progetto nell’area friulana (oggi invece vedrà i rappresentanti dei Comuni che ricadono nella tratta Ronchi sud Trieste, alle 10.30 nella sede della Regione) per definire le prossime tappe. Una volta esaminato il tracciato ,Comune per Comune, è stato deciso che gli enti locali presenteranno alla Regione le loro osservazioni; queste saranno quindi esaminate e solo allora ci saranno gli incontri tra Comuni, Regione e Rfi.

L’ultima fase della partecipazione saranno le assemblee pubbliche per presentare ai cittadini il risultato della concertazione. I Comuni, come già emerso nella presentazione di fine gennaio a Trieste, potranno farsi affiancare da tecnici esterni per elaborare le osservazioni al tracciato. «Al di là dei tempi stringenti fissati dalla legge per le procedure di localizzazione, a carattere soprattutto urbanistico, e d’impatto ambientale (VIA), la Regione – ha garantito nuovamente Riccardi alle amministrazioni locali- non varerà alcun tipo di provvedimento senza prima aver concluso con le istituzioni del territorio tutti gli approfondimenti». L’assessore ha inoltre ribadito che occorrerà presentare, da parte di Rete ferroviaria italiana, un’analisi costo/benefici del tracciato, anche se non richiesta dalla Legge Obiettivo che regola le grandi opere.

San Canzian vuole la Tav a 30 metri

 

SAN CANZIAN Non c’è ancora una data per il Consiglio comunale aperto sull’Alta velocità-Alta capacità ferroviaria che l’amministrazione locale di San Canzian d’Isonzo ha deciso di convocare per fare il punto “politico” sul progetto. Il sindaco Silvia Caruso assieme agli assessori competenti sarà del resto oggi a un nuovo incontro convocato dall’assessore regionale ai Trasporti. Riccardi con gli enti locali coinvolti. «Vediamo se emergerà qualche nuovo elemento», afferma il sindaco Caruso.

La seduta del Consiglio comunale dovrebbe comunque essere imminente, visto che già domani avrà luogo a Monfalcone un primo incontro pubblico con i cittadini di illustrazione del progetto, un’iniziativa decisa a livello di Città mandamento. L’amministrazione e gli uffici comunali stanno comunque continuando a fornire informazioni ai propri residenti che potrebbero essere toccati direttamente dal passaggio dell’Alta velocità, dopo la riunione con tutte le famiglie interessate già tenuta alla fine di gennaio.

L’ente locale prosegue inoltre l’esame del progetto e il lavoro per la presentazione di alcune osservazioni. L’amministrazione di San Canzian ha infatti già individuato tre interferenze del passaggio dell’alta velocità con il territorio che intende portare all’attenzione di Rete ferroviaria italiana e Italferr. Le abitazioni che l’Alta velocità-Alta capacità ferroviaria abbatterà tra Pieris e Begliano sono 7, ma considerando la fascia di rispetto di 10 metri prevista dal progetto preliminare di Rfi.

L’amministrazione comunale di San Canzian d’Isonzo vuole portare la distanza a 30 metri, così da evitare i pesanti impatti prevedibili per gli edifici più vicini alla linea, nonostante l’inserimento di barriere anti-rumore. Se l’osservazione del Comune fosse accolta, le case da demolire salirebbero a 30, di cui 20 in via Rebez a Pieris e le altre 10 distribuite lungo la linea fino al confine con Ronchi dei Legionari.

L’ente locale ha individuato altre due “interferenze” da segnalare. La prima riguarda la fase di cantiere che impatterà sulla viabilità portante di Pieris e Begliano e su un asse fondamentale come la strada regionale 14. L’altra è relativa alla gestione del cantiere per la creazione del binario a valle (lato Pieris-Begliano) della linea ferroviaria storica. Stando al cronoprogramma dell’opera, il territorio di San Canzian sarà interessato dai lavori per quattro anni, dal 2017 al 2021.

Laura Blasich

Tav, Zilli convoca gli speleologi

 

«Per acquisire più elementi possibili per la decisione finale sulla Tav e quindi per meglio conoscere il patrimonio naturale del nostro Carso serve un incontro pubblico in Commissione consiliare a tutela dell’ambiente con i gruppi di speleologi locali che meglio conoscono il patrimonio naturale del Carso e i suoi meandri più nascosti». Barbara Zilli, presidente della quarta Commissione (Tutela della salute, dell’ambiente e della qualità della vita), intende rendere il più trasparente possibile il percorso relativo all’Alta velocità – Alta capacità. «Anche se le decisioni sulla Tav vengono prese ben più alto – afferma – i Consigli comunali dovrebbero essere chiamati ad esprimersi sull’impatto. Visto il progetto faraonico sia dal punto di vista del costo che dell’impatto sul territorio è necessario acquisire più elementi possibili per dare un parere che deve essere la risposta alla domanda: vogliamo un territorio completamente cementificato e industrializzato però potenzialmente strategico nell’economia internazionale che porterebbe benefici economici anche in termini di opportunità di lavoro? Oppure vogliamo un territorio vivibile e cerchiamo piuttosto di valorizzare il paesaggio naturale investendo sulle peculiarità che lo distinguano: il Carso e il mare? In questa decisione – conclude Barbara Zilli – cozzano l’accusa di essere miopi e di non volere lo sviluppo economico del territorio da una parte con la consapevolezza di deturpare in maniera irreversibile il patrimonio naturale dall’altra».

 

Il comitato No tav alla Casa della Pietra

 

DUINO AURISINA Domani alle 18, alla Casa della pietra ”Igo Gruden” di Aurisina, il Comitato No Tav di Trieste e del Carso, in collaborazione con L’altra baia, organizza un’assemblea pubblica sui rischi dell’Alta velocità per i paesi del comune di Duino Aurisina. Nell’ambito dell’iniziativa sarà possibile sottoscrivere alcune osservazioni al progetto (per contatti: notavtriestecarso@gmail.com). Il 22 dicembre scorso è stato presentato da Italferr il preliminare sulla tratta Ronchi-Trieste per la valutazione dell’impatto ambientale. Ogni cittadino può visionare o avere una copia informatica degli atti chiedendola alla Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna – Servizio valutazione impatto ambientale che si trova in via Giulia 75/1 a Trieste: è sufficiente presentarsi con un supporto libero da almeno 10 giga. Altre informazioni sono reperibili sui siti web del Wwf e di Lega Ambiente (sintesi non tecniche e mappa del tracciato). Tutti i cittadini, sia in forma individuale che associata, possono inoltre presentare osservazioni entro il 20 febbraio, indicando che si tratta di considerazioni rivolte al progetto proposto per la Via.

 

 

Dal Messaggero Veneto

Alta velocità, il tracciato al vaglio delle commissioni in municipio

 

MONFALCONE. Le commissioni congiunte del Comune di Monfalcone, seconda (Pianificazione del territorio) e quarta (Ambiente), si incontreranno oggi alle 17 in municipio per discutere del tracciato del progetto Alta capacità e Alta velocità nel Monfalconese proposto da Rfi e dell’impatto sul fenomeno carsico ipogeo. L’incontro è aperto al pubblico.

«In considerazione del fatto che la Regione intende comunque sentire il parere dei Comuni interessati sull’impatto ambientale in quanto presidente della IV commissione ambiente – spiega Barbara Zilli – ho ritenuto necessario intraprendere ogni incontro utile ad approfondire l’impatto ambientale nel nostro territorio».

Come è noto, il progetto riguarda sia il rifacimento della linea storica che si concretizza nella realizzazione della linea ad Alta capacità che conta 4 binari (due per la direttrice Venezia-Monfalcone e due per la direttrice Udine-Monfalcone) sia nella realizzazione della Tav che conta 2 binari all’interno della linea ad Alta capacità.

«L’impatto sul territorio monfalconese è notevole sia dal punto di vista della costruzione della ferrovia, visto che corre adiacente a case e all’ospedale (in prossimità del quale è previsto anche un imponente cantiere), sia dal punto di vista del depauperamento del Carso, in quanto è prevista la costruzione di 3 gallerie nel territorio carsico: una per il binario Trieste-Venezia, una per i due binari della linea Trieste-Udine, una per la Tav che, tra l’altro, comincia proprio in prossimità del condotto dell’acqua dell’Acega», spiega Zilli, che precisa come, proprio per approfondire questo importante aspetto, al primo incontro è stata invitata la Federazione provinciale degli speleologi, conoscitori del fenomeno carsico ipogeo.

Inoltre, su richiesta di numerose associazioni ambientaliste e di cittadini, il Comune intende organizzare a giorni, in teatro, un incontro pubblico mandamentale a cui sarà invitato un tecnico di Rfi per illustrare il progetto. Entro il 22 febbraio andranno presentate le osservazioni al progetto.

 

Treni guasti, studenti in difficoltà

 

 

 

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Ci sono i disagi per gli studenti e per le attività degli istituti superiori sanvitesi, tra le conseguenze dei continui guasti ai materiali rotabili nella tratta ferroviaria Casarsa-San Vito-Portogruaro, tanto che la situazione è già stata segnalata alle Ferrovie. A volte, sembra non ci siano neppure le sostituzioni dei treni con autobus, fatto, quest’ultimo, che perdura da mesi, tanto che ormai è all’ordine del giorno. In questo mese sinora le sostituzioni sono avvenute ogni giorno. Il numero di corse interessate alle sostituzioni con autocorsa varia di giorno in giorno: ieri erano ben 10, distribuite in varie fasce orarie, anche in quelle di punta per i pendolari.

Minuetto in officina. Il problema, almeno per quanto riguarda le ultime settimane, come spiegano alle Ferrovie dello Stato, è relativo a guasti riguardanti uno dei 5 Minuetto in servizio tra la linea in questione e la Sacile-Gemona, attualmente in officina a Treviso per tempi che ancora non si conoscono. Non appena sarà riparato il guasto, tutto tornerà come prima: nel frattempo, le sostituzioni dovrebbero garantire uguali tempi di percorrenza. Il condizionale è d’obbligo, soprattutto dopo aver raccolto la voce dei dirigenti dei tre istituti superiori sanvitesi, nei quali gran parte degli studenti proviene dal di fuori della cittadina e anche da fuori provincia.

Disagi di vecchia data. La situazione legata alla tratta ferroviaria, al di là degli ultimi giorni, è infatti da tempo causa di disagi. «Li abbiamo già segnalati alle Ferrovie, sia a Trieste che a Roma – spiega la dirigente del liceo scientifico Le filandiere, Giuliana Cinelli – Ci sono spesso ritardi e soppressioni di corse che non sempre vengono sostituite con un pullman». Il risultato è che molti studenti spesso arrivano in ritardo a scuola: «Il disagio è doppio: sia per gli studenti che per le lezioni e gli insegnanti, in quanto l’entrata in ritardo in classe, a volte anche in gruppo, arreca disturbo. In generale, sarebbe buona cosa che le Ferrovie rimettessero a punto il servizio, tra l’altro considerando che ai ragazzi insegniamo sempre cosa significa la puntualità». E, aggiungiamo, anche considerando il gran parlare che si fa intorno all’usare il più possibile i mezzi pubblici e meno le auto. Simile la situazione che riguarda i ragazzi che frequentano l’istituto tecnico Sarpi” e il professionale Freschi. Anche la dirigente di questi ultimi, Lisanna Pellizzoni, conferma che «i disguidi ci sono, la maggior parte dei quali si sono registrati nei mesi scorsi». «A differenza del liceo – aggiunge – non abbiamo interpellato le Ferrovie, pensando che si trattasse di qualcosa di passeggero».

Situazione temporeanea. TestIn effetti, si tratta di situazioni momentanee: il punto è che guasti e altre inconvenienti si verificano a catena, com’è stato nel 2010 e come sta avvenendo nel 2011. L’elettrificazione della linea, se da qualche mese sembra più vicina, dato che il tracciato della Tav per ora è previsto passi per Portogruaro, non sarà in ogni caso una soluzione a breve termine, anzi.

Andrea Sartori

 

Vertice in Regione

UDINE. È stato avviato ufficialmente, alla presenza dell’assessore regionale alla Viabilità e ai Trasporti, Riccardo Riccardi, il percorso di analisi del progetto preliminare della linea ferroviaria ad alta capacità/alta velocità Venezia Trieste nella tratta Portogruaro-Ronchi dei Legionari da parte degli enti locali della provincia di Udine interessati alla linea che attraversa il Friuli Venezia Giulia. In questa occasione, oltre a definire una procedura comune per acquisire i pareri sui tracciati, l’amministrazione regionale ha formalmente garantito la tutela degli interessi del territorio, la conformità con gli impegni già negoziati e sottoscritti nel corso della precedente legislatura e la necessaria tempistica per le valutazioni che riguardano i singoli Comuni. «Al di là dei tempi stringenti fissati dalla legge per le procedure di localizzazione, a carattere soprattutto urbanistico, e d’impatto ambientale (Via), la Regione – ha ribadito Riccardi – non varerà alcun tipo di provvedimento senza prima aver concluso con le istituzioni del territorio tutti gli approfondimenti che occuperanno tutto il tempo necessario, senza alcuna scadenza». In merito al metodo di lavoro, è stato convenuto che ciascuna amministrazione comunale provvederà, nei termini che riterrà opportuni e con l’eventuale supporto di un professionista esterno, a formulare le proprie osservazioni in merito al progetto illustrato oggi dai tecnici di Rfi/Rete ferroviaria italiana, accompagnati dal direttore Programmi Investimenti Est-Ovest, Osvaldo Mastroianni. Sarà la Regione ad acquisire le osservazioni e a trasmetterle a Rfi che si occuperà di presentare le proprie valutazioni in merito alle questioni sollevate: una volta effettuate queste due fasi si aprirà il momento delle assemblee pubbliche promosse da Regione, Provincia e uno o più Comuni, nel caso di questioni che interessino più territori, per arrivare a definire un documento il più possibile condiviso. Riccardi, nel dare atto a tutti i sindaci – presenti amministratori di Bagnaria Arsa, Cervignano, Fiumicello, Palmanova, Porpetto, Ruda, Carlino, Castions di Strada, Gonars, Muzzana del Turgnano, Palazzolo, Pocenia, San Giorgio di Nogaro, Torviscosa, Villa Vicentina, Ronchis e Teor nonché l’assessore provinciale alla Viabilità, Fabio Marchetti – dell’«atteggiamento responsabile» finora tenuto in questa fase di lavoro, ha ricordato «che la Regione ha la responsabilità di costruire questa grande infrastruttura strategica per il futuro del Friuli Venezia Giulia, ma sente anche il dovere di garantire i diritti delle comunità attraversate dalle opere di realizzazione».

NOTAV: continua il teatrino

Dal Piccolo del 10/02/11 Riccardi: «Sulla Tav sentiremo i cittadini» Massima concertazione con gli enti locali e soprattutto poche case da abbattere. L’amministrazione regionale affronterà, insieme agli Enti locali, anche con i cittadini, il percorso di analisi del progetto preliminare della linea ferroviaria ad alta capacità/alta velocità. È questa la decisione assunta ieri, al termine dell’ultimo dei quattro confronti voluti dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, per definire il metodo di valutazione del progetto, e che ha coinvolto nell’arco di due giorni tutti gli Enti locali interessati. All’incontro di ieri pomeriggio hanno partecipato, assieme allo stesso Riccardi e a rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana, amministratori della Provincia di Gorizia e dei Comuni di Doberdò del Lago, Gorizia, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, San Canzian d’Isonzo, Staranzano e Turriaco. La ferrovia ad alta capacità/alta velocità è, come ha precisato Riccardi, un’opera particolarmente complessa, per la cui realizzazione è necessaria prima di tutto la condivisione di un metodo che favorisca un ampio coinvolgimento di tutti, per consentire di approfondire i diversi aspetti connessi alla sua realizzazione e quindi di formulare pareri e osservazioni, con l’obiettivo comune di ottenere il minor impatto ambientale possibile. Per questo motivo la Regione si è fatta carico di essere garante, nei confronti dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana, non solo rispetto alla tempistica ma proprio anche rispetto al coinvolgimento del territorio. E dunque non mancheranno, in proposito, com’è stato deciso proprio nell’incontro di ieri pomeriggio, delle assemblee pubbliche, «per permettere anche alla popolazione – come ha sottolineato Riccardi – di ottenere risposte vere rispetto a dubbi e perplessità e non quelle che talvolta si leggono e che appaiono spesso strumentali». Gli incontri di questi giorni sono peraltro già serviti a fare chiarezza su alcuni aspetti. Gli edifici da espropriare e demolire, ad esempio, sono in numero di gran lunga inferiore a quanto paventato. «Confondiamo un elenco di punti di ”ricettori”, ovvero misuratori per tener sotto controllo i rumori – ha spiegato l’assessore – con la necessità di abbattere delle case. Il lavoro che stiamo compiendo consiste proprio nel mettere ogni sindaco nelle condizioni di rispondere a ogni domanda posta dai suoi concittadini». Ma in ogni caso «tutto quello che abbiamo letto su centinaia di case da abbattere non corrisponde al vero». Come nelle precedenti occasioni, anche al termine del confronto odierno è stata espressa da tutti i presenti una valutazione positiva sul metodo proposto da Riccardi. «Credo – ha detto Mara Cernic, assessore all’ambiente della Provincia di Gorizia – che l’incontro sia andato proprio nella direzione desiderata sia dall’assessore Riccardi che da noi, quale espressione del territorio». E dunque c’è «ampia condivisione del percorso di analisi del progetto e anche nei suoi aspetti di dettaglio». Tav, sulla tratta Aurisina-Trieste nessuna casa da espropriare di FURIO BALDASSI Da Venezia a Trieste, in treno, ci si metteranno dai 51 a 61 minuti. Tra 20 anni, però, mentre la sola tratta Aurisina-Trieste comporterà 3200 giorni di lavoro, se non ci saranno inconvenienti. Già immaginabili, visto che proprio ieri i presidenti del WWF Friuli Venezia Giulia, Roberto Pizzutti e del WWF Veneto, Walter Miotto hanno chiesto che la Commissione Europea intervenga con urgenza sul Governo italiano, ritenendo violata la Direttiva europea sulla valutazione d’impatto ambientale, in quanto è stato permesso che Rfi e Italferr suddividessero in quattro tronconi il progetto della linea. Il dibattito sull’alta velocità ferroviaria, approdato ieri mattina in VI commissione, conferma ritardi e perplessità. Senza un contraltare, però. I tecnici di Rfi e Italfer, attesi nell’aula del consiglio comunale, non si sono visti, per un incredibile accavallarsi degli appuntamenti. E così mentre il direttore del programma investimenti Est-Ovest di Rfi, Osvaldo Mastroianni, spiegava in Regione all’assessore Riccardi che «non vi è nessun fabbricato da espropriare o abbattere nei territori dei tre comuni della provincia di Trieste (Trieste, Duino-Aurisina e Sgonico) interessati al tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità», in aula è spettato a un dipendente comunale, l’ingegner Gianfranco Caputi, spiegare ai consiglieri i contenuti del progetto. E dunque il fatto che fino ad Aurisina si arriverà con una linea con tracciato ”fuori terra”, mentre da lì si entrerà in galleria, con lo snodo più importante previsto sotto la via Cantù, nel punto dove viene a intersecarsi con la vecchia linea di cintura, che collega la stazione di Campo Marzio e quella Centrale all’Altipiano. E, ancora, che verrà realizzata una piattaforma in via Marziale e che i materiali di scavo andranno a riempire la Cava Faccanoni, nell’ambito del nuovo processo di rinaturalizzazione. Il presidente della VI, Roberto Sasco, ha chiesto di capire le correlazioni con altri sistemi trasportistici e di poter visionare gli elaborati sulla valutazione d’impatto ambientaleri. È stato chiesto anche, e ovviamente, di poter confrontarsi nella prossima occasione con i tecnici nazionali, oltre che di invitare i vertici della Provincia, che hanno competenza primaria in materia di trasporti e l’assessore Riccardi. Il quale ultimo ha potuto ascoltare ieri da Mastroianni che, ai fini della sicurezza, è stato anche previsto che le gallerie, superando i due chilometri di lunghezza, saranno «a doppia canna»: due gallerie, cioè, a binario unico, distanziate da un minimo di 20 a un massimo di 40 metri. Il Wwf denuncia lo spezzatino «La Commissione Europea intervenga con urgenza sul governo italiano, perché sia ripristinato il corretto svolgimento della Via (valutazione d’impatto ambientale) sul progetto della Tav Venezia-Trieste». Lo chiede una nota inviata alla direzione generale Ambiente di Bruxelles e firmata dai presidenti del Wwf Friuli Venezia Giulia, Roberto Pizzutti e del Wwf Veneto, Walter Miotto. Il governo di Roma, denuncia l’associazione ambientalista, ha infatti violato la direttiva europea sulla Via, permettendo che Rfi e Italferr suddividessero in quattro tronconi il progetto della linea ferroviaria Tav tra Venezia e Trieste, avviando quindi altrettante procedure Via distinte. «Questa pratica dello “spezzatino” sui progetti – denuncia il Wwf – è stata ripetutamente censurata proprio dalla direzione Ambiente della Commissione europea».

NOTAV: rassegna stampa dell’11 febbraio

Dal Piccolo

«La Tav? Un disastro ambientale A rischio anche il corso del Timavo»

 

di LAURA BORSANI

 

L’impatto sul Carso, sulle falde freatiche, sul corso del Timavo, comprendendo le cavità naturali sotterranee di cui molte restano ”segrete” sfuggendo al censimento ufficiale. E di queste sicuramente tre verrebbero coinvolte dal tracciato Alta velocita-Alta capacità ferroviaria. Non solo. Gli effetti dei cantieri, in primis quelli per il rifacimento del bivio di San Polo e per la demolizione del cavalcavia tra Monfalcone e Ronchi, che sarà sostituito da un sottopasso. Ma anche l’imponente cantiere previsto nell’area del presidio ospedaliero. Di tutto questo si è discusso in occasione dell’incontro delle Commissioni consiliari Seconda e Quarta di Monfalcone, al fine di analizzare il progetto della Tav e le ricadute sul territorio. All’incontro erano presenti Maurizio Tavagnutti dell’Associazione speleogica isontina, Maurizio Comar, geologo della Federazione speleologica isontina nonché responsabile del Catasto regionale delle cavità naturali del Friuli Venezia Giulia e componente dell’associazione Lindner di Ronchi. Erano inoltre presenti l’assessore comunale all’Urbanistica, Massimo Schiavo, e l’ingegner Andrea Ceschia.

Da un lato, dunque, l’ambiente sul quale il progetto di Av-Ac capacità relativo alla tratta Ronchi-Trieste, rischia di provocare gravi danni interferendo con le falde freatiche e sulle cavità naturali, ma anche rischiando di condizionare pesantemente il corso del Timavo. Dall’altro il problema legato ai cantieri e alla movimentazione della roccia carsica scavata per la realizzazione delle gallerie, con il rischio di ”paralizzare” gli ingressi occidentali della città, lungo la ”statali” 14 e 305. I rappresentanti delle associazioni speleologiche hanno evidenziato le criticità legate al delicato equilibrio ambientale che caratterizza il nostro territorio. «Il Carso – ha spiegato Tavagnutti – non è solo bello da vedere, ci sono specie vegetali e animali, nonchè testimonanze storiche e antropologiche che vanno salvaguardate». Ha chiamato in causa il reticolo idrografico sotterraneo «che non conosciamo bene e che le gallerie andrebbero sicuramente ad intaccare». Ha fatto riferimento al Timavo: «Ha un tracciato sotterraneo tortuoso, con un’infinità di gallerie. Come potrebbe comportarsi in seguito allo scavo? La galleria della Tav potrebbe essere un disastro. Perché, invece, non potenziare la linea ferroviaria esistente o far passare il tracciato verso Gorizia?». Comar si è soffermato sulla carta degli ipogei che tiene conto solo delle grotte del territorio triestino. «Per il territorio carsico – ha osservato – vengono segnalate al Catasto regionale cento nuove grotte in media all’anno». Ha fornito anche i numeri: in regione le cavità naturali sono 7350 e sul Carso oltre 3200 quelle conosciute, di cui molte nell’area monfalconese e goriziana. «Ma non sappiamo quante ancora potrebbero essercene», ha annotato il geologo.

E veniamo all’aspetto urbanistico e viario. Il punto nevralgico dell’opera in città riguarerà il bivio ferroviario di San Polo, destinato all’ampliamento superando l’attuale strozzatura. La capacità della linea potrebbe aumentare del 40%. La certezza è che si inizierà da questo snodo, considerando che il cronoprogramma progettuale prevede l’avvio del raddoppio della linea storica nel 2015 per concludersi tra il 2017-2018. Opera inserita nella linea Av-Ac, la cui realizzazione è collocata tra il 2020 e il 2032. Il compito del Comune è quello di segnalare in questa fase tutte le ”interferenze”, da quelle ambientali alla cantierizzazione ai vincoli urbanistici «su cui chiederemo chiarezza e garanzie». E tra gli innumerevoli aspetti, ci sono gli scavi delle gallerie, ma anche la complessa deviazione del canale de Dottori. Non ultima, la demolizione del cavalcavia sulla ”14” tra Monfalcone e Ronchi, dove sarà realizzato un sottopasso. Qui Schiavo ha evidenziato: «Se la demolizione del cavalcavia avverrà contestualmente al rifacimento del bivio di San Polo le ”statali” 14 e 305 verranno chiuse contemporaneamente. Bisogna pertanto porre molta attenzione a queste opere prevedendo uno scaglionamento dei cantieri e le opportune deviazioni».

 

Intanto ieri, alla Galleria espositiva, l’assessore ha incontrato i cittadini, in vista della scadenza dei termini (tra 10 giorni) per la presentazione delle osservazioni da parte dei privati, volendo sostenerli in questo percorso. Martedì prossimo, invece, sempre alla Galleria espositiva, alle 18, è previsto una riunione a livello mandamentale, alla presenza dell’assessore regionale Riccardo Riccardi e ai tecnici di Rfi con gli anmminstratori dei Comuni interessati.

 

Il Comitato di Selz pronto a mobilitarsi

 

A seguito delle richieste di molte persone interessate al nuovo progetto dell’Alta velocità ferroviaria, il Comitato per la salvaguardia del territorio di Selz a Ronchi, sottolinea che qualsiasi cittadino ha diritto di visionare e ottenere una copia informatica del progetto preliminare per la tratta Ronchi-Trieste per la valutazione dell’impatto ambientale. Inoltre ricorda come tutti i cittadini, in forma individuale o associata, possono presentare osservazioni sulle conseguenze sul territorio del progetto presentandole entro il 20 febbraio, indicando che si tratta di osservazioni rivolte al progetto proposto per la Valutazione impatto ambientale. «Le associazioni ambientaliste con cui siamo in contatto – sono le parole del portavoce, Bruno Zamar – stanno preparando le osservazioni al progetto. Ciò probabilmente non basterà, se non saranno seguite da una mobilitazione dei cittadini e degli enti locali interessati che devono esprimere la loro decisa opposizione a questo devastante progetto in tempo utile per essere efficaci. Per questo rivolgiamo invito ai cittadini a recarsi nel proprio comune per visionare il progetto e sollecitare i propri rappresentanti a esprimersi visto che il tempo passa». Quanto alle modalità che si riferiscono al progetto presentato da Italferr–Gruppo Ferrovie dello Stato, la copia può essere richiesta alla Direzione centrale ambiente della Regione. Oggi alle 18.30 si parlera degli effetti della Tav anche a Turriaco nel corso di un incontro pubblico che si terrà in municipio per l’illustrazione delle ripercussioni del progetto di Rfi sul territorio comunale.

Il Comitato No-Tav invita il sindaco a un confronto pubblico

 

CERVIGNANO Da una parte il sindaco Pietro Paviotti, che nei giorni scorsi aveva rassicurato gli abitanti sul progetto preliminare della linea ad Alta velocità e capacità che, aveva detto il primo cittadino, «non comporterà alcuna demolizione o esproprio alle case comprese nel territorio comunale». Dall’altra, il Comitato No Tav che non molla, giudicando a ”effetto valium” le parole del sindaco, invitandolo insieme al consigliere regionale del Pd Mauro Travanut e gli altri esponenti dell’amministrazione, a un confronto nell’assemblea prevista domani a Scodovacca, in palestra, alle 16.30. «Nello studio di impatto ambientale – replica Giancarlo Pastorutti del Comitato – ci sono le foto delle abitazioni nella fascia di 250 metri interessate allo sforamento dei livelli acustici con il giudizio sullo stato di conservazione della casa. Tranquilli, non verranno abbattute, ma il valore dell’immobile sarà condizionato? Nei Comuni non sono ancora disponibili i documenti dello studio di impatto ambientale, indispensabili a presentare entro i 60 giorni previsti le obiezioni al progetto preliminare. Mentre i sindaci rassicurano, di fatto aspettano l’invio ufficiale della Regione: il solito palleggiamento di responsabilità. Il sindaco Paviotti dice che il protocollo d’intesa concordato troverà risposta adeguata nel piano di Italferr, e che quest’ultimo dovrà essere modificato. Considerato che c’era un accordo, perché il progetto in prima stesura non ha tenuto conto delle richieste dei sindaci? É un altro esempio di come il protocollo-Sonego, oltre a non essere stato approvato dalla maggior parte dei Consigli comunali, ora venga disatteso».

E mentre si invita a consultare il portale www.notavfvg.altervista.org, e la visione del video su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=MQ1kfBeLnFg), ce n’è anche per l’assessore regionale Riccardi: «Contrariamente a quanto dice – aggiunge Pastorutti -, la relazione costi-benefici è resa obbligatoria dal decreto attuativo della legge obiettivo». Intanto, l’altro ieri Riccardi ha dato il via al percorso di analisi del progetto con gli enti locali. Ogni Comune provvederà, nei termini che riterrà opportuni e con l’eventuale supporto di un professionista esterno, a formulare le osservazioni. Sarà la Regione ad acquisire le osservazioni e a trasmetterle a Rfi, che risponderà a sua volta. Poi inizieranno le assemblee pubbliche tra Regione, Provincia e uno o più Comuni.

Elena Placitelli

Da Pd e Lista Caruso critiche a Cressati

 

PALMANOVA «Consultazione dei cittadini sulla Tav fuori tempo massimo. Cressati scopre le assemblee pubbliche solo in campagna elettorale». È l’opinione dei gruppi consiliari di minoranza sulla riunione che il sindaco ha indetto per stasera alle 18 in municipio dedicata alla questione-Tav. Pd e Lista Caruso unite nella critica. In 5 anni mai una riunione aperta su un tema così impattante. Si attendono ora proposte concrete, sostenibili da portare sul tavolo tecnico-politico regionale. Dunque, i residenti sulle vie Ontagnano, Carducci, Manzoni e nelle aree limitrofe si vedranno illustrare stasera il progetto e potranno manifestare pubblicamente le loro osservazioni sulla Tav che li coinvolge direttamente. «Pare strano – commentano il segretario Pd, Luca Osso, e il consigliere Giorgio Caruso – che Cressati senta solo ora la necessità di convocare i cittadini. In cinque anni del suo mandato, ormai prossimo alla scadenza, non ricordiamo assemblee pubbliche in cui l’amministrazione abbia illustrato progetti che coinvolgono il nostro territorio o abbia cercato il confronto con i cittadini su soluzioni alternative. Tutto è stato tenuto a livello di dibattito consiliare».

Non solo quindi la giunta Cressati ha evitato di organizzare assemblee pubbliche per sentire la gente su scelte qualificanti che dovranno interessare Palmanova nei prossimi anni, ma non ha mai informato la cittadinanza neanche con altri mezzi, hanno sentenziato i consiglieri di minoranza. «È triste constatare come l’amministrazione di Palmanova non abbia sentito in questi anni il bisogno di pubblicare un semplice periodico, con il quale tenere informati i cittadini sull’attività corrente, sulle scelte politiche e strategiche, sulle ”grandi infrastrutture” che toccheranno il territorio», dicono Osso e Caruso. Sembra impossibile che in un bilancio che ha entrate sui livelli di circa 10 milioni di euro non si siano trovate risorse per pubblicare un ”bollettino comunale”. Pd e Lista Caruso propongono di mettere un tecnico a disposizione dei cittadini per dare chiarimenti sull’impatto dell’opera, chiedere una moratoria per avere più tempo per analizzare e dare il parere sul progetto o proporre modifiche. All’amministrazione spetta il compito di impegnarsi a portare avanti le istanze che vengono dalla gente e dal territorio con autorevolezza sul tavolo tecnico-politico che si è costituito a livello regionale.

Alfredo Moretti

NOTAV: aumenta l’opposizione, rassegna stampa

Piccolo del 14/02/11

Difesa del Carso, pioggia di adesioni

«Monfalcone non deve diventare una città martire della Tav, dopo esserlo stata dell’amianto». Questo lo slogan scelto dal neocostituito Coordinamento zonale per la difesa del Carso e del Timavo, che ha avuto come apripista il consigliere provinciale e comunale del Pd Fabio Del Bello e gli ambientalisti Graziano Benedetti e Gianpaolo Zernetti. Un avvio di attività decisamente beneaugurante per il Coordinamento che ha trovato subito ampie adesioni, un lungo elenco che fa riflettere su quale, attorno al tema della Tav, ci sia interesse da parte dell’associazionismo monfalconese e in quello dei comuni vicini.

Per quanto riguarda Monfalcone, l’adesione al Coordinamento è finora arrivata dal Club alpino italiano (Cai), dall’Associazione nazionale alpini (Ana), dal Wwf, dall’Associazione speleologica del Fante, da Legambiente, dal Bike Team Carso e dall’assocviazione slovena Trzic. Da Ronchi sono arrivate le adesioni dell’Ana, della Società di studi carsici Lindner, dall’associazione slovena Jadro e dal Comitato per la salvaguardia del territorio di Selz. Da Doberdò del Lago quella dell’associazione Ambiente 2000 e dall’associazione Sidro, da Fogliano Redipuglia quelle dal Parco rurale Alture di Polazzo e dell’associazione Ecoturismo Fvg, da Sagrado quella del Gruppo proposta Carso.

Un risultato oltre le aspettative che ha convinto i promotori a prendere il toro per le corna e chiedere ora al Comune di Monfalcone un incontro per andare a una riflessione sul futuro del Parco del Carso in chiave regionale e internazionale e sul tracciato dell’Alta velocità-Alta capacità nel tratto tra Ronchi e Trieste ma anche del bivio San Polo, altro snodo nevralgico che, secondo il Coordinamento, va assolutamente rivisto.

Un appello infine dal Coordinamento: chi è interessato ad aderire può inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica www.parcodelcarso@libero.it.

 

Il progetto Tav divide Rifondazione e Pd

 

SAN CANZIAN Anche a San Canzian Rifondazione comunista rimane fermamente contraria al progetto di Alta velocità-Alta capacità ferroviaria, che nel territorio comunale impatterà in modo non trascurabile sulle frazioni di Pieris e Begliano. La posizione di Rc continua, quindi, a essere poco compatibile con quella del Pd, con cui Rifondazione è al governo di San Canzian, ma che rimane favorevole in linea di principio a un’opera vista come opportunità di sviluppo.

Secondo Rc, invece, l’attuazione di quest’opera, che da Alta velocità è stata di fatto declassata ad Alta capacità, sarà fortemente impattante per le due frazioni. «Quest’opera comporterà, oltre alla distruzione di alcuni edifici residenziali – afferma il circolo di Rc di San Canzian -, anche a conseguenze negative per una parte degli abitati limitrofi la linea, in quanto risentiranno comunque degli effetti dannosi dovuti a vibrazioni, inquinamento acustico ed elettromagnetico. Si avranno ripercussioni anche dalla realizzazione delle relative barriere e opere di mitigazione dell’opera». Rc non digerisce inoltre nemmeno il fatto che pure nel nuovo progetto si sia preservata l’idea di voler ”bucare” il Carso, non tenendo in considerazione le evidenti criticità dovute alle caratteristiche geologiche dell’altopiano. Il circolo di Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra di San Canzian ricorda quindi di essersi opposto da sempre alla realizzazione di un progetto considerato fortemente impattante sia dal punto di vista ambientale, con la distruzione di aree di rilevante pregio naturalistico, sia da quello urbanistico, visto lo sfregio che causerà nei paesi interessati dal passaggio della Tav.

Rifondazione si è già opposto quindi in Consiglio comunale alla Tav, motivando la propria in diverse iniziative, sia a San Canzian sia negli altri centri del mandamento, per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento e illustrare proposte alternative. A fronte del nuovo progetto e dei suoi impatti locali, Rc ribadisce ora la sua contrarietà alla Tav intesa come «progetto faraonico dalla dubbia utilità che indebiterà ulteriormente lo Stato italiano e Rfi e produrrà uno scempio ambientale di rilevanti proporzioni». Rifondazione da parte sua propone invece il potenziamento dell’attuale linea esistente, ma sottoutilizzata e che possiede, sempre secondo Rc, ampi margini di sviluppo del traffico rotabile. Secondo Rifondazione, non è inoltre più differibile il miglioramento e potenziamento del trasporto locale dei pendolari che «vige in uno stato di incuria con soppressioni e ritardi all’ordine del giorno».

Laura Blasich

 

13/02/11

«Assente io? Mai stato invitato»

DUINO AURISINA «Se veramente si tiene ad avere la presenza di un sindaco a un incontro pubblico come minimo lo si invita per tempo, certo non gli si consegna uno striminzito volantino 24 ore prima dell’appuntamento nè si fissa l’appuntamento sapendo che non vi potrà prender parte». Contrattacca il primo cittadino di Duino Aurisina, Giorgio Ret, dopo la querelle innescata sulla sua assenza all’incontro di giovedì sera promosso dal comitato No Tav alla Casa della Pietra di Aurisina. «Tutti sapevano che quella sera ero presente alla riunione del coordinamento del Pdl – prosegue – inoltre nessun sindaco ha fatto più di me sul tema dell’Alta velocità, prova ne sia che lunedì (domani per chi legge) ci sarà la riunione dei capigruppo in Comune, martedì prenderò parte all’assemblea indetta dalla Comunella di Ceroglie e mercoledì vi sarà un altro tavolo. Ho riunito tutti gli esperti per dirimere la questione in tutti i suoi nodi: il Corridoio 5 non è prerogativa di un sindaco bensì dell’intera comunità». «Queste accuse – conclude Ret – sono pretestuose: ho capito che siamo già in campagna elettorale e che i colpi saranno bassi, anzi bassissimi». (t.c.)

Cressati chiede un sottopasso per saltare i binari della Tav

PALMANOVA L’aumento del traffico merci sulla tratta Palmanova-San Giorgio di Nogaro, il problema relativo all’acustica e la svalutazione di case e terreni sono state le osservazioni più immediate espresse al sindaco Federico Cressati alla riunione per la disanima sul progetto Tav, indetta dallo stesso primo cittadino al palazzo municipale, da parte dei residenti nell’area interessata ma anche di altre persone che in gran numero hanno partecipato all’incontro.

Cressati ha esposto la genesi di questo progetto dell’alta velocità, ufficializzato con il protocollo d’intesa siglato nel 2007. Dell’elaborato progettuale comunque, il sindaco della città stellata, invierà due importanti istanze alla Regione e a Rfi. La prima riguarda la possibilità di creare un sottopasso anziché il previsto “cavalca-ferrovia” sulla statale Napoleonica. In secondo luogo sarà puntualizzato il problema dell’inquinamento per le abitazioni a ridosso della ferrovia per il quale si dovranno assolutamente predisporre delle misure di mitigazione.

In ogni caso il nodo cruciale è sicuramente costituito dal superamento dello sbarramento di intersezione tra la ferrovia e la statale 252. Il sovrapasso o “cavalca ferrovia”, in base al progetto dovrebbe raggiungere un’altezza massima di 12 metri per una lunghezza che si attesta sui 450 metri. Sicuramente un’opera di forte impatto, ma come ha sottolineato il sindaco, la Regione si è dichiarata disponibile a valutare altre ipotesi alternative e questa del sottopasso potrebbe diventare più adeguata e comunque la migliore strada percorribile e opportuna.

Palmanova sarà toccata in maniera marginale dall’alta velocità rispetto ad altri Comuni della Bassa friulana ma, comunque, è interessata direttamente dai collegamenti della Tav con la direttrice nord-sud per quanto concerne invece l’alta capacità, vale a dire il trasporto merci su rotaia. Anzi, proprio in questo settore, la città stellata incrementerà il già importante snodo che da tempo ha assunto la sua stazione. Molto aperto e ricco il dibattito sostenuto soprattutto dai residenti delle vie Mazzini, Carducci, Foscolo, Manzoni, Leopardi e Ontagnano le cui abitazioni vertono nelle immediate prossimità della linea ferroviaria.

La riunione è stata aggiornata dal sindaco non appena perverranno in Comune ulteriori documentazioni progettuali da parte della Regione.

Alfredo Moretti

12/02/11

Ret snobba il dibattito sulla Tav

 

DUINO AURISINA «Sulla Tav sentiremo i cittadini” aveva dichiarato neanche due giorni prima l’Assessore regionale alle infrastrutture Riccardi. Ma i cittadini, almeno quelli del Comune di Duino-Aurisina, non sono dello stesso parere. E la ‘non presenza’ del Sindaco Ret all’assemblea pubblica sul progetto dell’Alta Velocità del tratto Ronchi (Duino) – Trieste, di ieri sera, alla Casa della Pietra ‘Igo Gruden’ non è forse stata la giusta mossa politica. Presenti solo alcuni esponenti del consiglio, Maurizio Rozza e Edvin Forcic, l’incontro, organizzato dal Comitato No Tav Trieste e del Carso in collaborazione con L’Altra Baia ha visto i due relatori, Paolo Bruno e Peter Behrens informare i cittadini sul progetto e la sua portata, altrimenti incomprensibile, se non per degli addetti ai lavori.

«Siamo a favore del miglioramento delle linee ferroviarie, ma è davvero questa la soluzione?». E’ Paolo Bruno, del Comitato NO Tav Trieste e del Carso, ad chiederlo. Numerosi gli interrogativi sul reale vantaggio di quest’imponente opera. Sarebbero stati sottovalutati, secondo il Comitato, gli impatti ambientali sia visibili che sotterranei, i disagi dovuti al processo di costruzione, nonché l’assenza di una reale valutazione dei costi e dei benefici. Contestata anche la paventata possibilità di ridurre il trasporto su gomma, a favore di quello su rotaia, che sì, andrebbe a alleggerire la mole di traffico su sue ruote nella zona, ma solo tra una decina d’anni.

«Non bisogna dimenticare – ha aggiunto Bruno – i circa duecento camion al giorno previsti per tutta la durata del lavori, e cioè all’ incirca 3300 giorni, che transiteranno nella zona». L’esponente ambientalista si è detto scettico anche riguardo all’impatto ambientale vero e proprio, soprattutto verso i possibili rischi legati alla conformazione morfologica del territorio tutt’altro che prevedibile.

Nel deriverebbe un allarme inquinamento, inoltre, anche per le acque del Timavo che riforniscono tutti gli abitanti del Carso. Oltre alle critiche, però, sono state tratteggiate anche delle soluzioni alternative rispondenti al motto «usare quello che c’è, e farlo bene». In tal senso Bahrens ha proposto «interventi mirati sulle linee ferroviarie preesistenti che, se fossero usate al meglio, potrebbero sopportare un carico di traffico di cinque volte superiore a quello che esiste attualmente».

Viviana Attard

Comune accerchiato sull Alta velocità

 

IL CASO Le paure create dal progetto e l’opposizione al passaggio della Tav nel territorio monfalconese sono emerse tutte nell’incontro informativo promosso dal Comune di Monfalcone giovedì pomeriggio nella Galleria d’arte contemporanea di piazza Cavour. Lo hanno fatto accompagnate da accuse di ”collaborazionismo”, mosse da oppositori storici del progetto e semplici cittadini nei confronti dell’amministrazione locale. Che sembra pagare ora il sostanziale sostegno da parte dei Ds prima e del Pd ora alla realizzazione del Corridoio 5, visto come opportunità di sviluppo per il territorio.

L’appuntamento si è trasformato quindi, almeno a tratti, in un confronto molto duro, mentre il Wwf ha chiesto ufficialmente quale sia la posizione dell’amministrazione Pizzolitto.

«Comprensibile quanto accaduto, visti i contenuti del progetto, al quale Rifondazione comunista rimane contraria – afferma il segretario cittadino del partito e consigliere comunale Emiliano Zotti -. L’amministrazione locale non è però il nemico e, anzi, va aiutata dai cittadini a farsi portavoce della netta opposizione al progetto». Come? Presentando le osservazioni in «una mole tale da far desistere Rfi dal portare avanti questo progetto, che Rifondazione non ritiene in ogni caso sostenibile dal punto di vista ambientale».

A detta di Zotti e di Rifondazione comunista, il progetto è inoltre viziato da un’ipocrisia di fondo.

«È palese che in questo tratto l’Alta velocità non si farà mai – spiega il segretario cittadino del partito -, ma nello stesso tempo i vincoli progettistici dell’Alta velocità rimangono tutti, come dislivelli e raggi di curvatura, creando impatti devastanti, soprattutto a livello dello snodo di San Polo, la cui messa in sicurezza e adeguamento pure sarebbero utili e necessari».

La preoccupazione per Rifondazione comunista è quindi ora appunto quella di trovare gli strumenti per bloccare la proposta di Rfi.

«In questo momento crediamo che il modo più efficace sia quello di informarsi e presentare le proprie osservazioni – afferma Zotti -. Invitiamo quindi i cittadini a muoversi in questo senso. Da parte nostra c’è l’impegno a far rigettare questo progetto da parte dell’amministrazione comunale».

Al cui interno non tutti potrebbero pensarla allo stesso modo, anche se va messa in conto la pressione esercitata dall’avvicinarsi dell’appuntamento delle elezioni comunali. (la.b.l.)

 

Il sindaco Paviotti incontra i No-Tav

 

di ELENA PLACITELLI

CERVIGNANO Oggi il sindaco Pietro Paviotti incontra i No Tav. Così il primo cittadino ha accettato l’invito del Comitato a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà questo pomeriggio alle 16.30 nella palestra di Scodovacca. Paviotti ha confermato la sua presenza, anticipando che a Cervignano i lavori non inizieranno prima del 2050 e comunicando di aver diffuso, sul portale del Comune, le planimetrie del tracciato della Tav. Un gesto, quest’ultimo, che era stato sollecitato dai cittadini, preoccupati dell’impatto che la grande opera avrà sul territorio.

Tra le ultime critiche sollevate dal Comitato, la mancanza dello studio di impatto ambientale e della relazione costi e benefici, documenti che non sono stati allegati al progetto preliminare, nonostante essi siano previsti dai decreti attuativi della legge obiettivo. Poi c’è il problema della tempistica: i Comuni dovrebbero inviare le proprie osservazioni (e quelle dei cittadini) alla Regione entro il 27 febbraio. Sia gli abitanti che l’amministrazione comunale hanno giudicato i tempi troppo stretti, di fronte a un progetto di così ampia portata. L’altro timore guarda alle abitazioni.

Paviotti rassicura innanzitutto sui tempi. «É bene ricordare – spiega – che con questo progetto si opera una programmazione a lungo termine, per un’infrastruttura certamente importante ma che non sarà realizzata nell’immediato. I tecnici ritengono di intervenire con priorità sui cosiddetti “colli di bottiglia”, che sono quelle parti della ferrovia esistente che oggi non permettono un adeguato sviluppo del traffico ferroviario (Bivio S.Polo a Monfalcone o il raddoppio della linea Cervignano – Udine, oggi a binario unico). Solo dopo si potrà intervenire sul resto della linea. Il che significa che a Cervignano, dove peraltro ci sono già i 4 binari necessari, si lavorerà certamente non prima del 2050». Rassicurazioni anche sul termine per presentare le osservazioni. «Dopo la lettera – riprende Paviotti – che ho inviato a Regione, Provincia e Italferr per evidenziare che il preliminare presentato non rispondeva ad alcuni degli impegni presi nel Protocollo–Sonego del 2008, l’assessore regionale Riccardo Riccardi si è impegnato a discutere con noi il progetto e a sostenere l’onere economico per l’incarico ad un tecnico di fiducia da affiancare alle amministrazioni: il tempo a disposizione sarà quello necessario ad approfondire il tema e a ricercare una intesa ragionevole. Per questo la data del 28 febbraio non ha alcuna rilevanza, in quanto serve solo a segnalare eventuali interferenze e non invece ad esprimere un parere sul progetto. Resta naturalmente il mio impegno ad informare i cittadini – chiosa –. A questo pro abbiamo stampato ed esposto in municipio le planimetrie».

 

Messaggero Veneto del 14/02/11

Duplice no ad Alta velocità/Alta capacità

 

MONFALCONE. Sinistra critica e Comunisti uniti dicono “no” all’Alta velocità/Alta capacità ferroviaria (Tav) esprimendo «totale contrarietà all’ipotizzata realizzazione dell’opera».

Già dalla documentazione depositata da Rfi e analizzata dall’assemblea delle due forze politiche, di cui viene rilevato il carattere evidentemente «di parte», emerge «chiaramente l’effetto devastante che l’opera avrebbe per il territorio dell’Isontino e del Carso».

Al di là dell’impatto paesaggistico-ambientale, rilevano Sinistra critica e Comunisti uniti, sono decine le abitazioni da abbattere e centinaia quelle che si troverebbero a poche decine di metri dai binari, con immaginabili conseguenze dal punto di vista delle vibrazioni e dei rumori.

«Ma non solo – sostengono i due gruppi della sinistra –: ci associamo a coloro che considerano inutile l’opera sotto l’aspetto economico poiché si basa su previsioni di aumento del traffico su rotaia del tutto irrealistiche, anche alla luce del prolungarsi della crisi economica globale. Non a caso, Rfi non ha presentato la valutazione costi/benefici. Inoltre, ci sembra veramente assurdo spendere miliardi di euro per spostare merci a 300 chilometri orari quando tutti i più avanzati studi di sviluppo economico ecosostenibile propugnano la filiera corta e la produzione e il consumo a chilometri zero».

Se queste considerazioni possono essere comuni con quelle di altre forze politiche e organizzazioni ambientaliste, Sinistra critica e Comunisti uniti rilevano che al progetto «mirante a trasformare il nostro territorio in un mero corridoio di transito, vada opposto un programma di valorizzazione della vocazione manifatturiera e industriale dell’Isontino, con particolare riguardo alla salvaguardia dell’occupazione. Esattamente quello che le forze politiche al governo della città, della provincia e della regione non stanno facendo».

«Infine, crediamo vada sottolineata l’ipocrisia della posizione del Partito democratico – concludono bacchettando il Pd – che dà il proprio assenso alla Tav fino a Ronchi dei Legionari, avallando quindi la devastazione dei paesi della Bassa friulana, di Pieris, di Begliano, così come della Val di Susa con i suoi amministratori in Piemonte, esprimendo poi contrarietà per la tratta del Carso. Si tratta di un ennesimo “ni” di un partito ormai incapace di prendere una qualunque decisione chiara». (c.v.)

NOTAV: stanno per scadere i termini per le osservazioni

Da Il piccolo del 15/02/11

 

«Giorni contati per esprimere un parere sulla Tav»

TRIESTE «Nel giro di qualche giorno le circoscrizioni sono chiamate a dare il loro parere sulla Tav, sulla nuova variante al Piano Regolatore e pure sul Bilancio Comunale. Siamo di fronte a vere e proprie forzature, non è così che si lavora». La considerazione arriva dai presidenti dei due parlamentini dell’altipiano Bruno Rupel e Marco Milkovich, entrambi solidali nell’imputare al Comune un modo di procedere ritenuto perlomeno inappropriato.

«La questione principale riguarda l’espressione del parere riguardo alla Tav, il cui passaggio riguarda buona parte del territorio carsico. Per capirne qualcosa – continua Marco Milkovich – è necessario garantirsi una informazione completa. Mi chiedo come potremo risolvere il tutto in meno di dieci giorni, quando solo per la TAV ci siamo trovati a scaricare una documentazione ponderosa, comprensiva di quasi 300 allegati». «Beati i colleghi di Altipiano Est – ironizza Bruno Rupel -. Noi non siamo riusciti ancora a scaricare la modulistica e la documentazione dal sito del Comune. Perché? Lavoriamo come possiamo con i computer in dotazione e poi siamo privi di schermi dove poter proiettare le mappe e illustrare all’intero consiglio il percorso della Tav».

Secondo Milkovich, un tale modo di procedere inficia completamente il percorso democratico di informazione. La gran mole di documenti, oltre che dai singoli presidenti, deve essere presa in visione da tutti i componenti del consiglio. I pochi giorni a disposizione impediscono poi qualsiasi tipo di approccio e approfondimento con i cittadini. «Qualcuno dimentica – continua il presidente di Altipiano Est – che siamo stati eletti da una comunità che ha il diritto di capire cosa sta per succedere sotto le proprie case. E spetta proprio a noi informare i cittadini al riguardo. Davvero sconcertante, poi, l’atteggiamento delle Ferrovie dello Stato che, nell’ambito di un incontro promosso dalla sesta commissione consigliare comunale nel quale avrebbero dovuto illustrare il progetto, hanno disertato l’incontro già concordato».

I due presidenti appaiono perplessi soprattutto per i tempi con i quali il Comune avrebbe affrontato la delicata materia. A loro avviso l’Amministrazione comunale, che deve emettere il parere entro il 20 febbraio, avrebbe ricevuto gli elaborati sulla Tav circa 40 giorni fa e avrebbe girato la delibera alle circoscrizioni solo l’8 febbraio, concedendo loro una manciata di giorni per la valutazione dei testi e l’espressione dei pareri. «Di fronte a questa situazione di emergenza – affermano Rupel e Milkovich – chiediamo al Comune una proroga dei termini di presentazione del nostro parere. Il minimo che si possa fare per poter consentire ai nostri consigli di operare in modo congruo».

Maurizio Lozei

Consiglio comunale straordinario per discutere Ici e Alta Velocità

DUINO AURISINA Si terrà il prossimo 2 marzo il Consiglio straordinario invocato dalla minoranza consiliare di Duino Aurisina per sfiduciare il sindaco Giorgio Ret a seguito della vicenda Ici. La data è emersa ieri, dopo la riunione dei capigruppo che hanno deciso di deliberare, in quella sede, anche le osservazioni alla Via relative alla Tav, di imminente analisi da parte delle competenti commissioni. «In questo modo – spiega il consigliere di maggioranza Gianpietro Colecchia – risparmieremo soldi pubblici evitando un’ulteriore convocazione dell’assise e inserendo il tema nella seduta straordinaria».

«Faremo un’ulteriore incontro con la popolazione – prosegue il capogruppo di An – sulla falsa riga della seduta convocata lo scorso giugno a Visogliano sul tema dell’Alta velocità. Questa amministrazione, a differenza di quanto polemizzato da alcuni, è quella che in assoluto ha fornito più informazioni alla cittadinanza, basti pensare che il sindaco Giorgio Ret ha dato notizie in merito perfino al primo cittadino di Comeno. C’è chi va dicendo che vi saranno case rase al suolo: siamo alla fantascienza, putroppo molti alimentano una falsa informazione». Già ieri, intanto, è stato posto un primo paletto dall’assemblea, relativamente alla Tav, ovvero il diniego del passaggio di camion per la movimentazione degli escavi attraverso le arterie del Comune. Stasera alle 20, alla Casa delle Comunelle di Ceroglie (ex scuole) si terrà un incontro pubblico sul punto.

Ma per l’opposizione non basta: «Il sindaco Ret non ha mantenuto l’impegno preso davanti al Consiglio comunale – sostiene Maurizio Rozza (Verdi) – la partecipazione e l’informazione ai cittadini è completamente venuta meno: tra una settimana scadranno i termini per la presentazione delle osservazioni da parte dei residenti e poco o nulla è stato fatto per agevolare la divulgazione del materiale. Quel poco che è trapelato, lo si deve all’azione meritoria di associazioni ambientaliste». (ti.ca.)

 

Tav, Regione e Rfi incontrano i Comuni

Tav o No-Tav? Oggi, alle 18, alla Galleria espositiva di Monfalcone (piazza Cavour), ci terrà un importante incontro sull’Alta velocità. L’assessore ai Trasporti del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, e i tecnici di Rete Ferroviaria italiana (Rfi) incontreranno i Comuni del mandamento monfalconese. Il dibattito, intanto, continua. Fabio Del Bello, consigliere comunale e provinciale del Pd, non ha dubbi sulla criticità del progetto. «C’è abbastanza per decretare: Barbari ad Portas!» chiude un intervento in cui denuncia «l’assoluta gravità della situazione». «La situazione nella Città Martire dell’amianto – spiega l’esponente del Pd – non è assimilabile a nessun altra nel Triveneto circa l’impatto ambientale previsto nelle due fasi del progetto: la prima prevede la costruzione di quattro binari che viaggiano in galleria e trincea carsica; poi nella seconda fase (la Tav vera e propria) ci sarà la costruzione di altri due binari che nella tratta che precede l’ingresso a Monfalcone sono progettati all’interno della linea Venezia-Monfalcone con galleria carsica». E qui arrivano i problemi. «Le gallerie previste .- continua Del Bello – vanno ad impattare su almeno tre grotte naturali. Il tutto, compreso un viadotto e la deviazione del canale, è compreso nell’area attigua al nuovo Ospedale di San Polo con la previsione di due enormi cantieri uno a fianco dell’Ospedale. Altre aree vicine saranno utilizzate per il materiale di scarto proveniente dal bombardamento con dinamite o trivellazione del Carso».

Ma non basta. «Nell’altro ingresso a Monfalcone (quello proveniente da Venezia) – continua il consigliere comunale – sarà demolito il cavalcavia di Ronchi dove sarà realizzato un sottopasso (per la Tav). Se tale demolizione avvenisse contestualmente al rifacimento del bivio di San Polo le due Statali 14 e 305 verrebbero chiuse contemporaneamente».

Ultima, ma non ultima, nota dolente: il traffico dei camion. «Nel dettaglio della relazione intitolata Gestione terre e rocce da scavo – spiega Del Bello – si evince che sarebbero circa 6,8 milioni di metri cubi il totale del materiale derivante dallo scavo delle gallerie nella tratta Monfalcone-Trieste: esso genererebbe un enorme traffico che graviterebbe per almeno un decennio in città e nel Monfalconese proprio in virtù di questo massiccio intervento».

Eppoi c’è il mitico Timavo. «C’è, secondo il parere degli studiosi – conclude Del Bello – un reticolo idrografico non ancora ben conosciuto e che le gallerie andrebbero sicuramente ad intaccare e soprattutto c’è il Timavo». Con buona pace di Virgilio e degli argonauti.

Assemblea No-Tav, il sindaco invitato contesta e se ne va

CERVIGNANO Assemblea infuocata sulla Tav, scontro aperto tra sindaco e Comitato. Le premesse sembravano buone: il primo cittadino Pietro Paviotti aveva accettato l’invito del Comitato No Tav a partecipare all’assemblea che si è tenuta sabato pomeriggio nella palestra di Scodovacca. E invece la discussione si è animata più del previsto e i toni sono diventati aspri fino a quando il sindaco ha abbandonato l’assemblea. Il portavoce del Comitato, Giancarlo Pastorutti, lo ha accusato di aver voluto volontariamente mandare in bagarre la discussione, e Paviotti ha rispedito le accuse al mittente, giudicando i promotori dell’iniziativa responsabili di falsi allarmismi.

Inizialmente Pastorutti ha illustrato ai cittadini il progetto preliminare della Tav evidenziando la mancanza della documentazione dello Studio di impatto ambientale previsto dalla normativa. Per quanto concerne l’impatto nel comune di Cervignano, si è soffermato sui 9 cantieri previsti, che dovrebbero occupare quasi 20 ettari di territorio. Poi è stata la volta di Paviotti, che è intervenuto per spiegare ai cittadini l’iter del progetto e le garanzie ottenute dalla Regione dopo la lettera, sostanzialmente contraria, inviata all’assessore regionale Riccardo Riccardi, alla Provincia e a Italferr.

Il sindaco ha ribadito di aver avuto le rassicurazioni da parte della Regione, che si è impegnata a considerare non perentorio il termine del 28 febbraio entro il quale i Comuni devono presentare le interferenze al progetto, e a mettere a disposizione dei cittadini un tecnico di fiducia. I toni sono esplosi quando la parola è passata a Franco Bianchin, esponente dei comunisti italiani di Villa Vicentina. «A quel punto – insorge Pastorutti – il clima all’interno della sala si è infiammato per le ripetute interruzioni da parte del sindaco. Paviotti voleva solo delegittimare l’assemblea: non possiamo che essere delusi e preoccupati – chiosa – quando questi metodi vengono attuati da rappresentanti delle istituzioni, che predicano il confronto solo a parole».

Immediata la replica di Paviotti: «Non potevo continuare ad ascoltare quelle falsità. Notando l’insofferenza degli esponenti del Comitato ho preferito lasciare l’assemblea. Non c’è bisogno di allarmare i cittadini: il Cipe approverà il progetto solo dopo che la Regione avrà parlato con i Comuni. Se tutti siamo d’accordo sul fatto che il traffico ferroviario debba essere potenziato rispetto al trasporto su gomma, non capisco perchè il Comitato non pensa piuttosto a opporsi alla terza corsia dell’autostradale». (el. pl.)

NOTAV:rassegna stampa del 16/02/11

Dal Piccolo del 16/02/11

Ferrovie: la Tav sarà a misura del Superporto

di LAURA BORSANI

 

Alta velocità e Alta capacità a misura di Superporto. Perchè il traffico merci è destinato a moltiplicarsi. Fino a trenta volte sulla tratta Venezia-Trieste, passando dagli attuali 110mila teu ai 3,3 milioni. E all’altezza del bivio di San Polo, si ipotizza un flusso fino a 900mila teu rispetto ai 50mila attuali. È, dunque, di scena la Tav: l’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture, Riccardo Riccardi, e i tecnici di Rfi ieri sera hanno presentato il progetto alla Galleria espositiva. La platea, oltremodo numerosa, è stata quella di un ”Consiglio allargato” tra i Comuni interessati, con la presenza delle associazioni ambientaliste, dei rappresentanti dei Comitati e dei cittadini. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Consiglio comunale, Marco Ghinelli, seguito dall’intervento di apertura del sindaco Gianfranco Pizzolitto.

È stata un’assemblea articolata, dove si sono susseguiti i contributi forniti con ampio dettaglio dai tecnici di Rfi. La serata è stata altresì contrassegnata da espressioni critiche e di preoccupazione: all’esterno della Galleria espositiva, sono stati distribuiti volantini da parte di Rifondazione comunista e del Wwf, mentre il Coordinamento per il Parco del Carso ha voluto consegnare a Riccardi una specifica nota.

Il progetto relativo alla linea Av-Ac Venezia-Trieste, unitamente al potenziamento della linea ferroviaria storica, sono inclusi nel programma delle infrastrutture strategiche, soggetti all’approvazione del Cipe, previa l’intesa tra Stato e Regione.

I dati sono innumerevoli. A partire dai costi. L’investimento previsto è stato quantificato in 7,5 miliardi di euro. Il tracciato Venezia-Trieste prevede dunque un aumento della capacità di traffico merci di 30 volte, passando dagli attuali 110mila teu ai 3,3 milioni. In particolare, il bivio di San Polo, che rappresenta il primo intervento, inserito nella fase 1 delle sei complessive, potrà raggiungere, con il quadruplicamento della linea storica, una capacità di flusso 18 volte superiore, passando dagli attuali 50mila teu a 900mila teu. Sono stime, hanno osservato i tecnici di Rfi, compatibili con le cifre prospettate nell’ambito del progetto di Unicredit relative alla realizzazione del Superporto. Altro aspetto riguarda i cosiddetti ”fabbricati interferiti”, interessati dalla sede ferroviaria. Complessivamente si parla di 34 fabbricati nel territorio regionale, di cui 25 situati nel Monfalconese e, di questi, 7 sono per lo più tettoie o comunque manufatti non abitabili.

Veniamo ai ricettori individuati obbligatoriamente per legge, tenendo conto di una fascia di rispetto di 250 metri da una parte e dall’altra dei binari per quelli ordinari e di 500 metri per quelli sensibili, che rilevano cioè la presenza di strutture o infrastrutture come ospedali, scuole, cimiteri, campi sportivi, abitazioni. I ricettori lungo la linea Portogruaro-Ronchi sono 1524, mentre lungo il tracciato Ronchi-Trieste sono 1819. Di questi, solo 25 sono ”sensibili”. Tutti i ricettori, comunque, è stato sottolineato, saranno mitigati: ciò significa prevedere sull’intera tratta Venezia-Trieste 50 chilometri di barriere fonoassorbenti.

Sul tappeto quindi gli aspetti ambientali. Rfi ha condotto uno studio geologico avvalendosi dell’Università di Trieste, ma ha anche elaborato uno studio dedicato al Carso, con l’apporto dell’ateneo e dell’Associazione speleologica triestini. L’attuale tracciato, è stato spiegato, non è confrontabile con quello elaborato nel 2003, avendo modificato sostanzialmente il percorso, a salvaguardia del patrimonio ambientale, come ad esempio i laghetti delle Mucille e il lago di Pietrarossa. Altro elemento: le falde freatiche isontine e i deflussi del Timavo non saranno ”intaccati”, poichè il tracciato vi passerà al di sopra. Alcune cifre: nell’intero territorio carsico, per quanto è dato conoscere, sono presenti 4mila grotte. Il tracciato Ronchi-Trieste ne coinvolgerebbe 108, di cui 22 considerate interferenti, 39 non interferenti poichè poste a margine, e 47 non direttamente interferenti ma da salvaguardare. Per quanto riguarda i lavori di scavo, dove si potrà, si interverrà con le frese che non producono rumore, nè polvere, garantendo un’opera in sicurezza e senza grandi impatti.

 

Monfalcone, una Tav a misura di Superporto

 

 

di LAURA BORSANI

MONFALCONE L’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture, Riccardo Riccardi, e i tecnici di Rfi hanno presentato ieri sera, alla Galleria espositiva, il progetto Alta velocità-Alta capacità relativo alla tratta Venezia-Trieste. La platea, oltremodo numerosa, è stata quella di una sorta di ”Consiglio allargato” tra i Comuni interessati dal progetto, con la presenza anche delle associazioni ambientaliste, dei rappresentanti dei Comitati e dei cittadini. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Consiglio comunale di Monfalcone, Marco Ghinelli, seguito dall’intervento di apertura e di saluto del sindaco Gianfranco Pizzolitto. È stata un’assemblea articolata, dove si sono susseguiti i contributi forniti con ampio dettaglio dai tecnici di Rfi. La serata è stata anche contrassegnata da espressioni di preoccupazione: all’esterno della Galleria espositiva, sono stati distribuiti volantini da parte di Rifondazione comunista e del Wwf, mentre il Coordinamento per il Parco del Carso ha voluto consegnare a Riccardi una specifica nota.

La linea Av-Ac Venezia-Trieste è inclusa nel programma delle infrastrutture strategiche, inserita nell’ambito della Legge Obiettivo, ed è quindi soggetta all’approvazione in battuta finale del Cipe, previa l’intesa tra Stato e Regione.

I dati sono innumerevoli. A partire dai costi. L’investimento previsto per la tratta Venezia-Trieste è stato quantificato in 7,5 miliardi di euro, articolato in fasi funzionali, come ha spiegato Osvaldo Mastroianni, referente di Rfi. Il tracciato Venezia-Trieste prevede un aumento della capacità di traffico merci stimata in 30 volte, passando dagli attuali 110 mila teu ai 3,3 milioni. In particolare, il bivio di San Polo, che rappresenta il primo intervento, inserito nella prima di sei fasi complessive, potrà raggiungere, con il quadruplicamento della linea storica ferroviaria, una capacità di flusso diciotto volte superiore, passando dagli attuali 50mila teu a 900mila teu. In altre parole, come ha spiegato l’ingegner Mastroianni, si tratta di stime compatibili con le cifre prospettate nell’ambito del progetto di Unicredit relative alla realizzazione del Superporto.

Altro aspetto preso in considerazione riguarda i cosiddetti ”fabbricati interferiti”, ovvero interessati dalla sede ferroviaria. Complessivamente si parla di 34 fabbricati nel territorio regionale, di cui 25 situati nel mandamento monfalconese (Monfalcone, Ronchi, Staranzano, San Canzian, Doberdò del Lago) e, ancora, di questi 7 sono per lo più tettoie o comunque manufatti non abitabili. E veniamo ai ricettori individuati obbligatoriamente per legge lungo la linea ferroviaria tenendo conto di una fascia di rispetto di 250 metri da una parte e dall’altra dei binari per i ricettori ordinari, mentre di 500 metri per i ricettori sensibili che individuano cioè strutture o infrastrutture particolari come ospedali, scuole, cimiteri, campi sportivi, abitazioni.

I tecnici di Rfi hanno anche fornito le cifre complessive: i ricettori lungo la linea Portogruaro-Ronchi sono 1524, mentre lungo il tracciato Ronchi-Trieste sono 1819. Di questi, solo 25 sono ”sensibili”. Tutti questi ricettori, comunque, hanno sottolineato i tecnici di Rfi, saranno mitigati: ciò significa prevedere sull’intera tratta Venezia-Trieste ben 50 chilometri di barriere fonoassorbenti.

Sul tappeto anche gli aspetti ambientali, in particolare sotto il profilo geologico e idrogeologico, affidati all’illustrazione di Carlo Comin. Rfi ha condotto uno studio geologico, è stato spiegato, avvalendosi dell’Università degli Studi di Trieste, ma ha anche elaborato uno studio specifico dedicato al Carso, con l’apporto dell’ateneo triestino e dell’Associazione speleologica di Trieste. Comin ha osservato che l’attuale tracciato non è confrontabile con quello elaborato nel 2003, avendo superato innumerevoli ”criticità” modificandone sostanzialmente il percorso proprio a salvaguardia del patrimonio ambientale.

Oggi dibattito del Wwf

 

Oggi nella sede del Wwf isontino, in via Valentinis (angolo di via delle Mandrie) con inizio alle 20.45 siu terrà una riunion aperta a tutti sugli impatti del progetto dell’altavelocità-Alta capacità ferroviaira che secondo la sigla ambitalista avrà sul nostro territorio. Un esperto sarà a disposizione del pubblico per spiegare il progetto e per fornire indicazioni per la presentazione delle osservazioni, che tutti i cittadini possono presentare agli enti preposti (Regione Friuli Venezia Giulia, ministero dell’Ambiente e ministero dei Beni culturali) entro il 21 febbraio. Il Wwf chiede inoltre che la Commissione europea intervenga con urgenza sul governo italiano perché sia ripristinato il corretto svolgimento della Via (valutazione d’impatto ambientale) sul progetto della Tav Venezia-Trieste». Il governo di Roma, denuncia l’associazione ambientalista, ha infatti violato la direttiva europea sulla Via, permettendo che Rfi e Italferr suddividessero in quattro tronconi il progetto della linea ferroviaria Tav tra Venezia e Trieste, avviando quindi altrettante procedure Via distinte.

 

«Potenziare la linea storica”

 

Il direttivo di circolo di Rifondazione comunista di Monfalcone-Staranzano esprime parere fortemente contrario al progetto della nuova tratta ferroviaria Venezia-Trieste. «La nostra convinzione – afferma il segretario, Emiliano Zotti – è che il bilancio costi/benefici e il piano economico finanziario non giustifichino la realizzazione di quest’opera. Sospettiamo che anche i proponenti ne siano consapevoli infatti, pur previsti per legge, le analisi costi/benefici e quelle finanziarie non sono state depositate assieme al progetto». Il Prc ritiene sia possibile elaborare un piano infrastrutturale alternativo, compatibile con i piani programmatici dell’Unione Europea, rispettoso dell’ambiente carsico e della pianura, che punti a migliorare le linee esistenti ammodernandole e rendendole più sicure.

Dunque Prc, forza di maggioranza al Comune di Monfalcone con un suo esponente in Giunta, si trova in una posizione diversa da quella espressa invece dal Pd, che per bocca dell’assessore Schiavo, ritiene lo studio fattibile ancorché necessario però di modifiche. Inaccettabile per Prc è inoltre lo spezzatino del progetto fatto e proposto alle amministrazioni locali perché ritiene sia «un’operazione intenzionale concepita con lo scopo di offuscare la visione d’insieme della tragedia ambientale e umana che si delinea e frammenta ed indebolisce l’opposizione all’opera». Il segretario provinciale del Prc, Emiliano Zotti, sostiene che si debba abbandonare l’ipotesi dell’Alta velocità che impone vincoli progettuali assurdi «e che non verrà comunque mai realizzata». «Dall’analisi delle reali necessità della rete di trasporto è possibile, invece, elaborare un progetto ecosostenibile e finanziariamente conveniente».

 

Incontro del Prc sul Corridoio 5

 

RONCHI Nuova iniziativa sull’Alta velocità ferroviaria, a Ronchi dei Legionari, promossa dal circolo del Partito della Rifondazione comunista– Federazione della Sinistra. Venerdì, infatti, alle 18, nella sala del Consiglio comunale, si terrà una riunione per assistere in particolare i residenti delle zone del rione di San Vito–Ronchi Sud e della zona dello Zochet, San Poletto e Selz che dovranno presentare le osservazioni sul progetto di studio di impatto ambientale entro il 20 febbraio. Le osservazioni vanno trasmesse al ministero dell’Ambiente (Direzione generale per le valutazioni ambientali, divisione II, via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma; al ministero per i Beni e le attività culturali (Direzione generale per il paesaggio, via San Michele 22, 00153 Roma) e alla Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna-Servizio Valutazione impatto ambientale, via Giulia 75/1, 34126 Trieste. «Nel merito – sono le parole del consigliere comunale Luigi Bon – siamo in attesa di vedere i pareri espressi dalle varie Amministrazioni comunali auspicando che siano in linea con i pareri negativi votati con le delibere dei consigli nel lontano 2003 sul primo progetto preliminare» Prc ritiene che per il momento è fondamentale informare tutta la cittadinanza e in primis i quartieri del territorio oggetto delle schedature delle abitazioni in quanto comprese nella fascia di rispetto (a Ronchi dei Legionari sono 290 le case schedate) di questo progetto che vedono declassare il valore del proprio immobile, dei terreni limitrofi che passano sotto il vincolo. «Ma vogliamo anche ricordare – continua Bon – che a maggio a Ronchi si vota per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Il tema del Corridoio 5 non può essere nascosto e sottaciuto nei programmi amministrativi, visto che il polo intermodale ronchese nasce come funzionale al progetto dell’Alta velocità. Pensiamo che anche su questi temi si possa ancora trovare e costruire a sinistra un’aggregazione alternativa all’attuale coalizione Pd-Insieme per Ronchi che con il centrodestra in questi anni hanno votato in Consiglio comunale in maniera bipartisan varianti, studi di fattibilità e altro per aprire la strada alla situazione di oggi». (lu.pe.)

 

Messaggero Veneto

Tav, ancora incontri a Monfalcone e a Ronchi

 

RONCHI. Il progetto della Tav è uno dei temi di maggiore attualità e incontri, conferenze e confronti sono organizzati quasi quotidianamente sia per illustrare il progetto in tutte le sue caratteristiche, sia per redigere nel modo più corretto le osservazioni da presentare in Regione.

Il circolo ronchese del Partito della rifondazione comunista – Federazione della sinistra ha previsto per venerdì alle 18, nella sala del consiglio comunale di Ronchi dei Legionari una riunione rivolta ad assistere in particolare i residenti delle zone del rione di San Vito-Ronchi Sud e della zona dello Zochet, di San Poletto e Selz che dovranno presentare le osservazioni sul progetto di studio di impatto ambientale entro il 20 febbraio.

Le osservazioni vanno trasmesse a Roma al ministero dell’Ambiente, Direzione generale per le valutazioni ambientali e al ministero per i Beni e le Attività culturali – Direzione generale per il paesaggio e a Trieste, alla Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna – Servizio Valutazione impatto ambientale.

«Nel merito – dicono i rappresentanti di Rc – siamo in attesa di vedere i pareri espressi dalle varie amministrazioni comunali auspicando che siano in linea con i pareri negativi votati con le delibere dei consigli nel lontano 2003 sul primo progetto preliminare. Per il momento è fondamentale informare tutta la cittadinanza e i quartieri del territorio oggetto delle schedature delle abitazioni comprese nella fascia di rispetto (le schede complete sono visionabili sul sito del Wwf regionale). A Ronchi sono 290 le case schedate, che saranno declassate di valore così come i terreni limitrofi che saranno vincolati».

Rc ricorda che a maggio a Ronchi si voterà per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale e il tema della Tav non può essere nascosto e sottaciuto nei programmi amministrativi, «visto che il polo intermodale di Ronchi nasce come funzionale al progetto dell’alta velocità. Pensiamo che anche su questi temi si possa ancora trovare e costruire a sinistra un’aggregazione alternativa all’attuale coalizione Pd – Insieme per Ronchi che con il centro-destra in questi anni hanno votato in consiglio comunale in maniera bipartisan varianti, studi di fattibilità e altro per aprire la strada alla situazione attuale».

Stasera, inoltre, nella sede del Wwf a Monfalcone, in via delle Mandrie, alle 20.45 si terrà una riunione aperta a tutti sugli impatti della Tav sul territorio. Un esperto sarà a disposizione per spiegare il progetto e per fornire indicazioni per la presentazione delle osservazioni.

 

 

Alta velocità ferroviaria, rassicurazioni dei tecnici di Rfi

 

MONFALCONE. I fabbricati interferenti con la Tav (Alta velocità/Alta capacità ferroviaria), ovvero le case, nel tratto che interessa la nostra regione sono 34 e nello specifico nel tratto Ronchi dei Legionari-Trieste sono “solo” 25, di cui sette sono tettoie e il resto sono civili abitazioni.

Lo hanno assicurato i tecnici di Rfi presenti ieri sera assieme all’assessore regionale alle infrastrutture, Riccardo Riccardi, all’incontro mandamentale organizzato nella galleria espositiva di piazza Cavour a Monfalcone e al quale hanno partecipato numerosissimi amministratori e consiglieri comunali del mandamento, rappresentanti delle associazioni ambientalistiche e cittadini.

Nella sala in centro, affollata come raramente si è visto, è stato dunque presentato il progetto ferroviario preliminare che interesserà il territorio, interesserà l’alta velocità, ma ancor più l’alta capacità, avrà una notevole complessità e un costo di 7,5 miliardi di euro soltanto nel tratto Ronchi-Trieste.

Il tratto è articolato in fasi funzionali e secondo gli scenari di previsione sul passaggio delle merci si prevede un aumento della capacità dagli attuali 110 mila teu a 3 milioni e 300 mila teu. Specificamente, nel tratto di bivio San Polo si potrà passare da 50 mila a 900 mila teu.

La prima delle sette fasi di realizzazione prevede l’intervento al bivio San Polo, uno dei nodi più complicati dell’intero tratto visto che prevede, oltre che la realizzazione della Tav, anche il raddoppio delle linee storiche, il loro spostamento e la deviazione del canale de’ Dottori, oltre a diverse soluzioni viarie con sottopassi e demolizione del cavalcavia esistente a Ronchi dei Legionari.

Rassicurazioni sono state date, appunto, rispetto alle case che potrebbero essere demolite e «che non prevedono scenari catastrofici come quelli a volte riportati», hanno detto i tecnici, e rispetto ai ricettori (ospedali, abitazioni, scuole, impianti sportivi e cimiteri) che vengono considerati in fasce di 250 metri da una parte e dall’altra della linea per i ricettori ordinari e fasce di 500 metri per ricettori sensibili.

Nel tratto Ronchi-Trieste questi sono 1.819, di cui 25 sensibili, ma per tutti è prevista la mitigazione soprattutto rispetto all’impatto del rumore, che sarà riportato nei termini di legge: infatti sono previsti 50 chilometri di barriera fonoassorbente. La linea del progetto 2010 è diversa rispetto a quella del progetto 2003 perché si sono voluti evitare il lago di Pietrarossa, le Mucille e Doberdò.

«Tramite gli organi d’informazione qualcuno ha parlato di scempio e devastazione del Carso. Non intaccheremo le falde freatiche del Timavo e del Carso isontino e la linea risulta essere a livello più alto delle falde stesse e dei deflussi del Timavo», hanno spiegato gli addetti ai lavori, evidenziando anche come nel territorio percorso dalla linea ferroviaria siano presenti 108 grotte (sulle 4 mila presenti in tutto il Carso della regione) e di queste solo 22 sono interferenti, altre 39 al margine e 47 non direttamente interferenti, «ma tutte saranno salvaguardate».

Le gallerie, 24 chilometri su 36 totali di tratta, saranno scavate con la frese ovunque possibile, strumento che non provoca né polveri né rumore.

Numerosi e calorosi gli interventi dei consiglieri rappresentanti dei vari Comuni del Monfalconese, che hanno chiesto informazioni rispetto al piano finanziario, ai vincoli urbanistici, ai disagi portati dal cantieramento. Mantenendo per lo più le perplessità iniziali.

Cristina Visintini

 

Treni, verso l esposto in procura

 

SAN VITO. Si affaccia l’ipotesi di un’azione di protesta per la situazione fatta di costanti disservizi lungo la tratta ferroviaria Casarsa-Portogruaro. L’iniziativa partirebbe da un gruppo di pendolari sanvitesi, i pochi che ancora utilizzano il treno locale per recarsi al lavoro, cercando di coinvolgere gli studenti. Continua ininterrotta la serie di sostituzioni delle corse lungo la linea, anche negli orari “di punta”: i Minuetto vengono rimpiazzati da autobus (ieri le corse erano 11), fatto che di per sé dovrebbe garantire il servizio. Il punto è che spesso si registrano ritardi (causa di mancate coincidenze o ritardi a scuola per gli studenti che giungono a San Vito fuori sede). Oppure le informazioni non sono adeguate. «Gli altoparlanti spesso segnalano una sola volta il cambiamento nel servizio e a un volume quasi impercettibile, anziché più volte, sì che chi non arriva in tempo per udire l’avviso dell’autocorsa, non ne viene a conoscenza – segnala Eno Favero, uno dei pendolari sanvitesi “storici” della linea – Inoltre, spesso gli autobus arrivano in ritardo. Il caso più eclatante c’è stato qualche settimana fa, quando abbiamo dovuto attendere al gelo per 40 minuti sul piazzale della stazione». Ritardo che ieri mattina, per la corsa che doveva prendere il pendolare, è stato di un quarto d’ora.

Il problema sono i continui guasti ai materiali rotabili: come riferito dalle Ferrovie, si attende la riparazione di uno dei cinque Minuetto impiegati tra la Casarsa-Portogruaro e la Sacile-Gemona. «La situazione va avanti da mesi non è possibile continuare così – osserva Favero – Sto pensando di farmi promotore di un’azione di protesta, coinvolgendo anche gli studenti interessati». Le ipotesi sono un esposto alla Procura o altri iniziative come il non pagare l’abbonamento per un mese o un’azione sui binari della stazione, o ancora qualcosa di più eclatante che il pendolare sanvitese al momento non rivela. E dire che, col previsto passaggio della Tav per Portogruaro, ci sono le premesse per il potenziamento della linea. «Dell’elettrificazione se ne parla da decenni – continua Favero -, in realtà si sta assistendo al depotenziamento della tratta». E gli utenti del treno se ne vanno.

Andrea Sartori