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NOTAV: tracciato in veneto ancora nelle nebbie

Piccolo dell’11/12/10

Tav litoranea , Veneto in retromarcia

 

PORDENONE «La Tav si farà in Veneto come in Friuli Venezia Giulia». Ma come? Il tracciato, in territorio veneto, è tutto da definire. Luca Zaia, il presidente della Regione, non scioglie affatto le riserve. «Il tracciato basso è una scelta del 2006 che ho ereditato» ci tiene a ricordare, non casualmente, a margine dell’inaugurazione del casello dell’A28 di Godega di Sant’Urbano. E aggiunge: «Quel tracciato è sempre stato spacciato come una decisione a vantaggio del territorio. Ma, se il territorio non vuole che passi di là, non ha senso. La decisione andrà rivista e concordata con i comuni interessati». L’assessore veneto ai Trasporti Renato Chisso, grande supporter del tracciato basso, fa a sua volta (e per primo) un passo indietro, riaprendo all’ipotesi di un affiancamento con l’autostrada A4. Del resto, Zaia non vuole rivolte e se entro fine anno presenterà alla Ue il tracciato individuato da Italferr, «che ancora non ho visto», per rispettare la scadenza imposta dall’Europa, su quello che sarà il vero progetto fa intendere che «è tutto ancora da decidere». Un punto però lo mette: «La ferrovia dovrà avere una stazione, una fermata, diversamente saremmo dei vassalli, pagheremo il prezzo pesante di un’opera senza averne i benefici». Zaia sa bene che «non avere la Tav significa essere tagliati fuori» ed è per questo che non vuole fare passi indietro rispetto agli impegni presi: «Un attraversamento est-ovest del nord Italia serve e il Corridoio 5 deve trovare completamento su rotaia. Non avere la Tav significa essere tagliati fuori. Un taglio che, in prospettiva, si percepirà tra 15 o 20 anni». Ma dire sì al tracciato litoraneo, quello caro all’assessore Chisso e alla precedente giunta Galan, significa creare una sollevazione popolare. I sindaci che hanno fatto le barricate sono, in molti casi, di centrodestra. «Noi vogliamo questo attraversamento – insiste Zaia – e ne discuteremo con i cittadini in maniera assolutamente serena e tranquilla. Non c’è nulla di già deciso e quindi è inutile creare le Val di Susa e i comitati ad hoc semplicemente perché c’è qualche tornata elettorale in qualche comune». Il tracciato alto, quello che va verso la “riabilitazione”, segue il modello del Friuli Venezia Giulia: affiancamento il più possibile alla rete autostradale. E non a caso il presidente Tondo, sollecitato dai cronisti, precisa: «Per noi non ci sono problemi. Proseguiamo sul tracciato di affiancamento all’autostrada». La scelta dei vicini di casa, però, diventa determinante: il finanziamento riguarda la tratta Venezia–Trieste e in quanto tale i due tracciati sono strettamente legati. Dopo il 31 dicembre, quindi, in Veneto dovrà partire la difficile operazione per cercare il consenso sociale. (m.mi.)

TAV: presentati i progetti (farsa) preliminari

Dal Piccolo del 23/12/10

Tav, approvata la Mestre-Ronchi Sud

 

TRIESTE Il progetto preliminare della tratta Mestre-Ronchi Sud è approvato. E le risorse comunitarie, dunque, assicurate. Riccardo Riccardi archivia con soddisfazione il vertice con ministero e ferrovie sulla Tav: «I tempi imposti dalla Ue sono stati rispettati, ora potrà partire la fase di ascolto dei soggetti interessati, in primis gli enti locali». Un passaggio per niente secondario in Veneto, dove l’attuale previsione di un tracciato costiero rimane fortemente osteggiato dal territorio. E non è escluso debba venire modificato.

Il primo obiettivo, sottolinea Riccardi, è però raggiunto. La conferma arriva a Trieste nel corso della riunione tra l’assessore regionale ai Trasporti, il responsabile per le Reti transeuropee del ministero Roberto Ferrazza e il direttore per gli investimenti di Rfi Matteo Triglia. «Grazie a Rfi – sottolinea ancora Riccardi -, si è riusciti a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2010 indicata da Bruxelles».

Ieri infatti Italferr, per conto delle Ferrovie italiane, ha pubblicato l’avviso di avvio della procedura di valutazione d’impatto ambientale (Via) delle fasi progettuali preliminari Mestre-Aeroporto Marco Polo e Aeroporto-Portogruaro nonché della tratta Ronchi Sud-Trieste. Il prossimo 30 dicembre, sempre in tempo utile, il percorso si concluderà con la pubblicazione di un ulteriore avviso per la Portogruaro-Ronchi.

Sulla Tav veneto-friulgiuliana partirà nei prossimi mesi la consultazione sul progetto con il territorio. Nella nostra regione, come da programma, il tracciato sarà affiancato all’autostrada. In Veneto, invece, i dubbi rimangono gli stessi di sempre. Il progetto realizzato da Rfi è arrivato ieri a Venezia in una cassa di due metri quadri che ha sfidato l’acqua alta. «Intendo esaminarle presto ma con calma – è il primo commento dell’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso -, ma in ogni caso abbiamo finalmente una base concreta rispetto alla quale articolare le aspettative e le convenienze del territorio». Il tracciato è quello che risponde alle prime indicazioni della Regione Veneto, il cosiddetto «basso», ma Chisso fa sapere: «Abbiamo fatto studiare a Rfi delle soluzioni alternative e consegneremo anche quelle al territorio, entro fine anno in Cd, per avviare il confronto con le comunità locali».

«La stella polare di quest’opera – prosegue Chisso – è il fatto che deve creare benefici per il territorio. Ecco perché, se l’ipotesi studiata è quella indicata dai giornali ovvero con stazione all’aeroporto di Venezia ma senza stazioni intermedie, non ci va bene».

L’alternativa fatta studiare dalla Regione di Luca Zaia è l’affiancamento all’autostrada attraverso il potenziamento della linea esistente. Una ipotesi che secondo alcuni rischierebbe di rallentare la procedura della terza corsia, ma su questo la struttura commissariale esclude ripercussioni. «Lo sganciamento delle due procedure fu deciso proprio per evitare questo problema», ricorda Riccardi nel ruolo di vicecommissario.

Sempre ieri a Trieste ha avuto pure luogo luogo il secondo incontro operativo del «Common executive Body» Italia-Slovenia per la realizzazione della porzione transfrontaliera della Tav. Guidato da Ferrazza e dal direttore per la parte ferroviaria del ministero dei Trasporti sloveno Ljubo Zerak, il Ceb ha discusso e analizzato il progetto di prefattibilità della linea secondo la «variante alta» decidendo di portarlo all’attenzione della riunione del 25 gennaio a Lubiana del Comitato intergovernativo Italia-Slovenia, alla presenza anche dei funzionari Ue. (m.b.)

 

Dal Messaggero del 23/12/10

Le Ferrovie approvano il tracciato Tav: rispettata la scadenza imposta dall Ue

 

UDINE. «L’approvazione, cosiddetta “interna”, da parte di Rfi-Rete ferroviaria italiana – come prevista dall’Unione europea – del progetto preliminare della tratta ferroviaria tra Mestre e Ronchi Sud mette definitivamente in sicurezza – sottolinea l’assessore regionale alla Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi – il contributo comunitario per le spese di progettazione della linea. Grazie a Rfi, infatti, si è così riusciti a rispettare la scadenza del 31 dicembre 2010 indicata da Bruxelles».

Lo conferma è giunta ieri a Trieste nel corso della riunione tra lo stesso assessore Riccardi e i vertici tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Ferrazza (responsabile per le Reti transeuropee), e di Rfi, Matteo Triglia, direttore per gli Investimenti. Italferr, per conto di Rfi, ha pubblicato l’avviso di avvio della procedura di valutazione d’impatto ambientale (Via) delle fasi progettuali preliminari Mestre-Aeroporto Marco Polo ed Aeroporto-Portogruaro nonché della tratta Ronchi Sud-Trieste, «e il percorso si concluderà il prossimo 30 dicembre con la pubblicazione dell’avviso per la Portogruaro-Ronchi», indica Riccardi.

«Rispettati, come dovuto, i tempi dell’Unione europea, dai prossimi mesi si potrà aprire la fase di “ascolto” e di consultazione sul progetto con il territorio – che ritengo di sviluppare secondo aree omogenee – per approfondire, in primis con gli Enti locali, i diversi punti progettuali che compongono la parte di competenza del Friuli Venezia Giulia dell’asse ad Alta capacità (per il traffico merci) ed Alta velocità (per i passeggeri) dalla Francia verso Slovenia, Ungheria e Ucraina», ha osservato l’assessore. E sempre ieri, nel capoluogo regionale, ha avuto luogo il secondo incontro operativo del «Common executive Body»/Ceb Italia-Slovenia previsto per la realizzazione della porzione transfrontaliera della stessa linea da Lione verso il confine magiaro-ucraino.

NOTAV: il consiglio comunale di Duino-Aurisina si fa comprare

Da il Piccolo del 03/03/11

Tav, un indennizzo per Aurisina Stazione

 

DUINO All’unanimità dei quindici consiglieri comunali presenti, assenti solo l’assessore Andrea Humar e l’esponente dell’opposizione Lorenzo Corigliano, è stata approvata ieri la delibera contenente i pareri sul progetto preliminare della tratta Ronchi-Trieste per la nuova linea ferroviaria Av/Ac. E lo stesso dicasi dell’osservazione resa dal vicesindaco Massimo Romita, il quale ha chiesto di «prevedere a carico del proponente, quale indennizzo per la frazione di Aurisina Stazione, il completo recupero, rifacimento e riqualificazione dello storico edificio della stazione e dei suoi interni, il totale restyling a scopi associativi, sportivi e ricreativi delle aree e delle strutture attualmente in uso del dopolavoro ferroviario (sala, campetto e parco giochi, ndr), la ristrutturazione dell’impianto sportivo utilizzato dalla bocciofila di Aurisina e la sistemazione dell’intero piazzale della stazione stessa». La convergenza di maggioranza e opposizione si è dunque trovata, seppur con i debiti distinguo. Per un sindaco Giorgio Ret che ha «ringraziato gli speleologi per il prezioso apporto reso nella disamina dei documenti», si è avuto un consigliere d’opposizione Maurizio Rozza (Verdi) che ha invece parlato di «pressapochismo alluncinante», citando l’esempio di un sito di stoccaggio del materiale «inserito nella Via nientemeno che all’interno del castello di Duino» oppure l’errore sulle cartografie di tracciati slittati di ben 3 chilometri fino Ternova. Di «superficialità» ha parlato anche il capogruppo di Insieme Massimo Veronese. Il presidente della Seconda commissione consiliare, Fabio Eramo, nel suo intervento ha invece rilevato la «mancanza dell’analisi costi-benefici imposta dalla vigente normativa per tutte le opere pubbliche», nonché l’assenza di un elaborato con le attività di compensazione ambientale. Nel dibattito, l’altra grave lacuna emersa in seno alla Via ha riguardato la carenza «dell’indicazione tra gli elaborati grafici dei vincoli e delle aree di Riserva naturale di Stato e conseguente omessa valutazione delle interferenze degli impatti sulle aree». «In particolare – ha osservato Eramo – si ritiene che, a tutela delle falde acquifere, deve essere evitata la dispersione di olii minerali e altri inquinanti. Gli eventuali materiali di scavo vanno stoccati in aree non carsiche». Rimarcata, in maniera bipartisan, la necessità di inserire barriere antirumore lungo il tracciato in trincea e ponti verdi per mimetizzarlo, nonché il trasporto su rotaia del materiale di scavo e il costante monitoraggio dell’andamento dell’opera da parte del Comune. Il consigliere di Insieme Edvin For>i> ha chiesto uno studio sulla propagazione delle vibrazioni. «E populistico dire “La Tav non si fa” – ha dichiarato quindi il sindaco – noi ci siamo assunti la responsabilità di compiere le cose in modo corretto e questo crea un’importante sinergia tra ente locale, Stato e Rfi». Critico, invece, il commento sul tracciato successivo, Trieste-Aurisina-Divaccia, oggetto ieri di un incontro con l’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi, alla presenza anche della presidente provinciale Maria Teresa Bassa Poropat. «Si è stabilito di analizzare preventivamente il miglior percorso da seguire perché qui le problematiche potrebbero essere molto rilevanti, ma abbiamo ottenuto rassicurazioni», ha concluso Ret. (ti.ca.)

 

 

NOTAV: anche San Canzian si vende alla tav

Il Piccolo del 04/03/11

Il Comune dice sì alla Tav ma no alla

 

SAN CANZIAN L’amministrazione comunale di San Canzian è favorevole all’ipotesi del progetto dell’Alta velocità ferroviaria presentato da Rfi in cui si prevede la soppressione del raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud, rimanendo invece assolutamente contraria a qualsiasi soluzione che riproponga la costruzione dei tracciati a “goccia”, “palloncino o “racchetta”. Lo sottolinea a nome dell’ente locale l’assessore ai Lavori pubblici Luciano Dreos, per fugare qualsiasi dubbio sulla posizione del Comune di San Canzian e sollecitare nuovamente una riflessione a livello mandamentale sulla questione. «Quando si parla d’inversione del senso di marcia dei convogli – afferma Dreos -, si intende la possibilità di transito sulla direttiva Gorizia-Trieste e viceversa in modo continuativo, senza l’obbligo della sosta e del cambio di vettura nella futura stazione di Ronchi Aeroporto. Ora questa possibilità è data solo dalla costruzione di infrastrutture come il “by-pass di Udine cosiddetta goccia”, oppure le sue varianti a “palloncino” o “eacchetta”». Le considerazioni già espresse dall’amministrazione di San Canzian non vertevano quindi sul tema mantenere o no in essere il raccordo ferroviario tra le stazioni di Ronchi Nord-Ronchi Sud. «Riteniamo che in tale senso possa esprimersi solo la municipalità di Ronchi interessata dall’attraversamento della linea ferroviaria – sottolinea Dreos -. Il nostro intento era quello invece di stimolare, nelle amministrazioni di Città Mandamento, una riflessione ed eventualmente una presa di posizione – spiega l’assessore ai Lavori pubblici – sul fatto che la risoluzione del “Problema dell’Isontino” richiamato da più parti, e dato dalla fermata della metropolitana leggera nella stazione di Ronchi Aeroporto, passa inesorabilmente attraverso l’accettazione di una delle opere aggiuntive al raccordo Ronchi Nord-Ronchi Sud. In sostanza, chiediamo di considerare se questo spreco di territorio sia auspicabile e giustificabile». Laura Blasich

NOTAV: monfalcone boccia il progetto!

Il piccolo del 07/03/11

Monfalcone boccia l’alta velocità

 

MONFALCONE E’ una sonora bocciatura quella che il Comune di Monfalcone assegna allo Studio di impatto ambientale allegato da Italferr al suo progetto preliminare di Alta velocità-Alta capacità ferroviaria. Le osservazioni presentate dall’amministrazione locale alle commissioni consiliari Seconda e Quarta venerdì pomeriggio partono dalla constatazione, non da poco, della mancanza dell’analisi costi-benefici dell’opera per allargarsi alle lacune riscontrate nella viabilità di cantiere e nell’individuazione degli impatti, nella fase dei lavori e permanenti, sull’ospedale di San Polo o dei danni arrecati al territorio. Del tutto assente la valutazione dell’incidenza sul paesaggio “post operam”, secondo il Comune è carente anche la parte relativa ai ripristini ambientali. «Il trasporto merci su rotaia è al momento il sistema di trasferimento meno impattante e più sostenibile dal punto di vista ambientale – ha sottolineato l’assessore all’Urbanistica, Massimo Schiavo nell’incontro con le commissioni -, ma deve essere comunque calato sul territorio con giusto equilibrio tra il fabbisogno presente e quello futuro». Lo studio di Via non contiene una valida alternativa progettuale e un piano di monitoraggio ambientale e al Comune pare deficitario soprattutto per quel che riguarda la gestione dei cantieri, che peseranno fra l’altro sulla città per circa 15 anni. Non è stato incluso uno studio sull’incremento di inquinamento da polveri sottili e ossido di azoto provocato dall’andirivieni di mezzi pesanti. Non è indicato quale sarà l’impatto sull’ospedale di San Polo in termini di vibrazioni, rumorosità, emissioni in atmosfera del cantiere che dovrebbe essere insediato nelle sue vicinanze. Il Comune di Monfalcone chiede quindi, tra le altre cose, l’eliminazione dell’area di cantiere in prossimità dell’ospedale, la fruizione del patrimonio naturale in tutte le fasi, la garanzia di interconnessioni viarie con i centri limitrofi, la revisione e taratura con precisione del progetto di cantierizzazione, l’attenzione al patrimonio carsico. (la. bl.)

La Tav all’esame del Consiglio

SAN CANZIAN Dopo la segnalazione delle “interferenze” al passaggio dell’Alta velocità ferroviaria nel territorio di Pieris e Begliano, l’amministrazione comunale di San Canzian d’Isonzo porta in aula le osservazioni allo studio di impatto ambientale, che Italferr affianca al progetto preliminare della Tav nel tratto Venezia-Trieste. Il Consiglio comunale di San Canzian prenderà in esame le osservazioni giovedì, nella seduta convocata alle 19 e che in sostanza sarà tutta dedicata al delicato argomento. L’impatto del transito della Tav non sarà trascurabile nemmeno sul territorio di Pieris e Begliano, soprattutto nella fase di cantiere e per quel che riguarda una viabilità portante, e non solo per il Monfalconese, come quella rappresentata dalla strada statale 14. Non a caso l’amministrazione comunale di San Canzian ha già segnalato a Italferr una lunga serie di “interferenze” relative alle ripercussioni sulla mobilità, locale e non. A partire dal nodo del rifacimento “in sito” del cavalcaferrovia della statale 14 in località Begliano. Se così fosse, osserva l’ente locale, la statale 14 sarebbe chiusa durante tutta la durata dei lavori, pur non essendo pensabile che l’abitato di Begliano sopporti la mole di traffico pesante e leggero di ogni giorno. Per quel che riguarda la fase di cantiere, prevista nel territorio di Pieris e Begliano dal 2017 al 2021, la giunta Caruso chiede la localizzazione di aree di cantiere, stoccaggio e armamento sul versante Sud della linea ferroviaria storica, prevedendo gli accessi dalla statale 14 in modo da creare meno impatti possibile sugli abitati. Viene segnalato come “interferenza”, infine, anche l’ampliamento della fascia di rispetto da 10 a 30 metri. Con questa scelta le case da demolire passano da 7 a 30, ma l’amministrazione rimane convinta che per chi si troverebbe nella zona compresa tra i 10 e i 30 metri dalla linea i disagi da sostenere sarebbero davvero troppo pesanti. (la. bl.)

 

06/03/11

Tav, il Veneto insiste sul tracciato

VENEZIA Il Veneto non abbandona la via costiera, non negli intenti. Anche se allo studio ci sarebbe una soluzione del tracciato più alta, con la possibilità di bypassare Portogruaro e affiancarsi all’autostrada al confine con il Friuli Venezia Giulia, la Regione resta convinta che la soluzione migliore per la futura linea di alta capacità sia quella bassa. E non è la sola. «Se mi si chiede dove stiano le convenienze – ha dichiarato senza mezzi termini Paolo Feltrin, docente dell’università di Trieste intervenuto ieri al convegno organizzato a Jesolo – per me stanno nel cosiddetto tracciato basso. Di norma, il tracciato che ha meno resistenze è quello più lontano dalle case. E rispetto alle spiagge, all’economia turistica che non è delocalizzabile e che vede aumentare i suoi concorrenti, in ogni parte del mondo si dice che una linea ferroviaria vicina è meglio di una linea ferroviaria lonatana». I favorevoli all’ipotesi costiera hanno anche sostenuto la necessità di istituire una fermata in Veneto (nello specifico a Passerella in comune di San Donà di Piave e quindi vicina a Jesolo), Feltrin ha comunque sottolineato come il primo obiettivo debba essere fare presto: «Qui ci sono i porti dell’alto Adriatico e da qui si passa per andare in Europa«. Davanti ad amministratori locali che restano divisi sulla bontà dell’opera e del tracciato anche l’assessore alla mobilità del Veneto, Renato Chisso, ha ribadito che l’affiancamento alle infrastrutture esistenti – e quindi all’utostrada come avviene in Friuli Venezia Giulia – nella sua regione porterebbe all’abbattimento di un migliaio di case e al rispetto di vincoli che nessuno accetterebbe se calati concretamente nel territorio. Il percorso per arrivare alla condivisione di un tracciato sembra ancora lunga.

NO TAV: i comitati di nuovo a Bruxelles

Messaggero Veneto del 09/03/11

Comitati no Tav a Bruxelles

 

BAGNARIA ARSA. I comitati No Tav della Bassa friulana e del Fvg saranno presenti oggi a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, in quanto invitati dal gruppo Parlamentare Europeo Gue/Ngl, organizzatori del convegno dal titolo “Si al trasporto pubblico, No alle grandi opere. Lasciamo decidere le comunità locali!”. Al convegno è prevista la partecipazione di Brian Simpson, presidente della Commissione trasporti del Parlamento europeo e di alcuni europarlamentari. Inoltre sono stati invitati alcuni esponenti dei comitati contro: Stuttgart 21 per la Germania e per l’Italia parteciperanno i rappresentanti dei No Tav Val di Susa e del Terzo valico di Genova, oltre ai già citati No Tav della Bassa friulana e del Fvg.

Ricordiamo che il 29 settembre 2011 , c’era stata l’audizione, davanti alla Commissione petizioni a Bruxelles, della sottoscrizione presentata dai comitati No Tav del Friuli Venezia Giulia. A illustrare la petizione sulla tratta Trieste-Divaccia era stato il firmatario, Gian Carlo Pastorutti, il quale aveva chiesto un’ispezione per verificare eventuali irregolarità procedurali e l’effettivo coinvolgimento del territorio nella stesura del progetto.

La presidente della Commissione, l’onorevole Mazzoni, aveva affermato che essendo l’iter per il nuovo progetto appena iniziato, non c’erano le premesse per l’ispezione e che comunque sarebbe inviata una nota per invitare le autorità locali a promuovere una partecipazione democratica nelle decisioni che si andranno ad assumere. Mazzoni aveva concluso ribadendo che il sottoscrittore della petizione poteva ripresentarla qualora ci fossero stati elementi concreti di valutazione. La discussione, era stata l’occasione per i No Tav del Fvg, per aprire una corsia preferenziale con l’Unione Europea alla quale far pervenire le motivazioni del loro no alla linea Av-Ac.

Francesca Artico

 

Tav presentata alle categorie Riccardi: «La scelta riguarda il sistema del Nord Italia»

 

Viabilita’ UDINE. «Il tema in discussione oggi non è se fare o non fare la linea ferroviaria AV/AC (alta velocità-alta capacità). Sulla necessità della infrastruttura la Regione ha scelto da tempo e lavora già dalla passata legislatura. Il tema è il “come fare”. La scelta, insomma, non è tanto sul tracciato, ma sul fatto che la linea riguarda, con il Friuli Venezia Giulia, l’intero sistema infrastrutturale del Nord Italia, ha riflessi internazionali ed è un progetto per il nostro futuro».

Lo ha affermato l’assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Riccardi, ieri all’incontro con le categorie economiche e sindacali della regione sulla Tav, svoltosi – per iniziativa del presidente di Unioncamere Fvg, Antonio Paoletti – nella sede della Camera di Commercio a Udine.

Gli aspetti procedurali per giungere all’approvazione dei progetti e quelli tecnici degli stessi sono stati illustrati rispettivamente dagli ingegner Agapito della Regione e Mastroianni e Alessi di Rfi. In sostanza, l’approvazione del progetto dovrà passare attraverso varie fasi: localizzazione, Via e gestione interferenze, ognuna delle quali ha caratteristiche particolari e specifiche.

Il progetto AV/AC Venezia-Trieste rientra nel Programma italiano delle infrastrutture strategiche e in quello comunitario del Corridoio 5, intersecherà il Corridoio 23 Adriatico-Baltico, sarà cofinanziato dall’Unione Europea, riguarderà soprattutto il trasporto merci, avrà caratteristiche di notevole complessità e costi rilevanti: per questo sarà realizzato per più fasi funzionali e sarà realizzato in un arco di tempo che dal 2015 arriverà al 2030.

Davanti a questo quadro certamente non facile «ma di grande prospettiva per il nostro futuro», la «Regione – ha affermato Riccardi – non vuole imporre nulla a nessuno, ma intende procedere con un confronto sulle basi concrete di un’ipotesi progettuale come questa sulla quale tutti gli organismi aventi diritto potranno avanzare richieste ed esigenze, esprimere pareri e preoccupazioni, volti tutti a migliorare l’opera non a metterne in discussione la validità».

«Non è un problema di tempi – ha proseguito l’assessore -: la Regione darà tutto il tempo necessario allo studio dei progetti e al confronto, ma il percorso deve essere rispettoso e corretto e non pregiudiziale. Da parte nostra vi è la più ampia disponibilità al confronto. Il lavoro sarà lungo e impegnativo, ma alla fine dovremo arrivare a una decisione che auspico ampiamente condivisa. Ripeto: in gioco vi è il futuro di tutti noi».

NOTAV: rassegna stampa del 12 e 13 marzo

Messaggero Veneto del 13/03/11

Domani sera l incontro sul progetto della Tav

 

GONARS. Si terrà domani, alle 20,30, nel Centro Civico di Fauglis, la riunione organizzata dal Comune di Gonars sul tracciato Tav. Il sindaco Marino Del Frate, l’assessore all’agricoltura, attività produttive Alberto Budai e l’assessore ai lavori pubblici e urbanistica Ivan Boemo illustreranno il percorso, le più importanti caratteristiche tecniche e l’impatto ambientale di tale opera. I cittadini potranno esprimere le loro critiche, i suggerimenti e le precisazioni che, in quella sede, verranno raccolte dall’amministrazione comunale per essere inviate agli organismi regionali. Il tutto segue una precisa disposizione dell’assessore Riccardo Riccardi che ha invitato i Comuni a riportare in Regione le considerazioni dei cittadini riguardo al percorso Tav.

 

Messaggero Veneto del 12/03/11

Alta velocità, segnalate le criticità del progetto

 

RONCHI. Con il sì di maggioranza e Luigi Bon (Rc), il consiglio comunale di Ronchi ha approvato lo studio di impatto ambientale annesso al progetto preliminare “Nuova linea Av/Ac Venezia Trieste, tratta Ronchi-Trieste”.

Presenti alla discussione anche altri due consiglieri di opposizione, Davide Rega e Livio Moreu, che però hanno scelto di non partecipare alla votazione, spiegando che la delibera presentava “profondi vizi dal punto di vista formale ed evidenti contraddizioni con documenti votati in precedenza. La relazione è stata realizzata a più mani e manca una firma che dimostri l’assunzione di un atto di responsabilità tecnica”. Prima del voto, Bon ha chiesto, con un emendamento non approvato, che fosse aggiunto al documento la dichiarazione di parere negativo all’intero progetto Tav.

La documentazione approvata e inviata a Ministero dell’ambiente, Ministero per beni e attività culturali, Regione, Comuni contermini e altri enti interessati, contiene la segnalazione delle interferenze e criticità non rilevate dal progetto presentato da Italferr, tra cui la soppressione del passaggio a livello di via Dobbia senza alcuna opera sostitutiva per l’attraversamento della linea e per cui è stato chiesto che il progetto preliminare recepisca invece le previsioni sia del piano regolatore che del piano del traffico, così come quanto previsto nella convenzione stipulata tra Rfi con Comune e Provincia di Gorizia che a fronte della soppressione del passaggio a livello poneva la realizzazione di un sottopasso e dalla relativa viabilità di collegamento.

Il tracciato del progetto preliminare della nuova linea Av/Ac Venezia-Trieste tratta Ronchi-Trieste prevede la realizzazione di una nuova stazione antistante l’aeroporto. Tra le varie osservazioni, quella di prolungare uno dei due sottopassi previsti per il collegamento dei marciapiedi della stazione al fine di renderlo accessibile a pedoni e ciclisti, connettendolo anche alle piste ciclabili esistenti e di cui si prevede la realizzazione nella zona. Viene chiesto anche un sottopasso ciclo-pedonale sulla via San Vito e che oltre alle previste barriere fonoassorbenti venga realizzato anche un filtro verde (piante) in prossimità delle case e che sia posta attenzione al mantenimento anche a seguito delle operazioni di esproprio, dell’accessibilità ai fondi agricoli nell’area.

Rispetto alla prevista trasformazione del cavalcavia sulla statale 14 in sottopasso è stata chiesta una correzione del progetto al fine di mantenere la percorribilità di via Verdi e l’inserimento di un’adeguata pista ciclabile sul sottopasso previsto.

Viene chiesta una seria riflessione sulla dismissione del binario unico di collegamento tra le linee Udine-Trieste e Venezia-Trieste ed è ribadita la richiesta di interramento della linea storica Gorizia-Trieste da bivio San Polo fino in prossimità del viadotto autostradale, permettendo innanzitutto il mantenimento della percorribilità di via Monte Cosich. (c.v.)

NOTAV: il comune di Trieste si piega alla lobby tav

Dal Piccolo del 16/03/11

Via libera al parere ambientale sul progetto della Tav

 

Idillio, o quasi, c’è stato ieri notte pure sul parere non vincolante del Consiglio comunale alla

Via, la Valutazione d’impatto ambientale, sul progetto della Tav Ronchi-Trieste nel tratto che rientra sotto la superficie municipale. Hanno votato a favore, con una serie di riserve tecniche, tutti i consiglieri del centrodestra (bandelliani compresi), il Pd (fatta eccezione per Bruna Tam e Igor Svab che si sono astenuti), i Cittadini con Roberto Decarli e la Lista Rovis con Emiliano Edera. Contrari invece i verdi con Alfredo Racovelli e Rifondazione. «Una mancanza

di unità certamente legittima – rileva in proposito il capogruppo dei democratici Fabio Omero – che trova le sue ragioni nella scarsa trasparenza e informazione da parte di Rfi, che ancora una volta cala sul territorio un progetto, peraltro non completo in tutto il suo percorso attraverso la provincia di Trieste, senza minimamente condividerlo con le forze politiche e sociali, con le associazioni ambientaliste econ i cittadini». Convergenza si è respirata, ad ogni modo, anche nel breve dibattito sugli emendamenti da inserire nella delibera, tra cui uno della berlusconiana Raffaella Del Punta, fatto proprio dalla giunta, che sollecita l’interramento di alcuni impianti in via Marziale. Un altro emendamento è stato, perfino, riscritto appositamente per mettere assieme le proposte simili firmate da Everest Bertoli per il Pdl e da Bruna Tam, Mario Ravalico e Fabio Omero per il Pd, che chiedevano in sostanza alle Ferrovie di istituire il cosiddetto “ufficio di scopo”. Una sorta di urbancenter nel quale i cittadini possano avere informazioni e controllare lo stato di avanzamento dei lavori.

NOTAV: articoli del 16 e 17 marzo

Alta velocità, botta e risposta tra Brandolin e Riccardi

 

Ronchi RONCHI. Il consigliere regionale Giorgio Brandolin (Pd) «sfida» l’assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi, a «dire chiaramente se vuole il raccordo ferroviario Ronchi Sud-Ronchi Nord» dell’Alta velocità. Brandolin replica così alle affermazioni di Riccardi, che sulla Tav aveva accusato il Pd di divisioni interne. «Nelle sue dichiarazioni – prosegue Brandolin – nulla si dice sulla posizione regionale, che è quella che conta, visto che la competenza dell’intesa Stato-Regione non è degli enti locali. Ecco quindi la mia sfida: dire chiaramente se il raccordo sia previsto o meno, senza fare l’ambiguo o il furbo. E dirlo subito, non tra un mese. Perché, se Riccardi è d’accordo a realizzarlo, allora è il progetto regionale che dev’essere buttato; se invece segue il suo progetto, allora è innegabile che il raccordo non ci potrà essere».

Per Riccardi «il compito della Regione non sono le sfide a duello, ma le soluzioni più condivise affinché il territorio esprima il maggior consenso per creare le condizioni della realizzazione di opere che presentino un rilevante impatto. Sono dispiaciuto per il tono di Brandolin – aggiunge Riccardi – e gli ripeto che, se ci sono problemi interni al Pd isontino, non sarò certo io a mettermi in mezzo per risolverli. Non esiste alcun progetto della Regione: c’è un progetto preliminare avanzato da Ferrovie dello Stato, che ha recepito una forte indicazione dalla Provincia di Gorizia di eliminare il raccordo. La soluzione voluta dal presidente Enrico Gherghetta trova contrario il Comune di Gorizia. In linea di principio, l’osservazione del sindaco Ettore Romoli mi sembra condivisibile. Ora è necessario, invece che urlare, conoscere anche l’opinione dei Comuni attraversati».

 

Alta velocità ferroviaria, venerdì un incontro nella sala consiliare

 

Ronchi RONCHI. Venerdì alle 20.30, nella sala consiliare del Comune di Ronchi dei Legionari. in piazza Unità d’Italia, si terrà un’altra iniziativa sull’attualissimo tema “Che cos’è il progetto Tav? Linea ferroviaria ad alta velocità – alta capacità, visione del progetto e osservazioni, natura del progetto, impatto e tutela ambientale, rapporto costi benefici, tutela dei cittadini, considerazioni sul concetto di “bene comune””.

Come relatori saranno presenti Giancarlo Pastorutti del Comitato NoTav Bassa Friulana ed Enrico Cumero autore di una tesi universitaria in Sociologia dal titolo “Problematiche socio ambientali della Tav nel territorio giuliano”.

L’iniziativa è stata promossa dal Comitato Popolare No Tav – Isontino, che si è costituito nel corso del mese di febbraio nel momento della presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini del territorio monfalconese interessati al progetto della Tav tratta Venezia-Trieste.

L’incontro è stato promosso per raccontare dell’incontro avuto da esponenti del comitato no tav della Bassa Friulana a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, per far conoscere e consegnare la documentazione e le osservazioni contrarie alla Tav di questo progetto ma anche per fare il punto dopo le recenti deliberazioni dei pareri espressi sulla Valutazione d’impatto Ambientale dai consigli comunali del Monfalconese; in modo particolare, Doberdò del Lago, Monfalcone e Ronchi dei Legionari che nelle delibere hanno accolto e ripreso parte dei contenuti e i giudizi critici espressi nelle osservazioni dalle associazioni ambientaliste e dai cittadini.

NOTAV: rassegna stampa del 23 marzo

Comunicato veloce

Le indicazioni di voto dei No Tav sono affermazioni arbitrarie di Pastorutti sostenuto più o meno dall’area di Rifondazione e Comunisti Uniti

Tutti i libertari presenti nei Comitati continueranno a praticare l’astensionismo in qualsiasi occasione

Paolo De Toni – San Giorgio di Nogaro

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Messaggero Veneto del 23/03/11

Alta velocità, Gorizia rischia l’isolamento

In consiglio provinciale Gherghetta contro Romoli sul raccordo di Ronchi «Bisogna cancellarlo, assomiglia a una mulatteria tra due autostrade

GORIZIA Il raccordo ferroviario Ronchi nord-Ronchi sud deve essere smantellato. Una scelta tecnica, quella che Rfi ha inserito nel progetto preliminare dell’Alta velocità/alta capacità per il tratto Trieste-Venezia, che trova d’accordo il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta. Una posizione, quella del capo dell’esecutivo provinciale isontino, in netto contrasto con le rimostranze presentate contro il progetto non solo dal sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, ma anche dallo stesso Partito democratico, di cui Gherghetta fa parte. «Per evitare l’isolamento del capoluogo dalla rete ferroviaria regionale è necessario individuare altre soluzioni tecniche – ha spiegato ieri nel corso della seduta del consiglio provinciale convocata proprio con l’obiettivo di sviscerare la questione Tav -. La bretella di Ronchi, inadeguata al traffico passeggeri, insiste peraltro a poche decine di metri dalle abitazioni, con tutti i potenziali rischi del caso per l’incolumità umana», ha specificato Gherghetta, ricordando la strage di Viareggio, che nel 2009 costò la vita a 33 persone. Il progetto di Rfi prevede come primo step un investimento da 175 milioni di euro per rendere più funzionale il bivio di San Polo: «Ed è pertanto impensabile che venga mantenuto un raccordo che avrebbe una funzione assimilabile a quella di una mulattiera che collega due autostrade», ha rimarcato il presidente della giunta provinciale. Critica l’opposizione, che con il consigliere Dario Baresi (Udc), ha ribadito la necessità di mantenere la bretella «per evitare di condannare Gorizia all’isolamento ferroviario». Il tratto in questione si snoda per due chilometri su un unico binario elettrificato ed è stato costruito nel corso della prima guerra mondiale per collegare la linea Cervignano-Aquileia-Grado con la Udine-Trieste. Nel corso della seduta dell’assemblea provinciale, la maggioranza ha presentato un ordine del giorno con cui si chiede «una radicale revisione delle soluzioni tecniche oggi previste per la quadruplicazione della tratta tra Bivio San Polo e Bivio Aurisina, con interventi che non siano impattanti sul territorio del Carso, privilegiando percorsi che si affianchino a quelli esistenti». L’assemblea provinciale, facendo proprie le osservazioni presentate dai sei Comuni toccati dal progetto dell’Alta capacità, ha inoltre richiesto l’istituzione di un tavolo istituzionale permanente, sotto l’egida della Regione, che segua l’iter progettuale e dei lavori. Christian Seu

 

I comitati: votate le liste contrarie alla Tav

Gli ambientalisti scendono in campo in vista delle amministrative del 15 maggio E criticano Riccardi: «Il coinvolgimento locale si è ridotto a un solo incontro»

ECCO I comuni interessati

In dieci andranno alle urne

Lungo il tracciato della linea della Tav Venezia-Ronchis sono molti i comuni che andranno al voto per il rinnovo del consiglio comunale: la compagine che vincerà la tornata elettorale avrà sul tavolo il “problema” del passaggio sul proprio territorio dell’Alta velocità/Alta capacità, trovandosi ad affrontare tutte le polemiche ad essa correlate. I comuni interessati sono Latisana, Ronchi, Palazzolo dello Stella, Porpetto, Torviscosa, Bagnaria Arsa, Palmanova, Ruda e Villa Vicentina.

PORPETTO I Comitati No Tav della Bassa friulana “affilano le armi” e scendono in campo per le amministrative del 15 maggio, invitando i cittadini dei comuni coinvolti dal tracciato della Tav a votare quelle liste i cui programmi elettorali conterranno una chiara opposizione alla realizzazione della Av/Ac nella Bassa friulana. «In vista delle prossime elezioni amministrative- ribadisce il portavoce dei No Tav, Giancarlo Pastorutti- i Comitati della Bassa friulana daranno indicazioni di voto a favore delle liste i cui programmi elettorali indicheranno una netta contrarietà alla costruzione della linea della Tav. A questa tornata elettorale saranno particolarmente coinvolti dall’appuntamento al voto i comuni di Porpetto, Torviscosa, Bagnaria Arsa, Palmanova, Villa Vicentina e Ruda. Noi, come Comitati, chiediamo prima di tutto il pieno utilizzo delle linee attualmente esistenti sul territorio, il miglioramento della qualità del servizio, il rinnovamento del materiale rotabile, l’incremento dell’offerta di collegamenti regionali, nazionali e internazionali. Una particolare attenzione deve anche essere dedicata alla manutenzione quale garanzia di sicurezza». Pastorutti ricorda inoltre, che il 30 dicembre scorso è stato presentato ai comuni il Progetto preliminare riguardante la linea Tav Venezia- Ronchi e che lo Studio di Impatto ambientale (Sia) è stato consegnato agli stessi soltanto un mese e mezzo dopo, pertanto non è stato possibile visionarlo con l’attenzione che una simile opera merita. «Il coinvolgimento della popolazione tanto inneggiato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, si è ridotto a un unico incontro a Bagnaria Arsa due giorni prima della scadenza dei termini per la presentazione delle osservazioni e solo in alcuni consigli comunali sono state discusse le osservazioni al Progetto. Gli attuali amministratori hanno dimostrato interesse solo nei riguardi delle compensazioni, omettendo ai cittadini la consistente devastazione del territorio, l’impattante cantierizzazione e i costi effettivi dell’opera». L’esponente dei No Tav fornisce inoltre indicazioni in merito al referendum del mese di giugno: «Non vi è dubbio che i Comitati daranno indicazione di voto contro il nucleare e contro la privatizzazione dell’acqua». Francesca Artico


da Il Piccolo, 23 marzo 2011 —   pagina 21

Scontro Romoli-Gherghetta sulla TAV

 

LO SCONTRO» ANTICHI RANCORI

Dubbi in merito al progetto preliminare della linea Alta velocità-alta capacità per il tratto Venezia-Trieste sono stati espressi ieri sera dal Consiglio provinciale di Gorizia. «Chiediamo – si legge nel testo di un ordine del giorno presentato dalla maggioranza di centrosinistra – una radicale revisione delle soluzioni tecniche oggi previste per la quadruplicazione della tratta tra Bivio San Polo e Bivio Aurisina. Vanno trovate nuove soluzioni commisurate alle reali esigenze trasportistiche, senza interventi impattanti su un territorio dal delicatissimo equilibrio idrogeologico qual è il Carso, privilegiando percorsi che si affianchino a quelli esistenti». L’assemblea provinciale ha inoltre richiesto l’istituzione di un tavolo istituzionale permanente, sotto l’egida della Regione, che segua l’iter progettuale e dei lavori. Per Gherghetta inoltre va rivisto il raccordo di Ronchi. di Roberto Covaz Monfalcone non fare la stupida stasera e, se possibilmente, nemmeno nei prossimi mesi. Non sono parole di Renato Rascel ma di Ettore Romoli. Il sindaco di Gorizia è lievemente adombrato da quanto emerge dalle prime battute della campagna elettorale per il sindaco della città dei cantieri. In lizza una mezza dozzina di candidati. Spiccano le determinate Silvia Altran (Pd) e Anna Maria Cisint (Pdl e dintorni). Ma a proporsi come terzo incomodo c’è il “vecchio volpone” socialista Luigi Blasig. Blasig nei primi anni novanta è stato un baluardo del “no” monfalconese all’ospedale unico a Gradisca; il braccio “armato” di Gianpiero Fasola, che a Gorizia non ha bisogno di presentazioni. I due ora sono di nuovo assieme nella lista CambiAmo Monfalcone che si pone l’obiettivo di beffare nella volata i due schieramenti più accreditati. A far loro da stampelle elettorali il “moroteo dentro” Luciano Rebulla – mica tanto amico di Gorizia – e l’imprenditore Vescovini che fino a qualche settimana fa se ne stava tranquillo all’ombra del Pd e poi, improvvisamente, ha cominciato ad attaccare Pizzolitto e soprattutto Sgarlata e l’assoindustriali di Gorizia. Ora si capisce il perché. Insomma, CambiAmo Monfalcone proietta un orizzonte di scontri tra il capoluogo e la città dei cantieri. Per Blasig e compagnia essere, lavorare o frequentare Gorizia è un marchio di infamia. Pure per un monfalconese. Di conseguenza se la prendono con Anna Maria Cisint che a Gorizia è di passaggio e da dirigente comunale sta mettendo facendo quadrare un po’ di conticini. Sarebbe un peccato tornare a sbranarsi tra Gorizia e Monfalcone ma va anche detto che certo buonismo di facciata degli ultimi anni è stato ancora peggio. Romoli comincia a rimpiangere perfino Pizzolitto: «Con lui siamo andati d’accordo, soprattutto sulla sanità. Il che è tutto dire. Non mi interessa poi molto quanto succederà a Monfalcone, a parte tifare per il centrodestra. Anzi, se può tolga questa frase altrimenti continuano a dire che la dottoressa Cisint…». La dottoressa Cisint non ha bisogno di sponsor, nè di stampelle. Da pallavolista mollava certe schiacciate che non vede l’ora di riprorre in campagna elettorale. Il problema è che Blasig&Co fanno sul serio. Certi discorsi alla convention di presentazione della loro lista mettono i brividi. Gorizia è il loro incubo. Romoli: «Se vogliono tornare agli antichi dualismi facciano pure. Abbiamo visto che bel risultato hanno ottenuto. Mi ricorda la lite dei polli di Renzo. Quello di Manzoni. Io penso che Gorizia e Monfalcone debbano collaborare e parlarsi. Se vogliono lo scontro si accomodino ma siano seri e chiari. Le guerre vanno dichiarate». Blasig ha i baffi delle pubblicità della Birra Moretti ed è un gran sornione. I suoi capelli rossastri sono la brace alimentata dai soffioni boraciferi di Fasola, il quale è l’unico coerente della compagnia: per lui Gorizia dovrebbe essere provincia di Lunezia, quella regione inventata da Cavour e sparita subito dopo la sua prematura morte. Rebulla, già Rebulla. Tanto sarebbe da raccontare sull’ex Sottosegretario e forse qualcuno ci sta già pensando. Infine, Vescovini. Almeno lui è un imprenditore che rischia e ha il diritto di dire ciò che vuole. Magari Vescovini potrebbe regalare a Gorizia una partita di viti e bulloni prodotti dalla Sbe, di cui è proprietario. Servirebbero per mettere in sicurezza quello sgangherato raccordo ferroviario Ronchi Sud-Ronchi Nord che il Monfalconese vuole sopprimere e il Goriziano vuole mantenere. Romoli: «Spero che passata la campagna elettorale, che mi pare prometta molta animosità, si possa tornare ad interloquire cordialmente e costruttivamente con Monfalcone». Il sindaco non dice che quel brandello di ferrovia (il raccordo tra le due Ronchi) è nelle mani del Pd. Quello Monfalconese lo vuole trasformare in pista ciclabile, quello goriziano lo vuole salvare. Paradossi della politica: Romoli (e Gorizia) sono nelle mani del Pd. Fine della prima puntata, ma niente paura che ne avremo da scrivere.