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NOTAV: rassegna stampa 29/30/31 gennaio

Dal Piccolo

30/01/11

No-Tav: manca lo studio d impatto ambientale

 

VILLA VICENTINA Tav, a 30 giorni dallo scadere del termine per presentare le valutazioni, in Comune non è ancora pervenuto lo studio di impatto ambientale. É quanto sollevato dall’assemblea organizzata l’altra sera a Villa Vicentina dai Comunisti Italiani e da Rifondazione Comunista, con Giancarlo Pastorutti del Comitato No Tav di Bagnaria impegnato ad illustrare il progetto di Rfi. «Dagli interventi – parla Franco Bianchin del Pdci – è emersa tutta la preoccupazione per le devastazioni che questa opera comporta, come pure lo sdegno per le foto delle case di privati allegate al progetto senza il consenso dei proprietari ed in violazione delle norme della privacy. L’aspetto più grave – continua Bianchin – consiste nella mancata consegna agli amministratori locali della relazione sullo studio di impatto ambientale. Ciò denota la scarsa considerazione della Regione e degli estensori del progetto nei confronti della popolazione ed il rispetto della legislazione vigente. Poi nella documentazione presentata manca anche la relazione costi e benefici, prevista anch’essa dalla normativa. Resteremo in prima fila – chiosa – nell’opera di informazione tesa a salvare il nostro territorio».

In sala era presente anche il sindaco Mario Romolo Pischedda: «Al vertice di Trieste l’assessore regionale Riccardo Riccardi aveva detto che lo studio di impatto ambientale era in corso di trasmissione. Di fatto però non è ancora pervenuto in municipio. Conto che l’assessore – riprende – ci conceda quel periodo in più per riflettere con la dovuta attenzione su tutti gli aspetti del progetto, ma è chiaro ci dev’essere una sospensione formale della procedura di valutazione, altrimenti resta valido il termine del 28 febbraio. Le amministrazioni hanno bisogno di organizzare assemblee per illustrare il progetto, soprattutto ai diretti interessati e capire le loro richieste, di modo da presentare le osservazioni che siano le più pertinenti possibili. Sul sito del Comune abbiamo pubblicato il progetto preliminare, organizzeremo altre assemblee e sarei molto felice se anche i tecnici di Rfi e Riccardi volessero prendervi parte». (el. pl.)

 

29/01/11

La Tav partirà da San Polo Riccardi: «Nessun via libera senza il consenso locale»

 

Il «nodo» principale in provincia di Gorizia della linea ad Altà velocità ferroviaria, e anche il primo a essere realizzato, sarà il potenziamento del bivio di San Polo a Monfalcone, in cui si intersecano le linee da Venezia e da Udine. Il dato è stato illustrato ieri a Gorizia dai tecnici di Rfi nel corso di un incontro cui ha preso parte anche l’assessore regionale ai Trasporti del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi.

La tratta Ronchi dei Legionari-Trieste – è stato detto – interesserà la provincia per circa 13 chilometri, lungo i quali sono previsti viadotti e gallerie. Riccardi ha precisato che la giunta regionale non darà il «via libera» alla linea ferroviaria ad alta capacità/alta velocità Venezia-Trieste, senza aver prima acquisito il consenso del territorio, dando alle comunità interessate tutto il tempo per approfondire il progetto, anche al di là dei termini di legge, e fornendo alle istituzioni locali tutto il supporto tecnico necessario. E la Regione, ha assicurato inoltre l’assessore, «chiederà e pretenderà» che venga condotta l’analisi costi-benefici della nuova linea, anche se non previsto dalla legge.

La riunione è stata indetta dal presidente della Provincia Enrico Gherghetta nella sua veste di coordinatore del Patto per lo sviluppo, promosso assieme ai Comuni di Gorizia e Monfalcone, all’Azienda sanitaria n.2 “Isontina”, alla Camera di commercio, a Confindustria e alle segreterie di Cgil, Cisl e Uil.

All’incontro di ieri sono stati invitati tutti i sindaci dell’Isontino, i consiglieri regionali eletti in provincia e tutti i soggetti potenzialmente interessati alla realizzazione della nuova linea ferroviaria, che attraversa il Friuli Venezia Giulia in direzione Ovest-Est e che si colloca nell’ambito del Progetto prioritario n.6 dell’Unione europea da Lione al confine tra Ungheria e Ucraina.

Nel suo intervento introduttivo, il presidente Ghergetta ha voluto dare atto all’amministrazione regionale, e in particolare all’assessore Riccardi, di aver avviato un percorso positivo di confronto con il territorio. Nel sottolineare lo stretto legame tra la linea ad alta capacità/alta velocità e il progetto del “superporto” di Monfalcone, Gherghetta ha parlato di «una sfida che dobbiamo accettare» e ha lanciato quattro parole d’ordine sul metodo da seguire, fatte proprie nelle conclusioni anche dall’assessore regionale: «Trasparenza, disponibilità, responsabilità e infine buon senso».

29/01/11

Comitati No Tav preoccupati: «A Palmanova inquinamento e violazione della privacy»

 

PALMANOVA Impatto ambientale, inquinamento acustico, violazione della privacy. I comitati anti Tav proseguono la propria lotta e c’è molta preoccupazione anche nella città stellata.

«Le conseguenze derivate da questo progetto per il nostro territorio sono davvero pesanti – afferma Luigi Battistello del Comitato di tutela ambientale di Palmanova-. È infatti riapparso nell’elaborato progettuale un cavalcavia per bypassare la strada ferrata sulla regionale 252 Napoleonica che non è in asse con la statale stessa e creerebbe così una variante con il risultato di incrementare le curve, portar via ancora maggior territorio del previsto, svalutare terreni e case nonché peggiorare la qualità della vita agli abitanti del posto».

Nell’invitare i cittadini di Palmanova ad accedere al municipio per visionare gli elaborati che riguardano la Tav e muovere le proprie osservazioni in merito all’opera, Battistello puntualizza anche sul fatto che è stato consegnato ai Comuni anche lo studio sull’impatto ambientale.

«Dai contatti continui che il nostro Comitato mantiene con Giancarlo Pastorutti dei “ No Tav” di Bagnaria Arsa, che segue direttamente tutte le fasi di questa realizzazione – aggiunge il presidente del Comitato della città stellata – sono da prendere assolutamente in visione le valutazioni sui ricettori di rumore ai quali sono allegate anche le foto delle case interessate e l’esame della qualità di conservazione di queste abitazioni. A suo parere vi è una chiara violazione della privacy e un pregiudizioal valore ommerciale degli edifici».

Palmanova è direttamente interessata a queste problematiche perchè la zona compresa nella Tav raggiunge anche le case del quartiere di Santa Giustina. Intanto Giancarlo Pastorutti ha portato le sue osservazioni in una riunione che si è tenuta a Rivarotta di Teor, dove la Tav prevede la demolizione di quattro case e a Villa Vicentina.

Alfredo Moretti

 

Dal Messaggero Veneto

31/01/11

Tav, Bagnaria e Palmanova chiedono modifiche

 

BAGNARIA ARSA. Se la Tav Venezia-Trieste è un’opera strategica per la centralità della Regione, e su questo non ha dubbi il sindaco di Bagnaria, Anselmo Bertossi (pronto a candidarsi alla guida del Comune, per la terza volta), altrettanto “democratico” deve essere il confronto tra Enti locali interessati dal passaggio della linea ferroviaria e l’Assessorato regionale alle Infrastrutture.

Non fa dunque misteri il primo cittadino sulla necessità di un dialogo aperto, frutto di una concertazione programmata tra il Comune e la Regione. «Stiamo visionando gli elaborati e lo studio di impatto ambientale – evidenzia Bertossi – e già abbiamo individuato delle dicordanze e delle dimenticanze che faremo presenti a Rfi e all’assessore Riccardi. In particolare – sottolinea – riteniamo più opportuno che il tracciato della Tav fuori dell’abitato di Castions delle Mura corra tutto su viadotto. Con Palmanova poi stiamo studiando il modo di attenuare il forte impatto ambientale causato da un cavalca – ferrovia di circa 650 metri sulla strada regionale 252, quasi alle porte della fortezza. È intendimento della nostra amministrazione e di quella di Palmanova indicare che il nuovo raccordo tra San Giorgio di Nogaro e la stazione della fortezza veneziana corra più a ridosso dell’autostrada. Sarà cos’è possibile eliminare almeno in parte i ventilati viadotti individuati sulla Napoleonica».

E ritornando al territorio di Bagnaria, Bertossi segnala le dimenticanze apparse o le incognite relative a strade interne. «Si tratta di meglio precisare – osserva – come scavalcare la bretella di raccordo tra linea Palmanova-San Giorgio con lo scalo di Cervignano, che taglia la campagna tra il capoluogo e la frazione di Campolonghetto. Sono interessate ben quattro strade: la provinciale per Torviscosa, la Sevegliano-Campolonghetto, la Bagnaria-Campolonghetto e la interpoderale di S.Gallo».

Accanto alla Tav i problemi dell’amministrazione sono legati, prima della scadenza di aprile del mandato, alla soluzione di opere pubbliche in parte già appaltate. Li elenco secondo il piano già a suo tempo predisposto – dice Bertossi -. La realizzazione di un nuovo locale ad uso mensa nel plesso scolastico unico delle elementari. La realizzazione di un centro polifunzionale presso l’area dei servizi collettivi a Sevegliano. La realizzazione di spazi vivibili per bambini e di percorsi protetti a Castions delle Mura. Un percorso ciclo-pedonale in via Codroipo nel capoluogo. La sistemazione urbanistica all’intersezione tra via Verdi e via Roma a Sevegliano. Ed infine ancora a Castions delle Mura la manutenzione straordinaria dell’edificio ex-latteria per un importo di 120 mila euro».

Sandro Sandra

 

30/01/11

Il caso Tav divide il Partito democratico «Carenza di informazione e di dibattito»

 

SAN CANZIAN D’ISONZO. La Tav – Alta velocità/Alta capacità ferroviaria –, oltre a creare preoccupazioni per l’eventuale devastazione prevista sul territorio, divide la politica. È un gruppo d’iscritti al Pd di San Canzian – Stefano Minin, Maurizio Negrari, Edi Minin e Riccardo Sacco – a denunciare una sorta di limbo informativo da parte dell’amministrazione comunale di centro-sinistra rispetto alle previsioni per il territorio.

«Lo scorso 21 dicembre Rete ferroviaria italiana ha depositato in tutti i Comuni interessati, compreso il nostro – dicono –, il progetto preliminare della tratta ferroviaria di alta capacità/alta velocità che attraverserà il Fvg e che sta alimentando il dibattito. Il progetto prevede numeri che, se confermati, sono preoccupanti. Nel nostro comune si prevedono circa 253 case da abbattere. Con questo spirito abbiamo partecipato all’assemblea comunale del Pd di San Canzian indetta lo scorso giovedì 20 gennaio».

La speranza era di conoscere, in attesa di un’assemblea pubblica aperta a tutti i cittadini del comune, i tratti essenziali del progetto. «Invece le nostre attese sono state deluse. Nonostante il lodevole intervento dell’assessore Dreos, che ha proposto d’incontrare i cittadini coinvolti dal progetto, né il segretario né il sindaco hanno ritenuto opportuno affrontare il tema, che è rimasto il convitato di pietra. Non sono state illustrate le ipotesi di progetto ed è stata un’occasione persa».

Proseguono affermando di credere che il Pd sia nato per avvicinare i cittadini alla politica, per essere un luogo aperto e libero di discussione e confronto. «Speriamo che questo limbo informativo non perduri e sollecitiamo sindaco e segretario a organizzare un’assemblea del Pd aperta a tutti affinché, come negli altri comuni interessati dall’attraversamento della nuova linea ferroviaria, s’illustri il progetto, lo si possa conoscere, liberamente discutere e farsene un’opinione».

A maggior ragione ritengono che debba essere organizzato un momento informativo pubblico del Pd, «dato che al precedente incontro, su oltre cento iscritti, erano presenti solo 16 persone, il segretario, il sindaco, il presidente dell’assemblea, il capogruppo e noi compresi. Di questi 16 solo 4 componenti eletti del direttivo su 17. Questi dati di partecipazione vanno analizzati nella loro preoccupante crudezza: ci paiono davvero un campanello d’allarme. Crediamo – concludono – che la discussione più aperta possibile su un tema così importante come il progetto Tav possa rilanciare la partecipazione degli iscritti e dei cittadini al partito. Noi c’impegniamo per farlo».

 

29/01/11

Tav-Tac, Pischedda: «Non serve, ma sono pronto al confronto»

 

Villa Vicentina VILLA VICENTINA. Il sindaco Mario Pischedda replica alle affermazioni del capogruppo di minoranza Con noi per Villa Vicentina, Giuliano Rigonat, in merito al tema della Tav: «Non accetto strumentalizzazioni, tantomeno da chi ha votato a favore dell’allora “Protocollo Sonego”. Tutti devono sapere che il Comune di Villa Vicentina non ha aderito a quell’accordo solo perché in consiglio comunale la lista di maggioranza Chiarezza Lavoro ha votato contro l’accordo, in quanto i due gruppi di minoranza lo avevano sostenuto ed approvato! Il percorso alternativo che il gruppo di minoranza ricorda di aver proposto, con minori costi e minore impatto ambientale (non sapevo che i consiglieri avessero competenze anche nel campo dell’ingegneria ferroviaria) altro non è che il percorso aderente all’autostrada che passa poi per Gorizia e la valle del Vipacco. Non sono stato io a bocciarlo, anzi sono da sempre stato un sostenitore di questo percorso alternativo, ma l’allora assessore regionale Sonego, che non lo ha voluto nemmeno prendere in considerazione nel corso dei lavori del tavolo tecnico, nonostante io lo avessi chiesto più volte».

«Ora come allora non ho cambiato idea: – prosegue Pischedda – in questo momento la linea Tav/Tac non è necessaria, e i dati sono lì a dimostrarlo. Ora come allora sono disponibile a dialogare e confrontarmi con chiunque per trovare la soluzione migliore ai problemi di Villa Vicentina, della regione e del Paese. Ritengo che questo sia un preciso dovere di chi ha ricevuto il mandato per amministrare una comunità. Questo non vuole assolutamente dire che sono pronto ad accettare supinamente qualsiasi cosa, ma solo che sono pronto a confrontarmi per verificare le diverse opportunità». Il primo cittadino segnala che nel progetto, come proposto all’interno del tavolo di lavoro da parte dei rappresentanti di Villa Vicentina «sono stati individuati lungo la linea gli stessi problemi che ci aveva indicato il nostro consulente di fiducia. Sono stati diffusi dai proponenti dati che confortano le analisi che avevamo svolto in passato. A fronte di queste aperture mi sembra doveroso e corretto rendermi disponibile al confronto – conclude Pischedda –. Se qualcuno vuole strumentalizzare la cosa faccia pure, ma sono convinto che la gente abbia le idee molto chiare su chi si è impegnato per tutelarla e chi invece parla solo per tutelare se stesso».

Gessica Mattalone

 

Il tracciato Tav in consiglio

 

Gonars GONARS. La Tav con i suoi tracciati, la tempistica degli interventi, le modifiche alla viabilità durante i cantieri approderanno presto nei consigli comunali. Spiega infatti il sindaco Marino Del Frate: «È stata la richiesta corale di tutte le amministrazioni presenti alla recente riunione che si è svolta a Trieste tra l’assessore Riccardo Riccardi, i tecnici della Regione e i sindaci interessati dal passaggio della linea ad alta velocità. Tutti i rappresentanti degli enti locali hanno infatti domandato che i tecnici della Regione possano illustrare ai consigli comunali (anche riuniti per aree) il tracciato Tav nei dettagli in modo da rispondere ai dubbi e alle domande dei consiglieri».

Il sindaco riferisce che, nel corso della riunione alcuni comuni quali, ad esempio, Cervignano del Friuli, San Giorgio di Nogaro, Villa Vicentina, hanno chiesto che i loro punti di vista e le loro osservazioni siano presi in considerazione in quanto il progetto presenta alcune modifiche rispetto agli accordi inizialmente presi. «Io – precisa Del Frate –, pur non sentendomi vincolato dagli accordi presi in materia dalla precedente amministrazione comunale, ovviamente riconosco che ci debba essere una continuità di scelte che va onorata. Non avendo partecipato però alle riunioni passate, sono particolarmente interessato, insieme ai componenti della nuova amministrazione, a conoscere a fondo le caratteristiche e l’impatto che l’opera avrà sul territorio e a proporre eventuali alternative, sempre con spirito costruttivo e di responsabilità. Abbiamo circa 70 giorni di tempo per presentare le nostre osservazioni». Il primo cittadino di Gonars riferisce che l’incontro con il suo consiglio comunale avverrà nelle prossime settimane e che per quanto riguarda il suo territorio le opere avranno inizio nel 2017. (m.d.m.)

NOTAV: continuano le polemiche in friuli e isontino

Dal Messaggero Veneto del 01/02/11

Il Comune analizza il tracciato della Tav: troppo impattante

 

RONCHIS. C’era anche il comune di Ronchis fra i ventisei paesi che la scorsa settimana sono stati convocati dall’assessore regionale alla viabilità Riccardo Riccardi per parlare della progettazione preliminare delle due tratte Portogruaro-Ronchi dei Legionari e Ronchi-Trieste della linea ferroviaria ad alta velocità.

Ieri sera, durante il consiglio comunale il sindaco Vanni Biasutti ha fornito all’assemblea un resoconto di quel primo tavolo di lavoro che ha visto assieme le amministrazioni locali e la Regione, un incontro durante il quale sono state illustrate anche le ricadute dirette per il territorio comunale di Ronchis che ospiterà il tracciato della Tav esattamente a ridosso dell’autostrada A4. E in alcuni punti la distanza fra le abitazioni e la prevista linea ferroviaria è di soli 200 metri circa per scendere addirittura a una sessantina di metri nel caso di alcune case.

Particolari costruttivi molto impattanti sia sotto il profilo ambientale che acustico sulla base dei quali è intenzione del comune – ha reso noto sempre il sindaco Biasutti – presentare delle osservazioni: «Quello che ci ha illustrato l’assessore Riccardi è il progetto preliminare presentato da Rfi che di fatto rispecchia quanto discusso negli ultimi anni durante i numerosi incontri avuti anche con la precedente amministrazione regionale. Nel territorio comunale il tracciato è previsto parallelo all’A4 sul lato sud quindi molto a ridosso del centro abitato, ma anche in contrasto con lo svincolo e le vie d’accesso al casello autostradale realizzati solamente un anno e mezzo fa. Stando al progetto di Rfi lo svincolo andrebbe proprio eliminato e al suo posto verrebbero realizzati dei cavalcavia molto alti per poter superare la ferrovia e quindi molto impattanti. E’ anche vero – ha rassicurato il sindaco – che parliamo di un’opera prevista per il 2030 il cui futuro è molto legato allo sviluppo economico del Monfalconese».

A breve la Regione convocherà un nuovo incontro anche per stabilire tempi e modalità messi a disposizione dei comuni per presentare delle osservazioni al progetto di Rfi e a quel punto il comune di Ronchis valuterà se presentarle assieme ai comuni di Palazzolo dello Stella, Teor e Pocenia tutti ugualmente interessati dal tracciato della Tav. (p.m.)

 

Alta velocità, il Wwf si mobilita

 

San Canzian SAN CANZIAN. Sul progetto Tav presentato lo scorso 21 dicembre, molti cittadini, in particolare quelli le cui case sono considerate “ricettori sensibli” e particolarmente vicine alla linea di alta velocità, hanno chiesto di ripetere l’esperienza del 2003 quando il Comune assieme ai residenti aveva elaborato in modo congiunto delle osservazioni al progetto del Corridoio 5.

La richiesta è emersa nel corso dell’incontro organizzato sabato da Rifondazione comunista di Ronchi e a cui hanno partecipato Dario Predonzan del Wwf regionale e Giancarlo Pastorutti del Comitato No Tav della Bassa Friulana.

Per dare una prima risposta alla richiesta della cittadinanza, il Wwf sta predisponendo un fax simile di osservazione che nei prossimi giorni sarà disponibile sul sito internet regionale della associazione. Nei prossimi giorni verrà comunque fatta una richiesta, in primis, al sindaco del comune di Ronchi con un’apposita interrogazione affinchè da parte degli uffici comunali sia predisposto un minimo di assistenza tecnica per la compilazione e la formulazione delle osservazioni nei confronti dei cittadini coinvolti direttamente nella vicenda.

Il Wwf ha indicato come tra case e piccoli condomini, rustici e villette sono un migliaio gli edifici tra San Canzian d’Isonzo (253), Turriaco (10), Staranzano (8), Ronchi dei Legionari (290), Monfalcone (360), Doberdò (8) e Duino-Aurisina (66) considerati “ricettori sensibili”, unità abitative poste ad una distanza ravvicinata al tracciato della futura linea ferroviaria ad alta capacità e alta velocità Venezia-Trieste. Le schede di tutti i 995 edifici “sensibili” del mandamento monfalconese, con le foto delle relative facciate, l’indirizzo preciso, lo stato di conservazione degli infissi e, soprattutto, le distanze che li separano dalla futura infrastruttura, sono visionabili sul sito del Wwf del Friuli Venezia Giulia, che ha pubblicato i documenti di Rfi. Spulciando nell’elenco dei ricettori, tratto dallo Studio di impatto ambientale, si scopre così che la Tav sfreccerà a un tiro di schioppo da moltissime abitazioni: eloquenti i casi di via Rebez e di via Roma a San Canzian (molte le case poste a 30/40 metri dalla linea), ma anche di via San Vito a Ronchi dei Legionari (villette ad appena 35 metri, un condominio a 15 metri), fino a casi estremi come la casa in località Sablici posta a 15 metri dalla futura ferrovia o quella a 3 metri di via San Polo a Monfalcone. «Per non parlare poi – scrive il Wwf – di un luogo sensibile come l’ospedale della città mandamento, che offrirà a malati e ricoverati la speciale ebbrezza di veder sfrecciare i treni a 250 metri dai loro letti».

Incontro sul progetto della Tav nella Bassa

 

POCENIA. Dopo l’appuntamento della settimana scorsa a Teor, l bar “Al donatore” di Rivarotta, i Comitati No Tav della Bassa, organizzano per questa sera alle 20.30 al bar “Alla passeggiata” di Pocenia, una assemblea pubblica in cui interverrà anche il sindaco di Pocenia. Sarà illustrato il Progetto preliminare della Tav, al centro delle polemiche in queste settimane nella Bassa friulana. Nel corso della serata verranno illustrate le caratteristiche e le problematiche di questa opera in particolare le criticità per le abitazioni e gli insediamenti industriali a sud di Pocenia.

 

Tav, polemica sul tracciato

 

VILLA VICENTINA. Giuliano Rigonat, capogruppo della lista d’opposizione “Con noi per Villa Vicentina” replica alle dichiarazioni di Pischedda sulla Tav: «Ritengo che non occorra essere ingegneri o competenti nel campo dell’ingegneria ferroviaria, come palesemente sostenuto dal Sindaco, per considerare un progetto di minor impatto ambientale e meno costoso, ma sia sufficiente avere buonsenso, un percorso amministrativo importante ed impegnativo e aver attentamente letto i vari studi e relazioni prodotti al riguardo. – ribatte Rigonat – Aggiungo che la nostra proposta non era quella di partire da Palmanova per arrivare a Gorizia e raggiungere poi la Valle del Vipacco (si documenti meglio il primo cittadino), ma quella che partendo da Palmanova raggiungeva verso nord l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, considerato punto strategico dalla Regione e che corrispondeva proprio ad una delle due soluzioni iniziali di Rfi, di cui la prima divideva in maniera devastante il nostro paese».

«La bontà o meno della nostra idea poteva comunque essere verificata dal comitato tecnico e non bocciata preventivamente dalla maggioranza, così convinta delle proprie profonde conoscenze in ingegneria ferroviaria. – conclude il capogruppo di minoranza – È anche d’obbligo rammentare che personalmente non ho assolutamente bisogno di tutelare me stesso come evidenziato dal primo cittadino in quanto non ho scheletri nell’armadio, avendo servito la mia comunità per tanti anni con serio impegno ed umiltà, riconosciuti da tutti. Infine constato amaramente che si ricomincia con gli attacchi personali e con toni pesanti nonostante il sindaco, nella sua relazione annuale distribuita recentemente a tutte le famiglie, concluda con la speranza che la campagna elettorale si svolga questa volta serenamente».

Gessica Mattalone

 

Il Piccolo del 01/02/11

«Redipuglia sarà invasa dai camion»

 

FOGLIANO Anche Fogliano Redipuglia vuol vederci chiaro dopo che Italferr, per conto di Rfi, ha depositato il progetto preliminare “Nuova linea Av/Ac Venezia – Trieste: tratta Ronchi-Trieste”, dando così il via alla procedura di valutazione di impatto ambientale su questa grande opera. La questione viene posta da Ottavio Romano, consigliere di Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani, il quale ricorda come tra la documentazione depositata di particolare interesse sia il documento intitolato “Studio di impatto ambientale–sintesi non tecnica”.

«Questo documento, obbligatoriamente previsto dalla normativa, si occupa, tra l’altro – sono le parole di Romano – di illustrare l’impatto ambientale dell’opera e le misure di mitigazione o compensazione previste per le criticità che emergono, sia per la fase della realizzazione dell’opera che per la successiva fase di esercizio. Come già abbastanza noto una delle maggiori criticità ambientali dell’alta velocità, per la tratta Ronchi–Trieste, è costituita dalla prevista realizzazione di un lungo tratto di galleria e conseguente escavazione del Carso da Selz di Ronchi sino alle porte di Trieste». Ciò comporterà la necessità di smaltimento di un’ingente quantità di terre e rocce da scavo. «Orbene, a pagina 44 del predetto studio – continua – si afferma che le terre e rocce da scavo non reimpiegabili nell’ambito dei lavori o per la produzione di calcestruzzi verranno conferite in 5 siti, espressamente individuati. E il sito di gran lunga più interessato a tale conferimento, è il sito della “cava attiva” di Monte Sei Busi, posta in Comune di Ronchi ma, come sappiamo, per la maggior parte posta a Fogliano Redipuglia, con un volume potenziale di deposito di 3.500.000 metri cubi». E preoccupa come a pagina 41, infine, vengono illustrati i percorsi di collegamento individuati tra i cantieri e le aree di lavoro e i siti di conferimento delle terre da scavo, tra i quali si cita quello “lungo la bretella di collegamento tra la regionale 14 e lo svincolo autostradale di Redipuglia – Monfalcone Ovest e verso i siti di riambientalizzazione a nord di Redipuglia”.

«È immaginabile quindi – sono le parole dell’esponente dell’opposizione il traffico di mezzi pesanti che dovranno attraversare l’abitato di Redipuglia per conferire ben 3.500.000 di metri cubi di terre e rocce nella Cava di Monte Sei Busi. Secondo una successiva tabella, tale traffico viene previsto da un minimo di 30 a un massimo di 130 automezzi al giorno».

Per questo motivo Romano ha interpellato il sindaco al fine di sapere se questo corrisponde a quanto di sua conoscenza e di quali eventuali ulteriori elementi di conoscenza egli disponga. Si è anche rivolto al primo cittadino al fine di sapere se non si ritenga opportuno acquisire tutta la documentazione e di metterla a disposizione dei cittadini di Fogliano Redipuglia». (lu. pe.)

Corridoio Baltico, pressing sulla Ue

 

TRIESTE Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna in pressing sull’Unione Europea per il riconoscimento del Corridoio Adriatico-Baltico tra quelli finanziati nel 2014 da Bruxelles nell’ambito delle reti Ten. Ieri l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Riccardi, insieme al suo omologo emiliano Alfredo Peri, al responsabile del Bilancio del Veneto Roberto Ciambetti, e ai rappresentanti di altre dieci regioni polacche, austriache, ceche e slovacche coinvolte nella direttrice (tra cui il governatore della Carinzia, Gerhard Dorfler), è stato nella capitale belga per una riunione con il Commissario ai trasporti dell’Unione Europea, l’estone Simm Kallas.

«Con la giusta prudenza di questi casi – ha affermato Riccardi al termine dell’incontro – il Commissario europeo ha riconosciuto il grande lavoro che le 14 Regioni dei cinque Paesi attraversati dalla ”rotaia” baltico-adriatica stanno sviluppando, ricordando che il PP 23 rappresenta un’iniziativa infrastrutturale dalle basi solide». Kallas ha parlato del Corridoio come di «una proposta importante», sottolineando come i nuovi Corridoi ferroviari che la Ue andrà ad individuare dovranno incrementare le economie delle aree circostanti e contare su investimenti privati dato che «i prossimi pochi soldi della Ue andranno spesi con rigore ed austerità». Infine, ha spiegato il Commissario Ue, i corridoi infrastrutturali dovranno unire i sistemi portuali a territori e mercati. Condizioni che, secondo Riccardi, l’asse Adriatico – Baltico soddisfa appieno: «Questa direttrice è in grado di coinvolgere nel suo complesso 100 milioni di tonnellate di traffico merci, e 50 milioni di passeggeri – ha detto l’assessore – e si coniuga perfettamente con gli investimenti privati previsti tra Monfalcone e Trieste».

Entro giugno dovrebbe essere definita la revisione delle reti transeuropee (Ten) ed entro quella data dovrà essere fornito all’Unione Europea un quadro dettagliato delle opportunità che il corridoio comporta. «Siamo persuasi – ha osservato Riccardi – che il Baltico-Adriatico rappresenti davvero la catena mancante dello sviluppo europeo, quella capace di riportare l’Europa a svilupparsi in modo sinergico sfruttando le potenzialità dei due mari. Per il Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto – è una scelta strategica che riguarda la possibilità di poter attrarre nuovi investimenti e nuovi insediamenti produttivi».

Intanto in Consiglio regionale il Pd chiede l’audizione di un responsabile del progetto alta velocità e la consegna ai consiglieri della documentazione dettagliata sulla Tav. Una richiesta che il gruppo del Partito Democratico ha inviato al presidente della Regione, Renzo Tondo, e all’assessore Riccardo Riccardi. «Dopo la mia relazione di presentazione del progetto – spiega il consigliere Giorgio Brandolin – c’è stata la discussione dei componenti del gruppo consiliare che, al termine, ha portato alla richiesta di un’audizione dei referenti del progetto nella Commissione competente nonché della consegna, a ciascun consigliere, della documentazione dettagliata sul percorso e su tutti gli altri aspetti della Tav».

Roberto Trizio

 

NO TAV/ Sono incastrati! Lubiana dice No al tracciato alto

Il Piccolo

DOMENICA, 28 FEBBRAIO 2010 Pagina 6 – Attualità

Alta velocità, la linea per Divaccia riparte da zero Ma ora manca il collegamento col Porto di Trieste

di MAURO MANZIN

TRIESTE Corridoio 5, o meglio, la tratta Trieste-Divaccia? Si ricomincia da zero. A Lubiana si sono incontrati il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli con il sottosegretario ai Trasporti sloveno, Igor Jakomin. Sul tavolo le planimetrie del progetto della Trieste-Divacia per l’appunto. L’Italia ha presentato però il progetto di un nuovo tracciato che corre a Sud di quello originario che forma una sorta di toboga ai limiti della Val Rosandra per innestarsi all’altezza di Crni Kal con la linea Capodistria-Divaccia. Un progetto, quello predisposto dalla parte italiana, che unirebbe direttamente Trieste a Capodistria con una bretella che incanalerebbe il traffico ferroviario in direzione Divaccia. Progetto però che ha incontrato subito una netta opposizione della Slovenia. Il sottosegretario Jakomin ha fatto notare che il nuovo tracciato meridionale comporterebbe per la Slovenia un cambiamento del piano urbanistico già approvato e che prevede l’innesto dell’Alta velocità all’altezza di Crni Kal.
E siccome la realizzazione di un nuovo piano urbanistico per la legge slovena determinerebbe la perdita di almeno ulteriori tre anni questo comprometterebbe per Lubiana l’apertura dei cantieri, prevista per la seconda metà dell’anno in corso, del raddoppio della tratta strategica Capodistria-Divaccia. E metterebbe altresì in pericolo i finanziamenti provenienti per l’opera dal Patto di coesione con l’Unione europea. Il viceministro Castelli, da parte sua, ha preso atto delle argomentazioni slovene ribadendo però che il progetto che sfiora la Val Rosandra resta inaccettabile per la parte italiana in quanto ha ricevuto parere negativo dal ministero dell’Ambiente e andrebbe a intaccare il sottosuolo del Carso in   un’area protetta. I due interlocutori hanno quindi deciso di riprendere in mano la cosiddetta soluzione Nord, quella che passa per Opicina per poi collegarsi a Divaccia. A questo proposito sono già stati calendarizzati una serie di incontri tra i tecnici dei due Paesi per rendere fattibile questa soluzione.
«Le strutture ministeriali e quelle della Regione – precisa l’assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Riccardi – si incontreranno a breve e hanno già in programma una serie di riunioni per esaminare la nuova ipotesi». Uno dei temi diventa ora il collegamento con la nuova traccia a Nord con il porto di Trieste. «Questa ipotesi è la prima che noi abbiamo ”sponsorizzato” ma non garantiva – prosegue – alcuni paramentri comunitari sull’alta velocità e ora saranno esaminate ulteriori varianti e, a quel punto, quando si verificheranno le condizioni per una sostenibilità a Nord è evidente che a seguito di quello bisognerà capire come collegare il porto di Trieste, perché per noi è l’elemento determinante». Insomma lo scalo triestino rimane ancora tra color che son sospesi.

 

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Notizia tratta dal sito ClubRadio

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TAV: TRIESTE-DIVACCIA; LUBIANA, STOP A TRACCIATO ALTO

La Slovenia non considera percorribile l’ipotesi del tracciato ‘alto’, che non tocchi la città di Trieste, per il collegamento ferroviario tra il capoluogo giuliano e Divaccia, che fa parte del Corridoio 5. La posizione è emersa ieri a Lubiana – secondo quanto si è appreso in serata – dove i viceministri ai Trasporti Roberto Castelli e Igor Jakomin si sono incontrati in modo informale. Nelle scorse settimane l’Italia aveva formalizzato la proposta di un nuovo tracciato ‘alto’, che riprende in sostanza il percorso della rete ferroviaria esistente sull’asse Ronchi dei Legionari-Aurisina-Opicina-Divaccia e andrebbe a sostituire il tracciato su cui è già stato raggiunto l’accordo in passato. La parte slovena, però, non si è detta disposta a modificare il tracciato concordato, che in Italia è considerato troppo impattante sia dalla Regione Friuli Venezia Giulia che dal Comune di Trieste, oltre che dagli ambientalisti.

NO TAV nell’isontino

Il Piccolo del 07/11/10

Nasce il Coordinamento dei comitati popolari contro il Corridoio 5

Forse, almeno nella Bisiacaria, la tensione si è un po’ allentata. Ma l’emergenza appare ancora giustificata se, come ben si sa, entro il prossimo 31 dicembre, Rfi dovrà presentare il progetto preliminare per la tratta ferroviaria del Nordest che riguarda l’ormai famoso Corridoio 5 e l’Alta velocità. Il punto della situazione è stato fatto venerdì sera, a Ronchi dei Legionari, in occasione di un’iniziativa promossa dal circolo cittadino di Rifondazione comunista e dai Giovani comunisti della provincia di Gorizia. «Lo scenario appare inquietante – ha esordito Luigi Bon – in quanto proprio a Ronchi dei Legionari si delineano tre prospettive che andranno a mutare il volto del territorio, vale a dire l’alta velocità, il polo intermodale dei trasporti e la variante generale del piano regolatore. Tre aspetti che ci preoccupano non poco». E’ più che mai attivo, invece, il comitato “No Tav” della Bassa Friulana che, per voce di Giancarlo Pastorutti, sottolinea come dalla Regione tutto venga fatto passare sotto silenzio e senza che nessuno abbia la possibilità di vedere le “carte” che sono state prodotte in merito. Ad evidenziare ciò anche Dario Predonzan, responsabile settore trasporti ed energia del Wwf regionale. Il tracciato dell’alta velocità, però, interessa anche Monfalcone. Esso, infatti, prevede una galleria ai piedi della Gradiscata, a qualche centinaio di metri dall’ospedale di San Polo: 28 chilometri sotto il monte Hermada sino a Opicina. «Un’opera ciclopica – ha dichiarato il consigliere provinciale Fabio Del Bello – con un impatto ambientale che appare davvero molto preoccupante». E se, poi, il progetto iniziale prevedeva l’ingresso della galleria sotto la collina dello Zochet e il passaggio sotto i laghetti delle Mucille, la strenua battaglia del comitato locale ha avuto partita vinta. Il tracciato è stato infatti abbassato e passa dietro le colline monfalconesi, con un sensibile peggioramento dell’impatto proprio ai danni della città dei cantieri. Ma, sempre secondo Del Bello, va fatto rispettare ciò che ha deliberato il Consiglio comunale nel 2008, quando venne chiesta una revisione del progetto. E questa mattina, alle 11.30, nel parco della Rocca, verrà presentato il Coordinamento zonale per la difesa del Carso e del Timavo, il quale punta alla realizzazione del parco naturale del Carso.

Luca Perrino

NOTAV: Neppure un euro stanziato per la progettazione della Trieste-Venezia

Ottime notizie…

 

Dal Piccolo del 25/11/10

 

Alta velocità, neppure un euro stanziato per la progettazione della Trieste-Venezia

 

di SILVIO MARANZANA TRIESTE Il tratto dell’Alta velocità fra Trieste e Venezia non compare. Di più, non c’è traccia di nulla che si trovi in Friuli Venezia Giulia all’interno del Contratto di programma per la gestione degli investimenti ferroviari sottoscritto tra il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e Rete ferroviaria italiana spa. È quanto emerso dall’audizione dell’amministratore delegato di Rfi, Michele Mario Elia dinanzi alla commissione Trasporti della Camera. «Per i prossimi due anni – denuncia Carlo Monai, deputato cividalese dell’Italia dei valori e componente della stessa commissione – non c’è un euro per nessuna progettazione di tratta sul territorio regionale». Notizia pessima che giunge solo pochi giorni dopo che la Commissione europea riguardo al tratto Trieste-Divaccia, pur segnalando i ritardi pesanti e l’accoglienza fredda, ha confermato i 50,7 milioni di cofinanziamento sui 101,4 complessivamente necessari per la progettazione. Il Corridoio 5 è in realtà finanziato solo fino a Brescia e recentemente Franco Miller, delegato alle Infrastrutture della Confindustria Verona ha ipotizzato il ricorso a finanaziamenti privati, magari delle società autostradali in cambio di un allungamento delle concessioni. Lo scenario più ottimistico prevede di dover attendere almeno 10 anni per poter utilizzare i treni Alta velocità-Alta capacità fra Venezia e Trieste. A causa delle restrizioni economiche il Contratto tra ministero e Rfi prevede il definanaziamento di opere per 3 miliardi 677 miloni di euro. Tra queste anche il potenziamento dei collegamenti tra porti e rete ferroviaria che subisce un taglio di 133 milioni di euro. Il presidente dell’Autorità portuale di Trieste Claudio Boniciolli ha più volte denunciato la mancanza impegni concreti da parte di Ferrovie dello Stato che pure tramite il suo amministratore delegato Mauro Moretti aveva affermato di considerare Trieste e Genova i poli strategici per lo sviluppo del trasporto merci in Italia. Nuove risorse finanziarie invece sono state reperite per il tratto tra Treviglio e Brescia del Corridoio 5 (per l’esattezza 565 milioni) oltre che per la nuova linea Torino-Lione (470,7 milioni). Nel corso dell’audizione dinanzi alla Commissione della Camera, l’ingegner Michele Mario Elia ha anche affermato che «la manovra finanziaria 2010 ha previsto la riduzione definitiva delle dotazioni finanziarie di cassa iscritte per gli anni 2011 e seguenti per un importo complessivo di 922 milioni di euro. Ciò comporterà inevitabilmente, una pari riduzione delle risorse di competenze sulle opere in corso». Il tracciato della Tav in provincia di Trieste è stato recentemente ridefinito. Non passerà sotto la città come prevedeva uno studio precedente con lo sventramento dei rioni di Gretta e Roiano e un tragitto in gran parte in galleria che avrebbe lambito la Valrosandra, ma alla fine è stato scelto il percorso alto che dovrà allacciarsi e Sesana e Divaccia passando per Aurisina e Opicina. In Veneto e Friuli però c’è ancora il vuoto, anche progettuale. «Ho rimarcato all’ingegner Elia – fa rilevare l’onorevole Monai – la mancanza di impegni anche progettuali nei prossimi anni per tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia sebbene Trieste e il suo porto siano uno snodo fondamentale del Corridoio 5. Mi sono state promesse risposte scritte».

 

TAV/ Veneto altro cambio di tracciato

Il Piccolo – SABATO, 27 NOVEMBRE 2010 Pagina 13 – Regione
ZACCARIOTTO, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VENEZIA: «NESSUNO VUOLE PIÙ QUELLO VICINO AL MARE»
Tav, il Veneto torna al tracciato autostradale
Paoletti, presidente del comitato transpadano: «Così perderemo i finanziamenti». E chiama Bruxelles
di SILVIO MARANZANA
TRIESTE La presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto è drastica: «Non c´è più a questo punto né un Comune, né un Comitato che prema ancora per il tracciato “balneare”, tanto vale tornare sull´ipotesi originaria: quella che prevedeva che i binari corrano parallelamente all´autostrada». Sulla Tav il Veneto sembra aver cambiato di nuovo idea il che ha gettato nello scoramento Antonio Paoletti, presidente del Comitato transpadana oltre che della Camera di commercio di Trieste. «Questi continui ripensamenti – accusa Paoletti – rischiano di far perdere i finanziamenti. Di conseguenza ho appena preso contatto a Bruxelles con Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore europeo del Corridoio cinque. Chiedo che ci sia un altro incontro a Trieste per un chiarimento definitivo entro il 31 dicembre che oltretutto era stato fissato come deadline per la presentazione del progetto preliminare in grado di calamitare i finanziamenti europei». «È vero, il termine è incalzante – aggiunge Zaccariotto – tanto più se si tratterà di cambiare di nuovo tracciato». Eppure sembrava essere stato lo stesso presidente della Regione Luca Zaia a cassare il percorso vicino all´autostrada, quello che nel grafico pubblicato sopra è indicato come opzione B: «Dovremmo abbattere duemila case», ha affermato. Ma ora la presidente della Provincia che è anche sindaco di San Donà, e però pure essa leghista come Zaia, controbatte: «Non sono affatto duemila. Le abbiamo contate, sono 130, al massimo 150». Il nuovo dietrofront è avvenuto quando i rappresentanti veneti hanno scoperto che il progetto di Rete ferroviaria italiana non prevede alcuna fermata dell´Alta velocità in territorio veneto dopo quella dell´aeroporto Marco Polo. Zaia allora ha posto alcune condizioni: «Condivisione del territorio e fermata a servizio delle spiagge». Ma Zaccariotto è già più avanti: «Anche se si riuscisse a ottenere la fermata, sarebbe comunque a 10 chilometri da Jesolo. Il tragitto cosiddetto balneare sarebbe più impegnativo e oltretutto anche più lungo. Tanto vale tornare paralleli all´autostrada come comunque, in entrambe le ipotesi, i binari correranno da San Stino di Livenza in poi». La resa dei conti in casa veneta avverrà mercoledì, giornata in cui la presidente della Provincia ha convocato tutti i sindaci interessati per un incontro al quale parteciperà anche l´assessore regionale alla mobilità Renato Chisso. Se le pressioni per abbandonare il percorso “balneare” saranno univoche, si tornerà al tracciato parallelo all´autostrada. In tempo per ricalibrare il progetto, se verrà confermata la data del 31 dicembre? Quasi certamente no. Ma l´Unione europea potrebbe anche accontentarsi di un progetto purché sia un progetto (e che è stato fatto da Rfi sul tragitto “balneare”) e che potrebbe essere modificato e portato più a Nord, più o meno solo nel tratto tra Quarto d´Altino e San Stino di Livenza, in un secondo tempo. «Non vorrei che tutti questi ritardi – afferma Paoletti manifestando forti timori – alla fine finissero per penalizzare soprattutto se non solo Trieste. E che la Tav alla fine proceda più velocemente solo fino a Ronchi magari per essere messa in connessione con lo scalo di Monfalcone e contemporaneamente sull´altro versante si facesse prima la Capodistria-Divaccia che la Trieste-Divaccia: se così fosse, il porto di Trieste potrebbe definitivamente chiudere».

NO TAV:il comune di Bagnaria crede alle fregnacce di Riccardi?

Dal Piccolo del 05/10/10

Tav, Bagnaria Arsa vuole una sopraelevata

 

BAGNARIA ARSA Sopraelevata per la Tav. La linea ferroviaria “ad alta velocità e capacità” potrebbe attraversare il comune di Bagnaria su un viadotto lungo quanto quasi tutto il territorio. É la richiesta che ieri pomeriggio il sindaco, Anselmo Bertossi, ha avanzato all’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi, nel corso del vertice sulla Tav che si è tenuto a porte chiuse in municipio. All’incontro hanno preso parte anche i rappresentanti di Rfi, Osvaldo Mastroianni e Carlo Comin, l’ingegnere responsabile della tratta Venezia-Trieste. Riccardi ha fatto sapere che la linea non passerà nei centri abitati di Bagnaria, e che l’amministrazione potrà chiedere il viadotto in vista del progetto definitivo. La sopraelevata potrebbe infatti non essere contemplata nel progetto preliminare, che dev’essere pronto entro la fine dell’anno pena la perdita di 2,5 milioni di euro di contributi comunitari. Definitivo addio dunque al tracciato ferroviario esistente, che era una delle priorità contemplate nel protocollo a latere, firmato nel 2008 da Bertossi, Rfi e dall’allora assessore regionale Lodovico Sonego. Riccardi ha infatti detto che la linea «non potrà affiancare il vecchio tracciato della Trieste-Venezia». Positivi poi i responsi sulla linea Cervignano-Udine. Se il protocollo a latere considerava l’urgente bisogno di barriere fonoassorbenti per proteggere l’abitato di Castions delle Mura dai rumori provenienti dallo scalo di Cervignano, Riccardi ha affermato che la Regione valuterà opere di mitigazione da inserire nel progetto definitivo della Tav. Il vertice di ieri era stato annunciato dal sindaco Bertossi martedì scorso, all’indomani dell’irruzione in Consiglio comunale dei No Tav, che erano entrati in aula distribuendo volantini ed esponendo uno striscione di protesta. I manifestanti avevano chiesto un Consiglio comunale interamente dedicato al tema. E ieri Bertossi ha ribadito che «il Consiglio sulla Tav si farà entro ottobre, seppur senza gli interventi dei cittadini, che non sono previsti dal regolamento comunale». La prossima assemblea organizzata dal Comitato No Tav si terrà comunque a Porpetto venerdì 15 ottobre, in sala consiliare alle 20.30. Sono stati invitati l’assessore regionale Riccardi, che ha già confermato la sua presenza, e l’europarlamentare del Pd, Deborah Serracchiani. Intanto mercoledì scorso a Bruxelles il portavoce del comitato No Tav di Bagnaria, Gian Carlo Pastorutti, è stato ascoltato dalla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo. L’audizione si riferiva alla petizione presentata nel 2007 da 15 comitati No Tav del Friuli Venezia Giulia, di cui Pastorutti è il primo firmatario. «Ho chiesto un’ispezione per verificare eventuali irregolarità procedurali e l’effettivo coinvolgimento del territorio nella stesura del progetto – spiega Pastorutti -. L’onorevole Erminia Mazzoni, presidente della Commissione, ha risposto che, essendo l’iter per il nuovo progetto appena iniziato, non ci sono le premesse per l’ispezione. Alle autorità locali verrà tuttavia inviata una nota per invitarle a una partecipazione democratica nelle decisioni che si andranno ad assumere». «Dal nostro canto – chiosa Pastorutti – continueremo a segnalare alla Commissione eventuali passaggi dell’iter procedurale che risulteranno poco chiari». Elena Placitelli

 

Dal Messaggero Veneto del 05/10/10

«Tav, l impatto sarà ridotto al minimo»

 

BAGNARIA ARSA. La Regione Friuli Venezia Giulia farà quanto di sua competenza per individuare soluzioni tecniche compatibili con le esigenze complessive del progetto e con gli interessi generali, per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e sulle attività produttive del tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità – alta capacità nel territorio comunale di Bagnaria Arsa. Lo ha assicurato oggi l’assessore regionale alla mobilità, Riccardo Riccardi, che nella sede comunale di Bagnaria Arsa ha incontrato il sindaco, Anselmo Bertossi, la giunta municipale e, in rappresentanza di rete ferroviaria Italiana, Osvaldo Mastroianni e Carlo Comin. Se in premessa nessuno ha messo in dubbio la valenza del progetto prioritario numero 6, nel corso dell’incontro il sindaco e gli assessori hanno rappresentato una serie di preoccupazioni, che Riccardi ha definito «ragionevoli e legittime», che si sono tradotte, in particolare, nella richiesta di realizzare su viadotto gran parte del tracciato nel territorio comunale. Un aspetto questo che, se non potrà essere contemplato nel progetto preliminare, pronto entro fine anno, verrà richiesto dallo stesso Comune, in vista del progetto definitivo. Preso atto con soddisfazione che, rispetto ad una iniziale ipotesi, la linea ad alta velocità non passerà nei centri abitati del comune, e accertato che, contrariamente a quanto auspicato, essa non potrà affiancare il vecchio tracciato della Trieste-Venezia, l’Amministrazione comunale di Bagnaria Arsa ha anche ricordato come l’intero comune sia stato interessato negli anni, e ancora lo sarà, alla realizzazione di diverse opere di rilievo nazionale ed internazionale. In questo senso appaiono ancora pesanti sotto il profilo dell’inquinamento acustico, oltre che ambientale, le ripercussioni legate alla presenza dello scalo ferroviario di Cervignano. Per questo motivo saranno valutate, assieme alla Regione, opere di mitigazione da inserire nel progetto definitivo dell’alta velocità e in questo senso sarò opportunamente sensibilizzato il ministero dell’Ambiente

NOTAV: presidio a Trieste

Rassegna stampa: Il Piccolo e il Messaggero Veneto del 13 ottobre

Una trentina di persone hanno partecipato quest’oggi (martedì 12 ottobre alle ore 13.30) al presidio in piazza Unità sotto il palazzo della Regione. L’occasione era la firma dell’intesa per il nuovo tracciato della Trieste-Divaccia fra Italia e Slovenia.

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NO TAV/ Rassegna stampa 13 ottobre

Il Piccolo 13 ottobre

MERCOLEDÌ, 13 OTTOBRE 2010 Pagina 10 – Regione

 

INTESA SULLA TRIESTE-DIVACCIA ALLA PRESENZA DI BRINKHORST.

 

 

OGGI IL VERTICE TRA TONDO E ZAIA

 

Italia e Slovenia firmano l’accordo sulla Tav

 

Via libera al tracciato ”alto”: Opicina stazione passante, 101 milioni per i progetti. Il nodo dei porti

 

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di ROBERTA GIANI

 

 

TRIESTE Trieste e Divaccia, almeno sulla carta, sono più vicine. E la Val Rosandra è ”salva”. Alle 15.57, con due ore di ritardo, la benedizione del coordinatore europeo Laurens Jan Brinkhorst e l’applauso liberatorio a favore di telecamere, Italia e Slovenia firmano in piazza Unità l’accordo quasi impossibile. Quello che, dopo anni di baruffe e ripensamenti, ”disegna” la tratta italo-slovena del corridoio ferroviario che deve unire, all’insegna di treni più veloci e capaci, l’Ovest e l’Est europeo. Lione al confine ucraino.

 

L’INTESA «Accordo storico» esultano i viceministri alle Infrastrutture Roberto Castelli e Igor Jakomin. È stata dura e il tracciato ”basso”, finito in un cestino, ne è la riprova. «Ma il passato è passato» sorride Brinkhorst. Il futuro, però, va ancora scritto: dove passerà esattamente il tracciato ”alto” che, schivando la Val Rosandra e le proteste, toccherà Aurisina, Opicina, Sesana e Divaccia? Che fine faranno i sei chilometri per ora fantasma che dovrebbero unire i porti di Trieste e Capodistria? Chi pagherà un’infrastruttura che dovrebbe costare un po’ meno di 2,4 miliardi? Ma, soprattutto, quando partiranno i primi treni?

 

LE INCOGNITE Domande, tante, in attesa di risposta. «Un passo alla volta. Quello di oggi è un punto di partenza essenziale e ci consente di evitare una nuova Val di Susa» afferma, nei panni di padrone di casa, l’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi. «Abbiamo siglato un accordo che definisce irreversibilmente un tracciato condiviso dagli enti locali e più economico di quello iniziale» dà man forte Castelli. E già che c’è, fresco com’è di ”Barcolana”, assicura: «Trieste è in cima ai pensieri del governo». Jakomin, al suo fianco, evidenzia lo spirito di collaborazione mentre Brinkhorst, fedele al suo ruolo, incita a far in fretta: chi primo arriva, più chance ha di ottenere i (pochi) fondi europei.

 

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IL TRACCIATO Ma adesso, firmato l’accordo, che succede? Mentre un gruppo di No-Tav manifesta sotto il Palazzo, definendo «distruttiva, inutile e costosa» un’opera «che non porterà nemmeno l’alta velocità», i tecnici delle ferrovie occupano la scena: devono definire il tracciato, gallerie annesse, e si mettono al lavoro già da ieri nella sede della Regione. «È presto per dire dove passeranno esattamente i binari. Vanno fatti gli approfondimenti e i rilievi» spiega Riccardi. Ribadendo i punti fermi: Opicina, e non Trieste, sarà la stazione passante e i treni raggiungeranno Divaccia «affiancando più o meno la linea esistente». Sempre da Opicina partirà il collegamento con il porto di Trieste: «Valorizzeremo al massimo la rete esistente e quindi useremo la linea di cintura». Pendenza massima: 12,5%. Era del 17% nel tracciato iniziale.

 

I COSTI L’accordo appena firmato blinda l’intera progettazione: il costo totale ammonta a 101,4 milioni di euro, di cui 50,7 a carico dell’Unione europea, 22 a carico dell’Italia e 28,7 della Slovenia. Castelli e Jakomin garantiscono sui fondi: i due paesi apriranno i portafogli. Subito dopo, rassicurano sui tempi: le scadenze imposte da Bruxelles saranno rispettate e, entro tre anni, le ”carte” saranno ultimate.

 

I CANTIERI E dopo? Per costruire la Trieste-Divaccia servono risorse ben più ingenti. «Ma siamo sotto i 2,4 miliardi di euro. Nulla di paragonabile ai 15 miliardi del Frejus» afferma Castelli. Dove trovarli, però? L’Europa può coprire sino al 30% del costo e, come ricorda Brinkhorst, nulla è scontato: «Dovete agganciare la programmazione 2013-2020 rispettando i tempi di progettazione esecutiva. E quindi dovete fare in fretta». I primi cantieri? Jakomin azzarda un pronostico: entro cinque anni. I primi treni? Castelli fa altrettanto: entro il 2020 «ma è solo un’ipotesi visto che si parla di un contesto difficilissimo come il Carso».

 

I DUE PORTI Il collegamento tra i porti di Trieste e Capodistria, di sicuro, rimane un ”mistero”: l’Italia lo vuole, la Slovenia no. Come finirà? «La priorità è chiaramente la tratta tra Trieste e Divaccia. Ma non deve ostacolare, anzi, la futura collaborazione tra Trieste e Capodistria» media Brinkhorst. Una grana ancora aperta, non certo l’unica. Oggi alle 10.30 il coordinatore europeo incontra Renzo Tondo e Luca Zaia, i governatori cui è appesa la tratta Venezia-Trieste, con la Regione Veneto che vuole la Tav ”lagunare”, mentre i sindaci protestano, e Castelli non si sbilancia. Come uscirne? «Vediamo…». Ottimista? «Sempre» sorride Mr Corridoio V.

 

 

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COLLEGAMENTI CON ROMA E MILANO, UDC IN PRESSING

Vertice sui treni soppressi

ROMA «L’Italia non può finire a Mestre». Angelo Compagnon, deputato friulano dell’Udc, si è fatto portavoce, con un’interrogazione al ministro dei Trasporti discussa ieri alla Camera, del grido di dolore di quanti scelgono di utilizzare il servizio ferroviario sulle tratte Trieste-Roma, Udine-Roma e Udine-Milano. Una vera odissea, dopo la decisione di Trenitalia, nel giugno scorso, di sopprimere gli Eurostar che effettuavano il servizio veloce con collegamenti diretti in poco più di cinque ore, e che costringe oggi i viaggiatori su rotaia a lunghe ed estenuanti attese per il cambio alla stazione di Mestre, o a rassegnarsi all’unico collegamento diretto, un Intercity con tempi di percorrenza pari ad otto ore e venti minuti. Senza contare l’eliminazione del treno notturno che arriva e parte non più dalla centrale stazione Termini di Roma ma dalla meno servita e periferica Roma Tiburtina. Tempo di arrivo dal via del capostazione, nove ore e trenta minuti. Un’offerta inadeguata e disdicevole, a giudizio di Compagnon, che ha ottenuto l’impegno a promuovere un incontro, la prossima settimana, con i vertici di Trenitalia per discutere la questione. Derivata, ha spiegato il sottosegretario Bartolomeo Giachino, dalle basse frequentazioni riscontrate sulla tratta Venezia- Trieste. «Da troppo tempo – ribatte Compagnon – a Mestre si bloccano tutti i collegamenti ferroviari diretti. Ma l’estremo Nord Est è un passaggio cruciale non solo per i rapporti commerciali, ma anche per quelli economici con i paesi dell’Est». (m.n.)

 

 

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Messaggero Veneto 13 ottobre

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Italia e Slovenia hanno firmato l’accordo sul tracciato dell’alta velocità fino a Divaccia e il cofinanziamento della progettazione  I presidenti di Fvg e Veneto si incontrano per decidere sul percorso della linea

Tav, ok al tracciato Trieste-Divaccia Venezia-Trieste, vertice Tondo-Zaia

 

L’INCONTRO

 

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TRIESTE. L’accordo con la Slovenia c’è, ora tocca al Veneto. Il percorso per la Tav a Nord Est procede, un passo alla volta. Oggi a Trieste arriva il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega) e la palla è nelle sue mani. Ad aspettarlo, in piazza Unità, non ci sarà soltanto il collega-presidente del Friuli Vg Renzo Tondo, ma anche mister Corridoio 5, l’olandese mandato da Bruxelles, Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore del progetto prioritario 6 della Commissione europea. È proprio lui ad attende una posizione chiara della Regione Veneto sul tracciato.L’accordo. Prima le buone notizie: ieri Italia e Slovenia hanno condiviso ufficialmente a Trieste, con la firma di un trattato di cooperazione, il tracciato della Tav tra Trieste e Divaccia (Slovenia) e il relativo cofinanziamento della progettazione, che verrà realizzata nei prossimi tre anni. A siglare l’accordo sono stati i viceministri Roberto Castelli e Igor Jakomin, che hanno definito «storica» la firma dell’accordo e sottolineato che il tracciato scelto è meno impattante dal punto di vista ambientale e meno costoso di quello ipotizzato in un primo momento. Nei prossimi anni la Commissione intergovernativa lavorerà sul progetto. La progettazione, per un costo complessivo di circa 100 milioni di euro, sarà sostenuta per 50,7 milioni da fondi europei e per la parte restante sarà divisa tra i due Governi, che ieri hanno confermato l’impegno finanziario. Il tracciato scelto, il costo del quale è stimato in 2,3 miliardi di euro – secondo quanto ha riferito Castelli – è la cosiddetta «variante alta» che non attraversa il territorio urbano di Trieste, ma da Ronchi dei Legionari (Gorizia) raggiunge le località di Aurisina e Opicina, sul Carso, e poi il confine di Stato, sfruttando in parte la rete ferroviaria esistente.
I comitati. Ai piedi del palazzo della Regione un piccolo gruppo di No Tav manifestava contro l’alta velocità, ma l’assessore regionale Riccardo Riccardi ha evidenziato che «con il nuovo tracciato siamo riusciti ad evitare una nuova Val Susa». La firma di ieri, ha aggiunto Riccardi, che è riuscito a portare a casa la sede esecutiva del Board della progettazione, che sarà a Trieste, «è un punto di partenza essenziale che ci consente di guardare al futuro con maggiori certezze».
L’Europa. Brinkhorst ha aggiunto che farà «tutto il possibile per arrivare all’accordo. Non sono italiano, non sono sloveno – ha detto alla vigilia dell’incontro -, lavoro solo per l’Europa e sarebbe bizzarro se Veneto e Friuli Venezia Giulia non trovassero l’accordo, avendo già raggiunto l’intesa con la Slovenia». Le regioni sono obbligate a premere l’acceleratore sull’alta velocità a Nord Est e consegnare la progettazione a Bruxelles entro l’anno – sui vari tracciati sono già al lavoro i tecnici di Italferr – per evitare di perdere i finanziamenti comunitari.
Venezia-Trieste. Fino a Portogruaro, la Regione Friuli Venezia Giulia ha parlato chiaro, la Tav correrà in parallelo all’autostrada a tre corsie. I dubbi si concentrano tra Portogruaro e Mestre. Ma la questione è ancora accesa: dopo le dichiarazioni al Senato di Castelli, che, citando una delibera dell’allora giunta regionale di Giancarlo Galan, aveva indicato la variante Sud attraverso Caposile, dalle amministrazioni locali e dal Pd è arrivata la netta contrarietà a tale soluzione. Ieri è stato poi lo stesso Castelli a spiegare che «la scelta spetta alle amministrazioni locali», e dunque alla Regione di Zaia. «Magari – ha proseguito Castelli – perdiamo tre o sei mesi per discutere, ma poi guadagniamo cinque anni per non dover rifare tutto come prima».
Le regioni sono obbligate a premere l’acceleratore e consegnare la progettazione a Bruxelles entro l’anno – sui tracciati sono già al lavoro i tecnici di Italferr – per evitare di perdere i finanziamenti comunitari.
Beniamino Pagliaro

 

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La beffa sulla prima pagina del Piccolo

 

Sulla prima pagina del Piccolo del 13 ottobre, sotto l’articolo riguardante la firma dell’accordo Italia-Slovenia compare quello tutt’altro che esaltante sul porto di Trieste.

Infatti negli speakeraggi sotto il palazzo della Regione avevamo proprio evidenziato come Capodistria avesse fregato anche le banane al Porto di Trieste.

Perchè è rilevante questo fatto?

Perchè, come ha affermato lo stesso responsabile del progetto della tratta Venezia-Trieste, Carlo Comin di RFI:

 

«Prima criticità non è la linea ferroviaria,


prima criticità è il porto di Trieste»

 

Esporremo nei dettagli le dichiarazioni di Comin, filmate suo malgrado, il 9 giugno, in Consiglio Comunale a Duino-Aurisina, nell’Assemblea del 15 ottobre nel confronto a Porpetto con Riccardi e la Serracchiani

 

Il Piccolo 13 ottobre 2010

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NOTAV: rassegna stampa del 20 ottobre

Piccolo del 20 ottobre

«Tav in Veneto tutto da decidere»

 

VENEZIA «Non è stato ancora stabilito nessun tracciato, specie per quanto riguarda il Veneto, altrimenti lo avremmo proposto alla condivisione dei sindaci». Lo ha precisato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, al termine della seduta di ieri della giunta regionale riferendosi alla Tav tra Venezia e Trieste. «Al vertice di una settimana fa a Trieste con il presidente Renzo Tondo e il coordinatore europeo del progetto 6 – ha precisato Zaia – non si era parlato di tracciati specifici. Io avevo semplicemente osservato che, considerati i 32 milioni di turisti presenti sulle spiagge della nostra costa, la Tav avrebbe dovuto privilegiare un percorso in grado di essere più vicino al mare». Saranno le società Rfi e Italfer a perfezionare lo studio progettuale. E lo faranno – come ha annunciato Zaia – entro il 16 dicembre, quando a Trieste sarà convocato un secondo vertice con il coordinatore europeo Ian Brinkhorst. Da ricordare che la scorsa settimana è stato siglato l’accordo sul tracciato transfrontaliero fra Trieste e Divaccia, in Slovenia.

 

Messaggero Veneto del 20/10/10

No Tav pronti a tornare a Bruxelles

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PORPETTO. I comitati No Tav del Friuli Venezia Giulia, dopo l’incontro di Porpetto, passano al contrattacco, affermando che in quell’occasione «Riccardi ha capito la rovinosa sconfitta!» Nel ricordare che l’incontro è stato organizzato dai comitati No Tav e non solo “da persone contrarie”, attaccano anche le televisioni locali, ree a loro dire, di «voler mettere la sordina a tutte le iniziative No Tav»! In un comunicato, il portavoce, Paolo De Toni, rilancia chiedendosi cosa «faranno adesso? Come potranno far finta di dimostrare all’Europa che, già tramite il Commissario Brinkhorst fino ad ora ha lasciato passare tutte le cose propinate in loco, che esiste un tracciato completo possibile, della tratta Venezia-Trieste? Vorrei ricordare che l’accordo siglato tra Zaia e Tondo, cioè quello sulla tratta bassa in Veneto (per incentivare il turismo nella località balneari venete), è stato letteralmente demolito dalla Commissione per la salvaguardia di Venezia. Noi vigileremo e segnaleremo alla Commissione Petizioni del Parlamento europeo se gli iter procedurali del nuovo progetto Av/Ac, presenteranno passaggi poco chiari, come la Commissione Petizioni di Bruxelles ci ha invitato a fare durante la discussione della petizione presentata dai comitati No Tav del Friuli Venezia Giulia sulla tratta Trieste –Divaccia, con la quale abbiamo aperto una corsia preferenziale e sulla quale faremo affidamento. Ricordiamo che in quell’occasione, al relatore firmatario della petizione, Gian Carlo Pastorutti, la presidente della Commissione, l’onorevole Mazzoni, ha risposto che essendo l’iter per il nuovo progetto appena iniziato, non ci sono le premesse per l’ispezione da noi richiesta e comunque che provvederà ad inviare una nota per invitare le autorità locali a promuovere una partecipazione democratica nelle decisioni che si andranno ad assumere. Ha inoltre ribadito- conclude De Toni- che il sottoscrittore della petizione potrà ripresentarla se ci saranno elementi concreti di valutazione». Ricordiamo che il percorso nel Veneto e del Fvg, seppur il termine ultimo per la presentazione del progetto sia il 31- 12- 2010, non è ancora stato presentato. (f.a.)

 

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