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Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Da Il Piccolo
17/01/11
No-Tav, Del Bello striglia il suo Pd
Il suo obiettivo dichiarato è «liberarsi una volta per tutte del progetto dell’Alta velocità ferroviaria sul Carso demolendolo sotto il profilo scientifico, tecnico e politico». Va giù duro l’assessore provinciale e comunale del Pd Fabio Del Bello, senza guardare in faccia nessuno. Nè il centrodestra, che spinge per il progetto, nè il centrosinistra, e la sua «subcultura gregaria rispetto alle posizioni della destra».
Fabio Del Bello sposa in pieno quanto sostengono le associazioni ambientaliste quando affermano che lo stratagemma adottato da Rfi per sminuire l’impatto e depotenziare le opposizioni al progetto Tav tra Venezia e Trieste è quello di suddividere il progetto preliminare prima in tre tronconi (Venezia- Portogruaro, Portogruaro-Ronchi, Ronchi-Trieste) e poi in ulteriori pezzettini locali (come quelli che sono stati consegnati alle amministrazioni comunali di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Doberdò del Lago, l’ultima stesura con minori impatti nella zona monfalconese di San Polo).
«Lo scopo di questa tecnica di avvicinamento alla realizzazione dell’opera da parte della maggioranza in Regione – dice Del Bello – è di concentrare l’attenzione degli enti locali sul pezzettino di linea che li riguarda facendo così mancare una visione di insieme, l’unica che può prestarsi a una autentica valutazione politica di ampio respiro».
«Questo progetto preliminare – sostiene Del Bello – è conosciuto da alcuni anni ed è approdato in molte qualificate aule consiliari fatta eccezione, almeno finora, per l’Isontino. Ora, a seguito della presentazione del progetto agli iscritti nella sede di Monfalcone del Partito democratico – continua l’assessore provinciale e comunale del Pd – il Presidente della Provincia Enrico Gherghetta ha annunciato un’assemblea del Patto per lo sviluppo allargata sul tema, il prossimo 28 gennaio, e quindi una seduta ad hoc del Consiglio provinciale. Questa proposta, assieme alla decisa presa di posizione del Sindaco di Doberdò del Lago Paolo Vizintin, dovrebbe finalmente rilanciare il protagonismo politico-istituzionale degli enti locali isontini cui teoricamente, in virtù della antidemocratica legge-obiettivo, spetterebbe solo il compito di segnalare le cosiddette ”interferenze” al progetto.
«La seduta del Consiglio provinciale di Gorizia dovrà invece – continua Del Bello – costituire l’occasione per l’innesco di un grande movimento democratico-ambientale all’interno del quale si dovrà arrivare ad una sfida campale al centrodestra regionale e nazionale (in un momento in cui l’eclissi del berlusconismo è ormai alle porte) e anche a un serrato confronto interno al centrosinistra una parte del quale è succube di una sottocultura gregaria rispetto al pensiero unico dominante della destra.
17/01/11
Petenel (Comunisti Uniti): «Assemblee e volantini contro l Alta velocità»
CERVIGNANO Dopo i Comitati anche il gruppo Comunisti Uniti di Cervignano scende in campo contro la Tav. «É una farsa -insorge il consigliere di maggioranza Loris Petenel -. Il progetto preliminare dell’opera è stato consegnato ai Comuni interessati il 30 dicembre: ogni cittadino ha solo 60 giorni per studiare 500 schede. Materialmente non c’è il tempo per consultare i dati in profondità, come dovrebbe essere fatto, visto che si tratta di un’opera devastante per il territorio. Inoltre, con la legge Obiettivo di cui volutamente si avvale la Regione, le amministrazioni hanno solo parere consultivo e non vincolante e dalla Regione non verrà indetta alcuna assemblea con i cittadini. Per questo il nostro primo obiettivo è quello di informare quanto più possibile la popolazione, attraverso azioni di volantinaggio e comunicazioni che verranno pubblicate sul nostro sito “casacomunecervignano.blogspot.com”. Per come stanno le cose – continua il consigliere – questo è anche l’unico strumento che abbiamo a disposizione, augurandoci di invertire il processo instaurato, che è lesivo dei diritti democratici».
La presa di posizione da parte dei Comunisti Uniti di Cervignano si associa così alla battaglia dei Comitati No Tav, che hanno già indetto una serie di assemblee nel territorio. I prossimi appuntamenti sono martedì al bar “Al Milione” di Corgnolo alle 20.30 e venerdì nella vecchia scuola elementare di Castions delle Mura alla stessa ora. «Continueremo a dialogare, quando necessario, con i Comitati – riprende Petenel – anche se a noi spetta di lavorare soprattutto sul piano delle istituzioni. Riccardi si è autocongratulato di essere riuscito a non sforare la data di fine anno per la consegna del preliminare. Eppure, dietro a tutti questi festeggiamenti, c’era già pronta una calza piena di carbone per i residenti della Bassa. L’assessore ha anche dichiarato che impiegherà altri 30 giorni per consultare le amministrazioni investite dall’opera, ma senza assemblee pubbliche, perché evidentemente ritiene doveroso mantenere le distanze fra loro e la Regione. É pur vero che è stata abbozzata l’idea di realizzare un sito internet per raccogliere tutta la documentazione, ma esso non sarà mica pronto solo dopo che i termini saranno scaduti? Si tratta di una colossale presa in giro». (el. pl.)
16/01/11
«Partita aperta, i cittadini possono dire no alla Tav»
Dicono no, senza ”se” e senza ”ma” alla Tav. E della linea ferroviaria veloce contestano ogni singolo atto, ogni minimo progetto. Al punto da definire senza mezzi termini «una bufala» la recente uscita del sindaco Dipiazza relativa a una netta riduzione dei chilometri previsti ”in galleria”. «Lo ha detto il sindaco, lo so – ha osservato ieri mattina Paolo Behrens a nome del comitato – parlando di 20 chilometri invece di 30, ma lui come altri si sono evidentemente dimenticati che nello studio reso noto ci si è dimenticati del collegamento tra Trieste e Divaccia, e dunque, guarda caso, proprio dei 10 chilometri mancanti!».
Behrens ha quindi parlato di un progetto fatto «a fette di salame» e cioè praticamente a compartimenti stagni senza il necessario coordinamento tra gli interessati, intrattenendosi sulla riottosità dell’assessore regionale Riccardi a consultare i cittadini interessati dal tracciato, «visto che per certi tratti si è parlato senza mezzi termini di espropri di case».
«Vogliono fare una valutazione di impatto ambientale – è stato ancora aggiunto – solo sui primi 22 km del tracciato e sentire esclusivamente il parere dei Comuni, ma non si possono tagliar fuori i cittadini in questo modo». L’alternativa, ha rilevato Behrens, esiste ed è percorribile da qualsiasi cittadino. Basta chiedere copia informativa degli atti della Tav alla Direzione centrale ambiente, energia e politiche per la montagna – servizio valutazione impatto ambientale in via Giulia 75 e poi, possibilmente, far sentire la propria voce. «Ci rendiamo conto – ha ammesso Behrens – che il parere espresso dal cittadini ha solo valore consultivo e non ostativo, ma se si inizia a muoversi per tempo e le cifre degli interpellati salgono la battaglia non è ancora persa. Una cosa è esprimere la propria protesta in due o tre, altra cosa è farlo in duecento e passa».
Le osservazioni dovranno essere presentate entro il prossimo 20 febbraio (60 giorni dopo la pubblicazione, avvenuta lo scorso 22 dicembre) per la tratta Ronchi-Trieste e entro il 27 per la tratta Portogruaro-Ronchi. In questo lasso di tempo il Comitato No Tav Trieste e Carso farà partire una serie di incontri nei rioni cittadini più coinvolti dal tracciato, mandando avanti nel contempo un discorso sinergico e di collaborazione con altre realtà come Wwf e Legambiente, già mobilitate attorno all’iniziativa.(f.b.)
15/01/11
Vizintin apripista, si allarga il fronte no-Tav
di CIRO VITIELLO
DOBERDÒ Protestano anche degli ambientalisti a Doberdò, dopo l’allarme “Tav” lanciato ieri dal sindaco Paolo Vizintin che ha visionato l’ultima proposta di Rfi, la Rete ferroviaria italiana. Critici con alcune scelte operate in passato dall’amministrazione comunale sull’ampliamento della cava Devetachi, questa volta gli ambientalisti si schierano a fianco del sindaco e lo sostengono in questa durissima battaglia.
«Contrasteremo con tutti i mezzi e a tutti i livelli – afferma il presidente dell’associazione Ambiente 2000 Alberto Ballarini – la costruzione di questa tratta ferroviaria, con questo progetto il nostro territorio è destinato a morire. C’è un parco regalato dalla natura e ora lo vogliono distruggere. Inoltre con questa linea ad alta velocità rovineranno le falde acquifere e i percorsi dei fiumi sotterranei della zona, oltre a provocare danni ingenti all’abitato di Sablici dove diverse case verrebbero demolite e a compromettere la peculiarità dei laghi di Doberdò e Pietrarossa che fra l’altro fanno parte di una Riserva regionale. Sarebbe un disastro ambientale di notevole portata – spiega ancora Ballarini – e per questo ci uniamo alle preoccupazioni del sindaco Vizintin che avrà sicuramente il nostro appoggio incondizionato».
L’ipotesi del nuovo tracciato, infatti, secondo Vizintin comporterebbe una devastazione irrimediabile della collinetta carsica, orgoglio del paese e di una bellezza unica, gravissimi danni all’ambiente, mentre la linea ferroviaria attraverserebbe con enormi viadotti e gallerie pure la Riserva regionale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa. Questo per ora è previsto nel progetto preliminare ferroviario della tratta Ronchi-Trieste, sempre nell’ambito della nuova linea Alta velocità/Alta capacità (Av/Ac) da Venezia a Trieste.
Secondo il presidente di Ambiente 2000, Ballarini, questo “spezzatino” delle tratte ferroviarie che progettano continuamente senza preoccuparsi delle problematiche delle popolazioni delle zone di attraversamento della rete ferroviaria, andrebbero a intaccare anche il recupero della “landa carsica” che era stata decisa a parziale difesa dell’ambiente, dopo l’approvazione dell’ampliamento della cava Devetachi. Proprio in questa zona, infatti, dovrebbe essere realizzata con la Tav anche la cosiddetta “stazione di trasformazione” della linea ferroviaria. «Nei prossimi giorni – afferma Ballarini – lanceremo una mobilitazione generale, contatteremo il Wwf isontino e Legambiente per decidere il da farsi prima che sia troppo tardi e che ci distruggano il territorio che è di tutta la comunità».
Il sindaco Vizintin, anche da parte sua ha promesso il massimo impegno di tutta l’amministrazione per opporsi a questa ennesima opera faraonica, che graverebbe ancora una volta solo sui contribuenti italiani e hanno come unico effetto finale quello di deturpare l’ambiente e i costi sociali. Il territorio carsico, afferma ancora Vizintin, sta già pagando un caro prezzo perché è stato compromesso dalla presenza dall’elettrodotto, metanodotto e dal passaggio dell’autostrada.
Dal Messaggero Veneto
16/01/11
Comitato anti Tav: il tracciato isolerà le nostre comunità
BAGNARIA ARSA. Sala parrocchiale gremita. Molti gli esterni, pochi invece i volti giovani, quelli più direttamente interessati dal passaggio, prospettato tra una ventina di anni, della Tav sul territorio comunale di Bagnaria. Al tavolo dei relatori, Giacarlo Pastorutti, sempre in prima linea, introduce e presenta il progetto preliminare del tracciato Tav-Tac che dal Veneto penetra nella Bassa friulana e punta su Trieste.
Primo atto d’accusa di Pastorutti verso l’amministrazione comunale che – a dire del Comitato no Tav – doveva farsi promotrice della iniziativa di presentazione alla popolazione del ventilato progetto ferroviario.
Secondo pollice verso all’indirizzo di Riccardo Riccardi, assessore regionale alle Infrastrutture, il quale preferisce contattare e dialogare solo con le amministrazioni che oramai hanno dato via libera alle scelte di Rfi. Rete ferroviaria italiana ha individuato e consolidarto, pur con molte pecche, il tracciato Portogruaro, Ronchi, Trieste.
E da Pastorutti viene un appello alle “forze” che si riconoscono nel no. Tutti in piazza, democraticamente, – sollecita uno dei leader anti Tav – il giorno 22 gennaio quando l’assessore Riccardi incontrerà i Comuni interessati per discutere del progetto ricevuto dalle amministrazioni interessate alla fine dello scorso mese di dicembre. «Noi non ci tireremo indietro e se il comune di Bagnaria Arsa e gli altri Enti preferiscono tacere, da parte nostra, comitato anti Tav, stiamo predisponendo una serie di controdeduzioni al progetto di Rfi».
L’illustrazione dettagliata del progetto preliminare ha suscitato non poche perplesità tra i presenti e in particolare da chi già è costretto a subire le conseguenze legate ai vincoli imposti dalle legge Obiettivo.
Pastorutti ha presentato i tracciati che interessano il comune di Bagnaria. In particolare i collegamenti tra Palmanova e lo scalo ferroviario di Cervignano, la bretella di raccordo tra la linea Palmanova-San Giorgio con deviazione verso lo scalo. «Un tracciato inutile – è stato rimarcato – che taglia la campagna tra il capoluogo e Campolonghetto e isola ancora di più le nostre comunità». Sottolineato il fatto che la bretella non permette agli agricoltori di passare al di qua e al di là della “barriera”. Pastorutti infine ha dato appuntamento a tutti per le 20.30 di venerdì 21 a Castions delle Mura, la frazione di Bagnaria coinvolta dal passaggio della Tav. Il confronto con la popolazione permetterà al Comitato no Tav – ha detto l’animatore della serata – di tastare il polso sulla sensibilità degli abitanti allo «spinoso problema».
Sandro Sandra
15/01/11
Tav, il comitato Friuli Rurale fa ricorso
TRIESTE. Il Comitato per la Vita del Friuli Rurali chiede l’annullamento, per falso ideologico, della procedura avviata per l’ottenimento della Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto della Tav tra «Portogruaro e Ronchi dei Legionari. Con una specifica diffida inviata ai Ministeri dell’Ambiente, dei Beni e Attività Culturali e delle Infrastrutture e dei Trasporti, il comitato chiede «si facciano carico della denuncia, pena il loro coinvolgimento per complicità nella incresciosa vicenda».
«Siamo alle solite – scrive nella denuncia il presidente del comitato, Aldevis Tibaldi –, ovvero di fronte a quel misto di superficialità ed arroganza che da sempre accompagna il varo delle cosiddette “grandi opere”, in un clima connotato da un cronico bisogno di far presto per non perdere i finanziamenti pubblici. È proprio il casio di dire che la “Gatta frettolosa fa i figli ciechi”, nè si poteva pretendere di meglio da una società ferroviaria che ha già dato prova di un servizio regionale fallimentario e da una sequela di progetti fallimentari, condannati da fragorose bocciature. Ha ben ragione l’assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Riccardi a rialacciare i rapporti con i sindaci dei territori attraversati da quel tracciato.
Proprio giovedì, Riccardi aveva annunciato la creazione di un gruppo di lavoro specifico per garantire la massima condivisione possibile da parte degli enti locali, fissando per sabato 22 l’avvio delle consultazioni necessarie alla valutazione del progetto preliminare delle tratte ferroviarie Ac/Av «Portogruaro – Ronchi Sud – Trieste» del corridoio plurimodale Quinto. Un’occasione per presentare ai Comuni interessati le scelte di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) ed illustrare loro l’iter procedimentale per l’approvazione del progetto predisposto alla fine del dicembre scorso.
«Abbiamo scelto, come sempre su questi argomenti – ha detto Riccardi -, la strada della maggiore partecipazione possibile per contemperare, con adeguatezza, tutti gli interessi pubblici e dei cittadini nella fase di progettazione di opere di grande rilevanza. Non sfuggono l’importanza e l’impatto di queste tratte del Corridoio Quinto, per cui la Giunta ha assicurato la sinergia dell’impegno di tutte le direzioni coinvolte in merito a questa progettazione e contemporaneamente – ha precisato – un’adeguata assistenza agli enti locali, che pure dovranno esprimersi per competenza territoriale».
Per le attività relative al pronunciamento della Regione, sarà costituito un gruppo di lavoro composto dalle Direzioni centrali competenti, che potrà valutare adeguatamente la proposta assicurando, in sede di intesa sulla localizzazione del tracciato, un parere approfondito e coordinato dei molteplici interessi pubblici in gioco. Alla struttura tecnica sarà affidato anche il compito di offrire l’assistenza necessaria agli enti locali interessati per le determinazioni di loro competenza. (al.c.)
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
E sabato tutti in piazza unità a Trieste per il presidio NOTAV
Dal Messaggero Veneto
19/01/11
Tav, spunta un viadotto di 650 metri
PALMANOVA. Sulla strada regionale 252 sorgerà un “cavalca-ferrovia”. Un tracciato lungo circa 650 metri, che comprende un ponte di 300. Un opera a grande impatto ambientale, dunque. Nuove preoccupazioni si affacciano sulla questione dei tracciati relativi delle opere di viabilità accessorie alla Tav: il Comitato di Tutela ambientale di Palmanova, tramite il portavoce Luigino Battistello, fa infatti sapere che, grazie all’opera di divulgazione delle informazioni attuata dal Comitato “No Tav” di Bagnaria Arsa, è riuscito a prendere visione dei contenuti del nuovo progetto preliminare della Tav nella Bassa Friulana.
«Per il nostro territorio – spiega il portavoce del Comitato locale – ci sono di nuovo cattive notizie: gli impatti prospettati da questo progetto sono veramente pesanti per il settore sud-ovest del nostro martoriato comune. È ricomparso un “cavalca-ferrovia” sulla strada regionale 252, la cosiddetta “Napoleonica”, il quale non è in asse con la statale stessa, ma crea una “variante” a forma di trapezio sul lato sud».
Per il Comitato questa soluzione progettuale è quasi incomprensibile. Prosegue infatti Battistello: «Questo cavalcavia, che oltrepassa la ferrovia, ottiene il risultato di creare curve sulla strada, consumare territorio, svalutare case e terreni presenti nella zona, peggiorare la qualità della vita agli abitanti del posto».
Il portavoce fa anche notare che sono molte le abitazioni, alcune anche di un certo pregio, presenti nelle adiacenze della ferrovia esistente, che rientrano nella fascia di vincolo urbanistico. Sono pertanto parecchi i cittadini interessati a capire ciò che questo comporta.
Il Comitato di Tutela ambientale di Palmanova invita i cittadini a prendere visione degli elaborati progettuali «che – aggiunge Battistello – speriamo possano essere disponibili in Municipio. Va infatti ricordato che ogni cittadino può presentare osservazioni, che serviranno da riferimento per gli indispensabili interventi dell’Amministrazione comunale, nei confronti dell’assessore regionale alle infrastrutture. La nostra speranza è quella di contribuire, anche come Comitato, alla correzione delle situazioni di sfregio ambientale».
Monica Del Mondo
19/01/11
Ma Cressati annuncia: si troverà una soluzione
PALMANOVA Il sindaco di Palmanova, Federico Cressati, si dice sereno circa la possibilità di trovare la soluzione progettuale migliore che consenta di risolvere le problematiche tecniche senza un eccessivo impatto ambientale. «Sabato 22 gennaio – affrema Cressati – sono stato convocato in Regione, assieme ad altri sindaci, proprio per parlare di Tav. L’assessore Riccardo Riccardi ha garantito più volte che quanto previsto dal protocollo firmato dai sindaci sarà quanto poi verrà progettato. Pertanto, per quanto riguarda il tracciato Tav, sono convinto che le scelte fatte a quel tempo (le meno impattanti possibile) saranno rispettate. Per quanto poi riguarda le opere di viabilità che saranno eseguite come conseguenza della realizzazione della linea ferroviaria, esse saranno oggetto di un’analisi accurata».
Cresatti non ha dubbi circa il fatto che, a prima vista, questo viadotto in corrispondenza della 252 sia «esagerato rispetto al volume di traffico e probabilmente molto impattante».
«Sono però opere – aggiunge – che possono essere riviste. Se ce ne sarà l’occasione e la possibilità, già all’incontro indetto per sabato, ne parlerò in Regione per rivedere quest’ipotesi progettuale. Altrimenti presenteremo nelle sedi competenti le nostre osservazioni scritte sulla questione».
Il sindaco ricorda che l’amministrazione comunale di Palmanova ha dimostrato di sostenere su questo territorio l’ammodernamento della viabilità ferroviaria e non solo, con le ovvie conseguenze. «Crediamo – conclude – che possano essere trovate soluzioni che concilino ammodernamento e sviluppo con la maggiore tutela possibile dell’ambiente. Sono quindi sereno circa il fatto che si possa trovare una soluzione alle problematiche sollevate dal Comitato». (m.d.m.)
18/01/11
Del Bello (Pd): demolire sotto ogni profilo il piano di alta velocità ferroviaria sul Carso
Monfalcone MONFALCONE. «Hanno ragioni da vendere le associazioni ambientalistiche quando affermano che lo stratagemma adottato da Rete ferroviaria italiana (Rfi) per cercare di sminuire l’impatto e depotenziare le opposizioni al progetto della Tav fra Venezia e Trieste è quello di suddividere il progetto preliminare prima in tre tronconi (Venezia-Portogruaro, Portogruaro-Ronchi, Ronchi-Trieste) e poi in ulteriori pezzettini locali, come quelli che sono stati consegnati ai Comuni di Monfalcone, Ronchi e Doberdò in una prima versione già nella primavera scorsa e poi in una seconda in parte riveduta con minori impatti nella zona di San Polo, lo scorso 21 dicembre. Lo scopo (puerile) è di concentrare l’attenzione degli enti locali sul pezzetto di linea che li riguarda, facendo così mancare una visione d’insieme, la quale è l’unica che possa prestarsi a un’autentica valutazione politica di ampio respiro».
È chiara la posizione del consigliere comunale e provinciale del Pd, Fabio Del Bello, sul progetto di alta velocità/alta capacità che è tornato di recente alla ribalta dopo essere stato presentato agli amministratori dei Comuni interessati: l’obiettivo per Del Bello dev’essere la cancellazione definitiva del progetto. Il consigliere ricorda che il progetto preliminare è noto da alcuni anni ed è approdato in molte qualificate aule consiliari fatta eccezione, almeno finora, per l’Isontino. Sinteticamente ricorda che negli anni 2009-2010 frequenti sono state le assemblee pubbliche nei comuni della Bassa friulana, «che perdurano tuttora con molta determinazione», dice, che esemplare è stata la condotta del Comune di San Dorligo che negli anni 2009 e 2010 ha condotto una battaglia risultata poi vincente per salvare la Val Rosandra dal percorso ferroviario in galleria e che nel giugno e nel settembre dello scorso anno i consigli comunali di Duino-Aurisina e Sgonico hanno esaminato con i tecnici di Rfi lo schema funzionale-configurazione finale dell’alta velocità/alta capacità Venezia-Trieste.
«Nel novembre 2010 la Commissione per la salvaguardia di Venezia (Regione Veneto, Provincia, Comune, Sovrintendenza, Genio civile, Magistrato delle acque e rappresentanti di ministeri e altre istituzioni) ha sonoramente bocciato il tracciato costiero lungo la gronda lagunare, definita «fascia di altissima fragilità e vulnerabilità e paesaggistica». Il Carso ipogeo, nelle sue peculiarità uniche – chiede il consigliere –, non è forse altrettanto meritevole di tutela da parte di isontini e triestini?». Evidenzia ancora che nello scorso biennio, nell’Isontino, l’iniziativa più rilevante era stata la presentazione del progetto in una pubblica assemblea a cura del Pd di Ronchi, a Selz, nel luglio 2010. In seguito alla presentazione del progetto agli iscritti nella sede del Pd di Monfalcone, il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, ha annunciato per il 28 gennaio un’assemblea del Patto per lo sviluppo allargata sul tema e una seduta ad hoc del consiglio provinciale.
«Questa proposta, assieme alla decisa presa di posizione del sindaco di Doberdò, Paolo Vizintin, dovrebbe finalmente rilanciare il protagonismo politico-istituzionale degli enti locali isontini cui teoricamente, in virtù della antidemocratica Legge obiettivo, spetterebbe soltanto il compito di segnalare le cosiddette “interferenze” nel progetto. La seduta del consiglio provinciale dovrà invece costituire l’occasione per l’innesco di un grande movimento democratico-ambientale. L’obiettivo concreto – conclude – è liberarsi una volta per tutte del progetto dell’Alta velocità ferroviaria sul Carso demolendolo sotto ogni tipo di profilo».
Cristina Visintini
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Da Il Piccolo
Alta velocità, l elenco delle 66 case sensibili Ad Aurisina binari a 30 metri dagli edifici
di TIZIANA CARPINELLI
DUINO AURISINA La lunga striscia di terreni che saranno inghiottiti dall’Alta velocità si staglia vicino, anzi vicinissimo, alle abitazioni private. Case e piccoli condomini, rustici e villette, ma anche centri di cura come la Pineta del Carso, per un totale di 66 immobili, concentrati tutti nella frazione di Aurisina stazione.
Da ieri le schede di questi edifici “sensibili”, con le foto delle relative facciate, l’indirizzo preciso, lo stato di conservazione degli infissi e, soprattutto, le distanze che fisicamente li separano dalla futura infrastruttura di Rfi, sono pubblicamente visionabili: basta cliccare il sito web del Wwf del Friuli Venezia Giulia e procedere con la lettura della sezione documenti sulla home page. Spulciando nell’elenco, tratto dallo Studio di impatto ambientale, si scopre che la Tav sfreccerà a un tiro di schioppo da diverse residenze: emblematici i casi delle abitazioni ai civici 61, 46 e 58, situate a 30-60 metri dalla linea del tracciato. Per non parlare del ricovero della Pineta del Carso, che pur trovandosi a una distanza maggiore (tra 235 e 355 mt) vedrà sfrecciare i treni a 240-250 chilometri orari dai letti dei degenti.
Complessivamente i “ricettori sensibili” – così sono state definite le unità abitative poste a una distanza ravvicinata alla futura linea ad alta capacità e alta velocità Venezia-Trieste – concernono un migliaio di edifici tra San Canzian d’Isonzo e Duino Aurisina. Ma se il sindaco Giorgio Ret esclude che vi possano essere problematiche rilevanti, dato che «proprio lì, ad Aurisina, sarà realizzata una stazione e dunque i treni non arriveranno a velocità sostenuta poiché si dovranno fermare», diversamente può dirsi per gli ”effetti collaterali” associati ai cantieri e in particolare per lo stoccaggio dei materiali di scavo. «Ci è stato comunicato che dovranno transitare 400 camion al giorno – spiega il primo cittadino – ma Duino Aurisina non ha arterie in grado di sopportare una tale mole di traffico pesante e dunque la prima cosa che chiederemo sarà la movimentazione delle pietre via rotaia». Pena la paralisi della circolazione, pericolo tanto più tangibile d’estate, quando i flussi vanno regolarmente in tilt. «A preoccupare di più, però, è l’incognita sul prosieguo del tracciato da Aurisina a Divaccia», conclude Ret. Più critico Maurizio Rozza (Verdi): «Vogliamo garanzie precise relativamente ai rischi ventilati ancora nel 2003 dal geologo Franco Cucchi, ovvero la possibile contaminazione delle falde con i lubrificanti delle trivelle e l’eventuale occlusione dei corsi d’acqua secondari del Timavo, la cui portata sotterranea non è nota in tutti i suoi punti». Per quanto riguarda invece le abitazioni ”sensibili” Rozza osserva che «dovranno essere assicurate barriere e isolamenti tali da ridurre il più possibile l’impatto dell’infrastruttura sulla vita dei residenti».
Riccardi: «Coadiuveremo gli enti nell analisi del progetto Tav»
DUINO AURISINA «Sabato, dopo aver affrontato i termini progettuali e procedimentali, definiremo insieme con i Comuni e le Province i percorsi più utili a garantire la massima conoscenza del progetto e le più efficaci e costruttive forme di partecipazione al fine di consentire a tutti la presentazione delle osservazioni agli elaborati ricevuti dalla Regione».
Lo afferma l’assessore regionale alla Viabilità Riccardo Riccardi che dopodomani alle 11 ha convocato al Palazzo della Regione una riunione con i Comuni investiti della progettazione preliminare delle due tratte Portogruaro-Ronchi e Ronchi-Trieste della linea ferroviaria ad Alta capacità e Alta velocità. «L’incontro – così Riccardi – rappresenta il primo tavolo di lavoro tra le amministrazioni municipali e la Regione, che intende coadiuvare le realtà del territorio nella fase di analisi della documentazione tecnica. Come Regione, ci mettiamo dunque a disposizione delle istituzioni locali, confermando sin d’ora l’intenzione di promuovere altre riunioni con gli enti, accorpati per aree territoriali». Interverranno Dario Danese, direttore regionale per le Infrastrutture e mobilità, che chiarirà gli aspetti procedurali e i responsabili di Rfi, per illustrare i progetti preliminari.
Intanto domani la Seconda commissione consiliare permanente di Duino Aurisina presenterà, dopo l’analisi del progetto, le sue osservazioni. Che verteranno principalmente sulla salvaguardia del territorio e sul coinvolgimento del Comune. «Altre osservazioni – aggiunge il presidente della commissione Fabio Eramo – concerneranno elementi correttivi, come lo spostamento di un campo logistico». Il documento sarà unitario, dunque condiviso con l’opposizione. (t.c.)
Lettera di Paviotti: a Regione e Provincia: «Stop alle procedure»
“Sospendete la procedura della Tav». É l’appello contenuto nella lettera inviata ieri dal sindaco di Cervignano, Pietro Paviotti, a Italferr, Regione e Provincia. «Resto favorevole al tracciato – puntualizza – ma il protocollo Sonego non è stato rispettato. Dovevano inviare il preliminare prima che iniziassero i termini, per studiarlo insieme ai tecnici comunali. Invece è stato depositato il 29 dicembre, e ora abbiamo 60 giorni di tempo solo per individuare eventuali interferenze, come ad esempio il passaggio di una linea del gas. A quel punto il Cipe ha 30 giorni per approvare il progetto. Si chiede dunque la sospensione della procedura – riprende Paviotti -, considerando che non si tiene in conto degli impegni assunti in precedenza, che non si è proseguito nel lavoro di progettazione condivisa e che l’elaborato inviatoci è frutto del lavoro svolo in solitudine da Italfer». Anche perché, sempre secondo il primo cittadino, nel preliminare non ci sarebbe neanche l’ombra delle mitigazioni ambientali stabilite nel 2008: «Dalla lettura del progetto – recita la lettera – che è complesso, non si è trovata risposta adeguata a nessuna delle opere di mitigazione descritte nell’allegato “C” del protocollo di intesa. Nulla si chiede sui tracciati, le scelte progettuali, le mitigazioni previste o quant’altro un’opera di così grande rilievo certamente richiederebbe». (el.pl.)
Mille case e un ospedale a ridosso della Tav
di FABIO MALACREA
Saranno almeno cinquemila le persone, nei comuni del Monfalconese, che dovranno convivere da molto vicino con i treni che sfrecceranno a oltre 200 chilometri l’ora sulla futura linea ferroviaria ad alta capacità e ad alta velocità Venezia-Trieste. La maggior parte a 150 metri di distanza, alcune addirittura a meno di dieci. È la realtà che emerge dalla mappa messa a punto dal Wwf del Friuli Venezia Giulia, che ha inserito sul suo sito internet (www.wwf.it/friuliveneziagiulia) le schede di tutti gli edifici – case e piccoli condomìni, rustici, villette e perfino un ospedale, quello monfalconese di San Polo – per un totale di un migliaio di stabili (995) tra Monfalcone (360), Ronchi (290), San Canzian d’Isonzo (253), Turriaco (10), Staranzano (8), Doberdò (8) e Duino-Aurisina (66). Sono i cosiddetti ”ricettori sensibili”, edifici posti cioè a una distanza ravvicinata al tracciato della futura Tav Trieste-Venezia.
Alcune situazioni, andando a spulciare nello Studio di impatto ambientale, rischiano di diventare paradossali, visto che la Tav, nel tratto monfalconese, sfreccerà a un tiro di schioppo da numerose abitazioni. Ci sono dei casi estremi come un’abitazione in località Sablici, vicino a Doberdò, posta a 15 metri dalla ferrovia o una di via San Polo, a Monfalcone, che si trova a soli tre metri dai binari. Ma casi emblematici si verificheranno anche in via Rebez e di via Roma a Pieris, dove molte case si trovano a meno di 40 metri dalla linea, come pure nel rione di San Vito a Ronchi dove delle gradevoli villette vedranno i convogli della Tav sfrecciare a una distanza di 35 metri. E l’ospedale di San Polo? Già ora si trova a 250 metri dalla linea ferroviaria, sia pure ”protetto” da un boschetto. Ma c’è da chiedersi se la scomoda vicinanza risulterà sopportabile per i degenti e per le attrezzature quando su quei binari transiderà un treno superveloce. Senza contare la situazione di Duino Aurisina dove la striscia di terreni su cui passerà l’Alta velocità è pure vicinissima alle abitazioni private: case, condomini, ma anche un centro di cura come la Pineta del Carso, per un totale di 66 immobili, tutti nella frazione di Aurisina stazione.
Il Wwf ha fatto un lavoro certosino, inserendo le schede di tutti i 995 edifici sensibili del Monfalconese, con tanto di foto delle facciate, indirizzi, stati di conservazione e, soprattutto, distanze dalla futura Tav, sul suo sito, in home page e nella sezione documenti. Il Wwf invita tutti i cittadini coinvolti a prenderne visione e a produrre osservazioni ai Ministeri competenti (Ambiente e Beni culturali) e alla Regione: entro il 20 febbraio (tratta Ronchi-Trieste) ed entro il 28 febbraio (Portogruaro-Ronchi).
«L impatto sul territorio resta grave»
Il progetto dell’Alta velocità-Alta capacità ferroviaria nel tratto Ronchi-Trieste è migliorato rispetto le ipotesi precedenti, ma gli impatti rischiano di essere ancora molto pesanti per l’ambiente carsico monfalconese e triestino. A ribadirlo è Legambiente, che pure prende atto della riduzione della velocità di percorrenza dei convogli a 200 chilometri orari, in grado di utilizzare le linee elettriche esistenti e ridurre le fasce di rispetto e quindi di uso del territorio. Il percorso Ronchi-Trieste prevede una riduzione dei tratti in galleria, ma il rischio di incrociare cavità carsiche rimane lo stesso, e non si può dire che, dal punto di vista paesaggistico, il ricorso a viadotti sia meno impattante. «Il Carso sarebbe in ogni caso martoriato dalle infrastrutture», sostiene l’associazione. Legambiente riconosce, però, come siano previsti interventi sulle linee esistenti, affrontando la sistemazione di alcune criticità che attualmente rendono problematico e poco efficiente il percorso.
«La riorganizzazione dello svincolo di San Polo – afferma l’associazione -, pur con difficoltà legate alla complessità dello snodo, è condivisibile, come pure il potenziamento della linea dal bivio di San Polo ad Aurisina». Rimangono comunque tutte le perplessità sullo sviluppo del polo intermodale, sulla fermata all’aeroporto, sul destino delle stazioni ferroviarie di Ronchi Nord e Monfalcone. L’associazione promuove invece la riorganizzazione e il potenziamento della linea esistente, ma boccia «pesanti e inutili interventi che, in assenza di finanziamenti, di un calcolo indipendente su costi e benefici, di tempi di realizzazione che vanno molto al di la di una ragionevole strategia di pianificazione, sono al di fuori di qualsiasi prospettiva di sviluppo». Legambiente chiede quindi alla Regione di rendere subito accessibile al pubblico sul suo sito almeno la documentazione essenziale e, nel frattempo, dà il buon esempio pubblicando sul sito regionale (http://www.legambiente.fvg.it/) e sul sito del circolo di Trieste (http://www.legambientetrieste.it/) il tracciato della tratta Ronchi-Trieste e la sintesi non tecnica dello Studio di impatto ambientale.
Messaggero Veneto
Tav, Cervignano chiede uno stop: «Il progetto non rispecchia gli accordi»
CERVIGNANO. La Tav continua a far discutere. Il sindaco di Cervignano ha inviato una lettera all’Italferr, alla Regione e alla Provincia per rendere noto che il comune di Cervignano, pur ribadendo la sua posizione favorevole in merito all’utilità del potenziamento della ferrovia con la realizzazione di una linea ad alta velocità, rileva come la procedura seguita per la progettazione preliminare non tenga in considerazione gli impegni assunti in precedenza. «In particolare – spiega Paviotti – non si è proseguito nel lavoro di progettazione condivisa e l’elaborato che ci è stato inviato qualche settimana fa è frutto del lavoro svolto in solitudine da Italferr. Inoltre non si è tenuto conto degli impegni presi per ridurre i danni ambientali. Per questo motivo chiedo la sospensione della procedura».
Afferma il primo cittadino di Cervignano: «Ci è stato comunicato che il progetto è stato presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per essere sottoposto all’approvazione del Comitato per la programmazione economica che potrebbe approvarlo in tempi brevi. In merito al tema del potenziamento della ferrovia, questa amministrazione intende rammentare come, a seguito di un lungo lavoro svolto nel 2007 e 2008, sia stato possibile arrivare alla stesura di un protocollo di intesa firmato da 14 sindaci su 16 comuni interessati dal passaggio della nuova infrastruttura nel tratto compreso tra i fiumi Tagliamento e Isonzo».
Paviotti sottolinea che il protocollo in questione non si limitava ad individuare il tracciato ritenuto migliore per attraversare il territorio ma indicava l’impegno a proseguire un lavoro di progettazione concertata e condivisa con l’affiancamento di tecnici di fiducia indicati dai Comuni e dalla Provincia. «Lo stesso protocollo – aggiunge il sindaco cervignanese – si componeva di un allegato nel quale venivano stabilite alcune azioni di mitigazione ambientale che venivano indicate in particolare per il tratto che passerà nel territorio di Cervignano. La lettura del progetto è complessa e qualcosa potrebbe esserci sfuggito ma non abbiamo trovato risposta adeguata a nessuna delle opere descritte nell’allegato del protocollo di intesa. Non abbiamo rilevato la presenza di un tunnel trasparente su tutto il viadotto e neppure la presenza di barriere antirumore nell’impianto di stazione né interventi di mitigazione delle sollecitazioni verticali. E ancora non è stato inserita la realizzazione di un viadotto a Scodovacca e neppure l’eliminazione del cavalcavia sulla strada regionale 14. Infine manca la realizzazione di una pista ciclabile tra gli abitati di Scodovacca e Cervignano in via Chiozza».
Conclude il sindaco di Cervignano: «Chiediamo la sospensione della procedura per dar modo alle amministrazioni locali di valutare la proposta anche con l’ausilio di alcuni tecnici di fiducia. Rimaniamo a disposizione qualora gli organi competenti decidano di organizzare un incontro per definire soluzioni progettuali che tengano conto degli impegni assunti».
Elisa Michellut
Tav Venezia-Trieste, vertice tra Regione e Comuni
DINE. Vertice sul tracciato della Tav in Friuli Venezia Giulia, sabato nel palazzo della Regione a Trieste tra l’assessore regionale alla Viabilità e Trasporti, Riccardo Riccardi, e tutti gli amministratori dei comuni e delle Province della regione interessati dalla progettazione preliminare delle due tratte Portogruaro- Ronchi dei Legionari e Ronchi- Trieste, della linea ferroviaria Alta capacità- Alta velocità riguardante la «parte regionale del Progetto prioritario 6 dell’Unione Europea dalla Francia verso Slovenia, Ungheria e il confine magiaro-ucraino». «Sabato – ribadisce Riccardi – dopo aver affrontato i termini progettuali e procedimentali, definiremo insieme con i Comuni e le Province i percorsi più utili a garantire la massima conoscenza del progetto e le più efficaci e costruttive forme di partecipazione al fine di consentire a tutti la presentazione delle osservazioni agli elaborati ricevuti dalla Regione». Intanto i Comitato No Tav Fvg, annunciano la loro presenza in piazza Unità d’Italia a Trieste, per un “Presidio simbolico”.
I Comitati No Tav Fvg, sottolineano che la documentazione di Studio di Impatto ambientale non è ancora pervenuta ai comuni, ricordando che da sabato mancheranno 38 giorni alla scadenza per la presentazione di eventuali “Osservazioni” da parte dei cittadini, affermando inoltre che in questi giorni a spiegare informare alla popolazione il progetto, sono stati solo i comitati attraverso l’indizione di assemblee pubbliche. «Forse tutta questa fretta – affermano – è dovuta alla presentazione del progetto preliminare entro il 31 dicembre 2010, pena la restituzione di 2,5 milioni di euro alla Comunità Europea già ricevuti come anticipo». Riccardi, rilancia al mittente queste accuse, sostenendo che, «dopo la presentazione delle ipotesi progettuali preliminari da parte di Rete ferroviaria italiana lo scorso dicembre, l’incontro di sabato rappresenta il primo Tavolo di lavoro tra le amministrazioni municipali e la Regione, che intende coadiuvare le realtà del territorio, Comuni e Province, nella fase di analisi della rilevante documentazione tecnica. Restiamo a disposizione di ogni Ente o sitituzione per un confronto al fine di ottenere la massima condivisione possibile su questa opera strategica per la nostra Regione». Nel corso della riunione di sabato interverranno il direttore regionale per le Infrastrutture e Mobilità, Dario Danese, che parlerà delle procedure previste dalla cosiddetta Legge Obiettivo, e i responsabili di Rfi, per illustrare i progetti preliminari della linea Tav.
Francesca Artico
«Tutti i documenti sono consultabili sul sito comunale»
Bragato RONCHI. E’ in fase di pubblicazione ed è consultabile on line sul sito del Comune (www.comuneronchi.it/Urbanistica-e-Pianificazione) la documentazione relativa al Piano di rischio aeroportuale, compreso nel nuovo piano regolatore. «È consultabile, sempre on line e sul medesimo sito comunale, anche tutta la documentazione depositata da Italferr/Rfi Spa sul progetto preliminare per l’Alta velocità/Alta capacità e adeguamento bivio San Polo”, ricorda l’assessore Sara Bragato, che invita i cittadini interessati a prendere visione di documenti e atti attraverso questo canale, oppure rivolgendosi direttamente agli uffici comunali.
«Questo – aggiunge – anche in risposta agli appunti mossi da alcuni consiglieri di opposizione e comitati. Mi rendo conto che, trattandosi di tavole tecniche, la lettura non potrà essere per tutti agevole. Gli uffici comunali e l’amministrazione a loro volta stanno analizzando puntualmente tutta la documentazione per essere in grado di segnalare a Italferr eventuali interferenze non rilevate in fase progettuale. I tempi concessi dalla legge sono piuttosto ristretti, ma cercheremo di organizzare quanto prima un’assemblea pubblica anche su questo tema, anche in collaborazione con gli altri Comuni coinvolti a livello mandamentale».
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
IL PICCOLO – SABATO, 22 GENNAIO 2011
MOZIONE BIPARTISAN IN CONSIGLIO COMUNALE
Alta velocità, i paletti di Duino-Aurisina
di TIZIANA CARPINELLI
DUINO AURISINA. I primi paletti, il Comune di Duino Aurisina, li ha già piantati. Con una mozione condivisa da maggioranza e opposizione, ieri mattina l’amministrazione Ret ha emanato cinque linee guida che dovranno essere adottate nell’analisi e nelle valutazioni dei progetti infrastrutturali dell’Alta velocità. In particolare, l’espressione di un giudizio positivo sull’opera che interesserà il territorio dovrà essere «preliminarmente subordinata a una disamina del livello di trasparenza e partecipazione garantito in tutte le fasi dell’iter». I cittadini, insomma, dovranno essere messi in grado di conoscere benefici, impatti e rischi dell’opera. «Abbiamo preteso – così il consigliere dei Verdi Maurizio Rozza – che agli staff tecnici che provvederanno alla progettazione delle opere siano affiancati esperti designati dalle associazioni speleologiche e di protezione ambientale nominati dal nostro Comune, pena la pronuncia negativa sul progetto». Gli interventi, inoltre, non dovranno impattare negativamente sui centri abitati: sia nella fase di realizzazione che in quella di esercizio vanno «messe in atto tutte le tecnologie più moderne per la loro minimizzazione». L’amministrazione, come ha osservato il presidente della seconda commissione consiliare Fabio Eramo, ha chiesto inoltre che «cantieri e strutture di servizio siano collocate in modo da non interferire sugli abitati e sulle aree di pregio storico, culturale ed ambientale». Escluso che trasporto e stoccaggio dei materiali di scavo aggravino il traffico su gomma: bandito lo spargimento di polveri nelle aree abitate. «Né le opere dovranno provocare l’ulteriore frammentazione del territorio», conclude Eramo. Sono previste altresì forme di tutela delle acque e degli habitat e delle specie di interesse regionale, nazionale e comunitario. La Regione apre le consultazioni sulla Tav «Ma non subiremo i diktat degli estremisti»
La Regione apre le consultazioni sulla Tav
«Ma non subiremo i diktat degli estremisti»
di MARCO BALLICO
TRIESTE «A metà tra il diritto e il dovere», premette Riccardo Riccardi. Alla vigilia del confronto con 29 amministratori sulla Tav Ronchi-Trieste, questa mattina in Regione, l’assessore alle Infrastrutture gioca d’anticipo. E spiega l’approccio a una vicenda «difficile e delicata». Da una parte il diritto degli enti locali «di veder tutelato il territorio». Ma dall’altra il dovere «di realizzare un’opera su cui la Regione, oggi e ieri, non ha mai avuto dubbi». E dunque, «no agli estremismi».
Sul tavolo, a Udine, Riccardi ha l’articolo del ”Piccolo” che riferisce dell’incontro a Jamiano in cui, presenti Giorgio Brandolin e Franco Brussa, il Pd afferma: l’alta velocità ferroviaria si fermi a Ronchi. L’assessore cita ripetutamente quelle righe: «Se qualcuno ha cambiato idea perché vuole difendere i suoi voti locali e si disinteressa dell’interesse generale, abbia il coraggio di dirlo». E aggiunge: «Non credo che i cittadini approvino il futuro di una regione a rischio emarginazione».
Il problema, dunque, promossa anche «buona parte del lavoro di Lodovico Sonego», non è «se» fare la Tav, ma «come» farla. Di qui, in attesa del confronto di stamattina con le Province di Trieste, Gorizia e Udine e 26 sindaci, il messaggio di Riccardi: «Lavoreremo con la massima trasparenza e per la partecipazione dei soggetti interessati, ma non possiamo immaginare di andare allo scontro se, dall’altra parte, le istituzioni verranno considerate nemiche. Deve in sostanza essere chiaro che è la Regione a esprimere un parere. Regione che si però fa garante di saper riconoscere, nel confronto con l’ente locale, la sintesi di ciò che pensano i cittadini». Tutto questo, insiste l’assessore, per evitare l’imposizione statale di un commissario «che segnerebbe la sconfitta di tutti».
L’assessore sostiene la soluzione di un procedimento per parti: «È giusto che ci sia una visione completa del progetto nella sua analisi d’impatto, ma è anche ragionevole immaginare che alcuni nodi critici possano essere realizzati in tempi diversi». Sul tavolo anche il tema dei tempi. La Regione, assicura Riccardi, «non porrà fretta ai sindaci, darà anzi tutto il tempo che serve perché possano esprimere un parere mirato». Nessuna previsione, perciò, su quando la delibera Tav approderà in giunta.
Stamattina, un’ora prima dell’incontro Regione-enti locali, il comitato No-tav di Trieste e del Carso, organizzerà intanto un presidio informativo. Non mancheranno vari altri comitati. Riccardi ha un messaggio anche per loro: «Non saremo fiancheggiatori di Attila ma nemmeno vivremo nel castello fatato di Alice nel paese delle meraviglie. Il nostro obiettivo sarà di cercare il massimo consenso possibile e di tenere il considerazione il dissenso, emarginando però gli estremismi di chi dice che quest’opera non si deve fare».
I ritardi del Veneto? «Superiori ai nostri». I dubbi sul tracciato costiero? «Non mi permetto di dire all’amico Chisso ciò che deve fare. Quando si realizzano opere di questo genere in zone in buona parte urbanizzate, l’impatto c’è comunque. Ma la questione chiave è quella dei costi rispetto ai benefici: questo territorio sotto le Alpi vuole restare in Europa oppure no?».
Chisso: «Il tracciato veneto va rivisto»
L’assessore critica il progetto Rfi: «Serve una stazione intermedia»
di ALESSANDRA CARINI
VENEZIA Sembra una vicenda carsica quella dell’alta velocità tra Mestre e Trieste e non solo perché, per farla, bisognerà bucare anche il Carso. In prossimità di scadenze ravvicinate, come quella che al 31 dicembre appena passato ha fatto sì che fosse consegnato un progetto e si evitasse di perdere un finanziamento di un miliardo e mezzo dell’Europa, c’è stato un fiorire di polemiche. Adesso chissà quanto tempo passerà prima che ci si rimetta mano. Sull’altro tratto da costruire in Veneto, quello tra Padova e Verona, ben più urgente, si va avanti così da anni. E lo scetticismo è alimentato da chi ritiene che non ci siano conti e indagini che ne giustifichino la necessità. Renato Chisso, assessore veneto alla Mobilità, ha davanti a sé la pila di carte con il tracciato della linea alta velocità Mestre-Trieste: «Bene. Da adesso in poi si comincia a discutere e a stabilire costi e benefici».
Ma c’è ma nessuno che abbia fatto una ricerca di questo genere sull’alta velocità Venezia-Trieste?
No. Adesso che abbiamo il tracciato vedremo e valuteremo con le amministrazioni locali. Ma sulla necessità del quadruplicamento della linea non ci sono dubbi.
Eppure, anche dalle carte delle Ferrovie, c’è ampio spazio per fare correre altri treni sulla linea attuale.
Non mi risulta. Sulla linea corrono 220 treni al giorno e la capacità è di 250. Quindi se dobbiamo pensare ai prossimi anni, alla necessità di trasferire una maggiore quantità di merci su ferro, e all’opportunità di completare il Corridoio 5, il raddoppio dei binari è necessario, a meno che non vogliamo discutere di costruire la quarta o la quinta corsia dell’autostrada.
Ma quanti treni veloci ci correranno?
Due o tre coppie al giorno. Il resto serve per il traffico normale e quello merci.
C’è chi sostiene che per le merci c’è molta capacità inutilizzata. Le stesse ferrovie sostengono che, finchè ci saranno agevolazioni al trasporto gomma, sul ferro non andrà neanche una tonnellata di merci in più. C’è chi dice che ci sono corridoi alternativi per far viaggiare le merci…
Il raddoppio della ferrovia serve nei prossimi decenni e lo spostare merci dalla strada al ferro è un obbiettivo che prima o poi dovremo raggiungere. I Corridoi alternativi possono anche andare bene, ma non possono essere un’alternativa se saltano Venezia. Quanto alla gestione cargo delle Ferrovie dei cargo mi rendo conto che è fallimentare. Al Brennero, dove c’è una gestione con i privati, funziona. E poi stiamo facendo la società con le Fs.
Doveva essere già fatta nel 2010.
La stiamo completando.
Ma perché è stato scelto il tracciato basso?
Non c’erano alternative. L’affiancamento alla linea storica avrebbe portato all’abbattimento di migliaia di case. Il percorso vicino all’autostrada è stato scartato a suo tempo, d’intesa con l’assessore Riccardo Riccardi, perché avrebbe bloccato i lavori della terza corsia: non si sapeva chi avrebbe potuto pagare il costo dei lavori aggiuntivi per costruire i cavalcavia. E inoltre, per quanto riguarda il Veneto, la linea avrebbe traversato tutta la Regione senza lasciare nulla al territorio.
Che cosa vuol dire non lasciar nulla al territorio?
Vuol dire passare senza fermarsi e senza dare la possibilità che un’opera ”storica” come questa possa servire anche per altri scopi che far passare treni veloci.
Ma se ci corrono treni veloci a che servono le fermate? Tanto più sulle spiagge che utilizzerebbero la linea due mesi l’anno?
Ma io non voglio far fermare l’alta velocità sulle spiagge come forse qualcuno vuol fare intendere. Penso solo che, con il raddoppio dei binari, a partire da Mestre, si può far correre una sorta di anello ferroviario che serva le spiagge e il territorio e finisca per intercettare Portogruaro che è un grande Interporto.
Ma il tracciato che ha presentato Rfi va incontro a quest’ipotesi?
No, non ha stazioni intermedie. Ed è per questo che, secondo me, non va bene e va discusso.
È la sola cosa che non va?
Mah, ce ne possono essere altre: ci sono valutazioni ambientali da fare sull’altezza che viene prevista nell’attraversamento di alcune zone. C’è una lunga curva all’inizio del tracciato, dopo Mestre, della quale non si spiega la ragione. Insomma è un’ipotesi di lavoro che va analizzata e discussa e sulla quale, alla fine, si dovranno pronunciare gli enti locali e la Regione che prenderà la decisione finale. Non c’è fretta. Abbiamo tempo per fare le cose per bene.
Già il tempo. Che senso ha mettersi a discutere di un tracciato quando l’altra linea, ben più urgente, tra Venezia e Milano è ancora, in Veneto, in mente dei?
Sulla Verona Vicenza Padova il progetto preliminare c’è ed è approvato. Il problema adesso è chi sviluppa quello definitivo perché, al contrario di quel è accaduto in Lombardia, il General Contractor non ha perfezionato il subentro e ha chiesto di incassare le penali.
Ma la Lombardia è andata avanti, con i progetti e finanziamenti da parte del governo, mentre il Veneto è fermo da anni. Sembra che qui la Regione non abbia dedicato molte energie a trovare soluzioni…
Non è vero. La colpa dei ritardi è dell’altalena dei governi e delle soluzioni proposte tra chi voleva i General Contractor, sostanzialmente i governi Berlusconi, e chi diceva che doveva essere Rfi a farlo. Nel 2009 abbiamo chiesto al Cipe l’affidamento definitivo del progetto a Rfi e adesso aspettiamo.
Ma resta il nodo di Vicenza.
Sì, la questione del passaggio di Vicenza deve essere risolta anche se si può andare avanti lo stesso a costruire i binari.
Tempi? Soldi?
Stiamo andando avanti. Quanto ai soldi, finanziamenti per la costruzione per ora non ce ne sono.
Dal Messaggero Veneto del 22/01/01
Tav, i Comitati dicono no ai commissari comunali all incontro in Regione
TORVISCOSA. I Comitati No Tav Fvg allertano i cittadini della Bassa Friulana per il “Presidio simbolico” che si terrà oggi in Piazza Unità a Trieste, in occasione dell’incontro tra l’assessore regionale alla Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi e i sindaci interessati alla Tav.
Per quanto riguarda la Bassa Friulana, i comitati evidenziano un particolare curioso, ovvero che alcuni sindaci sono in scadenza di mandato (Bagnaria Arsa, Villa Vicentina e Ruda) e i comuni di Porpetto e Torviscosa saranno rappresentati dai commissari.
«Anche se questi ultimi sapranno essere funzionari responsabili e competenti degni del massimo rispetto – afferma il portavoce dei No Tav, Giancarlo Pastorutti -, avranno comunque una sensibilità diversa da chi è legato al territorio in cui vive e non potranno rappresentare l’espressione del voto popolare. Nel comune di Porpetto infatti l’allora sindaco Cecilia Schiff non aveva firmato il Protocollo d’Intesa Sonego, opponendosi fermamente allo stesso Protocollo, e difendendo il territorio che rappresentava. L’espressione del commissario potrà quindi non essere rappresentativa di ciò che era avvenuto nel 2008 Si possono inoltre immaginare le difficoltà che dovrà affrontare il neo commissario di Torviscosa che verrà immerso in numerose problematiche riguardanti la Tav. A Torviscosa- continua Pastorutti- si prevedono 10 cantieri che occuperanno 205 mila mq. del territorio comunale, senza dimenticare il traffico delle migliaia di automezzi dovuti alla cantierizzazione dell’opera che prevede l’attraversamento della Tav a nord di Torviscosa (trequarti in viadotto e un quarto in rilevato a diversi metri di altezza e in prossimità di Arsa e Chiarmacis) e la variante della San Giorgio – Palmanova con l’accesso a nord dello scalo». (f.a.)
Riccardi: Tav strategica per il Fvg Parte il confronto con i Comuni
di PAOLO MOSANGHINI
UDINE. La Tav Venezia-Trieste è un’opera strategica per la centralità logistica del Friuli Venezia Giulia. È un’infrastruttura che va fatta, cercando il dialogo tra i Comuni e la Regione, con l’impegno di evitare gli estremismi. Comincia oggi il confronto con le istituzioni. «Di fronte a scelte strategiche dalle quali deriva il futuro della nostra regione le decisioni non sono facili, ma da parte di tutti ci sono diritti e doveri», avverte l’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi.
L’assessore sottolinea che di fronte al dovere di realizzare un’opera fondamentale per la modernizzazione, vanno senza dubbio garantiti anche i diritti. E oggi comincia dunque il confronto. Nel Palazzo della Regione a Trieste (alle 11) si terrà la riunione con tutti i Comuni del Friuli Venezia Giulia interessati dalla progettazione preliminare delle due tratte Portogruaro-Ronchi dei Legionari e Ronchi-Trieste della linea ferroviaria ad Alta capacità/Alta velocità parte regionale del Progetto prioritario 6 della Ue dalla Francia verso la Slovenia, l’Ungheria e il confine magiaro-ucraino.
«Dopo aver affrontato i termini progettuali e procedimentali, definiremo insieme con i Comuni e le Province i percorsi più utili a garantire la massima conoscenza del progetto e le più efficaci e costruttive forme di partecipazione al fine di consentire a tutti la presentazione delle osservazioni agli elaborati ricevuti dalla Regione». Dopo la presentazione delle ipotesi progettuali preliminari da parte di Rete ferroviaria italiana/Rfi, in dicembre, «l’incontro di oggi rappresenta – sottolinea l’assessore Riccardi – il primo Tavolo di lavoro tra le amministrazioni municipali e la Regione, che intende coadiuvare le realtà del territorio, dei Comuni e delle Province, nella fase di analisi della rilevante documentazione tecnica». «Come Regione, ci mettiamo dunque a disposizione delle istituzioni locali, confermando sin d’ora l’intenzione di promuovere altre riunioni con i Comuni, accorpati per aree territoriali», conferma Riccardi.
L’assessore ribadisce l’importanza di «mettere in campo tutti gli sforzi possibili, all’interno di una dialettica costruttiva, per far sì che la Regione non resti emarginata dall’Europa». Centrodestra e centrosinistra hanno sostenuto l’opera, e infatti Riccardi riconosce all’ex assessore Sonego di aver avviato l’iter di un’infrastruttura che riguarda 29 amministrazioni e che costerà complessivamente 7 miliardi di euro.
«Ci prenderemo tutto il tempo possibile per fare le necessarie valutazioni assieme alle amministrazioni comunali, tenendo conto anche che la Regione Veneto rispetto a noi è in ritardo», sono ancora le parole di Riccardi. Il quale ribadisce: «Non voglio un approccio compiacente, condivido le preoccupazioni degli enti locali, non vorrei ci fosse qualche testacoda da parte dei Comuni. Ma non porterò la delibera in giunta prima che il percorso sia completato», aggiunge l’assessore.
Nel corso della riunione di oggi interverranno il direttore regionale per le Infrastrutture e la Mobilità Dario Danese che parlerà delle procedure previste dalla cosiddetta Legge Obiettivo (la legge nazionale 443 del 2001) e dal decreto legislativo 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici), e i responsabili di Rfi, per illustrare i progetti preliminari della linea.
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Sfidando un freddo glaciale e una bora che soffiava a oltre 100km orari, oltre una trentina di NOTAV provenienti da varie province ha manifestato sotto il palazzo della regione dove si svolgeva l’incontro fra Riccardi e i sindaci. Sono state ribadite le ragione della nostra opposizione a ogni progetto di TAV/TAC. Nelle prossime settimane proseguiranno le inizative informative in numerose zone.
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Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Messaggero Veneto
Alta velocità: si consultano speleologi
MONFALCONE. Potrebbe svolgersi il prossimo 9 febbraio l’incontro, promosso dalla presidente della Commissione tutela della salute, Barbara Zilli, con i rappresentanti delle associazioni speleologiche del Monfalconese. Incontro che avrà quale tema importantissimo il progetto di Alta velocità/Alta capacità, la linea ferroviaria che passerà per il territorio monfalconese con un fortissimo impatto sul territorio.
«Anche se le decisioni sul corridoio 5 – Tav vengono prese ben più alto, i consigli comunali dovrebbero essere chiamati a esprimersi sull’impatto del progetto. Visto il progetto faraonico dal punto di vista sia del costo sia dell’impatto sul territorio, è necessario acquisire più elementi possibile per dare un parere che dev’essere la risposta alla domanda», dice Zilli, domandano che si voglia avere «un territorio completamente cementificato e industrializzato, però potenzialmente strategico nell’economia internazionale che porterebbe beneficii economici anche in termini di opportunità di lavoro oppure un territorio vivibile e cerchiamo piuttosto di valorizzare il paesaggio naturale investendo sulle peculiarità, quali Carso e mare, che lo distinguono».
Evidenzia come in questa decisione cozzino l’accusa di essere miopi e di non volere lo sviluppo economico del territorio, da una parte, con la consapevolezza di deturpare in maniera irreversibile il patrimonio naturale, dall’altra.
«Siamo chiamati a fare questa scelta – prosegue – perché dobbiamo essere consapevoli che Tav e superporto sono destinati ad alterare pesantemente il paesaggio. In questo quadro certo, ciò che non è certo è la strategia finale: quale beneficio potremmo ricavare dal passaggio della ferrovia ad alta capacità verso la Slovenia? Il superporto è un discorso a sé, poiché diventerebbe un punto strategico per il territorio monfalconese-triestino, ma anche in questo caso prima di dire sì è necessario valutare l’impatto che avranno il lavoro sui fondali nonché la costruzione di banchine chilometriche con relativi collegamenti stradali. Per acquisire più elementi possibile per la decisione finale e quindi per meglio conoscere il patrimonio naturale del nostro Carso – conclude – sto predisponendo per organizzare un incontro pubblico nella competente commissione consiliare a tutela dell’ambiente con il gruppi di speleologi locali che meglio conoscono il patrimonio naturale del Carso e i suoi meandri più nascosti».
Cristina Visintini
Da Il Piccolo
Impatto dell opera, la Bassa vuole garanzie
Fuori dal palazzo della Regione, in piazza Unità a Trieste, c’erano sabato i Comitati No Tav della Bassa friulana e i Verdi di Cervignano che chiedevano al sindaco di Cervignano Pietro Paviotti di indire alla svelta un’assemblea pubblica e di mettere un tecnico a disposizione dei cittadini, per dare loro i chiarimenti sull’impatto della grande opera anche in merito alle demolizioni delle case e alle misure fonoassorbenti.
Dentro il palazzo della Regione, insieme ai rappresentanti delle altre amministrazioni coinvolte, c’era il primo cittadino di Cervignano che a sua volta chiedeva all’assessore regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi più tempo per capire i dettagli del progetto e l’ausilio di un tecnico “laico” per convincere dell’utilità della Tav. Se non tutti, almeno la maggior parte dei cittadini.
Da parte sua, l’assessore Riccardi ha rassicurato che solo ora, davanti a un progetto preliminare concreto e non più a semplici ipotesi, può iniziare il dialogo con gli enti locali interessati alla nuova linea ferroviaria ad Alta capacità e velocità. Per Cervignano, insieme ai Comuni limitrofi, la Regione fisserà già a partire da questa settimana un incontro con i tecnici di Rfi, teso a verificare se l’intesa raggiunta con il ”protocollo Sonego” del 2008 è stata interamente rispettata nel progetto preliminare.
Riccardi ha poi evidenziato come non siano perentori i tempi di 60 giorni entro cui le amministrazioni devono esprimere le proprie valutazioni sul progetto.
Si è giocata così, sabato mattina, la partita cervignanese per la Tav, che, secondo le previsioni, porterà il capoluogo della Bassa a raddoppiare i binari della linea esistente nelle due tratte, la Ronchi – Portogruaro e la Cervignano – Udine. Per entrambi i collegamenti i lavori dovrebbero chiudersi entro il 2021. Nel 2017 l’avvio previsto verso Palmanova, l’anno successivo verso Portogruaro. In uscita dal parco di Cervignano verso Trieste non saranno previsti viadotti, ma comunicazioni a raso, mentre un unico viadotto a quattro binari è previsto nell’ingresso a Ovest dell’abitato, dove l’Alta velocità si immetterà sul tracciato esistente.
Sempre per quel che concerne il capoluogo della Bassa friulana, i convogli non potranno superare la velocità di 160 chilometri orari, e la capacità della linea (oggi utilizzata circa al 50%) potrà più che raddoppiare.
Intanto per il sindaco Paviotti l’incontro dell’altro ieri è stata anche l’occasione per spiegare di persona il senso della lettera inviata alla Regione, alla Provincia e a Italferr.
«Ero e rimango favorevole al progetto di potenziamento della ferrovia – ha esordito Paviotti –, fondamentale a spostare dalla gomma alla rotaia il traffico delle merci. Nel corso della legislatura precedente, ho lavorato per fare in modo di far attraversare la grande opera sulla linea esistente anziché su una nuova, concedendo di concepire quattro binari nel mezzo del capoluogo.
Non è mia intenzione fare strumentalizzazione politica, ma il lavoro per firmare il protocollo Sonego ci ha visti compartecipi del progetto.
Ora alla Regione chiedo misure e garanzie: più tempo per valutare i dettagli del progetto e il sussidio di un tecnico di fiducia a disposizione del Comune e dei cittadini».
Elena Placitelli
Monfalcone chiede tempo a Riccardi
Il Monfalconese si rimbocca le maniche, alla luce dell’incontro a Trieste, con Rfi e l’assessore regionale Riccardo Riccardi. Un incontro che ha registrato la «disponibilità» da parte della Regione al confronto con i Comuni interessati dal progetto di Alta velocità-Alta capacità, avendo prospettato una dilatazione dei tempi in ordine alla procedura di impatto ambientale, permettendo agli enti locali di ragionare approfonditamente e con cognizione di causa sul progetto, prima di esprimere un parere attraverso i rispettivi Consigli comunali.
Intanto, la Provincia di Gorizia ha convocato per il 28 gennaio il Patto per lo sviluppo territoriale, alla presenza dell’assessore Riccardi e di Rfi, per illustrare il progetto. Sarà quindi organizzato un gruppo di lavoro, guidato presumibilmente dalle organizzazioni sindacali, per elaborare un’analisi approfondita, anche in ordine agli aspetti legati allo sviluppo economico del territorio.
Alla luce del documento, come ha spiegato il presidente Enrico Gherghetta, nonchè della presentazione delle osservazioni da parte dei privati e soprattutto delle posizioni espresse dai Comuni, sarà preparato uno specifico ordine del giorno per l’approvazione in Consiglio provinciale. «Si tratterà di esprimere un parere politico – ha osservato Gherghetta -. Saremo a supporto delle amministrazioni comunali. Sul sito del Patto territoriale abbiamo già inserito i documenti inerenti il progetto preliminare di Rfi, mentre, appena sarà disponibile, inseriremo anche il piano di Via».
A breve, ha riferito l’assessore all’Urbanistica, Massimo Schiavo, è previsto anche un incontro con i tecnici di Rfi, aperto ai cittadini del territorio, per permettere di conoscere le caratteristiche e gli effetti del progetto, anche ai fini della presentazione di eventuali osservazioni. «All’assessore Riccardi – ha spiegato Schiavo – abbiamo prospettato due richieste essenziali, l’allungamento dei termini per la presentazione del parere in ordine al piano di Via, fissato in 30 giorni dalla ricezione della documentazione, e la presenza dei tecnici di Rfi per illustrare cosa accadrà nel nostro territorio. L’assessore Riccardi ha manifestato disponibilità: fermi restando i tempi per la presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale, non ha posto vincoli per i Comuni ai fini della presentazione dei pareri, e ha accolto la proposta dell’incontro pubblico».
Il presidente della IV Commissione consiliare, Barbara Zilli, che ha evidenziato l’importanza di coinvolgere i Consigli comunali per esprimersi sull’impatto del progetto, sta invece organizzando, presumibilmente per il 9 febbraio, un incontro con la Federazione provinciale degli speleologi, per approfondire l’aspetto in ordine all’impatto sul patrimonio naturale del Carso. E Fabio Delbello, in veste di presidente della III Comissione, ha richiesto al sindaco Gianfranco Pizzolitto, al presidente del Consiglio Marco Ghinelli e ai capigruppo consiliari, la convocazione di uno o due Consigli comunali, da realizzarsi entro il 20 febbraio, con la partecipazione dell’assessore Riccardi e dei tecnici di Rfi. (la.bo.)
Tav, un affare per il Porto Con il nuovo bivio di San Polo 900mila container l anno
di LAURA BORSANI
Il potenziamento della linea ferroviaria storica, che a Monfalcone prospetta l’intervento sul bivio San Polo, permetterà almeno di raddoppiare la capacità del traffico merci su rotaia, portandola dagli attuali 500mila teu a 900mila teu all’anno. Significa uno sviluppo notevole per il territorio e per il rilancio produttivo, non solo in vista del previsto superporto. Decisivo si prospetta anche l’intervento sull’altro ”collo di bottiglia”, il bivio di Aurisina, per il quale si prevede la quadruplicazione dei binari. Il tutto ipotizzando una capacità di traffico merci complessiva di 1,450 milioni di teu all’anno. Sono gli elementi più immediati e concreti che potranno sortire dal progetto di Rfi, nell’ambito della tratta Ac-Av Ronchi-Trieste, che nel piano di Valutazione di impatto ambientale ha ”calendarizzato” proprio il bivio di San Polo nella prima fase di realizzazione.
Su questi aspetti si concentra il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, all’indomani dell’incontro a Trieste con i tecnici di Rfi e l’assessore regionale Riccardo Riccardi. «Ho constatato – spiega – una volontà di apertura e di dialogo da parte di Rfi e della Regione, intenzionata a considerare tutti i soggetti interessati, anche sotto il profilo politico. Una disponibilità molto apprezzata. Ho colto un clima serio e propositivo, e questa è una buona base di partenza per lavorare. Ma all’incontro abbiamo anche fatto presente la necessità di prevedere tempi meno stringenti per i Comuni ai fini della presentazione dei pareri nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale. Ritengo che le parole d’ordine debbano essere la trasparenza, la disponibilità, la responsabilità e il buonsenso. Non bisogna avere fretta, nè servono atteggiamenti ideologici a favore o contro il progetto». Gherghetta aggiunge: «La linea comune scaturita dall’incontro a Trieste è quella della consapevolezza che il territorio non può venire tagliato fuori dallo sviluppo. Il trasferimento del traffico merci su rotaia è un concetto condiviso proprio in relazione alle prospettive di rilancio economico». Gherghetta si sofferma anche sulle criticità: «L’intervento di potenziamento del bivio di San Polo è da considerarsi in linea di massima positivamente, pur con qualche possibile miglioria. Sarebbe completo con la previsione dell’interramento della ferrovia a Selz e Vermegliano. Il problema da affrontare, invece, è il tratto Ronchi-Aurisina, altro intervento decisivo, ma che va valutato attentamente. Il primo passaggio importante sarà, pertanto, l’ampliamento dei due bivi per permettere una capacità di traffico merci fino a 1,450 milioni di teu all’anno». Gherghetta definisce poi «inaccettabile» il tratto Ac-Av previsto sul territorio di Doberdò del Lago, all’altezza di Sablici. Quindi aggiunge: «La Provincia si mette a disposizione dei Comuni al fine di un percorso unitario, volendo altresì esprimere un proprio parere, attraverso un ordine del giorno approvato in Consiglio, che non sarà un atto amministrativo, ma politico, non essendo l’ente provinciale coinvolto direttamente nel piano di Via. La programmazione seria e lungimirante ora, dunque, si deve concentrare sui temi più concreti, rappresentati dal bivio di San Polo e di Aurisina».
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Dal Messaggero Veneto del 25/01/11
In arrivo gli scarti inerti della Tav
CORDENONS. Sebbene il tracciato della Tav che sarà realizzato in regione non passi per Cordenons, anche questo comune potrebbe essere coinvolto nella costruzione della linea ad alta velocità. Nel progetto è previsto che lo smaltimento di inerti coinvolga una cava presente nel territorio cordenonese, oltre ad altri siti della regione che potranno accogliere o fornire il materiale per la realizzazione dell’opera. L’amministrazione comunale di Cordenons non è stata ancora messa al corrente di questa ipotesi, almeno ufficialmente, ma le voci si stanno rincorrendo. Infatti, notizie relative a questo progetto sono arrivate anche in piazza della Vittoria. In effetti, vecchie discariche di ghiaia da recuperare sotto l’aspetto ambientale ce ne sarebbero. «Al momento si sta discutendo di una macro-progettazione – ha sottolineato l’assessore all’ambiente, Lanfranco Lincetto – nella quale sarebbe inserita anche l’ipotesi Cordenons. Non posso però esprimermi in modo preciso fintanto che non vedrò i progetti, che ancora non sono pervenuti in municipio. Ci sarebbero comunque, tra le vecchie discariche presenti nel territorio comunale, siti dove il materiale inerte della Tav potrebbe trovare posto».
In sostanza, Lincetto non esclude la possibilità che ciò che sarà prelevato per costruire le infrastrutture per l’alta velocità in regione possa trovare spazio in città. Infatti, le cave di estrazione, una volta dismesse, vengono rinaturate. Tale procedura può avvenire anche riempiendo il buco che si è formato in seguito all’estrazione con materiale proveniente da luoghi diversi da quello originario. Sarebbe questo il caso ipotizzato, che consentirebbe anche un risparmio per quanto riguarda il reperimento del materiale inerte.
L’amministrazione comunale non intende però compiere facili deduzioni che potrebbero essere smentite: le carte non le ha ancora viste in quanto il progetto della Tav è stato presentato soltanto ai sindaci dei comuni che saranno attraversati dalla linea, pertanto ancora non può commentare chiaramente la situazione. Il progetto dell’alta velocità, di cui si parla da tempo, sta entrando soltanto in questo periodo nel concreto della sua realizzazione: sabato scorso c’è stato un incontro tra l’assessore regionale Riccardo Riccardi e i sindaci dei territori interessati al passaggio dell’alta velocità durante il quale si è raggiunto un accordo sul progetto. Numerose le controversie e le voci contrarie a quest’ipotesi, come confermato anche dai comitati che nel tempo si sono costituiti per dire no all’intervento. Riccardi ha però confermato che la Regione non prenderà alcun tipo di provvedimento senza prima avere effettuato con le istituzioni locali tutti gli adeguati approfondimenti.
Laura Venerus
«Si porti in aula il caso Tav»
MONFALCONE. È già passato un mese dalla consegna agli enti locali e dall’avviso pubblicato sui giornali del progetto di prefattibilità della tratta ad alta velocità fra Ronchi e Trieste della linea Venezia-Trieste, avvenuto il 22 dicembre.
Per legge resta soltanto un mese per i pareri e le osservazioni che vorranno presentare i privati cittadini e le associazioni (mentre più tempo dovrebbero avere i Comuni), che si dimostrano sempre più attenti al tema, visto che anche sabato pomeriggio, nella sala del consiglio di Ronchi all’incontro sulla Tav organizzato da Rc, è intervenuto oltre un centinaio di persone. Da qualche tempo particolarmente attivo e sicuramente contrario alla grande infrastruttura per quello che riguarda quanto previsto per il territorio di Monfalcone, il consigliere comunale Fabio Del Bello ha scritto al sindaco di Monfalcone, Gianfranco Pizzolitto, al presidente del consiglio comunale, Marco Ghinelli, e ai capigruppo consiliari perché entro il 20 febbraio (giorno vicino al termine ultimo per la presentazione delle osservazioni) siano convocati uno o due consigli con partecipazione dell’assessore regionale competente e dei tecnici di Rfi.
«Resta soltanto un mese per presentare pareri e osservazioni e quant’altro in una democrazia è lecito proporre soprattutto quando l’oggetto in questione mette in serio pericolo un bene paesaggistico unico al mondo che la sorte ci ha provvisoriamente dato in consegna».
«Con particolare orgoglio affermo che il mio partito, il Pd – scrive Del Bello – ha definito ed esternato nell’incontro di Jamiano una linea chiara e inequivocabile di tutela del Carso. La salvaguardia e la valorizzazione di questo bene sottoposto al martirio di due guerre calde, di una guerra fredda e di una poderosa infrastrutturazione postbellica supera nettamente e in modo assoluto gli interessi di qualsiasi partito, di qualsiasi schieramento e di qualsiasi coalizione».
IL PICCOLO MARTEDÌ, 25 GENNAIO 2011
INFRASTRUTTURE
«Tav, garantire la tutela degli abitati»
Il sindaco Ret preoccupato per gli impatti dei cantieri nei borghi
Polveri, rumori e caos alla viabilità
DUINO AURISINA. La tutela massima dei centri abitati. È questo quanto il primo cittadino di Duino Aurisina, Giorgio Ret, ha chiesto all’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, nel corso della recente assemblea sulla Tav tenutasi a Trieste. Pur riconoscendo che «le nostre istanze sono state ascoltate» il sindaco ha posto l’accento su tre questioni fondamentali: polveri, inquinamento acustico e viabilità. Che a seguito della realizzazione del tracciato dell’Alta velocità sul territorio comunale devono assolutamente essere tenute presenti.
Non solo: l’amministrazione ha chiesto una proroga sulla scadenza del 22 febbraio, termine di presentazione delle osservazioni producibili dall’ente locale in risposta all’avvio della procedura di Valutazione d’impatto ambientale (Via) delle fasi progettuali preliminari della tratta ferroviaria AV Ronchi-Sud-Trieste. La mole e la complessità della documentazione, infatti, richiede ulteriori approfondimenti sul progetto. Al punto che il consigliere d’opposizione Maurizio Rozza (Verdi) ha già sottolineato negativamente l’assenza degli atti dello Studio di impatto ambientale (Sia), ancora non pervenuti al Comune.
«Per il momento – ha proseguito il sindaco Ret – attendiamo l’arrivo della Via, così da poter presentare precise osservazioni, punto per punto. Ora ci siamo limitati a segnalare a Rfi due errori macroscopici presenti sulle cartine: ovvero la sistemazione di due cantieri in mezzo alle case, evidentemente uno sbaglio grafico, peraltro facilmente correggibile. Quanto alla proroga dei termini, Riccardi mi ha assicurato che non ci saranno problemi».
«Per carità – così invece Maurizio Rozza – magari si tratta di una coincidenza e probabilmente vi saranno tutte le ragioni del mondo, ma certo il fatto di aver aperto le procedure di avvio proprio a cavallo delle festività di dicembre, facendo perdere qualche giorno certamente utile allo studio della corposa documentazione, non depone a favore del proponente. Spiace constatare che nonostante l’annunciata politica di trasparenza la Sia non sia ancora stata inviata al Comune». Il collega d’opposizione Massimo Veronese (Pd) si è limitato invece a «ribadire quanto già votato all’unanimità in sede di Consiglio comunale».
Vale la pena sottolineare come tra gli indirizzi posti dalla Seconda commissione consiliare permanente nel documento affidato sabato a Riccardi vi sia particolare attenzione al pericolo della frammentazione del territorio e alla tutela di acque e habitat.
Nel dettaglio è stabilito che il territorio comunale non possa sopportare ulteriori divisioni e per questo motivo Rfi dovrà «procedere, prima della realizzazione delle infrastrutture, alla creazione di opere che sanino frammentazioni pregresse, anche conseguenti a interventi di opere di cui non sono titolari».
Inoltre «qualsiasi progetto deve attenersi al rigoroso rispetto degli habitat naturali e in particolare di quelli definiti prioritari dalle Direttive Comunitarie all’interno del sito Natura 2000, quali le grotte non sfruttate a livello turistico». «Eventuali interventi – si legge nel documento – di compensazione ambientale, giudicati ammissibili al termine della procedura di Valutazione di incidenza, ossia dopo aver dimostrato l’impossibilità di trovare soluzioni alternative in grado di evitare gli impatti negativi, devono avvenire all’interno del medesimo sito Natura 2000 e devono comportare necessariamente un aumento globale della valenza ambientale del sito medesimo».
Tiziana Carpinelli
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Da Il Piccolo del 26/01/11
Tav, due ipotesi per la Trieste-Divaccia
di SILVIO MARANZANA
TRIESTE Il Friuli Venezia Giulia tenta di accelerare per il tratto della Tav fra Trieste e Divaccia. In territorio italiano, tra Trieste e il confine, si stanno vagliando due ipotesi: la prima è lunga 22,677 km dei quali 7,2 in galleria; la seconda è molto più breve: 12,309 km, di cui però ben 11,2 in galleria. La differenza di costo è solo del 2,2%.
La posta in gioco è enorme perché la Slovenia, grazie anche al prospettato intervento del gruppo bancario italiano Unicredit, è partita a razzo per il tratto Capodistria-Divaccia che se sarà l’unico a venir realizzato taglierà fuori Trieste e il suo porto dai collegamenti tra il Mediterraneo e l’Est Europa.
Le cinque diverse ipotesi progettuali che sono sul tappeto per la Trieste-Divaccia (due per la parte italiana, e tre quella slovena) dovranno essere trasformate, per rispettare le scadenze imposte dall’Ue, in un unico tracciato condiviso entro due mesi e mezzo. Questa è la scommessa fatta ieri a Brdo pri Kranju, a Nord di Lubiana, dalla Commissione intergovernativa italo-slovena alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale a Infrastrutture e trasporti Riccardo Riccardi, alla presenza di Guenther Ettl, capo di gabinetto del coordinatore Ue per il progetto prioritario numero 6, Laurens Brinkhorst.
La Commissione ha fissato la fine del 2011 come limite per l’approvazione del progetto preliminare e giugno 2012 per la costituzione del cosiddetto Geie, il Gruppo europeo d’interesse economico che deve diventare il soggetto responsabile delle future attività di progettazione.
Solo se queste due scadenze saranno rispettate e se lo studio di fattibilità sarà portato all’attenzione della Commissione intergovernativa entro il prossimo aprile la Ue concederà la già annunciata proroga per la chiusura di tutte le fasi progettuali a dicembre 2015 rispetto all’originario dicembre 2013 e confermerà ai partner italiano e sloveno il contributo finanziario europeo, del 50% della spesa previsto per i costi di progetto.
Come informa un comunicato della Regione, ieri Rete ferroviaria italiana e l’Agenzia slovena per gli investimenti sulle infrastrutture ferroviarie hanno annunciato che saranno in grado di completare i progetti di fattibilità entro fine aprile. Subito dopo potrà pertanto essere riconvocata la Commissione intergovernativa che dovrà formalmente approvare nel suo complesso il progetto preliminare della Trieste-Divaccia.
«Grazie all’intervento della Regione – ha sottolineato ieri Riccardi – nei mesi scorsi è stata del tutto accantonata l’ipotesi di un passaggio transfrontaliero che andasse a toccare la Val ROsandra. Sarà ora compito della Regione e mio in particolare – ha aggiunto – coinvolgere le realtà istituzionali del territorio triestino per valutare le due soluzioni sul tappeto».
Intanto il ministro dei trasporti sloveno Vlacic ha confermato che il progetto della Capodistria-Divaccia procede con l’intervento di Unicredit, mentre il prospettato collegamento tra i porti di Trieste e Capodistria secondo la Slovenia dovrà riguardare soltanto i passeggeri.
Convegno a Ronchi sulla Tav. Il Wwf: «Carenze procedurali»
RONCHI Si è parlato “Il nuovo progetto preliminare della Tav tratta Venezia Trieste del Corridoio 5: Quale impatto ambientale, trasportistico, sociale, finanziario ed economico?”, sabato a Ronchi, nel corso di un dibattito pubblico promosso da Rifondazione Comunista–Federazione della Sinistra e dai Giovani Comunisti della provincia di Gorizia. Un’iniziativa organizzata con l’obiettivo di proporre un primo momento di informazione soprattutto verso quelle aree del territorio del mandamento direttamente coinvolte dalle ricadute ambientale e sociali di questo progetto. Nel corso del dibattito è intervenuto il referente regionale per i trasporti del Wwf, Dario Predonzan, il quale ha parlato delle carenze procedurali del progetto, mancante della valutazione di costi/benefici e del piano finanziario previsti per legge. Giancarlo Pastorutti, portavoce del comitato No Tav della Bassa Friulana, ha menzionato l’impatto sul territorio dei grandi cantieri e delle barriere antirumore alte fino a 7-8 metri. Molti cittadini hanno chiesto di ripetere l’esperienza del 2003 quando il Comune di Ronchi, assieme ai residenti, hanno elaborato in modo congiunto delle osservazioni al progetto del Corridoio 5.
Per dare un prima risposta alla richiesta della cittadinanza il Wwf sta predisponendo un fax simile di osservazione che nei prossimi giorni sarà disponibile sul sito internet regionale della associazione. (lu. pe.)
Ret «istruisce» il sindaco di Comeno
DUINO AURISINA Capita che durante le visite ufficiali, fissate in agenda per imbastire progetti europei o stabilire strategiche alleanze nel settore turistico, alla fine circolino sottobanco anche informazioni e consigli utili per gestire il serpentone della Tav. È quanto, in effetti, è accaduto ieri mattina a Duino Aurisina, dove il primo cittadino Giorgio Ret ha incontrato per la prima volta il neoeletto sindaco di Comeno Danijel Božic. Che nulla sapeva in merito alla realizzanda tratta ferroviaria dell’Alta velocità. Ret, ha colto l’occasione per indicare i passaggi chiave utilizzati dall’ente per «arrivare preparati ai progetti, così da poter opporre ogni osservazione utile a minimizzare l’impatto dell’infrastruttura sui centri abitati» (t.c).
Messaggero Veneto
Villa Vicentina, Rigonat: sulla Tav l amministrazione ha cambiato idea
Giuliano Rigonat, capogruppo della lista di opposizione “Con noi per Villa Vicentina”, replica al primo cittadino Mario Pischedda in merito all’ambulatorio comunale. «Il problema non è quello di far sapere chi ha posto gli ambulatori nel magazzino comunale perché ormai sono trascorsi 11 anni e nel frattempo si poteva trovare una soluzione adeguata, ma soprattutto quello di far notare le contraddizioni del primo cittadino che, alle porte della campagna elettorale, cambia strategia e comportamenti rispondendo ad una interrogazione in un modo e sugli articoli giornalistici in maniera completamente opposta. Ciò che è importante è che la gente venga chiaramente informata che nella ristrutturazione della vecchia scuola elementare devono trovare idonea sistemazione anche gli ambulatori medici e non invece il nuovo municipio, essendo quello attuale già funzionante, del tutto sufficiente, ristrutturato e messo a nuovo. Così operando si risparmierebbe il denaro pubblico necessario per permettere le nuove destinazioni che il sindaco vuole porre nell’attuale municipio, quali le sedi per le associazioni, la scuola di musica e la biblioteca, già ospitati in edifici pubblici» commenta Rigonat.
«Quanto poi al problema della Tav devo ricordare che, assieme al consigliere Andrea Corlianò, abbiamo proposto sin dal 2007 un percorso alternativo di minori costi e minore impatto ambientale, bocciato dal Sindaco che non ha nemmeno acconsentito che venisse esaminato dal comitato tecnico costituito per le valutazioni di specie.- prosegue – Ora invece cambia strategia e comportamenti dicendosi disponibile a dialogare sulla Tav, seppur chiedendo chiarezza sulle caratteristiche e sull’impatto ambientale, dopo essere stato paladino del “No tav”».
Gessica Mattalone
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Dal Piccolo del 27/01/11
Doberdò contro la Tav: «Sarà una devastazione»
DOBERDÒ Ancora un secco “No” alla Tav ribadito nell’assemblea pubblica dell’altra sera a Jamiano, convocata dal sindaco Paolo Vizintin in occasione della presentazione del tracciato Av/Ac, definito una «devastazione irreparabile del territorio», compromettendo la peculiarità del lago di Doberdò e Pietrarossa e la cancellazione della frazione di Sablici. «Per favore – ha chiesto infatti una signora abitante a Sablici – potreste far spostate il percorso dell’Alta velocità un po’ più in là, perché il treno passa proprio nel mio orto-giardino?». E l’associazione Ambiente 2000 punta il dito contro la Legge Obiettivo (cioè speciale) del 2001. «È incostituzionale – spiega il presidente Alberto Ballarini – e ha avuto un procedimento di infrazione da parte della Comunità europea. Fatta da un parte politica è stata accettata anche dall’altra parte con il cambio di Governo, per poter fare progetti faraonici, evitando che i Comuni si potessero mettere di traverso per bloccarli. Per alcuni cittadini la loro casa sarà abbattuta, altri verranno ingabbiati da barriere fonoassorbenti, come in un budello. Questo si può già verificare nel tratto del percorso lombardo ed emiliano, dove l’Alta velocità è ormai da anni cosa fatta. Comunque – afferma ancora Ballarini – è veramente deprimente vedere come la protesta della popolazione si limiti solo alle persone che sono direttamente interessate. Non ci sono che i residenti nei pressi della ferrovia, gli addetti ai lavori, i politici e i sindaci».
I problemi non finiscono con l’Ac/Av, ma vanno ben oltre. Oltre ai cantieri e all’enorme via e vai di mezzi pesanti, ci sarà anche lo stravolgimento della viabilità attigua, che verrà deviata. A Doberdò, sostiene Ballarini, il raccordo tra la ”55” e la ”14”, rettificato nel progetto, porterà il traffico pesante nuovamente sul Vallone, sommandosi ai camion della cava, per arrivare ad oltre 700 mezzi al giorno. Situazione peggiore del 2004, quando iniziarono le battaglie per fermare i Tir sul Vallone. «La devastazione del territorio – continua Ballarini – si chiama anche ampliamento cava, che porterà inquinamento acustico e atmosferico. Non si può parlare di turismo, di Museo del Carso o della rivalutazione del Carso 2014 e di protezione dell’ambiente curando solo il proprio orticello di interessi». (ci.vi.)
Marzo 17th, 2017 — Tracciati FVG
Dal Piccolo del 28/01/11
Il maxi-progetto di Rfi sarà discusso in Consiglio
TURRIACO Sulla Tav polemiche anche a Turriaco. Ma non, paradossalmente, sul percorso bensì sulla presentazione o meno del progetto ai cittadini. Ad accusare il sindaco di ”scarsa comunicazione” era stato l’Italia dei Valori, che aveva denunciato la mancata illustrazione del tragitto ai capigruppo. Il sindaco Alessandra Brumat respinge ogni accusa. «Il progetto dell’Alta velocità-Alta capacità è stato presentato ai capigruppo. Lo è stato il giorno 17 gennaio, a una riunione a cui però l’Italia dei Valori non ha partecipato». Per questo si è ovviato convocando subito un secondo incontro. Interessante, continua il sindaco, è ancora una volta il comportamento del consigliere Pierugo Candido, «che non partecipa agli incontri con gli altri capigruppo. Curioso vederlo chiedere, il giorno 18 gennaio, la convocazione del Consiglio comunale ma disertare l’incontro dei capigruppo del giorno prima, in calendario da oltre sei mesi». Del resto, continua la Brumat, «in questo periodo il consigliere Candido non ha mai partecipato agli incontri durante i quali si dà forma all’ordine del giorno del Consiglio».
Ritornando poi alla riunione del giorno 17, il sindaco Brumat spiega che, coadiuvata dall’assessore Kranitz, ha introdotto il “progetto preliminare della Tav” e vista l’assenza giustificata di altri capigruppo ha proposto un aggiornamento della discussione in vista del prossimo Consiglio comunale. ( e. o.)
Tav a San Canzian, è bufera nel Pd
SAN CANZIAN Monta la preoccupazione anche nel territorio di San Canzian per l’impatto del passaggio della linea ad Alta velocità-Alta capacità. Le abitazioni da abbattere, stando alle stime del Wwf, potrebbero essere 253, ma già l’approvazione del progetto preliminare, come sottolineato invece da Legambiente, imporrebbe un vincolo su numerose residenze, facendo crollare il valore degli immobili. Anche a San Canzian il partito di maggioranza all’interno della coalizione al governo del Comune, cioè il Pd, si è riunito nei giorni scorsi per fare il punto della situazione, dopo che la documentazione relativa alla tratta Ronchi-Trieste è stata inviata a tutti gli enti locali coinvolti.
L’assemblea comunale del Pd di San Canzian si è riunita giovedì ma, pare, che il nodo del passaggio della Tav non sia stato del tutto sciolto. Perlomeno stando a quattro iscritti, l’ex segretario cittadino Stefano Minin, l’ex assessore provinciale Edi Minin, Maurizio Negrari e Riccardo Sacco (collocati però di fatto, all'”opposizione” rispetto l’attuale segretario cittadino Claudio Fratta). «Speravamo di poter conoscere, in attesa ovviamente di un’assemblea pubblica aperta a tutti i cittadini del Comune – affermano i quattro appartenenti al Pd -, i tratti essenziali del progetto. Invece le nostre attese sono state deluse».
Stando ai quattro iscritti, nonostante il lodevole intervento dell’assessore ai Lavori pubblici Luciano Dreos che ha proposto di incontrare i cittadini coinvolti dal progetto, «ne il segretario Fratta ne il sindaco Silvia Caruso hanno ritenuto opportuno affrontare l’argomento, che è rimasto il convitato di pietra». «Non sono state illustrate le ipotesi del progetto e quindi reputiamo – proseguono i quattro esponenti del Pd – che sia stata una grandeoccasione persa. Noi crediamo infatti che il Partito democratico sia nato per avvicinare i cittadini alla politica, per essere un luogo aperto e libero di discussione e confronto sulle questioni che riguardano la vita quotidiana di tutti noi».
Stefano ed Edi Minin, Maurizio Negrari e Riccardo Sacco sollecitano quindi sindaco e segretario del Pd a organizzare un’assemblea aperta a tutti i cittadini, affinchè, come negli altri Comuni interessati all’attraversamento della nuova linea ferroviaria, si illustri il progetto, lo si possa conoscere, liberamente discutere, e farsi un’opinione. A maggior ragione va organizzata un’assemblea del Pd aperta a tutti i cittadini, rilevano i quattro esponenti, dato che giovedì sera su oltre cento iscritti erano presenti solo sedici persone e di queste solo quattro appartenenti al direttivo, che conta 17 componenti.
Laura Blasich