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Gas: Orlando, sospese procedure rigassificatori Trieste

Gas: Orlando, sospese procedure rigassificatori Trieste

04 Maggio 2013 – 12:35

(ASCA) – Trieste, 4 mag – Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, ha confermato la sospensione per le procedure relative ai rigassificatori di Trieste ed ha precisato che sara’ difficile ”trovare un equilibrio” tra le esigenze di approvvigionamento energetico e quelle portuali di Trieste.
”In un corridoio, come quello di Trieste, non ci puo’ passare di tutto, bisogna decidere” ha detto il ministro, introdotto dalla neopresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.

fdm/vlm/ss

13:46 – Rigassificatore Trieste: Orlando, serve tavolo con Slovenia

(ANSA) – TRIESTE, 4 MAG – ”Puntiamo a un tavolo con i paesi confinanti per non affrontare il tema separatamente”. Lo ha affermato oggi a Trieste il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, a proposito dello ‘stop’ ai progetti di impianti rigassificatori sul golfo giuliano deciso dal precedente Governo. Precisando che ”si prosegue sulla linea impostata dal ministro Clini”, Orlando ha ricordato che la sospensione ”era un atto doveroso”. (ANSA). BUO

Il Piccolo
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/05/04/news/il-ministro-orlando-a-trieste-modello-piombino-per-la-ferriera-1.6998876

Messaggero Veneto
http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/05/04/news/serracchiani-stop-a-krsko-e-al-rigassificatore-1.6998327

Trieste All News
http://www.triesteallnews.it/index.php/cronaca/4374-rigassificatore-il-ministro-orlando-a-trieste-necessario-un-riesame-strategico-della-questione.html

Primorski
http://www.primorski.it/stories/trst/213734_o_terminalih_se_bomo_pogovarjali_s_sosedi/#.UYVa2II9cfJ

Video
https://www.youtube.com/watch?v=YSUfL0mIVmA&feature=player_embedded#!

 

Articoli precedenti:

Il Sole24ore: Stop ai rigassificatori di Trieste. Clini: non ci sono le condizioni

La Repubblica: Snam, il sogno della rete europea del gas nel mirino Austria e rigassificatori in Spagna

 

 

Serracchiani: no al rigassificatore

da Il Piccolo del 9 luglio 2013

 

Trieste, Serracchiani scrive a Roma: no al rigassificatore

Lettera inviata ai ministri Orlando, Lupi e Zanonato e per conoscenza al premier Letta: progetto non compatibile con le prospettive del porto

 

La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha comunicato con una lettera al Governo la contrarietà dell’amministrazione regionale al progetto di terminal rigassificatore a terra, presentato da Gas Natural, nella zona industriale di Zaule, a Trieste. Lo ha reso noto oggi l’assessore regionale all’Ambiente, Sara Vito, rispondendo a un’interrogazione nel corso del Question Time al Consiglio regionale. La lettera, inviata ai ministri Orlando, Lupi e Zanonato, e per conoscenza al premier Letta, sottolinea che il progetto è da considerarsi «non compatibile con i progetti e le prospettive dei traffici marittimi nel Porto di Trieste». La stessa missiva sarà inviata alla Commissione europea.

SAN QUIRINO: no al biogas

Pagina 37 – Pordenone stampa locale,
Biogas, l’impatto ambientale è un’incognita
Stefano Santarossa denuncia: «L’Ass si è detta non in grado di valutare le ricadute di questi impianti»
SAN QUIRINO Impianti a biogas e, in particolare, quello previsto a San Foca: Stefano Santarossa, presidente di Radicali friulani e capogruppo consiliare di San Quirino Cambia lancia l’allarme e afferma che nell’istruttoria «l’Ass non è in grado di valutarne l’impatto sulla salute». «Oggi – dichiara –, il consiglio comunale di San Quirino dovrà esprimersi con un sì o con un no su procedimento e istruttoria che avrebbero dovuto seguire un iter con il coinvolgimento e l’informazione della cittadinanza. Ci troviamo invece con il voto sulla convenzione che pemetterà, se approvata, la partenza ai primi di gennaio del funzionamento a regime dell’impianto con tutti i rischi connessi E’ necessario – afferma – dare il via a una mobilitazione per fermare la conclusione dei lavori di costruzione della centrale a biogas a San Foca, che servirà a produrre un megawatt di energia elettrica attraverso l’utilizzo di 20.000 tonnellate di biomasse vegetali e reflui zootecnici. La partita sulla centrale a biogas, dalla documentazione a nostra disposizione – prosegue –, mostra dati non chiari e preoccupanti». «Nell’istruttoria – fa sapere Santarossa – sono evidenti passaggi poco chiari e in un caso davvero preoccupanti. Il caso più eclatante è nella risposta dell’Ass, chiamata alla conferenza di servizi per approvare l’opera: nel parere ufficiale si dichiara che “dal punto di vista sanitario, risulta estremamente difficile, sulla base dei dati scientifici a nostra disposizione relativi a questa tipologia di impianto, riuscire a valutare l’impatto sulla salute dei cittadini”. Sono dunque fondate, le preoccupazioni dei residenti rispetto alla collocazione dell’impianto a ridosso del centro abitato di San Foca in direzione di vento prevalente e per i possibili rischi che, impianti come questo, possano determinare gravi danni alla salute d’uomo e animali». «Tutta la fretta voluta dall’amministrazione comunale – conclude il capogruppo consiliare – nasconde la preoccupazione che gli incentivi economici dall’anno prossimo si ridurranno fortemente, e pertanto senza la certezza delle super sovvenzioni, pagate, non va dimenticato, con le bollette più care d’Europa da parte dei consumatori cittadini, non vi sarà per la ditta produttrice il ricavo economico sperato. Com’è possibile che dal 23 aprile 2012, data della domanda di autorizzazione unica per la costruzione della centrale elettrica, soltanto oggi il consiglio comunale si trovi a dover affrontare questo tema e con tutte queste ombre?»

Rigassificatore, anche la Slovenia va al Tar

da Il Piccolo del 6 gennaio 2012

Rigassificatore, anche la Slovenia va al Tar

Il governo ha depositato un ricorso in adesione ai quattro già pendenti al tribunale del Lazio

 

La battaglia di chi non vuole il rigassificatore nella baia di Muggia trova un appoggio concreto nell’alleato forte: la Slovenia. Il governo (precedente) del vicino Stato, fiero oppositore dei progetti di Gas natural, ha depositato al Tar del Lazio un ricorso di adesione a quelli già inoltrati dai Comuni di Muggia e di San Dorligo, da Wwf con Legambiente, da Greenaction e Comune di Capodistria. Con quello di Lubiana i ricorsi salgono a 5. Benché i primi incartamenti siano datati 2009, non è stata ancora fissata la data del dibattimento.

«Per cose come l’impatto ambientale non ci sono limiti all’esercizio della giurisdizione da parte di soggetti che lamentino un pregiudizio derivante da iniziative assunte oltre i confini – afferma l’avvocato Francesco Longo di Pordenone che assiste Muggia e San Dorligo -, c’è una vasta giurisprudenza in Europa».

Il governo di Lubiana si è affidato all’avvocato triestino Peter Mocnik, segretario dell’Unione slovena. «Ho avuto l’incarico di depositare al Tar del Lazio un intervento di adesione ai ricorsi già pendenti dal direttore generale del governo sloveno – afferma Mocnik -, cosa avvenuta a ottobre ma che non si voleva fosse divulgata». Il ricorso specifica che i pareri contrari spediti a Roma da Lubiana non sono stati tenuti in considerazione. Si citano pericoli per l’ambiente, errata documentazione per l’ottenimento della Valutazione d’impatto ambientale, incompatibilità di un rigassificatore in zone portuali.

«È la penultima carta – avverte Mocnick -, poi la Slovenia potrebbe rivolgersi a Bruxelles e alla Corte del Lussemburgo, in questo caso per violazione di norme comunitarie».

Mentre a Trieste si assiste alla spaccatura tra Comune (deciso no al rigassificatore) e Confindustria (deciso sì), chi gioisce alla notizia della mossa slovena è il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, fra i primi a ricorrere al Tar. «Mi fa molto piacere questa adesione – afferma -, amplia l’orizzonte del nostro lavoro, noi già nel 2009 abbiamo contestato errate traduzioni dallo spagnolo di documenti importanti, errata descrizione delle industrie a rischio nell’area di costa, nel 2011 abbiamo aggiunto un’altra memoria, denunciando che il Comune di Muggia non è stato ammesso alla Conferenza dei servizi. È intervenuta una sentenza in Sicilia su un caso simile che ci dava ragione, abbiamo rinforzato il ricorso al Tar». Nesladek dice di aver avuto frequenti informali contatti con gli sloveni, e di aver notato nuove consapevolezze, non solo ambientali, ma economiche: «Si allarga il fronte di chi ritiene incompatibili sviluppo di traffici portuali e rigassificatore. Lo ha detto anche il neoministro dell’Ambiente, Corrado Clini: Trieste deve scegliere». (g. z.)

 

Nuovo progetto di un rigassificatore di Fincantieri e Ansaldo nel golfo di Trieste….e siamo a tre

Durante l’incontro con l’amministrazione di Monfalcone e l’ad di fincantieri Bono, avvenuta un paio di settimane fa, un politico della destra aveva parlato di un inceneritore per sollevare le sorti della fincantieri in crisi… pensavamo fosse una boutade e, invece, qualcosa covava e il furbo della cucciolata ha spiattellato … ora spunta poi anche l’ipotesi rigassificatore: cosa sa la sindaca? E la sinistra di lotta e di governo che amministra Monfalcone?

 

da Il Piccolo del 13 gennaio 2012

Patto Fincantieri-Ansaldo per un rigassificatore

di Giulio Garau
TRIESTE Un’alleanza strategica tra Ansaldo sistemi industriali (Asi) e Fincantieri per realizzare piattaforme offshore: primo obiettivo un rigassificatore al largo di Monfalcone (da affidare all’Eni) ma anche un impianto per la termovalorizzazione dei rifiuti utile a risolvere l’emergenza a Napoli. Fincantieri ci sta lavorando da tempo con un gruppo di specialisti che sta progettando piattaforme speciali e navi ad alto contenuto tecnologico, Asi è impegnata con le tecnologie legate agli impianti eolici off-shore. Ma ora quello che era solo uno scambio di idee tra i vertici delle aziende, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e quello dell’Asi, Claudio Andrea Gemme (che è anche presidente di Anie la Federazione delle aziende elettriche ed elettroniche in seno a Confindustria) sta diventando un progetto concreto. Non c’è solo la necessità delle aziende di diversificare e crescere puntando a prodotti a più alto valore aggiunto, ma anche a creare nuove opportunità di lavoro e di business nei territori di insediamento. Una mossa anti-crisi che coinvolgerebbe anche le altre aziende dell’indotto. «Ne ho parlato con Bono, è assolutamente d’accordo e del resto Fincantieri ci sta lavorando con il suo gruppo – conferma lo stesso Gemme -. Quella di realizzare un rigassificatore al largo è un progetto che abbiamo studiato per trovare nuovi sbocchi di attività. La mia idea è di mettere assieme le competenze delle due aziende che a Monfalcone lavorano fianco a fianco, trovando un’alleanza strategica». Nessuna richiesta di fondi al governo: «Non vogliamo soldi – mette le mani avanti Gemme – ma un percorso meno burocratico per realizzare questi impianti e meno vincoli. Roma deve levarci gli impedimenti, creare una corsia preferenziale». Una scommessa soprattutto per Monfalcone che ora si trova davanti il progetto di un nuovo impianto di rigassificazione dopo la clamorosa bocciatura di quello dell’Endesa che avrebbe sostituito la tanto contestata centrale A2A. Contestazioni che ora, in un momento di “crisi epocale” (come la definisce lo stesso Bono) dove c’è lo spettro della disoccupazione che avanza, sarebbero assolutamente fuori luogo. Si parla infatti di centinaia e centinaia di nuovi posti di lavoro per la costruzione e poi la gestione di impianti, piattaforme e anche navi da trasporto (gasiere) del valore di centinaia di milioni di euro. L’ad dell’Asi pensa per ora alla costruzione «Fincantieri realizzerà le piattaforme e le strutture navali, noi come Asi siamo pronti a costruire tutti gli impianti ausiliari elettrici» e non si preoccupa del committente “energetico” o su chi si occuperà della gestione, ma punta a una società italiana: «penso all’Eni» dice. In barba anche ai progetti a Zaule e a quello off-shore prospettato sempre in Golfo. L’ad Asi infatti pensa anche «a utilizzare come terminali energetici aziende multiutility e la stessa centrale A2A (da riconvertire ndr)». Il progetto dell’alleanza strategica verrà portato da Gemme anche in direttivo di Confindustria. Fincantieri, lo conferma la stessa azienda, punta moltissimo nella sua strategia di diversificazione allo sviluppo di questi nuovi business. Ne ha parlato lo stesso Bono recentemente a Monfalcone in un’audizione in consiglio comunale. E c’è anche scritto, nero su bianco, nel piano di riorganizzazione aziendale. Si parla di progetti di costruzione per “primari operatori offshore” (come la piattaforma sommergibile Scarabeo 8 allestita per Saipem), di mezzi speciali, ma anche dei cosiddetti “nuovi concept”. E tra questi il progetto “plasmare” ovvero piattaforme galleggianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (un impianto al plasma a ciclo chiuso che recupera il 35% di energia e ricava dall’immondizia una sorta di vetro che può essere riutilizzato). Ma anche impianti per il trattamento dei fanghi dei dragaggi in mare (progetto Permare), lo sviluppo di impianti eolici e di «rigassificatori destinati alla trasformazione del metano dallo stato liquido a quello gassoso e la sua distribuzione in rete».

Rigassificatore, il Pdl riapre i giochi in Regione

da Il Piccolo del 28 gennaio 2012

Rigassificatore, il Pdl riapre i giochi in Regione

Tondo ai consiglieri: valutare le opportunità di lavoro dopo la crisi della Ferriera Ciriani: prendere una posizione, la giunta dovrà dare il parere in tempi brevi

di Maddalena Rebecca

 

Una parentesi di pochi minuti all’interno di una riunione durata quasi quattro ore. Sufficiente però a riaprire i giochi di un partita complessa e incerta, quella del rigassificatore di Zaule. Dal rapido confronto andato in scena l’altro a Udine durante la riunione del Pdl regionale, è emersa infatti una nuova apertura di credito verso il progetto di Gas Natural. Una linea, se non ancora del tutto favorevole all’ipotesi gnl in Zona industriale, almeno fortemente possibilista. Ben più possibilista di quanto n on fosse solo un paio d’anni fa.

A determinare il cambio di rotta è stata la presa d’atto del mutato contesto economico e occupazionale della città. Le incertezze sul futuro della Ferriera con il rischio concreto che mille operai perdano il posto, lo stato di sofferenza in cui versano le casse comunali, la crisi che mette in ginocchio comparti come l’edilizia e l’artigianato, stanno spingendo i vertici del partito – Renzo Tondo e il suo vice Luca Ciriani in testa -, a guardare il rigassificatore da una prospettiva diversa: non più come male assoluto, bensì come potenziale opportunità. Una soluzione in grado prima di tutto di creare lavoro: sia nell’immediato (le stime parlano di 30-40 addetti da impiegare nella costruzione e nella manutenzione dell’impianto), sia in prospettiva.

La presenza del terminal gnl infatti, è il ragionamento fatto durante dai pidiellini durante la riunione in terra friulana, potrebbe attrarre nuovi insediamenti industriali, interessati ai benefici prodotti dalla catena del freddo. Ecco quindi spiegata anche la frase pronunciata a Udine da Renzo Tondo, riferita da più un partecipante all’incontro: le difficoltà della Ferriera potrebbero spingere una parte della popolazione di Trieste ad accettare in questo momento l’ipotesi rigassificatore.

Uno spunto a cui si è aggiunto anche l’invito fatto da Ciriani ai colleghi di partito a prendere rapidamente una posizione sul tema. I tempi infatti, ha evidenziato il vice di Tondo, stringono e il parere definitivo della Regione, che confida di conoscere al più presto anche l’opinione del ministro all’Ambiente Clini, dovrà obbligatoriamente arrivare entro i primi di maggio. Di qui la necessità di accelerare la riflessione e di inserirla, come detto, nel mutato quadro economico. «Il ragionamento fatto a Udine – commenta Maurizio Bucci – è in linea con quello esposto dal presidente degli Industriali Sergio Razeto. Il rigassificatore può produrre positive ricadute occupazionali. In più, a differenza della Ferriera, non inquina. Un aspetto che va comunicato efficacemente».

Non si pensi però ad un verdetto già emesso: il dibattito è appena iniziato. «Il terminal sarà al centro di incontri specifici – si affretta a precisare Piero Tononi -. L’indicazione, per ora, è analizzarne ogni elemento senza abbandonarsi a chiusure, ma neanche ad entusiasmi, aprioristici». «Essenziale – osserva Piero Camber – sarà mettere sul piatto costi e benefici. Va chiarito cosa Gas Natural è disposta a dare alla città in termini di compartecipazione al gettito fiscale, royalties e investimenti». «La crisi in atto a Trieste è tale – osserva Bruno Marini – che anch’io, da sempre contrario al rigassificatore, oggi ho forti dubbi. Mi chiedo se sia moralmente accettabile da parte chi ha responsabilità politiche dire no ad un progetto che non risolverà tutti i problemi, ma almeno potrebbe diventare una valvola di sfogo».

Rigassificatore: scontri in vista delle elezioni regionali?

 

Da Il Piccolo del 17 febbraio 2012

No al rigassificatore, il Pdl a muso duro contro Tondo

Bucci: Ciriani vuole l’impianto perché lo fanno qui e non nella “sua” Pordenone

Tononi: governatore stupito? Disattento. Ma l’assessore Brandi: niente divergenze

 

di Maddalena Rebecca

Il governatore Renzo Tondo esprime stupore per l’esito del voto? «Si vede che era disattento, perché le nostre posizioni erano note già da tempo». Il suo vice Luca Ciriani va giù ancora più duro, parlando di scelta irresponsabile? «Dice così solo perché il rigassificatore è previsto a Trieste e non nella “sua” Pordenone».

Bastano queste due stoccate firmate Piero Tononi e Maurizio Bucci a rendere l’idea del clima di tensione, o quanto meno di forte imbarazzo, che si respira in queste ore in casa Pdl. Il deciso no al progetto di Gas Natural espresso lunedì sera in Consiglio comunale ha innescato una sorta di lotta intestina: vertici regionali da un lato, coordinamento provinciale dall’altro. E se si pensa che di quell’organismo fanno parte tra gli altri due assessori della squadra Tondo, Sandra Savino e Angela Brandi, appare fin troppo evidente la difficoltà nel ricomporre la frattura.

La consegna, tra i diretti interessati, pare tuttavia essere quella di ridimensionare il caso politico. «Le distanze sono legate solo alla diversa conoscenza del problema – commenta Piero Camber -. Ciriani ha la delega all’energia solo da un anno e mezzo, mentre noi eletti triestini seguiamo la partita dal 2006. In questi sei anni ci siamo resi conto di avere come interlocutori dei desaparecidos che non hanno dato alcuna certezza sulle ricadute economiche per la città dell’operazione gnl. La giunta Tondo invece – conclude Camber – non ha ancora ben capito con chi ha a che fare».

«Dal coordinamento provinciale – osserva Piero Tononi – non è uscita una contrarietà a priori al rigassificatore, bensì la convinzione di doverne approfondire diversi aspetti. Chiediamo le stesse garanzie che chiederebbe Ciriani se l’impianto, anziché a Trieste, venisse realizzato a Fiume Veneto. Spero che la giunta regionale riesca a far cadere le nostre perplessità, e auspico che presidente e vicepresidente non compiano l’errore di ignorare l’orientamento espresso dal territorio».

Orientamento che, fanno capire i triestini eletti in Regione nelle fila del Pdl, verrà difeso a spada tratta. «Quando è stata data scarsa attenzione alle istanze di Trieste, l’abbiamo sempre fatto notare, senza tirarci mai indietro – puntualizza Maurizio Bucci che, dopo aver votato no al rigassificatore, auspica ora un’identica linea dura sulla Ferriera – . Troppo facile dire che Trieste sbaglia se sei uno, come Ciriani, che abita a Pordenone e non rischia nulla. Quanto allo stupore di Tondo, faccio notare che tante volte siamo rimasti noi di stucco davanti alle sue decisioni. Come si dice, “una volta cori il can, una volta il levro”.

Unica voce fuori dal coro, quella di Bruno Marini. «Ciriani ha fatto affermazioni troppo forti, ma confesso di essere rimasto perplesso davanti al no al rigassificatore espresso in aula. So che la linea è uscita da una riunione del coordinamento provinciale, cui “colpevolmente” non ho partecipato, ma credo sarebbe stata preferibile un’astensione. In ogni caso – conclude -, quando inizierà il confronto in Regione, l’ultima parola dovrà spettare a consiglieri e assessori di Trieste».

Un auspicio che troverà soddisfazione da parte della giunta? Da Sandra Savino e Federica Seganti, entrambe ufficialmente troppo prese da impegni istituzionali per riuscire ad intervenire sull’argomento, nessuna risposta. L’unica triestina dell’esecutivo regionale a non sfuggire la domanda è Angela Brandi, peraltro dichiaratamente favorevole al rigassificatore. «Le istanze di Trieste saranno presto analizzate nelle sedi opportune. Non esiste comunque alcuna divergenza tra i due livelli del partito. Del resto il fatto di pretendere garanzie per il territorio che dovrà ospitare l’impianto mi pare legittimo. Se poi gli esponenti triestini avranno o meno l’ultima parola nel confronto interno al Pdl – conclude Brandi – beh, questo bisogna chiederlo a Tondo e Ciriani».

 

Rovis: «Trieste non ha l’anello al naso e deve poter scegliere»

Non solo gli eletti nell’assemblea di piazza Oberdan. Ad alzare la testa e a rivendicare autonomia rispetto alle indicazioni dell’accoppiata Tondo-Ciriani, sono anche “semplici” consiglieri comunali. È il caso di Paolo Rovis che, all’indomani dell’attacco frontale di Luca Ciriani, pubblica sul suo blog un intervento dal titolo più che eloquente:

“Rigassificatore: Trieste non ha l’anello al naso”. «Il no del Pdl al progetto di Gas Natural è motivato e naturale – sostiene Rovis -. Per 7 anni abbiamo chiesto invano un’analisi costi/benefici dell’operazione. E visto che a Trieste non abbiamo l’anello al naso né la sveglia al collo, abbiamo votato contro. Un voto coerente anche da un punto di vista politico visto che contro il rigassificatore si era espresso già in campagna elettorale anche Roberto Antonione, indicato dallo stesso Tondo come “ candidato sindaco ideale”.

Ancora più dura la replica di Un’Altra Trieste: «I toni di Ciriani sono inaccettabili – commenta Franco Bandelli -. Anziché offendere, il vicepresidente farebbe bene a prendere atto che a Trieste non vogliamo il rigassificatore. Gli consigliamo pertanto di trovarsi un’altra battaglia da sposare».

 

 

Da Il Piccolo del 16 febbraio 2012

 

Rigassificatore, l’ira della Regione Ciriani: «Comune irresponsabile»

 

Un “no” indigesto. La Regione non manda giù il boccone politicamente trasversale servitole, quasi all’unanimità, dal Consiglio comunale con il parere negativo al progetto del rigassificatore di Zaule. Un boccone molto pesante, condito da 37 voti allineati fra maggioranza (compatta) di centrosinistra e opposizione con il centrodestra e i “grillini”, due sole astensioni (Carlo Grilli della Lista Dipiazza e Michele Lobianco del Fli) e altrettanti non votanti perché usciti prima dall’aula (l’ex primo cittadino Roberto Dipiazza e l’ex Pdl Roberto Antonione). Nessun contrario alla delibera che certifica la posizione del Comune di Trieste. Due giorni dopo, i vertici regionali rompono il muro di silenzio dietro cui si erano trincerati martedì e fanno sapere di non aver apprezzato affatto.

Se il governatore Renzo Tondo non va oltre un «mi stupisce» registrato e diffuso dai microfoni Rai del Tg regionale, il suo vice Luca Ciriani tuona. Una bufera di considerazioni. La premessa lo annuncia: sul voto il numero due della Regione ha una posizione dichiaratamente «critica». Poi gli interventi a gamba tesa sul Consiglio comunale triestino: «Ritengo che l’amministrazione di Trieste abbia preferito inseguire un facile e immediato consenso popolare rispetto alla possibilità di approfondire, porre condizioni, discutere sulle potenzialità dirette e indirette di un impianto di questo tipo». Duro Ciriani, che accantona la diplomazia e bolla il Comune come, a suo dire, colpevole di «una forte mancanza di senso di responsabilità nei confronti della città. Negare è sempre semplice, soprattutto quando porta con sè facile consenso. Ma la via più facile non è sempre la migliore».

Ciriani, che assieme a Tondo aveva recentemente invitato i colleghi di partito del Pdl a valutare l’ipotesi rigassificatore alla luce dell’evoluzione del contesto economico-occupazionale, ribadisce la necessità di una riflessione su «quali siano le prospettive per il futuro nel settore industriale, quale l’indotto, quali i piani concreti di sviluppo. Non bisogna svendere il territorio, ma nemmeno cristallizzarlo, soprattutto quando si parla di aree degradate, inquinate e inutilizzate, già esistenti in un contesto industriale». Com’è quella dell’ex Esso su cui il colosso spagnolo dell’energia, Gas Natural, vorrebbe realizzare l’insediamento.

Proprio Gas Natural non si scompone di fronte al nuovo “no” del Comune, il terzo dopo quelli datati 2006 e 2007. «Gas Natural Rigassificazione Italia prende atto del parere espresso dal Consiglio comunale – esordisce la nota diffusa dalla società -. L’Azienda sottolinea però che il progetto definitivo, depositato nel settembre 2011, è un progetto nuovo, capace di dare risposte concrete ai dubbi emersi in precedenza». Collegandosi probabilmente alle accuse di “assenza” piovutele addosso da consiglieri comunali di maggioranza e d’opposizione, e dal sindaco Roberto Cosolini, Gas Natural si dichiara poi aperta al dialogo, confermandosi nel contempo lontana da tentennamenti sulla strada imboccata. Alla società iberica non sarà mai sfuggito che il parere del Comune, nonostante sia politicamente pesante, è sì obbligatorio ma ha valore solo consultivo. Non vincolante. «L’azienda – recita il comunicato – ribadisce la propria disponibilità nel fornire a tutti gli enti interessati ogni ulteriore chiarimento ritenuto necessario o opportuno e conferma la propria fiducia nei confronti di tutte le istituzioni coinvolte rimanendo aperta a ogni tipo di confronto diretto, nella piena convinzione che questo progetto genererà valore per il territorio locale e aumenterà la sicurezza nell’approvvigionamento di gas dell’intero Paese».

Sul piano politico, che la Regione oggi non possa più far leva sull’allineamento dei pianeti in piazza Unità è evidente, ma le parole di Tondo-Ciriani e il voto del Pdl in Comune mettono in luce anche la diversità di vedute all’interno del principale partito del centrodestra. Cosa che lascia il coordinatore regionale Isidoro Gottardo «del tutto indifferente», considerato che «è chi governa ad avere la responsabilità delle scelte. E il sindaco ha la sua visione». Il capogruppo Pdl in Consiglio comunale Everest Bertoli intanto conferma una volta di più la «contrarietà alla proposta così come oggi prospettata. La società proponente non ha fornito i chiarimenti e le garanzie richieste per sicurezza, ambiente e impatto sul nostro territorio». L’unico iscritto al Pdl che in Comune pare viaggiare sulla stessa linea di Tondo e Ciriani è Roberto Dipiazza, l’ex sindaco, il quale però in Municipio è eletto con la lista civica che porta il suo nome. E non si riconosce nel Pdl triestino.

 


Ribadito, con emendamento di Ravalico (Pd), il contenuto già inserito nelle direttive al nuovo Prg

 

Sarà altresì esclusa la costruzione sul territorio comunale di infrastrutture di trasporto, come le linee ferroviarie Av/Ac, qualora comportino impatti non sostenibili sull’ecosistema carsico e sui fenomeni carsici ipogei ed epigei». Questo passaggio compare in uno degli emendamenti, fatti propri dalla giunta e quindi divenuti parte integrante del documento, alla delibera sul parere negativo al progetto del rigassificatore di Zaule, approvata dal Consiglio comunale. «Richiama, riportandolo pari pari – chiarisce il firmatario dell’emendamento Mario Ravalico del Pd -, il testo presentato da Marino Andolina (Fds, ndr) e approvato all’interno delle direttive del nuovo Piano regolatore». Ripete e quindi rafforza il concetto. Una sorta di “mezzo altolà”, non uno stop netto.

L’emendamento di Ravalico non è sfuggito in aula, nella notte fra lunedì e martedì, al pidiellino Paolo Rovis: «Mi è sembrato inopportuno – afferma il consigliere d’opposizione -. Non c’entra nulla con il rigassificatore. È inutile specificare poi la questione del “non sostenibile” perché tutti i progetti passano per le valutazioni ambientali. Noi siamo favorevoli alla realizzazione della Tav, con le giuste cautele ovviamente».

«Non è un no alla Tav. Fermo restando che non credo la vedremo nel periodo di vigenza del nuovo Piano regolatore», si affretta a specificare il sindaco Roberto Cosolini. Che approfondisce: «Il potenziamento delle strutture ferroviarie resta per noi una priorità. Quel passaggio rinnova un principio: la valutazione dell’impatto ambientale di un’opera va fatta sempre seriamente».

Pare che all’epoca, la prima versione dell’emendamento Andolina alle direttive del nuovo Prg facesse riferimento a «impatti rilevanti sull’ecosistema carsico» invece del definitivo «impatti non sostenibili». La concertazione politica ha poi aggiustato il tiro.

L’assessore regionale a Infrastrutture e trasporti Riccardo Riccardi prende atto di quanto accaduto in Consiglio comunale e rimane prudente: «Mi riservo di leggere il documento». Per poi ripassare i contorni della vicenda Tav: «La rete dell’Alta velocità fa parte dell’elenco delle opere strategiche del governo. L’intesa sulla localizzazione è di competenza della Regione mentre i Comuni solamente partecipano alla fase istruttoria». Sulla definizione del tracciato, conferma Riccardi, «stiamo ancora lavorando», segnatamente «per renderlo meno impattante». L’assessore assicura poi che ci sarà «dialogo con i Comuni. Sull’ultima ipotesi del tracciato c’era stata la condivisione dell’allora sindaco Dipiazza». I tempi (politici) sono cambiati. In Regione c’è sempre il centrodestra al timone, in Comune guida dalla fine del maggio scorso il centrosinistra. E allora: «Sarà mia cura – promette Riccardi – approfondire il tema con Cosolini». (m.u.)

 

 

 

Rigassificatore/ «Carenze nel progetto»

da Il Piccolo del 1 marzo 2012

 

«Carenze nel progetto del rigassificatore nella baia di Muggia»

Il tavolo tecnico che analizza gli studi di Gas natural ha presentato le sue controdeduzioni in un’assemblea

 

MUGGIA

“Carenze e artifici progettuali su sicurezza e inquinamento del Terminale di ricezione e rigassificazione Gnl Zaule-Trieste sono presenti anche nella documentazione del nuovo progetto di Gas Natural”. Questo il nuovo monito del Tavolo tecnico rigassificatore che ieri nel corso dell’incontro-dibattito promosso dal Comune di Muggia al teatro comunale Giuseppe Verdi ha divulgato le ultime news sul progetto che andrebbe a riflettersi anche sulla baia muggesana.

Effetto domino

Uno dei punti chiave è la sicurezza che l’impianto di rigassificazione metterebbe a repentaglio tramite gli ipotetici incidenti industriali a catena, incendi ed esplosioni con conseguenze sulla sicurezza pubblica che potrebbero venir innescati – è il cosiddetto “effetto domino” – sia dal rigassificatore e dalle navi gasiere. L’attuale progetto definitivo presentato da Gas Natural è “privo di un rapporto di sicurezza credibile”.

Esso “esamina il progetto preliminare del Terminale, ossia quello precedente, caratterizzato dalla confusione determinata dal posizionamento dei serbatoi, disegnati ora a destra ora a sinistra delle apparecchiature di processo”, spiega il Tavolo.

Anche lo studio geotecnico appare errato. E gli anonimi estensori del nuovo Rapporto di Sicurezza mettono le mani avanti scrivendo che “progettare impianti di Gnl in modo da assicurare livelli di rischio generalmente accettati per la vita e la proprietà all’interno e all’esterno del perimetro degli stessi è obiettivo oneroso”, e che la loro analisi “contiene un elenco non esaustivo degli scenari di rischio”.

Incompatibilità porto

I tecnici del Tavolo hanno verificato le prescrizioni emanate dalla Capitaneria di Chioggia per il rigassificatore a mare di Porto Viro e quelle emanate a livello internazionale in anni recenti. “In nessun caso sono state prescritte distanze di interdizione alla navigazione, da navi gasiere in manovra o in scarico, inferiori ai 450 metri”. In più, viene prescritta una “fascia di mare larga il doppio sempre sgombra per consentire alla gasiera – in caso di incidente – di allontanarsi senza rimorchiatori”. A Trieste, tali distanze di interdizione includerebbero “tutto il canale navigabile fra la diga e Muggia, accesso al molo VII compreso, bloccando i pontili della Siot, procurando non meno di 220 giorni all’anno di fermo del porto industriale (2 giorni per ognuna delle 110 navi gasiere all’anno)”. E anche “il nuovo terminal traghetti Aquilinia-Noghere nascerebbe morto, per non parlare della pesca e del turismo”.

Clorazione acqua

Gli impianti di rigassificazione moderni minimizzano i danni all’ambiente non utilizzando il mare per riscaldare il gas liquido e portarlo allo stato aeriforme. L’impianto di Trieste invece prevede “un impiego massiccio dell’acqua marina”.

Siccome i numerosi organismi presenti colonizzerebbero rapidamente le superfici interne delle tubature dell’impianto, ostruendole, le acque in entrata devono venire preventivamente sterilizzate. “Gas Natural sceglie di farlo con composti del cloro, estremamente tossici per batteri e plancton, uova, larve, avannotti, eliminando interi anelli della catena alimentare e restituendo al mare sostanze chimiche tossiche per gli animali e per l’uomo, sostanze che permangono a lungo nell’ecosistema marino, accumulandosi progressivamente nell’acqua e nel pesce”.

Temperature baia

“I rapporti DHI del 2008 e 2011 continuano a considerare il comportamento della baia solo nelle prime ore di funzionamento dello scarico, mentre occorrerebbe simulare la situazione dopo 1 o più anni”. I consulenti di Gas Natural scrivono che “a mille metri dallo scarico la differenza di temperatura non supera i 3 °C”, affermazione “equivoca” perché lascia intendere che i 3 °C non verranno superati con l’impianto funzionante a regime (dopo anni, non dopo ore). Per il Tavolo “si sarebbe dovuto calcolare, invece, l’andamento delle temperature (e della clorazione con formazione di cloroderivati) nel corso dei mesi e degli anni”.

Ennesima riprova – è stato detto ieri a Muggia – “di un progetto carente che continua a non convincere”.

Via libera al terminal off-shore nel golfo di Trieste

da bora.la

Via libera al terminal off-shore nel golfo di Trieste. Lo annuncia la stampa slovena

L’annuncio arriva dalla stampa slovena: “L’Italia ha approvato la valutazione di impatto ambientale relativa al terminal off-shore e al gasdotto Trieste-Grado-Villesse”. Nessun notizia in merito, invece, sul sito del Ministero dell’Ambiente, dove ad oggi la pubblicazione delle Via è aggiornata al 5 luglio scorso.

Questo il testo dell’agenzia battuta oggi dalla Sta: “L’Italia ha approvato la costruzione di un terminal off-shore nel golfo di Trieste e del gasdotto Trieste-Grado-Villesse. All’opera si sono opposti gli ambientalisti sloveni e italiani. La Slovenia deciderà per un eventuale azione contro il rigassificatore una volta esaminata la documentazione completa”.

Capodistria e Pirano: «No al rigassificatore nel golfo di Trieste»

da Il Piccolo

 

Capodistria e Pirano: «No al rigassificatore nel golfo di Trieste»

E i Verdi chiedono al governo sloveno di impedire che la Barcolana, sponsorizzata da Gas Natural, sconfini

di Franco Babich

CAPODISTRIA

«Il rigassificatore off-shore a Trieste non s’ha da fare». I sindaci di Capodistria e Pirano hanno reagito duramente alla notizia del via libera definitivo dell’Italia al progetto del terminal nel golfo e a quello del gasdotto Trieste–Grado–Villesse. In attesa che Lubiana decida le contromosse ufficiali – il ministro dell’Ambiente Roko Zarnic non ha escluso la possibilità di citare l’Italia a giudizio di fronte alla Corte europea – i primi cittadini delle due città costiere hanno fatto capire molto chiaramente che continueranno con la loro battaglia per impedire la costruzione del rigassificatore.

«Il Comune di Capodistria è stato molto chiaro: non ci devono essere rigassificatori né nel golfo di Capodistria né in quello di Trieste. Non abbiamo nessuna intenzione di cedere e faremo anche in futuro tutto quello che sarà possibile per bloccare la costruzione dei terminal, sia in mare sia sulla terraferma» ha dichiarato il sindaco di Capodistria Boris Popovic, secondo cui il parere positivo ai rigassificatori è la conferma che le cose vengono decise da Roma senza tener conto del parere delle autorità locali e della contrarietà espressa dalla stessa regione Friuli-Venezia Giulia. «Il turismo è la nostra principale risorsa, per cui non possiamo in alcun modo accettare la costruzione di una bomba ecologica davanti alla nostra costa», si legge invece nel comunicato sottoscritto dal sindaco di Pirano Peter Bossman.

Per Bossman, il via libera del Ministero dell’ambiente italiano è assolutamente incomprensibile, considerata la posizione dei comuni che si affacciano sul Golfo di Trieste e tutto quello che è stato detto sui rischi ambientali legati al terminal. Per Popovic, la cosa che ora deve essere fatta è coinvolgere anche altri soggetti, compreso il comune di Trieste, nella causa contro il Ministero dell’ambiente italiano che ha dato parere positivo ai due progetti, terminal off shore e gasdotto. Sugli sviluppi della vicenda si è pronunciata pure l’organizzazione ambientalista Alpe Adria Green. Il suo presidente Vojko Bernard ha annunciato che inviterà il governo sloveno a impedire che la Barcolana – sponsorizzata da Gas Natural, la società spagnola interessata a investire nel rigassificatore – sconfini nelle acque territoriali slovene. «Se l’esecutivo non raccoglierà questo invito, ha aggiunto Bernard – invieremo lo stesso appello agli abitanti dei comuni circostanti e fermeremo la Barcolana da soli». Gli attivisti di Alpe Adria Green invieranno inoltre alla Commissione europea un nuovo ricorso contro la costruzione di un rigassificatore nel golfo di Trieste.