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UDINE/ Università: occupato il Rettorato

Il sito degli studenti universitari

 

Messaggero Veneto 26 novembre

Udine, gli studenti occupano
a oltranza il rettorato

università

Da ieri il rettorato dell’ateneo friulano è occupato giorno e notte dagli studenti. La protesta contro la riforma Gelmini è entrata nel vivo anche a Udine. Un centinaio di studenti, qualche docente e altrettanti ricercatori hanno deciso di unirsi alle proteste pacifiche che stanno portando sui tetti tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’università.

Università, gli studenti occupano a oltranza il rettorato di Udine

La decisione presa in un’assemblea ai Rizzi alla quale hanno partecipato anche alcuni docenti e ricercatori. E Honsell attacca la Lega: «Dove sono i soldi che aveva promesso? Il rettore Compagno non si lasci illudere»
di Giacomina Pellizzari
Gli studenti presidiano il rettorato dell’Università di Udine Gli studenti presidiano il rettorato dell’Università di Udine

UDINE. Occupato. Da ieri il rettorato dell’ateneo friulano è presidiato giorno e notte dagli studenti. La protesta contro la riforma Gelmini è entrata nel vivo anche a Udine. Un centinaio di studenti, qualche docente e altrettanti ricercatori hanno deciso di unirsi alle proteste pacifiche che stanno portando sui tetti tutto coloro – come è stato sottolineato nell’assemblea organizzata ieri mattina ai Rizzi – che hanno a cuore il futuro dell’università.

Un futuro che non può essere caratterizzato dai tagli ai finanziamenti, dalla cancellazione del ricercatore a tempo indeterminato e dai privati nei vertici degli atenei. Questi i punti della riforma Gelmini contestati dagli studenti che respingono «le accuse mosse dal ministro di essere complici dei “ baronati”. Vogliamo il cambiamento – ripetono –, ma quello serio e condiviso». Per promuovere il cambiamento vero, gli universitari annunciano una riflessione sulla riforma e volantinaggi in centro città per informare la cittadinanza sui gravi problemi che affliggono l’università.

La protesta è scattata, ieri, alle 16. A quell’ora gli studenti si sono dati appuntamento nel cortile di palazzo Florio e con i sacchi a pelo al seguito sono saliti in rettorato. Qui si sono sistemati per trascorrere la notte. Lo stesso faranno nei prossimi giorni visto che sono decisi a far sentire le loro voci a oltranza. Questo a prescindere dalla protesta istituzionale promossa dal rettore, e non condivisa al 100% dall’assemblea dei Rizzi.

E mentre gli studenti ricevono le prime manifestazioni di solidarietà, tra queste quella del consigliere comunale Federico Pirone (Sel), al loro fianco si schiera il già rettore e oggi sindaco della città, Furio Honsell. Lo fa ricordando di essere stato il primo «a denunciare il danno che sta provocando il ministro Gelmini».

E ancora: «Sono scandalizzato dal fatto che dopo tutti i soldi che la Lega dice di aver portato all’università di Udine, il riparto del Ffo (Fondo di finanziamento ordinario) non sia ancora stato fatto. Il senatore Pittoni finora ha illuso l’università. Si è seduto al fianco del rettore in sede di presentazione del bilancio garantendo soldi e oggi si scopre che tutto ciò non è ancora vero».

E rivolgendosi al rettore Compagno, Honsell aggiunge: «Faccia la protesta istituzionale, ma non si faccia illudere dalla Lega».

(26 novembre 2010)

UDINE/ il funerale dell’Università

Infoaction reporter

Oggi si è svolta la processione funebre per la morte dell’università pubblica organizzata dal presidio permanente degli universitari al rettorato. Partenza alle 18 circa da palazzo Florio per arrivare in piazza libertà e tornare all’università passando per la fiera di Santa Caterina.
L’iniziativa, organizzata nel pomeriggio, ha attirato l’attenzione dei passanti che si sono fermati a sentire i discorsi, a informarsi e a leggere i volantini distribuiti dagli universitari.
All’iniziativa hanno partecipato anche una delegazione di studenti del Movimento Studentesco di Udine che si erano recati a Palazzo Florio per cercare una collaborazione tra studenti medi e universitari.

 

MV 28 novembre 2010

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«La riforma uccide l’università»
Gli studenti seguono il funerale

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«Stroncata da un riforma epocale l’università pubblica è morta». E gli studenti dell’ateneo friulano che da giorni occupano il rettorato, a palazzo Florio, hanno celebrato la cerimonia funebre. La protesta contro la riforma Gelmini è andata in scena, ieri pomeriggio, nel corso del sit-in organizzato dagli universitari in centro e tra le bancarelle della fiera di Santa Caterina.

 

«La riforma uccide l’università» e gli studenti celebrano il funerale

Manifestazione in centro e fra le bancherelle di Santa Caterina con gli allievi della Nico Pepe. E la gente applaude
di Giacomina Pellizzari

 

UDINE. «Stroncata da un riforma epocale l’u niversità pubblica è morta». E gli studenti dell’ateneo friulano che da giorni occupano il rettorato, a palazzo Florio, hanno celebrato la cerimonia funebre. La protesta contro la riforma Gelmini è andata in scena, ieri pomeriggio, nel corso del sit-in organizzato dagli universitari in centro e tra le bancarelle della fiera di Santa Caterina. Al fianco della bara nera di cartone anche una quindicina di attori dell’Accademia Nico Pepe che hanno drammatizzato le esequie dell’università, solidarizzando con gli studenti.

A piangere l’università c’erano dottorandi, assegnisti, borsisti, ricercatori, professori, ma soprattutto studenti che lungo le vie del centro hanno annunciato la morte dell’università. Chiaro l’i nvito sul manifesto listato a lutto: «Non fiori, ma voti contrari». Questo per invitare i deputati a votare, martedì alla Camera, contro il disegno di legge che taglia la figura del ricercatore a tempo indeterminato e che apre le porte ai privati.

Se l’obiettivo era quello di attirare l’attenzione della gente, gli studenti hanno fatto centro. In via Mercatovecchio, in piazza Libertà, in via Manin e in piazza Primo maggio, il “corteo funebre” con tanto di veli neri e ragazze addolorate, ha urlato i motivi del “decesso”: ovvero le «politiche miopi e campanilistiche verso ricerca ed istruzione, i tagli dei fondi statali al sistema universitario, lo sfruttamento dei ricercatori come docenti usa e getta e il blocco del turnover». La lettura dell’elenco è stata intervallata da ripetuti «amen». E la gente ha risposto non solo fermandosi ad ascoltare i punti nei della riforma, ma anche accompagnando la cerimonia con tanto di applausi.

Gli studenti da giovedì pomeriggio occupano il rettorato. A palazzo Florio, ieri mattina, hanno ricevuto la visita degli artisti Giancarlo Velliscig, Claudio De Maglio, Carlo Tolazzi e del direttore d’orchestra Davide Pittis, tutti solidali con i manifestanti proprio perché si sentono nelle medesime condizioni. «Anche noi siamo colpiti dai tagli alla cultura» ha sottolineato De Maglio invitando una delegazione di universitari a prendere la parola nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico della Nico Pepe fissata per martedì.

 

Nel corso del confronto, gli artisti hanno voluto sapere come si pone l’istituzione nei confronti della protesta. «Con il rettore che, nonostante sia consigliere del ministro si dichiara contro la riforma e i tagli ai finanziamenti, il dialogo c’è. In ogni caso, dopo il 30 novembre valuteremo se continuare a seguire o meno questo percorso» ha riposto Joshua Cesa, mentre Federico Pirone ha assicurato che la loro «è una condanna forte al disegno di legge Gelmini. Non è una protesta per avere più risorse a Udine – ha ribadito Pirone –, bensì contro la riforma».

Sabato notte, dopo la mezzanotte, anche il sindaco, Furio Honsell, ha portato la sua solidarietà agli studenti intenzionati a proseguire nella protesta sicuramente fino a martedì. Giorno in cui la Camera dovrebbe votare la riforma.

SCUOLA/ Verso lo sciopero degli studenti dell’8 ottobre

La scuola riprende a muoversi.  Dopo la manifestazione del 22 settembre degli insegnanti autoconvocati,  per l’8 ottobre è previsto lo sciopero degli studenti.

Intanto pubblichiamo un contributo di valutazione su come si stanno muovendo le cose ad Udine.

 

LA PROTESTA NELLE SCUOLE,  IL MESSAGGERO VENETO E I DIRITTI SINDACALI
La mobilitazione nelle scuole e nelle università contro la “riforma” Gelmini cresce. È un dato politico importante. È però interessante vedere come questi eventi vengano letti dalla stampa, in particolare locale.
Il Messaggero Veneto dedicava, il 23 settembre, due colonnine all’happening dei “duecento” docenti autoconvocati (la valutazione numerica è dello stesso MV) e una buona metà dell’articolo era dedicata all’intervento del Sindaco e alla passerella delle altre “celebrità” presenti.

Il 30 settembre lo stesso quotidiano dedica alla protesta in piazza di alcune “decine di insegnanti” della CGIL (le cifre sono del MV, non nostre) uno spazio più che doppio con richiamo in prima pagina.
Dallo stesso quotidiano veniamo a sapere di “affollate assemblee” in orario di lavoro tenute dal sindacato autonomo Gilda e dalla CGIL (in quest’ultima ha imperversato l’onnipresente Honsell).

Nessuno si preoccupa però ovviamente di ricordare che a partire dal “decreto anticobas” del 1997 (fortemente voluto da CGIL CISL UIL) non solo la possibilità di ricorrere all’arma dello sciopero è stata fortemente limitata nel pubblico impiego ma lo stesso diritto di indire assemblee in orario di lavoro è stato riservato ai soli “sindacati maggiormente rappresentativi” (ovvero le stesse CGIL CISL UIL più pochi altri fortunati) sottraendole così alle organizzazioni sindacali di base.
Inoltre il diritto di indire un’assemblea non appartiene ai lavoratori ma, per legge, è un diritto “del sindacato”: neppure il 100 % dei lavoratori di un’impresa ha il “diritto” di indire un’assemblea.
Conclusioni: il confronto sindacale è bello, l’importante e che gli interlocutori (e possibilmente anche le conclusioni) siano già stati predefiniti dall’alto…

Mauro

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MV GIOVEDÌ, 30 SETTEMBRE 2010
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Pagina 3 – Udine

Solidarietà con tutti i lavoratori, a partire dai metalmeccanici

Striscioni e vuvuzelas, insegnanti in piazza

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Protesta contro il precariato e l’impoverimento dell’istruzione pubblica

L’OBIETTIVO

SCUOLAx

In mattinata un’affollata riunione degli iscritti Cgil al Palamostre La segretaria provinciale Gallo: «Il nostro volontariato è finito»

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Scuola, università e ricerca: insegnanti ieri in trincea al suono delle vuvuzelas. Protestano contro il precariato e l’impoverimento dell’istruzione. Prima un’affollata riunione degli iscritti alla Cgil, al Palamostre, ha sancito l’unione delle tre realtà e il prossimo passo sarà quello di coinvolgere anche l’opinione pubblica. Nel pomeriggio, invece, manifestazione in piazza Matteotti con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione. Decine di insegnanti con striscioni, fischietti e le famose vuvuzelas, le assordanti “trombette” dei mondiali di calcio in Sudafrica.
La protesta in centro è avvenuta con “flash mob” informativi: tutti immobili per tre minuti al suono delle vuvuzelas e poi immersi nella folla a spiegare le motivazioni dell’iniziativa. La moda arriva da oltre oceano, ma gli insegnanti hanno saputo coniugarla a un messaggio spiegato all’interno dei “fiori della Costituzione”, piccoli doni con allegato un messaggio di Pietro Calamandrei, membro dell’assemblea Costituente e gli articoli della Costituzione riguardanti la scuola e il diritto allo studio.
La manovra d’azione proposta dagli insegnanti è semplice. «Limitare i nostri compiti al contratto di lavoro nazionale – ha spiegato Franca Gallo, segretario provinciale Flc  Cgil -. Basta con le ore di supplenza non retribuite, basta con gli spezzoni orari e basta con le visite d’istruzione. Il volontariato è finito». Fondamentali, in questo processo, saranno le riunioni dei collegi docenti in programma nelle prossime settimane. «È quella la sede di confronto con i colleghi per cercare di fare emergere il disagio», ha proseguito Gallo.
Il prossimo passo è la solidarietà con tutti i lavoratori, iniziando dai metalmeccanici: «Il 16 ottobre a Roma gli operai Fiat manifesteranno per difendere il posto di lavoro – ha sottolineato Gabriele Donato, portavoce del Coordinamento precari della provincia di Udine -, dovremmo essere al loro fianco. Dimostriamo ai genitori e ai dirigenti che se le cose funzionano, lo fanno soltanto per la nostra buona volontà. Ma ora è finita». Grande applauso della sala. «È importante parlare con i genitori – ha continuato Silvia, insegnante di ruolo al liceo scientifico Magrini di Gemona – per fare capire quello che succede. Sono mamma di tre studenti e grazie al lavoro dei colleghi, fino a ora non mi sono accorta dei tagli». E un’assenza ha fatto molto rumore: «Mancano i dirigenti – ha evidenziato l’insegnante di Gemona -. Dovrebbero comprendere che questa è una battaglia comune». Il precariato nel mondo della scuola tocca il 25 per cento del personale docente, percentuale che sale negli atenei. «Nel 35 per cento dei casi a insegnare sono i ricercatori – ha detto Fabiano Miceli, ricercatore del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali –. Dal 1980 questa figura sta attendendo il riconoscimento dello status giuridico. E molti, dagli anni Novanta, fanno i professori di fatto, ma senza il riconoscimento della professionalità. E il modello Gelmini non risolve la situazione, anzi, la peggiora vanificando il lavoro di anni».
Preoccupato per la qualità della scuola friulana, anche il sindaco Honsell ha preso la parola durante la riunione al Palamostre: «Tutti i cittadini si devono rendere conto che la scuola sta subendo un attentato. A sollevarsi non deve essere soltanto il popolo della scuola, ma tutti i friulani e gli italiani. La scuola friulana è eccellente e dovrebbe essere presa da modello al ministero. Invece, ogni giorno, vedo azioni che vanno nel senso opposto». Intervenuti al dibattito anche l’assessore all’istruzione Kristian Franzil e il consigliere delegato del sindaco alle problematiche nelle scuole, Gregorio Torretta. Intanto sono già stati distribuiti 30 mila volantini nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro per intercettare soprattutto i genitori e per sensibilizzare il maggior numero di cittadini ai problemi sopraggiunti con l’applicazione della riforma Gelmini.
Michela Zanutto

SCUOLA/ Informazioni sullo sciopero dell’8 ottobre

Sullo sciopero con corteo dell’8 ottobre

Organizzato dal Movimento Studentesco di Udine, contro la riforma Gelmini.

Partenza da Piazzal Cavedalis alle 8 e da Piazza Primo maggio alle 8.45… arrivo alle 10.30 circa in Piazza Venerio (successivamente microfono aperto)

SCUOLA UDINE/ Volantino per l’8 ottobre + Foto manifestazione

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Udine: 1000 studenti in corteo.

E’ stata una manifestazione molto bella e spontanea con un’assemblea finale, in Piazza Venerio, durante la quale c’è stata una dozzina di interventi da varie scuole.
Auspichiamo che gli studenti sappiano coltivare  i significativi elementi di novità che sono emersi dalla manifestazione.

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STUDENTI UDINE/ Rassegna Stampa

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Foto in prima pagina del Messaggero Veneto

 

 

SABATO, 09 OTTOBRE 2010 Pagina 2 – Udine
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Centinaia di ragazzi di superiori e ateneo con i precari hanno fatto sentire la loro voce

«Questa non è una riforma, solamente tagli»

Striscioni e fischietti per il “No Gelmini day” Honsell con gli studenti

IL SINDACO

LA PROTESTAx

Il serpentone dal centro studi a piazza Primo maggio, i discorsi finali in piazza Venerio Gli organizzatori lanciano l’allarme: situazione di forte degrado in ogni istituto

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Al grido-slogan “Siamo una marea di conoscenza, seppelliamo questa ignoranza”, il No Gelmini day ha riempito anche le piazze di Udine. All’appello, promosso dal Movimento studentesco, dagli Studenti medi organizzati, dal Gruppo protesta alternativa e dal Collettivo Liberamente, hanno risposto in moltissimi: un serpentone formato da oltre 500 ragazzi (c’è chi ne stima anche di più, fino a 600 o 700), ha attraversato le vie della città, dal centro studi a piazza Primo Maggio, per giungere fino a piazza Venerio fra musica, fischietti, striscioni (qualcuno a dire il vero dai contenuti piuttosto discutibili).
A sposare la protesta sono stati anche due gruppetti, uno di docenti precari e l’altro di alcuni universitari. Puntuale è giunta la solidarietà del sindaco di Udine, Furio Honsell ai giovani che hanno protestato. «Sono molto orgoglioso degli studenti sono scesi in massa in piazza – ha detto il primo cittadino. Come ho già affermato in passato, quella della Gelmini non è una riforma, ma sono soltanto dei tagli che non permettono alle scuole di proseguire nella loro attività di offerta formativa che così proficuamente hanno sviluppato negli anni passati. La sperimentazione didattica è l’anima della scuola. Qualunque riforma che soffochi l’autonomia è molto pericolosa soprattutto in un momento in cui invece si dovrebbe investire sulle nuove generazioni.
Bene dunque hanno fatto gli studenti a protestare. Sono dalla loro parte, perché questo Governo non investe assolutamente nella scuola. Il prezzo della crisi viene fatto pagare aumentando il numero dei disoccupati e tra questi i primi saranno proprio i giovani».
Moltissimi, come accennato, gli striscioni preparati dai ragazzi che sono scesi in piazza. Il filo rosso si dipanava fra l’attacco al ministro Mariastella Gelmini e la protesta contro i tagli operati al sistema scuola. La riforma, infatti, si sta facendo sentire non solo sugli studenti iscritti in prima superiore, ma anche sui loro compagni. Tutti lamentano una situazione generale di degrado degli istituti dove, in alcuni casi, mancano persino i gessi per le lavagne, saponi e carta igienica nei servizi. «Protestiamo contro la riforma Gelmini – ha spiegato Giovanni Lupieri del Movimento studentesco – perché dopo molti rinvii è entrata a pieno regime a nostre spese. Il risultato è una scuola che funziona male e su più binari paralleli. L’adozione delle ore da 60 minuti ha creato un piano orario assurdo, con ragazzi che finiscono lezione alle 14. Le sperimentazioni e quindi le specificità che rendevano celebri a livello nazionale le nostre scuole, non esistono più. Ma è l’aspetto economico che ha messo in ginocchio le scuole. Sono uno studente del liceo scientifico Copernico e, agli inizi di ottobre, non abbiamo più gessetti per scrivere sulle lavagne. Manca anche il denaro per pagare le supplenze. Il risultato è una scuola impoverita dove gli studenti non fanno più lezione perché mancano fisicamente gli insegnanti».
Tante le testimonianze susseguitesi al microfono, dal palco di piazza Venerio. Fra i ragazzi si poteva legge un’aria incredula, ma non certo rassegnata. Incredula perché le scuole hanno l’acqua alla gola, con precari, collaboratori scolastici e insegnanti sul piede di guerra da tempo. Sempre ieri, infatti, è iniziata la protesta indetta dalla Flc-Cgil e dall’Unicobas. Insegnanti e personale Ata incroceranno le braccia da qui e fino alle vacanze di Natale, con cadenza quindicinale, per una serie di scioperi, da attuare nella prima o nell’ultima ora di lezione, che riesca a portare la protesta al di fuori degli istituti, così da catturare l’attenzione delle famiglie e dell’opinione pubblica.
Michela Zanutto

 

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SABATO, 09 OTTOBRE 2010

Pagina 2 – Udine

«Tasse aumentate del 30% in pochi anni»

Gli universitari

Il taglio dei fondi all’istruzione ha colpito in modo pesante anche gli atenei e ieri, trincerato dietro a cartelli che puntavano il dito contro il ministro Bondi, c’era anche un gruppetto di universitari, studenti della facoltà di medicina. E sono stati loro stessi a dirsi «piuttosto dispiaciuti che la rappresentanza fosse tanto risicata». Dal 2006 a oggi  le tasse universitarie sono aumentate di più del 30%. Quattro anni addietro si sfioravano i mille euro, mentre «oggi il conto è salito a 1300 euro – spiega Ludovico Della Vedova, studente modello ammesso alla Scuola superiore dell’ateneo friulano – e si parla di altri possibili incrementi. L’istruzione sta diventando sempre più elitaria, ma al tempo stesso è tagliata nella sua essenza».
A fare le spese della riorganizzazione del mondo universitario sono le ore di lezione “frontale”: «Molti corsi sono stati accorpati con un’evidente flessione nel monte ore di lezione – ha spiegato il gruppetto di studenti della facoltà di medicina – fra l’altro in un contesto in cui vige un ferreo blocco delle assunzioni. Per questo la maggior parte dei nostri professori in realtà è assunto con un contratto da ricercatore. Stipendi inferiori per garantire la stessa qualità dell’offerta formativa. Riteniamo che i ricercatori abbiano tutti i diritti di rifiutare le ore di lezione».
Allo studio del governo c’è anche la ridefinizione formale della figura del ricercatore. «Vogliono ridurre una figura professionale estremamente preparata – ha chiosato il gruppo di studenti – alla pari di un qualunque altro disoccupato, costretto a contratti di tre anni rinnovabili per una sola volta, e poi gettato nella mischia di un concorso nazionale nella speranza dell’assunzione in veste di professore. La sola lternativa è l’emigrazione». (m.z.)

 

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SABATO, 09 OTTOBRE 2010 Pagina 1 – Udine

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Qualifica triennale con gli insegnanti soprannumerari

Copernico e Stellini: lezioni a pagamento

I due licei chiedono un contributo di 100 euro a famiglia per i corsi speciali di matematica e tedesco

PROFESSIONALI

La riforma Gelmini ha eliminato le sperimentazioni e i presidi non hanno fondi per assicurarle gratuitamente E allo scientifico Marinelli il blocco dei viaggi d’istruzione ha salvato francese, tedesco e spagnolo

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di GIACOMINA PELLIZZARI

«No alle lezioni a pagamento nella scuola pubblica». L’hanno urlato gli studenti in piazza per bocciare la riforma Gelmini che ha eliminato le sperimentazioni didattiche. E così se i liceali al primo anno vogliono seguire un corso di matematica intensificato o studiare il tedesco come seconda lingua devono versare 100 euro l’anno. Succede al Copernico e allo Stellini.
Nelle scuole dove l’orario della didattica è diminuito, gli insegnanti si rendono disponibili a garantire le sperimentazioni con lezioni a pagamento. E anche se il prezzo è “politico” le famiglie sono comunque costrette ad aprire i portafogli perché i tagli ai finanziamenti impediscono ai dirigenti scolastici di assicurare corsi extracurricolari gratuiti.
La circolare indirizzata agli studenti delle classi 1ªD e 1ªE dal dirigente scolastico del liceo scientifico Copernico, Andrea Carletti, parla chiaro: la sperimentazione con il potenziamento dell’Informatica e delle Scienze, per l’intero anno scolastico, costa 100 euro. L’importo dovrà essere versato con bollettino postale o bancario, mentre le ricevute dovranno essere consegnate all’ufficio alunni. «I professori di matematica si sono resi disponibili a integrare l’orario curricolare con un’ora in più a settimana offerta come proposta didattica ai genitori e, con l’approvazione del consiglio d’istituto, hanno progettato un’intensificazione del corso di matematica sulla linea delle vecchie strutture didattiche del piano nazionale di informatica» spiega Carletti, nel precisare che si tratta di una sesta ora al termine di una mattinata». Vale a dire 30 ore all’anno a 3 euro cadauna. Fatto notare che la ricaduta economica è minima, Carletto sostiene che, a questo punto, le vecchie sperimentazioni didattiche vengono trattate  come il corso per il conseguimento del patentino da sempre a pagamento.
Stesso copione al liceo classico Stellini dove per seguire due lezioni di tedesco a settimana i ragazzi pagano 100 euro l’anno. Questo perché la riforma Gelmini nei licei, tranne i linguistici ovviamente, ha eliminato l’insegnamento della seconda lingua straniera. Ma il Marinelli per fronteggiare questa situazione ha scelto un’altra strada. «Abbiamo deciso di garantire le lezioni gratis utilizzando il contributo annuale che le famiglie versano (90 euro) al momento dell’iscrizione. Non va dimenticato però che il giro di denaro si è potuto fare perché gli insegnanti, in segno di protesta contro la riforma, hanno bloccato i viaggi di istruzione. In passato, infatti, il budget accumulato grazie al contributo delle famiglie veniva utilizzato per pagare le spese di viaggio agli studenti meno abbienti. Ora questa necessità non c’è più anche all’istituto d’arte Sello e al Copernico dove i Collegi dei docenti, a larga maggioranza, hanno bloccato i viaggi d’istruzione e gli stage linguistici. Ma i problemi creati dalla riforma Gelmini non finiscono qui. Dalle super classi con oltre 30 studenti in aula un po’ ovunque, negli istituti professionali si passa all’eliminazione del diploma di qualifica. Al Ceconi questa possibilità permane solo perché vengono impiegati gli insegnanti di ruolo sopranumerari sempre per effetto della riforma.

SABATO, 09 OTTOBRE 2010 Pagina 1 – Udine

«Era l’unica strada per non impoverire l’offerta»

La dirigente del classico

La dirigente scolastica del liceo classico Stellini, Giovanna Marsoni, ha usato l’escamotage della certificazione europea per ovviare all’eliminazione della seconda lingua straniera scelta da 46 studenti della quarta ginnasio. Un’istanza che non avrebbe potuto trovare risposta nel piano dell’offerta formativa della scuola, ridotto di tutte le sperimentazioni intraprese negli anni per effetto della riforma dell’istruzione superiore. L’unica strada, dunque, per accontentare famiglie e studenti era quella dell’istituzione di un’ora suppletiva di lezione finalizzata alla certificazione europea (da attivare in un secondo momento con un esame al Goethe institut di Trieste).
Un abile espediente che impone un problema etico: la scuola pubblica dovrebbe essere accessibile a tutti, senza distinzione di reddito (anche se gli istituti cittadini, all’atto dell’iscrizione chiedono un obolo – in media 100 euro – a tutte le famiglie. Contributo per altro aumentato, in alcune scuole, rispetto all’anno passato). «Le famiglie versano due rate da 50 euro – spiega la preside – e la scuola copre la parte restante che però è difficile da quantificare. Nelle lezioni, bisettimanali, sono impiegati due insegnanti che gestiscono altrettanti corsi. I ragazzi si fermano il martedì e il giovedì un’ora in più oltre al consueto calendario. Al termine del corso potranno richiedere la certificazione europea per la lingua tedesca al Goethe institut di Trieste».
Ma gli studenti lamentano di essere «ritornati al 1923 dal punto di vista dell’offerta formativa – commenta Elena Gheller -. Dopo aver colpito le classi quarte ginnasiali, la riforma cancellerà progressivamente dal classico l’insegnamento della seconda lingua straniera, del diritto, dell’economia e della storia dell’arte». Una situazione che impoverisce il piano dell’offerta formativa, cui si somma la protesta degli insegnanti che hanno bloccato tutte le visite d’istruzione e la gran parte dei progetti attivati durante gli anni passati, dal teatro allo sport.
Michela Zanutto

 

 

 

 

Scuola/Udine: COLLETTIVO MAKHNO


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STUDENTI/ Udine: Foto e Report sciopero del 19 marzo

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Molta confusione di bandiere, ma una chiara impronta autogestionaria.

Alla fine del Corteo uno slogan per il CSA:

“Centro Sociale Autogestito dal 1987 all’infinito”

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STUDENTI UDINE/ Manifestazione il 3 giugno + report

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“Nonostante la repressione

non impareremo la lezione”

Un bel gruppo di studenti attivi e desideranti: buone aspettative per il futuro

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STUDENTI UDINE/ Articolo del MV

MV 26 maggio 2010

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MERCOLEDÌ, 26 MAGGIO 2010

Pagina 5 – Udine

Studenti, manifestazione il 3 giugno

Contro la repressione
Il Movimento studentesco di Udine annuncia per giovedì 3 giugno una manifestazione studentesca «contro ogni repressione», con ritrovo alle 8.15 in piazzale Cavedalis (davanti allo Zanon). «Nell’autunno 2008 – si legge in una nota diffusa ieri dal Movimento – un’onda di indignazione attraversò scuole (e università?): era stata presentata l’ennesima riforma che, per risanare l’economia del paese, andava a tagliare senza scrupoli il sostegno al nostro già disastrato sistema scolastico. Gli studenti non rimasero immobili e in tutto il territorio si diffuse un clima di protesta. Anche a Udine ci fu una presa di posizione forte e decisa, come nel caso del Sello (occupato), del Malignani e del Copernico (autogestiti). Ora, a più di un anno da questi fatti, due ragazzi come noi si trovano in un’aula di tribunale ad affrontare una possibile condanna a 30 giorni di carcere, commutati in più di 1000 euro di multa, con l’accusa di aver occupato il liceo Marinelli». Per altre informazioni: studentiudine.org studentiudine@inventati.org.
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