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Marzo 19th, 2017 — General, Psichiatria
VENERDI 6 NOVEMBRE ORE 16:00
A TRIESTE IN PIAZZA ORTIS
PRESIDIO ANTI-PSICHIATRICO.
I poteri economici e politici si inscrivono nei nostri corpi costringendoci ad atteggiamenti preconfezionati. QUESTO FA si che questi siano considerati naturali e quindi giusti. La psicologia e la psichiatria qui intercedono descrivendo la normalità e delimitandone i confini, considerando inadeguato e malato colui che esce da questa condizione. La comunità deve prendere coscienza di quanto LA concezione di malattia SIA ARBITRARIA, per restituire la libertà a quelli che vengono considerati matti e dare dignità al loro pensiero.
INCONTRO ANTIPSICHIATRICO
Giuseppe Bucalo
Antipsichiatra, coordinatore del soccorso viola,
associazione sostenitrice dei pazienti psichiatrici,
sarà a Trieste per parlare di tutto cio’.
VENERDI’ 27 NOVEMBRE ORE 17.30
VIA FABIO SEVERO 23
CASA DELLO STUDENTE E3
Marzo 18th, 2017 — General, Psichiatria
da Il Piccolo del 22 giugno 2013
Caso Rasman, l’ipotesi del cordino attorno al collo
Riccardo Rasman, il giovane morto nella sua casa di via Grego 38 a Borgo San Sergio nel 2006, per la cui tragica vicenda i tre poliziotti Mauro Miraz, Maurizio Mis e Giovanni De Biasi sono stati condannati in appello a sei mesi per omicidio colposo, sarebbe stato strangolato con un cordino stretto attorno al collo e alla bocca.
Per questa ipotesi – che lascia intravvedere anche l’accusa possibile di omicidio preterintenzionale e che è suffragata da alcune perizie medico legali – ieri il giudice Luigi Dainotti ha disposto un supplemento dell’indagine a carico dei vigili del fuoco Marino Sisti e Vanni Sadocco, che parteciparono all’intervento degli agenti della squadra volante. In pratica il giudice Dainotti, nell’accogliere parzialmente l’opposizione alla richiesta di archiviazione degli avvocati Giovanni Di Lullo e Claudio Defilippi che assistono la famiglia Rasman nella sua battaglia, ha ordinato al pm Pietro Montrone di disporre un accertamento tecnico su un pezzo di corda trovato nella casa di Rasman. Questo per verificare se vi siano tracce del dna dell’uomo. In questo caso sarebbe confermato che Rasman era stato non solo legato ai piedi e alle mani come emerso nel processo a carico dei poliziotti, ma anche da una corda che appunto lo ha stretto mortalmente al collo e al volto impedendogli di respirare.
Le perizie effettuate sulle immagini del cadavere scattate subito dopo il fatto hanno evidenziato un ematoma di forma rettilinea e a livello delle guance una ecchimosi continua e netta che partiva dalle labbra senza interruzione fino a livello dei lobi auricolari. Questo cordino (conservato in una busta di nylon all’ufficio reperti del tribunale) avrebbe insomma contribuito in maniera determinante alla morte di Rasman causando il decesso per asfissia.
Ma c’è di più. Un altro elemento che sarà oggetto degli accertamenti disposti dal giudice potrebbe raccontare altri particolari sull’agonia del giovane. Rasman non solo era stato legato mani e piedi e poi forse al volto con il cordino. Ma per tenerlo fermo sarebbe stata utilizzata una sedia che gli era stata piazzata praticamente sopra allo scopo di ulteriormente immobilizzarlo. Sulla sua schiena infatti – così hanno raccontato le fotografie – sono state trovate alcune ferite da oggetto tondeggiante. E proprio in quella casa era stata segnalata negli atti la mancanza di una sedia. «È evidente che non ci si possa esimere dall’effettuare ulteriori indagini riguardo la responsabilità dei due vigili del fuoco che sicuramente si trovavano sul luogo del delitto ed hanno contribuito pacificamente all’ammanettamento», si legge nell’istanza accolta parzialmente dal giudice Dainotti. E poi ancora: «I vigili spontaneamente hanno preso l’iniziativa di utilizzare un cordino per legare le caviglie ed avrebbero pertanto potuto prendere ogni altra iniziativa esorbitando dalla propria funzione».