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NO TAV/ Bloccata la trivella a Bagnaria Arsa

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Questa mattina 1° settembre i comitati No Tav si sono mobilitati a Bagnaria Arsa contro la trivella che stava effettuando i carotaggi.


Alla fine la trivella se n’è andata

 

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NO TAV/ Rassegna stampa 3 settembre

Messaggero Veneto VENERDÌ, 03 SETTEMBRE 2010 Pagina 12 – Udine

Carotaggi, Riccardi interpella Rfi E intanto i comitati si mobilitano

BAGNARIA ARSA Il Comitato No Tav di Bagnaria organizza, per questa sera alle 20.30, una assemblea pubblica presso le ex scuole di Castions della Mura sul tema del nuovo tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità e capacità. Tema questo che diventa scottante con l’inizio dei carotaggi per la definizione del progetto, al quale saranno interessate anche le popolazioni di Torviscosa, S. Giorgio di Nogaro e Porpetto.
Intanto l’assessore ai Trasporti e alla Viabilità, Riccardo Riccardi, ha inviato una lettera a Rfi per chiedere spiegazioni sull’intervento a Castions delle Mura, nella proprietà agricola Costantini Scala. Il sindaco di Bagnaria Arsa, Anselmo Bertossi, ribadisce che il Comune era all’oscuro dell’intervento, in quanto non è mai arrivata nessuna richiesta, neanche a titolo informativo, dell’inizio dei rilievo geologici (catotaggi) per la progettazione del progetto preliminare della Tav, «anche perché – afferma- con Rfi e la Regione Fvg ci sono dei punti in sospeso, proprio sul passaggio del tracciato su questi terreni. Noi, abbiamo fatto un percorso e quindi sottoscritto l’accordo nel 2008 con l’allora giunta Illy e l’assessore Sonego, su un percorso che ora va approfondito. Sono d’accordo con quanto affermato dall’assessore Riccardi, anche perché c’è questo finanziamento europeo per la progettazione preliminare. Sottolineo però che non ci sono risorse per l’attuazione del progetto, ma ci saranno vincoli sui terreni interessati. Come amministratore, in merito a quanto accaduto mercoledì sui terreni dei Costantini Scala, ribadisco che come amministrazione non possiamo intervenire in quanto una cosa tra privati, ma evidenzio che l’atto dell’intervento dell’impresa, va condannato». Bertossi afferma inoltre che la Tav non si può bloccare, ma che per quanto riguarda il suo comune, ci sono ancora delle disquisizioni sul tracciato che vanno approfondite. Intanto i comitati No Tav stanno affilando le “armi”, in quanto ritengono che i carotaggi possano iniziare anche negli altri comune del territorio interessati dai tracciati.
Francesca Artico

 

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IL PICCOLO VENERDÌ, 03 SETTEMBRE 2010 Pagina 12 – Gorizia

LETTERA DELL’ASSESSORE ALLA DITTA CHE HA OPERATO A BAGNARIA

Trivellazioni illegali, Riccardi chiede spiegazioni

BAGNARIA ARSA L’assessore regionale Riccardo Riccardi scrive una dura lettera a Italfer, per chiedere spiegazioni su quanto accaduto, dopo il presidio di protesta dei No Tav, che ha stoppato le operazioni di carottaggio, avviate senza l’assenso dei privati. L’assessore poi conferma che il progetto preliminare deve essere pronto entro la fine dell’anno. Ma i comitati non ci stanno. Oggi alle 20.30, nella vecchia scuola elementare di Castions delle Mura, la prima assemblea pubblica contro la ferrovia ad alta velocità contemplata nel discusso Corridoio 5, la cui tratta friulana dovrebbe attraversare la Bassa affiancando l’autostrada. Sono stati invitati anche i sindaci di Bagnaria e Torviscosa, Anselmo Bertossi e Roberto Fasan. E il prossimo appuntamento è fissato per il 15 ottobre, alle 20.30 nella sala consiliare di Porpetto, con l’invito esteso anche all’assessore Riccardi (che ha confermato la sua presenza) e all’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani. I comitati sono dunque pronti a dare di nuovo battaglia, dopo aver bloccato i carotaggi di cui si erano accorti, per caso, gli stessi proprietari del terreno, la familgia Costantini Scala. L’altro ieri mattina il presidio si è sciolto dopo che i carabinieri di Torviscosa avevano constatato che la Rct di Milano, ditta di rilevazioni geologiche, stava eseguendo carotaggi nel fondo privato, finalizzati al progetto della Tav, ma senza l’autorizzazione dei proprietari. Da lì il dietrofront della ditta, con il proprietario Carlo Costantini Scala che ha annunciato la richiesta dei danni, e i comitati che hanno cantato vittoria. E ieri è stata la giornata delle polemiche, con Paolo De Toni di Infoaction, che ha definito «stupefacenti» le dichiarazioni di Riccardi: «Possibile che per un’opera del genere si aprano cantieri abusivi, di cui Comune, Regione e proprietari non sanno nulla? Pare che i carotaggi si basino solo su accordi verbali tra ditta e proprietari del fondo. L’assessore non può far finta di cadere dalle nuvole: chiediamo che Italfer faccia richiesta formale del piano delle trivellazioni al Comune e ai proprietari».
Elena Placitelli

 

 

NO TAV/ Report assemblea di Castions delle Mura + stampa

Sala piena all’assemblea alla quale ha partecipato anche il responsabile del progetto AV/AC per la tratta Venezia-Trieste, l’Ing. Carlo Comin

che in sintesi ha chiesto scusa per i carotaggi abusivi dei quali ha detto di non sapere niente e che anzi lui non ha mai ordinato di fare alcun carotaggio nella tratta Portogruaro Ronchi. Poi Comin ha detto che …

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NO TAV/ Chiesta la rimozione dall’incarico dell’ Ing. Carlo Comin

Messaggero Veneto DOMENICA, 05 SETTEMBRE 2010 Pagina 9 – Udine
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Il professionista è ritenuto il responsabile delle azioni illegali avvenute a Castions delle Mura e costate il posto di lavoro a un geologo

I comitati “No Tav” ora chiedono la testa del progettista

Sollecitata Rete ferroviaria italiana a sollevare dall’incarico l’ingegner Carlo Comin

BAGNARIA ARSA. I comitati No Tav della Bassa friulana e dell’Isontino, chiedono a Rete ferroviaria italiana di sollevare dall’incarico il responsabile per la tratta Venezia – Trieste del Corridoio 5, l’ingegner Carlo Comin, «perché oggettivamente responsabile delle azioni illegali avvenute lo scorso mercoledì a Castions delle Mura, sia perché delegittimato nel suo ruolo, vista l’incapacità di argomentare coerentemente sulla necessità e utilità dell’infrastruttura della quale è il principale referente sul territorio».
Questo è quanto emerso nel corso dell’affollata assemblea pubblica tenutasi giovedì a Castions delle Mura, indetta dal comitato No Tav di Bagnaria Arsa, alla quale era presente l’ingegner Carlo Comin, che nel suo intervento ha chiesto innanzitutto scusa per l’accaduto ai Costantini Scala, ed ha poi dichiarato di non essere a conoscenza dell’effettuazione dei carotaggi, anzi di non aver mai ordinato indagini geognostiche nella tratta Portogruaro- Ronchi dei Legionari.
Intanto non si sono fatte attendere le conseguenze «dell’azione illegale ricadute unicamente sulla ditta Rct e sul geologo che è stato sollevato dall’incarico», mentre «nessun dirigente di Italferr è stato rimosso dall’incarico. Considerato che l’assessore Riccardi- hanno affermato i portavoce dei comitati- ha chiesto spiegazioni a Rfi, stigmatizzando l’operato relativo ai carotaggi abusivi su siti nel comune di Bagnaria Arsa; che le uniche conseguenze sono state pagate dalla ditta Rct e dal geologo; che le scuse del dirigente Rfi sono state semplicemente patetiche; e considerate infine, che nel loro insieme le dichiarazioni rese dall’ingegner Comin durante i suoi interventi in assemblea, chiediamo che questi venga sollevato dall’incarico essendo responsabile di quanto avvenuto, perchè delegittimato dal suo ruolo, e incapace di argomentare con coerenza sull’utilità e necessità di realizzare questa infrastruttura».
I comitati, sono rimasti a dir poco sbalorditi dalle asserzioni fatte dall’ingegner Comin, proprio sulla Tav, in quanto ha affermato che l’Alta Velocità nel Nordest non serve, che ormai si parla solo di trasporto merci e che la linea esistente è lontanissima dalla saturazione in quanto potrebbe sostenere circa otto volte l’attuale traffico di merci.
Comin, ha inoltre sottolineato che la progettazione della tratta Venezia- Trieste, deve comunque essere completata entro l’anno, altrimenti i soldi già spesi bisogna ritornarli all’Europa per non aver ultimato il progetto come prevedeva l’accordo stipulato.
Infine il dirigente di Rfi ha cercato di tranquillizzare i presenti sull’impatto socio- ambientale, «perché quest’opera difficilmente riguarderà i nostri figli, e forse a malapena i nostri nipoti».
Francesca Artico

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Il Piccolo 05 settembre

 

IL PICCOLO – DOMENICA, 05 SETTEMBRE 2010

Pagina 9 – Gorizia

ALTA VELOCITÀ. ALL’ASSEMBLEA DI BAGNARIA PRESENTE IL TECNICO DELLE FERROVIE

Carotaggi abusivi, Rfi chiede scusa

Ma il Comitato No Tav ha chiesto le dimissioni del progettista incaricato

BAGNARIA Quella dell’altro ieri sera a Bagnaria doveva essere la riunione dei ”No Tav”, indetta d’urgenza dal Comitato, dopo il blocco dei carotaggi avviati da Rfi senza l’assenso dei privati. Il presidente del movimento di Bagnaria, Gian Carlo Pastorutti, si è trovato davanti una folta platea di cittadini cui spiegare gli ultimi eventi. Ma la discussione ha preso un’altra piega, quando qualcuno si è accorto – a sorpresa – che tra il pubblico c’era anche Carlo Comin di Rfi, il committente del progetto Venezia-Trieste, che è stato subito chiamato a intervenire. E a nulla sono valse le sue scuse per i carotaggi “abusivi”, tanto che alla fine il Comitato No Tav ne ha chiesto le dimissioni, «appurato che non è stato chiamato a rispondere nessun responsabile di Italfer, il braccio di Rfi che ha ordinato le operazioni». «Sono amareggiato per quanto successo – ha esordito Comin – e sono già partite delle verifiche interne a Rfi. Ho dato ordine a Italfer di interrompere, per il momento, i sondaggi nella tratta tra Cervignano e Portogruaro: prima verificheremo quali di essi sono davvero utili. Italfer ha ordinato i carotaggi a Rct: stava a quest’ultimo l’onere di acquisire il benestare firmato dei proprietari privati e pubblici. Ora l’incarico di Rct è stato sospeso. Mi auguro che le eventuali azioni giudiziarie annunciate riescano a fornire i necessari chiarimenti della vicenda. Chiedo scusa per questo episodio disdicevole».
Poi l’ingegnere illustra l’iter del progetto: «Il cosiddetto “tracciato dei sindaci” (il riferimento è al protocollo firmato nel 2008 dalla vecchia giunta regionale e i Comuni della Bassa) è in corso di affinamento. Oltre alla Ronchi-Trieste, già finanziata dall’Ue per il 50% di 48 milioni di euro, l’Europa ha erogato 2,5 milioni di euro per il progetto preliminare della tratta Mestre-Ronchi, che dev’essere pronto entro dicembre, pena la restituzione del contributo. A quel punto il preliminare sarà consegnato alla Regione, che a sua volta lo invierà al ministero dei Trasporti, che ne istituirà la pratica autorizzativa. I tempi per l’approvazione da parte del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) non sono determinabili. Potrebbero passare almeno 5 anni, prima di avviare i lavori, perché occorrono anche il progetto definitivo, esecutivo e la procedura di gara». L’opera servirà prevalentemente al trasporto merci: «La linea esistente – chiosa Comin – è idonea a supportare il traffico attuale: la nuova sarà realizzata qualora la prima non sarà più capace di garantire l’aumento della domanda di traffico». Un punto, questo, amaramente contestato dai No Tav, che insistono sulla «inutilità dell’opera».
Elena Placitelli

DOMENICA, 05 SETTEMBRE 2010

Pagina 9 – Gorizia

ALTA VELOCITÀ. IL SINDACO DI TORVISCOSA

«Sul piano la Regione non ci ha interpellato»

BAGNARIA «Sulla Tav la Regione non ci ha mai interpellato». Duro l’intervento del sindaco di Torviscosa, Roberto Fasan, che nell’assemblea di ieri ha preso le distanze dal “protocollo dei sindaci della Bassa”, firmato a febbraio 2008 dall’allora assessore regionale Lodovico Sonego, ora ripreso in mano dalla giunta Tondo. «Nel protocollo – esordisce Fasan – il Comune di Torviscosa si è limitato a rispondere ad alcune richieste di Rfi, relative a un progetto secondario di collegamento tra l’Interporto di Cervignano e la linea diretta a Udine. Per quanto riguarda la Tav, la Regione non ci ha mai chiesto un parere. La nostra giunta si è trovata questo documento in mano perché era stato firmato dalla precedente amministrazione: il Comune di Torviscosa non ha fatto altro che prenderne atto. Abbiamo solo alcune notizie, non ufficiali, secondo le quali il progetto dev’essere presentato quest’anno, pena la perdita dei fondi europei. Sappiamo anche che i fondi per realizzare l’opera non ci sono, quelli disponibili servono per il progetto preliminare». Fasan definisce «disdicevole» la vicenda dei carotaggi avviati a Bagnaria senza l’autorizzazione dei proprietari: «Qualcuno dovrà rispondere», dice il sindaco invitando a parlare il responsabile di Rfi per la Venezia-Trieste, Carlo Comin, presente in aula.
La dichiarazione di Fasan ha fatto breccia nel cuore dei ”No Tav”, intenti, durante la serata, a far emergere «le contraddizioni del protocollo». «L’assessore regionale Riccardi dice che è stato condiviso dalla maggioranza dei Comuni della Bassa? – è insorto il presidente del Comitato di Bagnaria, Gian Carlo Pastorutti -. Per noi è carta straccia, perché è stato approvato solo da alcuni sindaci. Nel protocollo si dice che i sindaci si impegnavano a farlo approvare dai rispettivi consigli comunali entro giugno 2008. Invece ci risulta che sia stato approvato solo dai consigli di Fiumicello, Ruda, Cervignano e Gonars. A Bagnaria il consiglio ha affrontato la discussione, salvo poi congelarla, deliberando di sospendere l’approvazione del tracciato. Nel documento la Regione si impegnava a mettere a disposizione della popolazione tutti documenti, rapporti costi -benefici compresi, che non abbiamo ancora visto». (e.p.)

NO TAV/ Bassa friulana proteste con striscioni

«Il messaggio è rivolto anche a Rfi. Sappiano che quando inizieranno altre trivellazioni saremo presenti»

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NOTAV: occhio alla trivella!

dal Messaggero Veneto del 17/09/10

 

I No Tav: «Occhio alla trivella »

 

SAN GIORGIO DI NOGARO. Con lo slogan “Occhio alla trivella”, i Comitati No Tav mobilitano la popolazione della Bassa Friulana invitandola a monitorare il territorio segnalando l’eventuale presenza di cantieri, in quanto Rfi, sta definendo il progetto preliminare della tratta Alta velocita/Alta capacità Venezia- Trieste, e per la sua redazione ha bisogno dei carotaggi. Intanto sono stati allertati i cittadini dei comuni di Bagnaria Arsa, Torviscosa, San Giorgio di Nogaro, Porpetto, e dei Casali Franceschinis di Muzzana, affinchè «segnalino l’eventuale presenza dei cantieri ai Comitati No Tav (348.7964677- 339.6461540)», in attesa dell’incontro che si terrà a Porpetto il 15 ottobre, con l’assessore regionale alla Viabilità e trasporti, Riccardo Riccardi, e l’europarlamentare, Debora Serrachiani. Il comitato No Tav di Porpetto, attraverso il portavoce Aldevis Tibaldi, interviene «per respingere con sdegno le recenti affermazioni del rappresentante di Rfi, Carlo Comin», in qualità di profondo conoscitore dell’argomento per il suo passato professionale di dirigente di una società di progettazione che spesso ha operato su incarico di Italfer Rfi. «Contesto duramente – afferma il portavoce del Comitato – l’intenzione di far ricadere la colpa su altri (geologo e sondatori) gli interventi di sondaggi dei terreni di Castions delle Mura, soprattutto quando afferma che questi erano inopportuni e abusivi, non assolutamente necessari, visto che ne erano stati già realizzati una sessantina. Quando poi ha asserisce che la nuova linea di progettazione non può considerarsi una linea ad Alta velocità, bensì una semplice linea ad Alta capacità, noi obiettiamo che in forza di ciò non può più dirsi necessaria l’invasione di nuove terre, bastando per le velocità quelle assegnate al trasporto merci: il tracciato esistente. Dati alla mano della stessa Rfi per garantire di 200 chilometro orari, non serve alcuna modifica al tracciato esistente; per una velocità di 250 km servirebbe solo il by pass di Latisana». «Minimalista – continua Tibaldi- anche l’atteggiamento dell’assessore Riccardi, secondo il quale le operazioni odierne destinate a fornire un progetto preliminare, sono in realtà innocue e finalizzate a non perdere il finanziamento europeo. Un atteggiamento a dir poco ingannevole e foriero di un inutile esborso di risorse pubbliche (di cui la parte europea sarebbe minima), ma nel contempo si tratterebbe di un artificio per dimostrare la fattibilità di un’opera inutile, ancorché viziata da gravissime storture impositive, tanto da falsare ogni futura prospettiva di sviluppo del nostro territorio». Francesca Artico

NO TAV/ Report da Strasburgo

NO TAV. Le 1500 firme raccolte in Regione, a sostegno della Petizione presentata al Parlamento Europeo, sono state consegnate a Strasburgo. Il bello è che …

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NOTAV: iniziativa in contemporanea in tutta la regione

Qui sotto l’articolo del Piccolo di oggi (decisamente mal fatto) a seguito della conferenza stampa di ieri.

Sotto  il volantino che oggi sarà distribuito in gran parte delle stazioni in regione.

Facciamo notare che la frase sulla Serracchiani è stata estrapolata dal contesto. I comitati non sono certo preoccupati che i fondi europei per la TAV vadano persi, anzi, si augurano che vengano spesi in cose veramente utili.

 

 

Dal Piccolo

GIOVEDÌ, 27 MAGGIO 2010

 

OGGI UN VOLANTINAGGIO ALLA STAZIONE CENTRALE PER CONTESTARE LA TRIESTE-DIVACCIA

Il Comitato No Tav: «Progetto antieconomico, potenziare il trasporto locale su rotaia»

Volantinaggio “No Tav” oggi davanti alla Stazione ferroviaria di piazza della Libertà. A organizzare la protesta il Comitato “No Tav di Trieste e del Carso”, che ieri ha illustrato le motivazioni che hanno portato a questa manifestazione, estesa a tutte le principali stazioni ferroviarie del Friuli Venezia Giulia. «Il sistema dei treni ad alta velocità – dice Peter Behrens, esponente di Rifondazione, parlando per conto del Comitato – è perdente sia sotto il profilo economico, sia sul fronte dei servizi ai cittadini, perché sarà pagato coi soldi di tutti, ma destinato a pochi. Noi vogliamo invece un treno che serva a tutti, soprattutto ai pendolari e alle merci. Per questo motivo si deve cambiare modo di pensare al trasporto, renderlo più locale e meno centralizzato in poche stazioni».

Le ragioni esposte sul volantino riguardano la «necessità di accelerare i treni esistenti, implementare la rete di linee transfrontaliere e quelle interne, non isolare le città minori». I rappresentanti del Comitato non si dichiarano contrari solo alla tratta “Trieste-Divaccia”, ma in generale al sistema Tav. Nel volantino, si fa riferimento anche alla preoccupazione espressa dalla deputata europea Debora Serracchiani, la quale ha affermato che «l’Italia, non avendo ancora iniziato i lavori, rischia si perdere i finanziamenti europei, dato che, da giugno, per valutare la finanziabilità, l’Ue non si baserà più sul fatto che le tratte siano transfrontaliere, ma solo sull’analisi del rapporto fra costi e benefici e per questa valutazione tutte le tratte italiane potrebbero essere stralciate». (u. s.)

 

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PER LORO ESISTE SOLO LA TAV

Ormai da anni le scelte dei responsabili di Rete Ferroviaria Italiana si sono indirizzate a migliorare, spesso però solo a parole, esclusivamente il servizio sulle lunghe distanze. Gli investimenti infatti vengono rivolti solo ai treni di prestigio, e quindi solo sulle linee ad alta velocità, riservate ad una ristretta cerchia di utenti disposti a spendere molto o con esigenze molto particolari.

I treni locali, per pendolari, per chi cioè deve spostarsi ogni giorno, vengono lasciati nel degrado e nell’incuria. Le linee, le carrozze, i locomotori invecchiano, si guastano, divengono sempre meno affidabili e comodi. Eppure questi sono i treni più usati.

Ma, lo ha detto anche l’amministratore delegato di RFI, questi sono rami aziendali che non interessano.

In sostanza RFI intende impegnarsi solo sui treni “di lusso”, lasciando il resto delle linee e dei mezzi alle regioni. Se, dicono, queste vorranno migliorare il servizio sarà, ovviamente, loro cura trovare i soldi ed investire. Ovviamente, in tempi di crisi, significa dover spostare investimenti da altri settori, ad esempio la sanità.

Come dire che in pochi anni le linee verranno chiuse, infatti è impensabile che, con l’obbligo agli enti locali di spendere sempre meno, di non fare investimenti ecc. le regioni siano in grado di gestire (non pensiamo poi a migliorare) i servizi locali.

È anche questo uno dei frutti avvelenati del “federalismo” all’italiana, quel metodo che consiste nel “cedere” agli enti locali solo ed esclusivamente la responsabilità delle strutture non redditizie, anche se socialmente utili senza specificare come possono operare economicamente, visto che i trasferimenti dallo stato sono sempre più ridotti.

Alla fine di questo processo è evidente che con la chiusura delle linee ferroviarie ci sarà, necessariamente, un aumento degli spostamenti in automobile o con i camion.

Gli investimenti in linee ad alta velocità, spacciate anche come linee per il trasporto di grandi quantità di merci (alta capacità) non solo non sono risolutive dei problemi di intasamento delle strade, sono invece una delle cause dei futuri peggioramenti delle stesse.

NON BASTA CAMBIARE IL PERSORSO

SI DEVE CAMBIARE FILOSOFIA

Oggi propongono di cambiare il tracciato di Trieste (e per il Friuli?) ma non basta: è la filosofia della TAV che è sbagliata. Il treno che loro vogliono è pagato coi soldi di tutti, ma destinato a pochi, noi invece vogliamo un treno che serva a tutti, ma soprattutto ai pendolari ed alle merci, per questo quindi si deve cambiare modo di pensare al trasporto, renderlo facilmente accessibile, più razionale ma anche diffuso sul territorio, quindi più “locale” e meno centralizzato in poche stazioni.

ABBIAMO BISOGNO DI ACCELERARE I TRENI ESISTENTI

NON DELL’ALTA VELOCITÀ

Per rendere sempre più competitivo il treno rispetto al trasporto su gomma non è necessario avere l’alta velocità (che si ferma solo in pochissime stazioni da raggiungere con altri mezzi). Bisogna invece migliorare ciò che già esiste: rendere più confortevoli e sicuri i treni, renderli più puntali e veloci, farne partire di più.

Sono cose che si possono fare con pochi interventi, dal costo molto limitato se si paragonano agli investimenti da stanziare per le tratte previste per i treni TAV.

Si devono migliorare i locomotori, rendere più sicure le segnalazioni in cabina, collegare i treni tra loro, in modo che le linee possano essere meglio usate. In Svizzera tra la partenza di un treno e l’altro possono passare solo 8 minuti in piena sicurezza. E la Svizzera non investe in alta velocità.

Inoltre con piccoli interventi si possono accelerare anche di 20 – 30 km all’ora i treni locali, migliorando il servizio.

Invece in Italia si viaggia con orari che spesso sono più lenti di quelli degli anni ’50…

ABBIAMO BISOGNI DI LINEE

TRANSFRONTALIERE

La TAV è stata presentata come una linea transfrontaliera, per permettere il collegamento con gli altri paesi.

Ma la Slovenia ha già più volte dichiarato di non essere interessata, in quanto il suo territorio non è adatto a questo tipo di trasporto (piccolo, con una sola città di dimensioni adeguate ecc.), l’Austria e la Germania invece usano un sistema non compatibile con quello francese in uso sulle tratte italiane.

Però questi sostenitori dei collegamenti transfrontalieri negli ultimi 20 anni hanno cancellato tutti i treni che dalla nostra regione partivano per Germania, Austria, Jugoslavia e per mete più lontane.

Ancora negli anni ’70 da Trieste partivano treni diretti a Parigi, a Vienna, a Monaco, a Mosca, a Lubiana, a Belgrado, a Istanbul…

Nulla di tutto ciò esiste più. Ormai per raggiungere queste città si devono effettuare cambi continui, con gli ovvi disagi che questo comporta, motivo per cui chi deve spostarsi preferisce usare l’aereo.

Ma chi ha effettuato questi tagli al servizio è oggi quello stesso che ci propone le “nuove” linee riservate all’alta velocità. E se pensassero solo a ripristinare i vecchi collegamenti, non sarebbe più semplice e forse anche redditizio?

Abbiamo effettivamente bisogno di queste linee, perché quindi le hanno eliminate?

ABBIAMO BISOGNO DI LINEE INTERNE

Anche se si guarda l’offerta di collegamenti interni siamo molto peggiorati rispetto a 40 anni or sono. I treni per Roma, Milano, Bari praticamente non esistono più. Anche in questo caso si deve cambiare spesso, si devono trasbordare i bagagli, si rischia di saltare il collegamento per un ritardo mentre prima bene o male si rimaneva sul vagone diretto che, magari in ritardo, ma arrivava a destinazione. Siamo sicuri che, anche in questo caso, possa essere solo l’alta velocità a risolvere questi problemi?

ABBIAMO BISOGNO DI NON ISOLARE LE CITTÀ MINORI

L’alta velocità, come si sa, ferma in pochissime località, particolarmente grandi, a distanze di almeno 100 Km l’una dall’altra. Ad esempio da Trieste ci si ferma a Venezia e poi, probabilmente, solo Milano o Bologna.

Tutte le città che esistono in mezzo vengono, ovviamente, escluse. Chi vi abita dovrà arrangiarsi a raggiungere le grandi stazioni oppure usare la macchina per spostarsi… Vi sembra che questa possa essere una soluzione? Significa, tra l’altro, limitare anche economicamente queste aree, che dell’alta velocità però dovranno subire tutti i danni. Infatti anche senza servirle i binari dovranno passare di li, con espropri, modifiche della vita degli abitanti, e, perché no, perdita di attività produttive, i cui dirigenti potrebbero essere interessati a spostarsi verso i centri maggiori. Quindi oltre alla beffa di non avere il servizio questi centri “minori” dovranno subire tutti i danni, e non saranno certo “compensazioni” di tipo economico che potranno limitarli.

ABBIAMO BISOGNO DEL SERVIZIO PUBBLICO

Da anni sentiamo dire che le linee dovranno essere “privatizzate”, per “aprirle alla concorrenza”, cosa che “permetterà di migliorare l’offerta dei servizi”.

Ma perché non la migliorano già adesso, diciamo noi.

I n compenso dove le privatizzazioni sono state effettuate, come nel Regno Unito, le imprese che hanno acquistato le tratte sono poi fallite e lo stato, per evitare la chiusura del servizio, ha dovuto ricomprare tutto dalle banche, senza aver incassato nulla. In compenso le linee erano rimaste per anni prive di investimenti. Perciò lo stato ha dovuto provvedere a manutenzioni estremamente onerose di mezzi e impianti. Ma la lezione non è servita: la risistemazione, che è costata all’erario (cioè ai cittadini britannici) molto più di quanto sarebbe costato il gestire direttamente le linee (si parla di circa 8 volte quel costo) serve solo, nei programmi del governo, a riprivatizzare tutto.

Ecco perché, anche in Italia, sono già pronte delle ditte private legate ai Luca Cordero di Montezemolo… tanto se va male paga il cittadino. In compenso il cittadino, che poi paga, non ha diritto di protestare se il servizio scade, perché in quel caso gli si risponde “rivolgetevi alla concorrenza, in fin dei conti siete liberi di scegliere…”.

LA TAV CONVIENE?

Una delle affermazioni che si sentono per giustificare l’intervento è che i benefici che deriveranno sono maggiori dei costi. Ma questa affermazione viene smentita oggi dalla deputata europea Serracchiani, favorevole alla TAV, che si è dichiarata preoccupata perché l’Italia, non avendo ancora iniziato i lavori, rischia di perdere i finanziamenti, dato che da giugno per valutare la finanziabilità l’Unione Europea non si baserà più sul fatto che le tratte siano transfrontaliere, ma solo sull’analisi costi – benefici, e per questa valutazione TUTTE le tratte italiane verranno stralciate.

Quale miglior dimostrazione di questa del fatto che i sostenitori della TAV mentono sapendo di mentire quando ci dicono che la TAV serve all’economia italiana? Sarà solo ed esclusivamente una palla al piede che inghiottirà soldi.

ESSERE CONTRARI AI PROGETTI TAV È QUINDI FONDAMENTALE

Quando vi dicono che chi è contrario ai progetti per l’alta velocità è semplicemente contrario al miglioramento dei servizi e della vita in Italia vi raccontano una vera e propria balla. Noi siamo contrari a questi progetti perché, come abbiamo cercato di dimostrarvi, sono dannosi proprio alla vita dei cittadini comuni.

Ma non basta, nessuna delle tratte costruite negli altri paese, salvo una in Francia, riescono a mantenersi economicamente, sono invece delle vere e proprie voragini che inghiottono enormi quantità di finanziamento pubblico. Quindi di risorse da prelevare da altre fonti.

ESSERE CONTRARI ALLA TAV QUINDI È NON SOLO VALIDO PER L’AMBIENTE,

MA ANCHE PER L’ECONOMIA

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COMITATO NOTAV DI TRIESTE E DEL CARSO notavtriestecarso@gmail.com

NOTAV ISONTINO

NOTAV BAGNARIA ARSA

NOTAV FRIULI

COMITATO PER ALTRE STRADE P.A.S.

COMITATO PER LA DIFESA DEL LITORALE CARSICO

 

 

NO TAV / Iniziativa a Bagnaria Arsa sabato 5 giugno

Sabato 5 giugno alle ore 20.30

Bagnaria Arsa, nella sala di Via Vaat n. 1 (in centro a Bagnaria)

“L’impegno di una ragazza per il suo territorio”

Simona Baldanzi

presenta il libro

”Figlia di una vestaglia blu”

Vincitrice ai Premi Miglior Esordio di Fahrenhiet Radio Rai Tre e Minerva Letteratura e finalista ai Premi Viareggio Repaci, Fiesole Narrativa under 40 e Chianti

 

Autrice di un romanzo che

 

parla di operai,

 

di vite dure,

 

di minatori

 

lontani dalle proprie famiglie,

 

andate a lavorare nel Mugello,

 

a forare le montagne,

 

per far passare

 

il “Treno ad Alta Velocità”.

 

Comitato NoTav Bagnaria

 

Info sull’autrice

LIBRI. “Figlia di una vestaglia blu”, di Simona Baldanzi

3 min 43 sec – 13 set 2007
www.comunicalo.it
youtube.com

 

Sito dell’autrice

 

Scheda del Libro

 

www.simonabaldanzi.it/schede/diario_vestaglia_blu.pdf

 

13/12/2006
Simona Baldanzi, Figlia di una vestaglia blu , Fazi
Pp. 190, Euro 13,50
ascolta Ascolta la puntata

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Figlia di operai, Simona decide di scrivere una tesi di laurea sui minatori che forano le montagne del Mugello per far passare il treno ad alta velocità. In questa ricerca fatta di cantieri difficilmente accessibili, di tute arancioni che parlano dialetti del sud, di polvere da ingoiare, Simona, “la ragazza dei questionari”, incontra volti combattivi e dolenti, colori che le fanno ripensare ossessivamente alla sua vita giovane e semplice, al suo paese ai suoi personaggi, in una coscienza che non è solo quella di classe ma è anche la sua.

 

 

 

 

NOTAV: Comitati all’attacco in Bassa Friulana

VENERDÌ, 02 APRILE 2010

Messaggero Veneto Pagina 14 – Udine

Affollato e animato incontro fra comitati e abitanti della zona per spiegare il progetto di viabilità alternativa che coinvolge diversi comuni della Bassa friulana

«No alla bretella, meglio chiudere il casello di Porpetto»

La richiesta di molti residenti: non porta alcun beneficio. Scontro fra le varie soluzioni presentate

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L’accusa
«San Giorgio
vuole annetterci»
PORPETTO. «Chiudete il casello dell’A4 di Porpetto, perché non porta alcun beneficio, ma solo i disagi del traffico pesante alla popolazione». Questa è la richiesta avanzata da molti porpettesi, in occasione dell’affollato e animatissimo incontro indetto mercoledì dagli assessori “ribelli”, Adrea Dri e Costante Di Pascoli, per spiegare il loro progetto di viabilità alternativa alla “bretella” di Villalta, un progetto di ampio respiro che va nella direzione di creare una infrastruttura che coinvolga diversi comuni della Bassa Friulana. Unica concessione a questa proposta, il mantenimento del casello solo attraverso il suo spostamento ad est o ad ovest. Quello che però è apparso evidente, è la profonda spaccatura che esiste all’interno della comunità di Porpetto: da una parte quelli che vogliono la “bretella” del sindaco Pietro Dri, e non vogliono sentire ragioni, anzi lanciano pesanti accuse nei confronti sia delle minoranze, che degli assessori “ribelli”, ma soprattutto nei confronti di San Giorgio di Nogaro dove ci «sono gruppi di potere con mire espansionistiche, nascondendo interessi particolari e precisi per la campagna ad ovest, che noi osteggiamo» (affermazione dell’ambientalista Aldevis Tibaldi).
Certamente l’effetto della sindrome di Nimby (Not in my back yard, “Non nel mio cortile”), impera tra questi cittadini. Dall’altra parte si cono quelli decisamente contrari, come chi ha la casa sull’area dove graverà la rotatoria all’innesco con la Sp80, che sono ben decisi a non far realizzare l’opera, o come coloro che lavorano a San Giorgio e sostengono che con la “bretella”, il problema verrà solo spostato di qualche decina di metri. Ma ci sono anche quelli che intendono risolvere i problemi viari di Villalta e di Castello, attraverso un progetto più ampio (vedi quello redatto dal consorzio della Ziac e sostenuto dalla Regione con 40 milioni di euro) creando un sistema infrastrutturale anche in relazione allo sviluppo dell’area industriale.
L’assessore Andrea Dri, ha ripercorso la storia della “bretella”, della sua mancata realizzazione a dieci anni dall’inizio della discussione, delle problematiche irrisolte ad essa legate con San Giorgio, presentando due ipotesi di tracciato che migliorano quello presentato dal Consorzio, sostenendo che mai più capiterà che la Regione metta a disposizione 40 milioni di euro per la viabilità nella Bassa, ma gli agricoltori (con la battagliera signora Rocchetto) e diversi cittadini si sono scatenati e non hanno voluto neppure considerare la cosa. Margherita Zanchin, della minoranza, pur avendo appoggiato la “bretella”, ha sottolineato che il progetto di Riccardi sarebbe la vera soluzione, accusando il consigliere regionale Cargnelutti di andare contro «il suo assessore Riccardi, assessore la cui presenza è stata chiesta al sindaco, che non ha avuto risposta». Sono intervenuti anche il vicesindaco Crismale e il consigliere Gheller.
Francesca Artico

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Dal Messaggero Veneto del 1 aprile 2010

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I Comitati No Tav: chi ostacola la bretella si dimetta

 

PORPETTO. «Chi è ostile alla bretella, che può essere realizzata senza indugi, nell’interesse generale e al minor costo, e non contrasta la Tav e la centrale a biomasse, farà bene a dimettersi». I Comitati No Tav di Porpetto e “per la vita del Friuli rurale” attaccano la classe politica della Bassa «figlia di un patto scellerato e di una strategia che non poteva che finire in rissa. Affratellate da un ordine di scuderia confezionato a San Giorgio – attacca il portavoce Aldevis Tibaldi – e unite da solide relazioni, le fazioni di opposizione e una compagine di maggioranza di Porpetto hanno deciso di scendere in campo per opporsi alla realizzazione della bretella, così come era stata proposta dal Comitato No Tav, due anni fa, e oggi fatta propria dal sindaco, Pietro Dri. Con quella soluzione progettuale, avevamo inteso razionalizzare un progetto esistente, fatto dalla Provincia di Udine, evitando con ciò la distruzione del centro sportivo comunale, riducendo al minimo la percorrenza, l’impatto ambientale e i costi dell’infrastruttura e, nel contempo, evitando di oltrepassare il confine comunale per non incorrere nei dinieghi dell’amministrazione di San Giorgio di Nogaro». «Ebbene – continua Tibaldi -, inscenando sconclusionati pretesti, i nostri, hanno fatto presto a dimenticare le promesse elettorali, tanto da farsi paladini del paranoico piano viario della Ziac, proposto da Lodovico Sonego, fautore della Tav e della cancellazione della bretella di Porpetto». Secondo i Comitati, il progetto di secondo accesso alla zona industriale Aussa Corno, la cui strada, partendo dal casello di Porpetto viene fatta correre parallela all’A4 sino a raggiungere la nuova «improbabile viabilità della Ziac, appare una proposta insensata di camionabile: un trucco per confondere la gente con un’opera assurda sotto il profilo trasportistico, per giunta destinata a essere messa in coda ad una strada faraonica che, anche se finanziabile, resta al di là da venire! Il che equivarrebbe a dire che Porpetto sarà liberata tra traffici pesanti solo nel mese di mai». «Eppure – sostengono i Comitati -, la situazione insostenibile e vergognosa in cui versa la popolazione di Villalta, è sotto gli occhi di tutti: nessuno ha più dubbi sul danno ambientale, sugli effetti dell’inquinamento atmosferico e sonoro, sulle responsabilità attuali e pregresse che ci hanno resi succubi di amministratori in accordo con altri. Per questo diciamo che chi è contrario alla bretella e non contrasta la centrale e la Tav, deve dimettersi». Francesca Artico

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