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L’AQUILA/ I familiari delle vittime chiedono i danni al Governo

19 agosto

L’Aquila, mancato allarme terremoto
i familiari delle vittime chiedono 22,5 milioni

 L'Aquila, mancato allarme terremoto i familiari delle vittime chiedono 22,5 milioni

Dopo il vertice del 31 marzo 2009, la commissione Grandi rischi della Protezione civile disse che il sisma  non ci sarebbe stato. Richiesta di risarcimento record alla Presidenza del consiglio  cui fa capo il dipartimento guidato da Bertolaso

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UUNA GRANDE OPERAAAA …/ Messina contro il Ponte

26 agosto

GRANDI OPERE

Messina, due palazzi contro il Ponte
“No alle trivelle nelle nostre case”

La rivolta di cinquanta famiglie, a colpi di carta bollata, per fermare il cantiere. Bloccati i lavori nelle aree condominiali. E sabato torna a sfilare il “popolo del no”

Due palazzi contro il Ponte "No alle trivelle nelle nostre case"

Una veduta dello Stretto di Messina

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Sciopero generale in Spagna

29 settembre

Sciopero generale in Spagna – foto
scontri, oltre 60 arrestati e 30 feriti

Sciopero generale in Spagna -  foto  scontri, oltre 60 arrestati e 30 feriti

Il Paese si ferma contro la riforma del mercato del lavoro e le misure di austerità. Decine di manifestazioni. Disordini a Madrid e Barcellona, auto in fiamme, alcuni ricoverati. I sindacati europei annunciano 100 mila persone in piazza

 

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CL: Corruzione e Liberazione/ Fuori i corrotti dalle galere

Giustizia, vertice a Palazzo Grazioli Dure critiche da Famiglia Cristiana

I crociati del nuovo monarca-duce-padrino

La crociata di Cl contro i moralisti

Repubblica 28 agosto 2010

Un business da 40 miliardi
per la Berlusconi-Gheddafi Spa

o meglio la Ber.Ghe.M fest

cioè la Berlusconi.Gheddafi.Maroni SpA

Avvenire attacca sul Gheddafi show«Momenti urtanti, è un boomerang»


Gli affari, dalle banche alle costruzioni

MEETING

L’attacco a Eco e l’indulgenza col potere
Parte la crociata di Cl contro i moralisti

Per i discepoli di don Giussani, ormai giunti alla terza generazione, lo scandalo è “Famiglia cristiana” quando se la prende con Berlusconi

di GAD LERNER

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NO TAV, SI TAF

TAF sta per Treni ad Alta Frequentazione e, aggiungeremmo, a bassa manutenzione

 

 

14 settembre 2010 CORRIERE DEL VENETO

 

Venezia, servizi fuori uso sui treni «Impossibile andare in bagno»

 

Problemi sui convogli regionali utilizzati dai pendolari, in particolare i Taf (a due piani) e i Vivalto. Lettera di protesta alla Ferrovie

Un treno regionale ad alta frequentazione (Taf). Archivio

Un treno regionale ad alta frequentazione (Taf). Archivio

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NOTIZIE/ Napoli la polizia carica gli operai

Repubblica 17 settembre

Napoli, la polizia carica gli operai di Fincantieri

Momenti di tensione questa mattina, che si sono conclusi con una carica, tra forze di polizia e operai aderenti alla Fiom dello stabilimento della Fincantieri di Castellammare di Stabia. Le tensioni sono avvaenute vicino alla sede della giunta regionale della Campania, in via Santa Lucia

Si erano dati appuntamento in via Santa Lucia, davanti al palazzo della Regione, per chiedere un incontro al presidente Caldoro. Dopo ore di attesa gli operai della Fincantieri di Castellammare di Stabia hanno deciso di protestare improvvisando un corteo in via Caracciolo, diretti in prefettura. Sono stati caricati dalla polizia e due dei segretari regionali di categoria, Massimo Brancato della Fiom Cgil e Vittorio Langella della Fim Cisl, sono finiti al Loreto Mare. Il bilancio della giornata ha visto anche due manifestanti e due agenti di polizia contusi e un operaio fermato e identificato ma rilasciato poche ore dopo.

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AMIANTO: «Il lavoro non deve far morire, senza giustizia non c’è perdono»

da Il piccolo

 

MARTEDÌ, 11 MAGGIO 2010

«Il lavoro non deve far morire, senza giustizia non c’è perdono»

La drammatica testimonianza di una vedova a causa dell’amianto

di TIZIANA CARPINELLI

 

 

MONFALCONE Lino è morto quattro giorni prima di andare in pensione. Lo aveva detto, l’aiuto primario di Venezia, alla moglie Nevia, vedova dell’amianto, che «entro Natale un angelo avrebbe vigilato su di lei e sui suoi tre figli». E così è stato. Lino Buzzi, sancanzianese, 36 anni indefessamente spesi entro le mura del cantiere navale di Panzano, è mancato il 26 novembre 2001, un lunedì, nel suo letto di casa, la famiglia stretta al capezzale. Aveva 58 anni. Lo ha ammazzato un tumore che non dà scampo: mesotelioma maligno alla pleura. Se lo piglia chi respira le fibre d’amianto. Gli esperti in camice bianco affermano che non si tratta di un cancro frequente, ma in zona già 2mila persone sono decedute per lo stesso male.

«Per sua fortuna e nostra grande disgrazia, mia e dei miei figli, se n’è andato in breve tempo – racconta la vedova Nevia Pacco, 62 anni, originaria di San Martino di Terzo d’Aquileia -: otto mesi di malattia e mio marito non c’era più. Non so quante volte, nelle preghiere, ho supplicato Dio che non soffrisse. Che non morisse soffocato, come muore chi è colpito da mesotelioma, e sono stata ascoltata: ha ceduto il cuore, Lino non ha patito, è spirato serenamente. L’unica mia consolazione».

Nevia è una friulana. Di tempra forte. Una che non si perde d’animo, che si rimbocca le maniche e affronta le avversità a muso duro. Solo una volta ha pianto di fronte al marito e poi non l’ha fatto più per quattro anni. «Se n’è andato senza riscuotere neppure la liquidazione. Senza acquistare il camper con cui saremmo dovuti andare in gita a Firenze. Senza godersi quel po’ di vita che, dopo tante fatiche, gli spettava. È un’ingiustizia a cui non mi rassegnerò mai», aggiunge.

Lino Buzzi aveva iniziato nel 1965 a lavorare alla Fincantieri come operaio tracciatore. Col gesso disegnava le sagome delle lamiere da tagliare per imbastire le navi. Un mestiere faticoso. D’estate gli s’incollavano le scarpe di gomma alla lastra di ferro, mentre d’inverno batteva i denti ai capricci della bora. Si era detto: «Devo migliorare la mia posizione». E così aveva riaperto i libri e si era messo a studiare. S’era iscritto ai corsi serali dell’istituto San Marco e aveva fatto tre anni in uno, diplomandosi al Nautico di Trieste. Grazie al titolo di studio era diventato capofficina e poi impiegato all’ufficio Cop (Controllo produzione). Si prodigava affinché i giganti del mare venissero su bene. Eseguiva anche i sopralluoghi a bordo dei sommergibili, fino all’ultimo varo del 1993.

«Era appena rientrato da una trasferta ad Ancona – riferisce Nevia – e una notte mi svegliò all’improvviso, dicendomi che sentiva una fitta sotto la scapola destra. Lì per lì pensai a un malore passeggero, mai avrei sospettato una malattia di questo tipo. Fu straziante. Il 19 marzo la prima radiografia, che evidenziò un alone alla pleura. Poi il prelievo delle cellule, per vedere se fossero cancerogene». Esito positivo. Ricovero a Monfalcone per una videotoracoscopia. Ad aprile, la conferma che si trattava di mesotelioma pleurico. «Tornammo a casa, senza tuttavia rassegnarci – prosegue -. È una frase fatta, ma davvero la speranza è l’ultima a morire. Andammo a Milano, all’Istituto oncologico diretto da Veronesi.

Il professor Pastorini, uno bravo, me lo disse chiaramente: ”Le prospettive sono due: il calvario ospedaliero oppure decidere di mollare tutto, andare alle Bahamas, e godere di quel po’ che resta”». Scelsero il calvario. Sapevano che non c’era speranza, ma optarono per le terapie. Seguì la tappa a Venezia. «Eravamo assistiti dal primario Vittorio Pagano – chiarisce – il reparto era ottimo. La ”sentenza” venne a giugno, il suo vice mi disse: ”A Natale avrete un angelo che veglierà su di voi”. Usò parole delicate, ma a me parve di sciogliermi sulla sedia. A lui non dissi nulla. E andammo avanti».

Lino iniziò la chemio al San Polo. Sei cicli, ma non andò oltre il quarto. «La terapia era un cocktail sperimentale di 7 farmaci diversi, provenienti dagli Usa – riferisce -. Inizialmente resistette, poi deperì sempre di più. Per l’organismo fu devastante. ”Se no xè per mi, almeno servirà a qualchidun altro”, diceva. È sempre stato un altruista. Ma i dolori si fecero più forti: andava avanti a bombole d’ossigeno e antidolorifici. Poi passò alla morfina. Gliela sminuzzavo, perchè non riusciva a deglutire». Morì a casa, per sua volontà. Era l’una di notte, vicino aveva la moglie e i tre figli Andrea, Federica e Roberta.

«Sarò sempre grata alla dottoressa Alessandra Cantarutti, che pur avendo un bimbo rimase con noi fino alla fine – aggiunge -. Lino è stato il primo e l’ultimo uomo che ho conosciuto: abbiamo trascorso 34 meravigliosi anni di matrimonio. Poi sono rimasta in apnea: per 4 anni non ho dormito, mi svegliavo a brevi intervalli e sentivo il suo respiro, mi voltavo a dargli un aiuto e lui non c’era. Avrei voluto stare male al posto suo, mai avrei pensato che se ne sarebbe andato prima di me. Non auguro a nessuno il mio calvario. Mi hanno salvato i nipotini».

«Morire per colpa del lavoro è ingiusto – conclude la vedova, dal 2002 in prima linea con l’Associazione esposti amianto -. Lino non s’è mai scagliato contro l’azienda: era orgoglioso di lavorare al cantiere. Ma per me è insopportabile accettare d’aver perso un marito per questo. Sarò serena solo quando chi ha reso ciò possibile se ne assumerà le responsabilità. E non parlo solo di mio marito, ma di tutte le 2mila vittime dell’amianto. Perchè si sapeva ch’era nocivo. Il perdono è una grande cosa, ma non può esserci senza giustizia. Va resa dignità ai nostri morti che non pensavano di sacrificarsi al lavoro». Nevia è una donna di fede. Dopo aver pregato per una morte senza dolore, ora prega per i processi.

 

 

REPRESSIONE/Torino: Ancora arresti!

da indymedia
http://lombardia.indymedia.org/node/29179

 

Torino, 14 maggio 2010 ore 16 Porte Palatine.
LIBERTA’ IMMEDIATA PER ANDREA -ASILO-, GABRIELE, I COMPAGNI DEL 12 MAGGIO E TUTTI!!
Doveva essere la solita azione pacifica ad effetto mediatico per chiedere la libertà dei nostri compagni arrestati e quelli inquisiti il 12 Maggio 2010, ma questa volta qualcosa, non per colpa nostra, è andato storto…
Verso le 16 di venerdì 14 Maggio, un gruppo di solidali si è avvicinato pacificamente alle Porte Palatine, situate a pochi passi dal Duomo, dove dal 10 Aprile c’è la kermesse folcloristica dell’ostensione della sindone, ed ha steso uno striscione nero -vedi foto- .
Immediatamente è arrivato un agente in borghese del commissariato vicino, e con fare minaccioso e vioolento ha ordinato ai propri colleghi di fermare alcuni nostri Compagni. E così fra la tensione alle stelle che hanno creato gli uomini in divisa, Andrea e Gabriele sono stati strattonati, ammanettati e portati in questura. Sembrava, ed in effetti era una cosa da poco… Nel senso che, se si ragiona, ma gli sbirri difficilmente lo fanno… è talmente assurdo che, per uno striscione esposto si vada in galera… Qui ormai viene violato il seppur minimo diritto d’espressione… La tanto democrazia di merda che va a sventolare il presidente Napolitano…
No! La polizia non ci sta a fare l’ennesima figura di merda, come la sera precedente al Salone del libro… Ecco perchè sono intervenuti così violentemente contro un azione pacifica…. Ecco perchè i Nostri Compagni Andrea e Gabriele ora sono in galera con le accuse di resistenza, violenza e lesioni!

Ci faremo sentire molto presto!

TUTTE E TUTTI LIBERI!!!
Già da domani saremo in strada a lottare!

RONDE: flop della Lega a Trieste

Da Il Piccolo

 

MERCOLEDÌ, 04 AGOSTO 2010

 

L’INIZIATIVA ERA STATA ANNUNCIATA

La Lega fa la ronda notturna ma le ”lucciole” non ci sono

Fedriga: è bastata la nostra presenza per allontanare le prostitute. Omero: mossa mediatica. Critici Sap e Ugl polizia

Non avrà messo in fuga un gran numero di ”lucciole” – visto che, per effetto della pubblicità data all’evento, loro stesse devono avere pensato bene di tenersi alla larga dal Borgo Teresiano -, ma è riuscita ad animare il dibattito estivo. La prima ronda anti-prostitute avviata l’altra notte dal popolo leghista ha sollevato infatti un coro di reazioni tutt’altro che tenere: dai sindacati di polizia al Pd, in tanti hanno preso di mira l’iniziativa dei militanti del Carroccio, bollandola come mossa «inopportuna» e «puramente mediatica». Critiche respinte dai fedelissimi di Bossi, convinti di aver già centrato l’obiettivo: accendere i riflettori sul problema prostituzione e reagire di fronte all’invasione delle strade del centro da parte di ragazze e protettori.

Invasione che, per la verità, l’altra sera non si è proprio vista. Per riuscire a intercettare qualche prostituta, il serpentone – una decina di volontari, tra cui due donne e un sedicenne – ha dovuto armarsi di pazienza e percorrere in lungo e in largo il ”quadrilatero della perdizione”. Al punto che quando qualcuno, dopo mezz’ora abbondante di giri infruttuosi, ha urlato «vardè che ghe ne xe una là in fondo», agli altri sembrava quasi un miraggio.

Elettrizzati dall’insperato avvistamento, i militanti capeggiati dal deputato e segretario provinciale leghista Massimiliano Fedriga hanno assunto l’assetto da battaglia, confluendo compatti verso il bersaglio: una moretta minuta con microabito bianco notata alla fine di via Machiavelli. Una ”preda” avvicinata, squadrata, accerchiata e, infine, coinvinta a togliere il disturbo con la stessa tecnica usata poco più tardi per far sloggiare altre due colleghe. «Visto? È bastata la nostra presenza per farle allontanare – ha sentenziato soddisfatto Fedriga -. L’azione dimostrativa può dirsi riuscita. La prostituzione qui esiste ed è gestita da una vera organizzazione: qualcuno anticipava i nostri spostamenti tant’è che, al passaggio dei volontari, le strade spesso erano vuote, salvo poi ripopolarsi immediatamente. Il problema c’è e va risolto. Come? Installando più telecamere e intensificando i passaggi delle forze dell’ordine alle quali, peraltro, non intendiamo sostituirci».

Ma proprio dai sindacati delle forze dell’ordine, il giorno dopo, sono piovute le critiche più dure. «Chi promuove le ronde – attacca Lorenzo Tamaro del Sap – è anche chi, oltre a inserire nella manovra finanziaria tagli alle risorse destinate agli operatori di pubblica sicurezza, ha proposto aumenti ridicoli per il rinnovo del nostro contratto. Criticare come fa Fedriga l’operato delle forze dell’ordine (critica che il diretto interessato nega di aver mai mosso ndr) è inoltre inopportuno e offensivo». «Azioni come quelle quelle della Lega non portano risultati definitivi – aggiunge Edoardo Alessio dell’Ugl Polizia -. Quelli possono arrivare solo con un maggior impegno del governo a sostegno delle forze dell’ordine».

Diretto anche l’affondo del segretario del Pd Fabio Omero: «La ronda anti prostitute è un gesto solo mediatico, che non dà risposte né in termini di sicurezza, né di lotta alla criminalità. E infatti – continua Omero – Fedriga tace sul taglio imposto dal suo governo, a partire dal primo agosto, dei fondi per il telefono verde contro lo sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Ma le schiave del sesso sono soprattutto straniere e quindi alla Lega non interessano. Io condivido invece la proposta dell’assessore comunale Sbriglia di creare un’area periferica dove le ”lucciole” possano esercitare la loro professione. Se accanto ci mettiamo l’attività dell’unità di strada e un progetto di inserimento sociale – conclude Omero -, potremo rendere più tranquille le notti in Borgo Teresiano e più deboli le organizzazioni criminali». (m.r.)

Incredibile: Nazisti in Mongolia

Corriere 5 agosto

 

«SVASTICA BIANCA»

Contro i cinesila Mongolia scopre i neonazi

Contro i cinesi la Mongolia scopre i neonazi

08:52 ESTERI Il movimento per la purezza della razza di Gengis Kha

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