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CERVIGNANO/ Paviotti e i corridoi

Il Gazzettino Mercoledì 19 Ottobre 2011,

«Corridoio Baltico? Passa da qui»

Interporto di Cervignano al centro degli assi ferroviari est-ovest (Tav) e nord-sud
«È una notizia importante – le parole del sindaco Paviotti – che conferma la posizione strategica della nostra città riguardo agli assi ferroviari europei, sia nella direzione est-ovest, riguardante la Tav che nella direzione perpendicolare, inerente al corridoio baltico». La notizia importante è il via libera, da parte della commissione europea, alla direttrice ovest dell’asse ferroviario, che dal mar Baltico arriverà all’Adriatico, direttrice che, dall’alto, giungerà a Tarvisio e da qui a Udine ed all’interporto di Cervignano. «C’è la fondata possibilità – la previsione del sindaco – che l’interporto si possa connettere con i porti di Monfalcone, Trieste e Nogaro e si concretizzi quello che da anni auspichiamo e sosteniamo: il definitivo decollo della struttura interportuale con tutti i benefici conseguenti e relativi». Anche se la Tav sembra aver rallentato il suo cammino ma, pur sempre, se non un tracciato nuovo, sarà potenziato, come chiedono anche i comitati No Tav, quello storico. A tal proposito venerdì sera, alle 20.30 nella Villa Muciani in piazza San Marco, a Muzzana del Turgnano, sarà presentato «Il libro nero dell’alta velocità» di Ivan Cicconi, uno spaccato «sulle scelte tecniche e finanziarie note e occulte, le bugie consapevoli e inconsapevoli, la clamorosa bugia del finanziamento privato». In breve «la storia dell’Alta Velocità».

TAV: cambia di nuovo il tracciato sul Carso?

Dal Piccolo del 06/09/11

 

DUINO AURISINA «La Tav non passerà per Ceroglie». Ad affermarlo è il primo cittadino Giorgio Ret, che ha avuto un colloquio con l’assessore regionale alla viabilità e ai trasporti Riccardo Riccardi, in merito al tratto della Tav Ronchi-Trieste, che avrebbe dovuto passare sotto Ceroglie, Visogliano e i paesini limitrofi. «Già a giugno l’amministrazione comunale – spiega Ret – aveva manifestato alla Regione, tramite l’assessore Riccardi, le proprie perplessità in merito alla realizzazione di un tratto del tracciato dell’alta velocità, con il conseguente cantiere, in quella zona. In questi giorni – continua – l’assessore mi ha confermato che le istanze presentate sono state accolte, e che sarà chiesto all’Italfer (società delle Ferrovie dello Stato) di predisporre delle varianti al progetto». La decisione non ha ancora ha il carattere dell’ufficialità ma Ret è fiducioso. La modifiche, oltre a quelle relative al tracciato sotto il paesino del comune di Duino Aurisina, dovrebbero interessare anche il tratto tra Aurisina e Divaccia, che avrebbe dovuto passare sotto Medeazza. La data della presentazione della variante non è nota, ma lo stesso primo cittadino suppone che avverrà in tempi brevi. «Non so esattamente quando verrà presentato il nuovo progetto con le relative varianti – precisa – ma suppongo abbastanza presto, visto che la scadenza per ottenere i fondi europei è fissata nel dicembre 2012». Denaro, questo, che potrebbe anche non arrivare o essere erogato in maniera ridimensionata. «Visti i tempi di crisi – afferma il sindaco – molti dicono che la Tav non si farà. Non posso affermarlo con certezza, considerato che l’opera non dipende dalla mia amministrazione. Quello che posso fare è però di assicurarmi che, almeno nel progetto preliminare, non siano interessati centri abitati o di rilievo economico. Anche se la realizzazione dovesse avvenire tra venti o trent’anni – conclude – voglio che le carte in tavola siano chiare e ci siano sicurezze per chi abita su questo territorio». La stessa fiducia traspare dalle parole del vicesindaco Romita. «Sono convinto – dichiara – che tutto si risolverà con una soluzione che vada bene ad entrambe le parti coinvolte. Il tracciato previsto attualmente – commenta – andava a colpire una dolina splendida dove ci sono coltivazioni di pregio e pascoli per gli animali, oltre a dividere in due il paese. Con le modifiche proposte, che dovrebbero portare la realizzazione del tratto dell’alta velocità fuori dai centri abitati, il problema non dovrebbe più sussistere». Ma cosa ne pensano i diretti interessati? La notizia, seppur salutata positivamente, viene presa con le pinze dal Comitato No Tav di Ceroglie che da mesi si batte per la salvaguardia del suo territorio. «Il sindaco ci ha informato in via ufficiosa – dichiara Nadia – ma, fintanto che non verrà messo nero su bianco, ci riserviamo il diritto di continuare con la nostra opera di sensibilizzazione». Nonostante la pausa estiva, la loro attività non si è interrotta. «A metà luglio – racconta – abbiamo portato il nostro problema a conoscenza dell’europarlamentare tedesca Sabine Wils, a un incontro a San Giorgio di Nogaro. Oltre al sindaco, che sentiamo vicino, hanno sposato la causa anche i consiglieri regionali Gabrovec e Cociancich. Siamo ottimisti».

NOTAV: tutta da rifare la procedura di VIA per la Venezia-Trieste

Non solo il WWF ma anche i Comitati NOTAV hanno da sempre denunciato lo “spezzettamento” del progetto per depotenziare l’opposizione all’opera.

Oggi incassiamo un altro piccolo risultato.

uno del comitato NOTAV di Trieste e del Carso

 

 

Il piccolo del 18/06/11

Wwf: «Sì al progetto unico per la Tav Venezia-Trieste»

 

TRIESTE Dovranno essere riunificati in un unico progetto preliminare (e relativo studio di impatto ambientale) e quindi in un’unica valutazione di impatto ambientale (Via) i quattro progetti presentati lo scorso dicembre da Italferr, per conto di Rete ferroviaria italiana (Rfi), relativi alla Tav nella tratta Venezia-Trieste. Lo ha reso noto il Wwf del Friuli Venezia Giulia che ha ricordato la decisione della commissione tecnica Via/Vas del Ministero dell’ambiente. Era stata l’associazione ambientalista a rilevare in una lettera inviata al Ministero lo scorso 4 gennaio l’anomalia rappresentata dal fatto che il progetto della Tav Venezia -Trieste fosse stata suddivisa da Italferr-RFI addirittura in quattro tronconi (Mestre-Aeroporto M. Polo, Aeroporto-Portogruaro, Portogruaro-Ronchi dei Legionari e Ronchi dei Legionari-Trieste) con quattro diversi studi di impatto ambientale e quattro distinte procedure di valutazione dell’impatto ambientale ministeriali.

 

 

Messaggero Veneto del 18/06/11

Wwf sulla Tav: si riapre la procedura Via

 

TRIESTE Dovranno essere riunificati in un unico progetto preliminare (e relativo studio di impatto ambientale) e quindi in un’unica Valutazione di Impatto Ambientale (Via) i quattro progetti presentati lo scorso dicembre da Italferr, per conto di Rete ferroviaria italiana (Rfi), relativi alla Tav nella tratta Venezia-Trieste. Lo ha reso noto il Wwf del Friuli Venezia Giulia che ha ricordato la decisione della Commissione tecnica Via/Vas del Ministero dell’ambiente. Era stata l’associazione ambientalista a rilevare in una lettera inviata al Ministero lo scorso 4 gennaio l’anomalia rappresentata dal fatto che il progetto della Tav Venezia-Trieste fosse stata suddivisa da Italferr-Rfi addirittura in quattro tronconi (Mestre-Aeroporto M. Polo, Aeroporto-Portogruaro, Portogruaro-Ronchi dei Legionari e Ronchi dei Legionari-Trieste) con quattro diversi studi di impatto ambientale e quattro distinte procedure di valutazione dell’impatto ambientale ministeriali. Inoltre, la documentazione era stata inviata – in ritardo – alle Regioni e ai Comuni, limitatamente ai tronconi che interessavano i rispettivi territori. La riunificazione dei progetti e degli studi in uno solo, implicherà inevitabilmente il riavvio della procedura Via – ha spiegato il Wwf – e l’associazione auspica che in questa fase vengano colmate le lacune della documentazione presentata da Italferr-Rfi e che sia le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, sia i Comuni, «dimostrino stavolta maggiore determinazione, pretendendo il rispetto delle norme e un serio approfondimento degli impatti del progetto», ha concluso il Wwf.

TAV: Mainardi commissario alla Tav del Nordest

Il Piccolo 05/07/11

Mainardi commissario alla Tav del Nordest

 

di Martina Milia  Il governo ha “partorito” il commissario della Tav per il Nordest. Nove mesi dopo la lettera inviata dai governatori di Veneto e Friuli Venezia Giulia, con la quale veniva chiesta a Roma la nomina di un commissario straordinario per l’emergenza dell’alta velocità tra Venezia e Trieste, Bortolo Mainardi diventa commissario. Il nome dell’architetto bellunese, già commissario straordinario delle infrastrutture del Nordest ai tempi del ministro Lunardi, attuale consigliere d’amministrazione dell’Anas, uomo gradito al Ministro Giulio Tremonti, era già stato indicato dai governatori lo scorso settembre ma nemmeno quello è servito a tagliare i tempi. Eppure il 7 ottobre, appena una settimana dopo la richiesta, il Tesoro, proprio a firma di Tremonti, aveva inviato il via libera alle Infrastrutture. C’è chi dice che sia iniziato un braccio di ferro per far dimettere Mainardi dall’Anas, chi racconta delle solite tensioni Tesoro-Infrastrutture. Quali siano state le vere ragioni, si sono perse nel passare dei mesi. Mainardi è stato nominato il giorno dopo gli scontri in Val Susa , ma non per questo si tira indietro. «Sono onorato dell’incarico, non ho mai voltato le spalle alle sfide». Il primo passo sarà «capire quali siano i poteri con cui potrò operare». Preoccupato dall’ombra della Val Susa a Nordest? «Vista l’esperienza del Passante, credo che possiamo lavorare per arrivare al consenso sociale. Questo non significa che tutti vogliano o vorranno la Tav, ma che cercheremo di realizzare un’opera che ottenga il consenso di larga parte della popolazione». E a Mainardi arrivano gli auguri di buon lavoro da tutti. Inizia il governatore Luca Zaia, felicitandosi per la nomina che «può rappresentare un’importante accelerazione perché in Veneto i commissari hanno sempre funzionato e sono riusciti a fare ciò che sembrava impossibile». Gli fa eco Renzo Tondo che parla di un esperto «adatto per dare impulso alla costruzione di una grande opera secondo un modello vicino a quello adottato per la terza corsia». L’assessore Riccardo Riccardi, nell’assicurare al commissario e amico la collaborazione della Regione, sottolinea come la nomina arrivi «in un momento di grande tensione che segna ancor di più l’importanza di quest’incarico, che abbiamo voluto con forza». Soddisfatto Renato Chisso, assessore alle Infrastrutture del Veneto e il suggello arriva anche da Confindustria. Per Andrea Tomat, presidente regionale degli industriali veneti, «la nomina contribuirà a dare certezza e celerità alla realizzazione di un’opera che è il nostro obiettivo più importante in tema di infrastrutture». Benedizione anche da Emma Marcegaglia che giudica “un fatto positivo” la nomina del commissario.

 

 

NO TAV Tracciati/ Rassegna stampa pre – assemblea di San Giorgio di Nogaro

Il Piccolo giovedì 7 luglio 2011

Vertice No tav nella Bassa con i sindaci del Nordest

 

di Elena Placitelli SAN GIORGIO DI NOGARO

Vertice No Tav Veneto-Friuli Venezia Giulia questa sera a San Giorgio di Nogaro. I Comitati del Nordest mirano a riaprire la discussione a livello europeo, anche se per i sindaci interpellati non sarà un’altra Val di Susa. O almeno non per ora. Se non altro perché, nella parte orientale della linea ad Alta velocità, tutto pare immobile, fermo alle osservazioni che i Comuni hanno presentato in Regione alla consegna del progetto preliminare, su cui si attende ancora risposta. Ma dopo la protesta piemontese, conseguente all’apertura del cantiere in Val di Susa, i Comitati No Tav del fronte orientale hanno deciso comunque di tenere alta l’attenzione, chiamando per la prima volta a raccolta gli amministratori sia veneti sia del Friuli Venezia Giulia. Si punta a dimostrare all’Europa quanto è forte lo scontento per l’opera. Ospite d’onore della serata, che comincerà alle 21 nella sala di Villa Dora, sarà infatti la deputata europea Sabine Wils (Sinistra Unita e Verdi Nord Europa), su cui i manifestanti fanno affidamento per sollevare una protesta di cui «l’europarlamentare del Pd Deborah Serracchiani non si fa portavoce – sintetizza Giancarlo Pastorutti, uno degli organizzatori dell’incontro – in linea con i poteri forti di destra e di sinistra». Dopo un minuto di silenzio per ricordare Luciano Giorgi, “il paladino del referendum” scomparso lo scorso 28 giugno, non è detto che l’appuntamento non possa sfociare in una richiesta concreta da parte dei Comitati e rivolta agli amministratori: «I consigli comunali – dice infatti Pastorutti – potrebbero stendere degli atti ufficiali in solidarietà con i manifestanti della Val di Susa, come segno di protesta per stigmatizzare quello che sta succedendo in quelle terre, dove il 73% della popolazione è contrario all’opera e dove anche i sindaci hanno manifestato». Dalla Val di Susa non arriverà nessuna delegazione, «perché – riprende il portavoce – è più importante parlare delle problematiche che coinvolgono il nostro territorio direttamente». Ad aderire, oltre al consigliere regionale di Sinistra Arcobaleno, Igor Kocijancic, i sindaci (o alcuni assessori da loro delegati) dei Comuni di Eraclea, San Stino, Bagnaria Arsa, Villa Vicentina, Torviscosa, Doberdò e Sgonico. Tra gli attivisti invece, i Comitati della Bassa friulana, di Quarto D’Altino, di Ceroglie nel Carso, oltre a “Green action”, che da Trieste mantiene i contatti con “Alpe Adria green”, forte associazione ambientalista dei paesi dell’ex Juguslavia. Ma l’animo caldo dei Comitati trova temperature più miti da parte dei sindaci interpellati: «Un confronto utile e interessante – commenta il sindaco di Villa Vicentina, Mario Romolo Pischedda – anche se restiamo ancora in attesa delle risposte alle osservazioni che abbiamo inviato in Regione». «I sindaci della Val di Susa hanno manifestato contro la Tav?» Esordisce Roberto Fasan di Torviscosa: «Guardo con interesse l’evoluzione del nostro territorio, ma su questo fronte dobbiamo ancora aspettare i nuovi passaggi legati all’anello di collegamento verso Nord, con l’asse adriatico e baltico. Dobbiamo dunque ancora attendere quali decisioni prenderà la Regione, e solo da quel momento si capirà come i sindaci prenderanno posizione»

 

 

Messaggero Veneto MERCOLEDÌ, 06 LUGLIO 2011

Pagina 41 – Provincia SAN GIORGIO DI NOGARO

Confronto Veneto-Friuli Vg sull’alta velocità in regione

SAN GIORGIO DI NOGARO Treni ad alta velocità: confronto tra amministratori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, è il tema dell’incontro pubblico promosso dai Comitati No Tav della Bassa Friulana con il Gruppo consigliare regionale Fvg Sinistra Arcobaleno, che si terrà domani sera, alle 21, a Villa Dora di San Giorgio di Nogaro. A parlare di un tema più che mai di grande attualità e assai scottante dopo gli scontri tra manifestanti e polizia della Val Susa, saranno diversi amministratori del Veneto e della Regione Fvg, con la partecipazione della deputata europea Sabine Wils. Ricordiamo che la Regione, e nella fattispecie la Bassa Friulana, sono fortemente interessati dal tracciato che riguarda il progetto dei trenia ad alta velocità, ovvero della Av/Ac, che andrà a coinvolgere numerosi comuni di questo territorio. A seguito della redazione del progetto e in forte contrasto con l’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi, i Comitati No Tav hanno inviato lo scorso anno una petizione alla Comunità Europea di Bruxelless, ottenendo un’audizione. l portavoce dei Comitati, Giancarlo Pastorutti, è stato infatti ascoltato dalla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, presente l’onorevole Mazzoni, dove ha spiegato il perché della loro contrarietà a questo tracciato, avviando di fatto una corsia preferenziale con la Comunità europea. Un tema dunque caldo e che sicuramente domani sera a San Giorgio di Nogaro è destinato a rimarcare le distanze tra coloro che sono favorevoli al progetto e ai Comitati che sempre con più vigore osteggiano l’opera ferroviaria. Francesca Artico

 

NO TAV Tracciati/ Sala affollata ieri sera/ Foto

Sala affollata e dibattito vivace ieri sera (giovedì 7 luglio) a San Giorgio di Nogaro nell’assemblea indetta dai Comitati No Tav della bassa friulana.

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NO TAV Tracciati/ Rassegna stampa post – assemblea di San Giorgio

Messaggero Veneto DOMENICA, 10 LUGLIO 2011 Pagina 54 – Provincia

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SAN GIORGIO

Dalla Bassa appello alla Ue: stop ai fondi per la Tav

SAN GIORGIO DI NOGARO Una petizione per chiedere all’Unione Europea di non concedere più finanziamenti per il progetto della Tav Venezia- Trieste, ma che questi vengano dirottati all’ammodernamento delle attuali linee ferroviarie che hanno traffici pari al 20 % delle loro potenzialità; l’indizione di una mega manifestazione al “Bivio San Polo”, per far capire alle istituzioni che i cittadini di Veneto e Friuli Venezia  Giulia, non vogliono un’opera “distruttiva” su questi territori. Questa è l’azione che si svilupperà nei prossimi mesi per impedire la realizzazione del Tracciato Tav Venezia- Trieste, le cui basi sono state gettate dai comitati No Tav e da diversi amministratori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, nel corso dell’incontro- confronto tenutosi giovedì a Villa Dora di San Giorgio di Nogaro, organizzato dai Comitati della Bassa Friulana e dal gruppo consigliare regionale del Fvg della Sinistra Arcobaleno. Sostegno a queste iniziative “di lotta pacifica” è stato dato dalla eurodeputata Sabine Wils e dal consigliere regionale della Sinistra Arcobaleno Igor Cociancigh, che si sono impegnati a presenziare ad ogni tipo di manifestazione. La Wils ha affermato che l’Europa finanzia solo il 20% dei progetti dell’Italia, il resto lo devono pagare gli italiani, ribadendo che l’Ue supporta gli interessi delle banche e quindi “ci sono interessi per i grandi progetti. Cociancigh ha invece lanciato l’allarme per bloccare ogni tipo di manifestazione sostenendo che si tratta di allarme sociale. Giancarlo Pastorutti, portavoce dei No Tav della Bassa, ha ricordato che l’impatto che la realizzazione di 135 km di tracciato avrà sull’ambiente e sulle tasche dei cittadini. Gli agguerriti esponenti dei comitati del Veneto e del Fvg, hanno ricordato le parole dell’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, che ha pubblicamente sostenuto che quest’opera non si farà mai. “Allora- hanno detto- perché questo spreco di denari pubblico per la progettazione, mentre i fondi per sanità, istruzione e ricerca, vengono tagliati”? Francesca Artico

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Il Piccolo 9 luglio pagina 32

Corteo da tutto il Nordest per dire no al progetto Tav

di Elena Placitelli

SAN GIORGIO Una manifestazione contro la Tav che veda per la prima volta sfilare i comitati a fianco dei sindaci veneti e friulani. Sul fronte orientale dell’Alta velocità potrebbe intravedersi un’altra Val di Susa. L’idea è stata lanciata l’altro ieri sera a San Giorgio, al vertice organizzato a Villa Dora dai Comitati No Tav della Bassa per mettere a confronto gli amministratori delle due regioni. Luogo e data del corteo restano da definire, ma sarebbe la prima occasione per unire le forze trasversalmente, coordinando da un’unica regia i comitati nati nei rispettivi territori e i loro amministratori. A margine dell’incontro sono queste le conclusioni cui giunge il portavoce locale Giancarlo Pastorutti: «La sala gremita e le conferme degli amministratori – dice – lasciano intendere che i tempi sono maturi per lavorare sull’intera tratta, allargando la discussione fra comitati e sindaci di entrambe le regioni». Si mira a costruire un fronte comune per «dare alle autorità regionali e nazionali – continua – un segnale forte dell’opposizione che anche nel Nordest sta crescendo nei confronti di un’opera inutile e devastante. Bisogna fare massa critica insieme ai sindaci – incalza il portavoce – simulando quello che è appena successo in Val di Susa. L’unione fa la forza, il potere contrattuale è più forte». Non è chiaro se e quando i sindaci si lasceranno “prendere per la giacchetta” come hanno fatto i colleghi piemontesi. Gli amministratori della Bassa già interpellati, come Roberto Fasan di Torviscosa e Mario Romolo Pischedda di Villa (il primo presente alla riunione, il secondo sostituito dal capogruppo Igino Dreassi), avevano ribadito che in Friuli Venezia Giulia i Comuni attendono gli esiti delle osservazioni inviate in Regione dopo la presentazione del progetto preliminare. Per Fasan non sono chiare le scelte che la Regione farà in merito all’asse settentrionale dell’opera. Meno mite Gianni Foffano, consigliere di maggioranza del Comune di Quarto D’Altino: «Per quanto forse sia ancora presto per parlare di una manifestazione – afferma – serve una conferenza dei sindaci veneti e friulani, capace di far sentire il parere contrario di amministratori e cittadini». Il Comune di Quarto d’Altino ha espresso voto contrario alla Tav anche con un atto di Consiglio, e il “no” al tracciato basso è stato condiviso pure dai Comuni di San Donà e San Stino. A San Giorgio c’erano la deputata europea Sabine Wils (Sinistra Unita e Verdi Nord Europa), il funzionario del gruppo trasporti dell’Unione europea, Roberto Copriore, il consigliere regionale di Sinistra Arcobaleno, Igor Koncijancic, gli amministratori di Bagnaria, Doberdò, Muzzana, Ronchi, San Canzian e San Stino. Presenti i rappresentanti dei Comitati, da Quarto d’Altino al Carso passando per l’Isontino.

 

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SAN GIORGIO
No Tav, vertice
con amministratori
veneti e friulani

Sabato 9 Luglio 2011,
SAN GIORGIO DI NOGARO – . Folta partecipazione all’incontro sulla Tav presenti amministratori veneti e del Fvg, interessati al progetto Venezia – Trieste, e l’europarlamentare Sabine Wils.
Importanti le testimonianze del sindaco di S. Stino di Livenza, Luigino Moro, del consigliere «delegato alla tematica Tav» di Quarto d’Altino, Gianni Foffano che hanno ribadito la contrarietà all’opera per gli impatti sul territorio e i costi elevatissimi. La loro proposta è sfruttare l’enorme potenzialità della linea storica con semplici ammodernamenti.
Stessa posizione del Comune di Doberdò del Lago, espressa dall’assessore Jaz.
Per la Bassa è intervenuto l’assessore Enrico Pin del Comune di Bagnaria Arsa che ha sottolineato l’inutilità e i notevoli impatti del raccordo nord-sud di collegamento allo scalo di Cervignano, il cosiddetto “Lunotto”. Da parte sua la Wils ha sottolineato non esserci alcuna imposizione da parte della Ue per le linee ad alta velocità e che i fondi per la costruzione di tratte interne possono avere un contributo del 10% solo quando gli Stati richiedenti dimostrino la copertura finanziaria del rimanente 90%. Sempre la Wils ha reso noto che la definizione “Alta capacità” è un’invenzione tutta italiana.
Restati fuori dalla porta i recenti avvenimenti in Val di Susa, il clima si è riscaldato quando Paolo De Toni, esponente dei Comitati No Tav della Bassa Friulana, ha letteralmente dichiarato: «Se l’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti dichiara che la Tav da Venezia a Trieste non serve a nulla, tutti gli amministratori dei Comuni interessati non hanno più scuse e devono avvalersi fino in fondo di questa verità per respingere l’intero progetto. Altrimenti dimostreranno di essere complici o succubi del potere consociativo e in particolare degli accordi fra Pd e PdL».
Il sindaco di Torviscosa, Roberto Fasan, chiamato in causa, non ha voluto assumere un posizione esplicitamente No Tav. Una punzecchiata di De Toni anche al vice sindaco, Mareno Settimo, noto ambientalista, sempre in prima linea contro la Tav, «mentre ora tace».
A.L.

 

 

Il Piccolo venerdì 8 luglio 2011

 

Sale la tensione anti-Tav

 

I comitati: patto scellerato

di Elena Placitelli

SAN GIORGIO La Tav? «Un patto scellerato che va smantellato». Cresce l’irritazione dei Comitati di fronte al sistema politico regionale «che continua a puntare sull’Alta velocità, nonostante più volte sia stato ammesso che la linea ferroviaria esistente non è sufficientemente utilizzata». Se la prende con i politici regionali il portavoce nei No Tav della Bassa friulana, Paolo De Toni, intervenuto ieri sera al vertice organizzato a Villa Dora di San Giorgio: «La contraddizione di un’opera inutile e della politica che la vuole ugualmente», come dice De Toni, scalda i Comitati, a pochi giorni dagli scontri in Val di Susa: «Se i sindaci non dimostreranno autonomia decisionale, potrebbe consumarsi uno scontro frontale non solo con i vertici politici, ma anche con gli stessi amministratori del territorio». Nel pieno della protesta in Val di Susa, i No Tav del territorio regionale hanno organizzato un incontro per riportare il tema d’attualità anche sul fronte orientale dell’opera. Un vertice che per la prima volta mette a confronto gli amministratori delle due regioni limitrofe, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Si tenta di tirare per la giacchetta i sindaci della regione, che a differenza dei colleghi piemontesi, tentennano a prendere posizione. Secondo De Toni, la colpa sta nell’atteggiamento di sottomissione che i sindaci avrebbero assunto di fronte ai poteri politici forti: «La politica regionale continua a ignorare la contraddizione plateale, data dall’inutilità dell’opera progettata anche dove la linea esistente è sottoutilizzata. Un atteggiamento – insiste De Toni – che irrita i comitati, i quali si aspettano che i sindaci acquisiscano questo dato e si comportino di conseguenza. Per ora, invece, dimostrano esclusivamente di sottostare ai diktat regionali, determinati dalle posizioni dei consiglieri Daniele Galasso, Mauro Travanut e dall’assessore Riccardo Riccardi». Veri e propri «ordini consociativi», secondo il portavoce No Tav, dettati sia dal Pd che dal Pdl. Non si discosta molto la visione del consigliere regionale di Sinistra Arcobaleno, Igor Koncijancic, per il quale «alcuni sindaci subiscono pressioni della parte politica di appartenenza, mentre altri ormai credono in buona fede nell’opera, dopo anni di indottrinamento. Ma insistere è un delirio, tanto più che l’Unione europea non chiede l’Alta velocità, ma solo collegamenti più funzionali. Ha dunque senso migliorare la linea esistente – chiosa – senza imporre un’opera costosissima e devastante per il territorio»

 

TAV: sul Carso la velocità cala a 60 orari

IL PICCOLO 26 aprile 2011 pag. 17 Regione

Tav, sul Carso la velocità cala a 60 orari

Si viaggerà sparati solo fino a Monfalcone, brusca frenata ad Aurisina e poi ritmi ridotti nonostante 21 km di gallerie

di Silvio Maranzana

TRIESTE Uno spaventoso inabissamento e una contemporanea drastica caduta della velocità. Il dossier completo del progetto della Tav Mestre-Trieste redatto da Italferr su incarico di Rfi e pubblicato sul sito della Regione Friuli Venezia Giulia e le controdeduzioni presentate dal Wwf aprono oggi, alla vigilia di nuovi confronti con la popolazione, soprattutto un inquietante interrogativo: ha senso sventrare longitudinalmente il territorio dell’intera provincia di Trieste con una spesa abnorme (7,5 miliardi il tratto intero) e tempi elefantiaci (si tratterebbe dell’ultimo lotto completato probabilmente appena nel 2050) per poi far viaggiare i treni su questo tratto a una velocità che più o meno tengono già oggi in superficie? Il grafico sull’andamento previsto della velocità che pubblichiamo è fortemente significativo. I convogli passeggeri, lanciati a 250 chilometri orari da una ventina di chilometri oltre Mestre e quasi fino a Ronchi, devono dare brusche frenate ad Aurisina per scendere fino a 60 chilometri orari in corrispondenza con una serie di interconnesioni che portano poi il tracciato a inserirsi nell’attuale cintura di circonvallazione ferroviaria da percorrere anch’essa a velocità fortemente ridotta dopo aver ripreso per alcuni chilometri, a 90 all’ora, ma non di più. Il progetto prevede infatti che i deviatoi di innesto dell’interconnessione vengano realizzati con una velocità di 60 km orari il che comporta un considerevole rallentamento puntuale dei treni passeggeri a lunga percorrenza provenienti da Venezia e diretti a Trieste. Eppure, dei 23 chilometri e 345 metri di tragitto previsti per il momento entro i confini provinciali, ben 21 chilometri e 669 metri si sviluppano in galleria. Dopo essere passato sotto Ceroglie, Malchina e Slivia, il tracciato riemerge allo snodo di Aurisina. Qui è previsto che la vecchia stazione venga sostituita da un moderno “posto di movimento”. Subito dopo i binari si inabissano dentro il ciglione costiero: altri 1.126 metri nel comune di Aurisina, 1.176 in quello di Sgonico e poi sotto la cresta carsica parallela al mare: da Prosecco fin dietro Barcola, Gretta e Roiano. Sotto il parco di Villa Giulia l’intersezione con la circonvallazione esistente che garantisce la prosecuzione fino a Campo Marzio. È il tracciato che gli stessi proponenti giudicano fortemente migliorativo rispetto alla prima ipotesi che lo faceva correre sotto la Valrosandra. Ma è possibile che vada incontro ad altre modifiche così come la tratta Mestre-Portogruaro per la quale c’è già stato un braccio di ferro tra tracciato parallelo alla A4 e percorso cosiddetto “balneare”, più vicino alla costa.

 

Ipotizzati nel 2025 ogni giorno 160 treni merci

TRIESTE

Ma di quanto dovrebbe crescere il traffico su questa direttrice con l’Alta velocità-Alta capacità? L’analisi trasportistica effettuata da Rfi-Italferr rileva come i tassi di crescita del flussi commeciali dell’ordine del 6% annuo contrastano con la progressiva riduzione della quota modale su ferro scesa dal 53% del 1984 al 39% del 1994 al 21% del 2006. Il traffico ai valichi alpini orientali nel 2005 era di 48 milioni di tonnellate/anno di cui 2/3 su Tarvisio e 1/3 sui transiti sloveni dell’area goriziana e triestina. I flussi sono alimentati dalla modalità autostradale per 40 milioni e da quella ferroviaria per 8 milioni (quota modale del 18%). Sulla A4 Venezia-Trieste viaggiano 11mila mezzi pesanti al giorno, 6mila sulla Udine-Tarvisio. I flussi su ferrovia sono modesti e corrispondono ai seguenti numeri giornalieri: i treni verso Tarvisio sono 40 sulla linea alta Treviso-Prodenone-Udine, 10 via Cervignano-Udine e 20 via Monfalcone-Gorizia-Udine. I treni sulla linea bassa costiera verso Opicina e Trieste sono 30 al giorno. Gli studi ipotizzano una crescita dei volumi merci a 77 milioni di tonnellate/anno con quota ferroviaria di 37 milioni di tonnellate. I treni merci sulla linea del Friuli Venezia Giulia, in base a una ipotesi media di crescita dei volumi, dovrebbe diventare da 104 nel 2010, 131 nel 2015, 144 nel 2020 e 160 nel 2025. Ma l’ipotesi esponenziale alta prevede addirittura 252 treni nel 2025. s.m.

NOTAV: lo lobby regionale pro-tav sull’orlo di una crisi di nervi

Dal Il Piccolo del 30/04/11

Tav, Tondo contro Moretti: “Trieste non può essere esclusa”

Putiferio dopo le dichiarazioni dell’ad di Ferrovie dello stato Mauro Moretti. Calligaris: “Qui si gioca il futuro del Paese”

 

di Silvia Zanardi

 

TRIESTE Bacini di passeggeri insufficienti, progetti nulli oltre confine e assenza di risorse economiche sono, per il governatore Renzo Tondo, «motivazioni insufficienti» a scartare l’arrivo della Tav a Trieste: «Non tengono conto della posizione strategica del Friuli Venezia Giulia». E, in regione, sono insufficienti per buona parte del mondo politico e industriale, che reagisce in coro alla notizia: «La Tav va fatta, la regione non può essere tagliata fuori da progetti già commissionati». Eppure, a scatenare le reazioni (sul profilo Facebook del “Piccolo” impazzano quelle dei lettori), sono i motivi con i quali l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti ha spiegato l’interesse del gruppo a realizzare l’alta velocità nella tratta Venezia-Milano escludendo quella a Est di Mestre.

 

Ieri, Tondo ha aggiunto: «Quanto detto da Moretti non regge, perché parliamo di una regione diventata ponte strategico dopo la fine del muro di Berlino». Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha quindi annunciato iniziative immediate per fare chiarezza sull’argomento: «Ci daremo da fare in ogni sede, per dimostrare le nostre ragioni». Moretti è intervenuto due giorni fa in Veneto sostenendo che «Trieste e Lubiana non hanno abbastanza passeggeri» per poter proseguire con l’alta velocità fino a Trieste seppur, riguardo al progetto originario, ieri abbia aggiunto che «non ci sarà nessuna modifica e nessun ripensamento».

 

Ma, in una nota, ha scritto anche che «la realizzazione del tracciato avanzerà in coerenza con le risorse finanziarie disponibili». Nodo cruciale che tuttavia, almeno a livello di considerazione, nulla toglie al ruolo strategico di Trieste nelle relazioni con il vicino Est europeo: «In tema di sviluppo dell’area triestina – sottolinea l’ad – il quadruplicamento ferroviario verso Trieste è fondamentale per i traffici verso i Balcani e la Turchia». Riflessioni che invitano l’assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi ad andare avanti con il progetto di Rfi: «La Tav non può fermarsi a Venezia. Posso capire che ci sia un problema di dimensioni ma abbiamo anche un’esigenza di continuità, che diventa indispensabile al funzionamento dei porti». E ha aggiunto: «Se Fs presenta i progetti per l’alta velocità, come si fa a dire il giorno dopo che non si fa? È una contraddizione».

 

L’europarlamentare Debora Serracchiani si pone le stesse domande, e aggiunge: «Sapremo chi ringraziare se il Friuli Venezia Giulia resterà una regione con i porti in disarmo, senza collegamenti ferroviari e con la terza corsia ridotta a servitù di passaggio per i Tir dell’est Europa». Si discosta il presidente del gruppo consiliare della Sinistra L’Arcobaleno Igor Kocijancic: «I progetti preliminari presentati finora risultano vani. Avevano ragione quanti, come noi, hanno sempre sostenuto che sarebbe stato sufficiente adeguare il tracciato esistente».

 

In linea con Riccardi è, invece, Alessandro Calligaris, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia: «Moretti fa un ragionamento economico ma qui è in ballo il futuro del nostro paese. La Tav, lungo il tragitto più efficiente dell’autostrada, va fatta anche se l’ad ritiene che il bacino di utenza non sia sufficiente. È un investimento da fare in prospettiva».

 

In clima di elezioni arrivano inoltre risposte anche dal mondo poltico triestino: «Tutte le forze politiche di regione e provincia devono ribellarsi all’ipotesi di Moretti», ha detto ieri Maria Teresa Bassa Poropat. Reazione secca anche quella di Franco Bandelli, candidato sindaco di “Un altra Trieste”: «La nostra città non può più accettare di essere presa in giro. Ha bisogno di serietà e rispetto

TAV: siamo al delirio, ora spunta l’ipotesi subacquea

IL PICCOLO Domenica, 15 maggio 2011

 

La Tav alternativa è subacquea

 

L’architetto De Simone propone tratti sottomarini a fianco di Costiera e laguna di Grado e Marano

 

di Silvio Maranzana

 

TRIESTE. Nelle pianure veneta e friulana per lunghi tratti in galleria. Non così, al contrario di quanto previsto dal progetto Rfi/Italferr, in provincia di Trieste dove i treni dovrebbero invece correre sotto il mare. È la Tav subacquea proposta dall’architetto Fernando De Simone. «Scavare sotto il Carso rappresenta un’incognita enorme – sostiene De Simone – si rischiano frane e conseguenti deviazioni forzose e impreviste del tragitto con forti aggravi di spesa e di tempo». In base al progetto originario, dei 23 chilometri e 345 metri di tragitto previsti entro i confini provinciali, ben 21 chilometri e 669 metri dovrebbero svilupparsi in galleria. Un’operazione rischiosa secondo quanto già denunciato dal Wwf: «Facendo un tunnel di neanche 3 chilometri per la Grande viabilità triestina ci si è imbattuti nella Grotta impossibile. Cosa succederà se si dovrà scavare per oltre 21 chilometri?» Ecco spuntare allora l’alternativa sottomarina. «Molto più agevolmente – sostiene De Simone – un tunnel può essere realizzato sotto il livello del mare. Proprio a perpendicolo sotto la sede della strada costiera triestina, se gli studi evidenzieranno che ciò è possibile. Se così non fosse, appena al largo della costa perchè in quella zona l’acqua è profonda non più di 10-15 metri. Si tratta di scavare cinque metri sotto il mare, in particolare per realizzare un tratto lungo poco più di 20 chilometri che unirebbe Monfalcone a Trieste: una sorta di tunnel sotto la Manica in formato ridotto, o simile a quello parzialmente sottomarino che unisce Copenhagen a Malmoe. In questa galleria subacquea i treni potrebbero viaggiare a una velocità costante di 120 all’ora evitando le frenate “terrestri”. Il progetto Rfi/Italferr rivela infatti come i treni lanciati a 250 orari fin quasi a Ronchi dovrebbero quasi “inchiodare” ad Aurisina scendendo fino a 60 all’ora in corsipondenza con una serie di interconnessioni che li porterebbero poi a inserirsi nell’attuale circonvallazione ferroviaria triestina. L’alternativa De Simone prevede un percorso lungo la linea di costa anche in Veneto e in Friuli con altri due brevi segmenti che “affonderebbero” in acqua rispettivamente nella laguna di Venezia e in quella di Marano. I treni dell’Alta velocità non avrebbero fermate intermedie tra Mestre e Trieste. Ma le stazioni di Mestre, Tessera, Jesolo, Caorle, Lignano e Ronchi sarebbero dotate di un binario bypass che permetterà sulla stessa linea tra un treno Alta velocità e l’altro l’inserimento di vetture merci dell’Alta capacità e quelle di una metropolitana». «La spesa complessiva – afferma De Simone – supererebbe di poco i 5 miliardi di euro, contro i 7,5 a causa del percorso più lungo di quella relativa al progetto originario. Se si mettessero a operare in contemporanea due squadre robuste: una da Mestre e una da Trieste, i lavori potrebbero durare solltanto quattro anni». La proposta alternativa è stata inviata ai governatori del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo e del Veneto, Luca Zaia, oltre che ad alcuni sindaci. Finora nessuna risposta.