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Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Dal piccolo
09/07/12
Tav, c’è il progetto con i 4 tracciati: via alle osservazioni
Depositato lo scorso 20 giugno l’elaborato dei quattro tracciati di progetto del progetto preliminare delle tratte ferroviarie di alta capacità-alta velocità Portogruaro – Ronchi sud e Ronchi sud – Trieste del Corridoio plurimodale. Italferr ha infatti avviato, per conto di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), le procedure di approvazione provvedendo, tra l’altro, all’invio dei documenti progettuali ai Comuni interessati e alla Regione. Il 27 giugno la Regione ha invitato nuovamente il Comune a esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta. Le osservazioni dunque possono comunque essere presentate da tutti cittadini entro il 29 agosto prossimo e devono riportare il seguente oggetto: “Osservazioni alla Procedura di VIA ai sensi del D.Lgs n.163/2006 sul progetto preliminare “Sistema Conoscitivo Unico dei Quattro Tracciati di Progetto”. Vanno trasmesse in forma scritta al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, Via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma e alla Direzione Centrale Ambiente, Energia e Politiche per la Montagna – Servizio Valutazione Impatto Ambientale, via Giulia, 75/1 – 34126 Trieste. È possibile anche l’invio in forma elettronica utilizzando la casella di posta elettronica certificata (PEC) al DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it e Ambiente.energia.montagna@certregione.fvg.it. (la trasmissione sarà considerata certificata, ai sensi delle norme vigenti, solo se proveniente da una casella di posta elettronica certificata). Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma, tel.06-57225903.
08/07/12
Tav: la Regione vuole dal Comune di Duino un parere in 30 giorni
DUINO AURISINA Ci mancava la Tav (linea ferroviaria ad alta velocità) a rendere più torrida l’estate degli amministratori comunali di Duino Aurisina. Con una lettera circolare della Regione, indirizzata anche ad altri 30 Comuni del Friuli Venezia Giulia, hanno ricevuto il “progetto preliminare della nuova linea ferroviaria Av/Ac Venezia – Trieste” con la richiesta di parere sull’impatto ambientale legato alla realizzazione dell’opera. Non è precisato un termine per la formulazione del parere ma, secondo la normativa regionale, per questo tipo di adempimenti sono a disposizione 30 giorni: essendo la circolare datata 27 giugno significa che l’impegno deve essere rispettato entro il 26 luglio. Un mese, quindi, per esaminare un dossier di quasi 300 pagine, arricchito da mappe, grafici, proiezioni, analisi, su una materia scottante: basti pensare che la tratta Ronchi–Trieste, di soli 38 chilometri, prevede l’attraversamento dell’intero territorio di Duino Aurisina, quasi interamente in galleria (come precisa la relazione), con un impatto quindi di eccezionali proporzioni sul territorio. L’adempimento appare, per i tempi così ristretti, legato alla scadenza dei termini per il finanziamento del progetto esecutivo della Tav garantito dall’Unione europea, ma resta il fatto che il parere richiesto dalla Regione al Comune sarà utilizzato anche nelle fasi successive dell’iter progettuale e quindi avrà un valore definitivo. «Il tempo è molto ridotto – dice il Sindaco Vladimir Kukanja – e non so come riusciremo a rispettare le scadenze, tenendo conto della delicatezza della materia e della necessità di avviare e concludere una consultazione ampia e impegnativa, obbligatoria anche per l’impatto che l’opera avrà sulla vita degli abitanti e sul territorio comunale. Faremo l’impossibile, ma l’impresa mi pare ardua». Sarà la seconda commissione consiliare – competente in materia di urbanistica, di tutela dell’ambiente e pianificazione del territorio – a svolgere un ruolo fondamentale nella fase della consultazione. Lo precisa il presidente Maurizio Rozza che si richiama a questo proposito agli impegni programmatici della giunta. «Intendiamo ascoltare – dice – tutti i portatori di interessi attivi sul territorio, l’associazionismo, gli esperti, per arrivare a un autentico processo di partecipazione alle decisioni del Comune in materia di pianificazione. Invito le associazioni e i comitati ad attivarsi immediatamente e a chiedere di essere ascoltati dalla seconda commissione con il supporto di materiale e memorie. Tra l’altro – si augura Rozza – questa procedura alleggerirà il lavoro del consiglio comunale». «Ma come si fa – si chiede il vicesindaco Massimo Veronese, assessore proprio alla pianificazione territoriale e all’ambiente – a porre un’amministrazione comunale in questa situazione imbarazzante? Viene il sospetto che il parere dei Comuni non sia tenuto in alcun conto e che la nostra consultazione abbia un valore puramente formale. Ma non si rendono conto che l’intero nostro territorio e la stessa vita dei cittadini rischiano di essere compromessi da decisioni affrettate e non meditate?» Sono le stesse conclusioni del progetto a supportare la preoccupata protesta di Veronese e sembrano, implicitamente, dare un giudizio negativo sull’intero impianto progettuale. «L’attraversamento di quest’area – si legge – costituisce senz’altro l’elemento di maggiore criticità dell’opera in esame, non solo in ragione delle potenziali interferenze del tracciato, ma anche per la fase di costruzione». Così prosegue il testo. «Per quanto riguarda tendenzialmente la parte terminale della nuova linea Av/Ac in progetto (cioè il territorio carsico di Duino Aurisina, ndr) che si sviluppa prevalentemente in sotterraneo, va segnalato l’attraversamento dei calcari di Aurisina, altamente carsificabili e carsificati, con alta probabilità di incontrare vuoti (grotte, ndr) anche significativi, e successivamente il passaggio nei calcari liburnici ed eocentrici, un po’ meno carsificabili, ma anch’essi con possibilità di vuoti (grotte, ndr)». Ed ecco la mazzata finale delle conclusioni progettuali: «L’ambiente carsico è estremamente vulnerabile sia dal punto di vista idrogeologico, data l’elevata velocità di dispersione di eventuali sostanze contaminanti e data la possibilità che lo scavo di una galleria alteri percorsi idrici sotterranei, sia dal punto di vista geomorfologico, per la presenza di grotte e cavità la cui estensione non è prevedibile con indagini in superficie». Ma come si fa – è l’interrogativo che serpeggia tra i responsabili del Comune – a chiedere entro trenta giorni un parere all’amministrazione civica e ai cittadini su un progetto di cui persino gli autori, almeno per la parte riguardante Duino Aurisina, non sono convinti e illustrano con tanti dubbi e perplessità? (a. g.)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Ciao a tutti,di seguito il documento preparato da un membro del Comitato NOTAV di Trieste e del Carso con delle osservazioni da mandare al Ministero riguardo al documento di “unificazione” dei 4 progetti per la linea TAV Venezia-Trieste depositato il 20 giugno e sui cui si possono mandare le osservazioni.
Le osservazioni dunque possono comunque essere presentate da tutti cittadini entro il 19 agosto prossimo e devono riportare il seguente oggetto: “Osservazioni alla Procedura di VIA ai sensi del D.Lgs n.163/2006 sul progetto preliminare “Sistema Conoscitivo Unico dei Quattro Tracciati di Progetto”. Vanno trasmesse in forma scritta al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, Via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma e alla Direzione Centrale Ambiente, Energia e Politiche per la Montagna – Servizio Valutazione Impatto Ambientale, via Giulia, 75/1 – 34126 Trieste. È possibile anche l’invio in forma elettronica utilizzando la casella di posta elettronica certificata (PEC) al DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it e Ambiente.energia.montagna@certregione.fvg.it . (la trasmissione sarà considerata certificata, ai sensi delle norme vigenti, solo se proveniente da una casella di posta elettronica certificata). Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma, tel.06-57225903.
Il documento può essere integrato, preso solo in parte, modificato ecc che ognuno lo utilizzi come meglio crede.
Mandatelo in giro e spedite le raccomandate al ministero.
DOCUMENTO
Alcune premesse:
Il documento che ha imposto il riavvio della VIA dovrebbe essere la risposta alla indicazione del Ministero per l’ambiente del 2011 che dava per inaccettabile lo “spezzatino” in 4 progetti distinti della tratta di 156 Km da Mestre a Trieste (tra l’altro continua a mancare il tratto transfrontaliero, da Bivio Aurisina a Opicina, per la parte italiana). Italfer ha perciò prodotto un testo denominato “Sistema conoscitivo unitario – RELAZIONE GENERALE” che dovrebbe essere il ponte di collegamento tra i 4 tronconi, dando alcuni parametri per leggere unitariamente testi e mappe.
Quindi disegni e planimetrie, di fatto, non vengono modificate rispetto a quelle presentate nel dicembre 2010, mantenendo perciò tutte le perplessità e le osservazioni a suo tempo prodotte, che devono essere riproposte, ovvero richiamate come non esaurite nella loro validità dalla documentazione prodotta.
Ma il nuovo testo contiene ulteriori elementi di problematicità.
In via preliminare:
Continua a mancare una seria analisi costi – benefici, che dovrebbe essere l’elemento primo di qualsiasi proposta di modifica dell’esistente oppure di proposta di nuova opera.
Manca tuttora la traduzione in lingua slovena, pur interessando la tratta isontino – triestina aree abitate dalla comunità slovena, che viene colpita nei suoi specifici interessi.
In via specifica:
Da numerosi elementi contenuti nel nuovo documento si evince non solo l’inutilità dell’opera, bensì anche la elevata rischiosità ambientale della stessa.
L’inutilità risulta evidente da quanto affermato a pag. 21. Infatti se il 75% dei movimenti merci avviene entro i 200 Km questa quota di trasporto NON PUO’ ESSERE DIROTTATA SU TRENO, per quanto moderno, rapido e funzionale il mezzo possa diventare. Infatti su un percorso di tale lunghezza il mezzo su gomma impiega ragionevolmente meno di 4 ore, mentre la logistica di carico e scarico ferroviario da sola supera abbondantemente questo dato orario. In compenso, del restante 25% già oggi circa la metà usa il treno, quindi la competizione oggettiva si limita ad un possibile recupero del 12 – 13% di traffico merci, per il quale probabilmente basterebbero alcuni interventi dissuasivi sul piano dei costi autostradali per ottenere una significativa riduzione, ovvero la scelta stradale è dettata da altre motivazioni, tipo la qualità della merce trasportata.
Anche sul piano dei movimenti di persone, sostanzialmente legati al pendolarismo lavorativo o studentesco, analizzato a p. 30, si evince che la ferrovia non assume competitività se diviene elemento di lunga percorrenza, bensì solo se diviene efficiente e regolare sui medio – brevi percorsi, infatti il target di competitività viene indicato in percorsi dai 25 ai 40 chilometri, quindi nei termini del normale pendolarsimo lavorativo – studentesco.
In compenso, ad esempio, vengono individuate a pag 229 soluzioni ambientali perlomeno “fantasiose”, quali lo spostamento della attuale A4 proprio nel punto in cui si sta lavorando per la terza corsia, cioè in zona Portogruaro, per far passare la ferrovia dove oggi corre l’autostrada. Valutazione di costi, modo di attuare questa modifica ecc. non appaiono, ne vengono indicati accordi raggiunti o cercati con l’ente gestore delle autostrade.
A pagg. 293 e 294 viene indicato chiaramente che la zona carsica è zona sensibilissima per gli inquinanti, che vengono assorbiti rapidissimamente e dispersi lungo percorsi difficilmente predefinibili, nello stesso tempo viene individuato come particolarmente significativa ed impattante la variazione della percezione del paesaggio. A pag. 218 – 219 si evidenzia la problematicità data nella zona di Aurisina dalla sicura interferenza con “vuoti parietali” (cioè grotte) per circa 7 chilometri.
Ultima cosa, non però per importanza, come già detto prim continua mancare il collegamento confinario verso Divaccia, destinato ad essere presentato in un quinto, scollegato, progetto. Però si afferma che Opicina sarà la stazione di collegamento della tratta internazionale, pur proseguendo allo smantellamento della stessa e del suo fascio di binari, come evidenziato anche recentemente da RFI nei programmi di dismissioni per il FVG, come altrettanto si può dire per l’interporto di Cervignano, dichiarato stazione base merci per il corridoio adriatico – baltico, ma di cui pure si prosegue la dismissione.
Come pure in fase di dismissione risulta essere il binario di sorpasso di bivio Aurisina, pur a fronte dell’affermazione dell’esistenza di un collo di bottiglia sul tratto Monfalcone Bivio Aurisina, che proprio tale binario consentiva di minimizzare come effetti.
Analisi del documento sottoposto a valutazione
Come detto questo documento dovrebbe, secondo i proponenti, fornire gli strumenti per una lettura unitaria dei ben 4 progetti presentati a suo tempo per un percorso di complessivi 156 chilometri. A suo tempo il ministero per l’ambiente osservò che era incongruo non aver presentato per la Valutazione ambientale un unico progetto, con la possibilità di valutare il complessivo impatto di un’opera che di fatto era unitaria e non suddivisibile in singoli lotti.
Quanto richiesto dal ministero non sembra poter essere assolto da un testo di meno di 300 pagine che dovrebbe indicare le soluzioni da adottare, per i proponenti, per eliminare, o quantomeno minimizzare, gli effetti complessivi su areali estremamente delicati e vulnerabili.
In compenso il testo, per quanto non dettagliato, offre, se possibile, ancor più materia di perplessità in merito alla valutazione ambientale e ai costi-benefici, tuttora non esplicitati, di quanto a suo tempo fornirono i 4 progetti distinti.
SUL PIANO DELLA UTILITA’ DAL PUNTO DI VISTA TRASPORTISTICO
A pag. 21 si afferma che il 75% del movimento merci (non è dato sapere se a livello nazionale o solo delle due regioni interessate, Veneto e Friuli Venezia Giulia) si svolge su distanze inferiori ai 200 chilometri.
Ora, il passaggio del trasporto da gomme a ferrovia può avvenire, salvo casi particolari di grandi masse di scarso valore, in linea di massima quando le distanze coinvolte sono decisamente maggiori, infatti circa la metà del restante 25% già oggi circola su ferrovia.
E’ pensabile che parte di questo 75% possa essere dirottato sul ferro? Sembra estremamente difficile, anche a fronte di agevolazioni o di imposizioni restrittive alla circolazione di camion. La logistica infatti renderebbe estremamente problematico questo trasporto, che andrebbe ad assumere l’aspetto di “collettame”, servizio da tempo dismesso dalle ferrovie.
Quindi NON ESISTE l’ipotesi prospettata di miglioramenti sulla gestione stradale
SUL PIANO DEL TRASPORTO PASSEGGERI
Analogo ragionamento può essere fatto per il trasporto passeggeri. L’analisi presentata a p. 30 offre un dato in base al quale il treno viene usato per spostamenti di 45-50 Km. Ovviamente una linea ad alta velocità non può permettersi di effettuare fermate con tale frequenza, quindi il risultato sarebbe fatalmente quello del movimento di automobili verso le stazioni “cardine” o anche il passaggio alla gomma semplicemente, in quanto risolutrice di attese di coincidenze, problematiche di distanza stazione – lavoro ecc.
Quindi anche questa ipotesi si presenta come PROPAGANDA priva di alcun fondamento reale
SATURAZIONE DELLE LINEE ESISTENTI
Anche l’affermazione a p. 42 che la fruibilità delle linee esistenti possa essere migliorata poco da interventi di ammodernamento non invasivo, pur essendo altamente opinabile, risulta insufficiene a permettere la decisione a favore dell’opera, in quanto omette di specificare quale sia l’attuale tasso di fruizione delle disponibilità della linea. Si rammenta che negli anni questo tasso di uso è diminuito, essendo progressivamente stati aboliti collegamenti sia nazionali che internazionali, sia per il traffico merci che per quello di persone. In compenso RFI e Trenitalia si premurano non di migliorare le strutture esistenti, bensì di ridurle, come appare anche da notizie di stampa, relativamente ai binari di sorpasso di bivio Aurisina, del fascio di binari di Villa Opicina, del fascio dello scalo di Cervignano ecc.
Questo, nonostante a p. 31 dello studio si indichino queste due stazioni come cardini del sistema rispettivamente per i traffici est ovest (ex corridoio 5) che del traffico nord sud (corridoio adriatico – baltico).
SUL PIANO STRETTAMENTE AMBIENTALE E SOCIALE
Zona triestina del flisch.
Viene previsto l’uso di talpe per lo scavo delle gallerie nella zona flyschoide di Trieste, p. 71 del testo, (indicativamente una decina di Km in doppia galleria da Prosecco a Trieste Gretta, per il collegamento con la linea di cintura esistente).
Questo con solo fuggevoli accenni alla estrema fragilità del sistema del flysch, arenaria degradata, mista a terre sciolte con percolamenti di acqua di notevole variabilità che, se alterati, possono rendere scivolosi gli strati e avviare fronti di frana notevoli e dalla imprevedibile estensione. Questi scavi vengono indicati come privi di interferenze con recettori antropici, essendo in galleria, ignorando che lungo tutto il percorso si sviluppano, sopra e a fianco della linea, rioni anche densamente abitati, con costruzioni a volte a poche decine di metri dalle canne delle gallerie e che possono essere (e presumibilmente sarebbero) pesantemente coinvolti anche dall’apertura di un solo fronte di frana. Inoltre lungo tutto il percorso (che segue la linea di costa del golfo di Trieste) vi sono numerosissimi ruscellamenti superficiali di acque anche con carattere fisso, noti a Trieste con il termine locale “patok”, che indicano l’esistenza di affioramenti di abbondanti acque sotterranee che appunto, se deviate, rischiano di rendere instabile il fronte flyschoide.
Eppure, nonostante le negative esperienze del Mugello e della attuale variante di valico appenninica (con frane di paesi e di strutture esistenti) sembra che nulla venga pensato per valutare i rischi concreti di simile un operato in area altamente abitata.
Zona veneta delle bonifiche.
Viene proposto la deviazione temporanea di interi canali di bonifica e irrigazione (p. 74) per permettere il cantieramento dell’opera
Inquinamento atmosferico.
Viene indicato a p. 210 come esistente solo in fase di cantiere, ma nullo in fase di esercizio, eppure dovrebbe essere valutato l’effetto dato dall’aumentato fabbisogno di energia elettrica, con le conseguenti aumentate emissioni delle centrali elettriche. Il fatto che questo aumento non sia localizzato nell’area dell’opera non lo rende meno collegato all’opera stessa.
Sul piano sociale
Non è valida l’affermazione riportata in varie parti del documento (es. p. 90 per il territorio goriziano e triestino) relativamente alla scarsa importanza degli espropri, in quanto prevista soprattutto in terreni dediti all’agricoltura. Questa considerazione dovrebbe invece far propendere contro l’opera, proprio in quanto essa incide su aree dedite alle attività primarie (produzione di beni primi) e quindi aree difficilmente sostituibili, non alterate in modo definitivo dall’antropizzazione e dedicate al costante sostentamento delle necessità alimentari della società, quindi di valore inestimabile (perché tendenzialmente infinito) e costantemente rinnovato e rinnovabile nel tempo.
Sull’interferenza con le acque.
A p. 218 si afferma che le interferenze esistono solo per materiali biologici dei treni in corsa (si presume residui dei wc) in quanto non viene più effettuata l’operazione di diserbo chimico (sostituita da quali accorgimenti? Pietrisco sterilizzato?). Però non vengono indicate le modalità di raccolta di eventuali fuoriuscite di materiali inquinanti in caso di incidente (se non per le canne sotto il carso in un inciso) e le modalità di minimizzazione e controllo di effetti devastanti tipo incidente di Viareggio. In compenso poi si notano nel documento (p 223) criticità specifiche date dall’esistenza in alcune delle zone di cantiere di falde acquifere in piano campagna (zona delle risorgive) o a brevissima distanza (zona dei laghi di Pietrarossa, del Lisert ecc.) con il possibile deterioramento della qualità delle acque e delle opere, in quanto la variabilità della falda comporta necessità di tecniche particolari nella realizzazione. Quindi non si riesce a capire se l’inquinamento risultante è quello dell’opera sulla falda o viceversa…
Interferenza con le opere esistenti.
Il punto di maggior assurdo però lo si raggiunge a p. 229, dove gli estensori ed i proponenti, parlando del rischio di interferire con il bosco oasi faunistica di Alvisopoli propongono di spostare il sedime dell’autostrada A4, per fare correre la nuova opera ferroviaria sul tratto oggi occupato da questa.
A parte il fatto che non si indica di spostare una strada interpoderale, ma una autostrada, questo tratto è esattamente quello su cui oggi sono operativi i cantieri per la creazione della terza corsia. Nel testo non si parla minimamente di eventuali contatti avuti con Autovie Venete per verificare la percorribilità di questa ipotesi ovvero i rischi e le conseguenze di una scelta che porterebbe a chiusure per anni della stessa autostrada.
Costi:
Come evidenziato del resto dalla Corte dei Conti francese, anche in situazioni ben più favorevoli rispetto a quelle italiane, sia relative alla solidità del sistema paese sia a quella delle distanze tra i punti di arrivo – partenza, le linee ad alta velocità costituiscono una fonte di deficit, non riuscendo a rientrare economicamente dell’investimento e non garantendo neppure la copertura degli oneri di gestione. Conseguentemente non possono essere proposte quali opere pubbliche a carattere anticiclico (investimenti, anche a fondo perduto, ma che producono effetti di sviluppo positivo tali da determnare un riavvio economico). Sono invece da ascriversi alla categoria delle opere depressive del mercato, bloccando per lunghi periodi (entrano in attività, salvo inconvenienti, solo una decina di anni dopo il primo investimento) notevoli quantità di liquidi che, se investiti in altri campi potrebbero costituire effettivamente il volano anticiclico di cui si parla.
Per quanto detto:
Il parere complessivo sull’opera, nelle sue quattro componenti e nel testo di lettura unitario non può esssere che assolutamente negativo infatti:
- manca completamente una analisi del rapporto costi benefici, chre dovrebbe essere elemento prioritario per la stesura di progetti di tale portata
- come attestato dagli stessi proponenti non si tratta di opera tale da invertire sostanzialmente il rapporto di trasporto stradale né sul movimento merci né sul movimento umano
- l’opera interferisce con numerose realtà naturali degne di tutela, con costi sia ambientali che economici notevoli per mitigare le interferenze
- nell’ambito carsico l’interferenza con grotte non note, su uno scavo di circa 10 Km, a prescindere dal successivo scavo per raggiungere la frontiera con al Slovenia, viene detto non valutabile, ma sicuramente importante, quindi portatore di rischio idrogeologico ignoto, dal costo imprevedibile ma certamente elevato (vedi gallerie della grande vibilità)
- l’opera va ad incidere, lungo tutto il suo percorso, notevolmente sulle attività agricole primarie, tanto che sarà obbligatorio un ridisegno successivamente delle ripartizioni delle aziende, se si intende mantenerne la redditività (attività non contemplata nelle valutazioni ambientali e di costo)
- l’opera è stata pensata senza valutare completamente le interferenze effettive nel territorio del comune di Trieste, in specifico non sono stati considerati come possibili recettori tutte le sussistenze residenziali soprastanti gli scavi in galleria nella tratta da Prosecco sino alla zona di Gretta, scavo effettuato in zona a flysch che in passato ha già dimostrato scarsa, se non pessima, stabilità aprendo zone notevoli di frana anche a fronte di limitatissimi interventi antropici
- non è stata ugualmente presa in considerazione quale recettore tutta l’area cittadina da Gretta a San Giacomo che sarà interessata dall’allargamento e potenziamento della galleria di circonvallazione e che presenta notevole antropizzazione sopra tutto il percorso
- l’opera investirà con movimentazione di mezzi su gomma per l’asporto dei materiali di smarino aree già oggi eccessivamente interessate a movimentazioni di mezzi su gomma
- non è stata presa in considerazione l’interferenza con i fiumi sotterranei lungo la città di Trieste, quantomeno il Chiave e il Settefontane, che vengono attraversati dalla galleria di cintura e che saranno sicuramente coinvolti dalle attività proposte, sia in fase di allargamento che in fase di abbassamento del sedime della galleria
- non è indicata chiaramente la funzionalità del porto di Trieste nel periodo in cui per almeno 6 mesi la ferrovia rimarrà completamente bloccata, e per il ben più lungo periodo in cui sarà fruibile esclusivamente a binario unico (ovviamente salvo imprevisti geologici)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Il Piccolo INFRASTRUTTURE
FdS: rendere pubblici i documenti sulla Tav
Mozione di Andolina e Furlanic: «La cittadinanza deve poter conoscere il progetto»
Costa molto, probabilmente troppo, servirebbe a poco e comporterebbe pericolose modifiche nell’assetto del territorio. Sono queste le ragioni del “no” della Federazione della sinistra alla Tav tra Mestre e Trieste. Per illustrare le ragioni della netta opposizione a un progetto «di cui non si parla e che invece dovrebbe essere sottoposto all’esame della popolazione», sono intervenuti ieri il segretario provinciale, Antonio Saulle, il capogruppo in consiglio comunale Iztok Furlanic, il consigliere circoscrizionale Peter Behrens e la consigliera comunale di Duino Aurisina Elena Legisa. La richiesta corale e fondamentale è stata quella relativa alla «pubblicazione sul sito istituzionale del Comune di Trieste del più recente documento in materia e che attualmente è conservato alla Direzione regionale dell’Ambiente». In questa direzione va la mozione urgente sottoscritta dal capogruppo in Comune, Marino Andolina e dallo stesso Furlanic, che impegna il sindaco Cosolini «a rendere pubblici gli elaborati in possesso della Regione, indicando ai cittadini le modalità per presentare osservazioni in tema». Un passo deciso: «Motivato da una prima considerazione – evidenzia Behrens – e che riguarda il fatto che il 75% dei trasporti merci, attualmente in essere nell’area interessata dal progetto, è inferiore ai 200 chilometri. Se a questo – precisa – aggiungiamo il dato che segnala che già oggi l’11,5% del trasporto merci nell’area si svolge su rotaia, se ne deduce che la realizzazione della Tav comporterebbe vantaggi solo per il 13,5% del traffico merci rimanente». Il consigliere circoscrizionale ha proseguito ricordando che «bisognerebbe poi spostare l’attuale tracciato finale dell’autostrada A4 per dare spazio alla rotaia della Tav. Al di là dei costi – la conclusione di Behrens – va menzionato il fatto che si sta già lavorando da tempo per la terza corsia. Su questo argomento sarebbe bene che il commissario competente si esprimesse». «Si parla tanto di tagli alle spese e poi non si discute di progetti faraonici, costosi e spesso inutili come la Tav – rileva Furlanic – e degli impatti di natura ambientale sulla nostra provincia, a nostro avviso devastanti». Legisa ha annunciato un pubblico dibattito sulla Tav a Duino Aurisina». Ugo Salvini
Messaggero Veneto
Travanut sulla Tav: più tempo ai Comuni per le osservazioni
CERVIGNANO Il consigliere regionale del Pd Mauro Travanut ha presentato un’interrogazione in Regione in merito alla Tav, un’opera da sempre molto discussa in tutta la Bassa. «Avuta notizia che l’amministrazione regionale avrebbe richiesto ai Comuni interessati dal progetto il parere sull’opera entro il 28 luglio e, rilevato che i tempi concessi per l’analisi della documentazione da parte degli uffici comunali sono piuttosto brevi, considerata la rilevanza tecnica del progetto e il suo forte impatto ambientale, chiedo all’assessore competente di protrarre la scadenza dei termini richiesti». Aggiunge ancora Travanut: «Mentre per alcuni Comuni potrebbe essere meno impegnativo fornire un parere all’amministrazione regionale entro i tempi richiesti, per altri sarebbe senz’altro molto difficoltoso, dal momento che sono più intensamente interessati dal passaggio dell’opera sui loro territori. Per questo motivo – conclude l’esponente del Pd – ritengo doveroso posticipare i termini per la presentazione dei pareri sull’infrastruttura, in maniera tale che gli uffici comunali, unitamente agli amministratori locali di tutti i comuni interessati, siano messi nelle condizioni di svolgere al meglio le loro funzioni». (e.m.)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
dal Gazzettino di Venezia
TAV, SI “VERDE” AL PIANO MAINARDI
VIA LIBERA DA LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA E WWF AL TRACCIATO “PARALLELO” VOLUTO DAL COMMISSARIO
Da Il Piccolo
Ma il Nordest tira dritto «Noi andiamo avanti»
di Elisa Coloni TRIESTE «Noi andiamo avanti, perché la Tav è un’opera di modernizzazione fondamentale per lo sviluppo del Nordest, e perché i corridoi paneuropei rappresentano un tema chiave delle politiche comunitarie. Certo, se la Francia dovesse fare marcia indietro, significherebbe troncare incredibilmente un progetto già avviato, mettendo a rischio i risultati e gli effetti dell’intera infrastruttura». Bortolo Mainardi, commissario della Tav Venezia-Trieste, si dice “allibito” di fronte alla “bomba” scoppiata ieri a Parigi che, se confermata, avrebbe effetti imponenti anche in casa nostra, nel quadro dell’ex Corridoio quinto, oggi numero tre. Per il momento conferme non ci sono. Quel che è certo è che il governo Hollande sta facendo i conti con risorse ormai sottilissime e con un calo costante del traffico merci nella tratta in questione. Che la Francia decida di passare la mano sull’opera o che riveda piuttosto alcune scelte in chiave risparmio, spezzettando la realizzazione dell’infrastruttura in più fasi (il cosiddetto “fasaggio”) è ancora tutto da capire. La sola notizia che Parigi sta mettendo in discussione alcuni grandi cantieri, scatena però reazioni a pioggia. «I corridoi sono opere che l’Ue considera strategiche sia per motivi economici sia per ridurre il trasporto merci su gomma e i conseguenti impatti ambientali. Opere frutto di accordi internazionali dai quali non ci si può defilare da un giorno all’altro – prosegue Mainardi -. Credo sia più probabile che si vada verso una riconsiderazione di singole parti dell’opera, scelta normale per contenere i costi». Sulla stessa linea l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani che, dalla sua postazione europea in Commissione trasporti, definisce “improbabile” un ripensamento della Francia, tirando in ballo a sua volta il cosiddetto “fasaggio”. «Come abbiamo fatto noi in Italia con l’Osservatorio – spiega -, anche Parigi sta probabilmente rivedendo alcuni aspetti della Tav, non più in linea con le attuali disponibilità finanziarie. Penso che la chiave di lettura giusta sia questa, anche perché stiamo parlando di un’opera che fa parte del Corridoio tre, riconfermato come prioritario dall’Ue. I singoli Stati membri hanno il diritto di riconsiderare le scelte strategiche, ma ricordo che in ballo ci sono accordi internazionali e impegni finanziari tra Italia e Francia che avrebbero evidenti conseguenze. Certo, se Parigi rinunciasse alla realizzazione della Tav, proseguire gli scavi in Italia risulterebbe inutile». E in casa nostra? Le grandi opere riusciranno a reggere la crisi? «Noi riteniamo strategica un’opera come la terza corsia della A4 – conclude -. Le nostre perplessità riguardano la gestione del piano finanziario, ma l’opera in sé non è in discussione»
Messaggero veneto
Tav, a settembre le osservazioni
BAGNARIA ARSA L’assemblea permanente dei sindaci interessati dal passaggio della linea ferroviaria Av/Ac (Alta velocità/Alta capacità) nella Bassa ha fissato, assieme all’ingegner Debernardi (da loro nominato grazie ad un finanziamento della Regione), l’impostazione del lavoro di valutazione del tracciato del progetto depositato da Rfi nel 2010. «La fase d’impostazione del lavoro è importante per un corretto approccio alla problematica – dice Cristiano Tiussi, sindaco di Bagnaria, Comune capofila -. L’ingegner Debernardi ha iniziato la fase ricognitiva per un primo inquadramento generale, assumendo nei Comuni interessati la documentazione relativa alla pianificazione urbanistica e suddividendo gli enti locali in gruppi omogenei, per affrontare in maniera puntuale le criticità peculiari di ciascuna tratta, pur nell’ambito di un quadro complessivo unitario e coerente». Il lavoro procederà dunque nei prossimi mesi e già a settembre l’assemblea sarà in grado di rendere noti i primi risultati delle valutazioni di Debernardi e di organizzare un incontro con l’assessore alle infrastrutture Riccardi e con il Commissario straordinario per l’Av/Ac, tratta Mestre-Trieste. L’assemblea, si è soffermata in maniera particolare sulla documentazione integrativa allo studio di via del progetto di Rfi del 2010, che, in seguito alla disposizione del Ministero per l’ambiente, ha accorpato i documenti distinti relativi alle 4 tratte del tracciato della Mestre-Trieste. Nel quadro del parere loro richiesto, i singoli Comuni presenteranno alla Regione, nei termini previsti, le proprie osservazioni al corposo documento, che in parte ricalcheranno quelle già depositate a inizio 2011 ma aggiornate alla luce dei mutamenti nel frattempo intervenuti. L’assemblea farà inoltre pervenire a tutti gli organi competenti un documento unitario che riassuma le tappe del processo finora seguito. Francesca Artico
L’ARTICOLO QUI SOPRA è FUORVIANTE IN QUANTO LE OSSERVAZIONI DEVONO ESSERE INVIATE ENTRO IL 19 AGOSTO. ndr.
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da notare come sempre le posizioni equivoche del “verde” Rozza.
dal Piccolo
17/07/12
Un’assemblea in piazza sull’Alta velocità
Duino AURISINA Assemblea in piazza domani a Duino Aurisina sul progetto della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav) che attraverserà il territorio comunale, con un percorso praticamente tutto in galleria. È stata convocata dalla seconda commissione consiliare per le 17.30 nella piazza del Municipio ad Aurisina Cave nel quadro delle consultazioni avviate dal Comune per formulare, entro il 27 luglio, il parere dell’amministrazione sull’impatto ambientale dell’opera. La commissione ha anche lanciato un appello agli enti, alle associazioni e ai comitati, in generale ai portatori di interesse, perché partecipino alla consultazione anche inviando pareri e memorie all’indirizzo di posta elettronica segreteria@comune.duino-aurisina.ts.it. I risultati di questa fase saranno esaminati dalla commissione, sempre in seduta pubblica e alla presenza di tutti i capigruppo, la mattina del 19 luglio. Il Consiglio comunale sarà probabilmente convocato per il 25 luglio. La consultazione non si chiuderà con l’invio del parere del Comune alla Regione. «Non si tratta di un’azione demagogica contro la Tav – dice Maurizio Rozza, presidente della commissione – siamo convinti che valutazioni di impatto ambientale condotte in modo serio, consentano di affrontare per tempo i nodi di un progetto e di non finire in dolorosi vicoli ciechi come quello della Val di Susa».
14/07/12
Tav, Aurisina si mobilita il 18 assemblea in piazza
DUINO AURISINA Il Comune di Duino Aurisina mobilita enti, associazioni e comitati per la consultazione sul tracciato della Tav attraverso il territorio comunale, previsto quasi tutto in galleria. Una consultazione a 360 gradi, che deve concludersi entro il 27 luglio con la consegna del parere alla Regione, è che è iniziata con la riunione della seconda commissione consiliare, presieduta da Maurizio Rozza. Nel corso della seduta si è ricordato che nel maggio 2011 il Consiglio comunale aveva già avanzato una serie di critiche. L’allora sindaco Ret aveva ricevuto assicurazioni dalle Ferrovie e dalla Regione che sarebbero state introdotte nel progetto modifiche sostanziali, tali da risolvere molti degli impatti ambientali negativi. Ora la commissione ha invece constatato che di tali modifiche non c’è traccia e che il progetto iniziale è rimasto invariato. La stessa commissione lancia intanto un appello, affinchè partecipino alla consultazione, ad associazioni, enti, comitati e portatori di interesse in genere. Pareri e memorie possono essere inviati all’indirizzo di posta elettronica segreteria@comune.duino-aurisina.ts.it. Ma soprattutto la commissione invita a intervenure all’assemblea popolare convocata il 18 luglio. alle 17.30, nella piazza del Municipio già attrezzata per le “Serate d’estate sotto le stelle”. «Sarà un incontro importante – osserva il presidente Rozza – per la formulazione del parere del Comune, e sarà utile anche ai cittadini che possono esprimersi con le loro osservazioni con margini di tempo più ampi, ossia fino al 20 agosto». I risultati di questa fase della consultazione saranno poi esaminati dalla commissione, sempre in seduta pubblica e alla presenza di tutti i capigruppo, la mattina del 19 luglio. Il Consiglio comunale, che dovrà dare il parere ufficiale, sarà probabilmente convocato per il 25 luglio. La consultazione non si chiuderà con l’invio del parere Regione. Anche nelle settimane successive la commissione continuerà a informare la popolazione con incontri pubblici nelle località più a rischio di interferenze ambientali.
Lettera mandata al comune di Duino Aurisina
Credo basti un’unica considerazione che è la seguente:
trattandosi di una VIA unitaria sulle quattro tratte del progetto spetta ora a tutti i Comuni, anche se non direttamente coinvolti, rilevare la clamorosa contraddizione sostanziale e procedurale che vede la delegittimazione del progetto preliminare da parte dello stesso Commissario Straordinario Bortolo Mainardi il quale (vedasi lettera allegata del 13 luglio) certifica che quasi all’unanimità i Comuni del Veneto sono contrari al cosiddetto tracciato litoraneo il che è ragion sufficiente affinché tutti i Comuni anche del Friuli VG diano parere negativo per manifesta contradditorietà di una procedura di VIA che sottopone ai Comuni stessi un tracciato che lo stesso Commissario ha bocciato, portando in discussione ai Comuni, per la tratta Veneta, un nuovo studio di fattibilità che prevede l’opera in affiancamento alla linea esistente.
Pertanto si indica a questo Comune che l’unica possibilità è dare un parere negativo in quanto il progetto è semplicemente fasullo.
Allegato Lettera di Mainardi del 13 luglio 2012
In fede
Paolo De Toni San Giorgio di Nogaro
Lettera di Mainaedi ai comuni
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Fino a l’altroieri le notizie che circolavano erano che la giunta volesse adottare una linea di “silenzio-assenso” (se una giunta non si esprime sul progetto viene considerato come un assenso) per non mettere i piedi nel piatto.
Oggi questa notizia. Del resto già la precedente giunta di centro-destra si era
espressa a favore. (anche il voto favorevole e due astensioni del PD).
INFOaction reporter
Dal Piccolo 19/07
Il sindaco: tema fuori dal patto elettorale
E come ai tempi dell’ultimo Dipiazza, in Consiglio comunale si torna a fare i conti sul filo. Il centrosinistra, ora maggioranza, sulla Tav potrebbe scendere sotto la soglia di sopravvivenza. I 25 voti di partenza su 41 scranni (contando Cosolini) rischiano di diventare 20, se non 18. Non più maggioranza, dunque. L’ala sinistra della coalizione, infatti, minaccia più lotta che governo.. Partiamo proprio da Sel. «Per la verità avremmo auspicato una posizione più cauta dall’amministrazione, ora che il documento diventa di dominio pubblico ritengo non ci sia un vincolo di maggioranza». «Liberi tutti», appunto, predica Fulvio Vallon, il coordinatore provinciale vendoliano, il quale però assolve il suo assessore: «Laureni ha sostenuto fino all’ultimo una posizione personale di forte criticità, e si è astenuto». «Continuiamo a ritenere che attorno a opere straordinarie come la Tav, che scavalcano necessità ordinarie come le tratte per i pendolari, si muovano più interessi finanziari che collettivi», suona la carica Marino Sossi, capo di un gruppo, proprio quello di Sel, che in Consiglio comunale conta tre teste. Da 25 a 22, tanto per cominciare. Occhio poi a Rifondazione: «Non voteremo a favore di nessuna delibera che abbia la parolina sì, dovesse riportare anche duecento prescrizioni», arremba Iztok Furlanic, qui non nel doppiopetto istituzionale di presidente dell’aula, ma come esponente della Federazione della sinistra che nel consesso di piazza Unità fa altre due teste. Ecco che la maggioranza di centrosinistra già crolla a quota 20 su 41. Sotto il 50%. A questo punto diventa non decisiva la crisi di coscienza dell’Idv, che ha a sua volta due teste in Consiglio. «Il confronto è aperto, noi non siamo aprioristicamente contrari ma vogliamo che l’opera abbia un senso, cioè che arrivi in porto e lo colleghi col mondo, e non che si fermi, incompleta, sopra, in prossimità del collo di bottiglia», puntualizza il capogruppo dipietrista Paolo Bassi, che medita un emendamento in questo senso. Soffiano venti di crisi, allora? No, pare già tutto scritto. La stampella a Cosolini gliela porgeranno dal centrodestra. «Credo che manterremo per coerenza la posizione della votazione precedente, quando il Consiglio comunale sotto Dipiazza diede parere favorevole», anticipa Maurizio Ferrara dalla Lega. «Un’altra Trieste non offre stampelle a nessuno, ma crede semplicemente che quest’opera sia necessaria, basta evitare stupidaggini come il rigassificatore a Zaule», fa eco Franco Bandelli. «A prescindere da come ci esprimeremo, è chiaro che se al sindaco venisse a mancare il numero minimo della maggioranza, su un grande tema come questo, è meglio che non faccia finta di niente ma che ne prenda atto pubblicamente», sibila il capogruppo del Pdl Everest Bertoli. Dal canto suo, Roberto Cosolini ribatte mostrando serenità. C’è un’assicurazione sulla vita, che si è fatto, lungimirante, già prima del voto: «Ricordo che questa partita non fa parte del programma elettorale di coalizione. Noi il patto di governo ce l’abbiamo sul programma. È vero, le sensibilità sono differenti, il cuore della delibera è il messaggio politico che si vuole dare con quelle prescrizioni e che dice che né il Pd vuole devastare l’ambiente né Sel vuole isolare Trieste dal mondo». Non tutte le opposizioni, però, stanno col sindaco. I grillini, ad esempio, gli dichiarano guerra: «Con questa delibera – scrivono Paolo Menis e Stefano Patuanelli – Cosolini si toglie la maschera e si rimangia quello che ha detto in Consiglio comunale poco più di un anno fa. Così si esprimeva il sindaco il 27 giugno 2011: “Mi è stata chiesta la mia opinione sulla Tav, espressione che a me non piace, perché non ci sarà mai”».(pi.ra.)
Via libera alla Tav dalla giunta Cosolini
Sarà guerra politica vera. Ma breve. Una guerra-lampo. Perché il tempo stringe. Il Comune, infatti, deve liquidare il suo ultimo parere di Via entro un mese dal ricevimento del documento integrativo denominato “Sistema conoscitivo generale – Relazione generale”. La Direzione centrale Ambiente – Servizio Via della Regione l’ha inviato per Pec, Posta elettronica certificata, lo scorso 28 giugno. Conclusione: la risposta, alla stessa amministrazione regionale, a meno di richieste di proroga su cui sta rimuginando il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic, deve arrivare entro il 28 luglio. Che è un sabato. Non è escluso che l’aula di piazza Unità si riunisca proprio in via straordinaria al sabato. Quel sabato. Ma prima no? No, evdidentemente. Le carte andavano studiate, prima che gli uffici potessero predisporre con Laureni una delibera. Tale delibera è stata votata martedì scorso. Da lì è partita subito la corsa burocratica: per legge le circoscrizioni hanno dieci giorni per esprimersi, e già finiamo al prossimo giovedì, 26 luglio. A quel punto serve, sempre per legge, un altro passaggio in giunta, prima dell’approdo nella commissione consiliare competente, in questa caso la Sesta. Solo allora si può votare in Consiglio comunale. Per accelerare le procedure Laureni presenterà la delibera alla Sesta commissione già martedì 24, alle 12, in quella che si profila essere una seduta tanto introduttiva quanto già gonfia potenzialmente di polemiche. Un mezzogiorno di fuoco. (pi.ra.) di Piero Rauber Uno, due, Tav. Liberi tutti. Liberi, a sinistra, di votare contro Cosolini. Liberi, a destra, di porgere al sindaco la stampella per non cadere. Perché è questo lo scenario che si profila. Ah sì: liberi anche, quelli di Sel, di disconoscere la firma, apposta per senso istituzionale in testa alla delibera della discordia, dall’assessore all’Ambiente di Cosolini Umberto Laureni. Di Sel. Detona insomma in Municipio, inatteso non nei modi ma nei tempi, il proietto della Ronchi-Trieste, il pezzo nostrano del Corridoio 5. Il fuoco lo appicca proprio una delibera di giunta appena approvata, e subito inoltrata d’urgenza ai presidenti di circoscrizione e ai capigruppo di un Consiglio comunale chiamato a dire l’ultima parola per le vie brevi. Tale provvedimento, in effetti, riporta il parere favorevole dell’amministrazione Cosolini – benché zeppo di prescrizioni (16) e osservazioni/raccomandazioni (4) – all’ultima «integrazione documentale» sulla «nuova linea AV/AC Venezia-Trieste», per la «tratta Ronchi-Trieste», «inerente il procedimento di Valutazione di impatto ambientale del medesimo progetto proposto da Italferr Spa – Gruppo Fs». Il tutto deriva dalla richiesta, da parte della Regione, di un ennesimo, definitivo, parere di Via. Un parere da dare, su input ministeriale, proprio su questa «integrazione documentale», che diventa così «documento unitario» per i precedenti studi di impatto ambientale sulle varie tratte della Venezia-Trieste. Tradotto: un passaggio burocratico, amministrativo. Che però, come era altamente prevedibile, diventa grana politica. In giunta si narra che la delibera sia stata affrontata in un clima imbarazzato, e che sia stata licenziata con almeno un paio di distinguo. Uno di Emiliano Edera, l’assessore di Idv, che ha votato a favore chiedendo però di mettere a verbale alcune «perplessità». L’altro di Laureni. L’assessore competente. Che si è astenuto. Pur mettendoci la firma. E la faccia. «Una circostanza dalla portata relativa, questa», precisa Laureni. E aggiunge: «Ho ricevuto dagli uffici risposte che facevano desumere come la cosa potesse essere fatta, pur con pesantissime prescrizioni. Ho riflettuto a lungo, per capire se quelle equivalessero a un no. Alla fine ho deciso di proporre un sì condizionato. È nata una discussione molto impegnativa. Sarò il primo a far presente che quelle prescrizioni rappresentano elementi di criticità. Sono consapevole che per il ruolo che si ha bisogna assumersi delle responsabilità, come sono consapevole che mi prenderò delle critiche. Mi auguro che la mia scelta produca un forte dibattito». Infatti: dalla Sel di governo a quella di lotta il passo è ridotto. In una nota il coordinamento vendoliano, nell’apprezzare il no al rigassificatore, ammonisce il governo Cosolini di cui fa parte con Laureni: «Un sì, anche se parziale, a progetti quali la Tav, sarebbe tanto prematuro quanto immotivato anche a fronte delle numerose e circostanziate obiezioni in merito a tale infrastruttura».
I cantieri? Uno al Broletto, l’altro sopra via Commerciale
Il clamore del caso politico è tale che camuffa i contenuti della delibera di Via a un’opera che, per quanto riguarda Trieste come Comune, come è già noto corre sostanzialmente sotto terra. Contenuti tecnici, insomma. Che non sono di poco conto. Anzi. Le prescrizioni, come detto, sono sedici, le osservazioni/raccomandazioni quattro. Nella categoria uno, le prescrizioni, il Municipio fra le altre cose pretende un’«analisi costi-benefici (che non c’è)dell’infrastruttura ferroviaria», evoca il «vincolo paesistico-ambientale per territori contermini a fiumi, torrenti e corsi d’acqua», ricorda che «l’infrastruttura, sebbene posizionata completamente in galleria, attraversa il centro abitato di Trieste a diverse quote di profondità», e quindi chiede «che venga incluso tutto il territorio del Comune di Trieste all’interno della lista delle aree potenzialmente critiche» in fatto di «vibrazioni», nonché che «il proponente predisponga adeguati calcoli previsionali che attestino la sicurezza statica dell’intervento». Ma è l’ultima di tali prescrizioni, assieme a una delle quattro osservazioni/raccomandazioni, a costituire il paio di notizie che saltano all’occhio più di tutte le altre. Una e l’altra, in effetti, dicono che Italferr prevede di aprire due aree cantiere, per la realizzazione della Tav nel suo pezzo tutto triestino: uno sopra via Commerciale, l’altro nel perimetro di Trieste Trasporti in zona Broletto, giusto oltre Campi Elisi. Per quanto attiene la seconda area, il Comune «in linea tecnica» «osserva che particolarmente delicati e critici appaiono i due cantieri, base ed operativo, localizzati all’interno del comprensorio della Trieste Trasporti, con accesso dalla via Caduti sul Lavoro in quanto il traffico indotto va a gravare su assi viari ed incroci stradali urbani che hanno significativi flussi di traffico, viale Campi Elisi, via Caduti sul Lavoro e via Svevo, prima di immettersi sulla Gvt». E l’altra area? Non meno ansiogena, a quanto si capisce. «Il cantiere di imbocco galleria localizzato presso Scorcola e accessibile da via Marziale – si legge nella delibera firmata da Laureni – è delicato e potenzialmente critico, in quanto il tratto di via Commerciale che si collega con la strada regionale 58, oltre a essere interessato da un notevole traffico veicolare presenta una carenza infrastrutturale generalizzata: curve, pendenza, ristrettezza carreggiata, trenovia in attraversamento». E c’è dell’altro: «La via Marziale, strada privata, appare particolarmente inadeguata con un innesto sulla via Commerciale del tutto inidoneo, dovranno pertanto essere previsti interventi di adeguamento dell’innesto e della strada, concordandoli in sede esecutiva con gli uffici comunali».(pi.ra.)
http://www.triesteallnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2028:la-giunta-cosolini-e-a-favore-della-tav-pronta-una-delibera&catid=2&Itemid=104
La giunta Cosolini è a favore della Tav, pronta una delibera
CRONACA Domani alle 17.30 ad Aurisina Cave l’assemblea pubblica che discuterà sull’impatto ambientale del progetto
17.7.2012 | 22.28 – La giunta Cosolini è a favore della Tav. La notizia è trapelata dal Consiglio comunale di oggi. Il sindaco in persona ha preparato una delibera che esprime un parere positivo alla Tav. La proposta oggi è passata in giunta dove ci sono state forti tensioni con l’assessore all’ambiente Umberto Laureni, in quota a Sinistra ecologia e libertà.
Si tratta di un primo passo di un percorso, tutto istituzionale, che vedrà la delibera discussa nelle circoscrizioni ed entro la fine di luglio in Consiglio comunale.
Inutile sottolineare che questa presa di posizione del sindaco Cosolini (nella foto il sindaco discute con Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato) e della sua giunta apre di fatto una nuova stagione di conflittualità dentro e fuori la maggioranza di centro-sinistra.
Intanto è prevista per domani, mercoledì 18 luglio, nella piazza davanti al Municipio ad Aurisina Cave l’assemblea incaricata di discutere sul progetto della Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe attraversare l’intero territorio comunale; la seduta è stata convocata alle 17.30 e rientra nel quadro delle consultazioni volute dal Comune di Duino Aurisina per stabilire quale impatto ambientale possa comportare tale progetto.
L’iniziativa è aperta anche ad enti, associazioni e comitati che potranno parteciparvi – esprimendo pareri e punti di vista – inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria@comune.duino-aurisina.ts.it.
I risultati del dibattito saranno poi vagliati dalla commissione consiliare la mattina del 19 luglio. L’argomento sarà poi discusso durante la riunione del Consiglio comunale prevista per il 25 luglio.
Daniela Mosetti
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da Il Piccolo del 20/07/12
Duino, no bipartisan al progetto della Tav Assemblea in piazza
DUINO AURISINA Assemblea in piazza contro la Tav. Il progetto della linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe attraversare, soprattutto in galleria, tutto il territorio di Duino Aurisina non piace a nessuno. L’incontro, organizzato dalla seconda commissione consiliare, si è svolto nello spazio attrezzato di Aurisina cave, davanti al municipio, presenti esperti, associazioni e comitati. L’iniziativa fa parte del programma di consultazioni che proseguirà nei prossimi giorni nelle località più direttamente coinvolte nel progetto. Presente al completo la giunta comunale con il sindaco Kukanja e il vice Veronese; sono intervenuti anche molti consiglieri di maggioranza e dell’opposizione, con l’ex primo cittadino Ret e l’ex vice Romita in prima fila. Il presidente della commissione consiliare, Maurizio Rozza, ha illustrato le finalità dell’ampia consultazione promossa dal Comune. Hanno preso poi la parola i rappresentanti di associazioni e comitati che erano stati sollecitati dal Comune a portare un contributo al dibattito. Pastorutti, per il Comitato no Tav della Bassa friulana, ha sottolineato che manca un’analisi dei costi e dei benefici dell’opera; inoltre è sottovalutato l’impatto dei cantieri. Fulvio Premiani della Federazione speleologica triestina ha ricordato che la mappa esistente delle grotte rileva appena il 10 per cento delle cavità e che proprio attorno alla stazione di Aurisina c’è la più alta densità di grotte. Alberto Ballarini del comitato di Ceroglie, partendo dalla sua esperienza nella costruzione delle linee ferroviarie francesi ad alta velocità, ha ricordato che sono soprattutto le vibrazioni a bassa frequenza a provocare lesioni agli edifici circostanti e tali vibrazioni vengono emesse soprattutto dai convogli merci. Franz Fabez dell’Alleanza contadina ha sostenuto che l’opera porterà più danni che benefici. Per Simone Napolitano, presidente del Comitato Rilke, il territorio rischia uno sventramento gravissimo. Altri contributi al dibattito sono stati portati da Paolo de Toni (coordinamento comitati no Tav), Peter Barens (no Tav Trieste), Roberta Russi (Lega ambiente Monfalcone) e Carlo Gherghic delle proprietà collettive. Intanto si profila un voto unanime, sostanzialmente negativo, del Consiglio comunale di Duino Aurisina al progetto della Tav. La circostanza è emersa ieri mattina nel corso della riunione tra tutti i capigruppo e i membri della commissione consiliare che hanno gestito in queste settimane l’ampia consultazione avviata dall’amministrazione. Il Sindaco Kukanja ha convocato per mercoledì 25 luglio, alle 9, il Consiglio comunale che dovrà licenziare il parere, richiesto dalla Regione, sull’impatto ambientale dell’opera. Premessa dell’intesa tra maggioranza e opposizione è il voto unanime espresso dalla seconda commissione consiliare su un documento presentato dal presidente Maurizio Rozza, integrato nel corso del dibattito. Al termine dei lavori della commissione il vice Sindaco Massimo Veronese, assessore al territorio, ha espresso la soddisfazione dell’amministrazione per il fatto che Duino Aurisina è compatta nel dire no, senza se e senza, ma al progetto dell’alta velocità. «Tale giudizio – ha aggiunto – è scaturito anche a seguito dell’audizione della cittadinanza, delle associazioni, dei comitati e dei vari portatori di interesse. Il Carso e in particolare il Comune di Duino Aurisina hanno già dato tanto in passato. Adesso basta. Questo progetto non è compatibile con le finalità di tutela ambientale, di sviluppo rurale e turistico che questo splendido territorio merita».
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Cosolini: sulla Tav non cambio idea
Il sindaco Cosolini cambia idea sulla Tav,come sostengono i consiglieri comunali grillini Patuanelli e Menis? Arriva la replica da parte del primo cittadino con alcuni distinguo. «Non vorrei che gli amici grillini prendessero le cattive abitudini di tanta vecchia politica strumentalizzando e deformando posizioni altrui a proprio uso e consumo. Dicono che mi tolgo la maschera e che mi rimangio di aver detto che non mi piace l’espressione Tav perché a Trieste non ci sarà mai? Sanno benissimo che non mi rimangio alcunché, quello che ho detto il 27 giugno 2011 riguardava molto chiaramente il concetto di Alta velocità, visto che è noto che l’infrastruttura destinata a raggiungere Trieste non avrà questa funzione nel tratto che ci riguarda ed è semmai finalizzata all’alta capacità per il trasposto merci in funzione del Porto. Guarda caso proprio ciò dicevo il 27 giugno, intendendo che semmai l’alta capacità poteva interessare Trieste, cosa che ho ribadito in più occasioni. Resto convinto che vadano coniugate le esigenze del contenimento in termini fortemente sostenibili dell’impatto ambientale della realizzazione e del potenziamento dell’infrastruttura del trasporto ferroviario, tanto più visto che i trasporti su rotaia consumano e inquinano di meno e sono più sicuri di quelli su gomma, ed è su questo aspetto che tutti dovremmo essere molto attenti. Ai consiglieri Menis e Patuanelli ribadisco attenzione e rispetto per la loro funzione di stimolo anche critico; ma proprio per le ragioni di protesta contro tanta brutta politica che ha alimentato il loro successo elettorale consiglio di non ricorrere a certe pratiche proprie di questa politica».
http://www.triesteallnews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2047:sulla-tav-e-qbattagliaq-tra-il-sindaco-cosolini-e-il-movimento-5-stelle&catid=2&Itemid=104
- POLITICA «Il sindaco si è finalmente tolto la maschera». «Strumentalizzazioni e deformazioni da vecchia politica»
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19.7.2012 | 20.12 – Infuriano le polemiche e le contrapposizioni sulla delibera comunale sulla Tav. E siccome, ormai lo sappiamo, le polemiche corrono sul web, tra ieri ed oggi c’è stato un rovente scambio di battute tra il sindaco Roberto Cosolini e i consiglieri comunali d’opposizione Paolo Menis e Stefano Patuanelli del Movimento 5 Stelle. A dare “fuoco alle polveri” sono stati proprio questi ultimi con la diffusione, nella serata di ieri, di un comunicato dal titolo “Tav, dal movimento 5 Stelle un NO secco“.
«Il 28 giugno 2012 la Regione ha chiesto a tutti gli enti interessati di esprimersi in merito alle integrazioni di Italferr relative all’unione delle tratte AV/AC Ronchi-Trieste – si legge nel comunicato -. I Comuni devono esprimersi entro 30 giorni. Ieri la Giunta comunale di Trieste ha espresso in delibera uno scellerato parere favorevole al progetto con alcune prescrizioni».
«Il movimento 5 Stelle, da sempre a fianco dei Comitati NoTav nella battaglia contro un progetto insensato, che devasta il territorio nel quale si inserisce, che non è supportato da alcuna analisi costi/benefici e che si basa su dati di traffico risalenti a oltre dieci anni fa, ha quale obiettivo quello di trasformare in consiglio comunale il parere favorevole in parere contrario, con le motivazioni riprese nelle prescrizioni e l’aggiunta di altri elementi. Chiediamo ai cittadini, al Comitato NoTav, alle associazioni ambientaliste di aiutarci in questo percorso, per stilare un documento concreto, preciso e fondato su dati certi».
«Con questa delibera Cosolini si toglie la maschera e si rimangia quello che ha detto in consiglio comunale poco più di un anno fa. Così si esprimeva il sindaco il 27 giugno 2011: “Mi è stata chiesta la mia opinione sulla Tav, espressione che a me non piace, perché non ci sarà mai. […] È possibile, poi, consigliere Patuanelli, investire sul potenziamento della ferrovia senza andare a fare opere che, mi permetto di dire, fanno sorridere per la loro insostenibilità dal punto di vista della copertura dei piani finanziari già quando vengono presentate con degli schizzi, che poi cambiano da un mese all’altro sul Piccolo? Sì, io credo che sia possibile investire sul potenziamento della ferrovia facendo scelte che siano sostenibili da un punto di vista ambientale, ma che siano sostenibili anche da un punto di vista economico, perchè altrimenti rischiamo di parlare di libri dei sogni che non verranno mai realizzati”».
Accusato di essere un voltagabbana, Cosolini affida nel tardo pomeriggio di oggi al suo profilo Facebook il suo sfogo: «Non vorrei che gli amici grillini prendessero le cattive abitudini di tanta vecchia politica strumentalizzando e deformando posizioni altrui a proprio uso e consumo. Dicono che mi tolgo la maschera e che mi rimangio di aver detto che non mi piace l’espressione Tav perché a Trieste non ci sarà mai? Sanno benissimo che non mi rimangio alcunché, quello che ho detto il 27 giugno del 2011 riguardava molto chiaramente il concetto di Alta velocità, visto che è noto che l’infrastruttura destinata a raggiungere Trieste non avrà questa funzione nel tratto che ci riguarda ed è semmai finalizzata all’alta capacità per il trasposto merci in funzione del Porto».
«Guarda caso proprio ciò dicevo il 27 giugno, intendendo che semmai l’alta capacità poteva interessare Trieste, cosa che ho ribadito in più occasioni. Resto convinto che vadano coniugate le esigenze del contenimento in termini fortemente sostenibili dell’impatto ambientale della realizzazione e del potenziamento dell’infrastruttura del trasporto ferroviario, tanto più visto che i trasporti su rotaia consumano e inquinano di meno e sono più sicuri di quelli su gomma, ed è su questo aspetto che tutti dovremmo essere molto attenti».
«Ai consiglieri Menis e Patuanelli – scrive Cosolini – ribadisco attenzione e rispetto per la loro funzione di stimolo anche critico; ma proprio per le ragioni di protesta contro tanta brutta politica che ha alimentato il loro successo elettorale consiglio di non ricorrere a certe pratiche proprie di questa politica, altrimenti la spinta propulsiva rischia di esaurirsi».
Tirati per la giacchetta Menis e Patuanelli rispondono: «Prendo atto – scrive Menis – che quello che voteremo fra 10 dieci giorni, a detta di questa giunta e del sindaco, è un progetto sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico. Ah, il progetto presentato manca di un’analisi costi/benefici». Poco dopo anche Patuanelli dice la sua: «Credo che vi sia differenza tra richiedere investimenti che mirino al potenziamento della rete ferroviaria esistente ed esprimere un parere favorevole a QUESTO progetto di AV/AC».
Mentre a Trieste la politica litiga, a Duino Aurisina ieri sera ci si è confrontati in un incontro pubblico sulle criticità del progetto che dovrebbe passare proprio sotto all’abitato di Aurisina e sotto a tutto il territorio del Comune. Hanno preso la parola tra gli altri speleologi, associazioni del territorio, vari esponenti dei comitati NoTav provenienti da tutta la Regione, tecnici e molti cittadini.
Gli interventi sono stati tutti fortemente critici nei confronti della Tav, ritenuta devastante per il territorio anche perché il percorso sarebbe quasi tutto in galleria, in un ambiente come quello carsico fragile e pieno di cavità naturali.
Ilaria Bagaccin
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da Il Piccolo del 20/07/12
Tav, uno stralcio per il bivio S. Polo
Riproposto tale e quale, solo non slegato dalle altre tratte, il progetto della linea ad Alta velocità-Alta capacità ferroviaria torna a essere oggetto delle pesanti osservazioni del Comune di Monfalcone.
A rinforzare le “critiche” del Consiglio comunale, che vanno dall’assenza di un piano economico-finanziario alla collocazione dei cantieri, si aggiunge, però, ora l’ordine del giorno presentato dal Partito della rifondazione comunsita e approvato a maggioranza dal centrosinistra.
Sul documento, che di fatto impegna il sindaco a chiedere lo stralcio dell’intervento sul bivio di San Polo dalla legge obiettivo, si sono astenuti ben quattro consiglieri del Partito democratico (Marco Ghinelli, Lucia Giurissa, Paolo Fogar e Andrea Davanzo), a dimostrazione delle diverse sensibilità esistenti sul tema, oltre al capogruppo di Sinista ecologia e libertà, Giovanni Iacono.
L’altra sera in aula Iacono aveva portato un altro documento, di contrarietà netta al progetto Tav e «non negoziabile», che alla fine è stato bocciato in modo netto.
L’ordine del giorno di Rifondazione si occupa, se si vuole, di un aspetto di dettaglio, facendo propria però la richiesta del Comitato No Tav e delle associazioni ambientaliste di slegare la questione del potenziamento del nodo di San Polo dal progetto dell’Alta velocità. Un’opera ritenuta necessaria per dare impulso al trasporto su rotaia, evitando però l’impatto, ritenuto devastante dai contrari, del progetto Tav.
«Eravamo e siamo convinti che sia meglio calare il documento sul territorio, perché più utile», spiega il segretario provinciale e consigliere comunale di Rifondazione comunista, Alessandro Saullo.
«Il sindaco Silvia Altran – aggiunge – è stata in ogni caso impegnata ad adoperarsi in difesa dell’integrità del territorio, evidenziando nelle sedi opportune le criticità emerse riguardo all’impianto progettuale, in particolar modo nel transito nell’area carsica, e la intollerabile gravità degli impatti segnalati».
A fronte del documento, il sindaco dovrà poi per l’appunto presentare richiesta all’amminisrtrazione regionale del Friuli Venezia Giulia, affinché si provveda alla stesura di uno specifico e prioritario progetto, riguardante la riqualificazione della linea storica, nel tratto del bivio San Polo, tale però da «garantire il minimo impatto sul territorio, richiedendo lo scorporo dello stesso dalle procedure sottoposte alla legge obiettivo». «Una legge che minimizza il ruolo dei Comuni e delle comunità – sottolinea Saullo -. Tant’è che il progetto è stato ripresentato identico, senza tenere alcun conto delle osservazioni presentate un anno e mezzo fa».
Laura Blasich
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Il Piccolo del 09/08/11
Sul nodo Tav si spacca il centrosinistra
La Tav spacca il centrosinistra che è maggioranza in Consiglio comunale. Da un lato Federazione della Sinistra e Sinistra ecologia e libertà, cui si è aggiunto dall’opposizione pure il moVimento 5 stelle. Dall’altra Pd, Idv, Cittadini e Trieste cambia. I primi, nel corso dell’ultima seduta prima dello stop estivo, avrebbero voluto discutere la mozione presentata dal consigliere Fds Marino Andolina sul tema della tratta Torino-Lione fetta del Corridoio V il cui progetto in una parte coinvolge anche il territorio triestino (mozione emendata dai “grillini” Stefano Patuanelli e Paolo Menis). I secondi hanno invece votato a favore della sospensione della seduta, prima che potesse essere affrontato il documento e quando ormai le lancette dell’orologio erano arrivate a toccare le 22.30. Una decisione che ha fatto andare su tutte le furie Andolina e il duo Patuanelli-Menis. Il testo impegnava il sindaco «a rappresentare ai Ministri degli Interni e delle Finanze che: le opere pubbliche non devono mai essere iniziate senza l’accordo con i cittadini che ne subirebbero effetti devastanti; è inaccettabile che un’opera pubblica porti alla militarizzazione di un’area del paese; non si deve iniziare un’opera se il costo della stessa è tale da non permettere il rientro economico in tempi ragionevoli». Non manca anche un richiamo, nelle premesse, alle proteste della popolazione della Val Susa. I “grillini” avevano integrato il testo, mettendo nero su bianco la richiesta di impegno di Cosolini «a non inserire nel Piano strutturale comunale (Psc) della variante generale allo strumento urbanistico, in fase di rielaborazione, il tracciato ferroviario relativo alla tratta Ronchi-Trieste del progetto Tav/Tac». La mozione era stata inserita nell’ordine del giorno dei lavori. Ma la discussione avverrà a settembre. Rimandata, come uno studente agli esami di riparazione. Lo stesso esponente della Fds, a posteriori, non ha fatto nulla per nascondere il suo fastidio sull’ultimo Consiglio: «Ho constatato con stupore che molti consiglieri e qualche assessore venivano in pellegrinaggio da me per chiedermi di ritirare la mozione, con la non tanto velata minaccia di votare contro o di fare in modo che non fosse discussa. Alla fine, alle 22.30, la mia mozione sarebbe stata l’ultima a essere discussa, ma il capogruppo del Pd Coloni ha chiesto con mozione d’ordine “vista l’ora tarda” di sospendere la seduta. Si trattava di non più di 10 minuti di pazienza – ha aggiunto Andolina -, ma evidentemente non era un problema di fatica che ha indotto gli amici del Pd a chiudere la discussione. In Consiglio comunale esiste già una frattura tra chi è contrario la progetto dell’Alta Velocità, il voto favorevole alla discussione era anche quello di Sel e del moVimento 5 stelle, e la maggioranza del centrosinistra». Amareggiato anche il “grillino” Menis: «Prendiamo atto con rammarico dell’incapacità o della volontà del Pd e di una parte della maggioranza ad affrontare uno dei temi più importanti per la nostra città». (m.u.)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da Il piccolo del 05/12/11
Il Comitato No Tav al Comune: vogliamo risposte chiare
Il Comitato No Tav mette alle strette anche il Comune di Monfalcone, chiedendo a sindaco e giunta di esprimersi in modo chiaro sul progetto dell’Alta velocità-Alta capacità ferroviaria. Una presa di posizione delle amministrazioni locali coinvolte, secondo il Comitato, è fondamentale ora che l’osservazione del Wwf contraria al metodo con cui il progetto è stato presentato (diviso in quattro tronconi portati all’attenzione dei territori interessati in modo diviso) ha riaperto la discussione con l’avvio di un nuovo Studio di impatto ambientale. E’ quanto il Comitato ha chiesto nell’incontro avuto mercoledì pomeriggio con il sindaco Silvia Altran e gli assessori all’Urbanistica Massimo Schiavo e all’Ambiente Mariella Natural, ottenendo una risposta del tutto interlocutoria. «E’ giusto che ci siano comitati che si occupino della questione, l’obiettivo comune però – ha detto il sindaco Altran – è quello di arrivare a gestire la situazione senza violenza. Nessun territorio deve essere devastato, ma non ci si deve trovare nella situazione di dover difenderci o dover attaccare con violenza. In merito alla vostra richiesta ne parleremo in giunta e in maggioranza, anche perché la posizione della giunta precedente era di grande pragmatismo: nulla è stato lasciato all’immaginazione e siamo stati aderenti alle nostre competenze». A preoccupare per quel che riguarda il territorio monfalconese è sempre la trasformazione del bivio di San Polo lungo la linea attuale, considerato un “collo di bottiglia” che, in vista dello sviluppo della portualità e quindi dell’aumento del traffico di merci e container, dovrà essere risolto. I timori sono comunque già stati espressi anche in Consiglio comunale durante la fase di presentazione delle cosiddette “interferenze” con il progetto, come ha ricordato l’assessore Schiavo. «Le abbiamo segnalate tutte, da quella ambientali, con le vibrazionie le interferenze magnetiche ai danni dell’ospedale – ha sottolineato Schiavo, a quelle provocate dall’apertura dei cantieri e ai vincoli urbanistici». Per ogni fase dei lavori il Comune di Monfalcone ha chiesto inoltre un’analisi trasportistica. Per i rappresentanti del Comitato il rischio è però che l’intervento sul bivio di San Polo funzioni come “cavallo di Troia” per il resto del progetto Tav. «Noi vogliamo che il bivio venga risolto, ma estrapolandolo dal progetto, migliorando la linea esistente, un’azione per la quale basterebbero 180 milioni di euro», hanno sottolineato gli esponenti del movimento No Tav.